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I leoni di Albione


Darth Ronin

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Giovanni della Rovere

Livorno ci accoglie con la vitalità di una cittadina in crescita, brulicante di vita dovuta al mercato settimanale. Arrivati nella locanda ci portano nella stanza occupata da Calcaterra dico Ciao amico, ero preoccupato per te, fattelo dire: cavalcare con quella pioggia è stata una pazzia! poi ascolto cosa ha da dire aspettando che gli altri facciano prima le loro domande infine dico se ci volete far arrivare fino al regno di Castiglia vorrei sapere tutti i dettagli prima di imbarcarmi

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Giorgio Forgianti

ascolto in silenzio le parole di Calcaterra e sento aumentare la preoccupazione quando dice che dobbiamo andare a Castilla

attendo che risponda a Lorenzo mentre rifletto sulle implicazioni di questa cosa mi sembra chiaro che si tratta di qualcosa di pericoloso e forse illegale; tuttavia rifletto che un oggetto di tale valore può cambiare le sorti di Arezzo, e so che il nostro signore è sicuramente saggio e giusto

diteci i dettagli della missione, e non deluderemo Arezzo! a costo della vita!

mentre rifletto, Arno assume una faccia diversa, letteralmente, non riuscirò mai ad abituarmi! probabilmente non ho mai visto la sua vera faccia

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Veniamo condotti in una stanza al piano di sopra, dove il Calcaterra è pronto ad accoglierci. Davanti a un buon pasto ci spiega i primi dettagli della missione. Li ascolto in silenzio e, quando smette di parlare espongo la mia.

Questione urgente? Tarlati ha aspettato due anni per riavere questo misterioso oggetto.. Qualche giorno o settimana in più non gli cambierà di certo la vita.. dico, azzannando un tozzo di pane e sorseggiando del buon vino.

Ad ogni modo.. Di che oggetto si tratta? domando poi, accodandomi alle domande dei miei compagni d'arme.

Quando de la Croix si inchina e cambia volto lo osservo in un misto di ammirazione e divertimento.

Caro amico mio.. Siete davvero stupefacente.. Un giorno dovrete spiegarmi come ci riuscite.. gli dico. Quindi riempo un calice di vino e lo alzo in alto Brindo a voi e ai vostri camuffamenti, Ser de la Croix!.

Il mio volto è sorridente, rilassato. A differenza di alcuni dei miei compagni non mi sento particolarmente agitato o emozionato per la missione che ci sta per essere affidata così, a costo di apparirne disinteressato, la butto sul ridere.

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Calcaterra annuisce soddisfatto quando Arno solleva la testa rivelando un volto completamente nuovo: - È per questo che abbiamo deciso di affidarvi questo incarico: i vostri talenti individuali potrebbero esservi utili in più di un'occasione - esclama con un sincero sorriso. Poi però torna subito serio, e vi osserva uno ad uno, questa volta con un velo di preoccupazione. - Mi dispiace, ma purtroppo non posso svelarvi tutti i dettagli, in parte perchè non li so neanche io, dato che il nostro signore Tarlati è fin troppo geloso dei suoi segreti. Ma in secondo luogo, perchè temiamo che se le cose dovessero volgere al peggio possiate essere catturati e rivelare informazioni che è meglio non divulgare.

Vedete, non so bene di che oggetto si tratti, ma Furio mi ha spiegato che se venisse reso pubblico potrebbe avere pesanti ripercussioni diplomatiche. Il fatto che abbia accennato all'Inquisizione, mi fa supporre che l'oggetto in questione sia una reliquia importante. - Si volta quindi verso Paccinelli: - ​Sfortunatamente, qualcun altro è venuto a sapere di questo oggetto, questo è il motivo di tanta fretta.

Di più, però, non so, o non posso dirvi: tutti i dettagli li avrete dal nostro agente in Castiglia, una volta che sarete là. È lui ad aver individuato l'oggetto, e vi aspetta sul posto, dove ha già provveduto ad organizzare un piano d'azione. -

Calcaterra sposta il suo piatto e srotola sul tavolo una piccola ma dettagliata mappa del Mediterraneo: - Vedete, per fortuna abbiamo già alcune vie per entrare in Castiglia senza dare nell'occhio: potete immaginare da soli che non è la prima volta che dobbiamo muovere agenti della Signoria senza che si abbiano ripercussioni diplomatiche. Almeno questo è stato un vantaggio, sono bastate un paio di lettere alle persone giuste e il viaggio è stato organizzato.

