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Curse of the Crimson Throne - Edge of Anarchy


Zengar

Messaggio consigliato

La Maledizione del Trono Cremisi

Capitolo 1: L'Orlo dell'Anarchia

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Korvosa, il gioiello di Varisia, ha brillato per lungo tempo sul confine meridionale di Varisia. Fondata 300 anni fa dall'Impero Cheliax al culmine della sua espansione, ora la città-stato è padrona del proprio destino. Una lunga discendenza di re e regine korvosani emerse a governare la città, istituendo un infame seggio di potere, il Trono Cremisi. I regnanti si sono seduti sul Trono Cremisi per più di un secolo, e la città è fiorita. Nonostante ciò, la monarchia sembra sempre sull'orlo del disastro. Il Trono Cremisi non è un premio da vincere, è una maledizione. Nessun monarca di Korvosa è morto di vecchiaia, e nessuno ha generato un erede durante il proprio regno. Anche se il re Eodred II controlla Korvosa più efficacemente di quanto qualsiasi altro monarca sia riuscito a fare finora, tale controllo rimane ancora troppo debole, e sono in molti a contare segretamente i giorni rimanenti alla caduta del loro re, o ciò che essi chiamano la Maledizione del Trono Cremisi.

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- Korvosa, the Jewel of Varisia -

 

@ Kruger

Stai tornando a casa tua, un piccolo appartamento preso in affitto, dopo una dura mattinata passata, come tante altre, al porto. Quest'oggi sei stato abbastanza fortunato e hai trovato ingaggio per scaricare un mercantile in arrivo da Riddleport, probabilmente tutta roba dalla provenienza non propriamente legale, ma a te non interessa, fintanto che la paga è buona. A differenza degli altri scaricatori, distrutti dopo una mattina di duro lavoro, la tua tempra da nano ti permette di essere ancora relativamente fresco, abbastanza da fare un salto in una bettola a bere un bicchiere di birra, anche se è solo pomeriggio inoltrato.
Sorseggi il boccale di pessima birra, quanto senti nuovamente l'irresistibile tentazione di fumare shiver. Maledici la tua dipendenza, sebbene ti rifiuti di chiamarla cosi in pubblico, e decidi di prendere una boccata d'aria fresca, magari può aiutarti a far passare la dannata tentazione. Ti alzi e vai dall'oste, prendendo dalla tasca le monete per pagare il conto, ma quando estrai la mano, qualcosa cade fuori, che non ricordi di avere avuto il quella tasca.
Ti chini e raccogli il rettangolo di cartoncino, che riconosci essere una tipica carta dei tarocchi varisiani. Sul retro della carta vi è una scritta che recita:

"So quello che Gaeden Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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@ Arthur

Da qualche tempo ormai le tue giornate trascorrono nella stessa maniera, divise tra le piccole truffe ai danni degli ingenui signorotti di Korvosa, e le infruttuose ricerche di quel fantomatico Gaeden Lamm, che non hai mai visto, ma che sei ormai convinto sia la causa della morte del tuo amico.
Soppesi il piccolo gruzzolo di monete, frutto della giornata a spennare qualche pollo, mentre i tuoi pensieri tornano per un momento ai vecchi tempi, quando lavoravi in coppia, e ti senti terribilmente solo.
Stringi nelle mani il mazzo di tarocchi, a cui è legato il tuo potere magico, e pensi di provare a consultarlo di nuovo. Per quanto truffare qualche ricco annoiato sia facile, la vera divinazione è ancora qualcosa fuori dalle tue attuali capacità, altrimenti sarebbe stato facile trovare quel lestofante. Tuttavia consultare i tarocchi male non può fare, quindi liberi il tavolo al quale sei seduto, ed inizi a distribuire le carte, quando qualcosa di inaspettato accade: in mezzo alle carte dei tarocchi, ve ne è una che non appartiene al tuo mazzo!
Rimani perplesso a fissare la carta estranea; come è stato possibile, come può essere finita lì? Ruoti la carta, e sul dorso di essa, vi è un iscrizione a mano che ti lascia a bocca aperta:

"So quello che Gaeden Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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@ Gavino

