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Bille Boo

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  1. Ciao. Posso chiederti lo scopo e il contesto della domanda? Contesto nel senso il sistema di regole: stiamo parlando di D&D? Scopo nel senso: sei un master? In quale situazione ti trovi per cui hai necessità di questa cosa?
  2. Concordo. Magari fino a 1 taglia sopra a quella del PG riduci effettivamente la velocità a 0. Se il nemico è 2 taglie sopra il PG gli dimezzi soltanto la velocità. Se il nemico è 3 o più taglie sopra gli fai solo consumare 1 quadretto di movimento a vuoto.
  3. Ciao @Fra_dragon, per quanto riguarda gli incontri non di combattimento l'edizione specifica non è così fondamentale. Hai provato a cercare senza specificare l'edizione? E specificando magari non di combattimento? Se la lingua inglese ti va bene, per esempio:
  4. Ciao a tutti, Apro questo come spin-off di questa passata discussione: Si parla di cambiamenti per rendere la magia di d&d più interessante. Nella discussione precedente era emerso che l'aggiunta di costi o controindicazioni per la magia (ovviamente compensati da adeguati vantaggi) poteva essere un modo per renderla più interessante. Mi interesserebbe associare a vari incantesimi comuni delle limitazioni o degli effetti collaterali minori che non li rendano inutili ma rendano il loro utilizzo una scelta più ragionata, anche in base alla situazione. Esempio evergreen: palla di fuoco nei tempi andati, se confinata in uno spazio ristretto, si espandeva fino a tornare potenzialmente sull'incantatore. In 3.5 invece aveva un limite più leggero ma più semplice, la "traiettoria sgombra" tra l'incantatore e il centro dell'area: se attraversava invece uno spazio occupato si verificava un'esplosione prematura in quel punto. Ragionando un po' me ne sono uscito con una variante di palla di fuoco fatta così: deve esserci un impatto perché si verifichi l'esplosione. L'incantatore, cioè, non può designare come centro un punto qualunque: l'incantesimo parte da lui in linea retta nella direzione indicata e appena arriva in uno spazio occupato da qualcosa (un muro, un nemico...) esplode lì. Se cerca di orientare la traiettoria "in obliquo" per farla impattare in un punto del pavimento / soffitto deve superare un tiro per colpire altrimenti può andare un po' "corto" o un po' "lungo". Ovviamente a fronte di questo limite aumenterò il danno. Un altro esempio è l'incantesimo haste della 5e, dove l'effetto collaterale è piccolo ma significativo: il bersaglio perde un turno al termine dell'incantesimo (o quando l'incantesimo viene dissolto). Quindi ci sono situazioni in cui lanciarlo non è puro vantaggio, c'è anche una componente di rischio calcolato, o di raffronto rischi / benefici. Veniamo quindi alla domanda: vorrei chiedervi delle idee per blande limitazioni o complicazioni del genere da inserire in altri incantesimi. Soprattutto mi interessano per i seguenti: armatura magica e simili effetti protettivi forza del toro e simili potenziamenti, individuali o di gruppo raggio rovente, dardo incantato e altri classici incantesimi di attacco fulmine, cono di freddo e altri classici attacchi ad area (specialmente quelli che partono dall'incantatore) teletrasporti, specialmente a corto raggio
  5. Ciao, l'unico effetto di charme è che diventa amichevole verso di te, cioè ti considera un semi-amico, diciamo una persona simpatica. Di sicuro non ti attaccherà, ma non puoi farlo scappare come puro effetto dell'incantesimo: dovresti convincerlo a scappare, e a seconda di quanto è motivato a rimanere (es. se ci sono dei suoi amici in pericolo) potrebbe non darti retta. Lo stesso per difenderti: non ti difenderà a costo della sua vita, né al costo di mettere in pericolo altri suoi amici (diventi suo amico ma le amicizie preesistenti rimangono, anzi, in molti casi prevalgono). Quindi è probabile che il suo primo istinto in un combattimento sia cercare di mettere pace tra te e i suoi compagni a parole. Di sicuro sarà propenso ad accettare una tregua, questo sì. Personalmente ti sconsiglio di concentrarti sull'uso di charme in combattimento: come ho detto in un altro thread di cui non trovo il link, è un incantesimo pensato soprattutto per altre situazioni, come convincere una guardia a farti passare, ottenere udienza con un pezzo grosso, far sì che un prigioniero o un testimone si sbottoni più facilmente...
