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  • ManaDinamica – Conservazione dell’Energia

    aza
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    • Il prof. Marrelli ci parla di come potrebbe funzionare una magia “fisicamente corretta” nei monidi Fantasy.

       

    Uno dei problemi da affrontare, nei giochi e nella fiction in generale, dovuto all’introduzione della magia è integrare tali fenomeni all’interno del mondo per creare un contesto coerente e in qualche modo credibile.
    In questa rubrica, dedicata soprattutto agli inventori di mondi (che siano scrittori o dungeon master), cercheremo di analizzare come potrebbe funzionare una magia “fisicamente corretta” ed evitare la classica domanda: “ma perché, se c’è la magia, la gente continua a zappare la terra e morire in modi atroci?”.

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    IL PROBLEMA ENERGETICO

    Se la magia fosse fisicamente corretta, dovrebbe rispettare alcune leggi fra le quali i famosi Principi della Termodinamica (o, per l’occasione, della “Manadinamica”).

    Tra questi, il primo è il cosiddetto “Principio di conservazione dell’Energia” che richiede che l’energia totale coinvolta in un fenomeno sia conservata, cioè che la sua quantità totale al termine del processo sia uguale a quella iniziale (contando, in entrambi i casi, tutte le forme di energia presente).
    Ma cos’è l’Energia?

    L’Energia è una grandezza fisica che descrive vari fenomeni simili capaci di trasformarsi l’uno nell’altro: l’energia elettrica usata per alimentare una stufa si trasforma in energia termica, e quella termica in un motore produce energia meccanica sotto forma di velocità (energia cinetica) e/o sollevando pesanti carichi (energia potenziale).

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    Ma l’energia è anche la base del funzionamento del nostro corpo: noi otteniamo energia dal cibo che mangiamo (dove è accumulata in forma di energia chimica dei suoi costituenti nutritivi) e usiamo questa energia per muoverci, respirare, pensare e per il corretto funzionamento del nostro metabolismo.

    Possiamo dire tranquillamente che la stragrande maggioranza dei fenomeni che conosciamo prevede trasformazioni e scambi di energia, e la magia non può non ricadere in questo sistema: per sollevare un masso con il potere di un incantesimo, l’energia necessaria deve essere ottenuta da qualche parte.
    È questo continuo richiamo al “pagamento” di energia che permette di creare un sistema magico fisicamente coerente. Non solo, l’incantesimo deve richiedere tutta l’energia necessaria per ottenere l’effetto desiderato: la generazione di temperature estreme di una palla di fuoco, la crescita di una pianta o lo spostamento di masse ingenti può richiedere una quantità estrema di energia, e talvolta anche difficile da calcolare (soprattutto quando ci sono di mezzo creature viventi o teletrasporti, ma avremo modo di parlarne in altri articoli).

    Cerchiamo dunque di rispondere alla domanda: da dove proviene tutta questa energia?

    MICROORGANISMI E CONDENSATORI

    Una prima possibilità evidente è che l’energia possa essere ottenuta da quella del mago stesso.
    Il corpo umano consuma l’energia ottenuta dal cibo per le sue attività, compresa una fetta importante (circa il 60-70%) unicamente per mantenere le funzioni vitali come la respirazione, la circolazione, il pensiero e il mantenimento della temperatura.
    Un essere umano, in base all’età, al sesso e all’attività che compie, ha un consumo energetico quotidiano che può andare tra le 1500 e le 2500 kilocalorie circa: la stessa quantità di energia, espressa in Joule (l’unità di misura dell’energia nel sistema internazionale), oscilla tra i 6300 e i 10500 KiloJoule.
    Se fosse possibile prendere una piccola frazione, ad esempio l’1% dell’energia di una “persona media” (8000 KJ per comodità), avremmo a disposizione 80 KJ, cioè 80.000 Joule.

    Ma “quanti” sono 80.000 Joule?
    Sono, ad esempio, pari all’energia necessaria per sollevare di un metro un masso di 8 tonnellate!
    L’energia per una simile impresa titanica, ben lontana dalle capacità umane e facilmente assimilabile a un “prodigio magico”, è pari al solo 1% dell’energia consumata da un essere umano “medio”.

