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Dragons´ Lair

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  1. Ultima ora
  2. Dykria (UMANA AL MOMENTO) Cerco un luogo dove sedere e mi poso, tranquilla. Allora, potrebbe sembrare complesso, ma più o meno funziona. L'ho visto fare da mio fratello, ma lui non è proprio quello che si può definire un chiacchierone, quindi mi aveva gesticolato di essere io a spiegare oggi al villaggio. Ieri abbiamo ispezionato a lungo le zone vicine trovando solo delle querce e relative ghiande a terra. Però ciò che molti non sanno è che le ghiande sono perfettamente commestibili, basta prestare attenzione a come si preparano. Si può ricavare una farina del tutto simile a quella di grano saraceno, che si può usare per produrre pane, gallette a lunga conservazione e una densa polenta scura. La farina si prepara così. Si rompono le ghiande. Si scartano quelle con il verme, o troppo scure. Si spezzano i frutti in piccoli pezzi e si immergono in acqua fredda in un contenitore. Si cambia l'acqua più volte al giorno, finché l'amaro non sarà svanito, i druidi spesso parlavano di terzo tramonto. Si stendono le ghiande su una pietra tiepida vicino al fuoco, oppure sotto al sole, fino a che saranno asciutte. Si macina. Si lavora fino a ottenere una farina più fine possibile. A questo punto si possono fare tutte le cose che faresti con una farina forte. Biscotti, polenta, solo con acqua, pane.....e così via. Un'altra possibilità, ma non so se in questo ecosistema è il momento giusto... GAIA, tu dovresti sapermi aiutare per questo. Vorrei spiegare loro come si crea una fungaia, ma non so se avete dei funghi commestibili e se è la loro stagione. Riesci ad aiutarmi? @Rafghost2
  3. Eh.. diciamo che Gustav ha anche lui un background bello complicato...
  4. Nestore Dentro Quantomeno stavano ottenendo le informazioni di cui avevano bisogno, o almeno così sembrava. Il riferimento al culto fatto dal monaco combaciava con le informazioni circa gli affari che Faernehart stava seguendo e che l'avevano condotto alla morte. Ci sapete dire qualcosa di più sul culto? Quanto può essere lontano questo luogo verso cui tende? E' possibile che ci sia un secondo occhio a questo collegato?
  5. Edwarf Sembrava non potesse esserci alcuna requie, quella notte. Sollevandosi di nuovo senza uscire completamente dalle coperte, Ed scrutò nell'oscurità verso il fiume, dove sembravano provenire i nuovi rumori, per capire con chi o cosa avessero a che fare. Tenne le parole a zero per dare priorità a quel che le orecchie potevano catturare.
  6. AGGIORNAMENTO PRIMA DEL TURNO DI BAKBAN Credo sia utile mettere un riepilogo della mappa e della situazione, prima del turno di @Alzabuk Bàkban e dei due PNG. Sia Sven che Erik sono stati colpiti rispettivamente da @Rafghost2 Eryn e da @Landar Thurin e sono ora decisamente feriti. Vi ricordo che a distanza non è possibile "stordire" il nemico. @shadyfighter07 Elyndra ha fatto un successo al suo primo TS contro morte. 🎉
  7. Oggi
  8. Eryn - Paladina Con la coda dell'occhio vedo Erik fermarsi e tirare con l'arco verso la stalla per rispondere agli attacchi dei miei compagni. Dalle sue parole apprendo il nome del mio bersaglio, Sven, ma ciò che più mi preoccupa è l'obiettivo dei suoi dardi: mia sorella! Con una preghiera silenziosa invoco la protezione degli dei e continuo ad inseguire l'uomo del nord che riesce nuovamente a sfuggirmi e scatta verso il bosco sperando di seminarmi, ma la mia determinazione non è così scarsa e nonostante il peso dell'armatura accorcio la distanza mentre aggiusto la presa sul giavellotto. Porto il braccio destro all'indietro e lo faccio scattare in avanti lanciando il proiettile verso il fuggitivo, cercando di imprimergli tutta la mia volontà di fermare quel criminale: "Luce Eterna, poni fine alla sua corsa!" penso con decisione mirando al centro delle scapole. Come al rallentatore vedo l'asta colpire il bersaglio, ma nonostante il terribile danno inferto l'uomo continua a correre: "Degno della famosa resistenza degli uomini del nord." Meccanica TC +5: 13 + 5 = 18 Colpito Danni: 4+2 = 6