  6. Ok. Se ti serve altro facci sapere.
  7. Ok @Tanis. E qual è la domanda che ci rivolgi? Nel senso, se si tratta solo di prendere atto di quello che fai, io lo rispetto ma non so cosa dirti. Se invece sei incerto su qualcosa, o disposto a cambiare qualcosa, vorrei sapere che cosa. In altre parole: come posso aiutarti?
  8. Allora problema risolto? Edit: comunque mi sembrava che al cuore del problema ci fosse anche la questione su se il DM deve dire quale abilità usare oppure no, anzi, mi sembrava la questione più importante, per questo mi ero concentrato su quella
  9. Credo che ci siano tre punti in ballo, vediamo se ho capito bene. Punto 1: è giusto chiedere ad Aldo una prova per identificare il bebilith come tale, come prerequisito per poter poi usare Conoscenze Oscure in modo adeguato? Mia risposta al punto 1: sì, è giusto, ma non ha importanza perché visto che tale prova è gratuita (in generale: ma vedi punto 3) il personaggio può farla, ed eventualmente può farla anche con tutte le sue abilità di Conoscenze, in una frazione di secondo senza dover rimandare l'uso di Conoscenze Oscure. Così la penso io. Punto 2: è necessario chiedere quella prova per qualsiasi mostro, nemico o animale, o è necessaria solo nel caso in cui sia la prima volta che i personaggi hanno di fronte un bebilith? Mia risposta al punto 2: ovviamente la seconda e non ho mai pensato che tu facessi altrimenti. Quelli sul cane, il delfino, l'uccello e il mammifero erano solo esempi per fare dei parallelismi con il nostro mondo e chiarire il concetto, non credo che qualcuno volesse davvero insinuare che tu chiedessi prove anche in questi casi. Punto 3: se Aldo non può vedere direttamente il bebilith e deve basarsi sulle descrizioni degli altri, che cosa cambia? Mia risposta al punto 3: cambia molto, infatti avevo puntualizzato questa eccezione sin dalla mia prima risposta. È chiaro che comunicare adeguatamente la descrizione richiede tempo. Quindi in quel caso il passaggio di informazioni (l'altro personaggio che descrive il mostro ad Aldo) può richiedere un'azione di movimento o anche un'azione di round completo, o perfino di più. Non ci troverei niente da dire. Solo che non è la prova di Conoscenze a richiedere questo tempo, è la descrizione verbale, la comunicazione. Una volta fatta quella, si svolgerebbe di nuovo tutto come al punto 1.
  10. Aggiungo una considerazione più generale e "filosofica", se vado fuori tema ditemelo. Il mio approccio al gioco, che può essere sbagliato per carità, è sempre stato che il giocatore dichiara cosa sta cercando di fare il PG e in che modo (la sua intenzione e il suo approccio, diciamo) ed è il DM a chiedere in risposta una prova di un certo tipo se ne vede la necessità. In altri termini, per come la vedo io, non solo nel campo delle Conoscenze ma per tutte le abilità, non è che il giocatore sceglie l'abilità e la usa: il giocatore sceglie un'azione in-game, è il DM che gli chiede una prova. Può capitare, certo, che succeda questo al mio tavolo: Giocatore: "Uso Scalare sull'albero. Faccio 15" DM: "Riesci ad arrampicarti" Ma in generale cerco di incoraggiare di più questo approccio: Giocatore: "Voglio arrampicarmi sull'albero" DM: "Fai una prova di Scalare" Giocatore: "Ho fatto 15" DM: "Ce l'hai fatta" Il motivo è che vedo le abilità come un meccanismo per risolvere le azioni dei personaggi, e non come un modo per vincolarle, inducendo i giocatori a scegliere la loro azione da una lista predefinita. Quindi nel caso in esame la scena al mio tavolo sarebbe: DM: (descrive la creatura) Giocatore: "Voglio vedere se la conosco" DM: "Fai una prova di [abilità appropriata]" Capisco il dubbio di metagame: in questo modo gli rivelo qualcosa sulla creatura anche se la prova fallisse. Per ovviare a questo problema ti offrivo di considerare questi punti: La prova può fallire fino al punto di non sapere che la creatura appartiene al campo di [abilità appropriata]? Se la risposta è no, non si pone il problema. Puoi richiedere "Fai una prova di tutte le abilità di Conoscenze che hai", eventualmente con un singolo d20 per fare prima, in modo da mantenere il mistero.
