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A proposito di questa gilda

Sengoku Campaign PbF
  1. Cosa c'è di nuovo in questa gilda
  2. Il volto di Kanetsugu non sembra essere minimamente cambiato ne dalla prima né dalla seconda rivelazione. Si limita a scrollare le spalle con un gesto vago. "Mai sentito." replica. "O forse sì: chi può dirlo? Ci sono tanti con questo nome a Ueda. E' una grande città, dopotutto... Lei - piuttosto - e anche voi, gentili stranieri, è la prima volta che venite qui. Posso sapere con chi ho l'onore di fare la conoscenza?" Aoki borbotta una presentazione cortese, guardando sottecchi i suoi compagni.
  3. Kato Yukishige Il ronin si fa ancora una volta avanti per parlare per il gruppo. Controlla che nessuno, o quantomeno non troppe persone siano in ascolto, è parla. "Ci manda un comune amico, che non può essere qui di persone perché costretto ormai ad un esilio dorato, ma pieno di solitudine." Sperando che il capo delle guardie capisca la frase neanche tanto criptica. Se al contrario non mostra segni di aver compreso, allora Yukishige aggiunge sottovoce. "Ci manda Itsugi-dono"
  4. Le domande le ronin incontrano volti pallidi e sospettosi; sono in molti a scuotere il capo e a dirsi del tutto ignoranti sul quanto accaduto. Secondo molti Keiichi era un uomo molto anziano, ma in effetti se né andato in modo così silenzioso che forse potrebbe far sospettare qualcosa. Ti viene anche detto, dai più chiacchieroni, che il suo funerale si è svolto a porte chiuse e che la povera anima non aveva che un manipolo di persone a tenere la veglia, ora che gran parte della sua famiglia aveva incontrato il suo destino in guerra. Di quale guerra si tratti, nessuno pare farne menzione. @Jorujo Passate il resto della giornata in oziosa tranquillità. I vostri alloggi, decisamente lussuosi, non difettano di alcuna comodità e fuori dalla vostra porta un servitore è pronto a rispondere a qualunque vostra richiesta. Vi vengono serviti puntualmente gli altri due pasti della giornata, prima che il sole cali e che sopraggiunga la tranquillità della notte. La mattina dopo vi svegliate di buon ora, freschi e riposati. A giudicare dall'aria fresca e dal sole fisso sull'orizzonte deve essere appena passata la sesta ora del mattino. Nell'honmaru sono poche le persone che si vedono già dediti alle proprie mansioni, e anche gran parte della città sembra ancora addormentata. Dopo aver consumato il primo pasto del giorno ed esservi incontrati fuori dalle vostre stanze, la situazione sembra essere leggermente cambiata. Il clima si è fatto leggermente più mite e tutto sommato il via vai della città sembra essere tornato quello di tutti i giorni. Vi dirigete ai cancelli del castello dove passate liberamente prima di incamminarvi per le vie sempre più strette della città. Ben presto scoprite che il quartiere in cui siete diretti non è dei più abbienti: casupole povere e di certo prive della dignità regale delle costruzioni vicine al castello sembrano essere ammassate le une alle altre arrivando al punto che non siete tanto più sicuri dove una abbia inizio e l'altra abbia termine. Anche l'edificio che alla fine vi si para davanti agli occhi non ha nulla di dissimile dagli altri. Più che un posto di guardia, sembra una vecchia yado riadattata allo scopo. Quando fate per varcarne la soglia, un uomo dal fisico robusto e dal viso bonario richiama la vostra attenzione. Sembra essere una delle guardie cittadine di stanza in quel quartiere. "Mi chiamo Sasaki Akamatsu." dice con fare conciliante ma stanco, con l'aria di stare per fare un discorso già ripetuto molte volte in passato. "L'ingresso all'edificio è consentito alle sole guardie cittadine e funzionari pubblici: per quanto possa sembrare una locanda in realtà questo è un posto di guardia. Se è un alloggio che desiderate, posso indicarvi una locanda adatta alle vostre esigenze..." Gli spiegate che invece siete esattamente dove intendevate essere e che avete una persona da incontrare. Al sentire il nome di Ueda Kanetsugu il volto della guardia si illumina e questa annuisce sorridende. <<Certo, è di stanza qui.>> replica come se fosse una cosa usuale che gli venga chiesto di lui. Probabilmente è lui che da quelle parti si occupa di parlare con le persone che hanno da denunciare qualche cosa alla legge. <<Vogliate seguirmi...>> L'edificio all'interno non è molto diverso da come ve lo sareste immaginato da fuori, una costruzione dotata di un solo grosso piano terra dotata di un a serie di stanze sobrie. In una di queste, un uomo giovane con il volto coperto da una brabetta incolta e le spalle larghe sta seduto appoggiato a una parete mentre sembra consultare quanto riportato su alcuni documenti. Quando entrate accompagnati da Sasaki, Kanetsugu rivolge a voi il proprio sguardo dopo un piccolo inchino. Il capitano delle guardie Kanetsugu vi saluta in maniera cordiale ma severa, quasi marziale. Dopodiché vi fa cenno di sedervi e si protende in avanti curioso. <<Allora, >> dice dice dritto al punto. <<Cosa posso fare per voi?>>