  9. Scarlett Bloomblight Nelle profondità oscure È buio, fottut@mente buio... Ogni grammo di concentrazione è indirizzato a posizionare i piedi correttamente, a non inciampare o scivolare su un gradino diverso. Sto proseguendo, ma inizio a sentire la pressione di quel qualcosa di superiore, che non sarebbe mio compito affrontare; il cuore mi batte così forte che potrebbe schizzare fuori dal petto da un momento all'altro. Ma poi sento nuovamente quella voce nella testa e il fatto che anche lei sembri esitante in qualche modo mi aiuta a restare dove sono, assieme alla "botta" di euforia che ne segue. Devo comunque accendere la torcia del cellulare, purtroppo la luce che viene dalla superficie non arriva fin quaggiù. E c'è freddo, oltre all'odore umido e marcio. Una luce?!! Subito rimetto il telefono in tasca spegnendo la torcia, usando quella fiamma come punto di riferimento da seguire. Voglio fare il meno rumore possibile, se quella cosa è qui spero che non mi senta. Continuando a camminare arrivo sulla soglia di quella che è una stanza, forse arredata a mo' di tempio per sacrifici, ma la mia attenzione si focalizza su una cosa sola. Tanaka! Per poco non lo urlo, presa dall'euforia. Qualcosa dentro di me si agita come impazzito: inizia a scalciare come un bambino nella pancia della mamma, a fare capriole, rotolare e saltare in giro; è come se il mio corpo volesse muoversi in tutte le direzioni possibili nello stesso momento a causa di un'estrema gioia. TESORO! MIO! La voce nella testa è chiara, vivida: anche lei vuole Tanaka, e vuole portarlo in salvo. La gioia mista a quella sensazione di strana euforia, si mischia in lussuria, che sento quasi strisciare sulla mia gamba dalla caviglia fino all'inguine. Non è forte ed intensa come quella di ieri nel bosco, ma è lì, come se bussasse con impazienza. La mia mente, forse distorta dall'erba e dalla coca, fatica a capire cosa fare davvero adesso. Ma ci pensa l'altra parte di me ad agire: quella che mi ha fatto spingere a terra Tanaka, quella che lo ha tenuto al suo posto mentre facevamo sesso. Come se qualcosa tirasse il mio corpo mi ritrovo a muovermi verso il tavolo in pietra, mettendo mano alle corde che lo immobilizzano e iniziando a tirare per spaccarle e liberarlo. Aspetta... ma che c@zzo sto facendo?! Un attimo di lucidità mi fa riprendere: ho un coltello, perché dovrei usare della forza bruta che non ho? Subito faccio scattare la lama del coltellino, usandolo per tagliare le corde che bloccano Tanaka. Quella cosa potrebbe tornare da un momento all'altro. Non controllo nemmeno se respira oppure no: ancora piena di una forza che non mi appartiene me lo carico in spalla e torno indietro verso i gradini di pietra. SÌ! TESORO! MIO! SALVO! Anche la voce nella mia testa è euforica, felice di stare a contatto con lui. CORRI! VELOCE! Per la prima volta usare parole diverse, non è spaventata ma eccitata, quasi affannata. Continuo a camminare, senza nemmeno rendermi conto di quanto io stia vedendo bene al buio, di quanto senta Tanaka leggero sul mio dorso e di quanto mi sembri di averlo accoccolato in mezzo alle ali. Ali?! Ma che... c@zzo quell'erba e quella coca erano belle toste... Scaccio il pensiero e inizio a salire i gradini, verso la luce dell'esterno. Quando saremo fuori scapperemo via da questo f0ttutissimo bosco... @Loki86 offgame Io ho tirato dritto con la descrizione, però non so se ti aspettassi che andassi più con calma o se volessi inserirti in mezzo a queste cose. Nel caso se c'è bisogno modifico il messaggio. Credi ci siano gli estremi per una mossa di qualche tipo oppure al momento è ok?