Un'altra pista falsa! Eppure eri convinto che quel tagliaborse fosse in qualche modo collegato a Gaeden Lamm... tutto quello che hai ottenuto è stata una folle corsa per sfuggire alle guardie di Korvosa. In un città come questa, dove le regole controllano rigidamente la vita dei propri cittadini,  non viene vista di buon occhio un'aggressione in pubblico, in pieno giorno, nemmeno una fatta ai danni di un noto lestofante.
I continui insuccessi nella ricerca di Lamm ti hanno portato ormai alla frustrazione, ma la promessa fatta al tuo amico tiene legata la tua coscienza: ritrovare suo figlio è diventata orma la tua missione, e non hai intenzione di rinunciare. Purtuttavia al momento non hai alcuna pista rimasta da seguire, e sei ormai rassegnato che per oggi la ricerca sia finita, e ti appresti a tornare a casa per prenderti un pò di riposo, quando, infilando le mani in tasca, senti di avere qualcosa all'interno: una carta di un mazzo di tarocchi varisiano. Non ricordi assolutamente di aver mai visto tale carta, ne tanto meno di averla infilata in tasca, e sei sicuro che cinque minuti fa non era li. Ti guardi attorno, sospettando che qualcuno voglia giocarti uno scherzo, ma la stradina che stai percorrendo è deserta.
Volti la carta e sul dorso vedi un'iscrizione che ti lascia di stucco:

"So quello che Gaeden Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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@ Shal

La vita al tempio di Sarenrae scorre tranquilla, cosi come è stato negli ultimi anni, in cui hai potuto sperimentare una vita normale e lasciarti alle spalle le sofferenze dell'infanzia, grazie ai sacerdoti del Fiore dell'Alba che sono sempre stati gentili con te. Anche oggi hai passato la giornata aiutando i chierici e gli adepti del tempio con i loro lavori quotidiani, a anche oggi hai rifiutato gli addestramenti con la scimitarra, tipici dei seguaci della dea, per dedicarti ad esercitare la tua innata magia, nonché tenere a bada il tuo irruento eidolon.
Ignara che uno spettro dal passato sta tornando per tormentare la tranquillità della tuia vita attuale, torni nella tua stanza nel tempio, quando vedi qualcosa che attira la tua attenzione, posato sullo scrittoio appoggiato al muro. 
Si tratta di un cartoncino rettangolare con un disegno sopra. Afferri l'oggetto e ti rendi conto che si tratta di una tipica carta dei tarocchi varisiana. Non hai idea di chi possa aver messo li quella carta e stai per andare a chiedere in giro se qualcuno l'ha persa quando ti accorgi che il retro reca un'iscrizione...quando la leggi i ricordi del passato, l'odio e il risentimento che pensavi dimenticati, riaffiorano in te con irruenza:

"So quello che Gaeden Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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Tutti

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Kruger

Le volte che decido di concludere una giornata di lavoro in taverna si rivela sempre una pessima idea per due motivi: il primo é che mi bevo tutti i soldi della paga, il secondo é che ho voglia di far a botte per essermi bruciato quei quattro pulciosi spiccioli guadagnati. Oggi é proprio uno di quei maledetti giorni, aggiungiamoci anche la fastidiosa voglia di fumare un po della merda di Lemm, é facilmente intuibile il mio pessimo umore.

Pagando con gli ultimi pezzi di rame che mi rimangono nelle tasche, noto la carta. La raccolgo ignorando le lamentele dell'oste circa la scarsità dei soldi dati e, prima di capire di cosa si tratti, mi domando se abbia un valore, rimanendoci contrariato quando vedo esser tutta scarabocchiata sul retro.

Passerà buona parte del pomeriggio prima di tornare con il pensiero sulla carta, facendomi lo scrupolo di leggere cosa ci sia scritto. Cosa cavolo é questa roba? A metà tra l'incredulo e l'infstidito scorro con gli occhi sulle parole. A conferma di quello che leggo, mi metto a cercare qualcosa tra i cassetti, un monocolo rotto, un oggettino recuperato tempo addietro con la scusa di correggere la mia vista peggiorata negli ultimi anni. Il sol nome di Gaeden, mi convince a recarmi sul posto, armato e piuttosto arrabbiato.

