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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 22/07/2015 in tutte le aree

  1. 1) Per le armature, in realtà non è come dici. L'armatura da di suo una classe armatura a cui, secondo il tipo puoi aggiungere o no la destrezza e basta. Lo vedi scritto chiaro e tondo con incantesimi che ti danno armatura naturale. 2) per il rafforzo agli artigli del drago… il gioco è tuo puoi fare quello che vuoi ma a me, perdona il termine, sembra una mera cavolata. 3) ribadisco che se un incantesimo di 9° e sottolineo 9° ti permette di crearti le componenti costose non ci vedo nulla di male. Per quanto riguarda minare l'economa di un regno, la puoi minare anche con il trucchetto che ti permette di riparare gli oggetti. E poi oltre alla meccanica dei soldi stai sottovalutando la parte del ruolo, ma ti è già stato detto, se a te non frega nulla è inutile continuare. 4) per quanto riguarda invece il creare oggetti… gli oggetti magici sono 1° oggetti particolari creabili con tutta una serie di difficoltà e 2° opzionali. Penso che nessuno leggendo l'incantesimo pensi che si possano creare se poi nella tua campagna, utilizzi gli oggetti magici e permetti di crearli con l'incantesimo in questione e poi ti lamenti della cosa, il problema è più tuo che delle regole. P.s. a proposito della luna, se il mio master permettesse di creare la luna con quell'incantesimo, prenderei i dadi la scheda e me ne andrei dal tavolo di gioco senza nemmeno salutare. Continuo a dire che ti stai creando un mucchio di problemi di buon senso che sono tuoi e non dell'incantesimo.
  2. Emerald Apro la bocca per parlare, ma subito vengo interrotta da Rurgosh, che anticipa quello che stavo per dire, bloccandomi. "Ah, eh va bene, suppongo sia la scelta più sensata." Dico infine, constatando che non avremmo avuto molte ore di luce ancora. "Direi di tornare alla locanda allora, e di sistemarci nelle camere che abbiamo preso in affitto."
  3. Io personalmente sto giocando una campagna postapocalittica usando le regole della quinta edizione (avevamo cominciato con fate, ma abbiamo presto convertito, non piacendo il sistema ai giocatori), e mi sto trovando decisamente bene. E'vero, il postapocalittico è molto più affine al fantasy della fantascienza classica (e si presta di più al dungeon crawling), soprattutto se si tratta di postapocalittico dopo un era di tecnologia avanzatissima (che consente di adattare con poca fatica un sacco di oggetti magici rifluffandoli come reliquie tecnologiche) e pieno di mostri mutanti che scorazzano in giro (che possono anche uscire direttamente dal manuale dei mostri). Ma fino ad ora l'inclusione di armi da fuoco o fantascentifiche e persino l'inserimento di automezzi è stato molto più facile del previsto. (all'inizio mi inquietano. Speravo di poterli evitare il più a lungo possibile, ma i miei giocatori si sono sbattuti per ottenerne uno. E dopo la visione di Mad Max fury road il tasso di bande di predoni motorizzati è aumentato vertiginosamente). Già questo mi ha dimostrato che la quinta edizione è più versatile di quanto sembri. Certo, il postapocalittico richiede molto meno lavoro :il combattimento corpo a corpo è preponderante quasi quanto nel fantasy, e le edizioni di maggior successo del decano dei giochi postapocalittici, Gamma World, era semicompatibile con AD&D (incidentalmente qualcuno ha già fatto un hack di gammaworld 5e). Ma il già citato stars whitout number dimostra che il cuore di D&D non è incompatibile con la fantascienza. A proposito di stars whitout number, come fonte di ispirazione, di materiale e di tabelle uso principalmente lo splendido Other Dust (gioco postapocalittico dello stesso autore di SWN, e ambientato nello stesso universo.) Se qulcuno fosse interessato, potrei spendere molto tempo a incensare le sue numerose virtù. Riguardo a guerre stelari, credo che sia parecchio fantasy, come fantascienza, e quindi particolarmente adatto alla conversione. Certo, i cavalieri Jedi richiederebbero una classe apposita, ma non più di quanto lo richiederebbe il voler rendere fedelmente qualsiasi tipo di personaggio di un specifica saga fantasy non direttamente ispirata a D&D. Per un han solo non vedo problemi: Rogue con bacground da criminale, expertise in tools: Starship e alert (Il + 5 in iniziativa gli è indispensabile per sparare per primo). L'unico vero scoglio che vedo sarebbero le astronavi.
  4. Corian annuisce: Sì ma con attenzione. Sono attaccati da trollghiaccio... Bestie che rigenerano velocemente e temono solo il fuoco! Dovremmo procurarci delle torce e della pece! e palla di fuoco!
  5. Mostri con portata abbastanza grande o sufficiente mobilità per poter arrivare in mischia con l'arciere, sbilanciarlo (da prono non può usare un arco), mettere condizioni metereologiche sfavorevoli o incantatori in grado di usare muro di vento, mettere riduzione del danno 5/contundente o tagliente ai mostri, ecc... di modi per gestire un arciere in combattimento ce ne sono molti. A me pare però che il problema sia un altro, perchè a leggere il tuo intervento mi pare che tu e il tuo gruppo abbiate uno stile di gioco diverso ad quello del giocatore dell'arciere. La terza edizione spinge molto nel puntare sui numeri e questo può far cadere in secondo piano il ruolo. se a te e al resto del gruppo preme mettere in secondo piano l'ottimizzazione forse la soluzione migliore è spiegare il vostro punto di vista al giocatore dell'arciere, per evitare di creare situazioni di contrasto e poter continuare a giocare serenamente ^ ^
  6. Hai ragione, RAW Dispel magic non ha limitazioni di questo tipo, salvo eccezioni nei vari incantesimi. Naturalmente il mio ruling é personale, per esempio mi andrebbe benissimo che Dispel Magic lanciato di 9° annulli True Polymorph reso permanente. Stai usando una risorsa di 9° livello per annularne un altra di 9°. Storco il naso sulla possibilità che Dispel Magic possa farlo anche al 3° livello, con una CD quasi difficile. Ma é solo un'opnione personale.
