@Sgama @aza Sono decisamente d'accordo con voi riguardo al fatto che Magic spinge a un gioco diverso rispetto a D&D, ovvero un gioco legato alla System Mastery, ma questo non significa che il mercato costituito dai giocatori di Magic non sia un ottimo target per la WotC, adesso nello specifico. Tralasciando il fatto che non tutti i giocatori di Magic giocano nei negozi e partecipano alle gare professionali (molti giocano semplicemente con i propri amici, così come molti giocatori di ruolo non partecipano al Gioco Organizzato), D&D 5e ha ottenuto un'attenzione del pubblico che non aveva più da decenni. Molte persone che a D&D non hanno mai giocato o che fino a qualche tempo fa lo snobbavano, hanno iniziato a considerare l'idea di giocare per la prima volta a D&D perchè la nuova edizione è riuscita a farsi notare. E' proprio in un momento come questo, dunque, che conviene cogliere la palla al balzo. 
	 
	Inoltre, sì, è vero, chi gioca ai giochi di carte collezionabili sviluppa un'abitudine alla System Mastery, ma è importante considerare che molte persone riescono ad appassionarsi a cose di tipo diverso: conosco, ad esempio, diverse persone che amano i giochi di carte alla Magic, ma che allo stesso tempo adorano le campagne di ruolo puramente interpretative. L'idea che le due comunità siano incompatibili a mio avviso è sbagliata. Non coincidono, forse, del tutto ed entrambe hanno una parte di persone che non avranno mai interesse nell'altro tipo di passatempo. Allo stesso tempo, però, hanno diversi punti di contatto che possono essere sfruttati da aziende come la WotC. Considerando che ogni giorno fanno la loro comparsa nuovi potenziali acquirenti, persone che non hanno mai proprio giocato, non si può nemmeno dire che chi gioca a Magic sa già cos'è D&D e ha già da tempo deciso se gli interessa o meno. Molti giovani giocatori stanno scoprendo adesso questi passatempi. 
	 
	Infine, come dice Aza, i giocatori di Magic sono molti di più dei giocatori di D&D, il che significa che la WotC ha solo da guadagnarci a sparare nel mucchio. E' la classica mossa Win-Win, come dicono gli americani: anche se molti giocatori di Magic snobberanno il manuale, tanti altri saranno conquistati proprio grazie ad esso.
 
	Poi c'è da considerare un fatto che molti stanno sottovalutando: questo manuale non è stato creato solo per i giocatori di Magic, ma anche e soprattutto per i giocatori di D&D. 
	In realtà, infatti, è da anni che molti giocatori di D&D veterani chiedono a gran voce che la WotC utilizzi Magic per fare delle Ambientazioni per D&D. A prescindere da quanti giocatori di Magic la WotC conquisterà con questo manuale, sicuramente accontenterà molti giocatori di D&D.
 
	 
 
 
	Non ho mai negato che "subappaltare" il design di un manuale a un collaboratore esterno comporta dei vantaggi significativi. 😉 
	Ci tenevo solo a chiarire come funzionano molto spesso queste cose, a prescindere dal singolo caso di Baker. Come avevo già scritto, se i designer si fidano dell'autore e questi gli presenta delle regole che immediatamente vanno bene, il D&D Team deve solo leggere il materiale, dare l'approvazione, controllare i refusi e dare il tutto alle stampe. Spesso e volentieri, però, le cose non sono così semplici. Anche se non sono i designer a doversi fare carico dello sviluppo iniziale, devono supervisionare ogni passaggio. Questo significa che, se le regole non vanno bene o se i designer ritengono che non colgano lo spirito che vogliono ottenere, essi dovranno fare le loro contro-proposte, il che significa scrivere anche loro delle regole o quantomeno correggerle. Può, quindi, succedere che nasca un continuo rimpallo tra collaboratore esterno e D&D team riguardo alla creazione delle varie regole (un continuo di proposte e contro-proposte), cosa che può rendere la progettazione del manuale molto più complessa, lunga e snervante di quanto si possa credere.
 
	Detto questo, sicuramente portare Baker sulla propria barca è stata una buona idea, che consentirà di velocizzare la progettazione rispetto al praticarla solo internamente (ritengo, però, fosse nei piani fin dall'inizio, così come è interesse dei designer cercare di collaborare con più artisti/autori di livello possibile). Confermo, poi, che Baker sia stato chiamato poco meno di un anno fa e che non è da molto che i designer hanno iniziato a lavorare a questa versione dell'ambientazione (anche se in realtà Eberron è nei piani fin dagli inizi di D&D 5e). Ma rimane che la scelta di "pubblicare" Eberron al posto di Planescape è stata una cattiva scelta, a mio avviso.
 
	I designer avrebbero potuto organizzare la collaborazione con Baker per la creazione di Eberron comunque, gestendola del tutto internamente e senza rivelare nulla. Nel frattempo, avrebbero potuto pubblicare Planescape, che richiede lavoro minimo per la sua realizzazione (per quanto delicata sia la scelta degli artwork...questa sì per il D&D team solo una pura supervisione dei bozzetti proposti) e, subito dopo, rilasciare il PDF di Eberron per iniziare il Playtest di quest'ultimo. 
	Anche se avessero deciso di posticipare l'uscita del PDF di qualche mese non sarebbe cascato il mondo. Ma almeno avremmo avuto già una ambientazione classica del tutto completa. 😉
 
	La cosa che spero, a sto punto, è che nel 2019 partano con il rilasciare a mitraglia alcuni setting classici più facili da pubblicare (quelli che non hanno bisogno di particolari nuovi regole, ma principalmente di nuovo lore...che si può rilasciare più avanti in nuove avventure). Perchè se decidono di aspettare che Eberron sia completo prima di rilasciare le altre ambientazioni, ho la sensazione che la frustrazione dei giocatori si tramuterà del tutto in rabbia. 
	 
 
 
	Personalmente non credo che ci sarebbe stato questo problema. Non credo che i setting si sarebbero fatti concorrenza da soli, considerando che la fame di ambientazioni tra i giocatori di D&D 5e è così alta che si prenderebbero qualunque cosa i designer pubblicassero. Inoltre, il ritmo lento delle uscite consente a ogni singolo manuale di ricevere una adeguata attenzione da parte dell'utenza: non siamo più ai tempi di D&D 3.x, dove c'erano mille mila supplementi che si rubavano l'attenzione a vicenda. Infine, i setting classici possiedono ognuno una fanbase talmente radicata e grossa, da poter riuscire a sbancare a prescindere che in un anno si decida di farne uscire 2 o 3.
 
	C'è, poi, da considerare che non credo proprio che nel caso di Planescape avrebbero pubblicato un semplice PDF. Come ho già detto, Planescape è uno dei setting che richiede meno lavoro di progettazione e che, quindi, può essere pubblicato in maniera diretta, senza dover fare una lunga fase di playtest. Al contrario di setting come Eberron, Dark Sun o Birthright.