Capitolo 5. L’attacco.
Il rumore dei clienti della foresteria che si preparavano per partire svegliò Maya. Quando la ragazza aprì gli occhi vide che la sua compagna era già alzata e alla finestra intenta a guardare il cielo.
- Ho un brutto presentimento – disse Gray senza voltarsi.
- Stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene.
- Lo spero. Ti aspetto al salone per la colazione.
Anche l’ultimo carro lasciò la stazione di posta. Gray si posizionò sulla torre più vicina al portone, dalla sua postazione poteva vedere Maya appostata dietro alcuni barili sistemati per l’occasione e Jeager con la spada sguainata in attesa dietro a un battente del portone.
La ragazza osservò la strada e attese con pazienza. Dopo non molto tempo cinque cavalli apparvero in avvicinamento.
Camminavano con calma, ed erano ancora distanti per poter distinguere meglio i particolari. Gray fece un segno col braccio ai suoi compagni per avvisarli che, a breve, tutto avrebbe avuto inizio.
Si acquattò vicino alla merlatura in modo da non essere vista e continuò ad osservare i cinque cavalieri avvicinarsi. Iniziò a notarne i particolari. Cinque uomini, in armatura leggera, con spade e asce da guerra, borse per i cavalli e poco altro. Forse non venivano da lontano. Un campo intermedio o il loro campo base non era lontano? Si domandò Gray.
Quando i cinque entrarono nella stazione di posta, la ragazza gattonò fino a raggiungere il lato interno della torretta e continuò ad osservare.
- Ehi! Gorin! – Chiamò uno degli uomini rimanendo assieme ai propri compari a cavallo – Vieni fuori, oggi è giorno di paga… per noi!
La porta della foresteria si aprì e l’oste uscì accompagnato dalla nuova cameriera Felicia.
- Perché è con lui? – Mormorò con disappunto Gray.
- Gorin, e questa pollastrella dove l’hai tenuta nascosta fin’ora? La prenderei volentieri se i miei ordini non fossero diversi… certo che se per una volta tu ti rifiutassi di pagarci…
Gorin strinse i pugni.
- Piuttosto, vuoi stare a cavallo o venire a prendere soldi e cibarie? – Chiese con disprezzo il nano.
- Arrivo, arrivo… così guardo più da vicino quel bel visino.
Il bandito scese da cavallo, subito imitato da uno dei suoi compari, di contro gli altri tre rimasero in sella e sguainarono le loro spade.
I due banditi iniziarono ad avvicinarsi all’oste, quelli a cavallo continuavano a guardarsi attorno e a tenere con una mano le redini dei cavalli che sembravano essere inquieti.
Con un rumore secco metà portone venne chiuso rivelando la posizione di Jeager che con scudo e spada si posizionò in modo da bloccare l’uscita.
- Fermi dove siete! – Gridò.
I banditi si girarono di scatto verso di lui, uno degli uomini a cavallo spronò la propria cavalcatura contro Jaeger, contemporaneamente Maya uscì dal proprio nascondino e in pochi rapidi passi fu alle spalle del capo, gli afferrò un braccio e gli posò la lama della propria spada corta sul collo.
- Arrendetevi! – Intimò Maya con voce ferma.
Gray, senza attendere altre reazioni, si alzò in piedi allungò un braccio verso i banditi e si concentrò. Dalla sua mano partì un dardo acido che colpì uno dei banditi a cavallo che, per il dolore, lasciò cadere a terra la propria arma e si strinse la parte ferita con la mano.
Il cavaliere raggiunse Jaeger, sollevò la propria spada e l’abbassò con forza verso l’uomo il quale riuscì a parare il colpo col proprio scudo. Il suono metallico rimbombò all’interno della stazione di posta. Il bandito sceso con il capo non perse tempo e si lanciò contro Felicia riuscendo ad afferrala e a portarla innanzi a sé come uno scudo, estrasse un coltello e la colpì ad un braccio ferendola, poi puntò la lama contro il ventre della ragazza.