    Ciò che impedisce a una persona di usare la sua energia in questa maniera è il concetto di “potenza”, cioè l’ammontare di energia che può essere emessa in un determinato ammontare di tempo. I nostri muscoli non sono abbastanza potenti da sollevare massi di una tonnellata (1000 kg) in alto di un metro, ma più che capaci di trasportare un oggetto di 10 kg per un dislivello di 100 metri: queste due azioni richiedono lo stesso ammontare di energia, ma la prima richiede molta più forza e molto meno tempo.

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    Se riuscissimo a rilasciare energia in tempi inferiori, potremmo letteralmente dare vita alla magia partendo dalla stessa energia dei corpi umani: ma come accumulare questa energia e rilasciarla tutta assieme?
    Un mago potrebbe avere una “riserva” di energia magica che viene lentamente ricaricata dal suo stesso metabolismo e che può essere rilasciata rapidamente dando vita a effetti magici, e l’energia mancante del mago potrebbe giustificare la classica carenza di forza fisica che accomuna i maghi in molti giochi di ruolo.

    Un’opzione potrebbe essere fare ricorso a sostanze prodotte dall’organismo e accumulate in appositi tessuti, come facciamo già nella realtà con i grassi, in grado di essere “bruciate” per ottenere un picco di energia.
    Se invece non volessimo alterare la biologia umana, potremmo immaginarci un microorganismo simbiontico simile ai famosi Midi-Chlorian di Star Wars, in grado di sopravvivere solo in organismi molto specifici (magari in maniera simile a quello che accade con gli antigeni del sangue, solo più complesso).
    Infine, il mago potrebbe ottenere energia sottraendola dagli esseri viventi circostanti, in pieno stile “rituali sacrificali” o, più semplicemente, prendendo ispirazione dalla recente serie di The Witcher.

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    Il rilascio dell’energia dovrebbe essere rapido, con un funzionamento simile a quello del flash delle macchine fotografiche. Le pile, infatti, non sono in grado di fornire una potenza sufficiente per il lampo: il flash, in questo caso, è ottenuto da un Condensatore, un componente dei circuiti in grado di accumulare al suo interno cariche elettriche (cioè, sostanzialmente, elettroni, le particelle che compongono la corrente elettrica) e di scaricarsi molto velocemente.
    In questo modo, anche se la velocità di ricarica della pila è ridotta, il condensatore è in grado di fornire rapidamente una grande quantità di energia per il flash: allo stesso modo, un mago dovrebbe essere in grado di bruciare rapidamente la sua riserva energetica per ottenere, in poco tempo, grandi quantità di energia per dare vita ai suoi incantesimi.

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    Un condensatore. La vostra scheda madre ne è piena.

    CATALIZZATORI

    Se invece l’energia fosse ottenuta esternamente dal mago, come potrebbe egli averne accesso? E come giustificare una quantità limitata di uso di tale potere?
    Sempre pensando a un consumo (almeno iniziale) di energia da parte del mago, si potrebbe ipotizzare un’interazione tra il mago e una sostanza esterna, simile alla Trama nel mondo di Forgotten Realms, grazie al quale il mago ottiene i suoi effetti facendo da catalizzatore.

    In chimica, molti processi che trasmettono energia verso l’esterno (esoergodici) non avvengono spontaneamente, ma devono essere “stimolati” tramite una certa quantità di energia iniziale, detta energia di attivazione. Si può immaginare, ad esempio, che una certa reazione rilasci 5 Joule di energia, ma che la sostanza debba prima ricevere due Joule come energia di attivazione per avere inizio.
    Un esempio pratico di questi fenomeni sono le combustioni, delle quali parleremo in un futuro articolo: un oggetto che brucia emette energia termica, ma ha prima bisogno di un innesco, un evento in grado di fornirgli l’energia necessaria per far partire la combustione.

