Vai al contenuto
Visualizza nell'app

Un modo migliore per navigare. Scopri di più.

Dragons´ Lair

Un'app a schermo intero sulla tua schermata principale con notifiche push, badge e molto altro.

Per installare questa app su iOS e iPadOS
  1. Tocca l'icona di condivisione in Safari.
  2. Scorri il menu e tocca Aggiungi alla schermata Home.
  3. Tocca Aggiungi nell'angolo in alto a destra.
Per installare questa app su Android
  1. Tocca il menu con i 3 puntini (⋮) nell'angolo in alto a destra del browser.
  2. Tocca Aggiungi alla schermata Home oppure Installa app.
  3. Conferma toccando Installa.
Diventa parte dello Staff DL.

Tutte le attività

Questa ricerca si auto aggiorna

  1. Ultima ora
  2. No, ma purtroppo le interazioni sono lunghe e ho avuto meno tempo del voluto per rispondere Domani massimo primo pomeriggio aggiorno
  3. Siamo aspettando qualcuno?
  4. Chazia DM La ricerca di un rituale non è affatto un lavoro semplice a tratti mi sembra di sconfinare nella blasfemia. Lentamente però qualcosa viene alla luce, una speranza più che una certezza, ma è abbastanza per il momento. Fortunatamente anche il mio impegno al templio viene riconosciuto, contribuendo ad aumentare la fiducia che dwir e uma hanno nei miei confronti. Tutti tasselli che aiuteranno nella sciagurata ipotesi di una guerra civile Raggiungo gli altri per andare da Deljai voi sapete che cosa deve dirci?
  5. Confermo quanto detto da Lord Danarc: sia in AD&D che in 3.x (edizione per la quale uscì a grande richiesta il manuale dei livelli epici), si giocavano molto spesso avventure con pg di livello superiore al 15°. Ciò detto, dal punto di vista del master, è molto più semplice creare e gestire avventure con pg dal 1° al 12°/15° livello che non livelli superiori. Trovare sfide impegnative per pg potenti è decisamente più complicato, sia dal punto di vista delle meccaniche di gioco, sia dal punto di vista narrativo.
  6. Elyndra - Druida Tiro Int Risultato 18+6 (Ispirazione bardica)=24
  7. Nix "Wandler" - Jack Dopo aver salutato Velo Notturno finalmente si torna alla civiltà. Locanda Non credo che la spada lo abbia influenzato. Non ha mai apprezzato la nostra presenza e ha colto l'occasione. rispondo dando il mio punto di vista su quanto avvenuto. Sì, sembrano esserci degli annunci interessanti, ma sono d'accordo con te dico facendo rivolto ad OC34N cercherei di tornare il prima possibile a casa. Per le stanze non credo avremo molta scelta se vogliamo rimanere qui...o le doppie o niente. E personalmente già poter dormire in un letto anche in una camera condivisa è una comodità che apprezzo molto dopo un mese in quei tunnel.
  8. Pur non avendo statistiche e quindi basandomi solo sulla mia esperienza e sui forum dell’epoca (in italiano) - per tale motivo assolutamente fallibile - Ad&d e la 3e venivano assolutamente giocate ben oltre i primi livelli. Io ho masterizzato una campagna dal 1 al 24, un gruppo di amici é arrivato fino al 40 e ai tavoli del negozio di riferimento si arrivava praticamente sempre oltre il 10 e spesso oltre il 15 con numerose campagne finite agli epici. Mi ricordo che anche su GDRItalia se ne parlava molto anche grazie all’uscita del manuale dei livelli epici e mi sembra si giocasse molto agli alti livelli, anche perché il gioco era fatto per giocare 10+ con cdp multiple multiclasse selvaggi e prerequisiti non facili da soddisfare prima del 10. Inoltre i GS erano fatti bene e non avevi problemi a bilanciare uno scontro indipendentemente dal livello.
  9. Le mappe del dm sono state create da Francesca Baerald, le altre da Marco Bernardini, Damien Mammoliti, Mike Schley. Quella di Faerun in particolare non lo so. Se dovessi scommettere direi ancora Schley.