I banditi si fermarono e Jeager si ricompose in difesa.
- Gorin, Gorin. Ti avevo avvisato, giusto? Cosa pensi di ottenere così?
- Zitto e arrendetevi! – Intimò nuovamente Maya incidendo di poco la pelle del collo al bandito.
Felicia era in lacrime mentre un rivolo di sangue le scendeva lungo il braccio iniziando a formare una chiazza sul terreno.
- Ragazzina – disse il bandito – Come pensi di salvarla? Anche se mi uccidi, lei morirà. E soffrendo, considerato dove Yhal le sta puntando la lama. E morirà alla vostra prima mossa. Facciamo così. Io mi dimentico di questa vostra farsa, mi prendo quello che devo, vi lascio vivere… e mi proto via Bel Visino. Che ne dite? Oppure tu ferisci me, Bel visino e Gorin muoiono, la foresteria viene data alle fiamme. E in ogni caso noi ci guadagniamo.
Gray dalla torre osservò la situazione. Era al limite della distanza, ma poteva farcela. Puntò un dito vero il tetto della foresteria.
- Spiriti che tanto vi divertite con me, siate ora utili – mormorò.
La ragazza fissò il proprio sguardo su una tegola, questa si mosse e iniziò a sollevarsi silenziosamente, fluttuò nell’aria fino a portarsi sopra la testa dell’uomo che aveva in ostaggio Felicia.
Gray sorrise, il suo dito scattò verso il basso e immediatamente la tegola seguì quel gesto andando a colpire la testa di Yhal.
L’uomo cadde a terra trascinandosi nella caduta Felicia, il capo dei banditi riuscì a cogliere l’occasione per divincolarsi dalla stretta di Maya a costo di un lieve taglio sul collo che presto gli imbrattò la giacca di sangue.
Jeager scattò in avanti, portò la spada all’altezza della spalla opposta e con forza colpì con un fendente la gamba di uno dei banditi recidendola. Gli altri a cavallo spronarono le proprie bestie per caricare Jaeger, Gray dalla torre si concentrò nuovamente, allungò un braccio oltre la merlatura e fra i cavalieri apparve un martello da guerra che si diresse direttamente verso il petto di uno di questi colpendolo e disarcionandolo.
Il capo dei banditi rapidamente afferrò il pugnale di Yhal lanciandosi subito contro Maya, la ragazza fece appena in tempo a parare il colpo con la propria lama, tuttavia la forza dell’avversario fu tale che Maya dovette arretrare di mezzo passo per non essere sbilanciata e buttata a terra; facendo ricorso alla propria agilità fece perno sul piede più avanzato e sulla lama del proprio avversario, spostò il peso di lato compiendo una mezza giravolta, staccò la propria arma e, abbassandosi, tentò di colpire l’avversario al ventre, ma la sua lama colpì le protezioni dell’uomo senza arrecare alcun danno, il bandito reagì sferrandole un calcio in pieno petto facendola cadere a terra.
Jeager pur affrontando un solo avversario non riusciva a trovare il tempo per contro attaccare o trovare un’apertura, riducendosi a dover solo parare con lo scudo o con la spada gli attacchi del cavaliere avversario. Gray spostò la mano verso il capo dei banditi, e il martello di sola forza spirituale imitò istantaneamente lo stesso movimento. Il bandito si scostò all’ultimo secondo evitando l’impatto, Maya ne approfittò e con un colpo di reni riuscì a riportarsi in piedi e a distanziarsi dal bandito, si chinò in avanti e caricò il proprio avversario. Strinse con entrambe le mani l’elsa della sua arma e cercò di imprimere tutte le prprie forze nel colpo riuscendo ad avere la meglio sulla protezione avversaria.