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    Un Catalizzatore è un elemento, di solito una sostanza chimica, in grado di produrre un effetto di Catalisi, cioè di ridurre l’energia di attivazione: nell’esempio precedente la reazione potrebbe, grazie a un catalizzatore, richiedere un solo Joule per avere inizio.
    Se il mago fosse in grado di agire da catalizzatore per la magia, questo spiegherebbe come mai solo i maghi sono in grado di usare tale potere, cioè perché l’energia di attivazione è troppo elevata e i non-maghi non sono in grado di abbassarla.
    Contemporaneamente, se fosse sempre lui a fornire l’energia iniziale (ridotta grazie alla catalisi) si giustificherebbe anche un utilizzo limitato della magia da parte dell’incantatore.

    MASSA ED ENERGIA

    Un’ultima, notevole fonte di energia è la cosiddetta annichilazione della materia: la possibilità cioè di trasformare direttamente materia in energia mediante la famosa formula di Einstein.

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    Si tratta di una quantità di energia enorme: mezzo grammo di materia produrrebbe la stessa energia della bomba di Hiroshima.
    Fortunatamente si tratta, nel mondo reale, di un processo assai complesso da ottenere: per avere una annichilazione è necessario far incontrare ogni particella del nostro materiale con la sua antiparticella. Queste ultime sono complesse da ottenere e prodotte solo da reazioni nucleari rare e altresì molto costose, in termini energetici (e non), da ottenere: all’attuale stato delle cose, il più grande apparato in grado di generare tali antiparticelle (il Large Hadron Collider, o LHC, del CERN di Ginevra) sarebbe in grado di ottenere un grammo di antimateria in… qualche milione di anni!

    Tuttavia, immaginando di ottenere energia dai due processi precedenti, sarebbe forse possibile annichilire quantità di materia sufficientemente piccole da concedere comunque effetti prodigiosi… se l’antimateria fosse già presente. Infatti, produrre antimateria richiede processi molto più costosi (in termini di energie) di quanto poi riottenuto dall’annichilazione, fino a 10 miliardi di volte tanto.
    Anche se, infine, essa fosse già disponibile al mago, questi dovrebbe assicurarsi di mantenere l’antimateria confinata nel vuoto, impedendogli di interagire con qualunque genere di materia, perfino l’aria: tale situazione viene comunemente ottenuta, nel mondo reale, tramite potenti campi elettromagnetici che possono risultare letali alle persone che si avvicinano troppo.

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    Sarebbe invece possibile ottenere parte dell’energia dagli atomi mediante fusione e fissione: in questo caso, tuttavia, la quantità di energia ottenuta da ogni atomo è molto inferiore e sarebbero necessarie quantità importanti di materiale (e il materiale giusto!), nonché condizioni peculiari di temperatura e pressione altrettanto complesse da ottenere (che richiederebbero ulteriori, drammatiche energie iniziali).

    IL PREZZO DA PAGARE

    Questa (relativamente) vasta serie di opzione potrebbe far pensare che ottenere energia possa essere semplice, ma si tratta di una conclusione errata.

    Il mago dovrebbe indubbiamente pagare il prezzo iniziale consumando parte della sua stessa energia, energia che, se fosse accumulata in una sorta di condensatore magico, non sarebbe disponibile dell’incantatore (al di fuori del suo uso magico) e lo lascerebbe permanentemente spossato.
    Se facesse inoltre da catalizzatore per una qualche fonte esterna di energia, essa si andrebbe, nel tempo, a consumare inevitabilmente la fonte di energia magica esterna proprio come i combustibili che diventano inutilizzabili dopo essere bruciati.
    Infine, la stessa capacità di annichilire materia richiederebbe una grossa fonte di antimateria oppure energie tali da non giustificarne l’utilizzo, e anche l’energia nucleare si potrebbe sfruttare solo con condizioni estreme di temperatura e pressione.

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    E’ evidente dunque che l’idea di usare la magia per affrontare problemi altrimenti risolvibili è una mossa assai sconveniente, e che rivolgersi agli incantesimi dovrebbe essere giustificato solo da una necessità particolare e immediata.
    E ancora non abbiamo parlato del fatto che non tutta quell’energia può essere utilizzata per lanciare una magia… ma per quello, aspettate il prossimo articolo di Manadinamica!


