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Messaggio consigliato

Salve a tutti!

è da un po' di tempo che ho in testa quest'idea, ma solo stasera ho avuto il tempo di metterla in pratica (già, sabato sera chiuso in casa a guardare star trek ed a scrivere roba inutile.. il sabato perfetto...)

dunque, in poche parole.. quello che ho sempre cercato in un gioco di ruolo fantasy è avere un bell'erbario con una gran quantità di erbe e piante varie, con storie e caratteristiche particolari in grado di rendere più "interessante" la parte erbalistica del gioco di ruolo, spesso rimandata a "discrezione del master".

Così per molte volte ho provato a buttar giù qualche idea, qualche bozza di piante interessanti, con caratteristiche speciali e non. Data la mia pigrizia, tutti i progetti sono finiti nel nulla... così mi son detto, perché non proporre la cosa alla comunità? magari in un lavoro di gruppo potrebbe saltar fuori qualcosa di più organico, di più ampio e soprattutto di più vario... ed eccomi qua.

Innanzi tutto, un paio di "regolette".

  • Ho provato ad imbastire una sorta di "schema" per una descrizione accurata delle specie ed essenze (più avanti lo mostro). Tutte le voci sono più che altro consigli, non regole (per questo le virgolette sulla parola "regolette"), e non sono sicuro di aver messo tutti i punti necessari per la descrizione, nel caso consigliatene altri. Seguire uno schema comune aiuta moltissimo nella comprensione dell'erba in se, a mio parere...
  • vorrei che l'erbario rimanesse "slegato" da qualsiasi regolamento. L'ambientazione comunque dovrebbe essere in qualche modo fantasy (a mio parere è il tipo di ambientazione in cui meglio si incastrerebbe un erbario), ed alcune cose devono comunque essere espresse con terminologie usate solo da alcuni sistemi (spesso da molti sistemi). Poi la gestione in una giocata specifica verrà gestita dal master stesso (non sto cercando di dare delle regole specifiche, quanto degli spunti per possibili giocate). Quindi, se possibile evitare di usare termini come "tiri salvezza" o "bonus al danno" o "caratteristiche", tenterei di mantenere la cosa il più descrittiva possibile.
  • Ogni parte dell'erbario è aperta a suggerimenti, dallo schema alle piante stesse. Sentitevi liberi di dare consigli su ogni cosa.
  • Non è assolutamente necessario che la pianta abbia effetti "meccanici" in gioco. Sentitevi liberi di inserire spezie di paesi lontani, piante aromatiche, piante da arredamento. L'importante è che siano particolari in qualcosa, nella storia, nelle leggende che portano, nei comportamenti che suscitano nelle persone, nel ruolo che una società gli ha dato... insomma, roba strana!

Schema per la descrizione:

Nome: il nome della pianta.

Rarità: la rarità della pianta. La rarità viene espressa con un valore da 1 (molto comune, es. margherita) a 10 (molto rara). Si tratta di un valore indicativo.

Fonte: la fonte che alimenta le qualità speciali della pianta. Di seguito alcuni esempi (espandete se avete idee!):

- Naturale: la pianta fornisce benefici solo grazie alle sue proprietà intrinseche. Questo tipo di pianta può esistere anche in mondi senza magia.

- Arcana: le caratteristiche di queste piante traggono potere da una fonte di magia arcana. Esperimenti riusciti (o falliti) di magia arcana possono portare a queste varietà, così come una grossa concentrazione di magia può mutare quelle naturali.

- Divina: queste piante sono state benedette da uno o più poteri divini/demoniaci. Solitamente, le caratteristiche che ne derivano sono in qualche modo legate alla sfera di influenza della divinità che le ha benedette.

Possono esistere altre fonti derivate da ambientazioni specifiche. La fonte può suggerire alcune caratteristiche generiche per tutte le erbe ed essenze che ne fanno parte, di seguito alcuni suggerimenti (espandete se avete idee!):

- Le erbe arcane perdono la loro efficacia se vengono introdotte in un campo antimagia. Le caratteristiche non vengono riacquistate una volta fuori dai campi.

- le erbe divine non si degradano con il tempo, poiché protette dalla divinità stessa. Tuttavia, nel caso vengano introdotte su suoli consacrati da divinità "nemiche" perdono le loro qualità per sempre.

- le erbe arcane e divine possono essere rilevate con qualsiasi mezzo individui fonti dello stesso tipo.

Ambiente: l'ambiente e le condizioni in cui è possibile ritrovare la pianta.

Descrizione: la descrizione della pianta stessa, se si tratta di un'erba, un arbusto o un albero, e quali parti della pianta vengono utilizzate. Qualsiasi informazione utile dal punto di vista di background e descrizione vengono scritte qui.

Effetti: gli effetti che si ottengono da una dose della pianta.

Trattamento: se la pianta richiede un trattamento, questa voce descrive quale esso sia, quanto tempo richiede e quali strumenti siano necessari. Alcune volte è sufficiente applicare un'erba direttamente su una ferita, altre volte è necessario un completo tavolo da alchimista ed ore di complesse procedure.

Dosi: quante dosi di sostanza è possibile estrarre da una pianta trovata. Alcune piante vengono trovate a gruppi, di altre vengono utilizzati solo organi multipli (foglie, frammenti di corteccia, bacche...). una dose è necessaria e sufficiente per creare una dose utilizzabile.

Qualche esempio...

Flagello dei caduti

Rarità: 6

Fonte: Divina

Ambiente: Praterie e radure di pianura. Il fiore necessita di molta luce per crescere, per questo motivo non riesce a crescere coperto da altra vegetazione.