  5. Jorujo Il mercante veneziano assiste all'ultimo scambio in silenzio. Ha compreso che il ronin è davvero bravo a sciogliere le lingue dei suoi connazionali e si impegna a capire i costrutti sociali che sta' usando e le tecniche che qui paiono funzionare. Ottiene tutte le informazioni che ci servono e al tempo del congedo abbozza un inchino alla giapponese. ''E' stato un piacere incontrarla, anche se mi spiace per le circostanze. Ci pensiamo noi alla sua famiglia: prometto.'' lo rassicura prima che prendiano congedo ed ha risposto alla domanda del nipponico. La proposta del Ronin di fare tutto il giro lui per informarsi e indagare non capita a sfavore del Veneziano. ''Uhm... in questo modo sara' piu' difficile notarci. Sta' bene: vai ed indaga, io intanto devo ancora incontrare la signora per stabilire accordi per il mio compito e la dimostrazione pubblica'' gli spiega celere. Solleva un sopracciglio alla domanda sul suo Dio: qualcosa ha fatto colpo sul Ronin? Ma certo, Yukishige. Gli argomenti son tanti, le cose da sapere molteplici, ma per questo puoi riconoscere un vero fedele da questa. spiego estraendo la mia bibbia. Quando vorrai sapere, dimmi cosa e ti verra' insegnato.
  6. Kato Yukishige Il ronin si accarezza il mento pensieroso,sentendo le parole di Itsugi. Dopodiché lo ringrazia per le informazioni ricevute e afferma che farà del suo meglio per salvare la moglie. Mentre anche lui sta per uscire, si ferma sulla porta, girandosi nuovamente verso lo yoriki, assicurandosi di essere solo e non sentito da altri. "Dopo aver tratto in salvo Kaede, dove dobbiamo portarla? Avete un altro luogo sicuro?" Che sfortuna non aver potuto parlare con il medico! Il cattivo karma sembra iniziare a fare la sua opera occultatrice e questo a Yukishige non piace. Lo spadaccino dunque inizia a domandare nelle immediate vicinanze della casa se qualcuno sapesse qualcosa della dipartita del medico. Quando è avvenuta, se sapevano le cause. Infine, dopo una giornata di colloqui e indagini, Yukishige conduce i suoi passi al Kiruma, dove spera di trovare conforto. Saluta ovviamente Genzaburo con un sorriso caldo, quasi strano per lui, e chiede di poter nuovamente offrire dei servigi di Sayaka.
  7. "Pellegrinò in questa regione in due occasioni, quasi una decade fa, l'altra - tre anni or sono - fu quando ebbi l'onore dei conoscerlo di persona. Lo ricordo come una persona dai modi umili e gentili, il volto sempre sorridente e un atteggiamento compassionevole nei confronti di ogni cosa di Cielo e Terra. Quando i suoi piedi calcarono questa terra, una grave carestia stava gravando sulla regione di Chiisagata, ed egli venne qui per aiutare i bisognosi, prima di ritirarsi al tempio di Jokaruji per meditare e pregare." Il volto di Itsugi si irrigidisce nuovamente, ma solo per un istante. "Senza ombra di dubbio." replica, come a voler sottolineare ogni parola. Quando le domande lasciando il posto al silenzio, è il vecchio Itsugi a prendere parola. Il suo tono dopo il vostro colloquio si è fatto più debole, il volto pallido, come se quella semplice conversazione fosse riuscita a svuotarlo di ogni energie. Nei suoi occhi si legge la palese preoccupazione per la sua consorte, che da settimane non da più notizie di sé. "Quando Teramoto-dono vi ricondurrà ai vostri alloggi, dovrete raggiungere i quartieri nord della città. Laggiù c'è un solo posto di guardia degno di nota: chiunque potrà indicarvelo. Giunti sul posto, chiedete di, solo di lui mi raccomando. Nominate mia moglie Kaede e dategli questo. Lui saprà che fare." Così dicendo vi porge un foglio di carta di riso con su scritto con una calligrafia elegante un singolo kanji: giustizia. "Ah, intendete forse Moroshima Keiji, il consigliere finanziario alla corte dei Sanada?" domanda Itsugi con l'aria pensosa. "Non ho mai avuto l'onore di conoscerlo di