    Articolo originale: http://www.profmarrelli.it/2020/01/15/manadinamica-conservazione-energia/

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    Modificato da aza


    Tipo Articolo: Approfondimenti

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    Commento consigliato

    Il "succo" interessante dell'articolo secondo me si riduce a: se la magia ha un alto "prezzo" di qualche tipo è più verosimile (tutto ha un "prezzo" nel mondo reale) ed è più facile spiegare perché non venga usata su larga scala. Il che ci può stare.

    E la parte prettamente divulgativa sul lato scientifico può essere carina e stimolante per qualcuno, non lo metto in dubbio.

     

    Andando nel dettaglio dell'analisi, secondo me lascia il tempo che trova. Resta irrisolta la domanda: dove tracciamo il confine tra scienza e magia?

    È chiaro che la magia non potrà mai rispettare le leggi naturali come le conosciamo noi. Decidere quali dovrebbe rispettare e quali no è... beh... molto arbitrario, come minimo.

    Per esempio, perché il macigno sollevato dalla magia dovrebbe rispettare la conservazione dell'energia ma non il principio di azione e reazione?

    Oppure, perché annichilare la materia dovrebbe richiedere prima la produzione e conservazione di antimateria con le tecnologie ad oggi note? Se possiamo "magicamente" convertire l'energia ottenuta in un effetto esterno (sollevare il masso, creare una palla di fuoco...) perché non pensare che possiamo "magicamente" convertire qualche atomo di materia in pura energia in modo diretto, senza bisogno di antimateria?

    In effetti, tutto il ragionamento non fa che confermare ciò di cui già da tempo ero convinto, cioè che cercare di "mescolare" scienza e magia, e più in senso lato scienza e D&D fantasy, è una pessima idea. 😉

     

     

    Modificato da Bille Boo
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    Cita

    Il mago dovrebbe indubbiamente pagare il prezzo iniziale consumando parte della sua stessa energia, energia che, se fosse accumulata in una sorta di condensatore magico, non sarebbe disponibile dell’incantatore (al di fuori del suo uso magico) e lo lascerebbe permanentemente spossato

    Concetto ben visibile in KonoSuba (anime che prende in giro gli stereotipi dei personaggi gdr) dove la maga Megumin (che vuole solo usare incantesimi di fuoco perchè sono quelli che fanno più danno) ogni volta ne riesce a lanciare solo 1 devastante, e poi crolla a terra esausta per il resto dello scontro.

     

     

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    Articolo che ho trovato divertente da leggere, spero che la rubrica sull'argomento continui. Personalmente, anch'io ritengo che qualsiasi forma di "magia" debba rispettare quantomeno il principio di conservazione: se non vi sono "limiti" a ciò che il "potere" degli incantatori può fare, allora teoricamente dovrebbero poter fare tutto, e questo è semplicemente assurdo e contro ogni logica :'D

    Altre leggi di natura fondamentali possono essere ignorate, ma la conservazione dell'energia è troppo importante. Inoltre, sempre riflettendo da un punto di vista puramente teorico, dovrebbe essere rispettato mediamente anche il secondo principio della termodinamica. Mi spiego: se così non fosse, cosa impedirebbe al mago di creare un meccanismo "magico" eternamente funzionante? (Il famoso concetto del motore perpetuo, impossibile da realizzare all'atto pratico proprio in virtù del secondo principio della termodinamica).