Descrizione: La leggenda narra che quando Lethor lottò contro il re caduto, sacrificando la propria vita per sconfiggerlo, si accasciò in una radura poco distante dal tempio delle ossa, nei pressi di un fiore bianco come il suo mantello. Via via che il sangue si riversava sul tessuto, anche il fiore veniva macchiato di rosso. Il fiore si presenta con nove petali bianchi (come le dita di Lethor, dopo averne perso uno in cambio del bastone rovente), macchiati di rosso sangue, stelo lungo una ventina di cm e foglie basali lunghe con lamina sottile e margine lievemente seghettato.

Effetti: Non trattata, la pianta produce un piacevole profumo. Una volta trattata, tuttavia, diventa un efficacie veleno, con l'insostituibile caratteristica di colpire esclusivamente i non morti. La sostanza può essere cosparsa su una lama per infliggere ferite che non si rimargineranno. Inoltre, il solo contatto di questo estratto con la pelle di un non morto provoca una reazione simile all'acido, con le medesime meccaniche. Su creature viventi, l'estratto non ha alcun effetto.

Trattamento: il trattamento del flagello dei caduti è lungo e complesso. Può essere compiuto solo da un fedele della stessa divinità a cui è associato, e prevede l'utilizzo di abbondante acqua santa. Durante tutta la distillazione deve essere recitata una litania rituale lunga e complessa. In totale, la procedura richiede un intero giorno di lavoro.

Dosi: il fiore solitamente viene trovato in macchie di decine di fiori simili, ma tutti con dieci petali tranne uno. Solo quello con nove petali possiede le caratteristiche divine. Solo il fiore viene utilizzato nel processo di raffinazione, ed è sufficiente per creare una fiala di composto.

Tocco della balia

Rarità: 3

Fonte: naturale

Ambiente: qualsiasi temperato. La pianta non necessita di particolari ambienti, purché le temperature non scendano troppo a lungo sotto lo zero nella stagione invernale.

Descrizione: Questa pianta si presenta come una normale edera, solo una lieve ombra rossa lungo la nervatura centrale delle foglie permette di distinguerla per ciò che è realmente. Tende a crescere più o meno ovunque, e se curata correttamente può fornire diverse dosi di estratto a stagione.

Effetti: una volta distillata, l'estratto di questa pianta fornisce una sostanza gelatinosa da spalmare su contusioni per rimuovere l'alone del livido. La pianta non fornisce benefici curativi, tuttavia è estremamente in voga tra le dame di corte, sposate con mariti violenti, per apparire sempre in ottima forma a banchetti locali. Anche alcuni eroi, di ritorno da sanguinose battaglie, utilizzano questo estratto per apparire intonsi di fronte al popolo durante le parate.

Trattamento: una semplice distillatura delle foglie bollite nel rum per qualche ora è sufficiente per creare il distillato.

Dosi: sono necessarie molte foglie per produrre una singola dose di distillato. una pianta di medie dimensioni può fornire dalle 10 alle 20 dosi di estratto.

Brina sanguigna

Rarità: 10

Fonte: arcana

Ambiente: la brina sanguigna è un muschio estremamente difficile da reperire. Le condizioni ambientali in se non sono rilevanti, ma è necessario che una battaglia molto sanguinosa e che abbia coinvolto diversi incantatori sia stata combattuta il giorno prima. La nascita e la crescita di questo muschio avvengono durante la notte, sino al completo sviluppo che avviene poco prima dell'alba successiva. è necessario raccogliere e posizionare il muschio in un luogo protetto dal sole, in quanto dopo circa un ora di esposizione questi si secca, perdendo ogni proprietà magica.

Descrizione: la brina sanguigna si presenta come un muschio umido ed appiccicoso, che rilascia una sostanza vischiosa del color del sangue. Compare sui cadaveri caduti in battaglia, sulle ferite provocate da incantesimi.

Alla fine del trattamento, la dose si presenta come una piccola spugna imbevuta dell'estratto, contenuta dentro ad un involucro opaco, per impedirne il contatto con la luce solare.

Effetti: chiunque venga cosparso da quest'olio, operazione che richiede almeno cinque minuti, diventa immune a qualsiasi incantesimo gli venga lanciato contro. Se l'unguento non viene esposto alla luce, l'effetto dura per 5 ore, prima di evaporare. Se esposto alla luce del sole (anche magica), ogni turno di esposizione consuma un ora delle rimanenti, sino alla completa essiccazione.

Trattamento: la preparazione della brina sanguigna non è complessa, richiede solo un laboratorio alchemico in una stanza protetta dalla luce del sole. Il processo prevede la coagulazione della sostanza vischiosa, nonchè la sua unione con un catalizzatore che la mantenga umida nel tempo.

Dosi: è già rarissimo trovare una dose di brina sanguigna su un campo di battaglia, praticamente impossibile trovarne due o più.

Se vi va, avete un po' di tempo o qualcosa di interessante da scrivere, siete i benvenuti!

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Mi piace un sacco come idea! :)

Provvedo ad aggiungere una voce all'erbario:

Carbon verde

Rarità: 6

Fonte: Arcana

Ambiente: Superficie di piante ad alto fusto in zone verdeggianti, con fitta vegetazione (es. Foreste non abitate), prossime a fonti di energia arcana.

Descrizione: Il Carbon Verde è un lichene che si trova attaccato ai tronchi. Si estende sulla corteccia formando superfici dalla forma palmata. Il colore è di un verde luminoso, al punto di spiccare visibilmente sul grigio dei tronchi su cui è solito crescere, ed è ciò che consente di riconoscerlo. La colorazione è conferita dalla capacità di assorbire l'energia arcana emessa dal sito, che immagazzina ed espelle in forma di "semiluminescenza".

