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I leoni di Albione


Darth Ronin

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@tutti

Spoiler:  
Considerate pure che avete una mappa dettagliata di Toscana, Umbria e Marche (praticamente del territorio tra Tirreno ed Adriatico e tra Emilia Romagna e Lazio) e una più generica d'Italia

@ Lorenzo Castaldi e Fedrigo Paccinelli

Spoiler:  
Le due strade sono più o meno lunghe uguali, in entrambi i casi impiegherete più o meno un giorno e mezzo, contando le soste e senza viaggiare di notte. Sapete che le zone sono relativamente tranquille, perchè sotto il controllo di Firenze e quindi vostre alleate, anche se sporadicamente si può correre il rischio di imbattersi in briganti e fuorilegge. La strada collinare è la meno trafficata, quindi se da un lato potete evitare di incontrare altri viaggiatori, è anche più probabile incontrare malviventi. La strada costiera è decisamente più sicura, ma sicuramente incontrerete molti altri viaggiatori.

A meno di non voler dormire all'addiaccio, dovrete prevedere una sosta dalle parti di Cecina, se andate verso il mare, o di Ponsacco, passando dalle colline. Ovviamente potete fare delle deviazioni, ma rischiate di allungare il tragitto.

@Giovanni della Rovere

Spoiler:  
Sai che i territori che attraverserete una volta appartenevano a Pisa: ora Pisa è controllata da Firenze, ma fino ad una cinquantina d'anni fa erano rivali. Anche se ufficialmente i pisani sono vostri alleati, non è insolito che gli abitanti dei paesi più piccoli provino ancora un certo risentimento verso Firenze, e di conseguenza verso Arezzo.
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Allora vada per la strada piu' breve attraverso le colline, altrimenti potrebbe anche capitare di rimanere imbrigliati nel traffico lungo la litoranea a causa di qualche carovana impantanata.. che dite siete d'accordo?

Affermo abbastanza sicuro conscio di avere come colleghi degli esperti soldati che non si lascerebbero certo intimorire dal primo ladruncolo che passa.

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Giorgio Forgianti

la strada più breve è la migliore, io vado a prepararmi, ditemi quando avete organizzato il tragitto detto questo esco e vado a raccogliere le mia cose e a preparare il pony

non sono per niente tranquillo, le missioni segrete mi preoccupano e la fretta di Calcaterra mi sorprende tanto; comincio a pensare che possa esserci di più in questa storia di quanto abbia mai vissuto. Forse è l'occasione di gloria che aspettavo da tutta la vita. credo che non dormirò molto stanotte

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Allora vada per la via più breve tra le colline.. Procedendo di buona lena per tutto il giorno dovremmo riuscire a giungere a Ponsacco per la notte!

dico, finendo di contemplare la mappa.

Deciso il tragitto da seguire l'indomani inizio a riordinare la mia roba, quindi vado a dormire.

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Data l'urgenza, concordo con la strada più breve, buonanotte.

Rimango ancora un po' ad osservare le mura di Volterra, dopo di che finisco di preparare le mie cose e vado a dormire, come sempre con il bracciale di cuoio col pugnale nascosto sempre indossato, non si sa mai.

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Come concordato, siete in partenza l'indomani all'alba.

Solo un livido chiarore, e il canto di un gallo in distanza, suggeriscono che la notte ha infine ceduto il passo ad un nuovo giorno. Pesanti coltri oscurano il cielo, e la pioggia ha ricominciato a cadere con rinnovato vigore: sicuramente questo viaggio non parte con i migliori auspici, o per lo meno con le condizioni più favorevoli.

Le sentinelle di ronda attorno all'accampamento non si curano di voi e vi lasciano passare, d'altronde sono abituate a vedervi lasciare spesso il campo per ricongiungervi al contingente di Arezzo, e anzi notate che gli uomini di guardia sono molto meno di quanti dovrebbero essere. Sicuramente in molti hanno deciso che non valeva la pena stare in piedi sotto l'acqua e hanno trovato un riparo, ma non dubitate che alcuni possano aver deciso di disertare.