  10. Ecco.. post chilometrico fatto.. Vi direi.. riallacciandomi al discorso fatto prima sul giocarci solo scene rilevanti e non tutta la giornata.. nel vostro post di risposta col risveglia mattutino magari fate in modo di sottolineare le cose importanti che vorrete/dovrete fare nella giornata.. così poi vediamo di giocare solo quelle cose + altre proposte da me che potrebbero sconvolgervi i piani ovviamente.
  11. @Theraimbownerd Orion Kykero - cambio giorno Ti congedi con calma, ancora con addosso quel sorriso di circostanza che nasconde un turbine che solo tu puoi percepire. Scambi un ultimo sguardo con le tue sorelle — Diana, che cerca di infonderti un po’ di forza con un cenno quasi impercettibile, e Juno, che ti guarda come se volesse dirti qualcosa ma non osa — poi saluti anche tua madre e ti ritiri nella tua stanza. Appena chiudi la porta alle tue spalle, il peso della giornata ti cade addosso tutto insieme. Le spalle si abbassano, i muscoli si detendono, e finalmente puoi lasciarti andare. Ti siedi alla scrivania per completare distrattamente due compiti, più per automatismo che per convinzione, finché la stanchezza non ti costringe a fermarti. Ti spogli lentamente, liberandoti di ogni strato, fino a sentire soltanto la pelle nuda contro l’aria tiepida della stanza. È in quell’attimo che riesci a respirare davvero: libero, autentico, finalmente te stesso… Anche se in un corpo che non senti tuo. Ti infili nel letto e ti lasci sprofondare tra le lenzuola, cercando un po’ di pace, ma la mente non vuole tacere. Rivivi la giornata come un sogno febbricitante. La vendetta verso Jeremy è completamente passata in secondo piano… La Dea, con la sua voce maestosa e terribile, ti ha lasciato un segno dentro: non ti negherà di essere ciò che sei, ma la libertà avrà un prezzo. Essere te stesso significherà rinunciare a tutto ciò che hai sempre creduto di dover diventare. Un sacrificio inevitabile. Domani, con la venuta della Somma Sacerdotessa, tutto verrà alla luce. E poi… quella presenza. Oscura, femminile, magnetica. Il suo sussurro ti ha attraversato come una promessa e una minaccia allo stesso tempo. Non la ricordi chiaramente, eppure qualcosa in te anela a sentirla di nuovo. Il sonno arriva a ondate, confondendo pensieri razionali a sogni irrazionali finché non riesci più a distinguere dove finiscono gli uni e iniziano gli altri. Nel buio della stanza, la tua mente si riempie di un’immagine nitida e spaventosa: due occhi scuri come la notte, fissi nei tuoi, che sembrano scrutarti dentro — e in quello sguardo, per un istante, non c’è condanna né pietà. Solo riconoscimento. Ti svegli di colpo al suono della sveglia. Il corpo madido di sudore, il respiro corto, la luce dell’alba che filtra dalla finestra. E ancora impressa nella mente, quell’immagine indelebile: gli occhi dell’Oscura Alba che ti osservano. @TheBaddus Scarlett Bloomblight - cambio giorno Il cibo ti placa appena la fame, quel vuoto nello stomaco che ti accompagnava sin dal bosco. Almeno per un momento smetti di tremare. Il ghiaccio, invece, non ti dà alcun sollievo: il freddo ti punge la pelle e ti provoca un brivido di fastidio, come se qualcosa dentro di te lo rifiutasse, lo rigettasse con violenza. Finisci per scostarlo quasi subito, lasciandolo sciogliere sul tavolo. Solo il caffè ti consola. Il suo aroma bruciacchiato, il calore che ti risale in gola e si diffonde nel petto, la sensazione di calore vivo nelle viscere. Lo bevi in fretta, bollente, come se volessi tenerti in vita con quel fuoco amaro. Ti senti ancora stremata, ma almeno un po’ più lucida. Con un gesto lento, prendi il telefono. Lo schermo ti ferisce gli occhi già stanchi, eppure non riesci a distogliere lo sguardo. Scorri i contatti, trovi il nome di Tanaka e premi il tasto di chiamata. Il cuore ti batte più forte, quasi dolorosamente, mentre attendi. Il segnale parte. Squilla. Una volta. Due. Tre. Nessuna