    Certo, il secondo principio è solo un principio di natura "statistica": dato abbastanza tempo (nell'ordine di molteplici eoni) un qualunque sistema torna allo stato iniziale, ergo si ha una riduzione spontanea dell'entropia. Ma il processo richiederebbe, per avvenire, un tempo di gran lunga superiore alla vita attuale dell'universo osservabile, e non sarebbe riproducibile in laboratorio ne' con nessuna tecnica l'essere umano attualmente conosca. Certo, un incantatore potrebbe forzare il fenomeno, ma le conseguenze della capacità di modificare l'entropia di un sistema a proprio piacimento mi sembrano potenzialmente assurde (potrebbe far ringiovanire o invecchiare le creature a proprio piacimento, riottenere un albero dalla sua cenere, ricostruire un palazzo dalle sue macerie, far resuscitare un morto da una bara... sarebbe comunque Dio) :'D

    Credo che il modo più semplice che ci sia per giustificare la magia sia, innanzi tutto, definire una "sfera di capacità" (cosa un incantatore può, per sommi capi, fare o non fare): definito ciò, creare una fonte di questo "potere"; una sorta di quinta forza fondamentale fittizia, chessò, un flusso atomico universale, una sorta di Trama dei Forgotten Realms. 

    A quel punto diventa chiaro che l'incantatore, nell'eseguire i propri incantesimi, non fa che accedere a questo "flusso", del quale riesce a convertire una piccola parte di energia in tutto ciò che gli serve o gli è permesso fare.

    Mi sembra la soluzione più logica e coerente; comunque gestire la magia è sempre una bella gatta da pelare!

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    10 minutes ago, Le Fantome said:

    Articolo che ho trovato divertente da leggere, spero che la rubrica sull'argomento continui. Personalmente, anch'io ritengo che qualsiasi forma di "magia" debba rispettare quantomeno il principio di conservazione: se non vi sono "limiti" a ciò che il "potere" degli incantatori può fare, allora teoricamente dovrebbero poter fare tutto, e questo è semplicemente assurdo e contro ogni logica :'D

    Che debba esserci un limite credo che sia chiaro a tutti da sempre. Infatti che io ricordi non esiste un gioco o racconto fantasy in cui qualunque incantatore può fare tutto.

    Ma limite è diverso da legge di conservazione. Esistono limiti di altro tipo.

    10 minutes ago, Le Fantome said:

    Altre leggi di natura fondamentali possono essere ignorate, ma la conservazione dell'energia è troppo importante. Inoltre, sempre riflettendo da un punto di vista puramente teorico, dovrebbe essere rispettato mediamente anche il secondo principio della termodinamica. Mi spiego: se così non fosse, cosa impedirebbe al mago di creare un meccanismo "magico" eternamente funzionante? (Il famoso concetto del motore perpetuo, impossibile da realizzare all'atto pratico proprio in virtù del secondo principio della termodinamica).

    Un meccanismo alimentato eternamente funzionante non contraddice nessun principio fisico. Se assumiamo che la magia non faccia che prelevare energia da qualcosa (persone, Trama, flussi cosmici o altro) un meccanismo basato sulla magia può funzionare in eterno finché quella fonte non si esaurisce. Il moto perpetuo è impossibile nei sistemi isolati. (Altrimenti dovremmo preoccuparci seriamente per le pale eoliche... 😉)

    10 minutes ago, Le Fantome said:

    mi sembrano potenzialmente assurde (potrebbe far ringiovanire o invecchiare le creature a proprio piacimento, riottenere un albero dalla sua cenere, ricostruire un palazzo dalle sue macerie, far resuscitare un morto da una bara... sarebbe comunque Dio) :'D

    Non vedo perché dovrebbe essere possibile creare palle di fuoco, evocare creature o teletrasportarsi, e non fare le cose che hai detto tu. Personalmente trovo che una magia capace di fare queste cose sarebbe potenzialmente interessante, sia in un racconto che in un GdR. Il che è diverso dal dire che non deve avere un prezzo o non deve avere limiti.

     

    Insisto: secondo me, per quanto possa essere divertente come lettura o come esercizio intellettuale fine a se stesso, pretendere di applicare alla magia le leggi naturali della scienza conosciuta è abbastanza sterile.

     

    Modificato da Bille Boo
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    4 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

    Ma limite è diverso da legge di conservazione. Esistono limiti di altro tipo.

    Poter creare energia "dal nulla" come può essere limitato in qualche modo? Concettualmente, se anche il mago dovesse pagare un "prezzo" per poter fare ciò, potrebbe poi compiere prodigi su scala cosmica senza ulteriori sforzi. 