Come prevedibile, le condizioni delle strade sono pessime, e il viaggio è molto più lento di quanto preventivato: sebbene aveste previsto di raggiungere il villaggio di Ponsacco prima di sera, è solo dopo l'imbrunire che riuscite a raggiungere la prima meta del vostro itinerario. Infatti, di tanto in tanto vi imbattete in tratti di strada impraticabili, oltre ad un torrente le cui acque ingrossate a causa delle piogge hanno travolto il ponte, costringendovi quindi a compiere delle lunghe deviazioni.

L'unico lato positivo è che le strade sono completamente deserte: non vi imbattete in nessun viaggiatore, ma al tempo stesso sembra che il maltempo abbia fatto desistere anche eventuali malintenzionati.

Solo quando siete in vista di Ponsacco finalmente l'acquazzone accenna diminuire, riducendosi ad una debole pioggerellina. Ormai è sera inoltrata, per le strade del piccolo centro si aggirano solo le ultime persone che si sono attardate nelle loro botteghe. raggiungete senza problemi l'unica locanda del paese: non si può certo dire che la gente del luogo sia particolarmente cordiale, ma nessuno vi infastidisce o vi crea problemi. Sistemate i cavalli nelle stalle e vi rifocillate accanto ad un accogliente camino, prima di andare a dormire, spossati più per la pioggia che per la cavalcata.

L'indomani indossate i vostri vestiti, ancora leggermente umidi dal giorno prima, e dopo aver fatto una frugale colazione vi preparate a ripartire: la pioggia sembra finalmente aver deciso di concedere una tregua, anche se all'orizzonte continuano a stagliarsi pesanti nubi temporalesche.

Ad ogni modo, la seconda tappa del viaggio è decisamente più agevole: non incontrate intoppi, e verso metà mattinata lo sterrato cede il passo ad una strada lastricata. Vi lasciate alle spalle alcune piccole borgate, e passate alcuni carretti carichi di merce diretti come voi verso Livorno.

Le campane hanno da poco rintoccato mezzogiorno, quando finalmente raggiungete le mura di Livorno; una guarnigione armata sta di guardia alle porte della città, ma lasciano transitare tutti i viaggiatori, salvo i carri con mercanzie che vengono fermati per pagare la dovuta gabella.

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Giovanni Della Rovere

Il viaggio sembra durare una vita, la pioggia ci accompagna per tutto il primo giorno rendendo difficile comunicare, non che ce ne sia bisogno non incontriamo nessuno degno di nota e come Calcaterra ci aveva chiesto arriviamo alle porte di Livorno per mezzogiorno. Felice di esser giunto a destinazione smonto da cavallo per portarlo un po a briglia Finalmente Livorno! Non vedo l'ora di mangiare un bel piatto di cacciucco! Qual era la locanda di Biagio? chiedo ai miei compagni.

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Lorenzo Castaldi

Finalmente l'aria salubre della costa allieta un po' il viaggio, la pioggia di questi due mesi è stata davvero spossante e il soggiorno anche in una semplice locanda come quella di Ponsacco mi ha messo un p' di buon umore. Il viaggio non è stato poi così male ed una bella cavalcata mi serviva proprio per riprendermi dalla stanca di tutte queste settimane di assedio. Avvicinandoci alle porte delle mura noto il discreto traffico di merci e penso che come al solito la città se la passa abbastanza bene sotto il profilo economico, quanto meno all'apparenza.

E caciucco sia, Giovanni. Intanto vedo una guarnigione alle porte, non abbiamo nulla da dichiarare quindi non dovremmo avere problemi. Biagio ci aspetta alla Locanda del Mare, potremmo chiedere ai soldati di guardia come arrivarci.

