Sandrine Alamaire
"Mio signore... Lord Von Trier... gli dei stessi mi sono testimoni.
Lord Fuinur, che può disporre del mio attuale destino più e meglio di chiunque altro, è qui e sa che non discorro a vanvera. E sa anche che ad ogni mia parola, in questo momento più che mai, rischio di inciampare irreversibilmente.
Ma non oso... non posso in alcun modo tacere", le parole sono deflagrate fuori dalle mie labbra come un corso d'acqua in piena. Muovo un passo e mi ritrovo ad osservarmi. Ripenso ai minuti spesi nel vestirmi, nello scegliere gli accessori: la ricerca della perfezione terrena col solo scopo di umiliare.
Mi domando se questa mia mise non possa risultare offensiva per il Governatore, ma poi ricordo che sono stati loro a convocarmi d'urgenza.
Infine, mi accorgo del rosso che macchia i miei palmi; del dolore che si allarga dalla mia pelle perforata e sfaldata; del pungente, acre odore di ferro.
Appena una manciata di ore fa stavo giocando, apparentemente effimera e vacua, con le debolezze di un potente che sembrava, pur nella sua inadeguatezza, assiso su di uno scranno di invincibilità; ora, troppi lutti dopo, devo soltanto una cosa ad un altro uomo, che porta lo stesso nome del primo ma di cui è solo una diafana ombra.
Gli devo tutta la sincerità e l'onestà che posso mettere sul piatto.
"Lord Governatore... il pirata, criminale, assassino, malversatore, aguzzino e piromane Nero Gomez non trascorrerà alcuna vacanza! Di questo possiate esserne certo!
Finché la Contessa di Zefiro avrà vita, il figlio di Bolero Jack non riceverà né perdono, né espiazione, né grazia.
Le leggi della Loggia mi vincolano a certe decisioni, ma la legge non scritta che ci sovrasta tutti mi lega a qualcosa di superiore.
Lord Fuinur, non tremate, perché non intendo danneggiare né la vostra organizzazione, né l'impresa cui ho accettato di partecipare.
Ma una cosa posso promettere: Nero Gomez un giorno pagherà per tutto, per ogni singola stilla di dolore, il suo debito verso il mondo amplificato con gli interessi del tempo che trascorrerà da qui a tale momento!".
Sollevo il braccio, ponendolo parallelo al suolo; poi strizzo il pugno già chiuso ed il sangue zampilla nuovamente, consacrando il significato delle mie parole: "Così giura Lady Sandrine Enide Rosalie ďAntoine Alamaire, contessa di Vaudemont e principessa di Chateaux-Blanc, in presenza degli uomini ed al giudizio degli dei".