  7. Da cosa deriva il ripudio per la magia? E' morta troppa gente e i maghi la usano in modo troppo sconsiderato? La considero una cosa immonda? Se anche fosse, io comunque la userei se un innocente fosse in pericolo. E' come se fossi un animalista vegano e aborre l'uso delle armi e fa campagne pubblicitarie in giro per il mondo. Poi arriva uno e mi minaccia di uccidere dei poveri cuccioli di panda se non sparo, in diretta tv, quattro colpi di un fucile. Io il fucile lo prendo subito e sparo, non farlo mi sembrerebbe proprio assurdo. Per capire a cosa dare la precedenza, io comincerei a capire i motivi di quei voti: perché il mio personaggio li ha presi? E da lì decidere a cosa dare la priorità. Io, comunque, cercherei di guadagnare tempo e di eliminare il nemico, prima che questo possa far male alla vittima o mi abbia costretto ad infrangere un mio voto. Che poi, perché il "big bad" dovrebbe farti lanciare un incantesimo a buffo? Sa che facendolo perdi delle capacità? o.O Resta il fatto che questo tipo di talenti fanno schifo, e ancora più schifo fanno i master che se ne approfittano. BAH.
  8. Effettui un tiro per colpire ogni volta che fai un normale attacco in mischia o a distanza, oppure ogni volta che un incantesimo ti richiede un attacco in mischia o a distanza (che sia di contatto o meno). Facendo riferimento alle regole in inglese, effettui un tiro per colpire ogni volta che si parla di "make an attack". Ad esempio, nel caso della lotta: - Il passo 2 prevede un attacco di contatto in mischia: Un attacco di contatto in mischia è un attacco, quindi richiede un tiro per colpire. Al contrario, una normale prova di lotta non richiede un tiro per colpire, ma, appunto, una prova di lotta. Un'opzione in particolare, però, richiede un tiro per colpire: Essendo un "attacco", richiede un tiro per colpire. Nel caso di sbilanciare, la prova di sbilanciare in sé non richiede un tiro per colpire: Una prova di forza contrapposta non è un tiro per colpire. Tuttavia, prima di poter fare una prova di sbilanciare, bisogna riuscire un attacco di contatto in mischia: Come regola generale, quando si parla di "melee attack", "melee touch attack", "ranged attack" e "ranged touch attack" si sta effettuando un tiro per colpire. Negli altri casi, si sta effettuando una prova contrapposta.
  9. Prima inserzione di questo blog. Procediamo con ordine. Come orami tutti sappiamo, Pathfinder è una rivisitazione della 3° edizione di D&D. Ad alcuni può non piacere, però è innegabile che molti utenti di questa community siano appassionati di questo sistema di gioco. Incluso il sottoscritto Per i neofiti di questo sistema di gioco, ma anche per i curiosi, facciamo un riassunto di quanto c'è da sapere su Pathfinder. Prima che Pathfinder diventasse una edizione a sè stante, la Paizo pubblicava tramite contratto con la WotC fino al 2007, quando babbo Magic non rinnovò il contratto per poi dedicarsi alla 4° edizione. Non gradendo affatto le limitazioni imposte dalla OGL della 4° edizione, lo staff della Paizo decise di sfruttare la OGL della 3° edizione per fare una sua versione di D&D. Iniziando con il playtest virtuale tramite PDF della versione Alpha di quello che sarebbe diventato il Manuale di Gioco, gli appassionati della 3° edizione non dovettero sentirsi obbligati a fare il "salto di qualità" per la nuova edizione, e poterono amare la "3.75" proposta dalla Paizo. A distanza di 15 anni, e con numerosi ENnie Awards e top di vendite alle spalle (per non parlare di artisti come Wayne Reynolds, Miguel Regodòn e Andy Timm che hanno arricchito le pagine di manuali e campagne con splendide illustrazioni), sembra che il sistema Pathfinder abbia raggiunto una popolarità mondiale. Ovviamente non sarà il sistema GdR definitivo, così come a non tutti può piacere... ma per il sottoscritto lo è E dopo questo ciarlare, eccovi una guida sui vari prodotti Pathfinder! Pathfinder Roleplaying Game: I prodotti base di Pathfinder sono tutti OGL. La serie (in spoiler) comprende: Da qui in poi, tutta la serie di prodotti presentata è parte integrante del setting The Inner Sea, conosciuto anche come Golarion (il mondo di gioco): Chronicles/Campaign Setting: Quando la Paizo pubblicava ancora con le regole ufficiali della 3.5, i manuali che illustravano per filo e per segno il mondo di Golarion erano definiti "Chronicles", mentre con il passaggio al regolamento di Pathfinder "Campaign Setting". Il manuale del setting ha avuto tre edizioni: la prima, il Gazettrer, con 64 pagine; il secondo, Campaign Setting, molto più corposo con 256 pagine; l'ultima edizione, con il passaggio al vero Pathfinder, inititolato Campaign Setting: The Inner Sea World Guide. Attualmente esistono 17 Chronicles (l'ultimo, Book of the Damned Vol. 1: Princes of Darkness, è stato stampato con il regolamento Pathfinder) e 66 Campaign Setting. Ognuno di essi riguarda una regione del Mare Interno, un approfondimento su un argomento (come draghi, non morti o dungeon) e ciò che ruota sui piani e sui pianeti. Player Companion: Ognuno di essi è un opuscolo di 32 pagine i cui contenuti sono dedicati ai PG. Ogni Companion fornisce una spiegazione breve ma concisa su una particolare regione, razza o religione presente su Golarion, e sono inclusi anche i Companion per gli Adventure Path (vedi sotto). The Inner Sea Primer è il Companion adatto per introdurre i giocatori all'ambientazione senza rischiare di annoiarli sulla cronologia del mondo o tramortirli con spoiler indesiderati! 