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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 08/08/2016 in tutte le aree

  1. Da segnalare anche le novità riguardanti Starfinder 1) Il manuale verrà rilasciato in occasione del Gen Con 2017, insieme ad un AP dedicato. 2) Poco dopo verrà rilasciato anche un bestiario. 3) Il manuale base di Starfinder non verrà gestito, a livello di design, alla stessa maniera del manuale base di Pathfinder. 4) Il manuale base conterrà anche i dettagli dell'ambientazione. 5) Lo spostamento alla velocità della luce è appena stato scoperto. 6) (L'AP?) prevede che i giocatori facciano parte della ciurma di una nave spaziale. I combattimenti tra astronavi saranno importanti. Ogni PG avrà il proprio ruolo. Molto "Star Trek" style. 7) Annunciate le nuove classi: - Soldato: Tipo guerriero, competente in armi pesanti a distanza e da mischia. Si specializza in un particolare tipo di arma. - Operative: Maestro del sotterfugio. Buona spia, cecchino o infiltrato. Sarà lo skillmonkey della situazione. - Envoy: Classe di supporto. Tipo Han Solo o la Principessa Leia. Una specie di bardo spaziale. - Machanic: Ripara le cose. Ha un compagno a scelta tra robot o IA. - Mystic: Simile all'oracolo, può incanalare l'energia dell'universo (non solo degli dei). Può far esplodere teste, ha la Forza ecc. - Technomancer: Combina magia e tecnologia. Magia vista come un codice di programmazione. Prende le leggi dell'universo e le piega o spezza a piacere. - Solarian: Bilancia l'universo tra Energia e Entropia. Usa due set di poteri per ognuna. Luce, Calore, Gravità... possibile costruire uno Jedi o comunque un combattente mistico. Possiede una scintilla di energia stellare che gli consente di creare armi o armature di energia.
  2. Un argomento cui mi imbatto spesso, anche grazie a persone con cui mi sento per vie "private" e chiedono: "quale edizione"? Spesso si parte da un'idea concreta di gioco, spesso da necessità specifiche, spesso "banalmente" dal gusto, ma non sempre si riesce a compiere la scelta più saggia. Da "musicista chitarraio" vi garantisco che il rischio di prendere quello che si "vuole" e scambiarlo con ciò di cui "si ha bisogno" è un rischio effettivo in ogni forma espressiva e ludica. Oggi cerco di aiutare voi dubbiosi e, magari, chi ha bisogno di schiarirsi le idee. Premetto che questo piccolo esercizio mentale lo applico anche ad altri elementi del GdR e aiuta parecchio: un pò come dire "creo un pg guerriero" e "creo un pg" che poi scopro essere un guerriero. Vorrei aiutarvi a uscire dagli schemi e descrivervi quelli che secondo me sono gli habitat naturali delle varie edizioni, con loro Pro e Contro. Advanced D&D Sebbene si tratti di due edizioni separate (1st / 2nd) con le loro revisioni interne, si tratta di fatto di un sistema coerente che, con la seconda incarnazione, vede una stesura più organica e l'integrazione di un buon numero di opzioni. Un'osservazione va comunque effettuata: la prima edizione, scritta dal buon Gary, ha un taglio decisamente più "oscuro". Il feel è quello di un gioco di avventure tetro, intransigente, mortifero. C'è un forte accento sul dungeon crawling, ma i personaggi venivano comunque definiti dalla loro storia. Il potere del master è nel suo stadio più rozzo ed elevato, lasciando che molte regole (spesso inutilmente complesse) vengano interpretate e modellate di volta in volta. La Seconda Edizione lascia meno elementi al caso, anche se permane la sensazione di instabilità. Al tempo stesso, la sua imperfezione è talmente affascinante che resta un punto saldo al giorno d'oggi e lo resterà molto a lungo, con la furbata di rendere più comprensibili alcune meccaniche e aggiungere tante regole modulari, rispettando il profilo della Bounded Accuracy, ovvero un principio per il quale le minacce restano effettive nell'arco della crescita del pg. La moltitudine di meccaniche matematiche (alcuni valori richiedono un tiro alto, altri un tiro basso) possono confondere, ma fungono in parte da deterrente per la "sfortuna", in parte aiutano a fare meno previsioni, da un'ulteriore prospettiva da a ogni parte del sistema un andamento che impedisce il potere esponenziale e garantisce anche elementi evocativi (vedi la Classe Armatura che va in negativo, dando fortemente l'idea del guerriero lattina o del mago mezzo nudo). L'ultima fase dell'Advanced è altamente controversa, a metà strada tra i manuali della serie "Complete" (in cui si legittimano i Kit, simili ai Background della 5e, strumenti che servono a definire ulteriormente un personaggio fornendogli delle linee guida di creazione) e molte regole opzionali, assieme al tema relativo (per esempio, nel "completo ladro" trovi tutte le indicazioni per creare una gilda dei ladri evocativa)... Dall'altra parte ci sono i "Player's Option", manuali del tutto opzionali che espandono il sistema in modi ambigui, fornendo una serie infinita di scelte (la creazione proposta in Skills & Powers secondo cui si acquisiscono i privilegi di classe spendendo punti, potendo modellare di fatto un mago "alla Gandalf" o un "Druido con pochi incantesimi e la fisicità di un barbaro" resta forse il migliore mai visto per profondità). Questa fase post revisione è un pò il "beta testing" di ciò che D&D sarà negli anni 2000. Non piace a tutti: complica di molto un gioco improntato più sull'interpretazione e su dei paradigmi rigidi che però fungono da strumenti narrativi. Le classi, per dirne una, sono viste più come professioni, percorsi lavorativi e passionali in un contesto post-medievale in cui non si aveva tempo di fare molte cose contemporaneamente, vista anche l'aspettativa limitata di vita. L'apparente limitazione di un ladro che può fare cose che un guerriero realisticamente non farà mai serve a sottolineare come la dedizione richiesta per portare a termine una carriera vittoriosa sia estrema e spesso difficile da mantenere costante. In ultimo, le ambientazioni in AD&D sono le più evocative in assoluto: i manuali sono disordinati e scritti più come tomi antichi che come compendi per un giocatore, ma l'anima dei mondi è li e non avrai bisogno di altro che delle piccole descrizioni fornite per entrare in quegli universi e sentirli vivere attorno a te. Quel che puoi trovare senz'altro in AD&D è un mood medievale o rinascimentale esemplari, la capacità di unire (specie nella seconda edizione) la flessibilità del gioco più "moderno" con i paradigmi proibitivi del gioco anni '80, in cui le scelte contano, il sistema è imprevedibile (funzione importante per evitare l'eccessiva system mastery) e ai giocatori viene richiesto l'utilizzo effettivo delle cellule grigie, con pochissimi pf, risorse limitate e la necessità di approcciarsi al mondo di gioco in maniera più oculata. AD&D fa per te se... A. cerchi un gioco che possa, gradualmente, fornirti un certo grado di credibilità storica; B. cerchi un sistema flessibile incentrato sull'autorità e l'affidabilità del master; C. un sistema in cui le classi danno l'idea di "professioni" cui dedichi un'intera vita per eccellere; D. un sistema fantasy eroico che tenga d'occhio il realismo senza eccedere in complicazioni; E. un sistema modulare con tante opzioni (dell'ultima era) per replicare la profondità dei giochi moderni. F. se vuoi conoscere il D&D per come è nato, lasciando che poi il tuo gusto ti spinga a restare o a spostarti altrove. Come contro, posso dirti che si tratta di un gioco complesso e senz'altro poco intuitivo, specie se hai già provato sistemi moderni. D&D 3.x Pochi elementi di discussione hanno