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Interpretazione o teatro?


MasterSilix

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So che probabilmente verrò criticato da molti per il fatto di aver scritto questo post, però leggetelo fino in fondo e provate a pensarci su ;-)

Molti parlando dell'interpretazione nelle sessioni di gioco esaltandola e fin qui sono d'accordo anche io, ma quando vengono a parlarmi di intere sessioni magari da 6 ore di puro gioco di ruolo mi viene un po' da storcere il naso, cioè, passare 7 ore solo a interpretare il personaggio? cioè... giochiamo a D&D o facciamo teatro? Ciò che intendo è che quello che chiamano "interpretare il personaggio" si trasforma in un stare in una locanda per 4 ore a far finta di essere il personaggio.

Per me interpretare significa fare determinate azioni durante un combattimento, parlare in un certo modo, far si che le azioni del PG non siano le azioni che secondo il giocatore sono più convenienti ma fare le azioni che farebbe il PG...

Vorrei sentire anche le vostre opinioni.

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In 6 ore di interpretazione come la intendo io i dadi li tiro eccome, sono sei ore di investigazione, diplomazia e tutte quelle cose che non portano ad un incontro armato, ma devi comunque superare delle prove....se poi scappa che si sta 4 ore in una locanda interpretando il personaggio, se è ai fini della storia e tuti i partecipanti stanno gioendo di ciò,.....non ci vedo nulla di male ;-)

Comunque non è una domanda stupida la tua :cool:

:bye:

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Come più volte in passato ho detto, io concordo con la tua visione della questione, e considero il "teatro" una cosa che esula del tutto dal gdr, qualsiasi gdr, sfociando molto più nel narrativo e nello psicodramma...

Trovo anche assurdo che si diano PE per l'interpretazione, dato che sarebbe come se il PG imparasse qualcosa semplicemente essendo se stesso...

Meglio premiarla con cose che favoriscano il PG, magari prendendo spunto dalle sue azioni: nuove amicizie, favori da riscuotere in futuro, sostenitori, finanziatori, seguaci, oggetti particolarmente adatti a lui, colpi di fortuna al gioco o negli investimenti, eccetera...

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Intanto grazie per l'appoggio ragazzi :-D

Trovo anche assurdo che si diano PE per l'interpretazione, dato che sarebbe come se il PG imparasse qualcosa semplicemente essendo se stesso...

Di questo ne avevamo parlato in chat tipo un annetto fa e anche li eravamo d'accordo, l'unica cosa sarebbe dare PX negativi nel caso di mancata interpretazione, anche qui non avrebbe molto senso però in effetti...

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Premetto di essere d'accordo sul discorso di non esagerare con l'interpretazione ...

Però interpretare qualcuno che non sei "tu" a livello di gioco può essere divertente ... e da master/giocatore ... quanto più ti diverti tu e fai divertire il tuo party interpretando il personaggio nella maniera più coerente possibile al bg ... perchè non dovrei darti PX (ovviamente non in maniera preponderante rispetto alle regole) ???

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Non avrebbe senso, ma non viviamo nel mondo dei puffi. Purtroppo il prezzo da pagare per stimolare lo sforzo ad interpretare di chi non lo possiede abbastanza sono i px. Se non sono i px potrebbe essere la maggior facilità a "trovare" cose utili al personaggio, ma siamo sempre lì.

Non si deve ripagare la buona interpretazione? Va bene, allora troviamoci tutti intorno al tavolo a dire al master "ammazzo quel png, tiro il dado, lo colpisco, 200 danni, ok l'ho ucciso, 1000 punti esperienza, grazie...avanti il prossimo png da uccidere, tiro il dado..." ecc ecc

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Non avrebbe senso, ma non viviamo nel mondo dei puffi. Purtroppo il prezzo da pagare per stimolare lo sforzo ad interpretare di chi non lo possiede abbastanza sono i px. Se non sono i px potrebbe essere la maggior facilità a "trovare" cose utili al personaggio, ma siamo sempre lì.

Non si deve ripagare la buona interpretazione? Va bene, allora troviamoci tutti intorno al tavolo a dire al master "ammazzo quel png, tiro il dado, lo colpisco, 200 danni, ok l'ho ucciso, 1000 punti esperienza, grazie...avanti il prossimo png da uccidere, tiro il dado..." ecc ecc

Io e Merin siamo sulla stessa linea d'onda.

