Britt valuta rapidamente le proprie alternative, scoprendo di averne veramente poche: a causa dell'alto numero di detriti presenti nell'hangar il raggio traente non è una scelta praticabile e la massa radioattiva presente rende pericoloso il teletrasporto.
Quindi opta per un recupero decisamente più rocambolesco, piazzando la poppa del Flyer rivolta verso il buco nello scafo Borg, pronto ad accogliere i compagni.
Dal canto loro, Reix e Sitark fanno il possibile per tranquillizzare il perplesso Tardigrado mentre preparano la loro parte della manovra: dopo aver risigillato le tute, il Betazoide spegne i propulsori di dritta e accende quelli laterali, così da imprimere un improvviso moto rotatorio alla navetta, mentre Sitark tenta una breve fusione mentale con la creatura, per spiegarle tramite immagini il piano.
Quindi, mentre l'essere si appallottola su sè stesso per riuscire a passare dal piccolo portellone della navetta, i due ufficiali della Nova si ancorano alle sue massicce zampe e, quando Britt da loro il via, aprono di colpo il portellone posteriore.
La decompressione spara fuori con violenza tutta l'aria presente nel piccolo vascello alieno e, insieme ad essa, anche la grossa creatura a sei zampe con attaccati i due federali. Federali che, appena nel vuoto, accendono simultaneamente i razzi delle tute per aumentare la spinta e correggere la rotta verso il minuscolo vano di carico del Delta Flyer.
È una corsa contro il tempo mentre la paratia di fondo dell'Hangar comincia a fondere e l'intero Cubo è squassato da violente esplosioni. Il Tardigrado vola rapidamente verso il foro nello scafo mentre Britt, monitorando lasua telemetria, esegue piccole correzioni di posizione per tenersi esattamente di fronte a quello strano essere, sulla cui spessa corazza rimbalzano all'apparenza innocui frammenti di acciaio e tritanio del peso di diversi quintali.
All'ultimo istante, quando mancano pochi metri prima che il Tardigrado col suo carico federale impattino sul bianco scafo del Flyer, Britt apre il portello di carico facendo fuoriuscire l'atmosfera della stiva e creando una spinta contraria, che rallenta la corsa dei tre fughiaschi.
Complessivamente il portello della stiva resta aperto meno di quindici secondi poi, mentre i tre si schiantano senza troppi danni sulla parete divisoria interna del Flyer e un violento fuoco di plasma ne investe per un istante la coda, il pilota federale attiva i motori ad impulso al 110% della potenza nominale, facendo scattare la navetta in avanti a più di un wuarto della velocità della luce.
Il Delta Flyer, incolume ma con lo scafo posteriore sbruciacchiato, schizza come una freccia d'argento (non il treno) oltre la massa di plasma incandescente, subito imitato dalla Nova che, con un ampio arco, si porta a distanza di sicurezza dall'esplosione dell'un tempo maestoso Cubo Borg.
@Britt