5 sono stati scritti per D&D 3.5, e 59 per Pathfinder. Adventure Path: Gli Adventure Path sono le campagne di Pathfinder. Ogni AP è una serie di 6 volumi, con una propria trama sia a livello di campagna che dell'avventura dell'albo. Ogni AP contiene inoltre un approfondimento su un argomento inerente sia al setting che alla campagna in questione (per esempio il quinto modulo dell'AP Council of Thieves, Mother of Flies, ha un articolo dedicato su Asmodeus). Inoltre ogni AP ha anche un "racconto" allegato, ognuno di un Cercatore che ha trascitto le sue memorie su una pericolosa cerca nella regione dove è ambientato l'AP. Infine, ogni 6° volume degli AP presenta il capitolo "Continuare la campagna", dando indicazioni e consigli su come continuare la campagna di gioco... posto che i PG siano usciti vivi e vincitori. Perché in caso contrario è presente anche la voce "What if...", che spiega cosa succede se i PG sono morti o hanno fallito il loro compito nel finale di campagna! Attualmente ci sono un totale di 17 AP. I primi quattro (Rise of the Runelord, Curse of the Crimson Throne, Second Darkness e Legacy of Fire) vennero pubblicati con il regolamento della 3.5, e solo il primo di essi venne in seguito ristampato in formato "omnibus" (cioè come unico manuale, tagliando la parte del Cercatore) e convertito per le regole di Pathfinder. Inoltre l'AP Wrath of the Righteous è la prima campagna interamente "mitica" (sebbene ci siano AP che, seppur "normali", nel loro piccolo svelano al GM storie e statistiche di un determinato PNG o mostro mitico). Module: Sono avventure auto-conclusive. Ogni Module è ambientato in una regione del Mare Interno, dà un breve background dell'avventura e indica a che livello dovrebbero essere i PG. I Module spaziano dal dungeon crawling alle avventure urbane. I Module sono utili se si vuole arricchire l'esperienza di gioco durante la campagna, per una deviazione da essa oppure per una sessione one-shot. Esistono 23 Module per la 3.5 e 48 per il sistema Pathfinder. 8 di essi sono i "Free RPG Day", ovvero sono disponibili gratis dal sito della Paizo (sebbene bisogna prima registrarsi). Il 5° Clone ha tradotto il Module Master of the Fallen Fortress ed è anche qui disponibile gratuitamente (ma anche in questo caso bisogna prima registrarsi). Due Module degni d'attenzione sono The Dragon's Demand, una "mezza campagna" (inizia dal 1° livello ma porta i PG fino al 10°!), e The Emerald Spire Superdungeon, un dungeon suddiviso in 16 parti, con ognuna di esse una sfida più impegnativa dell'altra! Pathfinder Society: La Paizo ha il suo torneo ufficiale da RPGA, conosciuto come Pathfinder Society. Il gruppo interessato a partecipare a questi tornei deve essere conforme al regolamento e alle indicazioni su come creare il personaggio. Le avventure sono sempre ambientate a Golarion, ma dato che parliamo di un torneo ufficiale bisogna rispettare tutte le regole esposte sia dal Narratore che dallo statuto ufficiale. Comportamenti scorretti verranno eventualmente presi nota con tanto di provvedimenti, rischiando l'esplusione dal torneo. Pathfinder Accessories: La lista comprende flip-maps, set di dadi, gadget e i mazzi di Pathfinder. Questi meritano un discorso a parte: ogni mazzo ha un suo modo d'introdursi nella campagna e portare variabili imprevedibili. Per esempio, nella mia campagna di Rise of the Runelord utilizziamo i mazzi Critical Hit Deck (che produce effetti diversi dal semplice colpo critico) e Critical Fumble Deck (effetti devastanti se si ottiene 1 naturale al tiro per colpire!). È incluso anche il Mazzo dell'Appensura (Harrow Deck), i "tarocchi" del Mare Interno. Pathfinder Roleplaying Compatible: Prodotti che non sono stati pubblicati dalla Paizo, ma che si basano sulla OGL di Pathfinder. I prodotti più famosi di questa linea sono Ultimate Psionics della Dreamscarred Press, l'adattamento a Pathfinder di Advanced Bestiary della Green Ronin, The Tome of Horrors Complete della Frog God Games e Midgard Campaign Setting della Kobold Press. SITI PER PATHFINDER Concludiamo questa esaustiva inserzione con un paio di link. Pathfinder PRD: La PRD ufficiale della Paizo sui suoi prodotti definiti OGL. Link al sito: http://paizo.com/pathfinderRPG/prd/ Pathfinder PRD del 5° Clone: PRD italiana gestita dal 5° Clone. Tuttavia al momento include solamente Manuale di Gioco, Bestiario 1 e Guida del Giocatore. Link al sito: http://prd.5clone.com/ Golarion Insider: Gestita dall'utente selven, è un sito che funge sia da wiki per il setting che da SRD. Totalmente italiano! Link al sito: http://golarion.altervista.org/wiki/Pagina_principale Pathfinder OGC: La SRD di Pathfinder, include sia prodotti della Paizo che quelli delle "3° parti". Il sito ha anche una sezione download gratuita, includendo la versione PDF della PRD del Core e del Bestiario 1. Link al sito: http://www.d20pfsrd.com/ Pathfinder Community: Una alternativa a Pathfinder OGC. Link al sito: http://www.pathfindercommunity.net/ Archives of Nethys: Un utente conosciuto come "Nethys" (il dio della magia di Pathfinder), con la community use policy, sta costantemente realizzando una SRD dedicata esclusivamente a tutta la pubblicazione inerente al mondo di Golarion. Questo include Campaign Setting, Module, Player Companion e Adventure Path! Link del sito: http://www.archivesofnethys.com/ Pathfinder Wiki: Ultimo, ma non meno importante, la wiki di Golarion! Link al sito: http://pathfinderwiki.com/wiki/
  10. Ospite
    The Scarecrow Cambio la mia parte di perle, Draco, e acquisto balestra pesante, dardi e kit da guaritore. Rinuncio al kit da pesca che, in fondo, è una spesa che riguarderebbe il gruppo e andrebbe divisa, a differenza degli altri oggetti.
