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  • 5 falsi miti sulla spada medievale

    aza
    • 8.2k visualizzazioni
    • Dal suo Blog Eduplay, il prof. Marrelli ci parla della spada medievale e dei falsi miti che circondano l'arma più diffusa nei Giochi di Ruolo Fantasy.

    La Spada. L’arma per eccellenza. La signora indiscussa del Medioevo, il simbolo del Cavaliere.
    Un’arma che, però, è arrivata ai giorni nostri con un pesante carico di dicerie sul suo conto.
    In questo viaggio sul filo della sua lama, andremo a sfatare cinque miti che ammantano le spade medievali.

    Una piccola nota: in questo articolo prendiamo in esame unicamente le spade europee durante il medioevo, non quelle di altri tempi o di altri luoghi.

    5 – Tipologie di Spade

    01spade.jpg
    La classificazione delle spade di Dungeons & Dragons edizione 3.5.

    I giochi di ruolo, soprattutto Dungeons & Dragons, tendono a classificare le spade in tre grandi categorie: spade corte (armi leggere), spade lunghe (a una mano) e spadoni (a due mani), con un ibrido tra gli ultimi due rappresentato dalla spada bastarda.

    La realtà è leggermente diversa: queste armi corrispondono ad altrettanti tipi di spade presenti nel medioevo, ma alcune di esse mostrano delle differenze sostanziali.

    02spade.jpg
    Spada da lato e daga a confronto. Esistono armi corte ben più lunghe di questa daga, come il Seax o la Cinquedea.

    La spada corta sembra una fusione tra uno dei vari tipi di “coltelli da combattimento” come la Daga, il Seax o la Cinquedea, lunghe intorno ai 50 cm, e una spada da lato (“Arming sword”), arma standard medievale a una mano lunga attorno ai 90 cm.
    I primi dovrebbero dunque rientrare nei pugnali (tant’è che in inglese la parola usata è Dagger, che indica proprio una daga), mentre la seconda è una tipica spada a una mano.

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    La spada lunga si tiene comunque alla vita, ma ha un’impugnatura adatta all’uso con due mani

    Oltre questa lunghezza si trova la spada lunga (“longsword”) che, tuttavia, nel mondo reale, è un’arma a due mani: sviluppatasi intorno al 1200, rappresenta la tipica spada del cavaliere cinematografico.

    Alcune forme di spada lunga mantengono un’impugnatura sufficientemente lunga per essere impugnate a due mani, ma una lama abbastanza corta da non richiedere una leva molto forte: queste “Spade lunghe corte”, usate di solito con due mani ma impugnabili a una mano quando necessario, rappresentano il reale equivalente delle Spade Bastarde e sono talvolta chiamate con questo nome. Nella quinta edizione di dungeons and dragons, la Spada lunga è un’arma a una mano con la capacità “Versatile” di essere usata in maniera più vantaggiosa con due mani e rappresenta egregiamente questo tipo di arma.

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    Lo Spadone o Montante, arma incredibilmente lunga e dall’uso peculiare

    Infine lo Spadone è in realtà un’arma del primo rinascimento chiamata Montante o Zweihänder (letteralmente “a due mani”) tipica dei Lanzichenecchi, i famosi mercenari tedeschi citati anche dal Manzoni. Si tratta di un’arma alta quasi quanto un’uomo che eredita alcune tecniche di combattimento dalla lancia e che trova il suo ruolo peculiare nella complessa economia dei campi di battaglia del rinascimento, governati dalle picche, da un’ascesa delle armi da fuoco rudimentali e dal declino dell’armatura. Più simile allo spadone di Dungeons & Dragons è la Claymore, una versione della spada lunga più pesante e dalla lama più larga, diffusa in scozia dal XIV secolo.

    Accanto a queste armi, è d’obbligo citare anche le spade affilate da un solo lato, come i falcioni e i messer, che ricordano le sciabole e che barattano potere di affondo in favore di una maggiore forza di taglio. Si tratta di armi diffuse nel tardo medioevo, soprattutto al di fuori della nobiltà, molto più di quanto ci si possa immaginare.

    05claymore.jpeg
    La lama larga della Claymore la avvicina allo Spadone di Dungeons & Dragons

    06messer.jpg
    Uno splendido esemplare di Messer

    4 – Il peso

    Capita spesso che le spade ci vengano descritte come pesanti blocchi di metallo che richiedono forze immense per essere utilizzati: in realtà, le spade del medioevo sono piuttosto leggere.
    Una spada a una mano, ad esempio, pesa poco più di un chilogrammo e persino la spada lunga si attesta tra 1,2 e 1,8 kg: impugnata a due mani, quest’arma pesa su ciascuna mano meno di quanto lo faccia la spada da lato, dimostrandosi più agile e, contro ogni previsione, più adatta a un personaggio di forza inferiore. Perfino uno spadone si attesta su un massimo di 6 kg!