generato scontri come la famigerata terza edizione di D&D. La WoTC fece un salto qualitativo secondo me anche coraggioso e lungimirante, individuando il trend commerciale legato ai mercati affini (miniature, boardgame, videogiochi) e garantendo ai giocatori un'esperienza organica che replicasse, mantenendo il contatto con l'animo ruolistico, quel tipo di intrattenimento. La terza edizione di D&D riesce in tutto questo, coi suoi pregi e difetti. Il sistema proposto è molto articolato: la modularità è presente, ma è fallace. La tentazione di usare "tutto" è fortissima, ma si scopre presto come (similarmente alla sopracitata ultima era della seconda edizione) farlo significa andare incontro a sbilanciamenti effettivi e scelte poco sensate. Il lavoro del master è inferiore sul piano dell'arbitraggio, visto che le regole sono più precise e delineate, con l'aiuto delle miniature che diventano quasi obbligatorie (arricchendo di fatto i momenti morti del combattimento "theater of the mind" nel gusto di molti giocatori e devo dire che aiuta a tenere l'attenzione alta su cosa accade in molte situazioni). Di contro, il DM si ritrova con un pò di lavoro extra di "approcio", visto che è meglio studiarsi in anticipo le regole che prevede entreranno in funzione durante le sessioni, visto che in 3.x è probabilissimo perdersi nei meandri del manuale senza trovare una meta (colpa secondo me più dell'editing e della scelta espositiva, che del sistema in sé). 3.x presenta anche una serie immonda di vantaggi: creare personaggi è stimolante, "giocarli" sulla griglia rende il combattimento molto più tattico e oculato, le combinazioni di sistema sono talmente tante che coi soli manuali base e (forse) un singolo compendio (come Arcani Rivelati, in cui si introducono innumerevoli varianti di gioco) non vi basterà una sola vita per esplorarne la metà. Se per molti questo può essere un difetto, posso garantirvi che perdervi tra i manuali in cerca della combo può diventare un gioco nel gioco. Vengono introdotte idee come "Classi di Prestigio", percorsi iperspecializzati che si possono ottenere dopo diversi livelli nelle classi base e dopo aver raggiunto determinati obbiettivi. I "multiclasse" vengono definiti in modo più concreto rispetto al passato, forse più giocabile... L'eccesso di opzioni porta però certe scelte a essere inspiegabilmente più significative di altre, anche mono classe, cosa che va contro l'idea del "tutto è peggio" che dovrebbe dominare il buon design. L'ingresso dei "talenti", abilità speciali dei pg a sfondo caratterizzante e al tempo stesso di "ottimizzazione", rende lo sviluppo del personaggio estremamente personalizzabile e ogni singolo pg molto diverso dagli altri del suo stesso genere. Le classi non sono più da interpretarsi come "professioni" vincolanti (nel bene e nel male), ma come frammenti della vita di un avventuriero. La 3.x è anche l'edizione in cui alcune ambientazioni storiche si sono confermate e nasce quella che secondo me è la quintessenza (sistemica, ludica e narrativa) di un sistema come 3.x: Eberron. I manuali di ambientazione di terza edizione ricalcano l'impostazione dei manuali base: tantissime informazioni, regole pre-confezionate e una miriade di dettagli sui luoghi e personaggi. Vantaggio o svantaggio, sta a voi dirlo. Non sono i manuali evocativi e "polverosi" di AD&D, ma sicuramente aiutano molto di più ad ambientarsi nei mondi e a comprendere certi elementi, che vengono sempre assecondati dalle meccaniche, aiutando non poco a creare personaggi prima difficili da concepire. Definisco Eberron la quintessenza dell'edizione perché unisce pregi e difetti e rende tutto estremamente gradevole: azione eroica, profondità delle meccaniche narrative, collisione (creativa) tra fantasy classico barocco e steampunk, classi di prestigio stupende. Forse, a livello di meraviglia, le Dragonlance sono subito dopo: ottimamente descritte e delineate, giocare Dragonlance in 3.x ha definito buona parte del mio immaginario post-adolescenziale e lo consiglio a tutti. La 3.x fornisce un profilo action controbilanciato da una miriade di fuffa interessante, sebbene anche li la voglia di codificare tutto in regole rovina un pò l'incanto. Il divertimento di gruppo è preservato dall'avanzamento congiunto di tutte le classi, un pregio se non altro "interno", visto che nella sua logica, non poteva essere altrimenti. D&D 3.x fa per te se... A. vuoi un sistema complesso e più uniforme; B. la tattica in battaglia è una prerogativa; C. ti piacciono manuali di ambientazione estremamente dettagliati; D. ti piace il fantasy di stampo marcatamente eroico; E. ti piacciono opzioni extra di personalizzazione, multiclasse, classi di prestigio e talenti (nessun'altra edizione riesce in questo forse). Come contro ti segnalo l'eccessiva (e inutile) difficoltà di alcune parti di regolamento (troverai presto house rule pratiche) e la pericolosa tendenza a venire distratti dai numeri rispetto al "cuore" del personaggio. D&D 4th Edition Se ricevessi un euro per ogni insulto che ho sentito sulla quarta edizione sarei miliardario. Eleganti o meno, gli insulti non sono mai sensati. La quarta edizione ha fatto tanto di giusto e tanto di sbagliato e spesso i due elementi si mescolano. La WoTC altro non fece che ripetersi: adeguarsi ai tempi. Solo che, stavolta, lo fece esagerando. Calzò fortemente la mano sull'immaginario videoludico, bilanciando alla perfezione ogni classe, proponendo un sistema facile da personalizzare in termini di house rules e fuffa, ma di fatto estremamente blindato. La complessità di un personaggio sta nella selezione di "Poteri" che rappresentano ciò che il personaggio sa fare: per la prima volta si distingue nitidamente la "fonte" di potere delle classi (marziale per guerrieri per esempio, come Primeva per Barbari e Druidi), caratterizzando queste capacità speciali in base al tema. Il punto è che se da un lato il progetto è riuscito alla perfezione (replicare le dinamiche dei videogames lasciandole interessanti sul tavolo da gioco), la quarta ha fallito miseramente nel trasmettere le buone intenzioni di base: leggere le descrizioni dei poteri consente di capire ciò che non traspare affatto da quel che fanno. Sapere che "le tue lame diventano fulmini che strozzano il bersaglio" fa capire che sei una specie di Warlock, cosa meno evidente da "2d6 danni e il personaggio è stunned". Al tempo stesso, questo lavoro immenso di bilanciamento impartisce un grande insegnamento di stile: impara a definire i "ruoli" non in base alle classi di per se, ma in base alla loro utilità. Non c'è più la necessità di avere un "chierico", ma senz'altro quella di avere un "leader". S Si rende meno esclusivo l'accesso alle cure, finalmente valorizzando l'idea che i punti ferita non sono necessariamente punti "vita", ma anche altro (cosa sempre scritta nei manuali, ma spesso ignorata dai detrattori): un Condottiero può "incoraggiare" i suoi compagni e far recuperare loro alcuni HP... "Avanziamo!" grida il Condottiero e il suo potere regala un'azione di movimento a un suo compagno mentre il più ferito si cura... E' evidente sul piano narrativo cosa sta accadendo, ma il distacco dal "ruolo" spesso è inevitabile: e se non volessi seguire il suo consiglio? Se mi stesse profondamente antipatico e il suo incoraggiamento, di fatto, non mi provocasse alcuna cura? Certo, potremmo continuare all'infinito... Potrei, in 3.x chiedere, perché un Dio cura un personaggio malvagio? In base a cosa, in prima edizione, un guerriero non riesce a muoversi silenziosamete? Il punto è che la