    5 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

    Un meccanismo alimentato eternamente funzionante non contraddice nessun principio fisico.

    Ovviamente, io partivo dal presupposto che fosse un sistema isolato. Comunque, in teoria, anche un sistema alimentato non dovrebbe poter durare in eterno; andrebbe inevitabilmente incontro a una qualche forma di deterioramento o degradazione. Non vi è nulla di eterno nell'universo noto, se non l'universo nella sua totalità assumendo che il Big Bang sia stato solo un passaggio fra una fase precedente e quella attuale della sua storia termica.

    8 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

    Personalmente trovo che una magia capace di fare queste cose sarebbe potenzialmente interessante, sia in un racconto che in un GdR.

    Certo, può essere molto interessante e stimolante dal punto di vista narrativo, nulla da obbiettare su ciò.

    9 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

    nsisto: secondo me, per quanto possa essere divertente come lettura o come esercizio intellettuale fine a se stesso, pretendere di applicare alla magia le leggi naturali della scienza conosciuta è semplicemente assurdo.

    Sì, questo è ovviamente un esercizio intellettuale, non credo che nessuno stia pretendendo alcun ché :'D

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    41 minutes ago, Le Fantome said:

    Poter creare energia "dal nulla" come può essere limitato in qualche modo? Concettualmente, se anche il mago dovesse pagare un "prezzo" per poter fare ciò, potrebbe poi compiere prodigi su scala cosmica senza ulteriori sforzi. 

    La magia di D&D non è, a regola, soggetta a nessuna legge di conservazione. Eppure è limitata, a quanto mi consta.

    Esempio facile: un incantesimo per creare un litro d'acqua. Applicando il tuo ragionamento si potrebbe dire: a meno che non valga un principio di conservazione, crearne un litro o creare un oceano intero non dovrebbe richiedere "ulteriori sforzi". Ma tutto sta nel definire cos'è uno sforzo.

    Se valesse la conservazione dell'energia nella sua forma "scientifica", una cosa banale come creare un litro d'acqua per magia richiederebbe una tale quantità di energia da uccidere diversi incantatori (vedi il calcolo sulle "bombe atomiche equivalenti" dell'articolo). Figuriamoci evocare una creatura!

    Di fronte a questo problema possiamo:

    1. Dire che non è possibile creare un litro d'acqua per magia. È possibile sollevare un macigno, scagliare un proiettile, tirare palle di fuoco, ma non far apparire un innocuo litro d'acqua. Come sistema magico è possibile e può essere interessante da esplorare. In un gioco come D&D, però, ammetterai che è poco pratico. Inoltre va fatto presente che con questo approccio si favorisce in modo drastico la magia distruttiva (in effetti ridurre in briciole un intero grattacielo rispettando le conservazioni energetiche è molto facile, l'energia richiesta alla fine dei conti è addirittura negativa) mentre si mettono enormi ostacoli a quella creativa o curativa.
    2. Inventarci una supercazzola mentale (scusate il termine) per giustificare come sia possibile creare un litro d'acqua per magia pur rispettando la conservazione dell'energia. Ad esempio: non stai veramente creando l'acqua, la stai prelevando da qualche altra parte (uhm, ok... quindi più sei lontano da una fonte d'acqua e più la magia è difficile? Di nuovo, affascinante dal punto di vista narrativo ma poco pratico in un gioco). Oppure, altro esempio: le svariate "bombe atomiche equivalenti" di energia necessaria non vengono tutte dall'incantatore, l'incantatore fornisce un piccolo "innesco" e poi l'energia viene dalla Trama o da un flusso quantico o simili. Da cui, problema 1: inventarsi una fonte di energia esterna che sì, ok, "finirà un giorno", ma di fatto è inesauribile nello spazio della storia umana, non è solo un'acrobazia mentale per metterci una toppa? In che modo è diverso dal dire che semplicemente l'energia non si conserva, e festa finita? E problema 2: se il mago può attingere N-mila "bombe atomiche equivalenti" dalla Trama o simili per creare un litro d'acqua, perché non può farlo per generare una palla di fuoco della potenza di N-mila "bombe atomiche equivalenti"?
    3. Accettare che la conservazione dell'energia per la magia non vale e che non ha senso cercare di infilare un "vestito" scientifico a qualcosa che scientifico non è.

