Appena Arkail scatta in avanti il Colosso solleva la sua arma e si fa sotto a sua volta.
Anche se non ha la furia selvaggia del vostro campione, Daggrath sembra maneggiare l'arma con abilità e soprattutto sprezzo per le ferite: sembra fare affidamento sulla propria forza e possenza più che su una difesa fatta di parate e schivate.
In pratica i due orchi si mettono l'uno davanti all'altro cominciando a colpirsi a vicenda con le loro armi senza cercare di bloccare o evitare gli attacchi dell'avversario. Stanno in piedi, saldi sulle gambe, scambiandosi ferite profonde e grugnendo di tanto in tanto per il dolore.
Il maglio di Arkail trova spesso il suo bersaglio, e nonostante la pelle dura del Colosso ben presto si formano chiazze scure sulla sua carne, e si sente chiaramente il rumore di qualche costola che va in frantumi dopo un colpo ben assestato del più basso dei due guerrieri.
L'ascia di Daggrath è un'arma micidiale, dalla lama pesantissima e all'apparenza poco affilata, anche perché effettivamente è di pietra, non di metallo. Anche se è fatta per tagliare, la maggior parte delle volte semplicemente impatta sulla carne di Arkail allo stesso modo del suo martello, e di tanto in tanto il colpo è abbastanza forte da aprire una ferita larga e rossa.
Lo scontro procede per lunghi attimi senza che nessuno dei due ceda. Arkail colma la differenza di taglia con la pura furia, Daggrath è semplicemente più grosso e più robusto del suo avversario...ma non necessariamente più forte. Arkail del resto ha una potenza spaventosa nelle sue braccia, senza eguali tra la vostra gente. Dal combattimento sembra chiaro che il vecchio orco non sia eccessivamente esperto nell'uso dell'arma: la utilizza senza grande maestria, colpendo ogni volta Arkail solo perché l'orco è ben piantato davanti a lui.
Poi però le ferite di Arkail cominciano a farsi sentire. L'orco comincia a piegare le ginocchia, a portare colpi sfruttando più lo slancio dato dal peso del maglio che dalla sua stessa forza muscolare. Un colpo che avrebbe potuto mettere fine allo scontro va a vuoto, il primo dall'inizio del combattimento, e l'arma di Arkail trova solo il vuoto vicino al braccio di Daggrath e si perde oltre il terreno del duello sfuggendo alla sua mano.
In tutta risposta l'orco più anziano lo centra con un affondo allo stomaco, forse per finirlo senza fargli troppo male, ma Arkail non è ancora spacciato. Afferra uno dei corni del nemico e gli refila una craniata sul volto, seguita dal rumore del naso di Daggrath che si spezza. Sempre a mani nude Arkail porta un secondo colpo sul volto del nemico, costringendolo ad indietreggiare di un passo.
Se anche Daggrath intendeva finire rapidamente lo scontro per non far troppo male al giovane guerriero, i colpi in testa lo mandano in bestia. Letteralmente.
Lascia cadere l'arma e comincia a mutare forma, anche sotto i colpi sempre più feroci del suo avversario. Dove prima si trovava un possente orco, ora c'è un orso delle caverne dai lunghi artigli e dalle zanne affilate. Con entrambe le zampe afferra Arkail e lo solleva da terra, piantando i denti in profondità nella sua spalla, scuotendolo e gettandolo a terra.
Attorno a lui gli orchi si fanno indietro, spaventati e in parte ammirati...e poi la sagoma dell'orso ricomincia a rimpicciolire, fino a riprendere la forma originale. Daggrath si piega su un ginocchi, tenendosi una mano sul mento; una delle sue grandi zanne è spezzata e rimarrà tale fino alla sua prossima muta, la primavera seguente.
"Se gli altri guerrieri di Zampa di Sangue sono forti la metà di quelli che ho affrontato fino ad ora...beh...gli umani sono spacciati" sogghigna ansante, riprendendo il fiato dopo più di un minuto di furioso combattimento, senza pausa alcuna.
Daggrath è uscito malconcio dallo scontro, ma Arkail è in fin di vita. Mentre Hadla si precipita subito su di lui per guarirlo e tamponare il sangue, anche Yotul si avvicina e cerca di dare una mano. Sembra molto preoccupata per le condizioni del suo uomo.
Arkail