risposta. Richiami. Ancora silenzio. Ogni squillo che cade nel vuoto è un piccolo colpo al petto. Alla fine, la stanchezza vince. Ti abbandoni dove sei, con la testa poggiata sul braccio sul tavolo, il respiro lento, la fronte che sfiora la superficie fredda. Ti addormenti così, senza nemmeno accorgertene. Il sonno che ti avvolge non è dolce. Si susseguono sogni disturbanti.. confusi, che svaniscono subito uno dopo l’altro non lasciandoti nessun ricordo se non la sensazione spiacevole che li accompagna… Quando riapri gli occhi, la luce dell’alba filtra timida dalle persiane. La sveglia del tuo telefono vibra e suona piano accanto a te, annunciando l’inizio di un nuovo giorno. Ti stacchi dal tavolo con fatica, la guancia ancora segnata dalla superficie ruvida del legno. Ti senti stordita, confusa. Non ricordi nulla di preciso di ciò che hai sognato, ma ti rimane addosso un misto di sensazioni: paura, incertezza, un lieve terrore… eppure, sopra ogni altra cosa, un’euforia inspiegabile. Un fremito di energia che non ti appartiene, che non è tuo. Mentre cerchi di mettere a fuoco i pensieri, i ricordi del giorno prima ti travolgono all’improvviso. Tu e Tanaka nel bosco, la creatura che vi ha assalito, il dolore, il terrore. Poi Nathan — il suo volto teso, le ferite, la fatica del ritorno. Tutto riaffiora come un’eco distorta, come un sogno da cui ti sei appena svegliata. Ti sollevi di scatto, facendo cadere la sedia dietro di te. Ti guardi i polsi istintivamente, incredula. I segni, quelli lasciati dalle corde, sono appena visibili, quasi scomparsi. Le fitte nel corpo se ne sono andate. La testa non pulsa più. Ti senti… bene. Fin troppo bene. Ti dirigi verso il bagno, cercando di scacciare la confusione. Ti chini sul lavandino, fai scorrere l’acqua e ti sciacqui il viso. L’acqua è tiepida, quasi piacevole. Ma quando alzi lo sguardo e incroci il tuo riflesso nello specchio, il respiro ti si blocca in gola. Alla base del collo, appena sotto la gola, c’è qualcosa che non c’era prima: un segno sottile e scuro, inciso nella pelle come un tatuaggio. Una mezzaluna nera, e sotto di essa, una lunga croce. Off game Guarisci tutte le tue ferite e torni a 4/4 di vita. @Ghal Maraz Nathan Clark - cambio giorno Rimani immobile per qualche istante dopo averle parlato, con il cuore che ti martella nel petto. Le parole che hai appena pronunciato rimbombano nella stanza, e il silenzio che segue sembra quasi tangibile. Tua madre ti osserva — gli occhi spalancati, lucidi, la mano ancora sollevata a mezz’aria come se volesse toccarti ma non trovasse il coraggio. «Oh, Nathaniel… mio Dio…» sussurra infine, portandosi una mano alla bocca. Il tono è spezzato, incerto, una preghiera più che una risposta. Ti si avvicina piano, con cautela, come se temesse di farti male solo sfiorandoti. Le sue dita si posano lievi sul tuo braccio, tremanti. «Hai delle ferite… ma… il bosco? Da solo…? Perché non mi hai detto nulla?» La sua voce è un susseguirsi di domande senza vera attesa di risposta. Il suo sguardo corre verso il telefono sul mobiletto, esitante, combattuto. Sai perfettamente cosa le passa per la testa: chiamare qualcuno, chiedere aiuto, fare ciò che ritiene giusto. Ma alla fine si ferma. Ti guarda ancora — nei tuoi occhi legge qualcosa di diverso, una fermezza che non le è familiare, e per un attimo capisce che insistere peggiorerebbe solo le cose. «Va bene, Nathaniel…» mormora infine, con un filo di voce. «Non chiamerò nessuno. Ma… ti prego, promettimi che starai attento. Che… non farai sciocchezze. Il Signore… il Signore non vuole la vendetta, solo la giustizia…» La frase le si spegne in gola, come se nemmeno lei ci credesse fino in fondo. Ti lascia andare, e resta lì per un momento, in silenzio. Poi, quasi con automatismo, inizia a preparare la cena. Il suono dei piatti e delle posate rompe la quiete solo a tratti, accompagnato dal crepitio sommesso del gas acceso. Ti siedi a tavola con lei