  11. Almeno uno dei voti lo perdi. Ah, che meraviglia le regole che usano il ruolo per intaccare le meccaniche.
  12. Aubentag 1 Pflugzeit 2512 i.c. - Primo pomeriggio [Limpido Ventoso] @Gudrod @Jacob e Alrik - prima che uscissero dalla stanza @Jacob e Alrik - una volta fuori dalla stanza (vedi post precedente)
  13. Cioè ma cosa hanno fatto? COSA HANNO FATTO? FATE TORNARE CRISTINA D'AVENA A QUESTO PUNTO NON L'ARBITRO CHE CI HA FATTO USCIRE AI MONDIALI DEL 2002
  14. Ciao! Qualche punto sparso: Stravolgimento dei Piani Se hai dei "piani", nel mio modo di gestire le cose, hai già un piede nella fossa. Ma è una mia visione quindi sia chiaro che questo pensiero è del tutto personale e non è una "regola", a meno che tu non lo voglia. Di base, ti consiglio di non creare una campagna scritta nel senso stesso del termine. Crea una linea guida che non sia una strada, ma un campo immenso costellato di dettagli. Pensa a cosa accade se tizio fa x e a cosa accade tutti i giorni nel luogo Y. Non è necessario che tu scriva tutto questo, è necessario però che il mondo sia vivo nella tua mente. La sensazione peggiore che puoi trasmettere è questa: una strada meravigliosa coi lampioni e intorno un buio che non suscita alcun interesse. Il gruppo si sentirà al sicuro tra le tue braccia e seguirà la strada senza mai perdersi dietro un dubbio. Se i giocatori possono stravolgere i tuoi piani e tu sei pronto a reagire, significa che lo stai facendo nel modo giusto. In realtà, gran parte del segreto sta proprio nel world building. Se usi un mondo già fatto, sta nella conoscenza (non enciclopedica, ma) generale dello stesso. Tu "sai" che in Eberron ci sono dei casati che di fatto contano più dei sovrani e "sai" che se a Sharn muore un pezzo grosso, il giorno dopo sarà faida sanguinaria. Se tu pensi un'avventura, immagina dove vuoi andare a parare col "mood" e col tema, ma non pensare mai al finale. Esempio semplice: Avventura a tinte horror-gotico. Nel cuore dell'avventura c'è il malefico piano di un antico Vampiro che vive nascosto nel maniero di famiglia. Domina chi attualmente vi abita (i suoi discendenti) e controlla l'area con sotterfugi astuti. La tua idea include dunque: - un potenziale luogo da visitare (il maniero); - potenziali eventi bizzarri su cui indagare (un'area governata da un antico vampiro assetato sarà costellata di sparizioni e bizzarri squartamenti); - un nemico centrale (un vampiro); - una lunga serie di personaggi sospettosi (gli abitanti del palazzo); - qualcuno bisognoso d'aiuto. Come hai notato, ho fatto cinque punti in un'avventura descritta in 1 riga, il che implica che non ho creato dei punti "temporali" o strettamente tecnici per poi vedere cosa succede... Ho gettato una base che da sola ha fruttato alcune idee. Questo è ciò che accade nella testa di un giocatore attento (o anche uno normalmente concentrato ) quando gli presenti un'avventura. Ipotizziamo un estremo: il gruppo è "troppo carico" per quel che prevedevi, irrompe nella casa, fa schifo coi dadi, tortura il padrone di casa, trova il vampiro e lo massacra. L'avventura sarebbe finita dopo 15 minuti, se si tratta di un canovaccio. Da un lato fosse una one-shot, potresti dire "ok, game over :)", dall'altro, in un contesto elaborato in modo migliore, avresti avuto qualche spunto (chi è il vampiro? ha un'eterna amata ancora più potente di lui?) e qualche strumento per creare una situazione particolare (e se il benessere del luogo derivava comunque dal Vampiro che, seppur deviato, aveva un legame viscerale con la sua terra e la proteggeva?). Il punto focale non è creare un'avventura con un inizio e una fine (cosa che puoi fare in una convention o per una serata rapida), ma una situazione articolata che possa stimolare i giocatori a vagare liberamente o a focalizzarsi su certe situazioni. In una campagna che sto giocando a Eberron in questo momento, per esempio, ho creato una situazione ampia in cui i giocatori potrebbero dover fare un lungo viaggio in 3 luoghi per porre fine a tre minacce, per poi tornare nel luogo di partenza ed eventualmente porre fine alla minaccia madre. Ma non so se lo faranno, non so come e non so quando. So però che ognuno di quei tre luoghi è vivo, so che dopo tot tepo accade qualcosa. Ma quando viaggiano, gli presento un mondo vivido (nella seconda giocata si sono imbattuti in una miniera nanica nel cuore di montagne nevose... E si sono offerti per aiutare dei nani in difficoltà... E sono quasi morti. Per colpa loro sono morti molti nani e ora la reputazione del gruppo è parzialmente compromessa (sebbene l'unico superstite in realtà sia molto grato). Sapevo cos'avrebbero fatto? No. Sapevo che li c'era una miniera, che più in la c'era un villaggio e più in su la meta di "main-story" diciamo . Potevano tirare dritti, andare dall'una o dall'altra parte: hanno fatto una scelta, io mi sono adattato in fretta (e ricorda, se non sai che fare, un bell'incontro teso è quel che ci vuole in D&D ). In combattimento sono una schiappa Sono sicuro che non è vero. Se fosse semplice avere combattimenti sempre stimolanti, non esisterebbero post come quelli che facciamo quotidianamente in cui ci confrontiamo, anche tra master per così dire "esperti". Leggi la risposta che ho dato nel thread sull'argomento proprio in questa sezione, così non affollo ulteriormente questa reply. Descrizioni Dipende dai gruppi e dai giochi. Quando gioco alla leggenda dei 5 anelli mi perdo in qualche dettaglio, ma ai giocatori piace. Se stiamo giocando a