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Shal

Mi sento impallidire quando leggo il contenuto del messaggio, scritto sul retro della carta dei tarocchi. Di colpo esco dalla porta della stanza, guardando il corridoio, poi vado alla finestra: nessuno. Chiunque abbia lasciato li il messaggio se ne è già andato. Mi calmo e cerco di ragionare, quella carta potrebbe essere li da ore ormai, inutile cercare chi si è introdotto nella mia camera.

Riguardo la carta, rileggendone il messaggio, mentre riaffiorano i ricordi di un passato che volevo dimenticare, ma che evidentemente non vuole smettere di tormentarmi.

Fang, il mio eidolon, si materializza alle mie spalle, come un ombra, osservando la carta da sopra le mie spalle, grazie ai 20 centimetri abbondanti di altezza in più di me.

"Dunque, che succede, Shal? Qualcosa di interessante, a giudicare dalla tua agitazione."

Rimango a fissare la carta, senza voltarmi, mentre tra i denti pronuncio poche parole, ma molto significative per entrambe.

"Gaeden. Qualcuno sa dove trovarlo."

Percepisco il sorriso e lo sguardo feroce di Fang senza doverla guardare.

"Bene, che stiamo aspettando?"

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Gavino

Seduto su un freddo gradino di pietra di una delle fatiscenti abitazioni  di Dock Street, lancio rapide, nervose occhiate all'imboccatura del vicolo in cui mi sono appena infilato.
Teso e ansimante, cerco di calmare il respiro, dopo la lunga corsa a perdifiato tra le viuzze di Korvosa e di schiarirmi i pensieri, mentre rigiro distrattamente tra le dita,  la strana carta che mi sono ritrovato in tasca. Gli schiamazzi proventi  dai moli sul fiume Jeggare , mi provocano involontari sussulti, costringendomi a rimanere guardingo.

Leggo di nuovo il messaggio inciso sul retro, per l'ennesima volta ...

"Gaeden"

.....e sento la frustrazione dei miei insuccessi trasformarsi di nuovo in collera che devo dominare.

Non è la prima volta che vedo una carta dell'Apprensura, nei miei primi viaggi ho imparato a rispettare il potere delle cartomanti varisiane della carovana,

ma questa

rigiro di nuovo la carta tra le dita, rileggendo la criptica frase....

Lancet Street.....3....sembra troppo bello per essere vero

"Gaeden"

......stavolta c'è solo rabbia nelle mie parole, che fanno allontanare in tutta fretta il gatto randagio che stava passando li vicino.

Mi alzo quasi di scatto, riempiendo i polmoni con tutta l'aria che possono contenere...

"te l'ho detto Karmine, non sono un tipo che si arrende facilmente"

Un sorriso pieno di rammarico, che porta con se i ricordi del mio fratello d'arme perduto, affiora sul mio volto, mentre mi metto in cammino.

 

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Arthur Bones

Soppeso le monete d'oro che ho guadagnato con l'ultimo trucco con un sorriso in faccia, anche se è sempre più difficile lavorare da soli. Non è sempre stato così, e i pensieri tornano inevitabilmente a quel vicolo, alle voci su Lamm, e a tutte le ricerche condotte senza risultati. L'allegria svanisce, mentre le mie mani cercano i tarocchi e iniziano a mischiare il mazzo, un gesto diventato ormai automatico quando non ho nulla da fare o non voglio pensare a nulla. Inizio a consultare ancora una volta le carte, disposto più che mai a fare un altro tentativo per rintracciare Lamm
Magari stavolta funzionerà, chi può dirlo

La carta in più mi coglie totalmente di sorpresa. La rigiro più volte, chiedendomi come possa trovarsi nel mio mazzo, osservandola in ogni dettaglio, e leggendo infine il messaggio.