senza dire una parola. Mangiate entrambi lentamente, meccanicamente. Ogni tanto la senti sospirare piano, o noti il suo sguardo posarsi su di te — uno sguardo pieno di pena e di paura. Quando il piatto è vuoto, non resta più nulla da dire. Ti alzi, le rivolgi un cenno lieve, e sali le scale verso la tua stanza. Il corpo ti pesa, ma è la mente a farti più male. Chiudi la porta dietro di te, lasciando tua madre da sola nella cucina silenziosa, le mani giunte e lo sguardo perso nel vuoto, mentre sussurra una preghiera per te. Ti siedi sul letto, fissando per qualche secondo il buio fuori dalla finestra. Hai ancora addosso la rabbia, il dolore e quella sensazione di ingiustizia che ti divora dentro. Ti alzi e ti trascini in bagno. Ti spogli piano, restando in intimo davanti allo specchio. L’immagine che ti rimanda indietro è cruda: il corpo martoriato, i lividi scuri che si estendono sul costato e sulle cosce, i graffi sparsi sulle braccia e sul viso. Ti muovi lentamente, tastandoti qua e là con cautela. Fortunatamente niente sembra rotto, ma ogni movimento ti ricorda la violenza del pomeriggio. Poi, quasi senza pensarci, afferri il telefono. Lo sblocchi e attivi la fotocamera frontale. Per un istante esiti — la luce fredda dello schermo illumina i lividi sul tuo viso, le occhiaie profonde, i graffi sulle guance. Ti sembri diverso, ma non debole. Ti sembri vero. Ti scatti alcune foto, catturando senza filtri quello che ti hanno fatto. Poi apri Blabber, il social della scuola. Scrivi un post rapido, deciso, lasciando che la rabbia ti guidi le dita: #SpioneAChi #In4contro1 #Bulletti #NonHoPaura Lo rileggi una volta, e ti rendi conto che non vuoi aggiungere altro. Premi “pubblica”, poi blocchi lo schermo e spegni il telefono. Non vuoi vedere i commenti, le reazioni, gli sguardi digitali di chi giudicherà o fingerà di capire. Non ora. Apri l’acqua calda e resti immobile per un momento, lasciando che il vapore avvolga la stanza. Poi ti infili sotto il getto, chiudendo gli occhi mentre il calore ti punge la pelle e ti brucia sulle ferite. È un dolore che, in qualche modo, ti purifica. Ti senti stanco, svuotato, ma più lucido. Quando finisci, ti asciughi con lentezza e torni in camera. Ti lasci cadere sul letto, cercando una posizione che non ti faccia male. Ma il dolore è ovunque: sulle costole, sulle spalle, persino nel respiro. Ti rigiri più volte, cercando conforto, senza trovarlo. Solo dopo un tempo indefinito, il sonno arriva — agitato, irregolare, un rifugio precario. E nel sonno ritorna leo. L’enorme figura d’ombra che si stagliava nel cielo sopra il Bosco. Il ricordo della visione ti assale con forza: quel buio che non era solo oscurità, ma presenza. Qualcosa di antico, immenso, che ti osservava. Ti risvegli di soprassalto, madido di sudore, il cuore in gola. Nella stanza filtra una luce fioca, pallida, che annuncia l’alba. La radiosveglia sul comodino segna pochi minuti prima dell’ora prestabilita per la sveglia. Resti a fissarla, immobile, mentre il ricordo del sogno si dissolve lentamente — ma la sensazione di essere stato visto non se ne va. Off game Con la notte di riposo guarisci un danno. Resti a 3/4 vita. @Voignar @SNESferatu Darius e Ana - al centro commerciale Il tono della vostra conversazione ondeggia come una marea irrequieta — passa da momenti in cui vi sforzate di parlare a bassa voce, quasi in un sussurro, a improvvisi scatti in cui l’enfasi e la tensione prendono il sopravvento, costringendovi a sollevare la voce fino quasi a gridare. Poi, come due colpevoli improvvisamente consapevoli, tornate ad abbassarla, ricordandovi che le cose di cui state parlando non dovrebbero mai, mai, essere udite da orecchie estranee. Il proprietario del piccolo bar dove vi siete rifugiati, un uomo sulla cinquantina dall’aria svogliata e la barba non rasata, vi lancia qualche occhiata di tanto in tanto. Ma più che curioso, sembra solo infastidito dal vostro