Capitolo 9. La rocca.
Gli occhi di Maya non riuscivano a staccarsi dal drow che aveva innanzi.
- Spero che non ci siano problemi a liberarmi… e che io sia un drow. – Disse Drozd.
- N… no… - balbettò Maya iniziando ad armeggiare sulla serratura riuscendo infine ad aprirla.
Il drow uscì dalla cella posando una mano sulla spalla di Maya che a quel contatto si accorse dia vere un brivido.
- Grazie. Ho ma guarda… eri decisamente in bella compagnia Jeager. Immagino, però che nessuno di voi sia armato. Sarebbe bello riuscire a trovare dove tengono i vari equipaggiamenti.
- Già… - commentò Maya i cui pensieri andarono subito verso la sua armatura.
- Comunque – intervenne Felicia – dire che non siamo armati è diverso dal dire che non possiamo fare nulla… anche se ne farei volentieri a meno.
- Bene, le presentazioni le abbiamo fatte. Volgiamo uscire da qui? – Tagliò Jaeger.
Gli altri acconsentirono e, con cautela, si diressero verso la porta da cui erano entrati i due gnoll.
Nel breve tragitto notarono che in tutto vi erano cinque celle, ora tutte vuote. Arrivati alla porta Jeager la scostò leggermente.
- Aspetta – lo fermò Maya – Vado avanti io, dovrei riuscire a muovermi abbastanza bene e senza fare eccessivi rumori.
L’uomo non disse nulla limitandosi a scostarsi lasciando che la sua compagna scivolasse oltre la porta.
Maya si mosse con calma e attenzione, sfruttando le zone d’ombra e ed evitando di fare qualsiasi tipo di rumore. Si trovava in quella che sembrava essere una via di mezzo fra una cucina e una dispensa. Vi era un forno spento da tempo, dei tavoli sporchi di ogni cosa, in un angolo era ammassata immondizia e resti di cibo. A vista non vi erano né coltelli né altri attrezzi. In fondo vi era una porta chiusa. La ragazza la raggiunse continuando ad osservare l’ambiente circostante, posò la mano sulla maniglia e provò ad aprire la porta. Questa si mosse silenziosamente sui propri cardini aprendosi su un corridoio che a destra terminava con un’altra porta e a sinistra con una scala a chiocciola che saliva. Maya si volse e fece cenno ai suoi compagni di raggiungerla.
Appena entrati nella cucina, Drozd e Jeager si fermarono e, dopo aver chiuso la porta, spostarono un tavolo per creare un ostacolo al passaggio.
- Prova la porta, prima. – Disse piano Gray all’amica – io ti curo le spalle.
Maya annuì, come un gatto scivolò nel corridoio e rapidamente raggiunse la porta, la socchiuse e vi guardò dentro. All’interno vi erano i loro zaini e quelli di coloro che li avevano preceduti. Nuovamente fece cenno ai suoi di raggiungerla.
- E’ proprio necessario? – Chiese Drozd, vedendo che Maya si stava mettendo sulle spalle il suo pesante zaino.
- Sì. – Fu la laconica risposta.
Il drow indossò un’armatura completa nera e prese da una rastrelliera una sciabola elfica.
- Sono stato adottato. – Disse allacciandosi il fodero alla vita.
Quando tutti furono pronti uscirono dal magazzino e si diressero verso la scala ponendo la massima attenzione ad ogni singolo rumore.
- Volete che vada a vanti a controllare? – Domandò Maya
- Va bene. – Acconsentì Jeager.
La ragazza si portò accanto alla colonna sulla quale si basava la chiocciola e iniziò a salire posando con cura il piede sui gradini per prevenire eventuali trappole. Dopo i primi sei gradini si ritrovò fuori dalla vista dei propri compagni, la scala continuava a salire, Maya poteva sentire il battito del proprio cuore quasi rimbombare in quell’ambiente angusto. Salì ancora e infine giunse in prossimità di uno sbocco su di un corridoio, mentre la scala continuava la sua ascensione.
Maya si fermò e si acquattò per poter osservare senza essere vista. Il corridoio non aveva finestre, alcune torce lo illuminavano creando giochi d’ombre sulle pareti. In fondo al corridoio, vi era un’altra porta chiusa in legno.
Con cautela, e in silenzio Maya scese le scale tornando dai suoi compagni.
- La scala procede verso l’alto, ho trovato un corridoio che termina con una porta. Non vi sono finestre.
- Quindi o si trova ancora sotto terra oppure all’interno di mura. In ogni caso l’uscita potrebbe essere ancora lontana – Commentò pensieroso Jeager – Iniziamo a raggiungere il corridoio.