Effetti: Per la capacità di emettere luce in presenza di magia arcana, il Carbon Verde, se mantenuto umido e in vita, si può utilizzare come "rivelatore" di aure magiche. Occorre, nel caso di aure deboli, tenerlo a contatto con la fonte diretta. In ogni caso, serve almeno un quarto d'ora di esposizione perchè l'effetto sia visibile.

L'effetto di "assorbimento" è attivo solo se la pianta è in vita. Essiccato e ridotto in polvere grossolana, invece, reagisce violentemente al fuoco, producendo una grossa fiammata verde lucente, dall'odore caratteristico. Viene impiegato per tali scopi negli esplosivi e nei fuochi artificiali.

Trattamento: Va tenuto in ambiente umido e al riparo da luce intensa, su superfici legnose se lo si vuole tenere in vita. Altrimenti, basta essiccarlo al sole per un paio di giorni.

Dosi: in buone condizioni ambientali, da un albero si possono ottenere 1-2 dosi.

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Simbelmyne (varietà del più comune Ricordasempre)

Rarità: 7 e 4

Fonte: divina e naturale

Ambiente: su qualsiasi tumulo su cui possa crescere anche l'erba. Entrambe le piante fioriscono in ogni momento dell'anno, anche sotto la neve.

Descrizione: Esiste una specie di fiori prativi, dal corto stelo e dai petali lisci, setosi e bianchi come la neve, che cresce solo sui tumuli erbosi dei morti. Tali fiori sono noti al popolo come Ricordasempre, ma in pochi sanno che esiste una loro varietà, la simbelmyne, che è simile in aspetto al cugino più comune, ma molto più rara. Tale somiglianza rende difficile l'identificazione di una o l'altra specie, e spesso occorre ricorrere all'occhio di un esperto.

La simbelmyne pare crescere casualmente al posto dei ricordasempre, ma alcuni hanno notato come tenda a manifestarsi più spesso sulle tombe di guerrieri famosi, o di persone che in vita fecero qualcosa di grande - non necessariamente buono: spesso, infatti, anche i tumuli dei malvagi ne vengono ricoperti. Tuttavia, la regola non è universalmente valida, giacchè si hanno notizie di questi fiori nati sulle tombe di infanti, ad esempio.

Il popolino asserisce che una copertura di ricordasempre è segno fausto, poichè assicura un eterno riposo indisturbato al morto.

Effetti: il ricordasempre non ha altri effetti se non quello di abbellire una tomba e quello di alleggerire i cuori dei parenti del caduto, ma la simbelmyne fa molto di più.

Essa infatti promuove una più rapida decomposizione del cadavere fino alla totale scomparsa, nel caso questi sia a contatto con la terra, e soprattutto rende l'area un terreno ostile alle pratiche necromantiche di ogni sorta, ostacolandone efficacemente la riuscita. Anche se falciata o altrimenti distrutta, l'effetto di questa pianta permane per tanto tempo quanto quello trascorso sul tumulo fino a quel momento. Si noti che i fiori possono essere raccolti e portati in altre zone, ma il loro effetto in questi casi dura finchè i fiori seccano, il che avviene in capo a pochi giorni. Se trapiantati su un tumulo (qualsiasi, è solo la comparsa spontanea ad avvenire su particolari tombe), si riprenderanno, ma in nessun altro luogo.

E' possibile ottenere un denso nettare dai pistilli dei fiori. Se miscelato con acqua, costituisce un'arma letale contro ogni tipo di non morto, molto più della normale acqua santa. I fiori appena raccolti ed il nettare appositamente conservato, inoltre, sono componenti essenziali di molti incantesimi e pozioni legate alla vera morte, e anche per guarire da diverse menomazioni portate, indovina, dalla non morte.

Trattamento: I fiori vanno raccolti lungo l'arco di un'intera giornata, a intervalli di poche ore, e mantenuti divisi nei gruppi così raccolti (di solito, almeno 8 gruppi, cioè una raccolta ogni tre ore, fino a raccogliere metà dei fiori totali: si tende a lasciare sempre una buona copertura per garantire il riposo al caduto). Per qualsiasi uso si intenda fare, andranno usate uguali quantità di fiori da ciascun gruppo, o l'effetto risulterà minore o, in alcuni casi, nullo. Dopo la raccolta i pistilli vanno estratti dal fiore ancora fresco e pestati in un frantoio non metallico, poi messi a macerare in acqua di sorgente. Si otterrà così il nettare. Se si intende utilizzare il fiore intero, le uniche condizioni sono quelle di raccolta sopra citate e l'uso finchè la pianta è fresca.

Dosi: i fiori normalmente presenti su un tumulo di una creatura media forniscono mediamente 3 dosi (o 6 nel caso lo si razzi completamente), indipendentemente dall'uso che se ne vuole fare ("acqua santa", componente per incantesimi o pozione)

EDIT: sì, ho preso spunto dai ricordasempre del signore degli anelli ;-)

EDIT: porrei la seguente regola: piante divine e arcane hanno un valore di rarità di almeno 6 (tranne casi rarissimi). Allo stesso modo, le piante naturali difficilmente dovrebbero superare il 5.

EDIT: mannaggia, simile al flagello dei caduti, che ho letto ora :oops:

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Luna sotterranea

Rarità: 7/8.

Fonte: naturale.

Ambiente: caverne termali ricche di particolari cristalli azzurri.

Descrizione: funghi con la pelle rosata con macchioline rosso mattone, ma dalla polpa azzurra; la forma ricorda quella di una mazza, con la testa sferica priva di lamelle; una volta raggiunta la maturazione, la testa eplode liberando una nuvola di spore. Si presenta in macchie di 5-10 esemplari, spesso attaccate al soffitto delle grotte.