Eberron, qualcuno sbadiglia e allora taglio. Il modo migliore è coinvolgerli. Anziché descrivere a lungo un posto o una persona, fai in modo che i dettagli vengano fuori in base alle scelte dei giocatori. Per esempio, se devi descrivere una persona in un ambiente strano (esempio, un tizio incappucciato in una grotta gelata), non dire tutto quello che c'è da dire: non descrivere, lascia che i giocatori intuiscano. Potrebbe stare di spalle e il gruppo potrebbe avvertire solo un respiro affannato... Poi descrivi il ghiaccio che sgocciola, a testimoniare che forse l'inverno non è così vicino... E nel contempo, mentre il tizio si gira, descrivi come si possa ascoltare un sontuoso tintinnio da sotto la tunica. Se descrivi subito che tintinna, che il gelo cede e che ha l'asma, non c'è più niente da scoprire e i giocatori perderanno presto interesse per la scena. Se il tuo dubbio è sui paesaggi / scene, fai lo stesso: descrivi che il villaggio è coperto di neve, i tetti sono puliti e si sente l'odore dei camini. Quando sono dentro, descrivi l'odore di sterco e la tosse convulsa di un vecchio contadino. Sono questi i dettagli interessanti, il resto non serve... Paradossale che da dettagli come questi possono scaturire anche scene e avventure... Ti dico solo che una volta, per aver descritto un tizio che parlava in modo molto roco e inquietante, il gruppo ha dato vita a una luuunga scena di sospetti... quando il poveraccio era solo un vecchietto con tanta asma In definitiva, non fare mai più del necessario in termini di preparazione o presentazione: dedica più tempo a capire il mondo in cui giochi rispetto a quello che spendi per preparare un combattimento, che non puoi di fatto mai sapere come evolverà. Preparati degli scontri tipo, qualche variabile imprevedibile (piove, scoppia un incendio, ci sono rune da disattivare mentre i goblin sfrecciano, la terra crolla) e inserisci dosando il tutto di volta in volta. Per il resto, tieni in mente un fulcro elementare dell'avventura (distruggere l'anello ) e lascia che i giocatori disegnino insieme a te gli eventi, ben sapendo che l'anello farà le sue mosse. Se serve qualche consiglio più specifico, chiedi pure. DB
  15. Warning: wall of text Avevo scritto questo elenco di consigli, in nessun ordine particolare, per il thread che avevi creato durante il periodo di transizione alla nuova piattaforma. Copioincollo tutto. Poi risponderò ai singoli punti del post. Fare il DM è semplice e difficile allo stesso tempo. Fare il DM alla fin fine significa dover fare solo una cosa: far sì che i giocatori si divertano. Se si stanno divertendo, lo stai facendo bene. Farli divertire è semplice perché sostanzialmente basta lavorare con i giocatori e non contro di loro. Non fare lo st**nzo, non fregare o umiliare i personaggi, e falli sentire fighi. Basta. Tuttavia, se è vero che fare il DM è semplice, riuscire a farlo davvero *bene* non è altrettanto semplice. (non sto sottintendendo che io riesca a farlo bene; non spetta a me giudicarlo). Parla con i tuoi giocatori prima della creazione dei personaggi, e assicurati che parlino tra loro; informali: 1) di quale è il tono che intendi dare alla campagna (es. serio o demenziale); 2) di quanto spazio intendi dare al combattimento, all’interpretazione e all’esplorazione; 3) di che tipo di personaggi dovrebbero fare affinché si inseriscano bene nella campagna. Es. se stai pensando ad una campagna strettamente ispirata al medioevo europeo, e non vuoi assolutamente mettere in discussione questo presupposto, non c’è niente di male nell’informare il giocatore che vuole fare il ninja che il personaggio che aveva in mente non è adatto (se pensi che non sia adatto). In questa fase l’importante non è tanto venire incontro ai gusti di tutti (è impossibile), quanto stabilire delle aspettative e un “common ground”. Ci sono altre cose che è importante chiarire; c’è un questionario molto ben fatto, elaborato da @Drimos (che ora non trovo - se stai leggendo, puoi linkarlo?), che è un ottimo punto di partenza. Un’altra cosa che è bene chiarire prima dell’inizio dell’avventura è che tipo di rapporto ci si aspetta tra i personaggi. In particolare: è accettabile che ci sia conflitto tra i personaggi? se sì, che tipo di conflitto? Conflitto così per fare scena? Conflitti reali ma che poi si risolvono? O conflitti che possono anche non risolversi, e condurre i personaggi ad attaccarsi tra loro? In generale, si assume che D&D sia un gioco collaborativo; le classi rappresentano ruoli diversi ed è più o meno una nozione implicita che i giocatori debbano collaborare per superare collettivamente le proprie debolezze individuali. Inoltre, nella mia esperienza, il conflitto tra personaggi, se non è gestito con maturità, spesso non va a finire bene (tende ad andare fuori controllo, portando la sessione a deragliare miseramente). Se, come DM, non sei sicuro di saperlo gestire, o se non sei sicuro che i giocatori lo gestiranno con maturità, è legittimo da parte tua non permettere il conflitto tra giocatori. In quest'ultimo caso, avverti i giocatori che i loro personaggi possono diventare PNG se non si integrano bene nel gruppo. Se ambienterai le tue avventure in un mondo di tua creazione, il mio consiglio è di non partire disegnando i continenti, duemila culture e lingue diverse o comunque con un progetto enorme. Non essere eccessivamente ambizioso. Inizia da un centro abitato (un villaggio? una città medio-grande? una metropoli? a te la scelta), e delinea la zona