Detto ciò si avviò lungo le scale. Giunti al punto in cui si era fermata Maya si fermarono nel corridoio.
- Saliamo ancora – disse Drozd – credo sia più sicuro che non andare a infilarsi in un budello o chissà dove.
Maya annuì e si avviò nuovamente lungo le scale, le parve di salire per un’eternità e ancora non aveva visto nemmeno una feritoia o un qualche addobbo. Solo qualche torcia per illuminare il cammino. Poi, dal basso, udì un rumore metallico. Di colpo si fermò girandosi di scatto, i suoi occhi si posarono sui gradini e sulle mura in pietra. Tutto fermo, tutto immobile… ma non silenzioso, or ai rumori metallici erano divenuti continui. Non vi era alcun dubbio, erano stati scoperti. Maya fece un passo verso il basso, poi si fermò e guardò nuovamente i gradini che salivano. Si portò una mano all’amuleto che aveva al collo.
- Tsk!
La ragazza iniziò a scendere rapidamente i gradini per portare aiuto ai suoi compagni.
Maya scomparve subito nella geometria della scala a chiocciola, e il silenzio tornò a impregnare il corridoio. Jeager si posizionò vicino alla scala per prevenire sorprese dal basso, Drozd volse la propria attenzione verso la porta. Nel mezzo Gray e Felicia.
Un lieve rumore e la porta in fondo al corridoio si aprì.
Lo gnoll guardò Drozd.
Drozd guardò lo Gnoll.
La porta venne richiusa di colpo, Drozd si mise sulla difensiva subito raggiunto da Jeager.
Passarono pochi secondi e la porta si spalancò con tale forza da venire quasi scardinata, quattro gnoll armati di mazzafrusto si lanciarono in carica. Il primo colpì con foga lo scudo di Jeager, il suono metallico che ne scaturì rimbombò nel corridoio. Il secondo gnoll riuscì a colpire Drozd, la cui armatura però attutì il colpo, permettendo al drow di reagire con un fendente verso il fianco del proprio avversario, ma la catena del mazzafrusto blocco la lama elfica. Jeager fece un passo in avanti e portando tutta la propria forza nello scudo riuscì a buttare a terra il proprio avversario per finirlo subito dopo con la propria spada, gli altri due gnoll giunsero immediatamente, impedendo a Jeager di riprendere fiato.
- Attenta! – Il grido di Felicia giunse appena in tempo alle orecchie di Gray che si buttò a terra riuscendo ad evitare un attacco alle spalla da parte di uno gnoll giunto dal basso.
Lo gnoll sollevò nuovamente la propria arma e la calò con forza verso la ragazza accompagnando quel gesto da una risata quasi isterica, Gray rotolò su se stessa per evitare il colpo che si infranse sulle pietre del pavimento, nel contempo richiamò a sé i propri poteri arcani e un’armatura di ossa le ricoprì il corpo.
- Lasciala stare! – Gridò Felicia ed improvvisamente il suo corpo s’incendiò. La vampata di calore fu tale che il pelo dello gnoll ne risentì bruciandosi. Felicia chiuse il proprio pugno destro e colpì con quanta forza aveva il proprio avversario.
Quando Maya raggiunse i propri compagni vide uno gnoll che stava affrontando Felicia avvolta dalle fiamme, a terra Gray era ricoperta da un’armatura d’ossa. Nel corridoio Jeager e Drozd stavano affrontando altri tre avversari. Il primo gnoll non si era accorto di lei, e Maya ne approfittò, strinse la propria corta lama e, giunta alle spalle dello gnoll, gliela conficcò nella schiena uccidendolo.
Gray riuscì a rialzarsi e le fiamme che avvolgevano Felicia si spensero. Le tre ragazza riportarono la loro attenzione verso i loro compagni. Purtroppo non potevano fare molto senza rischiare di colpirli.
Ma i due non parevano essere in difficoltà. E ne ebbero la certezza quando una testa di gnoll cadde a terra seguita poco dopo dal resto del corpo.
Appena lo scontro fu terminato, Jeager si rivolse verso le ragazze.
- Andiamocene subito, i loro amici non tarderanno a farsi vedere! Drozd tu chiudi la fila, ragazze seguitemi!
Detto ciò superò i propri compagni e imboccò le scale a passo veloce, subito seguito dagli altri.
Salirono a lungo senza incontrare nessuno, e nessuno, apparentemente, li stava inseguendo. E infine le scale terminarono.
I cinque si ritrovarono in cime a una torre al centro di una fortezza.