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allora, qualche tempo fa ero contrario alla troppa interpretazione.

cioè, interpretavo il mio pg molto bene(ho avuto dai mezz'orchi barbari, paladino umano, mago elfo etc etc) senza però rallentare l'avventura.

cioè, a meno che non fosse necessario per i fini della sotira(es: avere info etc etc) non mi mettevo lì a interpretare. non avrei mai pensato di stare in locanda solo a parlare.

adesso che riesco a giocare solo pbf(maledetti i miei amici che non vogliono più d&d) ho un pò riscoperto questa cosa. anche perchè mi trovo molto meglio dietro a uno schermo. dal "vivo" ho un pò di blocco all'interpretazione.

in sintesi devo dire che sono tutti e due modi molto belli di giocare, diciamo che andrebbero un pò fusi per non fare il classico EUMATE.

e sono d'accordo con il non dare px all'interpretazione, quello è il minimo, al masimo ne toglierei per la non-interpretazione. alla fine viene fuori la stessa cosa, ma il principio è ben diverso secondo me

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Anch'io sono contrario ai pe per l'interpretazione, un giocatore interpreta bene perchè gli piace, non perchè si aspetta un premio, altrimenti il gioco non ha senso.

Il fatto è che interpretare fa cmq perdere tempo al pg... parlare in terza persona, saltando intere parti di gioco, spiegando malamente le azioni che compi in quel lasso di tempo, è sicuramente più veloce. Quindi se non si danno pe per l'interpretazione, il ruolatore verrebbe praticamente penalizzato a livello di pe, rispetto al PP (dato che escludendo a priori il gdr, e quindi tutte le descrizioni e tutti i dialoghi di sorta, si faranno più scontri in un minor lasso di tempo)... e questo sinceramente non mi sembra giusto...

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Uuhhhhh... Ehhhhh... Ahhhh... E se interpretassero... Errr... Per... DIVERTIRSI?

Io ho abolito i PE da due campagne ed ho giocatori che fanno sessioni senza tirare nemmeno una spadata*.

E si divertono. Ed io mi diverto.

No, seriamente, i PE come biscottino? "Bravo Bobby, hai interpretato"?! :rolleyes:

Come continuo a ripetere, sono benedetto dai giocatori che ho. Gente che quando trova armi magiche non le vuole perché ha paura di fare troppo male agli avversari. :-D

*Ah. "Senza tirare spadate" non significa "senza tirare un dado", attenzione. ;-)

EDIT: L'ho riletto e suonava parecchio antipatico, come tono. Scusate.

Però davvero: D&D è un gioco di ruolo. Se non si interpreta il personaggio... Ragazzi, Descent. Ci si trovi a giocare a NWN.

Giocare ad un GDR per... Beh, ammazzare i mostri, raccogliere tesori e diventare potenti per arrivare a sconfiggere Freezer... Non è decisamente per me un GDR. Non sono un sostenitore del "Non esco dalla taverna e parlo del tempo per tre ore di gioco", ma nemmeno del "idiota senza storia e dotato di personalità unidimensionale che entra nel dungeon per CONQUISTARE... IL... MONDO"!

E' una situazione in cui bisogna cercare un giusto mezzo. Io credo di averlo trovato.

E il primo passo è eliminare il premio/punizione dei PE. ;-)

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A parer mio l'interpretazione è molto importante perché è vero che rallenta il gioco ma alla fine fa divertire i giocatori,ma come hanno detto gli altri non sono d'accordo con i punti esperienza dati per essa perché alla fine se tu sei il personaggio il pacco dell'esperienza che hai non è dato da come ti comporti nel gioco ma da come sei abile,da come riesci a superare avventure con abilità e dalle esperienze stesse della vita del pg e non semplicemente perché il druido si rifiuta di attaccare un animale o perché un paladino è perfetto come da manuale.

In ogni caso al massimo io premio la risoluzione di un enigma o di situazioni,anche non da combattimento,che farebbero crescere il personaggio e che possano essere delineate come ESPERIENZE del pg.

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La discussione e' alquanto interessante.