narrativa fantasy d20 richiede dei compromessi e dei fatti dati per assodati: si da per scontato che, in certe situazioni, alcune meccaniche entrino in gioco. Si bypassa quel che c'è nel mezzo in favore della fluidità tattica... Il problema in quarta è che questo spesso distacca troppo dal tavolo e la tensione narrativa decada. In quarta edizione la velocità si esprime in quadretti, gli effetti si definiscono in turni, danni continuati, hp temporanei etc. Tutto è codificato sulla plancia. Di contro, posso dire che è un sistema molto versatile sui temi e aiuta a creare personaggi high fantasy irripetibili: il Vendicatore che perseguita le sue vittime, lo Psicombattente che altera la mente dei nemici, il Warlock che maledice i nemici e li confina in dimensioni parallele... Tutto deliziosamente over the top, perfettamente codificato e confezionto. La scelta dei poteri è ampissima per ogni livello cui si acquisiscono e il giusto bilanciamento tra poteri a volontà, giornalieri e a incontro di combattimento o meno è di fatto il tratto distintivo del pg. A molti non piace vedere i personaggi definiti attraverso i poteri, ma può piacere ad altri che crescono con un immaginario fantasy tarato sull'azione eroica e sopra le righe. Quarta edizione non è "sbagliata", è diversa. E' un gioco di ruolo con fortissimo accento sulla tattica. Gran parte della campagna la passerete a risolvere enigmi e superare difficoltà in rovine, castelli infestati e aree selvagge e labirintiche dense di mostri. Il vostro ruolo è quello di eroi che risolvono problemi, "epici ghostbusters", signori/e che si disinteressano alla vita mondana, si caricano di prestigio e oggetti incantati per porre fine all'esistenza dei nemici. Non è un modo "sbagliato" di giocare: la mia migliore campagna l'ho avuta in quarta ed è stato leggendario. Ma di sicuro non è un gioco in cui puoi passare sessioni intere a guardarti la scheda senza sapere cosa farci... Devi usare i tuoi poteri, attingere agli straordinari doni della tua "fonte" e distinguerti, perché il mondo ha bisogno di gente che si sporchi le mani. Tutto è semplificato, il percorso dei pg è indirizzato verso tre step: classe, cammino leggendario e destino epico. Nell'arco di 30 livelli acquisirai un gran numero di poteri e oggetti magici che, assieme ai privilegi unici di ogni percorso che sceglierai, definiranno in cosa ti distingui dagli altri eroi del tuo gruppo. Le sfide sono esponenziali, i numeri crescono a dismisura e il bookeeping è alle stelle, lasciando che il master si occupi di creare (cosa necessaria altrimenti le vostre partite saranno un disastro) incontri interessanti densi di trappole, indovinelli, enigmi strutturali e nemici astuti e ben assortiti. D&D 4th edition fa per te se: A. cerchi un fantasy eroico sopra le righe; B. la tattica degli scontri è un elemento fondamentale (griglia obbligatoria); C. al DM piace un gioco con alta componente tattica e raffinati tempi di preparazione; D. ti piace l'high fantasy, avere tanti oggetti meravigliosi e benedizioni divine; E. ti piace l'idea che il tuo personaggio cambi il mondo; F. ti piace avere tantissimi poteri tra cui scegliere e adori i videogiochi di ruolo di stampo moderno. Come contro, segnalo l'eccessiva linearità delle classi in alcuni aspetti e il focus sulla plancia, che può infastidire. D&D Quinta Edizione Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno. Dopo vari tentativi, esperimenti e un playtest onesto intellettualmente, WoTC comprende le necessità globali e investe le sue energie in un sistema nuovo che riporti in auge sensazioni antiche. La quinta incarnazione di D&D si presenta come un sistema semplificato rispetto alle ultime due edizioni, con un ritorno alla bounded accuracy (controllo dei livelli di potere, schiacciando la differenza tra livelli bassi e livelli alti), al potere positivo del master (che aggiudica variabili a seconda della scena), alla descrizione del gioco "gridless" e un occhio alla profondità del character building, senza eccessi. Le classi sono variegate e definite in base alle "sottoclassi", percorsi che definiscono (similarmente alle classi di prestigio della 3.x) il profilo narrativo e pratico di un personaggio: due ladri possono prendere percorsi diversi, col primo che diventa uno spietato assassino e il secondo un Arcane Trickster che unisce abilità ladresche a magia illusoria. Allo stesso modo, un Guerriero battle master è uno spietato stratega, mentre il Champion investe tutto nella potenza offensiva e nella resistenza in battaglia. Assieme a questa scelta, vengono introdotti i background (versione evoluta dei kit) che garantiscono forse l'elemento caratterizzante più forte, visto che definisce il vero "animo" del pg e, pur conferendo poco sul piano tecnico (qualche competenza nelle abilità e oggetti particolari e una capacità narrativa tematica) garantiscono la sensazione di avere un pg vivo tra le mani. Molto di quello che farete sarà definito dalla vostra competenza, un bonus crescente che si somma alle prove in cui siete specificatamente competenti (se sei competente in Acrobazia, aggiungi il bonus di competenza alla prova di Destrezza richiesta, altrimenti aggiungi solo destrezza. Plain and simple). Per tutto il resto, ci sono Vantaggio e Svantaggio: una meccanica semplice, a tratti forse banalotta, che però riesce in qualche modo a conferire al gioco un elemento fortemente narrativo, consentendo ai pg di accaparrarsi il primo o ad attribuire il secondo non solo attraverso le proprie capacità, ma anche attraverso le situazioni di gioco. Il difetto, forse, è che se si prende la cosa alla leggera, molte situazioni saranno una gara a prendere "Vantaggio" su una prova, lasciando che lentamente le descrizioni scivolino via in favore della meccanica... Sì, è uno dei rischi della banalizzazione sistemica. Ma, d'altro canto, non si può avere tutto e la scelta appare perfettamente in linea coi criteri di design dell'edizione. Gli oggetti magici sono praticamente opzionali e non necessari: ciò ne preserva il fascino (parzialmente svanito nelle due edizioni precedenti, dove la presenza di oggetti straordinari era insita nella crescita prevista per un pg rispetto alle minacce). Qui un goblin può essere pericoloso anche molti livelli dopo, così come un personaggio può far fronte a nemici sulla carta "troppo potenti" (pregio della BA). Per molti, questo schiacciamento fa venir meno la sensazione di "heroic fantasy", che comunque rimane la base del d&d e comprendo la critica: l'idea che un personaggio che si è fatto sedici livelli a prgressione lenta possa essere steccato da un mucchietto di coboldi può infastidire (cosa di fatto assai improbabile, ma non si sa mai con la BA)... L'esempio è estremo, ma fa comprendere lo scoramento. D'altro canto, D&D aveva smarrito la sensazione di pericolo costante e questo strumento di design fornisce a un gioco comunque moderno ed eroico quel qualcosa di "retro" che gli restituisce quell'animo da troppo tempo perduto nei meandri delle opzioni borderline. Il gioco presenta regole molto poco realistiche (recuperare tutti gli HP a ogni riposo esteso) ed elementi ereditati dalla quarta (come la possibilità di "curarsi" da soli in certi momenti); di contro, sono necessità di semplificare e consentire ai pg di affrontare grandi avventure unendo gestione delle risorse di gruppo senza eccedere nella severità. La quinta è perfettamente giocabile coi tre manuali base (anche perché, di fatto, gli altri manuali conosciuti sono avventure e opzioni trascurabili) e la WoTC supporta il gioco ottimamente