@tutti

Spoiler:  
Una volta arrivati alla guarnigione, se prima nessuno di noi sa dove sia la locanda, mi rivolgo alle guardia: "Buondì messeri, potrebbero lor signori spiegarci cortesemente la via per giunger alla Locanda del Mare, avremmo proprio voglia di gustar un buon Caciucco
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Giorgio Forgianti

come temevo, il viaggio è lungo e faticoso per colpa di una pioggia che sembrava non finire; mentre viaggio continuo ad immaginare cosa possa richiedere tanta urgenza, ma non riesco a pensare a nulla, se non che siamo stati scelti per qualcosa di importante

arrivati alle porte sospiro sì, chiediamo a questi uomini, anche se dubito che ci sarà molto tempo per il riposo una volta alla locanda: siamo qui per partecipare a qualcosa di grosso!

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Lo scomodo viaggio procede senza intoppi, anche se la pioggia mi costringe a vagare nei miei pensieri, sia per la scarsa comunicazione che posso avere coi miei compagni, sia per passare il tempo. Mi ritrovo, purtroppo e troppo spesso, a pensare al passato. I dubbi e le ipotesi sulle cose che ho visto 15 anni fa mi hanno sempre fatto visita, sia in sogno che nei pensieri di tutti i giorni, ma mai così di frequente come in questo periodo. Finalmente giungiamo nei pressi di Livorno ed ora la curiosità e la preoccupazione sui fatti presenti prende il sopravvento sui cattivi pensieri.

Speriamo che queste guardie ci sappiano indicare la strada giusta.

Rivolto a Giorgio aggiungo: Non ti angosciare prima del tempo, mastro mano. Ieri sera non hai quasi toccato il boccale, non è da te! Prendi esempio dal castaldi e da della rovere, che di fronte ad un compito importante pensano al cacciucco! Il tono è chiaramente scherzoso, per cercare di tirar su il morale, dopo questo viaggio sotto la pioggia ed in vista dell'incarico importante.

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Quando abbandoniamo a cavallo l'accampamento nei pressi di Volterra mi compare in viso un sorriso soddisfatto. Non vedevo l'ora di andarmene da quella m***a di accampamento e, probabilmente, ora avremo qualcosa da fare di meno noioso. Non appena ci lasciamo alle spalle quella maledetta collina se ne va anche quel fetore di morte alla quale i nostri nasi si erano ormai assuefatti. Respiro a pieni polmoni l'aria umida e fresca, assaporando l'odore della pioggia.

Dopo circa una mezz'ora di marcia mi metto ad armeggiare con lo zaino e ne estraggo un vecchio stendardo sgualcito e rovinato dalle intemperie. Sotto lo sguardo sorpreso dei miei compagni lo dispiego, rivelando le insegne fiorentine. Spiego di come, durante la notte passata, lo abbia preso "in prestito" all'esercito di Firenze. Se cavalcheremo con le insegne fiorentine, eventuali briganti potrebbero desistere dall'attaccarci incidentalmente! spiego, come per giustificare il mio gesto.

Il viaggio procede tranquillo anche se reso pessimo e pesante dal forte mal tempo.

Quando alla mezza del giorno seguente arriviamo finalmente in vista delle mura di Livorno non posso che sospirare rincuorato.

Non credo sia necessario chiedere a quelle guardie.. Biagio ci ha detto che la locanda si trova sotto la torre campanaria.. dico, scrutando i profili della città in cerca di quel punto di riferimento.

Poi, voltandomi verso il nano, rispondo al suo commento: Affare grosso o meno, non ripartirò da Livorno prima di domani mattina, messer Giorgio! Siamo stanchi e sporchi.. Qui ci vuole un bel caciucco come propongono Della Rovere e Castaldi e un bel bagno caldo. Senza contar che i bordelli nelle città marittime sono tra i migliori! concludo, strizzando l'occhiolino.