chiacchiericcio nervoso. Continua a fissare la sua piccola televisione sul bancone, dove un telegiornale locale scorre in sottofondo, come se preferisse fingere che non esistiate piuttosto che cercare di capire di cosa stiate parlando. Quando Darius decide di mettere fine alle discussioni con una dimostrazione pratica, la tensione cambia tono. Si raddrizza, assume quell’aria concentrata e cerimoniosa che assume sempre quando si prepara a evocare qualcosa di più grande di lui. Con voce ferma inizia a salmodiare frasi arcaiche, sillabe che non appartengono più a nessuna lingua vivente. Le sue dita stringono con decisione il foglio su cui ha tracciato rune sumeriche, mentre lo sguardo resta fisso su Ana. È una fattura che conosce bene — un incanto di difesa che ha usato più volte in passato. Ma stavolta qualcosa non va come previsto. Forse è l’agitazione, o forse quell’inquietudine che non lo abbandona da ore. Avverte chiaramente l’energia risvegliarsi dentro di lui, un flusso di mana che vibra, sale, e poi si sprigiona in una ventata invisibile diretta verso Ana. Nel medesimo istante, un dolore acuto lo attraversa. Sotto la mano, dove poggia sulle rune, sente bruciare — un calore violento, reale, come se le parole sul foglio stessero davvero prendendo fuoco. Stringe i denti, resiste, e quando solleva finalmente la mano nota con orrore che sul palmo gli sono rimasti impressi segni rossastri, simili a piccole ustioni. Nonostante tutto, la magia sembra aver funzionato. Darius, con un sorriso soddisfatto, apre le braccia, il petto esposto, invitando Ana a colpirlo. Lei esita un solo istante, poi la sua naturale sicurezza — e la forte irritazione che sta provando in questo momento verso il ragazzo — prendono il sopravvento. Si carica e scaglia un pugno deciso alla spalla del ragazzo. L’impatto è... strano. Il suo pugno incontra una resistenza morbida, come se avesse colpito un cuscino d’aria densa. Nessun dolore, nessuna spinta, nessun suono secco d’urto. Ana sbarra gli occhi, incredula. Darius, invece, sorride soddisfatto. Per un istante, il silenzio tra voi è denso quanto la magia che lo ha generato. Poi lui si concentra di nuovo, pronto a dissolvere l’incantesimo. Mormora la contro-formula, scandendo le parole con più cautela, il ricordo del bruciore ancora vivido sotto la pelle. Ma qualcosa si muove in lui, un fremito sottile che non riesce a ignorare — il simbolo tatuato alla base del collo pizzica, come se stesse reagendo da solo, impaziente. L’energia fluisce ancora, più ruvida, più selvaggia, e si riversa su Ana. L’incanto si infrange. Crack. Un rumore secco, netto, come di ceramica che si spezza. Ana sobbalza. Un bruciore improvviso le attraversa il braccio, poco sopra il gomito. L’istinto la porta a grattarsi, ma quando solleva la manica sente un gelo percorrerle la schiena. Proprio lì, dove ha sentito il dolore, la sua pelle è... spaccata. Non ferita, non sanguinante: una crepa pulita, sottile, come se la sua carne fosse porcellana e si fosse incrinata dall’interno. Il respiro le si blocca in gola. Darius la osserva, confuso, mentre il silenzio cala di nuovo tra voi. Solo il ticchettio distante dell’orologio sopra il bancone ricorda che il mondo, fuori da quella piccola bolla di realtà deformata, continua ancora a scorrere. Off game Darius subisce 1 Danno come avevamo già detto. La fattura poi viene sciolta e Ana ora può ferire di nuovo chi vuole. Però qualcosa è andato storto.. qualcosa che ha rivelato una verità sull’identità di Ana. Ho chiuso qui perché sicuramente la cosa vi lascerà spazio per ruolare ancora e, visto che non so bene come andrà a finire, non ho scritto nulla delle vostre serate/nottate e risvegli. Vi dirò.. continuate pure sotto spoiler questa scena e riprendete poi nello stesso post con la scena del vostro risveglio mattutino come se la notte fosse trascorsa abbastanza tranquilla.. così non rimanete indietro rispetto agli altri.