    Io preferisco la strada 3. Da notare che la strada 3 non significa "nessun limite", "compiere prodigi su scala cosmica senza ulteriori sforzi" come dici tu. Significa che i limiti esistono ma seguono una logica diversa dal computo dell'energia, tutto qui.

    Esempi:

    • Limite = massima complessità gestibile da una mente umana. Puoi creare un litro d'acqua ma non mille litri perché crearne mille litri richiederebbe un "processo magico" troppo complesso per la tua mente. Puoi lanciare una palla di fuoco come descritta dalle regole ma non una palla di fuoco di energia equivalente alla massa di un litro d'acqua, perché quest'ultima sarebbe troppo complessa per la tua mente. Tutto qui, non c'è bisogno che la soglia del "troppo complesso" corrisponda a un valore di energia.
    • Limite = una risorsa finita di altro genere che non ha nulla a che vedere con l'energia. In D&D si usano gli slot incantesimi, in altri sistemi il mana o i punti magia. In ogni caso, ogni individuo ne ha una certa quantità ogni giorno, che si può aumentare con l'esperienza e i lunghi anni di studio, ma rimarrà una quantità finita. Puoi evocare solo la quantità d'acqua permessa dal tuo mana. Serve a qualcosa convertire questo valore in Joule? A niente. 😉
    • Limite = qualcosa di inspiegabile che è così e basta. La magia può fare certe cose e non ne può fare altre perché è così che la magia funziona, punto. Può sembrare insoddisfacente, ma in fondo perché nel nostro Universo l'entropia è crescente, i protoni hanno carica positiva, la costante di gravità è proprio 6,67×10^(−11) N m²/kg² e non un valore diverso? Non c'è perché, è così e basta. La fisica segue le proprie leggi che noi possiamo solo scoprire e accettare. In un mondo fantasy in cui esiste la magia, la magia seguirà le proprie leggi che si potranno solo scoprire e accettare. Perché evocare un pugnale di adamantio da mezzo kg è più difficile che evocare un litro d'acqua? Perché sì. 😁

     

    Modificato da Bille Boo
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    Stupendo!

    Articolo molto molto interessante di cui terrò certamente conto. Mi piace molto ad esempio il sistema di magia in The Witcher GdR che consuma l'energia di colui che la usa.

    Può essere interessante dare un fondamento anche solo in minima parte scientifico alla magia. Non viene chiesto a nessuno di essere laureato in fisica, ma è comunque quel "di più" che abbellisce l'ambientazione.

    Attendo con ansia il proseguo. 

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    11 hours ago, Battelfate said:

    Può essere interessante dare un fondamento anche solo in minima parte scientifico alla magia.

    Nella narrativa sì. In un gioco di ruolo ti si ritorce invariabilmente contro, credimi.

    Non so come funzioni The Witcher GdR sotto questo profilo. In che senso la magia consuma "l'energia di chi la usa"?

    Se si limita a svuotare un contatore a cui viene dato il nome di energia, non è molto diverso da D&D, basta interpretare narrativamente gli slot incantesimo come una rappresentazione de "l'energia dell'incantatore". Anche se ci sono svantaggi o penalità associati a svuotare quel contatore è solo una diversa meccanica di bilanciamento (sarebbe come dire, in D&D, che più slot incantesimo bruci e più hai malus alle prove, alla velocità e simili): non c'è niente di "scientifico".

    La nozione scientifica di energia è qualcosa di molto preciso e quantificabile. Nel momento in cui la si introduce saltano fuori invariabilmente paradossi o limitazioni di vario genere, magari interessanti narrativamente ma estremamente scomodi in un GdR. Considera l'esempio che ho fatto sopra sul creare acqua.

