Zarkov, aspetterai ancora un pò in attesa del ragazzo, ma la giovane recluta non tornerà ed alla fine anche tu ti abbandonerai un un sonno più o meno profondo. Accartocciato sulla sedia, con la testa poggiata sul tavolo, perderai presto coscienza di ciò che ti circonda.
Neldor, Lenny, cadrete nel più profondo dei sonni dopo qualche ora passata a parlottare insieme al grosso orco. Kura sembra essersi definitivamente calmato, anche se nei suoi occhi, che generano uno sguardo austero, serpeggia una sorta di preoccupazione. Ad ogni modo, vi addormentate seduti nella cella, con la testa appoggiata al freddo muro di pietra.
Azalea, coperta dagli asciugamani che tu stessa hai appeso, osservi Roxy abbandonarsi in un rapido sonno, stesa a terra e rannicchiata su se stessa come una piccola bambina indifesa. Stringe il suo draghetto tra le braccia, che di rimando allunga i piccoli artigli sul suo volto, quasi volesse ricambiare quel placido abbraccio. Per un attimo invidi l'ingenuità di quella ragazzina, poi le palpebre si fanno pesanti, ed alla fine cadi preda della stanchezza.
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E' una lunga notte priva di sogni quella che vi attende, colma di un silenzio quasi innaturale. Vi capita spesso di riaprire gli occhi per qualche istante, ma ripiombate quasi subito in un sonno profondo, con le teste ciondolanti e le gambe piegate. Quando però è un rumore improvviso a destarvi, riprendete subito coscienza di voi, stropicciandovi gli occhi con foga. Un rumore, già, che sancisce di fatto la fine di quella strana nottata. Vi affacciate alle sbarre e vi rendete conto che qualcuno ha spalancato la porta del vostro sotterraneo. Vi viene quasi da emettere un sospiro di sollievo: di lì a poco la vostra prigionia sarà conclusa. C'è una figura, sull'uscio, sopra le scale che divide i sotterranei dall'ambiente sovrastante. Un uomo, forse, nella penombra di un cunicolo troppo stretto per far filtrare fonti di luce dal piano superiore. Riuscite ad intravedere solo parte della sua armatura, con lo stemma dei gendarmi locali, e i suoi gambali in metallo, che rifulgono nell'oscurità illuminati dai bagliori delle torce del vostro ambiente. Se ne sta lì, ritta sui suoi piedi, quella figura misteriosa. Ma perché ha spalancato la porta con tanta vigoria? E perché non procede in avanti, rimanendo invece immobile nella sua posizione? Rovelli che vorticano nella vostra testa, nel silenzio più assoluto. E in quel silenzio, in quella quiete assordante, riuscite solo a percepire un lieve, continuo, insistente gorgoglio...