    07spadone.jpg
    Questo gigante d’acciaio non è così pesante come sembra… ma questo non significa che sia agevole da muovere!

    Tuttavia questi pesi apparentemente lievi si possono tradurre in armi più o meno agili da impugnare: la spada ha un complesso sistema di distribuzione del peso lungo tutta l’arma, dovuto principalmente alla forma della lama e al pomello in fondo all’impugnatura: due armi apparentemente simili e dello stesso peso possono mostrare un baricentro più vicino alla punta, concedendo una maggiore capacità di taglio, o alle mani, implicando una maggiore manovrabilità.

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    Le signorine in questo momento stanno rivalutando la virilità degli arcieri

    Se invece si cerca un’arma che richieda molta forza, bisogna guardare agli insospettabili archi da guerra, come gli archi lunghi inglesi: dove le repliche moderne hanno una forza di 60 libbre (270 Newton), paragonabili a quelle degli storici archi da caccia utilizzabili facilmente da un uomo adulto con una certa forza fisica, gli archi lunghi storici avevano forze dell’ordine di 100-180 libbre.
    Oggi giorno, pochissimi arcieri sono in grado di tirare efficacemente con archi così duri: si tratta di forze tali che gli scheletri degli arcieri inglesi sono riconoscibili per la struttura delle ossa delle spalle e delle braccia.

    3 – Affilatura

    Anche qui le leggende parlano sia di lame affilate come un rasoio (leggenda ancora più diffusa per la Katana giapponese) che di armi smussate, poco più di bastoni di metallo.

    La verità è, ovviamente, nel mezzo.

    09duello.jpg
    Fidati di me, non vuoi essere “accarezzato” da una spada

    Le spade erano tendenzialmente affilate, soprattutto nella parte finale della lama, nota come “debole”: tuttavia questa affilatura richiedeva di essere rinnovata di frequente e si perdeva facilmente con il cozzare della lama contro armi e armature nemiche.
    Per questo, molti si accontentavano di un’affilatura “media”, abbastanza per rendere la lama letale contro la pelle esposta ma poco altro (leggi oltre “Efficacia”).

    Un altro motivo per affilare la spada solo parzialmente è l’esistenza di alcune tecniche, soprattutto per la spada lunga, che prevedevano di impugnare la spada lungo la lama: queste tecniche, sviluppate soprattutto per combattere contro avversari in armatura a piastre, prevedevano ad esempio di usare la spada come una corta lancia a due mani per tentare di infilare la punta nelle giunture dell’armatura nemica (tecnica nota come half-swording), oppure di girarla e impugnarla come un martello, colpendo l’avversario con la guardia o il pomello in un attacco letale, di solito alla testa, chiamato “colpo mortale” o, in tedesco, Mordhau (nome di un recente videogioco di mischie multigiocatore a tema medievale).

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    Il cavaliere di sinistra sta dirigendo la propria lama con la mano per cercare di infilarla nelle giunture dell’avversario.
    Quello di destra risponde alacremente con un Mordhau, un “colpo mortale”!

    Entrambe queste tecniche richiedevano di afferrare saldamente la lama, ma la probabilità di tagliarsi così era pressoché nulla, soprattutto grazie ai guanti d’arme (spesso di cuoio) indossati quasi sempre dai combattenti.

    2 – Efficacia

    Chi pensa che la spada sia l’arma più potente si sbaglia di grosso: le riproduzioni cinematografiche in cui vediamo colpi di spada tagliare armature come burro sono estremamente fantasiose.

    Si tratta di un’arma indubbiamente letale contro la carne scoperta e in grado perfino di tagliare un osso, ma si dimostra inefficace contro le armature: una spada poco affilata potrebbe essere fermata perfino da vestiti spessi, e anche quelle affilate sarebbero inutili contro le armature più pesanti.

    I fendenti di una spada del medioevo potevano essere facilmente bloccati, ad esempio, da un gambesone, un’armatura imbottita, sconosciuta ma molto diffusa, formata da decine di strati di tessuto (solitamente lino).
    Ne avete visti a decine nei film, ma non lo sapevate: era un’armatura molto usta a causa del costo contenuto e facilità di riparazione, oltre che efficace nel fornire riparo dai climi più rigidi.