  11. Nessuna offesa. Sto portando avanti la discussione sulla base di quello che so, mentre mi documento come posso per quello che non so. Nello specifico: è da un po' che non uso la 3.5 ma l'ho usata per molti anni (e ho sempre fatto che una prova di Conoscenze non richiedeva alcuna azione). Mentre non ho mai usato la classe di archivista, perciò su quella devo documentarmi. Ho linkato sopra la fonte che ho usato (sulla quale nessuna azione viene indicata neanche per conoscenze oscure). Se quella fonte è errata ti chiedo per favore di indirizzarmi alla fonte giusta. Se ti dico che da RAW le cose stanno in un modo, e poi ti propongo, tra le varie soluzioni, anche soluzioni personalizzate non-RAW, è perché non vedo alcuna contraddizione nel fare ciò. Quando una cosa è RAW la indico come tale, quando è una proposta custom la indico come tale. Tu stesso hai iniziato la discussione presentando quello che è l'approccio personalizzato al problema che usate tu e il tuo gruppo, sostenendo che vi trovavate bene nonostante non fosse una regola ufficiale e altri DM facessero in un altro modo. Siccome sto cercando di aiutarti, provo a proporti varie soluzioni, sia custom che no, che risolvano il tuo problema. Il Manuale del Giocatore 3.5 per le abilità di Conoscenze dice: "Nella maggior parte dei casi compiere una prova di Conoscenze non richiede un'azione: o si conosce la risposta oppure no" (enfasi mia), lasciando quindi intendere che la prova non rappresenti lo sforzo attivo di "usare" le proprie conoscenze in qualche modo ma solo un check estemporaneo per verificare se quelle conoscenze ci sono o non ci sono. La mia interpretazione è sempre stata questa. Tu hai detto di averne una diversa e lo accetto, ci mancherebbe. Se questa cosa non ti desse nessun problema non me lo porrei neppure io: tuo il tavolo, tue le regole. Se invece questa cosa sta provocando dei problemi al tuo tavolo, come mi è parso di capire, l'unico modo in cui posso aiutarti è proporti strade diverse da quella tua attuale.
  12. E' buffo che abbiamo scritto contemporaneamente usando quasi lo stesso paragone 😁 Edit: la mia fonte è questa, https://dndtools.net/classes/archivist/ , dove non mi sembra che menzioni l'azione di movimento, ma potrebbe essere sbagliata la fonte.
  13. Questo non l'ho molto capito, ah, perché conoscenze oscure è una prova a parte? Pensavo fosse basata su quella di Conoscenze (piani). Ok, comunque è un dettaglio. Dunque, mentre aspettiamo le altre opinioni ti spiego i problemi che vedo in questo approccio. Come DM sicuramente sai che in un gioco di ruolo ci sono (almeno) due aspetti da tenere in considerazione quando si esamina un problema: quello diciamo "narrativo" o "narrativista" (l'immedesimazione, la verosimiglianza eccetera), e quello "giochista" (il fatto cioè che il sistema deve essere pratico dal punto di vista delle meccaniche). Spesso queste due esigenze sono in qualche modo in contrapposizione, e bisogna sceglierne una sacrificando l'altra, oppure trovare un compromesso. Lo dico perché questo, secondo me, è uno di quei rari casi in cui l'approccio "narrativista" e quello "giochista" sono pienamente d'accordo. 😁 Dal punto di vista "giochista", di fatto questo approccio penalizza chi ha molte Conoscenze, quindi chi ha investito risorse del suo personaggio per essere un "conoscitore" migliore: di fatto le varie Conoscenze entrano come "in competizione" tra loro e lo rallentano, rendendolo un "conoscitore" meno efficiente man mano che ne acquisisce di più. Inoltre, come giustamente facevi notare anche tu, rallenta il gioco perché bisogna fare la prova di quella conoscenza, poi la prova di quell'altra e così via. Dal punto di vista "narrativista" quello che si sta chiedendo di fare a quel personaggio non ha, perdonami, molto senso: in pratica stai dicendo che di fronte a una creatura lui deve prima esaminarla "dal punto di vista del naturalista", scegliendo scientemente di "usare" solo