  10. ELYNDRA - DRUIDO La freccia parte dal mio arco sibilando veloce come il vento e la vedo conficcarsi sulla coscia di Erik, con la speranza che il balordo crolli a terra incocco un'altra freccia. Questa mossa mi distrae e prima che io possa alzare lo sguardo una freccia si conficca sulla spalla e l'altra sul braccio. Un dolore lancinante mi fa urlare ma dalle mie labbra esce solo un gemito e crollo di nuovo a terra. Tiro Dado TS Morte: 15 Successi: 1 Fallimenti: 0
  11. Credo si riferisse alla madre di Orion e alla madre di Scarlett, principalmente XD Comunque @Loki86 sia messo agli atti che Scarlett ha promesso ad Orion informazioni entro Venerdì; dalle almeno un po' di tempo 🤣
  12. Oddio, sia messo agli atti che finora i genitori di Darius non hanno fatto grandi cattiverie xd
  13. Quoto e sottolineo estremamente serrata.
  14. Sono ormai due-tre anni che sono nel mondo OSR e mi preme molto raccontarlo anche qui, specie per togliere un po' di quei preconcetti che si sentono spesso. Comincerò con qualche articolo non recentissimo, come questo, anche per dare un po' un senso di storia alla faccenda. Va da sé che quello che scrive oggi Maliszewski non coincide più del tutto con quello che scriveva nel 2008, ma è interessante comunque. Tra l'altro lui è stato molto gentile e gli ha fatto davvero piacere sapere che traduciamo i suoi articoli.
  15. Direi che con questo post il padre di Ana si è appena piazzato in testa alla classifica di "Genitore peggiore di Liliac Hollow, nonostante la competizione estremamente serrata
  16. TdS

    Dardan ha risposto a Dardan a un discussione Topic di servizio in Adventure Quest
    Sistemato
  17. Zurgug Guardo spaventato e incuriosito i morti Che razza di creature sono? i non morti non sono intelligenti , questi mi stanno salutando... Andimo non voglio aver a che fare con quelle cose dico agli altri ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Guardo l'orco che mi saluta Salute a voi fratelli, sono Zurgug e questi sono la mia donna e i miei ragazzi , siamo qui in cerca di un rifugio, ho una lunga storia con me. mi farebbe piacere condividerla con voi e il vostro capo se mi sarà concesso. Sapete dirmi nulla delle creature vicino al fiume, sembravano dei non morti ma è come se fossero intelligenti...
  18. Ottima scelta degli articoli da tradurre. Danno la conoscenza delle nozioni che hanno fatto nascere e crescere D&D. COmplimenti.
  19. TdS

    Bomba ha risposto a Dardan a un discussione Topic di servizio in Adventure Quest
    'tacci sua a sto sito! Che ovviamente non permette di cancellare i post!
  20. @TheBaddus Scarlett Bloomblight- sottoterra Inizi a scendere lungo la scalinata con passo incerto, le dita serrate attorno al coltellino fino quasi a farti male. Ogni gradino è un tuffo più giù, nella terra e nell’oscurità… e a ogni passo il freddo diventa più intenso, pungente, quasi vivo. L’odore di umido e marciume ti avvolge come un manto pesante che ti si appiccica addosso, entrando nelle narici e graffiandoti la gola. Il battito del tuo cuore è un tamburo impazzito: bum bum — bum bum — bum bum. L’unico suono in questo silenzio sepolcrale. Perdi il conto dei gradini — potrebbero essere cinquanta, potrebbero essere cento — e la luce pallida del giorno alle tue spalle è ormai solo un ricordo sfumato, lontano, irraggiungibile. Gli occhi cercano disperatamente di adattarsi al buio, ma l’oscurità qui sotto è troppo spessa, troppo assoluta. Tanto che quasi inciampi quando il terreno cambia all’improvviso: nient’altro gradini. Il corridoio prosegue in piano. Deglutisci, voltandoti un istante. L’ingresso dell’arcata è ormai solo un varco sospeso nel nulla, lassù, sempre più lontano… È allora che la voce nella tua testa sussurra di nuovo: «AVANTI… Noi… Siamo fiere…» Ma non è come prima. Non è decisa, non è infallibile. Trema. O sei semplicemente tu ad esitare? E insieme a quel