persona, dopotutto i nostri status sono molto diversi. Per quanto invece riguarda il karo Jotaro Isshiki, posso dirvi che non l'ho mai visto prima in anni e anni di servizio. Se ora si trova a corte di certo è perché ce l'ha messo qualcuno dall'esterno." Espionage[Successo]: Non è difficile trovare opinioni forti sul generale Akiyama, sopratutto fra le forze armate del posto. Yukishige si avvicina ai soldati in modo naturale, offre loro qualcosa da bere, racconta qualche storia di guerra e ben presto loro fanno lo stesso. Le voci che gli giungono sull'eccellentissimo Akiyama sono abbastanza controverse ma si raggruppano per buona parte in due tipi: una prima voce lo uomo un uomo di polso, severo ed esigente, ma anche ambizioso e caparbio - un vero generale di successo, insomma. Altri pareri invece suppurano diffidenza e timore: a fare da protagonisti sono gli ultimi movimenti militari a palazzo, la preoccupazione per le famiglie lasciate ai villaggi di provenienza per iniziare la carriera militare e una certa irrequietudine per le tensioni che sembrano ormai palesarsi tra Kai e Ueda. Nessuno ovviamente, si scaglia mai contro l'autorità militare dei Takeda in modo aperto come Itsugi, ma questo è quello che facilmente il ronin può leggere tra le righe dei discorsi. Ad accoglierti è una porta sbarrata e un talismano taoista di purificazione. Il giardinetto della magione è ancora rigoglioso ma inizia a presentare i segni della poca cura e la casa come l'attività sembrano disabitate. Per Yukishige tutti questi segni puntano a un solo fatto: l'isha Keiichi ha recentemente smesso di calcare questa terra. Sotto quali circostanze? Difficile dirlo. Il sale non è difficile da trovare nei mercati fiorenti di Ueda ed il Kiruma è sempre a aperto la sera. Dopo gli acquisti (pagato 7 zeni per il sale), il volto sempre sorridente di Genzaburo ti accoglie nella calda atmosfera della yado, travolgendo tavoli e clienti con la sua mole massiccia per venirti incontro e offrirti tutti i servizi di cui la locanda dispone...
  8. Kato Yukishige Il ronin ascolta con grande interesse le risposte di Itsugi, cercando di far quadrare il tutto nel disegno che si stava formando nella sua testa, soprattutto la parte relativa a Morisawa, che cerca di approfondire. "Mi duole non averlo conosciuto in vita, ma sembra che la sua fama, sapienza e bontà gli siano sopravvissute. La nobile Sanada parla molto bene di lui, ad esempio, Emi sarebbe piaciuto conoscerlo. Voi dite di averlo incontrato 3 anni fa, cosa lo ha portato a Shinano in quel periodo, e com'era?" Yukishige poi ritorna di nuovo sull'argomento principale. "Giudichereste il generale come persona ambiziosa?" Infine, dato che mi è parso di capire che non ci sono altre domande, il ronin ringrazia Itsugi per tutte le informazioni preziose che ha saputo dirci e chiede dove si trova la moglie, o come trovare qualcuno che lo sa. Magari i suoi ragazzi sono disposti ad accompagnarci, altrimenti Yukishige e compagni sarebbero andati volentieri da soli. Prima di congedarci definitivamente, lo spadaccino dice ai suoi compagni di andare avanti e che lui li avrebbe raggiunti in un attimo. Si volta di nuovo e chiede altre due cose a Itsugi, specificatamente che cosa sa su due persone, il cortigiano dalle sopracciglia rasate e l'altro più grassoccio che ha stretto la mano a Giorgio. (Il giocatore si scusa ma è pigro a cercare i nomi) Una volta solo con i suoi compagni, meglio se nelle loro stanze, chiede quando partire per sistemare la faccenda di Itsugi. Se, come spera, si parte questa sera o l'indomani mattina, dice che si assenterà per del tempo. Intende infatti prima parlare con alcuni ashigaru sul generale Akiyama, cercare di capire che persona è e cosa pemsano di lui e del suo operato i soldati (in fondo un ronin in cerca di un nuovo padrone non dovrebbe daretroppo nell'occhio e visto che il compito di proteggere il nanbanjin sta volgendo al termine è più che naturale cercare un nuovo impiego) e successivamente recarsi ai quartieri alti e parlare con l'isha di cui ha parlato Itsugi. Poi vuole passare al mercato per prendere del sale in buona quantità, se riesce a trovarlo. Se ha ancora ora tempo prima della partenza gradirebbe ripassare dal Kiruma per rilassarsi in vista del lavoro da fare. Ma prima di uscire dagli alloggi... "Jorujou-san, le vostre parole su questo kami dai tre volti mi ha incuriosito non poco. Potreste parlarmi di lui e le vostre pratiche religiose?"