Effetti: spremendo la polpa è possibile ottenere un liquido oleoso, azzurro e semi-trasparente, apparentemente privo di interesse; ma se mescolato con un'apposito reagente alchemico, il liquido emette una luminosità azzurra poco inferiore a quella di una torcia, senza produrre nè fumo nè calore. La luminosità dura solo per mezz'ora, pertanto i due liquidi vanno mescolati solo all'ultimo, ma la miscela può essere applicata più volte sullo stesso supporto; il liquido aderisce quasi a tutto, anche perchè seccandosi diventa gelatinoso (è necessario usare dell'alcol per lavarlo via), pertanto può essere usato anche per rendere visibile al buio un'avversario.

Trattamento: di per se l'estrazione del succo può essere fatto pressochè da chiunque, anche con strumenti primitivi; la cosa più difficile è la preparazione del reagente, che può essere fatta solo presso laboratori alchemici.

Dosi: sono necessari una ventina di funghi di medie dimensioni per ottenere una dose.

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Crini dell'impiccato

Rarità: 1 (ma l'ambiente è particolare)

Ambiente: Sulle forche e sulle corde dove è stato impiccato ingiustamente un innocente.

Fonte: divina/naturale

Descrizione: Sebbene vengano definiti "crini", questa pianta è un vischio vermiglio che cresce dove è stato impiccato un innocente. Le foglie, attaccate a un sottile filamento, sono a punta di feccia e durante la notte sbocciano piccoli fiori bianchi profumatissimi.

Effetto: I filamenti essiccati con il rito specifico diventano perfetti come corde da strumenti a corda (nel caso degli strumenti con archetto sia l'archetto che le corde devono essere composte da questa pianta). Il suono di questi strumenti ha due effetti opposti: se udito da un uomo giusto egli viene pervaso da nuova forza e la sua volontà diventa più dura del ferro. Se il suono di questi strumenti viene udito da una persona dall'animo malvagio egli verrà pervaso dalla paura.

E' singolare il fato del colpevole e/o del mandante dell'ingiusta impiccagione se sente il suono di uno strumento nato dalla morte di una delle sue vittime: dal terreno crescono rapidamente migliaia di filamenti rossi che si attorcigliano al suo collo e lo soffocano.

Trattamento: Questo lichene va' colto al tramonto cantando inni sull'ingiustizia o sulla vendetta degli impiccati (il bardo Dè Andrè ha composto "La ballata degli impiccati" adatta per questo compito) e il lichene va' spogliato dalle sue foglie e messo ad essiccare in un ambiente chiuso con i fiori sparsi sul pavimento e, nel mentre, continuare a cantare canzoni meste sulla morte per tutta la notte. Alle prime luci dell'alba i filamenti saranno secchi e i fiori non emaneranno più profumo. I filamenti sono pronti per essere intrecciati in corde.

Dose: variabile dal numero di corde e dalla lunghezza delle stesse, in genere il vischio che cresce su un cappio basta per un violino (corde+archetto) o per una cetra. Una chitarra o un liuto necessitano del raccolto di due cappi, mentre un'arpa addirittura di cinque.

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Bruciacorvi

Rarità: 2

Fonte: naturale

Ambiente: più o meno in qualsiasi sottobosco nei climi temperati e tropicali. non sopporta la luce diretta al sole, che ne inibisce la crescita.

Descrizione: La bruciacorvi si presenta come un cespuglio con foglie chiare e frutti simili a bacche rossi e dolci, con un piccolo nocciolo identico a un chicco di grano. Il nome di questo cespuglio deriva dalla pratica di alcuni contadini di mescolarne il seme assieme a normali chicchi di grano durante la semina nei campi: nonostante il frutto sia edibile, l'ingestione del seme provoca una rapida autocombustione di chi l'ha mangiato. Questo portava sia all'eliminazione del problema degli uccelli, in maniera molto più efficiente degli spaventapasseri, sia alla concimazione dei campi dalle ceneri delle povere bestie.

Effetti: il frutto carnoso è commestibile, e viene usato in una gran varietà di piatti, dalle macedonie all'omonimo liquore "bruciacorvo", nelle montagne del nord, dove l'aggiunta di un pizzico di seme tritato fornisce il calore sufficiente per scaldarsi nelle notti invernali. Il seme, invece, possiede la qualità di aumentare bruscamente la temperatura corporea di chi lo assume, sino all'autocombustione. Uno o due di questi semi sono sufficienti a far bruciare vivo un piccolo animali delle dimensioni di un corvo, mentre per una creatura più grande, come un essere umano, ne servono un paio di manciate. Più volte il tentativo di sfruttarlo come veleno è fallito a causa del forte odore di bruciato emanato dai semi tritati e dal sapore disgustoso che porta le persone a vomitare prima di poterne ingerire una dose letale.

Trattamento: nessun trattamento speciale è richiesto per l'utilizzo di questa pianta, se non la normale competenza culinaria per ricavarne piatti gustosi, senza rovinare il pasto con la svista di un nocciolo.

Dosi: un singolo cespuglio può contenere decine di frutti, e dato che sono decisamente comuni in molte zone boschive è possibile andare in cerca di questi e tornare con un cesto pieno.

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Felce cornuta

Rarità: 4

Fonte: Naturale

Ambiente: Foreste in ambienti rocciosi (colline, montagne), in prossimità di corsi d'acqua.

