Nei 2 anni in cui i designer organizzarono il Playtest Pubblico dell'allora D&D Next (oggi D&D 5e) dissero più volte chiaramente che questa edizione era nata per e aveva tra i suoi principali obbiettivi quello di essere un Gdr modulare, costruito non solo per essere altamente personalizzabile e modificabile, ma anche per adattarsi a generi differenti.
Non pochi, tuttavia, sono i commenti negli anni che ho letto di chi ritiene un mito questa sorta di modularità di D&D 5e, creato per supportare generi differenti.
Dopo oramai 3 anni dalla conclusione del Playtest pubblico che decretò la creazione delle regole dei 3 Manuali Base, tuttavia, Mike Mearls da una risposta che leva ogni dubbio:
Domanda di un Utente: "Puoi menzionare una idea per gli Arcani Rivelati che hai avuto ma su cui ancora non hai avuto la possibilità di lavorare?"
Mike Mearls: "Abbiamo decisamente costruito le regole base di D&D 5e in modo che esse supportassero differenti generi, quindi potrei avere un (semplice) gioco Fantascientifico tra i miei file".
Faccio notare che Mearls risponde usando l'hashtag #wotcstaff, che dall'autunno del 2016 i designer hanno iniziato a utilizzare per chiarire all'utenza quando una risposta è da considerarsi ufficiale per D&D 5e e per la WotC. Quando c'è l'hashtag, non è una semplice opinione personale del designer, ma una affermazione ufficiale che rappresenta l'azienda e il prodotto D&D.
Quindi, sì, D&D 5e è stato progettato per supportare differenti generi, non solo il tradizionale Fantasy.
Purtroppo il materiale legato a generi differenti è stato ufficialmente spinto a un periodo più avanzato a causa del sondaggio proposto dalla WotC nel settembre del 2015:
In questo sondaggio il pubblico è stato chiaro: prima le ambientazioni tradizionali e poi tutto il resto. Si può notare anche come tra il responso dato dai giocatori abbiano dominato in particolare la richiesta di nuovi mostri e di nuove opzioni dei PG. Da qui abbiamo avuto di recente Volo's Guide to Monster e, ora, abbiamo questa massiccia fase di Playtest pubblico incentrata sulle opzioni dei PG, le quali andranno a occupare un grosso spazio nella futura Prima Espansione Meccanica Maggiore di cui Mearlks ha accennato un paio di volte.
Dopo il sondaggio del settembre 2015, invece, per quel che riguarda i generi/ambientazioni, i designer hanno avuto un responso chiaro: prima il fantasy e i setting ufficiali. Questo significa che il progetto di un D&D collegato a generi differenti ora non è una priorità, anche se rimane nella mente dei designer. Chissà, magari più avanti....
Quantomeno ora, però, abbiamo una risposta definitiva sulla natura di D&D 5e. Se desiderate veder pubblicato qualcosa di diverso dal classico genere Fantasy di D&D, dovete chiederlo nei sondaggi che fa la WotC, come insegna il sondaggio del settembre 2015. La WotC pubblica ciò che gli chiedono i giocatori.
Sta ai giocatori decidere se questa edizione sarà più o meno Fantasy, più o meno sperimentale.
Un'ottima soluzione, secondo me, capace di accontentare tutti, sarebbe quella di chiedere ai designer di pubblicare supplementi incentrati su un mix di generi differenti. Poichè D&D non può abbandonare il Fantasy improvvisamente per dare più spazio ad altri generi, il genere centrale dei supplementi di D&D magari può continuare ad essere quest'ultimo. Se, tuttavia, si decidesse di pubblicare supplementi simili ai manuali base come struttura (mix di regole non legate a uno specifico tema, ma supplementi pensati per espandere il regolamento in generale; manuali del Multiverso di D&D 5e, insomma), si potrebbe pubblicare qualche regola di genere differente mischiata a una maggioranza di genere Fantasy.
Dopotutto, qualche regola può bastare a chi vorrebbe usare D&D per giocare a generi differenti, quelle poche regole estremamente necessarie (ad esempio, i veicoli a motore per una ambientazione moderna, o le astronavi per un'ambientazione fantascientifica). Ciò che manca, infatti, lo si può ricavare dalle regole progettate per il genere Fantasy. Molte regole, infatti, possono essere facilmente reskinnate (o rinarrate) per adattarle a un genere diverso.