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    Un elegante gambesone, collezione primavera-estate-autunno-inverno.

    In generale una spada usata di taglio poteva mettere K.O. un nemico in un solo colpo se andava a provocare ferite molto sanguinanti o incapacitanti, e usata in affondo l’efficacia dipendeva molto dalla zona colpita: poteva essere un colpo doloroso ma inefficace oppure una morte istantanea.

    Attaccando di punta aumentava anche la probabilità di attraversare un’armatura: un colpo particolarmente potente E fortunato avrebbe potuto rompere gli anelli di una cotta di maglia e penetrare nelle carni sottostanti, ma solo per armature di qualità di costruzione mediocre. Inoltre queste armature erano tendenzialmente indossate sopra delle imbottiture che avrebbero ulteriormente rallentato il colpo.

    1 – Diffusione

    L’idea che la spada fosse un’arma costosissima e propria dei soli nobili è vera solo nei primissimi secoli del medioevo e nelle regioni più remote, come la Scandinavia o l'Inghilterra. È vero che alcuni tipi di spada, come la Spada Lunga, in alcune regioni e periodi sono state associate a determinate classi sociali: tuttavia le spade in generale erano piuttosto diffuse, soprattutto nel tardo medioevo.
    In alcune città della Germania, addirittura, era richiesto agli uomini in grado di combattere di possedere una spada.

    E’ invece sbagliata l’idea che la spada sia un’arma molto utilizzata sul campo di battaglia.
    Per comprenderne il motivo, dobbiamo capire il ruolo della spada, cioè quello di arma di difesa personale: in maniera simile a una pistola, l’aspetto più importante della spada è la sua comodità di trasporto.
    E’ un’arma efficace contro nemici non corazzati, è più lunga e agile di un’ascia a una mano ma più pratica di una lancia, la sua lama e la guardia a croce forniscono un ottimo vantaggio difensivo ed è possibile portarla alla vita durante le attività quotidiane, in viaggio e anche in guerra.

    12battaglia.jpg
    Battaglia di Crecy, 1346: quasi tutti hanno una spada, quasi nessuno la sta usando.
    Anche nel medioevo, la spada faceva molto “figo” nelle riproduzioni artistiche, dunque da prendere “cum grano salis”.

    Tuttavia, come la pistola, sul campo di battaglia non è un’arma principale ma una di ripiego: nel tardo medioevo, quando c’era ormai una certa diffusione di spade di seconda mano (basti pensare a tutte le spade ereditate oppure quelle “rese disponibili” da fenomeni di morte massiccia come la peste nera), qualunque soldato aveva una spada con sé come supporto in battaglia.

    Tuttavia, le armi da guerra erano ben diverse.
    Il campo di battaglia, dai secoli bui fino al rinascimento, era governato dalle armi ad asta: lance, picche, alabarde e altre più sconosciute come il roncone, la guisarma, il falcione e la partigiana.
    Altri soldati combattevano con lo scudo e un’arma da impatto come ascia, mazza o martello d’arma (poco più grande di quello di uso comune), armi specializzate per abbattere nemici corazzati.

    La spada dunque era molto presente nei campi di battaglia ma poco utilizzata: con il rinascimento e l’arrivo delle armi da fuoco, le armature saranno via via abbandonate e la spada avrà il suo canto del cigno come arma da ufficiale e da cavalleria, soprattutto in forma di sciabola, fino alla sostituzione dei reparti di cavalleria con quelli meccanizzati durante le guerre mondiali.


    Articolo originale: http://www.profmarrelli.it/2019/06/14/5-falsi-miti-sulla-spada-medievale/

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    Modificato da aza


    Tipo Articolo: Approfondimenti

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    3 ore fa, Nocciolupo ha scritto:

    Ma infatti io non ho mai parlato di modificare le regole,

    Sìsì volevo solo evidenziare come le due caratteristiche fossero astratte al punto da doverle distinguere per la funzione più che per ciò che descrivono, e che pertanto non ha (secondo me) senso fare un discorso nei tuoi termini sulla forza e sulla fatica sentita in uno scontro prolungato.

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    @Nocciolupo Ciao collega! Faccio anche io HEMA, e prima Kendo, e prima scherma sportiva, da circa 20 anni. Concordo su praticamente tutto quello che dici, ma con due note, un piccolo elogio della forza.