Jaeger per risolvere la propria situazione dovette ricorrere ad una soluzione estrema, attese che il cavallo al galoppo fosse abbastanza vicino e con la propria spada gli colpì le zampe. L’animale con un forte nitrito crollò in avanti disarcionando il proprio cavaliere che cadde a terra, Jaeger gli fu subito sopra puntandogli la spada contro la schiena.
Il capo dei banditi si portò una mano alla parte ferita afferrando i polsi di Maya, e sorrise.
- Sei mia! – Disse mentre un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e con un rapido movimento conficcò il proprio pugnale nel costato di Maya, poi entrambi caddero a terra privi di sensi.
Impotente innanzi a tale scena Gray scese di corsa dalla propria compagna, mentre il locandiere si recò nel magazzino per prendere delle corde con cui legare i banditi. Felicia si rannicchiò con le vesti strappate contro il muro della foresteria mettendosi a piangere in silenzio.
Gray si avvicinò a Maya. Cercando di fare attenzione con un gesto secco estrasse il pugnale dalla ferita, Maya urlò per il dolore mentre abbondante sangue iniziò ad uscire. Gray avvicinò la propria mano destra al costato dell’amica, socchiuse gli occhi e una calda luce dorata si irradiò sulla ferita, il sangue rallentò il proprio flusso fino a fermarsi, il taglio rapidamente si rimarginò.
- Aiutatemi! – La voce del bandito privo della gamba risuonò nella stazione di posta.
Gray si sollevò e si diresse verso di lui. Aveva già perso parecchio sangue, e non poteva fare nulla per la gamba persa, poteva però ancora impedire che l’uomo morisse, richiamando nuovamente i suoi poteri arcani riuscì a cicatrizzare la ferita, l’uomo perse i sensi.
L’incantatrice, esausta, si lasciò cadere a terra. Si sentiva affannata e sudata per lo sforzo compiuto, ma ce l’avevano fatta.
Maya, sdraiata a terra, osservava il cielo limpido mentre sentiva le forze ritornare nelle membra e il dolore svanire. Scostò la testa e vide Gorin assieme a Jeager legare i banditi, volse la testa dall’altra parte e vide Felicia.
Non senza fatica si alzò e le si avvicinò, con dolcezza le posò una mano sulla testa accarezzandola piano.
- E’ finito – disse – mi spiace, che tu abbia corso un pericolo.
L’altra scosse la testa, gli occhi scuri erano colmi di lacrime. Reclinò la testa verso il basso fra le ginocchia, e a quel punto Maya notò, sul collo della cameriera, un marchio a fuoco riportante un numero: 326.
Istintivamente ritrasse la mano, ma poi decise di risistemare la divisa della ragazza per coprire quel segno. Felicia accortasi di ciò sollevò di scatto la testa e guardò Maya, il suo sguardo era ora colmo di paura e preoccupazione, si strinse addosso con maggior vigore la divisa, si sollevò e corse nella foresteria, lasciando Maya perplessa e piena di dubbi e domande. La voce di Jaeger la riportò al presente.
- Ora arriva il difficile – disse l’uomo – da quanto mi è stato detto questi potrebbero avere degli amici in zona, e potrebbero venire a farci visita. Non so se riusciremo a resistere, onestamente ce l’abbiamo fatta per un pelo.
- Un modo lo troveremo. Intanto possiamo far parlare questi gentili signori, e avere maggiori informazioni.
- Sì… ma prima vorrei riposarmi e lavarmi via il sangue altrui da dosso… e ti cosniglio di fare lo stesso.
- Intanto – intervenne Gorin – manderò un piccione viaggiatore a Quinoa perché vengano prendere questi banditi e magari mandino una pattuglia della milizia. Se tutto va bene dovremo resistere un paio di giorni. Potreste restare qui, nel frattempo? Senza spese, s’intende.
- Due giorni… - commentò Maya – Se questi tizi hanno un campo qui vicino i loro soci tra poco saranno in allerta… temo che avremo i tempi stretti.