Lamm...dopo tutto questo tempo ho un indizio, una possibilità... il mio sguardo vaga per la stanza, fermandomi sul gruzzolo racimolato finora con tutti i miei imborgli, per poi spaziare la misera stanza in cui mi ritrovo, il giaciglio spoglio, la finestra rotta, e infine la carta con la scritta a mano.
Il girovago... perché? Le carte mentono raramente, quindi perché? Che sia un'opportunità? Forse. In ogni caso, non me la lascerò scappare.
Mi cambio rapidamente d'abito, togliendomi i vestiti eleganti seppur rattoppati in più punti che uso per le truffe e indossando qualcosa di più anonimo, adatto per un incontro del genere. Uscendo infilo in tasca il mio mazzo di tarocchi e la carta in più.


 

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@ Ciascuno di voi, singolarmente

Al tramonto arrivi al luogo indicato dal misterioso messaggio scritto sul dorso della carta, il 3 di Lancet Street. La piccola casa si trova molto vicino al molo che si affaccia sul fiome Jeggare, nel quartiere Midland, la zona più cosmopolita, attiva di vita e attività commerciali di tutta Kirvosa, sebbene non la più ricca.
Dall'esterno l'abitazione sembra un comune esempio di edificio della zona, senza nulla di particolare. RIcontrolli l'indirizzo slla carta: è quello giusto. Mentre il sole sta calando dando una sfumatura rossastra al mondo, spingi la porta di ingresso ed entri.
La camera dall'aspetto accogliente che trovi all'interno di questa piccola casa emana un profumo di fiori e forti spezie, proveniente dal fumo di alcuni bastoni di incenso in bruciatori a parete sagomati come elfi con ali da farfalla. Il fumo sembra sfumare i contorni degli oggetti e conferisce alla stanza un tocco onirico.
Le pareti sono drappeggiate con arazzi di broccato, uno che mostra una bestia nera scheletrica che fa il giocoliere con cuori umani, un altro che mostra una coppia di angeli ballare in cima a una montagna ricoperta di neve. Un terzo arazzo sulla parete di fondo raffigura un'alta figura incappucciata avvolta nella nebbia, con una spada fiammeggiante tenuta in una delle sue scheletriche mani. Diversi tappeti dai colori vivaci coprono il pavimento,ma il solo arredamento della stanza sono un tavolo di legno coperto da una tovaglia rosso brillante e diversi eleganti sedie dall'alto schienale. Una cesta coperto da un panno blu si trova sotto il tavolo.
Nella stanza vi sono altre persone, di razza ed aspetto disparato, e ricordi l'iscrizione sulla carta che recitava "altri come te saranno li."
Sul tavolo al centro della stanza vi è un foglietto, che recita:

"Grazie per essere venuto. Sono dovuta uscire per un pò, ma sarò di ritorno molto presto. Provo, accomodati pure mentre aspetti. La cesta sotto il tavolo contiene pane e bevande, serviti pure."

Siete tutti riuniti nella casa in attesa della persona che vi ha mandato il messaggio. Inserite una descrizione di voi stessi per gli altri che vi stanno vedendo, e potete interagire tra di voi mentre aspettate, fate conoscenza, insomma.

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Gavino

La stanza dove mi trovo appare strana, in qualche modo mi sento a disagio a causa delle raffigurazioni degli arazzi e dall'odore che i bruciatori spandono nell'aria, ma la mia attenzione è quasi completamente rivolta alle persone presenti all'interno.

...e questi chi diavolo sono,
penso, mentre mi avvicino lentamente alla tavola e leggo rapidamente il foglietto al suo centro, senza proferire  parola. Osservo la cesta sotto il tavolo che dovrebbe contenere la cena,  ma rimango immobile, lanciando  nervose occhiate agli altri.

Le parole sul retro della carta parlavano di altre persone interessate a Gaeden, ma il mio istinto mi dice di non fidarmi.

Scruto ognuno di loro, imprimendomi bene in mente le loro facce in modo poco educato, cercando di associare i loro volti ad un nome, mentre scosto il mantello dai fianchi in modo che tutti possano chiaramente vedere la scimitarra che pende dal fodero appeso alla cintura.

"Signori..."

saluto infine brevemente, rivolgendo un cenno con il capo  a tutti i presenti.