con articoli online (che vanno considerati nel pacchetto). Per cui, la linea editoriale è quella del "pochi core books e tante avventure". Parallelamente, esistono varie risorse come la DM's Guild, da cui scaricare moduli extra e progetti cross-realm con Magic (gioco di carte) e Neverwinter (MMOrpg). In questo caso, dunque, la WoTC riesce a stare al passo coi tempi, riportando però il gioco di ruolo al centro, con una grande enfasi sulla narrativa, su regole semplici anche per i neofiti, senza tradire la fiducia degli ottimizzatori e dei giocatori più esigenti, che possono comunque divertirsi a costruire personaggi entusiasmanti, ben fatti ed evoluti sul piano ludico. D&D Quinta Edizione fa per te se... A. cerchi un sistema narrativo forte corredato da molte opzioni di gioco; B. ti piace l'idea di un sistema base solido circondato da tante storyline da cui trarre ispirazione; C. gradisci un sistema versatile come DM che possa essere adattato a diversi piani narrativi; D. vuoi stare al passo con l'immaginario fantasy preservando il gusto di un dungeon evocativo. Come contro posso dire che ai più esigenti le semplificazioni appariranno come banalizzazioni e la totale opposizione nei confronti di build troppo "ottimizzate" può far storcere il naso a chi gradisce affiancare al buon gioco narrativo anche una dose solida e tangibile di potere individuale. Spero di averti aiutato a capire qualcosa in più sulle varie edizioni di D&D e di averti aiutato, a modo mio, a compiere la scelta più saggia per te e per il tuo gruppo. Ricorda sempre che il tuo punto di vista potrebbe non essere quello del resto del tavolo, specie se intendi essere un DM. Il gioco deve soddisfare te, ma anche gli altri. Esistono dunque soluzioni di mezzo: per esempio, se a te piace l'oscurità medievale di AD&D e a loro il controllo sul pg di 3.x, potresti proporre la quinta. Di contro, se a te piace la 3.x e a loro opzioni meno complesse stile quinta, ma con un occhio alla tattica, potresti proporre la Quarta edizione. Insomma, non esiste una scelta sbagliata e non lasciarti travolgere dalle "edition war": qui ti ho presentato le edizioni in modo superficiale secondo la mia esperienza. Come vedremo, esistono anche soluzioni alternative (parlerò presto di 13th Age), ma questo post dovrebbe essere sufficiente a indicarti la retta via. In caso di dubbi, as usual, posta una risposta e replicherò appena possibile!!! Roll Initiative! DB
  3. Ciao! Benvenuto sul forum! La tua domanda è molto complessa, ma ti posso dire da dove partire per risolvere questo dubbio e poi dirti in breve la mia esperienza! Da dove partire? - se giochi a D&D cerca di entrare in possesso delle Dungeon Master's Guide, per esempio la DMG della quinta edizione di D&D oltre a parlare dell'edizione ha molte tabelle, queste ultime danno spunti per creare avventure che di sicuro possono aiutare molto chi non sa da dove cominciare. Non illuderti, c'è molto lavoro che il master deve fare se vuole partire da questi spunti, per esperienza personale ti posso assicurare però che già immaginare la "causa" che scatena l'interesse degli avventurieri fa nascere spesso il resto. -leggi avventure prefatte: queste avventure sono le migliori dalle quali iniziare, infatti ti permettono di valutare la qualità dell'intreccio (quindi sapere se è banale o meno), ti danno molte cose già pronte e ti permettono di rubare intere porzioni di luoghi o PNG da usarle in altri contesti più graditi al tuo gruppo. Senza contare che le avventure scritte da esperti possono insegnare molto e dare delle risposte che riguardano le domande da te fatte. Adesso espongo 2 brevi punti che hanno influito molto sulla mia esperienza: -Se non conosci alla perfezione ogni singolo individuo attorno al tavolo è impossibile sapere cosa può interessare, inoltre è sempre difficile stupire tutti. Siamo costantemente esposti/bombardati da stimoli (film, libri, videogiochi, etc.), quello che puoi fare quindi (almeno secondo me) è mettere del "vostro" attorno al tavolo di gioco per coinvolgere al massimo i giocatori. Come? Se vuoi vederli "interdetti, pensierosi, intrigati, studiosi o strategici" non devi per forza scervellarti per essere originale, questo mette solo stress al master. Inoltre potresti anche inventare l'indagine più avvincente della storia, ma potrebbe comunque non interessare il tuo gruppo. Il compito del master non è stupire, lui deve semplicemente divertirsi insieme agli altri. Negli intrecci che crei sfrutta sempre gli interessi dei personaggi e il loro Background. In passato ho giocato a giochi che si basavano sulle azioni dei personaggi, la storia andava avanti grazie alle loro vittorie, ai loro errori e i loro desideri: dalle mie esperienza ho capito che basta veramente questo per coinvolgere qualcuno e stupirlo. Se il giocatore sente sua la storia allora sarà più portato a farsi trascinare da essa. Se vuoi vederli per esempio "strategici" crea un conflitto interessante per il personaggio dove la soluzione non sia immediata: mettiamo che un PG voglia liberare sua moglie; lei attualmente è tenuta prigioniera nel campo militare del Barone Decapitatore (immagina il perchè quindi dell'urgenza di pensare ad un piano per liberarla! XD) protetto numerosi soldati. Non dettaglio ulteriormente, ma osserviamo gli spunti: la forza bruta non è la soluzione migliore, cosa fare? Si aprono un ventaglio di possibilità: travestirsi da guardie poi dall'interno creare un piano di fuga (tramite magari l'esplorazione/informazioni sul posto raccolte nei giorni precedenti), comprare la libertà della donna amata in cambio di denaro o un favore richiesto dal malvagio Barone, cercare aiuto da nemici del Barone stesso, etc.. Qui lo spunto è interessante, il conflitto non è risolvibile con una semplice azione e i personaggi devono essere " pensierosi " perchè ci vuole un piano. -Ricorda che in ogni intrigo e intreccio di "livello medio" può essere costruito anche dalla somma di vari intrighi/intrecci di "livello semplice". Una volta capito chi è l'Antagonista dei PG capisci come vuole ostacolarli, aggiungi attorno a questo Antagonista alleati, amanti e nemici e dai loro degli obiettivi: avrai così un diagramma di relazioni "semplici" che rendono "complesso" il tutto. L'obiettivo di rapinare una carovana che trasporta oro vista da sola è banale, ma non se aggiungi fazioni interessate in vario modo a questa carovana (magari perchè in apparenza questa carovana dovrebbe trasportare solo oro, ma in realtà al suo interno vi è qualcosa di diverso, etc.). Credo che già il suggerimento su come "coinvolgere i giocatori" e su "intrecci complessi come somma di vari intrecci più semplici" sono già qualcosa che sono un buon punto da cui partire! In ogni caso chiedi sempre ai giocatori quello che vogliono, una buona comunicazione ti permette di non fare tutto da solo! In questo momento mi viene difficile essere più dettagliato (per questioni di tempo). La tua domanda mi sembra molto generale, quindi credo vada bene la mia risposta molto generale su come aiutare a creare storie con Intrighi e Intrecci. Credo scrivere intere pagine su come creare avventure potrebbe anche non attirare il tuo interesse (magari perchè la risposta che cercavi si trova proprio all'inizio della risposta), con questo voglio dire che se hai domande più specifiche o vuoi approfondire punti non esitare a chiedere nel dettaglio! In questo caso è più facile tenere bene in mente il focus del problema e non divagare su cose che non catturano il tuo interesse! Insomma, siamo qui a tua disposizione! Buon gioco!