sussurro senti un’altra ondata… un fremito di euforia, caldo, estraneo, che ti percorre la spina dorsale senza permesso. Avanzi a tentoni nel corridoio, le mani sui muri di pietra fredda. L’oscurità è così totale da strapparti via ogni punto di riferimento, costringendoti infine ad attivare la torcia del telefono. La luce è debole, pallida, illumina appena un paio di metri davanti a te… ma è sufficiente a non cadere. Continui così, lenta, con il cuore bloccato in gola e il fiato corto, come se l’aria stessa lottasse per restare nei tuoi polmoni. Poi — una vibrazione improvvisa nello stomaco — là davanti, più in fondo, compare una luce tremolante. Una fiamma. Spegnere la torcia del telefono è un riflesso immediato, quasi animale. La penombra ti riavvolge, ma i tuoi occhi adesso vedono quel barlume dorato, lontano, instabile. Avanzi in punta di piedi, ogni passo il più furtivo possibile… se la Creatura dal teschio di cervo è nella sua “casa” almeno non ti sentirà arrivare. Giunta sulla soglia, ti blocchi. Davanti a te si apre una stanza circolare di circa dieci metri di diametro, scavata nella pietra viva. Le pareti e il pavimento sono composti da blocchi antichi, lisciati dal tempo e consumati dall’umidità. Su alcune colonne sono appese torce di ferro battuto, le cui fiamme tremolanti proiettano bagliori caldi e instabili, facendo danzare le ombre come presenze vive. A terra, sparse ovunque, ci sono candele nere: alcune integre, altre ridotte a moncherini, con la cera scura rappresa sul pavimento come lacrime congelate. Sulla sinistra, uno scaffale colmo di volumi antichi, coperti da uno spesso strato di polvere. Sulla destra, una strana arcata murata: sembra una porta… una porta che qualcuno ha sigillato. E sopra l’arcata, inciso nella pietra, un simbolo familiare: una mezzaluna, e sotto una croce lunga. Il simbolo che porti inciso sulla pelle del collo. Di fronte a te, dall’altro lato della sala, una porta di legno rinforzata da sbarre di ferro. E lì al centro, come un altare sacrificale, un tavolo di pietra. Sopra, a petto nudo, giace Tanaka. Legato mani e piedi. Immobilizzato. Svenuto. Indifeso. Il tuo respiro si spezza. Il coltellino trema tra le tue dita. E l’euforia — quella strana, inspiegabile euforia — diventa un urlo silenzioso nel petto. Un urlo che cresce e ti fa avvertire un’improvvisa, quanto inappropriata, ondata di lussuria che ti risale lungo l’interno coscia, sino all’inguine. @Ghal Maraz Nathan Clark - in palestra Prima di entrare in palestra e mettere via il telefono, fai appena in tempo a leggere la risposta di Kathlyn. Una notifica rapida, essenziale… eppure carica di un peso che senti subito nello stomaco. “Spero tu stia bene… più tardi ci vediamo in mensa?” Quando raggiungi il coach Moss, vieni passato al setaccio da uno sguardo che pare misurarti più che giudicarti. I suoi occhi scendono prima al livido evidente sulla tua gamba — impossibile da nascondere ora che hai i pantaloncini — poi risalgono al segno sul tuo volto. «Cos’è successo, Clark?» La sua voce è ferma, tagliente. Non un rimprovero, non ancora, ma un chiaro avvertimento: non dirmi palle. Non gli rispondi subito… forse non sai da dove cominciare. E lui non ha intenzione di aspettare. «Forza… alza la maglietta. Voglio vedere.» Questa volta il tono è secco, intransigente. Quando tentenni ancora, il coach allunga una mano, non aggressiva ma incredibilmente sicura di sé. Afferra un lembo della tua maglietta e lo solleva quel tanto che basta a scoprire il grande livido violaceo che ti attraversa il fianco e risale fin quasi alle costole. Il contatto, per quanto leggero, ti fa sussultare. E subito la mente corre al giorno prima: al pestaggio da parte di Cory e dei suoi tirapiedi, al Bosco… alla strana e inquietante visione che hai avuto… e immediatamente provi quel senso di disagio che forse non hai mai davvero scacciato. Il coach Moss ti osserva in