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Descrizione Fisica

Robusto e agile, piuttosto alto, il ventiseinne Gavino ha un aspetto abbastanza ordinario, eccezion fatta  per una lunga, sottile  treccia di capelli corvini che scende dalla fronte fino quasi al collo,  ed una profonda cicatrice verticale che deturpa il lato destro del viso.  Un lieve accenno di barba curata, riflette in parte la sua vanità interiore, ma in generale si preoccupa poco dell'aspetto fisico, anche se non ama la sporcizia.
Indossa comuni abiti da viaggiatore verdi e marroni, che coprono solo parzialmente l'armatura indossata al disotto;  la cosa che più attira l'attenzione di chi lo vede per la prima volata, oltre i profondi occhi celesti, incastonati in un viso non proprio aggraziato dalla carnagione troppo chiara, è il grosso, pesante scudo circolare di legno che porta appeso sulla schiena, da cui spuntano numerose punte, legato con lacci di cuoio che si intrecciano sul torace.
L'unica nota di colore, nel suo vestiario, è rappresentata dalla kapenia  che porta legata alla cintola,  una sciarpa di un vivido arancione su cui sembrano incise delle strane rune dorate.

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Arthur Bones

L'ambiente mi dà fastidio, non era come l'avevo immaginato. Pensavo fosse un oscuro scantinato o una casupola decadente, non un soggiorno pieno di incensi e arazzi. Leggo il biglietto, do una fugace occhiata alle altre persone radunate nella stanze, salutandole con un cenno della testa, e, a disagio, tiro fuori il mazzo di tarocchi per iniziare a mischiarlo, facendo qualche giochetto con le carte dei più elementari.

Una donna... non mi piace, mi ha già sorpreso troppe volte, prima la carta, poi la casa, con queste altri invitati, non mi sento tranquillo

Quando poi l'uomo alto e con la cicatrice sull'occhio destro si mette a fissare tutti i presenti non posso fare a meno di mettermi nel punto meno visibile, cercando di nascondere il volto. L'istinto da truffatore mi dice di allontanarmi da quell'uomo, di fuggire il più lontano possibile, eppure questa riunione è troppo importante per rinunciarvi.

 

Descrizione fisica

Poco più alto della media, magro, giovane, mostra i segni di una giovinezza nella miseria dei sobborghi di Korvosa. Non è particolarmente robusto, ma i suoi movimenti rivelano una certa rapidità. Ha particolare cura delle sue mani, con cui è solito esercitarsi nel fare giochi di carte. Porta i capelli lunghi, di un colore più scuro del biondo ma non castano, e un accenno di barba, che incornicia gli occhi scuri.
Al momento indossa un mantello con cappuccio, che non si è tolto entrando, un paio di pantaloni marroni, degli stivali e una camicia.

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Kruger

Guardo con cipiglio granitico le decorazioni del posto. Tutto fatto in legno, una vera porcheria agli occhi dei miei antenati, maestri nella lavorazione della pietra e edilizia. Con la tozza mano calluta sventolo via il fumo che quasi cerca di divorarmi turbinando dalla cintola in giú ad ogni mio passo. A vedermi si direbbe che ho una gran voglia di picchiare qualcuno Allora?! Dove é quel cane? Grigno sostenendo lo sguardo dei presenti. Già non ho di mio un buon carattere e a peggiorare le cose, pare proprio che mal sopporti l'umano. No, non quello che shaffola le carte, quello mi sta simpatico, ma l'altro, con la cicatrice sul viso, non lo posso proprio vedere. Notando i suoi occhi soffermarsi per quell'attimo di troppo sbotto innervosito Cosa cavolo guardi? Cerchi guai?

Questo tozzo nano gaudente dimostra una naturale tendenza alla guerra, in virtù della tozza muscolatura da stoico spaccamontagna qual'é, anche se a vederlo combattere é chiaro non essersi mai sottoposto ad un vero addestramento.
  Perso il retaggio degli avi sotterranei, ha reso le sue braccia tele di una fitta trama di tatuaggi geometrici che accennano la storia della sua vita. Difficili da decifrare, si intuisce il significato solo grazie alle rune terran che ricorrono più volte: Nascita, Viaggio, Destino e Morte.
  Il volto è contraddistinto da profonde rughe d'espressione, nascoste -a tratti- dalla disordinata e corta barbetta, della quale non si è mai preoccupato eccessivamente di far crescere.
  I denti, vittima del demone del bere e del tabacco, non hanno mai pace, considerando che Kruger apprezza sempre masticare qualcosa, come la radice nera di fiume o uno stelo di anice selvatico, soprattutto quando girano tempi magri.