le sue conoscenze naturalistiche e "disattivare" quelle dei piani; poi, in un secondo momento, esaminarla scegliendo scientemente di "accendere" solo quelle dei piani e "spegnere" quelle naturalistiche. Se ci pensiamo un attimo non torna molto con il buonsenso. Se ti metto di fronte a un oggetto che non hai mai visto tu non cerchi di usare singolarmente le varie materie che hai studiato, una alla volta, per capire di cosa si tratta: le usi tutte insieme contemporaneamente; perché di fatto non ne usi nessuna in particolare, usi il complesso delle tue conoscenze. Non puoi scegliere di esaminare un oggetto "dal punto di vista della chimica" dimenticando la fisica e la biologia, per esempio, o simili. Lo esamini e basta. L'esame è una sola azione (al di là di quello che poi potresti fare interagendo con l'oggetto, tipo esperimenti e simili). Altro esempio: se tu sai l'inglese, e di punto in bianco I begin writing in English... well, you do not need to fist try Italian to understand, and then, se fallisce, scegliere scientemente di "leggere in inglese" per capire; il tuo cervello passerà all'inglese e poi di nuovo all'italiano automaticamente. Ti consiglierei di seguire invece uno di questi approcci: Considera di dirgli direttamente il tipo di conoscenze da usare. Ho capito che non ti piace, però vedila così: non stiamo parlando di capire la specie e le capacità del bebilith, ma solo di rilevare la sua appartenenza a una categoria macroscopica che, per poter esistere come categoria macroscopica, deve avere qualcosa di basilare ed evidente che la distingue dalle altre categorie. Prendiamo ad esempio gli uccelli e i mammiferi: di fronte a un uccello anche un uomo della strada capisce che è un uccello e non un mammifero, figuriamoci un esperto, uno che ha studiato specificamente gli uccelli. Questo non vuol dire che l'uomo della strada capisca che uccello è, con quali caratteristiche, dieta, abitudini. Forse non se lo ricorda nemmeno l'esperto. Ma a capire che è un uccello ci arriva. L'uomo della strada potrebbe al limite avere dei dubbi di fronte a un ornitorinco. Ma un esperto di uccelli capirà di sicuro che non è un uccello, anche se magari, non essendo esperto di mammiferi, non capirà cosa altro è. Per me è decisamente plausibile che, salvo eccezioni specifiche, un esperto di un campo di Conoscenze riconosca a prima vista chi appartiene a quel campo e chi no. Non ti piace? Ok, approccio alternativo. Per prima cosa chiedi a te stesso: qual è la CD di Conoscenze (piani) per capire che quella è una creatura extraplanare? Non che è un bebiith, non che è un demone, non che ha questa o quest'altra capacità: solo che è una creature extraplanare. A logica dovrebbe essere molto facile, giusto? Mettiamo che ci voglia un 15 a capire che è un demone e un 18 a capire che è un bebilith: per capire che è genericamente extraplanare ci vorrà... diciamo un 10? Bene, ora domandati: qual è il modificatore di Conoscenze (piani) di Aldo? Se è almeno +9 (visto che nelle prove di abilità il fallimento automatico con 1 naturale non esiste) ce la farà sicuramente, a capire che è un extraplanare. Quindi, perché non dirglielo e basta? Non stai facendo nessun favoritismo, stai semplicemente prendendo atto che è abbastanza esperto da arrivarci a colpo d'occhio, cosa plausibile. Non ti piace ancora? Ok, ultimo approccio alternativo. Quando Aldo vuole fare una prova del genere fagli lanciare un solo d20 e annunciare, usando quell'unico dado, il risultato di tutte le sue tipologie di Conoscenze. Tipo: Aldo tira il dado e dice "ho fatto 22 a Conoscenze (piani), 19 a Conoscenze (natura) e 18 a Conoscenze (religioni)". E tu gli dai la risposta. Senza nemmeno specificare quale abilità ha avuto successo, a meno che non sia evidente dalla risposta stessa. Se nessuno dei risultati è un successo dirai che fallisce e non gli avrai spoilerato nulla. Ed essendo un solo tiro di dado non rallenta il gioco. Che ne pensi?