circostante aggiungendo punti di interesse, luoghi naturali, etc. Il resto lo aggiungerai via via, al bisogno. Se durante il gioco ti inventi qualcosa sul momento, assicurati di appuntartelo. Più in generale: nel world building, a meno che tu non intenda scrivere un setting da pubblicare, secondo me è meglio adottare un approccio bottom-up piuttosto che top-down (https://en.wikipedia.org/wiki/Top-down_and_bottom-up_design). Top-down vuol dire partire facendo le cose in grande (es. i continenti, i regni etc) e definendo via via i particolari a valle; bottom up vuol dire partire dalle più piccole parti del mondo (es. una piccola area, una regione etc) e poi espandere da lì. Tieniti sempre a portata di mano una lista di nomi, possibilmente variegata. Quando i tuoi giocatori ti chiedono il nome di qualcosa (un personaggio non giocante? una città? una divinità), pesca un nome da lì. “Sì, c’è un centro abitato piuttosto grande nelle vicinanze, si chiama .... (e peschi un nome)” Dopo che hai usato un nome, scrivitelo. Tieni anche pronta una lista di tratti distintivi. Tratti comportamentali, modi di parlare, abitudini, hobby… Quando creerai un PNG al volo (o a casa, in tranquillità) scegli o tira a sorte 2-3 tratti; serviranno a caratterizzare meglio i PNG. Qui vale la regola di scegliere tratti che siano il più possibile *evidenti*. Cioè, se scegli il tratto “parla poco”, non dire ai tuoi giocatori che quel png “sembra molto taciturno”: mostralo. Quando i PG gli fanno domande, fallo rispondere laconicamente, a monosillabi. Esempi di tratti: “suona il flauto”, “balbetta”, “fuma una pipa maleodorante”, “si gratta insistentemente”, “mente sistematicamente”, “si contraddice a distanza di pochi minuti” etc. Il background dei personaggi. Se i tuoi PG sono come i miei, il gruppo di avventurieri sarà composto di: orfani in cerca di vendetta; gente senza fratelli, sorelle, mogli etc. (se ce li avevano, sono morti) in cerca di vendetta; gli ultimi membri di un villaggio/famiglia/stirpe/casata/razza/chissà cos’altro in cerca di vendetta; personaggi che hanno perso la memoria; etc. Questo tipo di background IMO dovrebbe essere scoraggiato (anche se non vietato, per carità). Perché? Perché i personaggi che ne vengono fuori non hanno alcun legame con il mondo di gioco. Sono personaggi che non hanno famiglia, non hanno nemici, non hanno amici. Il loro background è talmente inutile che potrebbero anche non averlo. Incoraggia i giocatori a creare personaggi che abbiano legami *concreti* con il mondo di gioco: ogni giocatore dovrebbe avere una famiglia (genitori, fratelli, sorelle, etc); almeno un mentore o comunque una figura di riferimento per il personaggio; amici/alleati; e sì, anche nemici che si è fatto. Questi elementi dovrebbero essere ben radicati nel mondo di gioco, cioè dovrebbero avere una sede *precisa*, e tale che abbiano realistica possibilità di entrare in gioco. Se uno dei tuoi personaggi è stato, boh, allevato dai lupi, vuoi sapere di preciso in *quale* foresta si trovano i lupi. Sia che la tua campagna sia ambientata in una area/regione di tua invenzione, sia che tu usi un’ambientazione pubblicata, è una buona idea collocare i legami dei personaggi nei dintorni della regione dove pensi si svolgeranno la maggior parte delle avventure (a meno che non ci sia una buona ragione per decidere altrimenti) Per esempio, il branco di lupi che ha allevato il personaggio potrebbe trovarsi nella foresta poco distante dal villaggio in cui sono cresciuti gli altri personaggi. Se pensi che la campagna avrà luogo in un territorio vasto, in quel caso si possono anche distribuire i legami dei personaggi in posti lontani, così che di volta in volta ogni giocatore veda il proprio background entrare in gioco. Questi legami nel mondo di gioco, oltre a rendere il personaggio più realistico, sono una risorsa preziosa per il DM. Cosa succederà quando i cattivi decideranno di ricattare uno dei personaggi prendendo in ostaggio sua figlia? Se il giocatore insiste perché il proprio personaggio sia un orfano, dovrebbe essere incoraggiato ad elaborare altri legami (una moglie/un marito, una figlia/un figlio, amici etc). Insomma, l’importante è che il personaggio non sia isolato. Ovviamente tutto questo non si applica se la campagna è pensata per essere un hack&slash senza focus sull’interpretazione. Se finirai per creare le tue avventure, per l'amor del cielo non pensarle come delle storie. In generale, le tue avventure non dovrebbero avere una "storia" o una "trama", perché avere una storia implica che ci sia una serie predeterminata di eventi che avvengono in un certo modo e in una certa sequenza. Se vuoi scrivere storie, fai lo scrittore. Le storie funzionano per gli scrittori perché gli scrittori controllano le azioni dei protagonisti; in D&D il DM non può controllare (e spesso nemmeno prevedere) le azioni dei giocatori. Indirizzare gentilmente i giocatori può essere accettabile in certi tipi di campagna, ma tentare di forzare gli eventi per seguire a tutti i costi la “storia” ha buone probabilità di finire male (http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/Railroading ). Invece di scrivere una storia, con una sequenza di eventi, è spesso una buona idea limitarsi a predisporre uno scenario, possibilmente elastico e che tu possa riadattare rapidamente sul momento. Dai ai giocatori uno più motivi per interessarsi allo scenario. Poi mettici una o più fazioni; una fazione è una entità dotata di uno scopo. Una fazione può essere un