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Gavino

Sento un minimo di  tensione allentarsi, quando il tozzo  nano mi rivolge parole infastidite, distolgo per un attimo gli occhi dai suoi, rimanendo immobile e osservando di nuovo anche gli altri nella stanza, prima di tornare a concentrarmi su di  lui; lascio che lo sguardo scorra  sui tatuaggi che ne decorano le braccia, prima di tornare a guardarlo in volto.

"di solito si, mastro nano, di solito si.........ma non oggi, non sono dell'umore giusto, non ancora perlomeno"
dico con tono tranquillo, in risposta alla sua ultima retorica domanda 
..a volte mi chiedo se sia davvero io a cercarli i guai, o loro a trovare me
Un'ingenuo sorriso di distensione  compare per un attimo sul mio volto, mentre ripenso alle lunghe discussioni avute  con amici nani durante i mie viaggi, spesso concluse con magnifiche scazzottate,  poi mi faccio di nuovo serio.

" ma il cane di cui parli" 

Faccio una lunga pausa, mentre sento la man destra involontariamente chiudersi a pugno, il corpo irrigidirsi e gli occhi saettare da una all'altra delle figure nella stanza.

Gaeden Lamm

"probabilmente interessa anche me" 

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Shal

Osservo la stanza all'interno della casa in cui mi è stato detto di recarmi. L'arredamento e lo stile del luogo sembra perfettamente adatto ad una cartomante varisiana, il che spiegherebbe la carta dei tarocchi usata per mandare il messaggio. Che il proprietario sia una donna lo si intuisce dal biglietto lasciato sul tavolo, dove stranamente mi viene detto, a me come agli altri, di attendere il suo arrivo.

Molto strano, perché lasciarci qui ad aspettare dopo averci dato un appuntamento ben preciso, e su un argomento cosi scottante?

Osservo le altre persone presenti, tutti convocati per lo stesso motivo, se devo prendere per buono quello che c'era scritto sul messaggio. Rimango in piedi un po' in disparte a mentre li osservo, cercando di valutare che tipo di persone essi siano. Fang, come suo solito, è onnipresente al mio fianco, torreggiando su di me, con le braccia incrociate e un mezzo sorriso sulla faccia.

"Signori, vi prego, è evidente che siamo tutti qui per un motivo comune. Non è il caso di creare inutili tensioni tra di noi."

Dico, con un tono conciliante e sinceramente preoccupato, vedendo le tensioni che in un attimo si sono giù create tra l'uomo con la cicatrice e il nano calvo.

"Il nano mi piace, pronto a passare all'azione!"

Dice Fang, parlando per la prima volta, ansiosa come sempre di agire

"Si, certo, ma prima dobbiamo capire chi ci ha convocato qui, e cosa ha da dirci. Non capisco perché non sia presente in questo momento, ma non possiamo fare altro che aspettare, ed in questo caso, tanto vale che ci presentiamo, visto che a quanto pare potrebbe essere che dovremo collaborare. Io mi chiamo Shallanthia, ma tutti mi chiamano Shal. Lei invece è Fang."

Dico, indicando la mia compagna dalla presenza decisamente più imponente. Fang si limita a fare un cenno col capo, squadrando gli altri, probabilmente cercando di valutarne le capacità.

Descrizione Shal

Shal è una mezz'elfa di statura non troppo alta, super appena i 160cm, ha marcate orecchie a punta che ne rivelano la discendenza elfica, ma non ha ereditato i classici occhi completamente neri tipici degli elfi. La caratteristica più lampante sono i capelli rosso fuoco, lunghi fino alle spalle. Indossa degli abiti morbidi di foggia elfica, lungo stivali in pelle e un corpetto di pelle rinforzata.
L'aspetto generale è piacevole, il viso minuto e dai lineamenti delicati la rendono piuttosto bella, lo sguardo è penetrante e la voce musicale le danno un che di affascinante. Fisicamente non è certo imponente, ma il fisico sembra tonico e ben allenato, e sembra in grado di utilizzare la lunga lancia che tiene sulla schiena.