Descrizione: La felce cornuta sembra, a prima vista, una pianta di felce comune, venata con striature rossiccie nel verso della lunghezza delle foglie, che si concentrano in punta. Queste, tuttavia, terminano con tre punte anziché una sola, con la punta centrale più corta delle due punte esterne. Le foglie, se in buona salute, sono lucide e resistenti, tanto che le punte agiscono da vere e proprie "spine", in questo caso, difendendo la pianta dai predatori. Le due lamine delle foglie sono differenti: mentre quella superiore è lucida, quella inferiore è leggermente ruvida, ma non meno resistente.

La pianta raggiunge il mezzo metro di altezza, ed avvizzisce se portata lontano da fonti d'acqua, diventando estrememente fragile.

Effetti: La resistenza delle foglie di Felce cornuta è ben nota, al punto che i cacciatori delle foreste ne utilizzano la lamina inferiore come una "cote" di fortuna per le proprie armi. Per un'oretta circa dopo avere staccato una foglia, infatti, questa si mantiene turgida e resistente, e non si spezza se adoperata con le giuste maniere.

Lasciata seccare e fatta in polvere grezza, la Felce cornuta è impiegata per fare un tè caldo amarognolo e leggermente stordente, considerato di pregio nelle tribù nomadi. L'effetto di stordimento è dato dalla tossina rossastra contenuta nelle striature della lamina superiore. Con opportuni processi di estrazione con solvente, la tossina può essere concentrata in una potente mistura in grado di annebbiare la mente delle vittime per diverse ore.

Trattamento: l'estrazione per la tossina richiede un giorno in ammollo, a freddo, della polvere nel solvente opportuno. Sono quindi necessari ulteriori processi di concentrazione/raffinazione, che possono protrarsi per un paio di giorni. Altrimenti, basta mezza giornata per essiccare una pianta di Felce cornuta.

Dosi: Una pianta può fornire abbastanza foglie per 4-5 dosi di tè, oppure 1-2 dosi di tossina concentrata.

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Noce del pane.

Rarità: 4

Fonte: arcana.

Ambiente: qualsiasi foresta temperata, che non sia stata toccata dall'uomo da almeno 100 anni, e che sia popolata da creature fatate.

Descrizione: albero ad alto fusto, a metà tra una quercia e un salice; la noce è grande il doppio di una normale, pesa 10 volte tanto, e il guscio ha un colorito bianco argenteo; il frutto all'interno è di color crema, con una consistenza soffice ma compatta, simile ad un pudding di pane.

Effetti: un frutto consente ad una persona di vivere, senza bisogno di nutrirsi o dormire, per un'intero mese lunare; alla fine dell'effetto, però, si cade in un sonno che dura per un'intera settimana, e da cui non ci si può svegliare in nessun modo. Mangiare un'altro frutto, prima che sia passato un'altro mese, fà cadere in un sonno che dura un'anno intero, e da cui non ci si può svegliare in nessun modo; mangiare un'altro frutto, prima che sia passato l'effetto del primo, fà si che si trasformi irreversibilmente in un'albero.

Trattamento: una noce, una volta staccata dall'albero, dura senza rovinarsi per 7 anni; prima di poter mangiare il frutto, però, la noce deve rimanere immersa nell'acqua corrente (di un fiume non toccato dalla civiltà, a monte) per un'intera ora, fino a che il guscio non diventa nero e morbido; mangiare un frutto non trattato provoca lancinanti dolori, che durano per un'intera settimana.

Dosi: ogni albero fruttifica solo una volta ogni 7 anni, ma quando lo fà produce qualche centinaio di noci; inoltre spesso nei boschi ci sono più alberi; il problema maggiore è che le creature fatate sono poco disposte a cedere il frutto ad estranei.

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  • 2 mesi dopo...

Rinnovo questa discussione con tre piantine simpatiche e carine.. spero non venga considerato necroposting, in quanto l'obiettivo del topic sta proprio nel raccogliere una serie di idee e non tanto una discussione continua.

Nome: Flor d'amor
Rarità: 3
Fonte: Naturale
Ambiente: questa pianta cresce solitamente vicino ai bordelli o in altri luoghi dove viene praticato spesso l'aborto (volontario o meno). La pianta sembra trarre nutrimento dal sangue versato per tale pratica.
Descrizione: Pianta erbacea di piccole dimensioni, con piccole foglie lobate verde chiaro con venature rossicce e radici poco profonde. I fiori, portati in infiorescenze erette composti da tre a sette unità, si presentano piccoli e di tutte le tonalità di rosso, con petali tondi dalle venature più scure. 
Effetti: Data la sua origine, gli effetti che provoca possono essere quasi considerati un contrappasso. Assumere una dose di quest'erba provoca infatti un aumento incredibile della fertilità. La pianta agisce solo su esemplari di sesso femminile, mentre provoca nausea e voltastomaco nel caso venga assunta da un maschio.
Trattamento: Le parti importanti di questa pianta sono principalmente i petali, accuratamente separati dal resto del fiore. Questi vengono macerati nel vino per cinque giorni, dopodiché l'estratto viene filtrato ed imbottigliato. Si mantiene attivo per lungo tempo, anche anni se sigillato correttamente, come un vino normale. Nonostante la facilità con cui è possibile procurarsi la materia prima, le bottiglie di "vino d'amor" sono comunque piuttosto rare e costose, in quanto il processo di macerazione fallisce molto spesso; in questo caso, il risultato fallito risulta evidente immediatamente dopo i cinque giorni, in quanto si forma una schiuma nerastra e con un forte odore nauseante. Secondo la superstizione ingerire questa schiuma porterebbe alla sterilità definitiva, tuttavia questa proprietà non è mai stata confermata.
Dosi: da una singola pianta è possibile ricavare dalle 3 alle 12 dosi, a seconda della dimensione di questa.