Domani sera vi imbarcherete su un mercantile diretto a Marsiglia. Il mercantile non è nostro, ma trasporta diversi passeggeri, per cui non darete nell'occhio, ma vi consiglio la massima cautela una volta imbarcati, non possiamo sapere se ci siano spie o altri agenti che vi seguono. Abbiamo fatto tutto molto rapidamente, quindi si spera di no, ma è meglio non affidarsi troppo alla sorte.

Una volta a Marsiglia, dovete recarvi dal contabile della dogana: anche egli è al nostro soldo, e vi farà imbarcare su un peschereccio per la costa castillana. L'oggetto è stato localizzato in una cittadina nell'entroterra di Tarragona: voi sbarcherete a Vilanova i la Geltrú, un paese tra Barcellona e Tarragona. In questo paese ci sono due locande, in una di queste troverete il nostro agente. Non vi faccio il nome della locanda, sempre per le ragioni di sicurezza di cui vi parlavo prima, ma il tarlati ha detto che sicuramente riconoscerete l'agente. Sarà lui a condurvi al paese di destinazione, e a spiegarvi tutto nei dettagli.

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Ascolto e soppeso attentamente ogni singola parola del Calcaterra, rimanendo non poco indispettito dallo svantaggioso rapporto informazioni/pericolosità della missione.

Ehi Biagio.. Aspetta un attimo, non fare il bischero! Ci stai dicendo di recarci in Castiglia in via non ufficiale, per incontrare non si sa bene chi, non si sa bene dove per recuperare non si sa bene cosa... Il tutto farcito dal rischio di essere catturati e imprigionati... Inquisizione dici? Quelli prima ti bruciano e poi ti fanno le domande! Voglio almeno sperare che il compenso sia adeguato! concludo alquanto contrariato.

Sebbene la mia indole anarchica abbia preso il sopravvento, avverto crescere dentro di me una sorta d'eccitazione. Da giovane ho molto studiato la storia e l'idioma castilliano, ma non ho mai avuto il piacere di viaggiare e conoscere quelle terre calde e lontane. L'idea di infiltrarmici in una missione importante quanto pericolosa dopotutto non mi dispiace, soprattutto dopo un lungo periodo passato ad annoiarsi su quella dannata collina nei pressi di Volterra.

Cioè.. Non voglio dire che noi ci stia.. Ma al meno spero che il nostro signore sia riconoscente! aggiungo, con tono della voce più remissivo.

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Federigo, purtroppo questa non è una cosa che si impara dico divertito mentre torno al mio aspetto "normale".

Dopo che Biagio ci ha dato più dettagli, rabbrividisco nel sentir parlare dell'inquisizione; come sempre purtroppo mi abbandono a cattivi pensieri.

Sicuro di non poterci dare più dettagli? In ogni caso immagino che il compenso sarà adeguato come sempre, speriamo solo che vada tutto bene.

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"Ne siete proprio sicuro messer Arno? Mi piacerebbe smentirla un giorno" affermo rivolgendomi ad Arno con uno sguardo misto tra il divertito e lo scherzoso, poi tornando piu' serio "codesto mondo è colmo di "cose che si imparano", serve solo la giusta dovizia e costanza nello studio.." Penso che se mi dovesse capitare una "certa" pergamena tra le mani, non dovrebbe esser molto difficile emulare Arno.

Ho seguito con attenzione le indicazioni di Biagio e mi rendo conto che per Tarlati si tratta di qualcosa davvero importante se ha organizzato tutti questi contatti in pochi giorni. Appena Calcaterra nomina l'Inquisizione acciglio lo squardo e non posso fare a meno di pensare che il signore di Arezzo abbia un certo conto aperto con quella setta, ricordo bene le circostanze della mia liberazione dalla pena di eresia.. Non mi dispiacerebbe affatto dare uno smacco a quei fantomatici preti.