  12. Oggi D&D è un gioco supereroistico travestito da fantasy. La maggior parte dei giocatori se ne sbatte allegramente dell'ambientazione, delle storie, della caratterizzazione del PG. Vuole solo menare le mani e salire di livello il più velocemente possibile. La morte del PG non è assolutamente contemplata e il cervello del giocatore è, per la maggior parte del tempo, in stand-by. Si è passati dal gioco in cui il PG è calato in un'ambientazione che esiste e prospera SENZA di esso, che quindi si deve giocoforza adattare e agire di conseguenza, ad uno stile di gioco dove il PG è al centro dell'universo narrativo, e l'ambientazione è un mero elemento di contorno. Può fare qualsiasi cosa senza timore di esiti negativi. Il regolamento è fatto appositamente perché non succedano "cose brutte" ai personaggi. I regolamenti sono passati dal coprire gli aspetti fondamentali del gioco lasciando al GIOCATORE ampio margine decisionale, dove le sue capacità sono prevalenti rispetto alla scheda del PG, ad un sistema che cerca di coprire tutti gli aspetti e le situazioni, con regole rigidamente codificate e dove la scheda del PG la fa da padrone, vedi le varie prove per cercare elementi celati nell'ambiente, o investigare senza dover spremere i neuroni ma semplicemente dire: faccio una prova di... e aspettare solo il risultato.
  13. Sia messo agli atti che stavolta è stato tutto calcolato e il cretin... idiot... ragazzo non aveva molte alternative valide
  14. Ma questo è normale, anche perché manca la costanza, sempre di più. Ho visto poche persone sapere maneggiare i giochi a livello alto e usarne con maestria i contenuti, soprattutto da master. Forse la difficoltà è anche nel reperire appassionati che vogliono cogliere l'essenza dei giochi e forse un po' sono passati di moda rispetto a come si intendevano anni fa. Sono fermamente convinto che, nonostante vi fossero sistemi meno perfetti di gioco, anni fa la qualità dei contenuti, in proporzione, fosse molto maggiore. Ora può essere uno dei divertimenti, la fantasia e l'ingegno sembrano essere passati di moda.
  15. Oggi
  16. Mevrah , the Witch Il mio incantesimo sarà usato sul corpo morto di un nemico , perché mai dovrei avere remote ad usarlo o sentirmi in colpa per questo...dico sprezzante... poi lascio cadere il discorso sapendo bene che gli schiavi della luce difficilmente sanno cosa sia il buon tempo... Io mi tengo la balestra che ho usato al castello...dico poi riguardo alle armi dei giganti... @ DM Mi tengo la balestra +1 del tocco fantasma.
  17. Resto allibita e in silenzio...
  18. Freydis del clan dell'orso nero Finalmente un nemico si palesa e la prima volta fa molto tempo sento qualcosa di strano , sento la mia pelle pizzicare come non mai e seppur nel pieno di una tempesta inizio a sudare...ma non è nulla il nemico è alle porte e non posso fare a meno di corrergli in contro ringhiando... e quando arrivo in prossimità dei granchi giganti tutto intorno a me sembra più piccolo e quando raggiungo i nemici scatenò tutta la mia ira su di loro... @ DM Quando arrivo dai granchi attivo Potenza del gigante e divento di taglia grande poi entro in ira e si attiva il Wild Surge... Attacco il primo nemico che mi capita a tiro preferendo i bersagli più grandi. CA 13 PF 57/66 Wild Surge da tirare per l'effetto Att+7 Danno=1d8+6 Att+7 Danno=1d8+6 Grazie ai guanti i miei attacchi superano qualsiasi resistenza basata sui materiali/magia Se il primo attacco va a segno infliggo 1d6 danni in più . Se uno dei due attacchi va a segno invoco il potere della runa del fuoco evoco delle catene infuocate che infliggo altri 2d6 danni da fuoco , il bersaglio deve superare un TS su forza CD 13 o essere trattenuto per 1 minuto e subisce 2d6 danni da fuoco all'inizio di ogni suo turno , può ripetere il TS ogni turno per mettere fine all'effetto.