  9. Che il volto di Itsugi si distorca ancora una volta in una smorfia iraconda a questo punto non sorprende proprio nessuno. Il placido yoriki non sembra sopportarne nemmeno il nome. La risposta è tuttavia cordiale: "L'ho visto di persona una sola volta. Un uomo alto, anziano, capelli lunghi e grigi, occhi piccoli. Perché Shingen abbia mandato lui? Mi sopravvalutate, Yukishige-dono. Non posso sapere quali piani vengono orditi nella Tsusujisaki, né che decisioni sono state prese: tutto ciò che posso narrarvi è quale impatto abbiano avuto sui miei concittadini. Il che decrive perfettamente, credo, che tipo di uomo sia questo generale Akiyama." "Credo di sì." replica lo yoriki, dopo aver squadrato il gruppetto con aria pensosa. "Chiedete dell'isha Keiichi, nei quartieri alti. E' un uomo pavido, ma anche molto dotato nella sua arte." Per la prima volta, il viso di Itsugi sembra illuminarsi. "Oh, Morisawa-sama? Lo avete conosciuto?" chiede, prima di accingersi a rispondere alla domanda. "Ho avuto il piacere di parlargi alcune volte, durante la sua pellegrinaggio qui a Ueda, circa tre anni fa. L'uomo più saggio che abbia mai conosciuto. Una tragedia che la sua guida sia mancata proprio quando più richiesta. Se fosse stato qui, certamente non avrebbe permesso a certi scempi di accadere..."
  10. Kato Yukishige Lo spadaccino ascolta silenzioso le risposte dell'anziano interlocutore, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle che è la situazione a Shinano. Ciò che Itsugi propone come motivo delle rivolte apparentemente può essere verosimile. Mettere nel caos la regione per poi costringere i Takeda a cambiare governatore. Ma chi ci gioverebbe? Un nome subito balena nella mente di Yukishige, che non si attarda a parlare nuovamente (Non prima di aver risposto al buon Giorgio con un veloce "Isha: uomini che posseggono la conoscenza di curare ferite e malanni") "Cosa mi sapete dire del nobile Akiyama? Che tipo di persona è, com'è fatto? Perchè mandare proprio lui? E' forse possibile parlare con gli Isha che avevano iniziato a curare e studiare i rivoltosi catturati?" Dopo aver pazientemente aspettato le risposte alle sue domande, il ronin ne azzarda una terza. "Perdonate questa domanda, dettata da curiosità più personale. Cosa sapete di Morisawa Hiroshi no Kami?" Yukishige rimane in attesa, con un sorriso che timidamente fa capolino al pensare riguardo alla dedizione della donna Sanada nel promuovere il sumo e le festività. Un possibile dettaglio importante nel capire le sue intenzioni.
  11. Giorgio Rocca ''Isha?'' chiede il veneziano per comprendere la parola mentre ascolta con attenzione i dialoghi. A lasciare i locali a parlare fra loro, lasciano andare molte piu' informazioni senza mostrare ostilità: per questa ragione gli sta facendo comodo che sia la sua guardia a parlare. ''Comprendo. Comprendo. Tutto piu' chiaro ora.'' dice lo straniero ragionando. ''Insomma: la regnante attuale sale al potere in una situazione per alcuni dubbia, congeda ogni consigliere precedente e governa in maniera quasi ''ribelle'' potremmo dire dal governo centrale. I villaggi colpiti vanno dal piu' distane e irraggiungibile muovendosi verso via via piu' vicini alla capitale... capito. è il commento riflessivo che gli esce. ''Voglio pensare a mia volta che tutto questo sia causato da un veleno o qualcosa del genere che li ha resi... facili vittime di parole sussurrate in maniera persuasiva, spingendo al massacro. Direi che trovare il COME è tanto importante quanto scoprire il PERCHE'.'' conferma lo straniero, incorciando lo sguardo con la sua guardia nipponica per dirgli con un cenno del capo che per lui è a posto e che puo' eventualmente iniziare a congedarci.