    On 4/6/2020 at 7:31 PM, Nocciolupo said:
    1. In un combattimento ci sono vari fattori che influenzano l'esito. Il primo, sembra scemo, ma è di fatto il più importante è la velocità (quantomeno nel combattimento armato, in quello a mani nude è un'altro discorso). Il fatto è che, armature a parte, il primo colpo dato bene chiude lo scontro, che sia mortale o meno, quindi generalmente quello che è più veloce, cioè che ha la DES più alta vince.

    Uhm, qui secondo me c'è un certo bias schermistico.

    Sicuramente in uno sparring sportivo conta il colpo, e la forza non ha un ruolo rilevante (ma vedi oltre). Ma, come dice correttamente anche l'articolo, in un combattimento reale con anche solo un gambison, un colpo non significa nulla e molto raramente ha qualche effetto. Se non basta il tocco deciso che ti da il punto in HEMA, la velocità è meno importante e diventa più importante pratiche più di forza, come spostare la lama nemica e conquistare il centro, ma anche uno scontro di else che finisce in una spallata per far perdere l'equilibrio. Se per colpire efficacemente devo colpire con molta forza, la velocità e il colpo di anticipo tipico dell'HEMA diventano meno importanti.

    Prenderei la boxe più che la scherma come esempio: un pugno dato bene chiude l'incontro, ma la maggior parte dei colpi sono senza effetto se non sono dati con forza. Non è un caso che nella boxe vi sono le categorie, per dividere persone con peso, e quindi forza (e costituzione), diversa: non avrebbe senso fare combattere contro avversari che hanno forza diversa, perché la forza è troppo determinante. Vi sono pugili più veloci di altri che vincono scontri nella loro categoria di peso, contro avversari di forza simile. Ma gli avversari piccoli e veloci che vincono contro gli avversari di peso diverso esistono solo nel wrestling 🙂

    Hai mai visto "Battle of Nations"? Credo che la realtà sia nel mezzo tra un incontro di Hema e uno di BoN, e a seconda del tipo di scontro va più verso uno o verso l'altro. Un duello con due avversari senza armatura e uno stocco possono seguire abbastanza da vicino l'idea dell'HEMA (e quindi essere determinate da velocità più che forza) ma un combattimento tra due tizi in armatura pesante probabilmente non sono determinati dalla velocità tanto quanto dalla forza e dalla strategia: anticipare l'avversario non conta molto: se il tuo colpo non mi frena, conta poco se il mio arriva dopo.

    C'è poi la questione forza vs costituzione sulla resistenza. Concordo in pieno che il cuore della questione è la resistenza*. Ma credo che questi sono quei casi in cui la distinzione tra forza e costituzione sono un po' vaghi in un gioco tipo D&D. Tenere sollevato un peso importante per molto tempo, è forza o costituzione? Un insieme dei due direi. Anche in D&D ad esempio vi sono regole opzionali per cui camminare per tanto tempo con un ingombro mi richiede costituzione, ma quanto peso sia necessario per essere ingombrato è determinato dalla forza. Se sono forte, e uso un'arma di pari peso e forma, questa non mi peserà tanto quanto peserebbe ad una persona debole. Oppure, essendo forte potrei usare con pari sforzo un'arma più pesante e più lunga, con maggior portata (un vantaggio infinito!).

    *E soprattutto concordo in pieno che lo stocco è un bastardo che ti distrugge il braccio, pesa quanto una spada lunga ma si usa con una mano sola (e anche se è bilanciato con il peso verso l'elsa, è molto più lungo)!

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    7 hours ago, Ji ji said:

    Forse la traduzione usa spadone/spadona come equivalente di greatsword?

    Perché in italiano spadone identifica principalmente la spada lunga, non la zweihander.

    In Italiano "comune", da vocabolario, non lo so.

    Ma nei trattati e nella scherma lo spadone è l'equivalente del montante iberico o della zweihander, la spada rinascimentale alta quanto lo schermidore. La spada lunga (a due mani, comune fino al XV secolo, alta fino all'ascella) è detta sempre semplicemente spada.

    Ad esempio nel Flos Duellatorum di Fiore dei Liberi di fine 1300, che ho sottomano, dice sempre e solo "spada". Esempio opposto Lo Spadone di Francesco Alfieri della seconda metà del 1600, che si ispira dai trattati iberici sul montante (ad esempio Memorial Da Prattica do Montante del 1650) e che parla chiaramente di armi che sono alte quanto lo schermidore. Illustrazione da Lo Spadone di Alfieri per dare un'idea.

    L%E2%80%99arte_di_ben_maneggiare_la_spad

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    15 ore fa, Ji ji ha scritto:

    Forse la traduzione usa spadone/spadona come equivalente di greatsword?

    Perché in italiano spadone identifica principalmente la spada lunga, non la zweihander.

