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I guadi del Celduin


L_Oscuro

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Fine combattimento

Con le ultime, letali frecce di Caranthiel e Robur, l'ultimo lupo e l'ultimo orco cadono morti a terra.

Un silenzio innaturale scende nella radura, interrotto solo dai lamenti e dai singhiozzi dell'orco catturato da Lifstan 

"Feccia... Feccia umana... Il signore delle forche... Lui... Lui vi ucciderà tutti! Non avete più speranze!"

Dice al Bardiano sputando a terra sangue e saliva.

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Germonth il sognatore

Abbiamo ucciso tutti i nostri nemici e ora gli altri hanno deciso di avere un ostaggio.

Il tuo signore è già scappato da noi una volta. Quanto credi che abbiamo paura di lui? Non fare lo sbruffone, perché respiri solo per il loro volere. Rispondo con disappunto mentre pulisco le mie lame dal sangue dei nemici, i suoi compagni.

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Caranthiel

Non è certo la prima volta che mi trovo a lottare, da quando mi sono unita a questi compagni coraggiosi.

E so bene quanto la nostra lotta sia contro i servi tenebrosi del Nemico. 

Tuttavia, il mio cuore ancora si rammarica di dover risolvere le situazioni nel conflitto, con così allarmante frequenza. 

Metto da parte l'arco e mi avvicino all'orco, già al centro dell'attenzione di Robur, Beli e Germonth, ma preferisco rimanere in silenzio, defilata. 

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"E cosa volete mai sapere? Del Re delle forche? Lui è un Oscuro Signore, di Dol Guldur, e parla attraverso i morti! O del nostro esercito? Ci sono goblin, e orchi, e hobgoblin, e troll, e lupi! O volete sapere dove attaccheremo? Da sud, dalla città col ponte. Altro? Non me ne frega nulla, potete sapere tutto e morirete lo stesso come i cani che siete!"

L'orco sembra oltremodo sincero, è davvero convinto che dirvi tutto per voi non farà differenza.

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Beli

L'orco sembra propenso a parlare, non tanto per paura di noi ma per una presunzione di superiorità. Ti ho fatto domande precise e le tue risposte sono generiche. Credi di spaventarci? O forse di nascondere la debolezza del tuo signore?

Magari quest'insinuazione gli fa venire la voglia di parlare.

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"E io che ne posso sapere mai, nano? Pensi che dicano a uno come me cose del genere? 

Se tutte le bande hanno risposto alla chiamata, saremo migliaia, decine di migliaia!

Quanto al nostro scopo, cosa se non distruggere, saccheggiare e depredare tutto il nord? Ci vendicheremo dell'onta della battaglia della montagna!"

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Caranthiel

"Non vi vendicherete di nulla. Cinque di noi hanno appena sconfitto... quanti di voi?", cerco di scoraggiare l'orco, nella speranza che il crollo delle sue certezze lo spinga a dire altro, qualora ne sia a conoscenza. 

"Non illuderti... abbiamo già incontrato il tuo Re, una volta. E per due volte abbiamo sventato i suoi piani. Ci preoccuperemo che ci sia anche una terza", concludo, cercando di nascondere la paura celata dietro queste mie parole. 

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Germonth il sognatore 

Interrogare l'orco si è dimostrato utile solo a rallentarci.

Ci ha detto quello che sapevamo e ha contribuito solo ad aumentare il mio nervosismo.

Ora sembra aver deciso smettere di fare l'unica cosa che lo manteneva in vita.

Sospiro prendendo la mia ascia. Ti sei meritato una morte più onorevole della vita che hai vissuto. 

Calo così il colpo per poi ripulire la lama.

Andiamo a sud, quindi? Chiedo agli altri.

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Beli

Spreco poco tempo sulla morte dell'orco, Germonth mette fine alla sua vita e finisce così. Sud, sì. Non abbiamo tempo da perdere.

Sono creature dell'Ombra, non poteva finire in altri modi. Avrebbe chiamato rinforzi...

Pensarci non aiuta, ora abbiamo una guerra da combattere e un nemico che non si ferma a pensare alle sue decisioni.

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Lasciate i cadaveri dei vostri nemici alle spalle, e proseguite il vostro viaggio verso sud.
Non avete raccolto forse tutte le informazioni che avreste voluto, ma quantomeno avete evitato che una banda da guerra si unisse ai vostri nemici, e questo è confortante.

Mentre vi avvicinate al fiume, da lontano potete vedere lo snello ponte che lo attraversa, e lungo la riva nord vedete un villaggio: case raggruppate attorno ad una barriera di pedaggio fortificata costruita sull'estremità del ponte. L'architettura ricorda quella di Valle.

Così come avete avvistato il villaggio dalla distanza, anche voi siete stati avvistati, almeno a giudicare dal piccolo comitato di benvenuto che vi aspetta: un anziano dagli occhi annebbiati dalla cataratta e curvo su un bastone, aiutato a camminare da due bimbette di circa dodici anni identiche.

"Aye! Salve a voi, e benvenuti se le vostre intenzioni sono buone. O andatevene in malora se non lo sono!
Io sono Erik, figlio di Erland, figlio di Egil, governatore di Celduin. Cosa vi porta qui?"

Le parole sono biascicate da un'evidente mancanza di denti, e il dialetto parlato, sebbene l'idioma sia l'ovestron, è piuttosto stretto, con un marcato accento Daliano, come lo avete sentito nelle Terre Selvagge abitate da Radagast il Bruno.

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