Decidete di restare e cercare di far luce sulla questione.
I preparativi occupano quasi tutta la mattinata e il primo pomeriggio, poi dopo la sesta ora comincia la festa vera e propria.
In quanto stranieri avete avuto gli occhi degli abitanti addosso per tutto il tempo, anche se la vostra guida ha cercato di fare da garante per voi. Ma pure lui, pur venendo da un villaggio vicino, è scrutinato con attenzione.
I festeggiamenti cominciano con una sorta di danza teatrale, alcune ragazza vestite da mostri balzano in piazza e cominciano a ballare su una musica lenta che comunica tensione, paura, pericolo... si aggirano a passi leggiadri, volteggiano su pali e travette che forse rappresentano alberi e dirupi. Sono agili e in forma e si muovono bene nonostante il trucco e l'ingombro di alcuni dei costumi. Un paio sembrano sciacalli, la pelliccia fatta di fibre vegetali chiare; altre sono come avvoltoi o falchi piumati, due interpretano qualcosa di simile a serpenti, e una in particolare spicca per l'uso di un bastone sormontato da una lanterna accesa. Il suo arrivo mette in fuga i mostri, e il resto della danza la vede inseguirli spiccando salti agili e mulinando il bastone-torcia (illuminato da una tenue e debole magia) per tenerli lontani.
La cosa diverte molto i partecipanti e in particolare i bambini, che subito imitano la danza per gioco.
I timori di Darhum sono parzialmente fondati: la gente è davvero trascinata dalla musica e dai festeggiamenti, e molti mangiano e bevono, ma sembra ancora una reazione naturale.
Vi viene offerto da mangiare da alcune persone meno diffidenti: un porridge di frutta con la superficie caramellata, delle frittelle d'alghe insaporite con paprika, e vedete che il piatto principale è una sorta di calzone morbido ripieno di pesce e verdure cotte. Da bere scorrono acqua profumata, té fresco ma nulla di "forte".