@dm

Spoiler:  
Osservare +3, cercare +9 per trovare la torre campanaria.
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Giorgio Forgianti

sorrido alle affermazioni di Arno forse è vero che mi preoccupo troppo? anche se sono tutti degli ottimi compagni nelle missioni non ho mai percepito interesse nel divertirmi con loro, forse è per questo che mi dedico totalmente al lavoro: perché sono diversi? mi è sempre stato detto di diffidare dai diversi, come quei cangianti, ma forse sono troppo distaccato

volevo solo avere indicazioni più precise rispondo a Fedrigo, così arriviamo prima e puoi passare più tempo nei bordelli mentre noi lavoriamo

non appena dico questo mi accorgo che ricomincio a provare distacco quindi mi avvicino ai soldati della guarnigione per chiedere chiarimenti sul percorso

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Giorgio Forgianti si distacca dal gruppo e si incammina verso il gruppo di guardie; vedendolo avvicinare il comandante, un elfo sul cui volto le intemperie e l'aria di mare hanno scavato profonde rughe, al punto da farlo assomigliare più ad un umano, si separa dai suoi commilitoni e gli va incontro. Mentre parla vi squadra con attenzione, tentando di indovinare le vostre intenzioni: non trovando in voi nulla di sospetto, vi lascia entrare in città, dopo avervi dato le indicazioni che vi servono.

Il percorso per raggiungere il porto e la relativa torre campanaria è abbastanza semplice e breve, del resto Livorno è ancora una piccola cittadina. Tuttavia, come tutte le città portuali, anche qui vi è una gran quantità di gente, e le strade sono affollate al punto che spesso vi trovate imbottigliati e dovete aspettare che la via si liberi. Di tanto in tanto notate alcune guardie cittadine appostate in punti nevralgici della città, ma tutto sommato direste che la situazione è tranquilla.

Vi occorre circa mezz'ora per raggiungere la piazza principale di Livorno, dove si sta tenendo il mercato cittadino, e da lì è un attimo trovare la strada che conduce al porto. Iniziate a sentire il tipico odore di salsedine mischiata a catrame, quando sollevando gli occhi al cielo scorgete chiaramente la torre: proprio in quel momento, sentite la campana battere un secco rintocco. L'ampia banchina del porto ferve di attività: ora che il maltempo sembra essersi calmato, si corre a riparare i danni lasciati dalla pioggia e dal vento. Alcuni mercantili, rimasti probabilmente ormeggiati più a lungo del previsto a causa delle condizioni del mare, stanno ultimando il carico, apprestandosi a partire il prima possibile. Buona parte dei moli destinati ai pescherecci sono vuoti, sicuramente anche queste piccole imbarcazioni hanno dovuto restare alla rada e subito hanno approfittato della calma per prendere il largo.

Lungo tutta la banchina ci sono molte bancarelle, dove oltre a pesce fresco potete trovare spezie e altre mercanzie più o meno esotiche. Guardandovi in giro non potete fare a meno di notare qualche faccia sospetta: un paio di mocciosi osservano con troppa attenzione le scarselle legate alla cinta di mercanti e viaggiatori proprio davanti a voi, mentre gli occhi avidi di numerosi perdigiorno assiepati all'imbocco degli stretti vicoli attorno al porto scrutano la situazione in cerca di facili prede. Qua e là vedete dei capannelli dove tre o quattro ragazze in abiti succinti offrono la loro "mercanzia", vigilate da energumeni dal volto sfregiato.