Nome: Barba di nano
Rarità: 4
Fonte: Naturale
Ambiente: Caverne; la Barba di nano tende a crescere vicino a filoni di materiali ferrosi.
Descrizione: Questa pianta si presenta come una serie di barbe lanugginose, spesse e di colore rossiccio con punte più pallide. Non presenta infiorescenze o apparato fogliare, trae nutrimento esclusivamente dal terreno e dai metalli vicini. Le barbe bruciano molto rapidamente e con un forte bagliore, sprigionando un lieve odore di zolfo. Nonostante siano stati effettuati molti tentativi di coltivazione, la barba di nano sembra non attecchire in nessuna condizione artificiale.
Effetti: Se ingerita, la pianta provoca bruciore di stomaco per tutta la giornata (alcuni liquori nanici, in realtà, vengono realizzati con piccole dosi di questa pianta, proprio per questa sua caratteristica: la famosa "fiamma di miniera" viene spesso usato per le classiche sfide da taverna, chi riesce a berne di più senza svenire. Inutile sottolineare che spesso i partecipanti finiscono direttamente tra le mani di un cerusico). Le sue caratteristiche tuttavia la rendono ottima per una miriade di altri utilizzi. Innanzi tutto, la pianta è di per se un indicatore della presenza di filoni di metalli. Sminuzzandola, i nani ne ricavano ciò che chiamano "polvere del minatore", che compattata ed esposta ad una fiamma crea un'esplosione, utilizzata come metodo alternativo di scavo (piuttosto pericoloso, ma necessario in presenza di rocce troppo dure). Ricoperta con miele ed altre sostanze cerose, la barba di nano avvolta attorno ad un bastone viene utilizzata per creare torce "fredde", prive di fiamme e con bassa temperatura, essenziali per ambienti chiusi o prossimi a sacche di gas infiammabile.
Trattamento: i trattamenti variano molto in base alla sua destinazione finale, ma in generale è bene prestare molta attenzione nel suo trattamento: durante la sminuzzatura, una singola scintilla prodotta tra il mortaio ed il pestello può mandare letteralmente in fumo tutta la dose lavorata. Si consiglia di non lavorarla vicino a fiamme vive, ne di esporla a temperature troppo basse in fase di lavorazione in quanto tende a perdere le sue caratteristiche. Evitare assolutamente l'esposizione ai raggi solari, che provoca una combustione spontanea delle barbe.
Dosi: variano moltissimo, solitamente non più di cinque-dieci dosi per pianta (a seconda della dimensione e dell'utilizzo che se ne vuole ottenere), ma sono state ritrovate intere caverne ricoperte di barba di nano (ed alcune chiacchiere da taverna parlano di nani sommersi da lava e metallo liquefatto per una semplice disattenzione).

Nome: Figliol prodigo
Rarità: 7
Fonte: Arcana
Ambiente: foreste tropicali e sub-tropicali, ambienti umidi, spesso vicino a corsi d'acqua o acqua stagnante.
Descrizione: questa pianta erbacea, perenne, con portamento cespuglioso, è formata principalmente da larghe foglie reniformi di dimensioni anche superiori a 20 cm, di colore verde scuro. Le radici si estendono per diversi metri oltre la proiezione delle foglie, sino a raggiungere corsi d'acqua nelle vicinanze. La pianta fiorisce una singola volta nell'arco della sua vita, ed è proprio questa sua parte che viene utilizzata nei composti alchemici. Il fiore, di enormi dimensioni, alto anche più di mezzo metro, impiega cinque anni prima di sbocciare in petali rossi con striature giallo canarino e macchie violacee nella parte basale.
Effetti: La droga ricavata da questa pianta viene sfruttata dagli schiavisti per costringere i propri schiavi alla lealtà assoluta. Una volta ingerita una dose di questa pianta, si ottengono diversi effetti: prima di tutto, il soggetto prova dei dolori lancinanti se tenta aggressioni violente contro il "padrone" (vedere trattamento in seguito). Inoltre, il soggetto comincia a provare lievi disturbi, che rapidamente aumentano sino agli stessi dolori, se non ingerisce una goccia di sangue del padrone ogni due giorni. Questi effetti permangono per un anno intero, o si esauriscono con la morte della persona legata.
Trattamento: Il trattamento per creare una dose di Figliol Prodigo è lungo, e richiede la presenza della persona interessata ad utilizzarlo. La parte importante della pianta sono i pistilli, sempre 15 in ogni pianta, e da ciascun pistillo è possibile ricavare una dose della pozione. Durante il rituale arcano molto complesso, della durata di due ore, il pistillo viene mescolato con una fiala del sangue di una creatura, chiamata il "padrone". Una volta terminato il rituale, tutte le pozioni create saranno legate al padrone, e tutti gli effetti faranno riferimento ad esso. Un'interessante interazione è stata notata nel caso il padrone sia legato contemporaneamente a pistilli ptovenienti da diverse piante: invece di provare dolore, i soggetti che hanno ingerito la dose provano un perverso piacere nel far soffrire il padrone, sino alla sua morte, che provoca anche la morte di tutti i soggetti ad esso legati.
Dosi: Solitamente, i fiori possiedono 15 pistilli, ed è quindi possibile creare 15 dosi di questo estratto (da somministrare a 15 soggetti). In rarissimi casi tuttavia sono state trovate piante che, per qualche caso del destino, hanno prodotto due fiori gemelli, ciascuno con il proprio set di 15 pistilli. In questo caso, è possibile legare un massimo di 30 soggetti al padrone, ma questo evento è talmente raro da aumentare di centinaia di volte il prezzo di tali dosi.