  4. Le partite più belle ha cui ho giocato erano ispirate a romanzi classici o miti antichi. i master che le hanno preparate hanno preso i passaggi più rappresentativi e li hanno legati insieme con passaggi che invece erano tagliati su misura al gruppo. le avventure non erano sfacciatamente copiate ma fortemente ispirate. E' così che abbiamo incontrato un ciclope che allevava scimmie giganti e custodiva un grande tesoro mentre esploravamo un isola su cui eravamo arrivati mentre seguivamo le tracce di una mappa appartenuta ad un eroe del villaggio che guarda un po' era un pirata che si era rifugiato li anni prima sotto false spoglie... un mix certo di storie lontane tra loro ma se ben lavorato regala divertimento impagabile. se non sei forte nel creare intrighi prendi spunto da chi lo ha fatto in modo impareggiabile nei secoli e trasformalo in partita. Vanno bene anche le favole per bambini. Non a caso alcuno degli ultimi moduli ufficiali seguivano proprio questa linea.
  5. Il secondo caso è un po' prosaico, ma entrambi si prestano a sistemi intriganti. Per dirla tutta: e se essere cinici materialisti increduli ti proteggesse in qualche misura? Oppure: e se i pazzi creassero con la loro "fede" nelle stranezze le stranezze stesse? Se i tuoi avventurieri creassero i draghi dal nulla solo perchè credono nell'esistenza dei draghi?
  6. Ciao. Nel caso da te citato non hai alcune penalità. Subisci il malus da combattere con due armi solo quando attacchi effettivamente anche con l'arma secondaria.
  7. Ti tocca fare Hodor... Sarah non può spostarsi da sola. Dovrebbe togliersi l'armatura o buttare la balestra... non è una grandissima idea...
  8. Si, però alla fine se uno ne ha voglia li usa se no no... E poi quando ci fai l'abitudine prendi quelli che possono servire al tuo personaggio o alla tua idea.
  9. Bellissima serie TV che tra l'altro mi ha messo curiosità su "OUT OF THE ABYSS-RAGE OF DEMONS" e il demogordon, che non ho mai usato nelle mie campagne. 8 episodi intensi e raccontati senza sbavature e senza filler, che trascinano lo spettatore in un racconto caratterizzato da una magica atmosfera che fa da ponte con i film degli anni 80. Non c'è solo D&D, c'è molto di più e The Big Bang Theory dovrà citarla nella prossima serie, se i suoi autori sono degli autentici Nerd.
  10. Ciao Fiocco di Neve (innanzitutto, bella scelta di nome). Praticamente benvenuta sul forum. Giusta analisi la tua. A livello dei personaggi, sì, in effetti ritengo pure io che sia questo il modo in cui sviluppa la trama della serie. Dal punto di vista dei PG, solo i bambini analizzano tutta la vicenda attraverso la lente del Gdr. All'interno della storia, quindi, le cose funzionano esattamente come hai scritto tu. Quello che, tuttavia, ho cercato di spiegare a The Stroy e MattoMatteo (e di mostrare attraverso il mio articolo) e che le chiavi di lettura assumono una funzione diversa al livello degli spettatori. Una storia è sempre rivolta prima di tutto agli spettatori o lettori. Questi ultimi sono sostanzialmente osservatori onniscenti: vedono e conoscono tutto ciò che accade nella storia, e hanno il privilegio di osservare ogni evento, ogni tematica, ogni messaggio sotterraneo e ogni chiave di lettura da una posizione privilegiata, esterna alla trama. Lo spettatore non è parte della storia, ma ciò non gli impedisce di vedere tutto ciò che accade all'interno di quest'ultima. Essendo esterno alla storia, lo spettatore non è soggetto agli stessi limiti di coloro che sono interni a quest'ultima, ovvero i PG. Se all'interno della storia esistono i limiti di campo che tu hai ben evidenziato, questi limiti non valgono per lo spettatore, il quale piuttosto riceve tutti i messaggi inseriti nella storia senza limiti di sorta. Quando un narratore inserisce un messaggio in una storia, lo crea pensando prima di tutto al fatto che tale messaggio sarà rivolto allo spettatore e non al fatto che sarà qualcosa che solo un gruppo di PG conoscerà. Una storia è prima di tutto una comunicazione fra un mittente (l'autore) e un destinatario (spettatore). In parole povere, quando un narratore crea un messaggio come il parallelismo D&D-storia, non lo farà pensando al fatto che tale messaggio varrà solo per un gruppo di ragazzini.....ma lo farà pensando al fatto che tale messaggio sarà rivolto allo spettatore. E lo spettatore non è uno dei personaggi della storia, motivo per cui non è soggetto ai limiti imposti ai PG della storia e per cui può liberamente riutilizzare quel messaggio (in questo caso il parallelismo D&D-storia) su tutta la trama. Dimmi se sono stato troppo complicato nello scrivere. Mi capita di fare giri tortuosi per spiegare le cose. Insomma, per concepire Stranger Things come una Avventura di D&D diventa secondario ciò che i PG riescono a percepire, mentre diventa fondamentale ciò che lo spettatore percepisce. E' lo spettatore, non uno dei PG, che può scegliere di riutilizzare una delle chiavi di lettura della trama per reinterpretare interamente quest'ultima. Il narratore crea un gruppo di PG per i quali gli eventi della storia sono interpretabili come una Avventura di D&D. Lo spettatore, che è il vero destinatario della narrazione e che non è soggetto ai limiti imposti ai PG, a questo punto può prendere quella chiave di lettura ed estenderla a tutta la storia, per il semplice fatto che il narratore gli sta dicendo (tramite quei precisi PG) che quella è una valida chiave di lettura dell'intera storia. Non sono i PG, dunque, a definire di per loro se Stranger Things è o meno una Avventura di D&D, ma lo spettatore, che può decidere autonomamente quale chiave di lettura usare tra quelle offerte dai creatori della storia per intepretare l'intera tama della serie tv. E' per questo che Stranger Things non deve per forza diventare pseudo-fantasy per avere tutti i PG della serie interpretati come "Avventurieri di D&D". L'interpretazione dei PG come Avventurieri è al livello dello spettatore, che è lui a decidere se concepire ogni PG come un Avventuriero o meno. A questo c'è da aggiungere il fatto che non necessariamente una Avventura di D&D richiede che i PG siano fin da subito consapevoli del sovrannaturale o che la storia sia High fantasy (dunque con un sovrannaturale evidente e noto ai più). Ho fatto un discorsone complicato, ma il succo è semplicemente che, grazie al parallelismo introdotto dai fratelli Duffer, lo spettatore ha la libertà di reinterpretare i personaggi, gli eventi e l'intera serie tv come una Avventura di D&D, più precisamente una Avventura Low Fantasy e Low Magic, ambientata nel mondo reale contemporaneo, nel quale il sovrannaturale di D&d in realtà esiste, anche se è ai più sconosciuto. Diventa, insomma, una sorta di Mondo di Tenebra (non so se hai presente la serie di giochi gotici come Vampiri: la Masquerade), con i Piani e le creature di D&D al posto di vampiri, maghi e lupi mannari nascosti negli angoli ignoti del nostro universo. Naturalmente, con questo non intendo dire che il monda descritto da Stranger Things sia per forza descrivibile in questo modo. Intendo dire che una delle possibili e ufficiali chiavi di lettura attraverso cui interpretare il mondo di Stranger Things sia questo, grazie al parallelismo consapevolmente inserito dai Duffer nella serie tv. Prima o poi scriverò un articolo basato sull'idea di campagne di D&D ambientate nel nostro mondo reale, comunque....