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Descrizione Fang

Si presenta come una bella ragazza, molto alta, quasi 190cm, dall'aspetto piuttosto particolare. A guardarla è impossibile attribuirla ad una razza ben specifica, apparentemente umana ha capelli e occhi di colore bizzarro, rispettivamente arancione vivo e rosso intenso. Un paio di corna vestigiali potrebbero suggerire una discendenza thiefling, ma il resto del suo aspetto non presenta altre caratteristiche di quella razza.
Veste con abiti piuttosto appariscenti e porta una grossa spada a due mani, e dimostra di avere la forza fisica più che sufficiente per poterla usare. Ha in genere uno sguardo sprezzante di sfida nei confronti di chiunque, soprattutto chi pensa che possa minacciare Shal, alla quale tende a stare sempre ad un passo di distanza.

Immagine (non considerate le ali che non ci sono, ancora):
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Arthur Bones

Collaborare?!

"Probabilmente quel cane interessa a tutti, se il suo nome è Gaeden Lamm" esordisco, pronunciando per la prima volta il nome del nostro comune aguzzino, stando almeno a quanto dice l'invito. Mi scosto dalla mia posizione, avvicinandomi un poco al tavolo
L'umano ha puntato il nano, forse non mi ha notato, è troppo armato e somiglia troppo a una guardia, non mi piace

"Immagino che abbiamo ricevuto tutti lo stesso messaggio, scritto su un tarocco forse?" estraggo "casualmente" una carta dal mazzo e in modo teatrale la lancio sul tavolo, con la faccia rivolta verso il basso, in modo che tutti possano vedere il messaggio scritto a penna.

 

 

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Shal

"Naturalmente si."

Dico, estraendo la carta e mostrandola al resto dei presenti. Imitando il gesto del giovane seduto in disparte.

"Il nostro misterioso ospite in qualche maniera ha saputo che Gaeden ha fatto del male a tutti noi. Immagino che ognuno dei presenti abbia le sue ragioni per voler fargliela pagare, dico bene?"

Continuo, rivolgendomi al resto del gruppetto li riunito.

"Non so cosa abbia fatto a voi, e probabilmente non è importante. Conosco Gaeden bene, fin troppo bene, e non ho bisogno di prove per sapere che ha causato sofferenze ad un gran numero di persone."

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Kruger

Bene, allora saremo in cinque a fargli sputare sangue... Schiocco le nocche ascoltando le ultime parole della ragazza mezzo sangue guardando di sguincio la sua compare. Ma é il giocatore d'azzardo a catturare la mia attenzione Tarocco? A me é stato dato queso santino... tiro fuori dalla cintura un pezzo di cartoncino tutto appallottolato e sporco di vino. Su di esso é rappresentato un grillo antropomorfo, che evidentemente ho scambiato per l'icona di qualche divinità. Solo ora vedo l'invito a mangiare qualcosa. La tentazione di scoprire cosa vi sia contenuto nel baule, soprattuto tra le cose da bere. Va beh... io sono Kruger... barbasecca lo lascio ai malaerba del porto. Qualcosa da bere?

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Gavino

"Gavino"
dico presentandomi, rivolgendomi per primo a  a Kruger, mentre estraggo  dalla cintura  la mia carta dei tarocchi e la mostro agli altri tra l'indice e il medio, senza guardarla;  sposto lo sguardo dal nano, all'uomo che finora è rimasto in disparte, per passare infine  alla giovane mezz'elfa dai capelli color fuoco e alla strana "ragazza" che la segue come un'ombra,  per tutti gli dei, è più alta di me..  

Tolgo dalle cinghie dello zaino un grosso otre pieno di vino e lo avvicino alla bocca, bevendone una lunga sorsata, prima di posarlo sul tavolo vicino al nano e sedermi sulla sedia più vicina.
"di birra non ne ho,ma se dobbiamo aspettare chi ci ha fatto venire qui, questo ci aiuterà ad ingannare l'attesa"

Non mi piace per niente l'idea che qualcuno ci stia manovrando, ma se partecipare a questa farsa, con queste quattro sagome, servirà a trovare Gaedem Lamm...
 