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Nome: Rosa del segreto arboreo

Rarità: Speciale

Fonte: Naturale

Descrizione: Queste rose, blu scuro come il cielo notturno e cosparse di puntini argentei e con gambi verde scuro senza spine, fioriscono dove due innamorati hanno consumato per la prima volta il loro amore, se esso è puro e sincero. Questo sentimento, infatti, è l'unica cosa di cui ha bisogno la pianta per prosperare e crescere, e può crescere su qualsiasi superficie. Spesso se ne trovano enormi rampicanti attorno alle case di una coppia di sposi, e si narra che alcune case vengano completamente avvolte da questi profumatissimi fiori. Molto raramente, se la pianta sopravvive per più di cinquant'anni, mille per le razze longeve, sboccia una rosa grande quanto la testa di un toro, completamente argentea: essa è detta Rosa della Luna, e solo pochissime ne sono sbocciate nei millenni.

Un cespuglio rampicante passa dalle due alle centinaia, dipende da quanto tempo viva.

Effetti e Preparazione: Un fiore messo in infuzione con del tè rende quest'ultimo un afrodisiaco potentissimo, in grado di rivaleggiare (o surclassare) molti filtri d'amore o rimedi chimici. Fatto essiccare e miscelato col miele elimina qualunque problema di impotenza, sterilità o frigidezza. Un profumo creato con questi fiori, se inalato, fa passare per qualche ora le pene d'amore.

Ma in pochi conoscono il grande potere di questi fiori: se fatti macerare nell'alcol dalla coppia che ne ha provocato la nascita, durante la Notte di Mezz'Estate, il liquore da esso ottenuto diventa una panacea per la maggior parte dei mali del fisico e dell'anima, ma solo per persone degne di far crescere questi fiori.

Se viene aggiunta la Rosa della Luna nella creazione del liquore l'alcol si riduce, magicamente, fino a formare due singoli bicchieri di un liquore ancora più potente: se bevuto i due innamorati tornano ad un eterna e felice giovinezza.

Dosi: Per preparare una bottiglia di liquore servono 50 fiori, per quello speciale serve aggiungere la Rosa della Luna. Per un té ne basta uno, per una fialetta di profumo cinque, per il rimedio nel miele tre.

Una volta staccate le rose rinascono in un paio di giorni, meno la Rosa della Luna che, per qualche motivo ignoto, rinasce appena viene bevuto il suo liquore.

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  • 3 mesi dopo...

 

Questa discussione non s'ha chiudere, nè ora nè mai.

Pensavo, riguardo la rarità, di dare un significato più preciso al punteggio da 1 a 10, che, almeno per quanto mi riguarda, viene campato un po' per aria. "Individuato il sito adatto alla crescita dell'erba, la rarità è il numero di tentativi medi (per unità di areale o unità di tempo, che so, mezza giornata) che è necessario intraprendere in più siti per riuscire effettivamente a trovarla". La duraocchi qua sotto ad esempio ha rarità 4. Significa che, individuati i corsi d'acqua papabili, sarà mediamente necessario visitarne 4 prima di riuscire a trovarne una popolazione.

Se vi piace.. :)

 

Nome: Duraocchi (alga)

Fonte: Naturale

Ambiente: Polle e corsi d’acqua in grotte carsiche, al buio completo.

Rarità: 4

 

Descrizione: La duraocchi è un’alga simile al muschio: cresce in piccoli e bassi cuscinetti aderenti alla roccia, e si sviluppa solo se completamente immersa in acqua, di preferenza dove la corrente è abbastanza forte. Di colore bianco lattiginoso con sfumature verdine, vive solo dove la roccia è calcarea, in quanto si nutre del carbonato di calcio disciolto nell’acqua.

È possibile trovare qualche decina di cuscinetti (10x10cm) in ogni sito.

 

Trattamento: bisogna disporre dell’alga intera, apparato radicale compreso, che però è fortemente radicato nella pietra. E’ allora spesso necessario frantumare quest’ultima, estrarre il blocco dall’acqua e procedere ad un’estrazione più minuziosa in una sede più comoda, armati di scalpello e pazienza: le radici appaiono come fossilizzate, unite in un tutt’uno con la chiara roccia calcarea. Fatto ciò, la parte molle (l’alga), una volta asciugata, va pressata e strizzata fino ad ottenerne poche chiare gocce verdi da conservare attentamente. Le radici vanno polverizzate finemente. Queste, mescolata con le gocce, e poi allungate con ugual parte d'acqua producono un liquido che andrà utilizzato come collirio.

 

Effetti: All’applicazione del collirio segue un rapido indurimento degli occhi, le cui iridi si fanno grigio ferro. Oltre all'indurimento si sperimenta anche una notevole perdita di tatto e dolore sugli occhi, riducendo fino ad annullarli i fastidi derivati da corpi estranei, quali sabbia, sporcizia, ditate. Non è infatti inconsueto vedere soggetti poco intelligenti che si picchettano col dito sulle orbite indifese solo perché non fa male ed è divertente farlo. In conseguenza di una certa incuria derivata appunto dalla scarsissima sensibilità, capita spesso che chi sia sotto questo effetto abbia la sclera degli occhi completamente rossa di sangue (l'occhio è molto più resistente del normale, ma patisce comunque gli abusi).

La duraocchi garantisce anche una fenomenale resistenza ad ogni tipo di luce violenta ed accecante. Protegge tuttavia solo dagli effetti della luce sugli occhi, ma non da effetti di nausea o altro che talune creature malefiche potrebbero provare se esposte a luce solare. L’effetto dura una decina di ore.

Assunzioni troppo frequenti (oltre una settimana di fila) possono portare il soggetto a perdere permanentemente prima le capacità di visione notturna e poi la normale vista.