  11. In inglese "scholar" significa studioso, sapiente, erudito; in pratica sarà (imho) l'equivalente del mago in un mondo privo di magia: un'esperto in numerose branche del sapere. Il "leader" mi dava l'idea di essere il "face" del gruppo, ma poi leggendo i nomi delle sottoclassi dà l'impressione di essere un combattente... forse sarà una cosa sulla falsariga del condottiero della 4? Lo "slayer" è quasi sicuramente un combattente. Il "treasure hunter" è il ladro (grossomodo). Il "wanderer" è quello che nel Signore degli Anelli è stato tradotto con "ramingo", cioè il ranger (uno senza incantesimi... forse è la volta buona che, finalmente, vediamo un ranger senza incantesimi fatto come Iluvatar comanda!). "Warden" in inglese significa custode, guardiano, mentre i nomi delle sottoclassi significano cancelliere, araldo (la traduzione migliore che ho trovato, di "bounder", è "colui che delimita"); direi che l'ispirazione sia Grima Vermilinguo, quindi potrebbe svolgere il ruolo di "face" (almeno credo).
  12. La filosofia e Moorcock In un forum come Dragon's Lair do per scontato che tanti conoscano la saga di Elric di Melnibonè, scritta da Michael Moorcock. Per chi non lo sapesse, la saga di Elric è la prima grande narrazione in stile “dark fantasy”, in cui il protagonista non è un vero e proprio eroe, né è considerabile “buono”, secondo gli standard della narrativa fantasy classica (Tolkien, Lewis...). Eppure, secondo me è estremamente interessante, non solo perché introduce degli elementi che poi diverranno ricorrenti anche in D&D, per non parlare di Warhammer Fantasy, ma anche perché è una saga dai diversi livelli di lettura. Il protagonista, Elric di Melnibonè, ultimo imperatore di una razza crudele e decadente, pieno di dubbi morali, evocatore di demoni, è cagionevole di salute, molto debole, debolezza simboleggiata dal fatto che è albino. L'unico modo che ha per sopravvivere sono gli intrugli e le droghe che prepara egli stesso, almeno fino a quando non incontra sulla sua strada la spada Tempestosa (Stormbringer nell'originale inglese). A quel punto la spada demoniaca succhiaanime prende il posto delle droghe, e Elric instaura un rapporto di dipendenza, amore e odio verso di essa. Ad una prima lettura quindi il tema principale sembrerebbero le dipendenze da sostanze stupefacenti (ma io allargherei a tutte le forme di dipendenza patologica), e questo certamente è in parte vero. Non finisce qui però, perché a parer mio il buon Moorcock, nel creare la sua saga, ha attinto a piene mani dalla filosofia e cultura continentale. Per questo mostrerò degli elementi che secondo me, oltre ad essere importanti per la saga, e per il genere fantasy stesso, possono anche essere degne di analisi filosofica. Il Caos e la Legge Noi D&Disti più giovani siamo abituati a pensare agli allineamenti in termini di caos, legge, e di bene e male. Ma come ogni buon old schooler sa, “ai miei tempi c'erano solo caotico, legale e neutrale! Altroché!”. Ecco, quello che però non tutti gli old schooler sanno è che questa divisione è nata nei libri di Moorcock. Per quel che riguarda il fantasy ovviamente. Il Caos è la fonte della magia, il rifugio dei Duchi degli inferi, tra cui Arioch (patrono dei melniboneani e di Elric), la creatività pura, la corruzione, creazione e distruzione insieme. Il simbolo del Caos è la stella costituite da otto frecce che si diramano dal nucleo, a simboleggiare le infinite vie che il Caos può prendere, anche antitetiche. La Legge è la fonte della scienza, dell'ordine, delle norme, della morale, difesa dai Signori della Legge, capeggiati da Donblas il Giustiziere. Il suo simbolo è una freccia che indica l'alto, a simboleggiare invece l'unica retta via che porta al bene. In questo caso i richiami possono essere molteplici: come la Parola di Dio è il principio ordinatore, che in Genesi permette all'universo di sorgere, dal Caos indistinto, anche nel multiverso di Moorcock i Signori della Legge lottano costantemente per spostare l'ago della bilancia cosmica dalla loro parte, e portare legge, ordine, morale e scienza nei mondi. L'ambientazione ha anche un po' quel sapore gnosticizzante, e seppur la materia non sia mai vista come qualcosa di negativo in sé, comunque l'opera del demiurgo non è tanto diversa da quella dei Signori della Legge, anche se in Moorcock i ruoli sono ribaltati, e il Caos ha in generale un'accezione negativa. Il Campione Eterno Elric di Melnibonè non è solo un imperatore della isola di Immryr, capitale del cosiddetto Impero Fulgido, il regno dei melniboneani. A sua insaputa è l'incarnazione di un principio che trascende i mondi, il tempo e lo spazio, egli è il Campione Eterno, o meglio, un Campione Eterno. Nelle diverse epoche e nei diversi universi, ci sono diverse persone che sono l'incarnazione del Campione Eterno, ma quello che tutti hanno in comune è che il loro destino è di scatenare la guerra tra Caos e Legge, in modo che la nuova creazione sia influenzata da uno o dall'altra. Una cosa bizzarra è che il buon Elric è affiliato al Caos, essendo melniboneano, e servitore di uno dei Duchi più potenti degli Inferi, Arioch. Eppure il suo destino da Campione Eterno è di essere uno strumento della Legge. Quello del Campione Eterno non è certo un concetto che Moorcock ha inventato di sana pianta. Per quelli di voi che hanno dimestichezza con la filosofia il paragone è evidente: Hegel. Per quelli che invece non conoscono questo nome posso portare almeno due teorie di Hegel che fanno da pietra angolare all'idea stessa del Campione Eterno. Per Hegel, semplificando oltre ogni misura, l'intera storia del divenire dell'universo è riassumibile in un concetto in realtà molto semplice: all'inizio c'è Dio prima della creazione (Idea, o tesi), poi c'è il mondo (Natura, o antitesi), poi c'è lo Spirito di Dio che si riappropria del mondo (Spirito, o sintesi). In Moorcock i Campioni Eterni non sono altro che il cardine che permette allo Spirito di riappropriarsi della storia, sono ciò che permette la sintesi, una nuova sintesi tra Legge, principio ordinatore, e Caos, creazione in divenire. In quanto cardine della storia, portatore dello Spirito, e qui giungiamo al secondo punto in comune, il Campione Eterno è analogo agli individui “cosmico-storici” della filosofia hegeliana. Per Hegel la stragrande maggioranza delle persone non fanno altro che “conservare” la storia, solo pochi individui conoscono il vero senso che essa ha, e cioè la manifestazione in essa dello Spirito. Questi individui, che Hegel riconosce storicamente nei grandi condottieri, Alessandro Magno, Cesare, Napoleone ecc.ecc., portano la sintesi tra Spirito e Mondo, e la storia non è altro che un susseguirsi di popoli con diversi condottieri a guidarli, e a guidare lo Spirito nel Mondo. Lo stesso vale per i diversi Campioni Eterni, come anche per Elric: attraverso guerre, fratricidi, deicidi, e chi più ne ha più ne metta, essi sono al servizio della suprema sintesi, per riportare la Bilancia Cosmica in pari, e dare inizio ad una nuova storia. Tanelorn Chiudo la rassegna di similitudini con un particolare che mi ha colpito. Come avrete potuto intuire, io adoro trovare legami tra le cose, e più è distante e diversa l'origine, e più mi entusiasmo. Ciò che evidenzierò in questo