  12. "La dama Scarlatta è una donna ambiziosa e forte, e proprio per questo molti uomini tendono a vederla come un pericolo. So per esperienza che non sono pochi che desiderano la sua caduta: una donna al potere non è mai stata vista prima d'ora, specie quando comanda senza l'appoggio di un uomo. Ammetto che l'aver congedato a tempo indeterminato l'intero consiglio del defunto daimyo e non aver preso contatti con il potere centrale, possa sembrare molto simile a un atto di pura arroganza. Come forse anche quello di sovvenzionare con il denaro pubblico i passatempi come il sumo e matsuri grandiosi. Tuttavia io l'ho conosciuta fin da quando non aveva visto che un unico inverno, e voglio credere che nel suo cuore egli vuole solo la pace e la prosperità per il suo popolo. Il miglioramento della situazione qui a Ueda negli ultimi tempi, malgrado la ribellione e l'influenza negativa degli uomini del Kai, costituirebbe di certo una prova a suo favore." "Il mio signore era un uomo nobile e saggio, anziano ma ancora in forze." comincia pacato. "E' una cosa davvero triste che sia venuto a mancare così presto. Ma se la vostra domanda si riferisce alle circostanze della sua morte, sappiate che io conosco solo quanto mi è stato detto, ovvero che è stata la Signora a dare per prima l'allarme, probabilmente erano soli. Dopotutto era notte fonda e loro erano marito e moglie..." Itsugi fa una piccola pausa. "Come potete intuire dal mio grado, non sono un uomo che si potrebbe definire vicino al daimyo: tuttavia ho udito voci terribili girano di questi tempi... desidero credere con tutto me stesso che il nobile Sanada sia spirato nel sonno e non per mano di un sicario. Sarebbe una morte davvero indegna per un uomo così nobile." "L'eccellentissimo giovane Sadana ha visto quattordici inverni dalla sua nascita." il suo tono si fa di colpo gelido e duro come il ghiaccio. "Quanto al suo insediamento, temo non sia una materia che mi competa. Di certo non deve tardare molto il suo passaggio all'età adulta..." "Come ho detto, solitamente i focolari delle sommosse scoppiano in villaggi mal collegati con il capoluogo. Sono eventi improvvisi e violenti che, per quanto sappiamo, non offrono alcun segno premonitore. Ultimamente, tuttavia, il cerchio di morte si sta sempre più stringendo intorno a Ueda... e alla sua guarnigione fiaccata dalle diatribe interne. Di certo alcuni non possono mai fare a meno di chiedersi: se la ribellione avesse lo scopo di rendere ingovernabile la regione, in modo da spingere il nobile Shingen a sostituire l'attuale governatore con un altro, chi potrebbe nominare al suo posto? Tuttavia non è tanto il fine ad essermi misterioso, quanto il mezzo: come è possibile scatenare eventi simili e convincere decine e decine di persone dabbene a compiere tali scempi?" "Abbiamo chiesto e ottenuto l'aiuto di alcuni dei migliori isha della città. Dalle prime visite si è supposto un avvelenamento delle acque, o una qualche intossicazione o umore venefico della terra. Purtroppo le nostre ricerche sono durate appena un paio di giorni, prima che i prigionieri venissero requisiti da Akiyama e passati per le armi."
  13. Kato Yukishige Il ronin ascolta attentamente, pensieroso. Il suo istinto gli aveva già suggerito che la faccenda bon era normale e adesso un'altra conferma di ciò. Che Itsugi abbia ragione e che la rivolta fosse causata dalla presa di potere della nobile Sanada? "Dite che una possibile causa sia la vostra signora, eppure in città si parla bene di lei. Forse voi conoscete le ragioni per cui è invisa a parte della popolazione: è forse per la natura dei suoi obbiettivi? Che sapete della morte del precedente daimyo? Ora poi che lo menzionate, Sanada Yukitaka non dovrebbe avere un figlio maschio, un erede al trono di Ueda? Sicuramente la nobile signora sta solo reggendo il trono per il figlio." A quest'ultima domanda però Yukishige già sapeva la risposta. L'erede Sanada dovrebbe essere già adulto e in grado di prendere il trono, ma tuttavia voleva la conferma delle sue informazioni. "Per quanto riguarda i rivoltoso cosa sapete dirci? Dove sono iniziati i primi moti rivoltosi e in quali località sono continuati? C'è uno schema che avete anche solo intuito o non hanno apparente scopo? Avete accenato a scoprire la fonte di questi problemi, avete avuto fortuna prima che le vostre indagini fossero interrotte? Una qualche pista, seppur misera?" Per ora le domande dello spadaccino sono queste, mentre si mette comido per ascoltare le risposte e le altre domande fatte dai suoi compagni.