silenzio, l’ombra di un pensiero pesante che gli passa dietro gli occhi. «Chi ti ha fatto questo, Nathan?» Questa volta ti concede qualche secondo per rispondere. Non sembra sorpreso… sembra analizzare. Poi scuote lentamente la testa. «Ti sei fatto vedere da qualcuno?» Quando risulta evidente che la risposta è un semplice “no”, il coach inspira piano, lo sguardo che scivola oltre te, verso la classe che corre. Per un istante sembra valutare qualcosa, come se stesse pesando una decisione già presa. Poi la sua voce risuona nella palestra: «Whitesand! Qui, subito! Accompagna Clark in infermeria.» Una pausa. Poi, più forte: «Tutti gli altri, venite qui! Adesso!» @Voignar Darius Whitesand - in palestra Quando, prima di scuola, riveli a Ben quello che è successo e le indicazioni che lo “spirito” ti ha impartito, avverti un leggero bruciore al simbolo che hai impresso sul collo. È solo un attimo, sostituito subito da un fugace brivido di eccitazione e divertimento a cui non sai dare una spiegazione. Ben rimane in silenzio, soppesando le tue parole. Valutando, forse, se sei sincero o meno con lui. Alla fine ti dice che ha bisogno di tempo… per metabolizzare la cosa. Quando iniziate a correre in palestra, finalmente Ben si porta al tuo fianco. Non dice nulla… Senti che è lì e che sta cercando il coraggio, o le parole giuste, per dirti qualcosa. Butti un’occhiata al coach. Sta osservando con attenzione Nathan, non prestando minimamente attenzione a voi altri che correte. Non sentendoti il suo fiato sul collo puoi permetterti di rallentare leggermente, procedendo a una velocità più gradita a Ben. Non appena rimanete un po’ arretrati rispetto agli altri Ben finalmente si decide. “Ok Darius… Ti credo!” Dice con tono deciso “Dopo mi devi assolutamente raccontare meglio! Voglio sapere tutto!” Aggiunge poi, iniziando a parlare in modo più affannato. Fai giusto in tempo a rispondergli qualcosa di veloce, chela voce del coach rimbomba nella palestra. Whitesand! Qui, subito! Accompagna Clark in infermeria.» Una pausa. Poi, più forte: «Tutti gli altri, venite qui! Adesso!» @Theraimbownerd Orion Kykero - in palestra Ti unisci al resto del gruppo nei primi giri di corsa, cercando di non dare troppo nell’occhio. Il coach, per una volta, sembra avere di meglio da fare che massacrarvi: tutta la sua attenzione è su Nathan, e questo, per te, è quasi un regalo divino. Scarlett però non c’è. Un fastidio ti punge sotto lo sterno: se quella ragazza ha deciso di saltare proprio oggi, quando deve consegnarti le informazioni su Jeremy… beh, si è appena guadagnata un debito enorme. Almeno suor Margaret non infesterà l’ambiente col suo moralismo stantio. Il seguente pensiero su tua madre ti fa stringere lo stomaco. Ormai mancano poche ore all’incontro con la Somma Sacerdotessa di Chicago… Stai correndo senza troppo entusiasmo, immerso in questi pensieri, quando qualcuno si avvicina al tuo fianco. È Tyler. Non parla subito: tiene un ritmo costante, rilassato, da atleta vero. Tu fai finta che non sia faticoso seguirlo. «Hey…» mormora alla fine, senza voltarsi, «grazie per prima. Per essere stato diretto primo…» Il tono è sincero. Diretto. Poi fa un cenno col capo in direzione del coach Moss. Lo vedi intento a squadrare Nathan. «Credi che si sia accorto di qualcosa?» Il fatto che il coach, proprio in quel momento, afferri un lembo della maglietta di Nathan e lo sollevi scoprendo un grosso livido viola sul costato risponde alla domanda di Tyler molto meglio di come potresti fare tu. Sta per aggiungere qualcos’altro quando il boato del coach taglia l’aria: Whitesand! Qui, subito! Accompagna Clark in infermeria.» Una pausa. Poi, più forte: «Tutti gli altri, venite qui! Adesso!» @Ghal Maraz @Voignar @Theraimbownerd Nathan - Darius - Orion - in palestra Vi stringete tutti attorno al coach, trattenendo il fiato. Il suo tono è così rigido da non lasciare spazio a repliche o