@Crees
Melcar, decimo giorno d'Inverno
Nella foga del tuo attacco, ti butti nuovamente sul tuo avversario, che barcolla dal colpo contro il bordo esterno dell'arena: non riesci a predire perciò i suoi movimenti e la punta della tua spada sfregia il suo corpo con un solco verticale a bruciapelo invece che penetrare nel suo costato. Lo spettacolo in ogni caso non è dei migliori: una lunga ferita longitudinale gronda sangue dal petto in obliquo fino agli addominali, facendo urlare Sigurth di dolore, che si lancia verso di te con tutta la sua forza: la sua massa improvvisamente contro di te unita al ghiaccio sul terreno che non avevi visto accecato dalla tua furia combattiva, ti fanno ritrovare in pochi secondi a terra sulla schiena, con sigurth subito sopra di te
«Aaaah! Ti lascerò anche io una cicatrice, Lothar! Una cicatrice eterna!!» Il suo braccio destro si alza, puntando la spada verso di te, ma tutto sommato sei ancora in vantaggio: Sigurth è ferito e spaventato e i suoi colpi non avranno la precisione tattica del guerriero esperto che è.
@Knefröd
Melcar, decimo giorno d'Inverno
Amarant sembra compiaciuta delle tue parole, mentre continua ad osservare il combattimento con un'espressione che non lascia trasparire i suoi pensieri.
«Vorrei che Bjorun ti avesse fatto giungere qui prima, druido. Quando Sigurth è stato scelto per guidarci era un guerriero valoroso e avrebbe accettato il tuo arrivo con ben altro rito. Il tempo l'ha imprigrito. E ha anche scontentato i nostri guerrieri.» Rimugina un po' sulle tue parole, e con quello che ti pare uno sguardo leggermente allarmato, la prima espressione che riesci a leggere da quando hai incontrato la vecchia, si volta nuovamente verso di te: «Perché, che cosa sta succedendo ad Alngrim? I miei occhi non vedono a sud. Non finché l'Occhio degli Antichi veglia sul Braciere.»
@Danear
Ultimo braciere, decimo giorno d'Inverno
Il buon vecchio Ivan non è certamente un uomo d'arme: la tua repentina mossa lo coglie completamente alla sprovvista, complice anche il marcato nervosismo che non lo rende propriamente lucido. Senza nessun segno di stupore da parte della ragazzina, in pochi secondi ti ritrovi a pressare Ivan contro il vicino muro di pietra, mentre gli tieni con troppa semplicità il braccio col pugnale ritorto dietro la schiena.
«Aaah! Ti prego, Léon, io.. Io devo portargli la ragazzina, o mi uccideranno!»
Il corpo di Ivan perde di tensione e rigidità. Non sta più opponendo resistenza alla tua morsa, se di resistenza si poteva parlare, e lacrime iniziano a scendere dai suoi occhi, mentre ti implora di lasciare la Gemma della Notte a lui. La ragazzina distoglie l'attenzione da qualsiasi cosa stia guardando e osserva Ivan con una freddezza glaciale. «Non c'è posto per la debolezza nel viaggio che dobbiamo intraprendere, Léon.»