  14. "E' opinione comune che la sommossa sia animata da uno spirito di vendetta nei confronti della dama, nell'inconcepibile ipotesi sia stata la sua mano a porre fine alla vita del precedente daimyo. Se ciò è vero non lo so per certo, dopotutto sono in molti a pensarla in questo modo e la salita al potere della signora ha causato alcuni cambiamenti... alle volte non graditi. E' comunque altrettanto possibile che qualcuno stia tirando i fili dietro il tumulto per raggiungere un suo chissaquale scopo. Ma c'è una cosa che posso dirvi per certo su questa ribellione. Le voci che circolano sullo stato di questi riottosi non sono semplici leggende o esagerazioni! Credetemi, ho visto io stesso i volti dei rivoltosi, i loro occhi iniettati di sangue e una strana rabbia febbrile sembrava permeare il loro sguardo. Sebbene non si siano mai dimostrati organizzati, non sono mai battuti in ritirata una sola volta, finendo tutti o prigionieri o passati a fil di lama. Uomini, donne, vecchi, samurai e contadini, bambini perfino! Non sono in loro, vi dico! Pure quelli che con grande fatica siamo riusciti a prendere vivi, non erano nelle condizioni di parlare, quasi siano stati resi folli dal loro stesso proposito. Io e i miei uomini ci eravamo prefissi di spargere meno sangue possibile, di catturarne e metterne al sicuro il maggior numero. Ci era ben chiaro che trovare la fonte scatenante di questi comportamenti anomali aveva la priorità assoluta. Per qualche tempo abbiamo chiesto aiuto agli isha di palazzo, perché dessero uno sguardo ai prigionieri e ci aiutassero a chiarire le origini del male che imperversa in queste terre. Ma, ahimé, prima che noi potessimo compiere qualche significativo passo avanti, come sapete l'uomo del Kai è giunto e con esso anche gli ordini di giustiziare tutti i prigionieri." a questo punto una singola lacrima scorre sul volto dell'uomo anziano. "Si può essere così crudeli? Quella gente, la nostra gente, non era in sé! E per di più tenuta segregata e inerme! Possibile che i Takeda siano così insensibili alla pietà e alla benevolenza da ordinare un simile massacro?"
  15. Kato Yukishige Non appena lo yoriki abbandona la spada e sembra aver riacquistato il controllo di sè, Yukishige fa un passo indietro e si siede nuovamente, ben attento a ciò che viene detto. Non gli era sfuggita la preoccupazione per la moglie, prima del colpo di testa, ma non pensava che l'anziano yoriki fosse così paranoico a tal proposito. Una reazione comprensibile anche se esagerata, così la reputava il ronin. Sta quindi in silenzio mentre il nanbanjin parla, accettando la proposta di Itsugi e rinforza il tutto parlando un'altra volta, questa volta con un tono di voce più basso, quasi timoroso di essere sentito. "Ciò che vuole fare il generale non gli fa onore, poiché da questi moti di violenza e repressione nascono gli spiriti più affamati e terribili. Dalla mia umile posizione vi ringrazio per aver risparmiato a più gente possibile soeti dolorose. Come già detto, potete contare su di noi per andare a vedere cosa è successo alla vostra consorte. Diteci dove e noi partiremo al più presto, sperando poi in tutte le informazioni che potete darci." Sull'ultima questione Yukishige cerca di sottolineare il suo interesse nelle domande poste dal veneziano in merito alla follia collettiva. Ma anche altre domande si affollano nella mente del ronin, domande inerenti non alla ribellione ma ad altro e tuttavia deve aspettare un secondo momento per parlarne.
  16. Giorgio Rocca Mocenigo Il suo estrarre la spada viene accolto con un mero sopracciglio sollevato dallo straniero. Non ritiene nemmeno per scherzo una minaccia la presenza di quella vecchia scimmia armata grazia al Ronin al suo fianco e si volta semplicemente al monaco chiedendo ''Mi sono spiegato male? Non ho capito.'' Quando decide di riporre la spada faccio un cenno del capo ad entrambi come a complimentarsi silenziosamente. Queste povere scimmie sono caute, attente: non abituate alla carità cristiana. Forse per loro è normale minacciare nel dubbio un monaco disarmato credendolo un assassino. Gigio sollevando un sopracciglio fece correre i suoi pensieri ad i monaci combattenti delle Crociate pensando che dopotutto pure alla cultura Cristiana questo concetto non fosse troppo alieno. ''E sia. Andremmo a controllare se è al sicuro. Promesso.'' son le schiette parole del Veneziano che gli escono decise. ''Pero' intanto dobbiamo sapere tutto delle ribellioni. Ora sappiamo che Akiyama cosa sta' combinando, e lo sospettavamo, ma vorrei soprattutto sapere cosa puo' dirci dello strano stato di frenesia che sembra prendere gli abitanti come se fossero posseduti da Kami malvagi.'' dice schietto chiedendo l'informazione. Sappiamo che lei è la persona che è piu' informata. Puo' darci tutte le informazioni che puo'?
