Trull 'Portabandiera' Tanner
A battaglia finita, al nanico guerriero con la catena che per l'occasione impugnava un arco, calzava una maschera da lupo e indossava il corpo di un mezzelfo, tornò in mente il primo capitano sotto il cui comando avesse messo servito. Alle reclute, diceva accorato 'Ogni singolo nano conta, restate vivi fino alla fine, restate vivi pur ultimi, e avremo vinto!', ai veterani, invece, aveva parlato già la sera prima della battaglia, con parole diverse, ma simili. 'È da voi che mi aspetto la vittoria. Non avete ordini da dare, dovrete solo combattere. Ma su ognuno di voi ci saranno venti occhi di recluta, ed il vostro valore ispirerà il loro coraggio. Restate vivi, mostrate loro come, faranno altrettanto. E vinceremo.' Solo alla Guardia Scelta, la tiritera era ben altra. 'Uccidete, o morite. Nessuno lo noterà. Perché voi non siete soldati, voi siete asce, scudi e lance, nelle mani del generale. Lui è la testa e l'armata il corpo, senza la testa il corpo è perduto, la sconfitta è certa. Le vostre vite non contano. Preservate il generale.' Capiva la verità di quelle parole, ora che gli era toccata la sorte di essere il generale sopravvissuto molto più di quanto gli fosse chiaro un tempo.
Era stato inutile nello scontro diretto, la sua freccia era dispersa e la sua catena addirittura abbandonata nel fango sabbioso. Ma aveva colpito con centinaia di asce, con migliaia di spade. Sentì gli occhi dei soldati puntarsi su di lui. Chiedevano. Imploravano. Ansimavano.
Scagliò anche l'arco nel fango e urlò.
“VI...TTO...RIAAA!”
L'urlo dei combattenti eruppe in sordina, diffondendosi come un eco in certe caverne sotto Uruk-Rast.
“VI...TTO...RIAAA!” ripetè. E corse ad abbracciare Clint, e Bjorn, e Tom Po, e Chandra, ed Oceiros, e Liang, e Winn'ler, e Golban, e Sharifa.
A stringere la mano a Thorlum, Seline e Celeste
A complimentarsi e ringraziare gli ufficiali umano, felinide, gnoll, orco, rettiloide ed ogni altro avesse avuto un ruolo in quella vittoria.
Era fatta, era finita.