gruppo di individui con un obiettivo comune, ma anche un individuo solitario. Ciascuna fazione comunque dovrebbe avere i propri interessi e obiettivi (spesso innescati da una mancanza di qualcosa). Il vantaggio di questo approccio è che, indipendentemente dalle azioni dei PG, sarai sempre in grado di stabilire cosa faranno le varie fazioni: basterà tenere presenti i loro obiettivi. Se i loro interessi e obiettivi sono in conflitto con quelli dei PG, la storia si creerà da sola. Se i PG ignorano le varie fazioni, dovranno poi venire a patti con le conseguenze. Esempio: Magari una setta di maghi sta tentando di recuperare degli oggetti per un rituale volto a risvegliare il loro antico maestro, un lich; se i PG si interessano alla cosa e riescono a fermare la setta, bene; se i PG ignorano i furti e le sparizioni che si sono verificate, si ritroveranno ad un certo punto un lich (e chissà cos’altro) a spasso per la città. Magari il lich distruggerà la città, uccidendo la moglie o il figlio di uno dei PG. C*zzi loro. Il concetto è che tu, all’inizio dell’avventura, non *dovresti* sapere come andrà a finire - es. è scorretto avere in mente che la setta riuscirà *comunque* a risvegliare il lich, indipendentemente dai giocatori, solo perché tu vuoi che la storia vada così; così come è scorretto decidere che la setta non risveglierà il lich perché è troppo potente e i personaggi non riuscirebbero a batterlo. Naturalmente certi tipi di avventura sono intrinsencamente meno “liberi” di altri, ed è quindi più facile prevedere la sequenza di eventi che si verificherà. Questo è il motivo per cui il dungeon è una forma di avventura molto popolare (dungeon in senso lato: all’atto pratico, un dungeon è qualunque luogo circoscritto e indipendente, dotato di una mappa): è semplice da progettare e semplice da gestire per il DM. Una volta che i giocatori hanno una motivazione per esplorare il dungeon, non ci sono molte possibilità di andare fuori strada. La mappa è quella: ci saranno una, due o dieci entrate, ma le entrate sono quelle. I corridoi sono quelli. Le stanze sono quelle. Insomma, non è un caso che molte avventure pubblicate, dai primi moduli di D&D alle avventure odierne, siano stati e siano per lo più composte da dungeon. Nel creare la tua avventura, cerca la semplicità. Naturalmente, se i giocatori amano l’idea di una avventura complessa, profonda e di respiro epico, è giusto andare incontro ai loro gusti. Tuttavia, in dubbio, è meglio essere semplici piuttosto che elaborare avventure complicatissime - tanto saranno i giocatori a mettere il resto. Suggerisco la lettura di questo post: Your campaign should be The Hobbit, not Lord of the Rings http://mindflayer.svbtle.com/hobbit-not-lotr . Non condivido tutto quello che è scritto lì, ma è interessante. Ganci per l’avventura (plot hook). Metti tanti ganci per l’avventura, perché se metti un solo gancio è possibile (non voglio dire probabile) che i tuoi giocatori non lo notino. Metti sempre più di un aggancio. Più in generale, non avere mai un singolo elemento fondamentale per l’avventura, che sia un oggetto, un png od un evento. Mai, mai, mai avere un qualcosa di essenziale senza cui l’avventura non può svolgersi. Se i tuoi giocatori sono come i miei, faranno qualcosa a cui non avevi pensato, e stai sicuro che manderanno tutto in vacca. Se c’è un PNG fondamentale, trameranno per ucciderlo. Se c’è un oggetto fondamentale, lo perderanno o lo venderanno. Se c’è un evento fondamentale, lo eviteranno o troverranno il modo di far sì che non si verifichi. Garantito. Che ti piaccia o no, dovrai improvvisare, e lo dovrai fare spesso. Non tentare di resistere. Non tentare di preparare ogni piccolo dettaglio: non servirà. Finirai per non utilizzare la maggior parte delle cose che prepari, e per dover comunque improvvisare. Ogni tanto rigira le domande ai giocatori, e fai loro domande sulle cose che riguardano il personaggio. IMO non dovrebbe essere fatto *troppo* spesso, ma se viene fatto saltuariamente è un buon modo per risparmiare la propria energia creativa e sfruttare quella dei giocatori. Per esempio, se ti chiedono “C’è un tempio della mia divinità in questa città?”, puoi rispondere con “non lo so, dimmelo tu! C’è?” - “uhm, ...sì?” - “perfetto, c’è un tempio! Come sei venuto a saperlo?”. Quando avranno successo in prove di conoscenze (es. conoscenze arcane o quello che è), chiedi “come mai lo sai?”. Quando entrano in un luogo, se ti sembra appropriato puoi chiedere di descriverlo a uno dei tuoi personaggi. Può essere una buona idea *non* far conoscere i personaggi nel corso della prima sessione, ma stabilire che si conoscono già e che sono abituati a lavorare insieme. La prima sessione, con i personaggi che si conoscono etc. è molto divertente, ma non la consiglierei ad un DM inesperto, perché, specie nei gruppi di principianti, è molto probabile che uno dei personaggi si riveli essere un Lupo Solitario. Un classico: quello che non si fida degli altri, che sta sulle sue, che fa l’eroe tormentato dall’oscuro passato, che decide di andare a sinistra quando il gruppo decide di andare a destra, che si accampa fuori città quando il gruppo dorme alla locanda etc. Mi spiace dirlo, ma i giocatori così sono un dito in c**o. Nella mia esperienza, far sì che i personaggi si conoscano già allevia questo problema, e rende più facile gestire le cose. Non aver paura di dire no. Alcuni dei tuoi giocatori potrebbero essere dei powerplayer. Un powerplayer è un giocatore competitivo, che