 

La duraocchi si presta ad un certo numero di usi, di cui alcuni vengono elencati di seguito:

Agli abitanti del sottosuolo consente di affrontare la luce diretta del sole senza conseguenze sull'apparato visivo.

Si possono affrontare più facilmente violente tempeste di sabbia, ghiaccio e neve (consentendo di condurre raid contro nemici invece accecati dalle condizioni ambientali)

Viene utilizzato spesso dai gladiatori nelle arene sabbiose.

 

Dosi: Da un singolo cuscinetto (10x10cm) si ottengono circa una decina di gocce pronte all'uso, una boccetta di collirio ne contiene circa 300. Ciò significa che di solito da un sito è possibile ottenere una singola boccetta.

 

Modificato da Shevrar Servo dell'Ira
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Uh uh, sembra interessante! Grazie! :)

il mio intento però era più di stampo ludico diciamo: probabilmente non giocherò più di ruolo, per cui non mi serve realmente un erbario, ma l'idea di scrivere ogni tanto di qualche erba mi fa piacere. In ogni caso, grazie della segnalazione. Il mio lato botanico da master ringrazia :)

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  • 1 mese dopo...

Nome: Fungo d’ira (fungo)

Fonte: Naturale

Ambiente: Estate-autunno nei boschi di conifere e latifoglie, più frequente sotto conifere. Più difficilmente in altri periodi dell'anno.

Rarità: 6 (necessari mediamente 6 tentativi per unità di tempo – mezza giornata - per trovare 1d3 funghi). 9 nei periodi meno indicati.

 

Descrizione: Molto simile all’amanita muscaria (il fungo dal cappello rosso con verruche bianche o gialle), dalla quale si differenzia per una diversa forma delle lamelle, più spesse e per una colorazione delle stesse tendente all’ocra.

 

Trattamento: il fungo va preparato come se destinato alla cucina, per cui pulito e dissezionato nelle sue lamelle, che vanno poi immerse e pestate, poco prima di essere assunte, in una ciotola colma di sangue di lupo, orso o qualche altro animale simbolo indiscusso di forza e ferocia. In realtà va bene il sangue di molte altre creature, purchè siano contraddistinte da tali qualità. Si usa fortificare la mistura con forti spezie, cenere, ossa tritate e talora polvere di ferro.

 Le proprietà del fungo non trattato si preservano per non più di un mese dalla raccolta, dopodichè diventa buono solo per provocare terribili dolori intestinali talvolta fatali, forte ipovisione temporanea e stati allucinatori della mente, senza alcun beneficio. Dopo il trattamento, invece, va ingerito subito, prima che si deteriori come sopra riportato.

(nella realtà dei fatti l’assunzione del fungo non trattato prima che sia passato un mese provoca comunque gli effetti sotto riportati, sebbene talora più blandi. Soprattutto la probabilità di morte all’ingestione – vedi sempre sezione effetti – è in tal caso raddoppiata rispetto a quanto indicato).

 

Effetti: L’ingestione provoca una forte produzione e rilascio di ormoni adrenalinici nel corpo del soggetto, oltre a promuovere un più efficiente lavoro dei muscoli. Le conseguenze riguardano sia la sfera fisica sia  quella mentale. Si ha un aumento portentoso della prestanza fisica correlato però ad una vistosa diminuzione delle capacità di controllo dei piccoli movimenti di precisione, della parlata e delle capacità di relazione in generale. Nel contempo si è portati a sperimentare diversi gradi allucinatori: si va da sensazioni di formicolio e piccole allucinazioni fino a forme più potenti di delirio, il tutto comunque sempre accompagnato da ferale aggressività impossibile da reprimere. Le forme di delirio vanno attenuandosi con l’aumentare delle assunzioni, ma gli altri effetti rimangono invariati.

In parole povere, il fungo porta a sperimentare lo stato d’ira berserker, con i vantaggi in combattimento che ne conseguono: più forza, meno sensibilità al dolore, totale incuria di se stessi e amore sfrenato per la battaglia.

Gli effetti durano per un arco di tempo che va dalla mezz’ora all’ora a seconda del soggetto, al termine del quale questi si trova in uno stato di forte affaticamento, che permane anche per due o tre giorni.

C’è tuttavia la possibilità di sperimentare un attacco di cuore fatale ad ogni assunzione (dell’ordine del 20%). Tale probabilità decresce fortemente (fino all’2-3%) se il soggetto si trova già in uno stato di depersonalizzazione parziale, come quelli indotti da forti rituali collettivi con assunzione di droghe eccitanti.

 

“Le popolazioni barbariche tendono a fare uso di questa pianta prima delle battaglie per indurre i propri guerrieri orso (un’élite) a divenire come gli animali totemici cui si ispirano. Ritengono che lo stato d’ira sia una benedizione degli dei, e che l’assunzione del fungo sia il catalizzatore deciso da loro per ricevere tale potere. Non vi è quindi alcuna vergogna nel doverlo assumere, anzi, chi sopravvive si dimostra un vero seguace della fede. Chi muore, evidentemente, era un apostata. Questo fungo viene colto solo dai ministri del culto barbarico di riferimento, ed è considerata una blasfemia che chiunque altro li prenda. Similmente, solo i guerrieri che intraprendono la via dei berserker - di solito avendo dimostrato una prima volta in battaglia un valore fuori dal comune senza aver fatto uso della droga - vi hanno accesso.” - frammento di cartiglio dalla biblioteca imperiale.

 

Dosi: da un singolo fungo medio è possibile ottenere due dosi per creature di taglia umana.

Modificato da Shevrar Servo dell'Ira
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