Tuttavia la possibile presenza di una Reliquia accende fortemente la mia curiosità: "Ma torniamo a noi, a quanto pare Tarlati ha organizzato il tutto in maniera abbastanza puntuale, anche se, al solito, si è mantenuto piuttosto "abbottonato". Ad ogni modo son d'accordo con i miei colleghi, dietro il giusto compenso, io mi rendo disponibile per questo recupero." Fingo di soppesare quanto possa valere un'incarico del genere, ma in realtà penso fra me e me che accetterei la missione anche senza ricompensa, visitare la Castiglia e scoprire qualcosa su questa reliquia rappresenterebbe per me un'enorme soddisfazione.

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Giovanni della Rovere

Rimango silenzioso ad ascoltare Biagio e le obiezioni dei miei compagni si siamo persone estremamente diverse, riusciremo in questa impresa? poi esordisco Vedo che avete messo molto impegno nell'organizzare la cosa... dico pensieroso ripeto non mi piace questa segretezza, potete almeno dirci contro chi stiamo andando? Chi possiede quest'artefatto? Io non mi preoccuperei troppo della ricompensa vorrei solo sapere che non ci state mandando a morire in una terra straniera!

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Giorgi Forgianti

ascolto attentamente il piano di Tarlati come al solito il nostro signore si dimostra abile a saggio, sarebbe un ottimo sovrano di Arcadia

ascolto i miei compagni insistere e intervengo

signori, se nemmeno Calcaterra è a conoscenza dei dettagli un motivo c'è, io sono pronto a partire anche subito visto che i discorsi sulla ricompensa non mi interessano so che il vero premio è aiutare Tarlati e poi di soldi ne ho anche troppi

nessuno pensa che tra di noi ci siano traditori; ma non sappiamo cosa si è disposti a rivelare sotto tortura ed meglio evitare rischi inutili

poi mi concentro sul cibo, immaginando un altro periodo di pasti scarsi; sono ansioso di capire cosa stiamo per fare, ma riconosco che e meglio parlarne a Vilanova

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- Giusto, il compenso - Calcaterra si alza di scatto dalla sedia e con passo svelto si avvicina ai suoi abiti da viaggio, appesi ad un piolo di legno infisso ad una parete, e da una grossa bisaccia tira fuori due pesanti borselli e li appoggia sul tavolo, accanto a voi. Poi, dall'interno della sua veste, estrae un busta con un vistoso sigillo rosso: - In totale sono cinquecento dobloni castillani, più questa lettera di credito emessa dalla banca fiorentina. Dato che il viaggio è già completamente organizzato non dovreste avere spese, ma questo denaro dovrebbe coprire eventuali imprevisti. -

Calcaterra torna quindi a sedersi, prima di continuare: - Purtroppo, torno a ripetervi che non ho maggiori dettagli da darvi, poichè anche io ne sono all'oscuro. Come ha appena detto il nostro caro Forgianti, il timore del nostro signore non è tanto che qualcuno dei qui presenti, me compreso, possa essere un traditore, quanto piuttosto che informazioni preziose possano essere estorte con la forza. Se non sapete cosa dovete recuperare, nè in quale città si trovi, non potrete rivelare in alcun modo dettagli preziosi. - Biagio si schiarisce la voce, fa un lungo sospiro, poi riprende accigliato: - Mi scuso con voi per la franchezza, penserete che sono cinico e non posso darvi torto, ma il fatto è che se voi doveste fallire, avremo la possibilità di inviare un secondo gruppo, senza che l'operazione venga compromessa. - Quindi, cercando di tornare sorridente, solleva il calice verso di voi : - D'altro canto, il nostro signore Tarlati vi ritiene più che all'altezza di questo incarico. La missione è stata pianificata in realtà da parecchio tempo, il nostro agente in Castilla ha osservato a lungo il posto dove dovrete agire e ci ha assicurato che se farete come suggerisce non ci saranno problemi, e nel giro di un paio di giorni potrete tornare a casa. Purtroppo, si è verificato un evento, solo marginalmente correlato a questo famoso oggetto, che ha reso il caro Furio nervoso e soprattutto frettoloso... e voi dovreste sapere come è fatto, quando decide di agire esige che tutto venga fatto il prima possibile e senza tergiversare.

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Sorrido beffardo alla spiegazione di Calcaterra, scuotendo la testa, per poi scoppiare in una sonora risata quando Biagia alza il calice e brinda a noi.

Son tutti uguali i potenti.. Tutti figli di buona donna.. Furio compreso! dico, sforzandomi di smettere di ridere.