  14. Premesso che questo rientra nel caso speciale in cui il personaggio non può vedere la creatura e deve basarsi sulla descrizione di un altro (caso che, essendo eccezionale, viene gestito dal DM come meglio crede, è difficile fare previsioni), non ho capito bene cosa è successo in gioco. Puoi provare a spiegarmelo meglio? Chiamiamo per semplicità il personaggio Aldo. Round 1: Aldo usa Conoscenze (natura) e ottiene come risposta "non sono creature naturali, sospetti che non siano di questo Piano". Ha usato comunque conoscenze oscure? Lo ha speso? Round 2: Aldo usa Conoscenze (piani), fa un buon risultato (quanto? diciamo 23? butto lì un numero), quindi ottiene come risposta "sono dei bebilith, dei demoni che hanno questa e quest'altra particolarità!"; usa e spende conoscenze oscure, e ottiene dei vantaggi. È andata così? Se non così, come è andata?
  15. Stiamo dicendo due cose diverse. Se un chierico vuole essere sicuro di riconoscere i non morti come tali si addestra in Conoscenze (religioni). Io non dico che non deve farlo. Dico che se devi usare Conoscenze (religioni) per capire se puoi usare Conoscenze (religioni) mi sembra un po' un cane che si morde la coda. E una complicazione non necessaria, perche' in molte situazioni un esperto della materia (cioè uno che è addestrato nell'abilità) il fatto che una certa cosa rientri o non rientri nel suo campo di studi dovrebbe capirlo a colpo d'occhio. Non è come un paladino (che peraltro comunque ha individuazione del male sempre attivo, se non sbaglio). Comunque, per quanto riguarda lo spendere tempo: è da un po' che non gioco alla 3.5 ma sono convinto che una prova di Conoscenze non richieda alcun tempo, RAW. Ma se mi sbaglio dimmi pure. Non ho capito. Tempo in game o tempo al tavolo? In game il tempo è il solito, infatti ho precisato "contemporaneamente". Le conoscenze (tutte insieme) di una persona sono un unico tool. Non è che, di fronte a un problema, uno che ha studiato ingegneria e biologia ci mette il doppio del tempo a risolverlo perche' prima prova a usare l'ingegneria e poi a usare la biologia, come se fossero due "canali" mentali alternativi tra cui switchare. Non so se ho reso l'idea. Se il problema è il tempo al tavolo, ho la soluzione perfetta: il giocatore lancia una sola volta il d20 e il risultato vale per tutte le sue abilità di Conoscenze, dopodiche' in pratica conterà solo quella adatta, ovviamente.
  16. Però, un attimo: distinguiamo tra "riconoscimento automatico" del tipo "ma quello è un ghoul superiore che sputa acido!" e "riconoscimento automatico" del tipo "ma quello è un non morto". I non morti si distinguono per una serie di tratti che sono evidenti a prima vista anche a noi "dilettanti", figuriamoci ad un esperto della materia, con gradi nelle Conoscenze appropriate. In altri termini: uno che ha Conoscenze (religioni) dovrebbe essere abbastanza esperto da capire al volo quando usarla. Come uno che ha Disattivare Congegni dovrebbe riconoscere a prima vista un apparato meccanico: poi non è detto che riesca a sabotarlo nel modo voluto, ma almeno capire che può usarci sopra Disattivare Congegni dovrebbe essere automatico, è il punto di partenza di tutto. No? Comunque: il mio discorso precedente ti convince?
  17. La penalizzazione è: Se ciò non avviene allora non c'è problema. Tipo, per me può fare contemporaneamente una prova su tutte le sue abilità di Conoscenze e applicare poi Conoscenze Oscure a quella che si rivela funzionante.