 

 

 

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Arthur Bones

Trattengo un gemito scandalizzato nel vedere come un autentico tarocco varisiano sia stato ridotto dalle mani del nano e confuso con un santino. Ripongo in una tasca interna il mio vecchio mazzo e mi avvicino al tavolo, prendendo il cesto delle vivande e posandolo sul tavolo.
"Penso che mastro Kruger si riferisse a questo, chissà se la signora continuerà a sorprenderci con la sua ospitalità. Ah, e mi chiamo Arthur"

Per evidenziare le parole tolgo il telo blu al cesto con uno svolazzo e mi appoggio a uno schienale, attento a non dare la schiena a nessuno degli altri invitati, specialmente all'umano e alla compagna della mezzelfa.

 

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La cesta contiene pane bianco e un paio di fiaschi di vino, che seppur non di pregio, è piuttosto buono. 

Pochi minuti dopo la porta di ingresso si apre, e sulla soglia vi è una donna. E' una donna piuttosto bella di mezza età, con capelli lunghi raccolti in un fazzoletto, alla tipica maniera varisiana. E varisiani sono anche i suoi abiti.

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La donna vi osserva uno ad uno, mentre avanza nella stanza e si siede sulla sedia a capo tavola.-

"Prego accomodatevi. Il mio nome è Zellara, sono la padrona di casa e la persona che vi ha fatto radunare qui."

Dice, indicando le sedie vuote per chi non si è ancora seduto. Nelle sue mani vi è un mazzo di tarocchi, che inizia a mischiare con abilità sorprendente, e attende che tutti voi vi siate accomodati al tavolo.

 

 

 

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Kruger

Da che stavo per ridere e sbevazzare alla maniera dei beoni, al palesarsi della padrona di casa cambio subito espressione, come se questa in cui stiamo bivaccando non fosse la sua dimora e si trattasse di un'estranea che invade il nostro spazio. Poche chiacchiere zingara, dimmi dove si trova Lemm scuoto il pugno sotto il grosso naso. Troppa concitazione la mia, c'é da chiedersi se mi stia comportando cosî perché effetivamente voglio rifarmi sul nostro aguzzino oppure é la prospettiva di recuperare un po di shiver a farmi parlare.

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Gavino

L'attesa non è molto lunga, e quando la donna con i capelli raccolti nel fazzoletto, di chiare origini varisiane come me, entra nella stanza, la osservo rimanendo in disparte e in silenzio.

a tutta l'aria di essere una vera cartomante, speriamo che quello che ha da offrirci sia qualcosa di più di una semplice lettura dei tarocchi.

Il nano bofonchia qualcosa di poco rispettoso, mostrando un carattere impulsivo, e forse anche qualcos'altro, che al momento non riesco a capire, ma anch'io mi sento molto impaziente e nervoso.

Mi siedo al mio posto, come ci ha chiesto, cercando di dominare il fiume di domande che affolla la mia mente, mentre osservo le carte che tiene in mano.

"bene, vediamo di sbrigarci" 

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Artuhr Bones

Finalmente la padrona di casa si palesa, e quando tira fuori un mazzo di tarocchi identico al mio e inizia a mischiarlo con molta abilità i miei occhi saettano studiando gli abiti e i tratti della donna, finché mastro Kruger non interviene.

"Nano, mostra rispetto per chi sa come interrogare le carte e interpretare i loro messaggi!" Sbotto, poi, in tono più calmo, mi rivolgo alla padrona di casa
"Signora Zellara, come mai ci ha radunati qui?"

Cerco di non darlo a vedere, ma questa cartomante mi incuriosisce non poco, vorrei sapere fin dove si spingono le sue abilità con le carte, dal momento che ho l'impressione che sia ben più versata di me nell'interrogare i tarocchi. Mi siedo in modo più composto, osservando le carte con intensità.

Che sia in grado di rintracciare Lamm?

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