Un oggetto di valore l'è più importante della vita di cinque fidati omini alle sue dipendenze! il mio viso è sorridente, le mie parole sibilline.

Avete capito ragazzi? C'è da stare tranquilli! Se noi fallissimo l'è già pronta una seconda squadra! Non temete, il Tarlati alla fine riuscirà ad averlo il suo gingillo.. Lui non l'ha preparata una seconda squadra per venirci a pigliarci però.. Noi possiam venir torturati e bruciati! aggiungo, voltandomi verso i miei compagni.

Bevo un lungo sorso di vino, facendo cadere nel silenzio la sala. Poi riprendo a parlare, questa volta serio.

Biagio.. Dica pure al nostro signore che ha la sua squadra e che non falliremo.. Non ci teniamo per niente ad esser messi al rogo!

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Non esagerare, Federigo! mi rivolgo in tono molto serio al mio compagno, anche se in realtà il fatto di aver già una seconda squadra pronta nel caso di un nostro fallimento, non fa presagire niente di buono. Con i miei trascorsi ed il mio retaggio, penso che non sia il caso di finire nelle mani dell' Inquisizione. Per il solo fatto di esistere rappresento un problema per molti, come rappresento un utile strumento per altri.

E poi, non avremo bisogno di una squadra di soccorso. Se il tempo previsto per la missione è di due giorni, considerando qualche imprevisto, potete star sicuri che tra una settimana saremo riuniti a banchettare ad Arezzo!

Cerco come sempre di alzare il morale del gruppo, anche se questa volta sono piuttosto preoccupato, ma in fondo dissimulare è la mia natura.

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Suvvia signori, inutile pensare al peggio! Vediamo se siamo in grado di far pentire il signorotto che ha rapinato il nostro Tarlati e vedremo bene che quest ultimo troverà sicuramente un modo per ricompensarci adeguatamente. Dal canto mio poi, a dirla tutta, credo di aver più paura della traversata in mare che di questo ladruncolo, speriamo che la nave che il buon Biagio ha scelto per noi non sia una bagnarola, con i temporali di questi ultimi due mesi speriamo che non sarà un viaggio parecchio movimentato in questo momento non mi lascio intimorire dai probabili pericoli ho il pensiero fisso a questa rreliquia e nonvedo l'ora di poterla studiare attentamente..

che dite allora? Brindiamo alla nostra partenza?

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Giorgi Forgianti

alla nostra partenza? io brindo alla nostra missione e al nostro successo! rispondo a Lorenzo prima di cominciare a gustarmi il vino Livornese

non esprimo commenti alle affermazioni di Fedrigo, ormai ho imparato a ignorare la sua infima prospettiva della vita e mi limito ad un risata trattenuta nel sentire tanto egoismo

e brindo anche a tarlati il giusto! e ad Arezzo!

questo ultimo brindisi è quasi una sfida agli insulti di Fedrigo

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Alzo pure io il bicchiere e sorrido divertito al brindisi del Forgianti.

A Tarlati, il giusto!! ripeto con un pizzico di malizia nella voce. Non intendo creare polemica con Giorgio, ma raccolgo volentieri la sua provocazione e decido di dargliela vinta con un pizzico di ironia.

E alla riuscita della missione! aggiungo poi Del resto con le lame del Forgianti e del Della Rovere dalla nostra, stiamo in una botte di ferro! il mio tono è ora sincero. Nonostante le divergenze di vedute, nutro grande stima del nano sul campo di battaglia e non vorrei averlo come avversario in battaglia per nulla al mondo.

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Vilanova i la Geltrú, Castilla meridionale.

Vista dal mare, la cittadina di pescatori ha un aspetto pittoresco e tranquillo. Mentre il sole albeggia e l'equipaggio del peschereccio si appresta ad attraccare al piccolo porticciolo, il capitano vi indica il tozzo bastione che sta di guardia alla città. Vi spiega che ospita solo qualche guardia, inviate dal signore di Tarragona, ma che si limitano a vigilare svogliatamente sul porto. Di per se Vilanova è così insignificante da non aver bisogno neanche di mura di protezione: non conosce minacce esterne, e i pochi problemi interni, più che altro risse tra ubriachi e di tanto in tanto qualche questione di gelosia, vengono risolti dalla consorteria del pesce, che ha un po' di uomini armati proprio per queste faccende. A parte la pesca, il paese vive di piccole botteghe e di alcuni uliveti che scorgete sulle basse colline alle spalle di Vilanova.

