Astrid
Fehu, Uruz, Turisaz, Ansuz, Raido, Kenaz...
L'attacco era stato improvviso, e nonostante le sue abilità con la spada non era riuscita a difendere i suoi cari, così come non era riuscita a proteggere se stessa. QUanti ne aveva abbattuti con le sue lame? Quanto sangue aveva fatto scorrere per le vie della città? Non era stato sufficiente: erano in troppi e alla fine cadde. Si voltò per l'ultima voltà ad osservare un grosso guerriero colpire alla testa suo padre, due uomini trascinavano via sua madre e suo fratello, e lei allungò le mani verso di loro per l'ultima volta, con gli occhi gonfi per le percosse e le lacrime.
Gebo, Wunjo, Hagalaz, Naudiz, Isa, Jera, Heiwaz...
Non aveva idea del perché avvenne quell'attacco, di chi era quella gente, dell'idioma che parlavano. Arrivarono all'improvviso e tutto finì. Ora, in quella fredda prigione che condivideva con altri uomini, se ne stava in un angolo in disparte, con la testa tra le ginocchia, scalza, con addosso solo uno straccio a coprire le sue grazie. Il volto stanco, tumefatto per i colpi, era incorniciato da una folta cascata di capelli rossi, tra i qui quali si intravedevano ancora delle trecce miracolosamente scampate allo scempio. Tatuaggi tribali, insieme a cicatrici ed ematomi, animavano quel viso martoriato dai colpi subiti, nel quale tuttavia brillavano ancora occhi verdi, intrisi di una stilla vitale imperitura. Nonostante la bassa statura, il suo corpo era ben formato, le braccia e il corpo tonico, coperto da muscoli tesi e guizzanti. Dopo l'attacco subito, tuttavia, aveva svariate ferite addosso, e forse i colpi subiti al costato l'avevano danneggiata molto più di quanto avrebbe mai voluto ammettere.
Fehu, Uruz, Turisaz, Ansuz, Raido, Kenaz...
Gebo, Wunjo, Hagalaz, Naudiz, Isa, Jera, Heiwaz...
Ripeteva quelle parole come un mantra. Sovente alzava lo sguardo scrutando gli altri sventurati, e non riusciva ancora a capire il perché di quella retata. Due di loro sembravano conoscersi, ed arrivarono quasi alle mani, prima che i dolori dell'uomo più massiccio si facessero sentire. Lei non fiatava, solo bofonchiava quelle parole, come se fossero la sua unica salvezza.
immagine