brano infatti, come tutto il resto, non è certo un'invenzione di Moorcock. Elric, come tutti i Campioni Eterni, ha a disposizione nel suo piano una città mitica, un luogo difficilissimo da trovare, ma nel quale può trovare ristoro e pace, nella sua eterna lotta. Questa città è Tanelorn. L'idea stessa di una città mitica, “un paese dove scorre latte e miele” (Es 3,20), non è certo estranea né alla nostra civiltà, né alle altre. Eden, Avalon, Eldorado, Agarthi, Iperborea, Cuccagna, Bengodi, sono tutti esempi di città e società mitologice pacifiche, avanzate soprattutto moralmente, in cui il benessere e la pace regnano sovrani. Ecco, Tanelorn non è esattamente questo, ma ci somiglia molto, in quanto porto in cui rinfrancarsi, dove trovare serenità, in un multiverso in costante cambiamento, spesso alla mercé dei Signori del Caos, e altrettanto spesso in guerra. Noi amanti di D&D non possiamo non notare il parallelo più evidente, cioè la città interplanare di Sigil, la quale non ha di certo la fama di essere un porto di pace (giocate a Planescape: Torment per averne una vaga idea), ma che similarmente a Tanelorn, è raggiungibile da ogni piano, e quindi sempre raggiungibile da chi conosce il modo giusto per trovarla... o vi si imbatte per destino. Ogni tempo della nostra cultura ha avuto la sua Eldorado, all'inizio del secolo scorso non si emigrava negli Stati Uniti per quello?, alla fine siamo sempre alla ricerca della nostra Atlantide, un po' come i Campioni Eterni sono alla strenua ricerca dell'unico posto in cui il loro fato gli permette di vivere in pace, Tanelorn. Conclusione Dopo tutti questi paralleli, e suggestioni, ci si potrebbe domandare, “però in fondo, Moorcock non ha inventato niente, no?”. Beh, probabilmente nemmeno lo scrittore dell'Epopea di Gilgamesh avrà inventato niente per i suoi contemporanei, perché alla fine l'originalità pura è una chimera. Uno dei tanti miti della mitologia contemporanea. Il valore dell'opera di Moorcock, a mio avviso, non è stata quella di inventare cose nuove, ma di ripresentare tanti elementi differenti, e apparentemente slegati tra loro, in un complesso multiverso, governato da regole in realtà ben precise, cioè l'equilibrio cosmico tra Caos e Legge. Moorcock ha scritto diverse opere, narrando anche le vicende di altri Campioni Eterni, e mantenendo sempre i due cardini principali della sua narrativa: i Campioni Eterni, appunto, e lo scontro tra Legge e Caos. Tutta l'opera di Moorcock origina da questi due concetti, estesi in modo diverso a seconda delle opere, ma la cosa più interessante, e la ricchezza più grande, non è solo ciò che Moorcock racconta, bensì anche tutte le connessioni che egli ha lasciato in sottofondo, affinché potessimo dare diverse chiavi di lettura della medesima storia.
  13. Se dovete iniziarla fatevi un favore però: guardatela sottotitolata.
  14. Di recente, la Cubicle 7 ha annunciato l'uscita in autunno del manuale Adventures in Middle-earth: Player's Guide. Presto sarà in uscita anche il manuale Adventures in Middle-earth: Loremaster's Guide, dedicato al Loremaster, l'equivalente del DM di D&D. Il Loremaster's Guide conterrà: Grandi quantità di informazioni per il Loremaster sull'ambientazione Consigli su come masterizzare una campagna nella Terra di Mezzo Regole per i Tesori Maggiori consigli e opzioni sulle regole del Viaggio (Journey Rules) un bestiario della Terra di Mezzo Qui di seguito potete intavvedere quella che sarà la copertina del Loremaster's Guide: La Cubicle 7, inoltre, ha pubblicato una FAQ in cui fornisce le risposte alle domande più comuni sui due manuali annunciati: http://cubicle7.co.uk/adventures-in-middle-earth-pre-order-opens/ QUESTIONI BASE Di cosa ho bisogno per giocare? Avrai bisogno dell'Adventures in Middle-earth Player's Guide e dei Manuali Base della 5a Edizione. Questo basta per iniziare. Le partite beneficeranno del Loremaster's Guide presto in arrivo, ma quest'ultimo non è necessario per iniziare a giocare. Adventures in Middle-earth come si relaziona con la 5a Edizione? Usa l'OGL. Adventures in Middle-earth come si relaziona con il Gdr L'Unico Anello? Il nostro obbiettivo di design, per quanto riguarda Adventures in Middle-earth, è quello di sviluppare un gioco che funzioni come l'OGL 5e con un'ambientazione che si percepisca come la Terra di Mezzo. Alcuni concetti dell'Unico Anello, come la Corruzione e i Viaggi (Journeys), sono stati reinterpretati per il gioco, ma quando possibile abbiamo utilizzato meccaniche OGL già esistenti. Le due linee condivideranno illustrazioni e informazioni d'ambientazione. I supplementi iniziali per Adventures in Middle-earth saranno conversioni di materiale appartenente all'Unico Anello. Adventures in Middle-earth che approciò avrà nei riguardi dell'ambientazione? Presenteremo la Terra di Mezzo così come descritta nello Hobbit e nel Signore degli Anelli. Tutte le regole e le opzioni che presenteremo sono state ricavate dal testo di quei libri e sono progettate per ricreare l'atmosfera dei libri nelle vostre partite. Dicendo ciò, il nostro obbiettivo è quello di fornirvi gli strumenti per giocare la vostra visione della Terra di Mezzo, e avrete la possibilità di usare qualsiasi materiale OGL per inserire nell'ambientazione qualunque soluzione vorrete. Quando uscirà? Il PDF (del Player's Guide, NdSilentWolf) sarà rilasciato questa Estate, mentre la vesione cartacea sarà disponibile in Autunno. Ci piacerebbe essere più precisi, ma molti fattori di produzione sono al di fuori del nostro controllo. L'Ambientazione quando è basata e dove è situata? L'ambientazione principale inizia cinque anni dopo la morte di Smaug, nelle Terre Selvagge. I personaggi possono scegliere fra le culture presenti nella regione, così come fra alcune aggiunte preferite dai fan (Hobbit, Dunedain, Rohirrim, Uomini di Minas Tirith, Uomini di Brea). Perchè un focus così ristretto? Abbiamo ottenuto grande successo nei giochi sulla Terra di Mezzo con questo approcio. Quest'ultimo implica che i personaggi hanno una ragione per stare assieme e che gli avventurieri hanno una ragione per girare attraverso la Terra di Mezzo. Questo approcio garantisce una piattaforma base da cui far partire il vostro viaggio e consente a noi di poter fornire una grande quantità d'informazioni su una (sebbene grande) regione. Le Terre Selvagge sono un luogo splendido nel quale vivere avventure e cinque anni dopo gli eventi dello Hobbit, ma prima degli eventi del Signore degli Anelli, è un periodo decisamente d'atmosfera. I giocatori conoscono questo periodo abbondantemente, in esso sono presenti una gran quantità di luoghi, ma tutto questo è bilanciato dalla presenza di anche una grande quantità di spazi vuoti sulla mappa. Il focus ci consente di concentrare i nostri e i vostri sforzi, e di fare le cose con la profondità di cui abbiamo bisogno. Il materiale supplementare espanderà l'area di gioco Cos'altro sta uscendo? In aggiunta al Player's Guide abbiamo in lavorazione il Loremaster's Guide, assieme alla conversione dell'epico Racconti dalle Terre Selvagge (Tales from Winderland) - una collezione di sette avventure collegate tra loro che mostrano la regione delle Terre Selvagge. Vi aggiorneremo con informazioni sulle future uscite man mano che procederemo. Se