Elle
L'ambiente nella bettola di Barut non sembra aver risentito né della perdita dei capitali, né del loro ritorno a casa: la stessa bassissima qualità delle materie prime, circondate dal servizio impeccabile dell'enorme oste. Lui sembra invece aver recuperato fiducia e tranquillità assieme al suo denaro. Ne sono contenta, ma solo in parte; mi accorgo che il mio corpo è lì, partecipe della felicità dell'evento, ma il mio cuore è altrove, a tirarsi dietro il cervello, lontano sull'acqua: mi manca il mare, il suo odore pulito e intenso, e mi manca navigare, la levigatezza lucente del ponte, l'odore nauseante della pece dei comenti, l'onnipresente movimento, gli spruzzi, il sapore del sale... Per questo la storia che Barut racconta sul reclutamento mi scivola addosso senza farmi battere ciglio. Solo Tholin, con la sua domanda accompagnata da un titolo ancora, ahimé, vuoto, mi tira fuori dalle mie fantasticherie. Sussulto come punta da una vespa e lo fisso con occhi stralunati Come scusa? Ce l'hai con me? chiedo smarrita, cercando a fatica di ricongiungere i pezzi di conversazione e capire di cosa parla. Opinione su cosa? domando guardando gli altri e arrossendo, neanche mi avessero colta in fallo.