  18. Ho l'impressione che ci sia una certa correlazione con questo thread: Potresti dare un'occhiata alle mie risposte in merito, e vedere se ti sembrano appropriate? Se avete già deciso di fare che è un'azione gratuita non tornerò su quel punto. Mi concentro invece sul resto. Supponiamo per prima cosa che il personaggio abbia la creatura davanti. In tal caso io, come DM, ho sempre detto apertamente qual era l'abilità cognitiva giusta per dedurne informazioni (purche' il personaggio ce l'avesse, quell'abilità). Capisco che ricordare informazioni utili su un non morto richieda un tiro di dado, ma almeno capire se è un non morto o no, per uno che ha studiato la materia, mi è sempre sembrato piuttosto ovvio. Se non sei di questo avviso ti invito a riflettere su un'altra cosa: anche ammesso che serva una prova per capire che quel mostro che hai davanti è un non morto, la CD dovrebbe ragionevolmente essere molto più bassa rispetto a quella per ottenere altre informazioni. E se la CD è tipo 5 o 10 è praticamente certo che il PG la passi, quindi gli si può anche dire direttamente senza perdere tempo. Ben diversi sono i seguenti casi (ma nella mia esperienza sono l'eccezione, non la regola): Il caso il cui il personaggio esperto non ha la creatura davanti e deve basarsi su una descrizione fatta da altri. Il caso il cui la creatura sia soggetta a qualche tipo di camuffamento, illusione, metamorfosi o simili per cui capire cosa sia realmente non è immediato. Primo punto: sono abbastanza d'accordo che in questo caso le CD aumentino, e l'informazione su quale abilità usare non sia garantita, però la situazione dovrebbe presentarsi fuori dal combattimento (suppongo) quindi di tempo ce n'è in abbondanza. Secondo punto: bisognerà prima fare le prove appropriate per "vedere attraverso" il mascheramento o la trasformazione, solo dopo sarà possibile usare le conoscenze. Comunque, sostengo fortemente la posizione per cui, se un archivista non sa a quale genere appartiene il mostro che ha davanti, può provare con tutte le sue abilità e poi applicare la capacità da archivista al risultato dell'abilità che si è rivelata appropriata. Dire altrimenti (cioè, che il personaggio deve prima indovinare se quello che ha di fronte è, tipo, un esterno o un non morto, poi tirare su quell'abilità usando la capacità da archivista, e se si rivela quella sbagliata ha sprecato l'utilizzo) mi sembrerebbe davvero un controsenso, perche' paradossalmente andrebbe a penalizzare chi ha più abilità di conoscenze a disposizione, cioè più sei sapiente e più rischi di non sapere nulla. Socratico, forse, ma poco giocabile. 😉 Quello che succederebbe in pratica è che la persona fruga nella memoria in cerca di informazioni su quel mostro. Il fatto di avere una più vasta gamma di conoscenze non dovrebbe penalizzarlo, ne' come tempo ne' come efficacia.
  19. Nella Guida del DM 3.5 ci sono degli artefatti, uno per specie di drago, che permettono appunto di controllare i draghi di quella specie. Se non sbaglio si chiamano proprio Orbs of Dragonkind? Non ricordo bene ma sono sicuro che ci sono. E funzionano proprio permettendo di dominarli.
  20. Non ho capito: gratuita ma massimo 2 a round? Come mai? Una media sarebbe molto inappropriata. Mettiamo che tu abbia Conoscenze (religioni) +12, unica abilità di Conoscenze: la tua media è +12? Se al livello dopo metti 1 grado in Conoscenze (arcane), che va diciamo a +4, la tua media di colpo cala a +8? Se invece fosse, a prescindere, la media su tutte (anche quelle che non hai) in pratica verrebbe sempre 0 o quasi. Considera quest'altra proposta: un esperto dell'argomento X, quindi uno che ha Conoscenze (X), è plausibile che abbia la capacità di capire quando una creatura rientra nel campo di studi X (questo a prescindere da quanto è esperto negli altri campi di studi). Ed è plausibile che sia una prova molto facile, perché è una domanda davvero elementare (senza quella, ogni ulteriore nozione sulle creature è inutile). Facciamo CD 10? Ottimo. Per le prove di abilità non si applica il fallimento automatico per 1 naturale. Quindi, di fatto, chiunque abbia almeno +9 nelle conoscenze X riconosce a colpo d'occhio se un mostro ci rientra o no, senza bisogno di tirare. Questo, ripeto, a meno che uno specifico mostro non abbia camuffamenti, metamorfosi o roba del genere (ma quello dovrebbe essere un caso raro).