scuse. Moss sfiora con lo sguardo ogni volto, poi si ferma su Darius. «Forza… voi due andate in infermeria.» La sua mano si posa per un istante sulla spalla di Nathan, un gesto che vuole sembrare paterno. Poi si rivolge al resto della classe, la voce che rimbomba nella palestra: «E voi altri! Se qualcuno sa cosa è successo a Clark… parli adesso. SUBITO.» Il silenzio che segue è pesante, quasi fisico. Le scarpe scricchiolano sul parquet quando Nathan e Darius iniziano ad avviarsi verso l’uscita. Accanto a Orion, Tyler lascia uscire un lungo sospiro. Non uno di stanchezza: uno di chi si sta facendo forza, forse deciso a dire qualcosa. Ma non ne ha il tempo. È Sasha ad anticiparlo e a prendere parola. E lo fa con la sua solita sicurezza e sfrontatezza, senza troppi giri di parole… “Beh… Non posso dire di sapere cosa gli sia successo… Ma immagino che lo sappiamo tutti benissimo chi possa essere stato!” Le sue parole cadono come un sasso nell’acqua, facendo vibrare l’aria. E nessuno, per un istante, osa fiatare. Off game Darius e soprattutto Nathan, decidete pure voi se andare in infermeria o restare e interagire con la scena in palestra. Orion… mi dispiace se questa scena forse è poco interessante per te… ci rifaremo nel pomeriggio 😁😁 @SNESferatu Ana Rivero - a casa di Gustav Le tue parole si abbattono su Gustav come colpi secchi, uno dopo l’altro. All’inizio non reagisce. Rimane dov’è, immobile accanto al banco di lavoro, con le mani sporche di polvere grigia che tremano appena. Non ti interrompe, non si difende, non prova nemmeno a mascherare lo smarrimento che gli attraversa gli occhi quando pronunci la parola padre. È come se quella sola sillaba gli avesse tolto l’aria. Il silenzio che segue è denso. Lo vedi ingoiare a vuoto—una, due volte— “Tu… tu non capisci… Tu non sai…” Farfuglia confuso, mentre osserva la tua giacca e la tua camicetta cadere al suolo, il tuo corpo esposto, la crepa che ti lacera la pelle come una ferita impossibile. Ed è lì che qualcosa in lui cambia. Non dice nulla, ma gli occhi lo tradiscono: un lampo di riconoscimento, di orrore… e di bramosia. Una fame antica, trattenuta a stento. La stessa fame che ha avuto quando ti ha scolpita la prima volta. Per un istante avverti quasi la sua mano che vorrebbe avvicinarsi, toccare quella frattura, studiarla, capirla. Ripararla. Non la muove. Ma tu sai che vorrebbe. Si passa una mano sul volto, come se cercasse di svegliarsi da qualcosa. Poi murmura, quasi senza voce: «Dio… Ana… cosa hai… cosa ti hanno fatto?» Non aspetta risposta. Forse non la vuole nemmeno sentire. Cambia nuovamente espressione. Fa un passo indietro, come se avesse improvvisamente paura. Si porta una mano al volto, si strofina gli occhi, le tempie. Come se volesse cancellare un pensiero che continua a tornare, ostinato. Quando finalmente parla, la voce non ha nulla del tono del creatore che ricordi. È ruvida. Stanca. Quasi spezzata. «Non… non avrei dovuto. Tutto questo… tu…» Si interrompe, stringendo la mascella. «…è stato il mio errore più grande…» Lo dice non riuscendo a guardarti negli occhi… Fissa il pavimento, quasi come se stesse parlando più a sé stesso che a te. Quando torna a guardarti, gli occhi sono rossi d’ansia e di qualcosa che ricorda la vergogna. La sua voce però si indurisce, come se improvvisamente avesse paura. «Non dovevi tornare qui con… con queste cose...» Ti indica la crepa, ma è evidente che non parla solo di quella. «Non voglio più avere niente a che fare con… con ciò che ti riguarda.» Un altro passo indietro. Non da te: da ciò che rappresenti. «Vai via, Ana.» Un ordine che suona quasi come una supplica. «Per favore… Vattene. Non tornare più.» Percepisci che sta mentendo a se stesso. Che una parte di lui vorrebbe trascinarti dentro, studiarti, toccare quella crepa, ripararla. Ricominciare tutto da capo. Lo leggi in un bagliore nei suoi occhi, ancora fissi su quella crepa.