  19. 12 Eleint 1489 - Primo pomeriggio [Limpido] L'uomo aveva sentito i nani discutere e poi si fermò ad ascoltare le parole di Yuki ben più gentili @Yuki "Questa non è la nostra base. Noi veniamo da un villaggio a sud oltre la fine della valle. Siamo arrivati qui due giorni fa, e aspettavamo una carovana, Poi è arrivata una carovana ma era molto ben difesa. Allora il capo ha deciso di aspettare la prossima. Per questo non avevamo refurtiva." "E non volevamo andare dall'altra parte a meno che non fossero arrivati i Roadwarden"
  20. Chi è il cartografo delle nuove mappe? Sempre Mike Schley? Per chi vuole una breve storia delle mappe dei Forgotten Realms:
  21. Schede aggiornate. Mi riservo di aggiungere pallini agli Attributi in base alle abilità e specializzazioni che prenderanno i PG. Ora dichiarate le vostre azioni.
  22. Anche Mei Lin aveva una discreta voglia di picchiarlo qualche volta effettivamente! Chissà.. prima o poi magari sarà accontentato 🤣🤣 Per il momento si è dovuto accontentare di averle prese solo dalla Bestia Cervo
  23. Il pubblico target è cambiato, e purtroppo anche la filosofia del gioco. Oggi il target è molto più casual: giocatori che vogliono divertirsi qualche sera, fare due combattimenti e poi passare ad altro. Di conseguenza, anche le avventure ufficiali sono tarate su quel pubblico, restando nel “range sicuro” 3–10, dove il gioco è più immediato e non richiede troppo impegno. Fino alla 3E, e ancora di più in AD&D, si cresceva molto più lentamente. Per arrivare al 10° livello ci voleva un anno intero di sessioni settimanali, e ogni passaggio di livello era una conquista, non un automatismo. C’era gusto nel vedere il personaggio maturare davvero, non solo “salire di numero”. Gli appassionati veri ci sono ancora, e molti continuano a giocare campagne lunghe fino ai livelli alti. Solo che non sono quelli che rispondono ai questionari WotC, non usano D&D Beyond o lo fanno giusto per comodità. Il “giocatore medio” che loro vedono nei dati è quello che fa qualche one-shot o una campagna breve e così il design del gioco si è piegato su quella fetta di pubblico.
  24. Posso dire che tra Ana e Sasha Darius si mette spesso in situazioni in cui le ragazze vogliono picchiarlo? A questo punto inizio a sospettare che la cosa gli piaccia...
  25. Buttate giù le regole sperimentali Sono molto leggere. Vado ad aggiornare le vostre schede.
  26. Drophar Granchi non era quello che mi aspettavo di sentir arrivare, corro anche io ad aiutare contro questi invasori.
  27. guardando i video ho notato un bug (tra i tanti): la basetta è in genere 'interrata' (mezza fusa con il modello della mattonella) ... questo perché durante i salti la si vede tutta ed è molto più alta di quanto non appaia altrove. Ho corretto: ecco le vere basette. https://ibb.co/kgVsrKvp

Configura le notifiche push del browser

Chrome (Android)
  1. Tocca l'icona del lucchetto accanto alla barra degli indirizzi.
  2. Tocca Autorizzazioni → Notifiche.
  3. Regola le tue preferenze.
Chrome (Desktop)
  1. Fai clic sull'icona del lucchetto nella barra degli indirizzi.
  2. Seleziona Impostazioni sito.
  3. Trova Notifiche e regola le tue preferenze.