preordino i manuali, ottengo subito il PDF? In questo caso no. Con Adventures in Middle-earth vogliamo provare qualcosa di diverso per un paio di ragioni. Numero uno, abbiamo bisogno della stima dei numeri di stampa. Per questo motivo, avvieremo i preordini un po' prima rispetto a quello che avremmo fatto normalmente. La nostra più regolare politica è di aprire i preordini quando rilasciamo i PDF e, contemporaneamente, di inviare il gioco alle stampe. Numero due, siamo una piccola azienda e, con il costante aumento dei numeri delle vendite, generalmente troviamo difficoltoso gestire la richiesta per la consegna immediata di PDF gratuiti assieme ai preordini. Ci aspettiamo che le prevendite di Adventures in Middle-earth saranno al di là di qualunque cosa abbiamo sperimentato fin ora. Per questo motivo vogliamo essere pronti, organizzati e in grado di gestire le cose in maniera misurata, così che tutti possano ricevere i PDF allo stesso tempo e nessuno sia lasciato a cliccare il refresh della propria casella di posta elettronica in attesa del PDF. Se preordino il Player's Guide e il Loremaster's Guide essi saranno inviati assieme, facendomi attendere per l'arrivo del manuale per i giocatori? No - essi ti saranno spediti separatamente, non appena li avremo. REGOLE Adventures in Middle-earth usa il sistema dell'Allineamento? No - Adventures in Middle-earth presuppone che i giocatori combattano per il bene. L'Allineamento è sostituito dal sistema della Corruzione per tenere taccia della discesa dei personaggi nell'Ombra. Il Combattimento cambia? No - il sistema di Combattimento dell'OGL è rimasto intoccato. Vogliamo che i giocatori OGL siano in grado di giocare velocemente e facilmente. La familiarità con il sistema è un obbiettivo centrale di design. Che Classi sono presenti? Adventures in Middle-earth usa le sue Classi e i suoi Background fatti su misura e tematicamente collegati alla Terra di Mezzo. Essi sono unici di Adventures in Middle-earth. Faremo aggiornamenti individuali per le Classi e aggiorneremo questa FAQ con i link, quando questi ultimi verranno messi online. Allo stesso tempo, abbiamo una grande quantità di nuovi Background. C'è l'aggiunta di qualche nuova regola? Sì! introdurremo regole per il Viaggio (Journey rules), per la Corruzione e per la Fase della Compagnia (Fellowship Phase). Avremo aggiornamenti di tutto ciò, i quali saranno linkati qui (ovvero l'originale FAQ sul sito della Cubicle 7, NdSilentWolf) non appena saranno disponibili. Ci sono incantatori con incantesimi quali Palla di Fuoco e Fulmine? La magia nella Terra di mezzo e profondamente connessa con il mondo ed è riflessa in un assortimento di modi allo stesso tempo mondani ed eccezionali. L'abilità degli Hobbit di nascondersi, le canzoni guaritrici dei Boscaioli (Woodmen) e gli Incantesimi della Segretezza dei nani sono tutti esempi della magia tipica dell'ambientazione. C'è molto dibattito sul fatto di rendere o meno giocabili nella Terra di Mezzo incantatori maggiormente appariscenti. La bellezza di usare l'OGL per Adventures in Middle-earth è che potete deciderlo per voi stessi. Tutte le regole e le Classi per spara-incantesimi sono là fuori e potete portare queste ultime nel vostro gioco, in modo da ottenere la vostra visione dell'ambientazione. Ci saranno le statistiche di Gandalf e potrò ucciderlo? No. gandalf è un PNG di tipo patrono. Non ha bisogno di statistiche. Tuttavia, siamo sicuri che qualche fan gliene fornirà, se davvero non potete vivere senza di esse. Esiste l'Armatura di Piastre in Adventures in Middle-earth? Non per come è scritto. Garantiremo una sezione dell'equipaggiamento che fa strettamente riferimento allo Hobbit e al Signore degli Anelli. Sentiamo che parte dell'evocare l'atmosfera della Terra di Mezzo dipenda dal rimanere strettamente vicini al materiale di origine. La bellezza dell'OGL è che, se sentite che l'Armatura di Piastre appartiene alla Terra di Mezzo, allora potete portarla al suo interno. IL GDR L'UNICO ANELLO L'Unico Anello sta chiudendo? No. L'Unico Anello continuerà come linea separata e completamente supportata. Convertiremo i supplementi dell'Unico Anello per Adventures in Middle-earth. Così, anche se Adventures in Middle-earth vendesse un milione di copie, noi ancora vorremo e avremo bisogno delle uscite dell'Unico Anello. Non ci siamo impegnati così tanto sull'Unico Anello solo per abbandonarlo ora! L'Adventurer's Companion e Oath of Riddermark stanno entrambi venendo molto bene. Assieme ad alcune release per l'Unico Anello di cui ancora non abbiamo parlato. L'Unico Anello e Adventures in Middle-earth hanno differenti obbiettivi e crediamo che ci sia abbastanza spazio per far prosperare entrambe le linee.
  15. [MOD] I post di ringraziamento sono vietati dal Regolamento del Forum al punto 1.11. Per ringraziare un utente o esprimere apprezzamento per un suo intervento è sufficiente il tasto Mi piace, presente in basso a destra in ciascun messaggio. Questo ha un duplice vantaggio: avere un meccanismo per stabilire la "qualità" del lavoro di un utente e non allungare inutilmente le discussioni con messaggi che non aggiungono nulla.
  16. Dirigere la mano contro un avversario è un'azione di movimento. Questo vuol dire che dopo la prima azione di movimento per designare un bersaglio la mano potrà agire ogni turno senza consumarti azioni (a patto che punti sempre lo stesso bersaglio), dovrai consumare altre azioni di movimento solamente per cambiare bersaglio alla mano.
  17. Butto le mie due briciole del momento: Ambientazione sci-fantasy stile vichinga, il mondo è diviso in vari clan in lotta tra loro, i guerrieri combattono con valore e cercano una morte degna in battaglia per poter essere ammessi nel Valhalla. Ma il Valhalla non è solo il paradiso della loro religione, in realtà è un complesso sistema hardware che "salva" le memorie dei migliori guerrieri per poterli incarnare in dei corpi sintetici da impiegare durante il Ragnarock, la battaglia finale che avrà luogo quando l'antica razza aliena che ha sprofondato il mondo in questi nuovi secoli bui tornerà per finire ciò che resta dell'umanità.
  18. Sinceramente penso che siano due modi di giocare differenti ma senza un vantaggio di una delle due parti . Il neofita deve essere seguito e istruito man mano che si gioca ( magari elencando cosa può fare in una determinata occasione ) . L'esperto sicuramente sfrutterà tutte le opzioni di gioco e personaggio di dnd senza supporto ma potrebbe, proprio per la sua conoscenza, andare più sul metagame che sul concetto di ruolo ( attacco il goblin perché ha una c.a. bassa o pochi pf ) .L'equilibrio precario tra metagame e ruolo è sempre una brutta bestia , ovviamente ci sono gli esperti che sono abili nel fondere ruolo e conoscenza per rendere il gioco più realistico ma credo che un neofita che impara giocando possa sviluppare la stessa caratteristica . Dire che non serve conoscere le regole per giocare (specie alla 3.5) mi sembra una falsa speranza . Dire invece che si impareranno le regole giocando (con l'aiuto del dm ) è molto più vicino alla realtà . In caso di neofiti asciutti di regole il dm dovrebbe iniziare per gradi, magari con brevi avventure tutorial
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