Credo che in ogni gdr ci debba essere un misto di entrambe le cose, una giusta miscela che trascenda il tavolo da gioco donando atmosfera alla sessione. non credo che l'eccesso di stare 4 ore in una locanda sia plausibile, almeno dal mio punto di vista non sarebbe il massimo

Premetto che io letteralmente A-D-O-R-O i gdr diceless e altamente interpretativi, ma io lo intendo come una sorta di interpretazione della parte nascosta del pg; vivere un conflitto interiore, manifestare le sue paure e debolezze, dargli spessore. Interpretare in tempo reale una locanda o qualche situazione puo' essere bello, ma il troppo ci allontana dal tavolo e ci fa andare a teatro.

Benissimo direte voi, ma questo significa che non si sta giocando, ma si sta facendo altro. Personalmente ho giocato una campagna di vampiri per 3 anni senza mai tirare un dado, fatta solo di intrighi e sotterfugi, i pg giocavano i loro conflitti interiori ed esteriori a suon di dialettica e interpretazione: una condizione idilliaca certo, ma comunque border line.

Alla fine credo che dipenda molto, anzi soprattutto dai giocatori che si siedono al tavolo. L'importante e' divertirsi perche' alla fine e' sempre un Gioco...

Ciao ciao

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Dunque... riepilogando un attimo, quasi tutti sono d'accordo sul fatto che non vadano assegnati pe per l'interpretazione e fin qui penso siamo tutti d'accordo, siamo anche abbastanza d'accordo sul fatto che il teatro non piaccia quasi a nessuno, provate ora a dirci qual è la linea di confine tra interpretazione e teatro :-D

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Penso che la virtù stia nel mezzo. Tanto per fare una citazione! :-D

No seriamente, l'interetazione è necessaria, altrimenti non si chiamerebbe "gioco di ruolo", un nome che dice tutto: si deve entrare in un personaggio, altrimenti si gioca ad altro, tipo descent.

comunque ognuno è libero di leggere le regole e le dinamiche di gioco a casa propria e riformularle come vuole, non voglio dire che c'è un modo di giocare giusto e uno sbagliato.

Io personalmente penso che l'interpretazione è il gioco. Si interpreta sempre, per forza, anche in combattimento, e non è solo teatro. Il gioco di ruolo, dal mio punto di vista, lo richiede.

Esempio esplicativo: un nano guerriero con 4 in saggezza, e un umano guerriero con 18 in saggezza, in combattimento ci si aspetta che si comporteranno in maniera diversa. Magari il nano sarà + avventato del guerriero. Be io come master darei + px (pochi mica tanti) a chi fa fare al suo pg quello il pg stesso farebbe, e non il giocatore. Qesto perchè ha giocato bene, ma anche perchè rende + "realistico" e coerente il gioco.

Per quanto riguarda il gioco al di la del combattimento penso sia da premiare più che altro l'iniziativa dei giocatori nel muovere le azioni dei pg. Poi sicuramente non si deve esagerare, nel senso: se l'interpretazione di un bardo che raccoglie informazioni durerebbe troppo, allora non si può certo esagerare e meglio riassumere tutto. Una sessione di sole parole e parole è esagerata, per quanto divertente qualcuno di sicuro si romperebbe.

Riassumendo: dal mio punto di vista l'interpretazione è necessaria per entrare nell'atmosfera del gioco, ma non è sufficiente, ci vuole combattimento e momenti in cui si parla in terza persona saltando parti dell'avventura. I px vanno dati con più generosità a chi gioca meglio, perchè ci mettono più impegno, tutto qui.

Se si fa teatro comunque è una noiaaa! Mi è capitato una volta con un vecchio master di fare 3 sessioni di sole parole ed è stato un incubo. :-D

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So che probabilmente verrò criticato da molti per il fatto di aver scritto questo post, però leggetelo fino in fondo e provate a pensarci su ;-)

Molti parlando dell'interpretazione nelle sessioni di gioco esaltandola e fin qui sono d'accordo anche io, ma quando vengono a parlarmi di intere sessioni magari da 6 ore di puro gioco di ruolo mi viene un po' da storcere il naso, cioè, passare 7 ore solo a interpretare il personaggio? cioè... giochiamo a D&D o facciamo teatro? Ciò che intendo è che quello che chiamano "interpretare il personaggio" si trasforma in un stare in una locanda per 4 ore a far finta di essere il personaggio.