La Locanda del Mare si trova, come vi aveva detto Calcaterra, a pochi metri dalla torre. È un edificio a due piani dall'aspetto tozzo e sgraziato: le pareti sudicie non gli danno un aspetto invitante, ma il via vai di gente che entra ed esce, il vociare all'interno e soprattutto l'invitante profumo di cibi appena cucinati lascia intendere il contrario. Il locale è pieno di gente, nella cacofonia generale riconoscete diverse lingue diverse, a loro volta parlate in dialetti a volte hanno ben poco a che spartire anche se vengono dalla stessa regione; ci sono persone di ogni ceto sociale, dai manovali ai mercanti, dalle guardie cittadine a riposo a ruffiani in cerca di facile guadagno. Al piano di sopra si trova una ampia balconata, anche quella piena di persone, e intravedete le porte in legno di alcune camere.

Nessuno pare notare il vostro ingresso, e per fortuna, appena entrate, un gruppo di persone si alza e lascia libero un tavolo proprio a poca distanza dal camino acceso.

Per il momento, non vedete traccia di Calcaterra.

@Fedrigo

Spoiler:  
Dalle porte della città è impossibile vedere la torre campanaria, perchè è troppo distante e ci sono molti palazzi alti e altre torri, ma appena arrivate in prossimità del porto la distingui senza problemi

@Tutti

Spoiler:  
Se prima di entrare nella locanda volete fare degli acquisti alle bancarelle o al mercato ditemi cosa cercate e vi do il prezzo
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Giorgio Forgianti

mentre cammino per la città osservo i presenti nella piazza noto che si riconosce una gran quantità di gente poco raccomandabile, decido che preferisco non attardarmi troppo in queste strade

appena arrivati alla locanda noto con rammarico che Calcaterra non si trova lì possiamo sederci in quel tavolo e aspettare dico indicando i posti appena liberatisi

SPOILER]se riconosco il locandiere ci presento come attesi da Calcaterra e gli chiedo se è già arrivato e ci attende

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Osservando i ladruncoli che adocchiano le borse, non posso fare a meno di ripensare alla mia infanzia nella periferia di Avignone; anche io ho vissuto così gran parte della mia giovinezza. Quando entriamo nella locanda mi siedo al tavolo indicato da giorgio.

​Certo, e che cacciucco sia! Sono curioso di scoprire cosa ci sia in serbo per noi, ma a pancia piena si sta meglio!

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Camminare per le strade di Livorno mi risolleva il morale. Osservo con attenzione la moltitudine di persone che vi si aggira; individui dei più svariati ceti sociali, livornesi e non, provenienti da chissà quali lidi lontani.

Alla vista dei piccoli ladruncoli mi sfugge un sorriso. Per un attimo sono tentato di andare da loro, per insegnargli qualche trucchetto appreso da ragazzo. I ricordi di giorni ormai lontani riaffiorano nella mia memoria e vengo pervaso da un senso di malinconia.

Solo la vista delle piacenti "signorine" livornesi mi riporta al presente. Passando poco distante da una di esse particolarmente piacente, le stringo l'occhiolino.

Giungiamo infine alla nostra destinazione. Esteticamente la locanda lascia poco a desiderare, ma, nonostante il mio retaggio nobile, sono abituato a posti ben peggiori. L'interno si presenta sicuramente meglio: caldo, accogliente e pervaso dagli invitanti profumi delle pietanze appena cucinate.

Il Forgianti è il primo ad adocchiare un tavolo libero, così lo seguo pure io e mi metto a sedere comodamente su una sedia.

In attesa che qualcuno venga a prendere le ordinazioni mi osservo intorno.

@DM

Spoiler:  
Osservare +3/ ascoltare +4 per vedere se noto qualche cliente particolare o se sento qualcosa di interessante nelle conversazioni intorno a noi.
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Poco dopo che vi siete sistemati un ragazzino sui 12 anni arriva di fretta a ripulire il vostro tavolo con uno straccio bagnato, seguito subito dopo dal locandiere. Rimane un attimo sovrapensiero alla vostra domanda, ma dopo averci pensato un attimo risponde con convinzione: - Ahh, capisco, voi dovete essere i signori di Arezzo. Un signore distinto è giunto qui ieri mattina, e mi ha detto che oggi sarebbero giunti cinque viaggiatori da Arezzo. Non mi ha detto il suo nome, ma vi ha descritto con grande precisione. Prego, se volete seguirmi, vi sta aspettando in una delle nostre camere al piano superiore - .

