Jonathan
Jonathan - Tiri di dado:
Preparate il tutto e salite sui vostri mezzi: Daniel e Kyu sul furgone e Jonathan sulla jeep. Un'oretta e mezza e ritornate in città; un'altra mezz'oretta e arrivate al punto in cui dovrebbe esserci il conoscente di Jonathan. Davanti a voi si mostrano nel loro degrado dei piccoli palazzetti, alti tre-quattro piani, appoggiati uno sull'altro, tutti semi-rovinati e forse pure pericolanti. La strada è affollata di uomini nei loro abiti tradizionali, di donne con il velo integrale nero, da qualche punk dalla giacchetta con spuntoni e dai pantaloni in pelle, ma soprattutto non vedete nessuna booster armato o peggio qualche puntiglioso membro della guardia monarchica. Una zona tranquilla, lontana dalla lunga mano del principe e del suo esercito, ma anche lontana dalle sei bande e dalla loro violenza.
La jeep di Jonathan si ferma nei pressi di una piccola macelleria: sotto l'insegna semiverdastra a neon che lampeggia sono appesi a dei ganci diversi pezzi di carne tra cui anche una testa di un cammello. Seduto a terra, vicino all'entrata, c'è un uomo anziano dalla lunga barba che indossa un abito bianco con delle strisce rosse e un fez rosso. L'uomo si alza e sbraccia verso la jeep di Jonathan urlando: «Amico mio! Amico di Tariq! entra nel vico.» indicando con le braccia un piccolo vicoletto abbastanza largo per far passare i veicoli. Jonathan può davvero ricordare come mai il conoscente di Rowahn è chiamato "Bellosguardo", due vistose e grossolane protesi cibernetiche rosse e nere sul viso al posto degli occhi.
Un po' diffidenti e con un po' di difficoltà (soprattutto Jonathan privo dell'aiuto del computer di bordo) entrate nel vicoletto e sbucate in un piccolo spiazzale. Dove ad aspettarvi ci sono due bambini che giocano a palla e un giovanotto appoggiato a un vecchio carrello arrugginito. Il giovanotto dai capelli corti neri e dal paio di baffetti adolescenziali, dai vestiti piuttosto punk e dalla vistosa mano cibernetica, vi fissa incuriosito.
Fermate i veicoli e scendete, mentre dietro di voi compare il conoscente di Jonathan che sbracciando dice con tono allegro verso quest'ultimo: «Caro Jonathan! Rowahn ha chiamato, mi ha detto che hai tanta bella roba. Tu sai io faccio sempre bei prezzi e amici di Rowahn sono miei amici!» si volta verso destra, dove non c'è nessuno e urla: «Bassell, carica tutto e porta nel retro.». Bassell, il giovane appoggiato al carrello, che in verità si trova da tutt'altra parte e precisamente alla vostra sinistra, sbuffa scocciato e si avvicina con il carrello alla jeep.
Mentre Kyu e Bassell caricano il bottino sul carrello, Tariq continua con tono allegro: «Venite, venite...» e vi conduce in un magazzino abbastanza grande, pieno di tavoli d'acciaio e rastrelliere (per la maggior parte vuote); ci sono anche due divani neri semidistrutti, un paio di tavolini, quello che sembra un vecchissimo distributore automatico di snack, un televisore dell'anteguerra e un paio di armadi. C'è una forte puzza di carogna e di sangue, e tantissime mosche, mosconi e forse pure qualche vespa. «Non fate caso alla puzza. Qua macelliamo anche carne. Copertura mi spiego?» dice Tariq, infatti potete notare anche dei ganci arrugginiti che penzolano in alto.
«Sui tavoli! Sui tavoli» esclama Tariq incitando Kyu e Bassell a disporre il vostro bottino sui tavoli (notate che Kyu ha un'espressione molto digustata); per poi voltarsi e avvicinarsi a uno dei piccoli tavolini. Con difficoltà Tariq tasta sotto il tavolino, alla cerca di qualcosa; dopo pochi secondi al centro del tavolino compare un piccolo ologramma azzurro che prende la forma di un gigantesco uomo barbuto dai capelli lunghi. Jonathan può riconoscerlo come Rowahn.
L'ologramma inizia a parlare: «Allora siete tutti qui? Vediamo questo tesoro.» Tariq accenna con il capo e si avvicina al tavolo con le armi, potete notare con vostro stupore che si alza la manica destra del suo abito e aprire una piccola ministiva sull'avambraccio, da dove prende una piccola sfera bianca e appoggiarla sul tavolino. La sfera in verità è un occhio cibernetico dall'iride azzurra e dalle sei zampette da ragno sottili. L'occhio inizia a camminare per il tavolino guardando la varia merce disposta.
«Bene, bene» annuisce Tariq soddisfatto «Rivoltelle dei nomadi? Posso piazzarle a duecento eurodollari ciascuna, ma non subito. Il mercato delle Stolbovoy è saturo, maledetti Sovietici che finanziano i compagni della fratellanza operaia! È roba che scotta, ma che è venduta pure a poco: trecento eurodollari per ogni pistola, per il fucile settecento! Carabine dei nomadi? Valgono più smontate che intere! Bassell!» il vecchio urla all'improvviso rivolto a Daniel «Prendi le carabine e portale dentro!» il giovanotto che si trovava da tutt'altra parte prende il carrello e carica le carabine per dire un laconico: «Sì, zio.»
Tariq continua a dare ordini a suo nipote: «Prendi pure i proiettili, il silenziatore, i machete e le bussole. Mettili sotto al bancone frigo, che i ragazzotti del nord chiedono sempre questa roba.»
Mentre Bassell carica tutto nel carrello, Tariq borbotta: «Allora. Cinquanta per il silenziatore. Quattrocento per le carabine. I machete sono poca cosa, facciamo ottanta tutti e quattro. Le bussole? Centoventi e andate bene voi. I proiettili? Questo è difficile... Allora... Facciamo altri centoventi che sono buono e non ho voglia di contare! Ah, la fondina, la fondina. La chiedono sempre! Ottanta! Totale? Ottocentocinquanta eurodollari dello zio Europa.» voltandosi verso la porta «Allora posso darvi ottocentocinquanta eurodollari per il tutto, per le armi dovete aspettare che le venda. Per il casco, il cappello e la jeep dobbiamo aspettare Fatima.»
«Eccomi nonno!» esclama una voce femminile in lontananza, notate che è entrata una donna che indossa un lungo velo integrale nero. La donna si avvicina a voi e con facilità si toglie il velo, rivelando il corpo di una giovane ragazza, massimo venti anni, dai lunghi capelli neri ondulati, dagli occhi verdi e dalla carnagione olivastra. La donna che sotto il velo indossa una t-shirt di un gruppo musicale occidentale e dei jeans strappati si rivolge a Tariq dicendo: «Vicino alla lavanderia dei cinesi si sono scannati le ragazze della sorellanza e la fratellanza rossa. Un mezzo disastro! Guardia monarchica in giro su una camionetta, addirittura è arrivato da sud, dal deserto, anche un gigantesco AV che ha caricato sopra un paio di tizi della fratellanza. Ecco, perché ho fatto tardi.» la donna si volta verso voi dicendo allegra: «Mi chiamo Fatima, voi dovreste essere quelli della jeep, vero? Dov'è?» si avvicina al tavolino e afferra il casco degli Xango esclamando felice «Oh, un casco degli Xango. Bello! Ho sempre desiderato lavorarci sopra.»
Tariq si rivolge verso l'ologramma dicendo: «Allora che ve ne pare. I tuoi amici sono soddisfatti? Ho fatto dei bei prezzi!»