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    In The Witcher gli incantatori hanno una riserva di energia, un po' come descritto nell'articolo, quindi gli incantatori traggono il potere da questa riserva. Ovviamente ogni incantesimo spreca un differente quantitativo di energia, inoltre ogni incantatore può incanalare in un singolo incantesimo solo una parte di questa energia (simile al discorso sulla potenza dei muscoli), altrimenti subisce danni fisici perché non è capace di controllare il potere ed esso corrode il corpo. 

    Per alcuni tipi di magie è possibile anche variare l'energia con cui le si vuole lanciarle per renderle più o meno potenti.

    Dulcis in fundo, introduce il pericolo: lanciare magie può ritorcersi contro l'incantatore stesso, generando effetti più o meno spiacevoli, perché l'energia è instabile. 

    Modificato da Battelfate
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    52 minutes ago, Battelfate said:

    In The Witcher gli incantatori hanno una riserva di energia, un po' come descritto nell'articolo, quindi gli incantatori traggono il potere da questa riserva. Ovviamente ogni incantesimo spreca un differente quantitativo di energia, inoltre ogni incantatore può incanalare in un singolo incantesimo solo una parte di questa energia (simile al discorso sulla potenza dei muscoli), altrimenti subisce danni fisici perché non è capace di controllare il potere ed esso corrode il corpo. 

    Per alcuni tipi di magie è possibile anche variare l'energia con cui le si vuole lanciarle per renderle più o meno potenti.

    Dulcis in fundo, introduce il pericolo: lanciare magie può ritorcersi contro l'incantatore stesso, generando effetti più o meno spiacevoli, perché l'energia è instabile. 

    Perfetto, quindi è come ho detto: è una sorta di "mana con effetti collaterali", o "slot incantesimi con effetti collaterali". In effetti è sovrapponibile al modo in cui funzionavano i punti potere degli psionici, almeno in 3a edizione. Il fatto che si chiami "energia" è un caso. Non ha niente a che vedere con l'energia in senso fisico.

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    @Bille Boo

    Ti ringrazio per la lunga ed esaustiva risposta che mi hai dato!

    Premetto che, per gusto personale, delle tre soluzioni che hai presentato all'inizio delle tua risposta preferisco la prima: non mi piace proprio l'idea che gli incantatori possano creare cose "dal nulla", sia in senso figurato che letterale. Inoltre, mi piace che la magia sia prevalentemente distruttiva e che altre forme di essa ("costruttiva o curativa") siano appannaggio solo di pochi incantatori, i più potenti e sapienti. Ovviamente non pretendo che questo concetto sia presente in D&D o Pathfinder: sarebbe devastante per gli equilibri del gioco, con incantatori di primo livello capaci di generare incantesimi distruttivi paragonabili a Sciame di meteore con più facilità che fare un Cura ferite leggere :'D

    Ciononostante, sei riuscito a darmi delle definizioni di limite "alternative" a quello di conservazione interessanti, in particolare la prima: il fatto che la mente umana abbia un limite di complessità dei "processi magici" che può gestire è un concetto coerente con il fatto che, quantomeno i maghi, in D&D aumentino le proprie capacità magiche all'aumentare del punteggio di Intelligenza. Penso che mi piacerebbe applicarlo nella campagna che ho attualmente in corso, ti ringrazio ancora per lo spunto!

     

     

    Modificato da Le Fantome
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    Bene, quindi la palla di fuoco è a posto. Probabilmente anche tutta una serie di magie con effetti - giustappunto - fisici può usare un sistema simile, se piace.

    Illusioni, chiaroveggenza, premonizioni e altri effetti pongono una serie di altri problemi. In linea di massima credo che più gli effetti magici sono misteriosi e suggestivi, più diventi difficile dar loro un set di regole analoghe a quelle proposte per palle di fuoco e telecinesi. E, qualora ci si riuscisse, a che pro? C'è stata di recente una discussione su queste pagine che analizzava il problema della banalizzazione della magia nei GdR, dove è diventata una forma di tecnologia con sopra un po' di vernicetta arcana.

    La cosa difficile è far sì che la magia non crei incoerenze continuando però ad essere magica. La manadinamica è un concetto interessante per risolvere le incoerenze, però lo fa sacrificando il mistero.

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