si diverte a creare personaggi meccanicamente efficaci. Di per sé non c’è niente di male; il problema sorge quando il powerplayer *abusa* del sistema di gioco (es. sfruttando cavilli nelle regole, regole mal formulate, o opzioni sbilanciate), oppure quando il suo atteggiamento rovina il gioco agli altri (es. creando un personaggio troppo potente, e facendo sentire gli altri personaggi inutili). Siccome al giocatore palesemente piace creare personaggi forti, bisogna tenere a mente che se si impedisce al giocatore di creare un personaggio efficace, gli si sta impedendo di divertirsi; d’altra parte, un buon DM deve anche imparare a dire “no”, e non aver paura di farlo se pensa che uno dei personaggi sia grossolanamente sbilanciato. Non è facile trovare un punto di equilibrio tra questi due estremi. Tieni comunque a mente che non tutto quello che è pubblicato nei manuali dovrebbe essere introdotto in gioco; in D&D 3.5 c’erano talenti e classi di prestigio che secondo me non avrebbero mai dovuto vedere la luce del sole, e che io non permettevo al mio tavolo. Idem in PF. La regola del saper dire di no vale anche per questioni di tematica/feeling: se un giocatore insiste per giocare classi o razze assurde o che comunque non credi siano appropriate al tono della campagna, non aver paura di dire no. Non avere paura di dire di sì. Se uno dei tuoi giocatori vuole fare qualcosa di non previsto dalle regole (ma che comunque non pensi sia assurdo, es. volare), se possibile evita di dirgli di no. Improvvisa una regola e cerca di farglielo fare lo stesso. Le trappole. Uno dei motivi per cui la WotC ha pubblicato e continua a pubblicare (secondo me) tra le peggiori avventure di tutto il multiverso (con le dovute eccezioni) sono le trappole. Il giocatore ed il DM medio dell’era D&D 3.x non ha la più pallida idea di cosa sia una trappola fatta bene. Le trappole di oggi mediamente si riducono a: tira per vedere se scopri la trappola, con eventuale tiro per vedere se riesci a disarmarla; tiro salvezza; danni. In questo modo, le trappole sono di una pallosità incredibile - sono sostanzialmente delle tasse in termini di punti ferita che i personaggi devono pagare periodicamente per avanzare nel dungeon. Il trucco per creare delle buone trappole è: rendile ovvie. Non nasconderle. Se la trappola consiste in frecce avvelenate che vengono sparate da una parete, fallo vedere! I giocatori dovrebbero vedere i buchi nella parete; magari dalla parte opposta della parete c’è uno scheletro accasciato da una parte. Una buona trappola è una trappola con cui i giocatori possono interagire, per cui deve essere ovvio che c’è una trappola, ed i suoi effetti dovrebbero essere altrettanto ovvi. Se prendi la classica lama a pendolo che va da una parte all’altra, i giocatori si divertiranno di più cercando di inventarsi un modo per evitare o disattivare le lame piuttosto che risolvendo l’intera situazione con un tiro di Disattivare Trappole. Se non ti ricordi una regola, non stare per venti minuti a sfogliare in silenzio il manuale. Se la trovi immediatamente, bene; se non la trovi subito, pazienza - è più importante mantenere il ritmo del gioco. Risolvi la situazione inventandoti una regola lì per lì e assicura i giocatori che controllerai la regola “vera” quanto prima (se possibile prima della sessione successiva). È per questo motivo che non è necessario che il DM sappia tutte le regole a memoria, ma che abbia letto il manuale e sappia dove trovare le regole. Ogni tanto fai finta di tirare dei dadi da dietro lo schermo, e ridacchia tra te e te, oppure fai una faccia stupita. Oppure chiedi a un giocatore quanto ha a Osservare/ascoltare/percezione/quello che è, e poi tira i dadi. Oppure chiedi al giocatore la sua scheda, fai finta di guardare qualcosa, tira dei dadi, e poi restituisci la scheda con un ampio sorriso. Quando ti chiedono cosa stai tramando, rispondi “.....Niente”. 50+ danni al secondo livello mi sembra un po' tanto; come è in grado di fare questi danni? Una carica? Ho risposto più su; TL; DR: secondo me è una buona idea farli partire che si conoscono già Cosa intendi con "faccio schifo"? Le descrizioni non dovrebbero IMO essere *troppo* lunghe, sennò sembra tu stia facendo una lezione o tu stia scrivendo un libro. Segnati delle parole chiave (es. aggettivi, termini, etc) e improvvisa una descrizione concisa con quelle. Quando descrivi, usa i 5 sensi: * cosa vedono? * Cosa sentono (rumori, suoni)? * Cosa sentono con il naso (odori?) * Cosa sentono (tatto: è caldo, è freddo, è umido...) Deal with it. Se stravolgono i tuoi piani, improvvisa. Conosci i tuoi giocatori. Sii familiare con le loro statistiche, i loro attacchi e le loro capacità. Quanti danni possono fare a round? Quanti danni possono sopportare a round? Quante possibilità hanno di colpire la CA del mostro? Quante possibilità hanno i mostri di colpire loro? Uh, sì: non giocare a D&D scherzo, ovviamente. Però effettivamente sono semiserio: D&D si presta veramente poco a un gioco realistico. Se vuoi il realismo, ci sono altri sistemi parecchio più adatti.
  16. Ciao, mi ricordavo di aver risposto ma evidentemente con la migrazione alcuni post si sono persi. Lette le prime due sessioni e tutto quello che ne è seguito compresi gli interventi dell'autore del gioco (un grande a te per averlo contattato e a lui per le dettagliate risposte). Seguo le vostre vicende con attenzione e aspetto notizie delle ultime due sessioni.
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