  17. Alle parole del monaco, subito seguite dalla determinazione mortale del ronin nel provare la sincerità di quanto dichiarato, lo sguardo dello yoriki si fa da prima sopreso, poi avvolto in una rassegnata malinconia. Itsugi lascia cadere la spada, come se il suo corpo fosse stato svuotato di colpo di ogni energia. Vi fissa con occhi che non sembrano vedere altro che il vuoto alle vostre spalle, prima di lasciarsi cadere nuovamente sul tatami. Quando parla, la sua voce è appena udibile. "Non sono sicuro che, malgrado il voto di sincerità di voi monaci, ciò che dite corrisponda effettivamente a verità." dice guardando Aoki, prima di riposare lo sguardo su Yukishige. "Ma non sarò io a prendere la vita di un uomo in base a un semplice sospetto: riponete la vostra lama, Yukishige-dono." Itsugi prende un respiro profondo. "La verità è che sono stanco di tutte queste menzogne. Troppo vecchio per sopportare queste catene e questa immobilità. Pur essendo sciocco da parte mia, voglio provare a fidarmi di voi. Dopotutto anche una morte rapida è preferibile a tutto questo. Risponderò alle vostre domande, ma ad una condizione. C'è una cosa che dopo dovete fare per me." Quando pronuncia queste parole, una lacrima solitaria solca il viso austero. Sebbene Itsugi non sembri per nulla convinto dalle vostre reazioni, ormai pare che la rassegnazione si sia fatta strada nel suo cuore al punto da spingerlo a fidarsi delle persone a cui il suo cervello invece rifiuterebbe qualunque informazione. Quando inizia a parlare, non è rimasto nulla nel suo tono del precedente sfogo e la voce suona pacata e calma come prima. "Quello che sto per dirvi, se ascoltato dalle orecchie sbagliate potrebbe significare la morte per tutti noi. Perciò udite quanto ho da dire con la consapevolezza di quanto state rischiando." comincia senza fretta. "Come forse avrete sentito dire, godo di una certa popolarità fra la gente di Ueda. Dopo una vita al servizio di Yukitaka, dopo oltre quarant'anni a capo della guardia cittadina, è chiaro che tutti ormai mi conoscono e viceversa esattamente come lo è a chi desidera mantenere o conquistare il potere che un personaggio come me potrebbe risultare un problema nel caso aizzasse la folla contro l'ordine costituito, sopratutto in un momento di debolezza come questo. Il generale Akiyama ha mandato i suoi vassalli nella regione molto prima di venire in forze, ed allora io e i miei uomini abbiamo fatto il possibile per ostacolare i loro piani di repressione violenta e indiscriminata. Non è una sorpresa che, dopo aver interferito ripetutamente nei suoi piani, quel assassino mi voglia fuori dai giochi. Allo stesso tempo, però, non sarebbe stato saggio da parte sua eliminarmi, altrimenti i disordini sarebbero potuti scoppiare lo stesso: bisognava che mi ritirassi silenziosamente dalla scena, senza far rumore e al contempo tenere in mano qualcosa per potermi costringere al silenzio. E quel qualcosa è..." Fa una pausa, grondante di malinconia. "...mia moglie." "Fortunatamente 'i miei ragazzi' hanno udito la mia supplica e hanno saputo giocare d'anticipo: così la mia consorte è riuscita a uscire dalla città prima che venissero a prenderla, sistemandosi da un amico presso un piccolo villaggio a nord di Ueda. Tuttavia sono ormai oltre tre settimane (circa trenta giorni nella concezione del tempo adottata nell'epoca Sengoku) che non ho più sue nuove: ogni settimana (dieci giorni) mi facevo inviare una lettera alla quale rispondevo. Ovviamente nessuno sa di questo scambio di informazioni, a parte alcuni amici fidati che si sono offerti di aiutarmi a recapitare le lettere. Ebbene, ora i miei uomini mi dicono che non è più arrivata nessuna lettera da oltre un mese. Non mento quando dico che è una vera tortura vivere senza poter saperla al sicuro. Avrei mandato qualcuno a cercarla, ma ormai tutta la guardia cittadina è stata sequestrata da Akiyama o strettamente controllata da estranei. Non so più di chi mi posso fidare. Accetterete di alleviare un poco le sofferenze di questo vecchio?"
