Shaun Draconis
"Omammamia, che razza di incubo!", esclamò Shaun, svegliato di soprassalto dal mezzo canto del gallo, tanto bruscamente da rovinare rumorosamente a terra, distruggendosi quelle poche ossa non ancora anchilosate dal duro pianale in legno.
Il ritorno alla veglia lo pose, però, anche a contatto con la realtà: le ultime sensazioni della serata precedente erano un incrocio di qualcosa di gradevole e qualcosa di sgradevole: la bella sensazione assaporata con Natalya la mattina precedente non si sposava per niente con la sbrigativa ruvidezza di... quella cosa lì della notte appena trascorsa.
Shaun sbadigliò, rimettendosi in piedi, la mano destra premuta contro il fianco dolorante.
Si guardò attorno e fece un profondo cenno di scuse a tutti i presenti, per poi uscire alla fresca aria mattutina a schiarirsi le confuse idee (più confuse del solito, il che era tutto un dire).
Fatte le dovute abluzioni, il ragazzo si ricordò che erano, teoricamente e tecnicamente, in "missione" e si dedicò al delicato compito della memorizzazione arcana. Un esercizio che Shaun usava quotidianamente con ben pochi risultati di soddisfacente livello, in realtà.
DM, incantesimi
Furono però le notizie della nottata a svegliare completamente il giovane Draconis, quando venne a sapere che cosa era accaduto a Ragnar ed Angelica e tra Ragnar ed Angelica. Shaun rischió quasi di strozzarsi, al solo sentire la notizia, ma si limitò, per il momento, ad una occhiataccia al tiefling, sentendosi peraltro tremendamente in colpa per ciò che aveva fatto lui, in una goffa inconsapevolezza...
Quasi a voler rimediare le sue colpe ed una sua percepita ignavia nella rissa, Shaun, sentito dei danni, si recò dalla locandiera, per parlarle in privato.
Discorso alla locandiera
L'arrivo di Luna, poi, sconvolse ulteriormente il giovane Draconis, la cui faccia attraversò tutte le tonalità del rosa e del rosso, mentre si sforzava, per la prima volta nella sua vita, di non fissare la Ninfa negli occhi: ma il suo naso non poteva non sentire l'odore della ragazza, in un modo totalmente nuovo, che Shaun faticava a comprendere... però quel profumo era proprio buono...
Shaun si dovette riscuotere a fatica dal dolce naufragare dei suoi pensieri, balbettando una scusa nell'assicurarsi che no, effettivamente quel reggiseno non era più lì, attorno al suo stupido braccio!
Dove dove dove?
Ah...
"Eh, sì sì sì, certo, Luna... a-adesso... adesso lo recupero, eh, che l'ho messo via e... scusami solo un attimo! Arrivo! Promesso, eh, arrivo subito!", semibalbettó Shaun, per poi precipitarsi fuori dalla locanda e correre dalla fioraia, veloce come uno struzzo inseguito da un coyote tra i crepacci di un canyon.
Fuori