    Dunque dalla mi piccola collezione di enciclopedie illustrate su medioevo/cavallieri/castelli emerge che lo spadone, in italiano da enciclopedia/dizionario, indica una spada da cavalleria del periodo 18°-19° secolo. Se si aggiunge il termine a due mani invece fà riferimento all'arma lunga quanto lo schermidore. Non penso che sia il gergo tecnico però dovrebbe essere quella delle enciclopedie/dizionari.

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    4 hours ago, Ermenegildo2 said:

    Dunque dalla mi piccola collezione di enciclopedie illustrate su medioevo/cavallieri/castelli emerge che lo spadone, in italiano da enciclopedia/dizionario, indica una spada da cavalleria del periodo 18°-19° secolo. Se si aggiunge il termine a due mani invece fà riferimento all'arma lunga quanto lo schermidore. Non penso che sia il gergo tecnico però dovrebbe essere quella delle enciclopedie/dizionari.

    Sì, è assolutamente ragionevole come uso moderno e dipende dall'evoluzione storica dei termini. Scrivo una breve storia dei termini per averla chiara io (fin quando non si prova a scrivere qualcosa, non ce la si chiarisce veramente).

    Per tutto il medioevo, o quantomeno fino a metà del XIV secolo, la "spada", senza ulteriori nomi, è semplicemente la spada lunga, a due mani, alta fino all'ascella. Nel rinascimento,  ci sono due evoluzioni:

    • Da un lato, verso il XV secolo nasce nella penisola iberica l'arma enorme da fanteria, il Montante, da usare quasi come un'arma ad asta, e che naturalmente in Italiano viene detta Spadone e in Tedesco Zweihänder. Nota: Zweihänder non vuol dire "a due mani", perché in quel periodo non avrebbe senso come distinzione. Vuol dire "a doppia impugnatura", perché l'impugnatura è lunga quattro palmi invece di due di una normale spada (a due mani), per poter fare più leva, necessaria per le dimensioni dell'arma.
    • Dall'altro ritorna l'esigenza della spada ad una mano, per due motivi. In battaglia, già dal XIV secolo, torna la spada che funziona di punta per aprire l'armatura avversaria basata sullo sfondagiaco, una specie di pugnale che si usava in quel modo: lo stocco. In uso civile, la spada da lato, una spada più corta che non dava fastidio mentre si camminava o si cavalcava, da usare ad una mano. Entrambe le armi confluiscono in quella che nel XVI secolo è la Espada Ropera in Spagna (ropa vuol dire vestito), da cui viene il "rappier" francese e inglese.

    Dal XVII secolo in poi queste ultime, armi ad una mano da usare nelle schermaglie senza armatura, sono le uniche spade che rimangono, e la spada diventa ad una mano come concezione. Vi sono almeno tre secoli dalla fine del XIV all'inizio del XVII dove il termine spada è confuso sull'uso a una o due mani, perché esistono e sono diffuse entrambe. In alcune lingue (ad esempio la claymore scozzese, "grande spada") si aggiunge il suffisso "a due mani" per distinguere una claymore a una mano da una claymore a due mani. Non in Italiano, dove la spada è sempre a due mani e si aggiunge "da lato" o altre dizioni in epoche diverse e per indicare armi diverse. Ma il tempo passa, e le armi a due mani spariscono e diventa inutile aggiungere il prefisso ogni volta. Se dico "spada" nel XVII secolo intendo un arma ad una mano prevalentemente da usare di punta ma abilissima anche a tagliare! E' solo in questo periodo che nasce la dizione "a due mani" in Italiano per distinguere le armi dei secoli passati che si usavano a due mani.

    A questo punto quando in inghilterra se ne impongono di più massicce per la cavalleria, ma sempre ad una mano, la broadsword tipica delle Guerre Napoleoniche, in Italiano sembra naturale chiamarla Spadona. Questo è un periodo di cui non so niente, quindi sto leggendo in giro, e pare che tra i tecnici si usi distinguere quest'ultima chiamandola "Spadona", per distinguerla dallo "Spadone" a due mani. Stesso problema esiste anche in Inglese, visto che "Broadsword" era usato nel XIV secolo per lo Spadone e nel XVII secolo per la Spadona.

    Ma è assolutamente ragionevole che il significato moderno che trovi sul vocabolario specifichi Spadone "a due mani" per la Zweihänder: anche se la dicitura "a due mani" non era usata all'epoca in Italia chiarisce meglio ad una persona moderna di che arma si tratti per evitare confusioni con l'arma Napoleonica.

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