  21. Jax la situazione è molto stressante ed il tempo non è dalla nostra, decido di forzare la mano provando il tutto per tutto provo a scassinare con guida
  22. Ho aggiornato la mia ultima risposta, così da renderla più "roleplay", non l'ho però scritto qui scusate Apro in giornata un topic per le interazioni tra regni e tra png vari; quindi ognuno di voi sarà su un unico topic per le comunicazioni ufficiali tra i regni, e su un topic personale dove potrete parlare di tutto ciò che avviene "segretamente" nelle vostre corti Per questo, proporrei di darci almeno tre-quattro giorni di tempo tra un post di "azioni' e l'altro, così da poter portare avanti un minimo le varie interazioni e vedere se integrarle nelle task
  23. @Bomba Hai scritto post doppio in game 🙂
  24. L_Oscuro ha risposto a Dardan a un discussione TdG in Venenata Mater
    Elluin elfo investigatore "Penso proprio si riferiscano al tuo gatto..." Dico distratto, più interessato ai presenti.
  25. Jalrai Thue striscia nel tunnel, coperto di sabbia solo nel primo tratto; poi seguono piastrelle bianche, rosse e azzurre. Ci sono tracce che escono dalla stanza, impronte lasciate da solo due piedi. La porta in fondo al corridoio è socchiusa.
  26. Vi avvicinate ancora. Le esili creature sono umani, o meglio, te li ricordano. La loro carne smunta è poco più di uno strato sottile. Hai visto solo una volta una persona simile al villaggio. Era stata condannata a morire di fame. La loro pelle è pallida e cade a pezzi, su ginocchia e gomiti spesso del tutto assente. Le ossa scoperte a punti si muovono anche senza nessun muscolo a sostenerle. Uno di loro si gira verso di voi. Le sue orbite vuote sono due buchi neri che ti osservano intensamente. Impossibile che riesca a vederti eppure alza un braccio indicandoti. Dal gruppo si fa avanti un altro cadavere ambulante. Un tempo era un lucertoloide. Ora il suo corpo è gonfio e ricoperto da grossi bubboni rosso sangue. Anche questo non morto vi guarda, poi alza una mano al cielo in modo goffo e meccanico. Un chiaro gesto di saluto. Senza aspettare risposta si rimette in marcia con gli altri. Mentre i non morti risalgono il fiume voi prendete la direzione opposta. Casella 6 CD 15 Palude 3+9= 12 fallimento Casella 6 CD 15 Palude 6+9= 15 successo [Tempo di viaggio totale 9,5 ore] La palude è piena di zone impraticabili perché ricca di fitti canneti e colonie di coccodrilli. A fatica riesci a trovare un percorso sicuro e guidi il gruppo verso delle colline che costeggiano un lago. Le sue acque scure e piatte come una tavola. Prima ancora di scavallare la prima collina venite accolti da un gruppo misto di orchi e mezzorchi. Molti di loro giovani guerrieri, solo uno ha l'armatura di pelle. (Quindi è un guerriero con esperienza) E' proprio lui a parlare. Salve viaggiatori. Cosa vi porta nelle terre della tribù del corvo Bianco? Chiaramente sono una ronda che tiene sotto controllo i confini del territorio della tribù. Il loro atteggiamento sembra rilassato.
  27. Non preoccuparti, le belle memorie delle prime avventure colmano ampiamente la misura e sono valse senza dubbio il "tempo perso".

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