Per me interpretare significa fare determinate azioni durante un combattimento, parlare in un certo modo, far si che le azioni del PG non siano le azioni che secondo il giocatore sono più convenienti ma fare le azioni che farebbe il PG...

Vorrei sentire anche le vostre opinioni.

Non è questione di "criticare" .. è che dipende molto da cosa uno intende per INTERPRETARE, e, in senso più lato, da cosa intende per GIOCO DI RUOLO e da come gli piaccia giocare...

:think:

Nei miei gruppi capitano sessioni di "poca zione" ma è l'azione (combattimento, esplorazione di un dungeon, ecc ecc) che riveste in genere la maggior pate del tempo di gioco... e a me sembra che vada bene così. Tuttavia se qualcuno si diverte a passare 7 ore in locanda a cantare come se fosse lui stesso il bardo che interpreta... ben venga... bastya che non costringa anche me a farlo.

Quello che non capisco è questa storia dei PX per l'interpretazione...

Partendo dal presupposto che sembrano assurdi (impariu semplicemente essendo te stesso)...

E allo stesso tempo partendo dal presupposto che li ho sempre dati e continuerò a farlo...

:think:

Insomma ... io assegno quei PX per "premiare" chi gioca bene... per premiare intuizioni, tattiche ed idee geniali ... per premiare la coerenza con cui un giocatore gioca e "ruola"...

Oppure tutte quate cose non contano nel GDR?

Allora come vi comportate con un indovinello? se lo risolve un giocatore che ha un barbaro con intelligenza 5 gliela date buona? gli date lo stesso numero di XP rispetto al mago con iINT 20?...

Insomma io i PX per l'interpretazione li vedo come un premio al giocatore... non al personaggio...

Io la vedp così.

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Dipende da come si divertono i giocatori.

Se sono del tipo "vado tiro e trucido", non vedo perchè penalizzarli.

Mi spiego meglio: c'è chi si diverte interpretando anche nella mimica e nel parlato i personaggi, e chi trova che basti comportarsi come farebbe il suo pg.

Noi siamo in 8, e utilizziamo entrambi i metodi:

- Nelle interazioni con i png solitamente si ricorre al dialogo diretto. Quando si va a comprare qualcosa, quando si raccolgono informazioni, e via dicendo.

-Nelle interazioni con i pg si passa dal dialogo diretto in prima persona a quello indiretto. Attualmente ad esempio è capitato spesso di riassumere tramite dialogo indiretto la giornata (siamo divisi in 3 gruppi), per poi passare al dialogo in prima persona per decidere la linea di condotta per l'indomani.

C'è poi chi si diverte maggiormente a ruolare in prima persona e chi trova più naturale utilizzare forme più indirette sul genere "gli dico che" , "li interrompo per fargli notare" e via dicendo.

Non vedo come ciò possa influire sui PE guadagnati, sono due forme di espressione che poco hanno a che vedere con il gioco in sè.

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Mastersilix,fammi capire,tu dici "non c'è solo interpretazione del pg nell'ambiente ma anche combattere" giusto?

Se ho capito bene allora la mia opinione è questa:

Va bene interpretare,anzi direi che è FONDAMENTALE.

Ma insomma dopo un pò diventa paradossale,D&D non è un mondo rose e fiori,e come in tutte le cose si vive nella infinita guerra tra BENE e MALE.

O comunque i personaggi hanno un qualcosa in cui credono,o un obiettivo da raggiungere...e poche balle:per raggiungere qualcosa,un AVVENTURIERO(perchè siamo avventurieri) prima o poi si menano le mani.

A prescindere dalla parte che si parteggia,dello scopo,devi combattere per sconfiggere l'avversario.

Quindi a un certo punto le parole cessano e si comincia a combattere,del resto con le sole parole eroi non si diventa.

Con lo Spadone si abbattono i demoni,non con le parole.

Per come la vedo io l'interpretazione e la parte marziale del gioco sono importanti nella stessa misura.

Se è grave per chi gioca a D&D tirare i dadi senza interpretare,viceversa per me è altrettanto grave non combattere,non è D&D,o non lo è completamente.

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