Attraccate dopo pochi minuti, insieme ad altri pescherecci che si apprestano a scaricare il frutto di una nottata in mare; la quiete dell'alba inizia lentamente a riecheggiare del vociare tipico di ogni porto. Una volta sbarcati, vi guardate in giro studiando la situazione: a quanto pare, l'intera attività di Vilanova ruota attorno al piccolo porto, a cui è collegata la piazza principale del paese, che si trova un paio di centinaia di metri più all'interno. Le botteghe più importanti sono tutte qui attorno, mentre nei pressi del bastione si trova uno stallaggio per ospitare i cavalli dei pochi viaggiatori di passaggio.

Quando vi accomiatate dal capitano del peschereccio, vi spiega che le uniche due locande del paese si trovano entrambe sulla piazza cittadina; dopo i saluti, vi incamminate senza che nessuno presti attenzione a voi, e in men che non si dica vi trovate a destinazione. Non impiegate molto a riconoscere le due locande; stranamente, nessuna delle due ha un'insegna con un nome, ma da subito capite che sono immediatamente riconoscibili.

La prima, la più attraente, ha preso il posto di quello che probabilmente un tempo era il palazzo del municipio: durante il viaggio da Marsiglia vi è stato spiegato che il borgomastro del paese ormai risiede quasi esclusivamente nella sua villa fuori da Vilanova, ragion per cui gli affari del paese sono gestiti più che altro dagli anziani della consorteria. Al posto del municipio, un palazzo di tre piani con la facciata decorata e dai vistosi tendaggi rossi, si trova ora la locanda più frequentata, nonchè il bordello locale; a quest'ora del mattino sembra vuoto e deserto, ma i pescatori con cui avete viaggiato vi hanno spiegato, tra occhiate ammiccanti e risate sguaiate, che nel tardo pomeriggio si anima parecchio, fino all'ora in cui le imbarcazioni devono prendere il largo.

Dalla parte opposta della piazza si trova invece la seconda locanda: un edificio ben più anonimo, identificabile solo per le botti allineate all'esterno, ma soprattutto per l'ottimo profumo di pane appena sfornato e di pietanze succulente già sul fuoco di buona mattina.

Se la prima locanda è il posto dove andare a divertirsi, questa è sicuramente quella dove mangiare bene e restare tranquilli.

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Giorgio Forgianti

viaggiamo verso Castilla, il tragitto è tranquillo e posso riposarmi e prepararmi alla missione

finalmente arrivati a Vilanova mi accorgo di non sapere in quale locanda si trova il nostro alleato, ma mi basta un'occhiata per scegliere

stanziamoci lì dico indicando quella più anonima meglio passare inosservati, e se non c'è quello che cerchiamo, facciamo una visita all'altra

poi penso alle voci su quel posto

che posto! prostitute, pescatori infedeli e chi sa cos'altro! anche in regni così lontani c'è la stessa decadenza morale

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Finalmente arriviamo in vista della nostra meta e, sul ponte della nave, mi sgranchisco mentre osservo l'insignificante paesino nel quale siamo capitati.

Sbarcati dalla nave ci dirigiamo nella piccola piazza centrale e localizziamo subito le due locande di cui Biagio ci aveva parlato. Osservo con sguardo malizioso la locanda dove ci hanno detto esserci il bordello locale, poi abbasso lo sguardo e rispondo alle affermazioni del nano.

Per una volta mi trovo d'accordo con quanto detto dal buon Forgianti! Sicuramente il nostro uomo sarà in quella topaia laggiù.. Purtroppo.. dico, con un pizzico di amarezza nella voce.

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La traversata marittima trascorre senza alcun problema, sbarchiamo in questo paesino piuttosto scialbo, nulla a che fare con la ridente Livorno.. Ci guardiamo un po in giro, camminiamo lungo le banchine del porto fino a giungere alla piazza del paese dove possiamo osservare un po di movimento e notare le due locande.

Sono d'accordo con voi, proviamo a cercare il nostro agente nella locanda piu' in ombra, non credo che abbia poi cosi voglia di mettersi in mostra, nondovessimo trovarlo, faremo un salto nell'altra locanda domattina..

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