DM
x Trull, Tom Po e Winn'Ier
Tom Po aprì la piccola porta, percependo già al tatto come essa fosse stata rimessa sui cardini piantati nella roccia in maniera non perfetta, tanto che l'apertura portò un fastidioso rumore mentre essa strisciava sulla superficie del terreno. Il piccolo spazio all'interno fungeva non solo da ripostiglio, vista la presenza di un paio di sedie in legno, ma anche da deposito per un pesante forziere in legno, presente in un lato della stanza, e un piccolo scrigno in ottone vicino ad esso. Trull, con zelo, controllò la stanza e i forzieri, entrambi chiusi con dei robusti lucchetti. Il fu nano, dopo un'attenta analisi, assicurò che non vi erano pericoli in agguato e passò l'azione a Tom Po. Il felinide, non disponendo di attrezzi specifici, si dovette ingegnare con quel poco che aveva a disposizione, sfruttando le cinghie delle proprie vesti per tentare di venire a capo delle serrature, cominciando da quella più piccola, la quale si rivelò essere intrisa di una sostanza che minacciò fin da subito di consumare le dita del monaco, che evitò la liquefazione delle proprie falangi. La seconda serratura non conteneva unzioni speciali, ma un feroce meccanismo che scagliò una salva di aghi contro l'Ammazzadraghi, uno dei quali colpì al sopracciglio sinistro lo sfortunato scassinatore. Investito in maniera quasi istantanea da un lancinante dolore al petto, che cominciò a bruciargli quasi fosse stato trafitto da mille falchion infuocati, Tom Po fu costretto ad ammettere la sua sconfitta contro i lucchetti, i quali vennero a quel punto aperti solo in virtù della forza bruta di Winn'Ier, che assumendo la sua più bestiale forma (non quella per la quale era divenuto famoso tra le ninfe) ebbe ragione delle misure di sicurezza poste dai responsabili della miniera.
Lo scrigno più piccolo pareva all'inizio un contenitore di gioie, data la presenza di anelli su misura per nani e diversi preziosi quali rubini, diamanti e zaffiri. Tuttavia un'ispezione accurata rivelò anche un dettaglio più macabro, la presenza di cinque denti d'oro ancora sporchi di sangue, come se fossero stati estratti con poco riguardo per la salute del paziente.
Lo scrigno più imponente conteneva pesanti sacchi di velluto color porpora, tenuti chiusi con dei lacci in pelle e ognuno contenente numerose monete. Che fossero in rame, argento, oro o platino, le monete erano leggermente più grandi e sottili rispetto a quelle a cui gli avventurieri si erano abituati nel corso dei loro viaggi, con una testa di drago riportata su una delle facce e il disegno di un immenso palazzo grande quanto un intero quartiere sull'altra.
A parte il dolore al petto che il monaco continuava a sentire, null'altro vi era di interesse. L'esplorazione diminuiva le proprie strade.
x tutti, riassunto dei loot
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