  21. Dal Manuale dei Mostri: Dal Manuale dei Mostri 3: Colgo l'occasione per congratularmi per aver portato avanti per tanti anni la carriera del master! E per farmi pubblicità occulta invitandoti a fare un salto sul mio blog, dove potresti trovare consigli utili: sto raccogliendo piano piano tutte le cose che ho imparato col tempo ma che vorrei aver saputo all'inizio della carriera...
  22. Ciao! Immagino che tu ti riferisca alla 5a edizione?
  23. Il punto è che D&D non ha una "granularità" sufficiente a distinguere in modo marcato tra due razze di cane della stessa taglia. Come non la ha per distinguere tra la portata di uno spadone e quella di un pugnale, tra le velocità di due umani (tutti 9 m a meno di classi strane), tra uno scudo rotondo e uno romboidale, o tra la taglia di un leone e quella di un bisonte. Se si vuole un sistema capace di rappresentare una varietà immensamente più vasta di quella del nostro mondo (tra eroi spettacolari, magia, mostri, draghi, non morti e via discorrendo) inevitabilmente non potrà avere la raffinatezza di discriminare le varietà del nostro mondo, che al confronto appariranno trascurabili. Questo a meno che non si voglia portare la complessità del sistema a livelli ingestibili.
  24. Concordo. Non conosco quella razza, @Pau_wolf, ma il procedimento è semplice: chiediti che cos'ha di particolare che la contraddistingua, e inseriscilo nelle statistiche di partenza del "cane generico" facendo le modifiche minime essenziali per esprimere questa differenza. Esempio. un cane cacciatore: non mi sembra che richieda modifiche delle statistiche che corre molto: dagli il talento Correre e/o aumentagli la velocità di 3m vive nel deserto: dagli una resistenza alle alte temperature o dalla semplicemente per scontata (non mi sembra che gli animali del deserto sul manuale ne abbiano una esplicita) e si basa molto sulla vista: un +2 razziale a Osservare mi pare sufficiente
  25. Provo a fare io un esempio pratico. Dimmi se lo ritieni appropriato. C'è un mostro X e non si sa che cosa sia. Supponiamo che sia un non morto, ma che i giocatori non lo sappiano. Il personaggio Pino ha il talento Knowledge Devotion e vuole usarlo. Il personaggio Gino è un archivista e vuole usare dark knowledge. Se il DM dicesse a uno di loro: "fammi una prova di Conoscenze (religioni)", starebbe rivelando che è un non morto, e questo non ti va bene perché lo consideri "metagame". Ho compreso bene? Se ho compreso bene, ecco la mia risposta: Per il talento Knowledge Devotion il problema non si pone perché compiere una prova di Conoscenze come richiesto dal talento non richiede un'azione. Pino può semplicemente fare una prova con ogni abilità di Conoscenze che possiede, e poi attivare Knowledge Devotion su quella che ha dimostrato di funzionare. Non me ne intendo molto di archivisti, ma io da DM interpreterei anche lì una cosa simile: Gino può fare una prova con ciascuna abilità di Conoscenze che possiede, e poi attivare dark knowledge sulla base del risultato di quella che ha dimostrato di funzionare. E' una mia interpretazione, non ho documenti che la supportino. Detto ciò, un commento più generale: qual è la CD di Conoscenze (religioni) per capire che X è un non morto? Non che cosa è, le sue capacità eccetera: solo per capire che è un non morto. Io da DM ho sempre supposto che questa CD fosse molto bassa. Diciamo pure tendente a zero. Ora, se la CD per capire che X è un non morto (non per capire la specie e la capacità, solo che è un non morto) è pari o inferiore a 1 + il modificatore di Conoscenze (religioni) del personaggio considerato, è matematicamente certo che ce la farà, quindi non "spoileri" nulla a dirgli sin dall'inizio che l'abilità giusta è quella. Per dire, per me anche un +5 a Conoscenze (religioni) è già ampiamente sufficiente per riconoscere quali creature sono non morti a prima vista, senza stare a fare prove. Anzi, faccio proprio outing: per me anche 1 grado in Conoscenze (religioni) è sufficiente per questo. Diverso, naturalmente, è il caso in cui è difficile capire che X è un non morto perché è in qualche modo camuffato, trasmutato, mascherato con illusioni o simili. Ma in quel caso, prima di poter fare qualsiasi prova di Conoscenze efficace, bisogna accorgersi dell'inganno con la metodica appropriata.
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