Detto questo vi fa strada tra la folla e vi accompagna fino al piano superiore; giunti di fronte ad una porta in pesante e robusto legno bussa rumorosamente e senza aspettare risposta vi fa entrare, seguendovi a sua volta.

La stanza è ampia e calda, ma scarsamente illuminata. Solo una lama di luce filtra attraverso le imposte serrate delle finestre, per il resto l'illuminazione è frutto di una dozzina di grosse candele. Al centro della stanza vi è un grosso tavolo, a cui è seduto Calcaterra, chino su alcune mappe e altri fogli scritti; al vostro ingresso si desta dai suoi pensieri e vi viene incontro sorridente. Dopo avervi salutato uno ad uno, vi chiede cosa volete mangiare; l'oste, che fino ad ora aveva atteso in disparate, scatta a preparare le ordinazioni.

Calcaterra vi fa accomodare al tavolo, e vi versa del buon vino da una caraffa; in attesa che l'oste ritorni con il cibo parla del più e del meno, e solo quando le libagioni sono servite finalmente diventa serio e inizia a parlare delle questioni importanti.

- Innanzitutto, vi chiedo scusa per il disturbo e il viaggio improvviso, ma come vi ho accennato di tratta di una questione urgente che non può essere rimandata. Dovete sapere che un paio di anni or sono un oggetto di una certa importanza è stato sottratto al nostro signore. Purtroppo all'epoca non siamo riusciti a rintracciarlo in tempo, e questo è passato di mano in mano finché non ne abbiamo perso le tracce. Ora sembra che sia riapparso: non ne siamo sicuri al cento per cento, ma crediamo che si trovi in una cittadina nel sud di Castilla. Noi vorremmo che vi recaste là e lo recuperaste, possibilmente con una certa discrezione .- il modo in cui la voce di Calcaterra enfatizza la parola "discrezione" lascia ben pochi dubbi riguardo la poca legalità del compito che vi sta assegnando.

@Fedrigo

Spoiler:  
riesci a cogliere solo brandelli di conversazioni, ma sono tutte ben poco interessanti. Più che altro si parla del tempo infasto, che oltre ad aver creato disagi ai pescatori e ai mercantili ha anche rovinato gran parte dei raccolti delle campagne
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Lorenzo Castaldi

Appena oltrepassate le mura, una città in fermento ci si para davanti, carretti di mercanti, muratori e pescatori affollano le vie, e con un po' di fatica riusciamo a giungere alla locanda, le indicazioni della guardia e di Biagio erano precise.. Una volta entrati prendiamo posto al tavolo indicatoci da Giorgio.. Il locale è parecchio affollato e al momento pur guardandomi attorno non riesco a vedere Calcaterra..

Quando un giovane ragazzo viene a pulire il nostro tavolo ci avverte che Biagio ci attende in una stanza appartata..

La questione che ci sottopone non può far altro che accrescere la mia curiosità.. sarebbe il mio primo viaggio fuori Arcadia! i miei occhi si sgranano alla proposto di Biagio..

un oggetto eh.. Di cosa si tratta per l esattezza e stando alle informazioni che hai di chi sarebbe in possesso? Ad ogni modo io mi metto a disposizione, ma non sono mai stato in Castiglia, avremo bisogno di quanti più dettagli possibili

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Dopo le parole di Biagio mi inchino dicendo Leon Ramirez de Las Casas e i suoi soci in affari italiani al vostro servizio!

Quado mi rialzo i miei lineamenti sono cambiati e molto simili a quelli iberici. Strizzo l'occhio al Calcaterra e chiedo con fare quasi divertito: Come copertura può andar bene?

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