  18. Shigeuji Aoki Il monaco rimane un attimo spiazzato alla reazione dello yoriki... Come si era giunti a tutto questo? Forse è meglio tentare di disinnescare la situazione. "Itsugi-san, si calmi, per favore! Non intendiamo fare del male nè a lei ne alla sua famiglia. Non veniamo da Kai, non ho contatti con i Takeda e soprattutto non ho contatti con il generale Akiyama e il clan Sanada. Capisco che siate sotto pressione, ma non è necessario sfoderare armi! Se non vuole piú parlare con noi ci ritireremo e non la disturberemo piú, ma per favore, non arriviamo alla violenza!"
  19. Kato Yukishige Il ronin assiste quasi sorpreso alla perdita di compostezza dello yoriki, mai si sarebbe aspettato un comportamenti del genere che culmina nell'estrazione della spada. Alzando un sopracciglio, Yukishige prende di nuovo parola, mostrando una calma ferrea. "Itsugi, riponete l'acciaio, nessuno di noi è qui per far del male. Ho forse detto di venire da Kai? Nè io nè il mercante nanbanjin abbiamo visto di persona chi ha richiesto i teppo. Siamo qui grazie ad una lettera di presentazione e null'altro. Questi sono i nostri collegamenti con Kai. È chiaro che non scorre buon sangue tra voi e il generale Akiyama, ma noi non siamo lui. Ci hanno raccontato di ciò che quell'uomo ha fatto e abbiamo visto alcune delle conseguenze. E voi volete porre fine alla vostra vita in un tentativo folle di ucciderci? Fraintendo le nostre intenzioni oltretutto. Mi spiace ma non posso permettervelo." Il ronin poi si alza, mantenendo il contatto visivo con lo yoriki, pronto a intercettare la spada con la propria lama e disarmarlo se necessario. "Se odiate così tanto ciò che il nobile Akiyama sta facendo, diteci il modo migliore di agire. Indicateci la strada giusta e noi la seguiremo. E se c'è qualcosa, qualsiasi cosa, che possiamo fare per provare la veridicità delle nostre parole, allora ditelo e noi seguiremo. Se invece avete ancora dei dubbi...in quel caso non vedo altro modo per convincervi. Ditelo e io volentieri mi toglierò la vita." Il ronin continua a guardare Itsugi con uno sguardo duro ma fermo. Non vi è traccia di paura nei suoi occhi, solo la determinazione di un samurai.
  20. Lo Yoriki ascolta le parole dei due occidentali con la stessa pacata rassegnazione che lo avete visto esercitare fino adesso: è chiaro che il quadretto che gli state mettendo davanti è ai limiti del surreale per lui, mentre accoglie con frasi di circostanza. A non tutto però viene riservato lo stesso trattamento: alle parole del ronin sul generale Akiyama e alla vostra affiliazione dei Takeda, qualcosa muta nel suo sguardo. Itsugi sembra quasi deciso a replicare come ha sempre fatto, senza di fatto rispondere affatto alla domanda. Poi però una certa rabbia si intravede nei suoi occhi, impossibile da immaginare sulla recita da gentile vecchietto messa in atto fino a quel momento. Le parole che seguono fluiscono dalla sua bocca con gelida durezza, anche se non del tutto chiare. "Da quando l'uomo del Kai è arrivato qui," comincia severo. "la guardia cittadina è stata ridotta: ha portato via gran parte dei miei uomini, perché potessero impugnare le armi contro la ribellione. Quell'uomo li ha portati a massacrare la nostra gente, la stessa che abbiamo giurato di proteggere al costo della nostra vita." Malgrado l'evidente sforzo di mantenersi composto, una smorfia di furioso disgusto distorce il suo volto. << Cosa ne può sapere un uomo di Kai del nostro popolo? Ha forse visto cos'è accaduto qui prima della ribellione? Avrà forse riguardo per le genti in rivolta? No. L'unico modo in cui tutto questo finirà è in un orrendo lago di sangue. Di certo io non avrei mai permesso una cosa del genere. Ah, i miei ragazzi... Mia mogl..." A un certo punto si ferma di scatto. I suoi sono gli occhi di uno che ha parlato troppo, e che ormai non può più tornare indietro. Yukishige sembra prendere la palla al balzo e, come cita pacatamente i villaggi a nord della 'capitale', una risata amara e senza allegria esce dalla gola dello yoriki. Il suo volto è una pallida maschera di puro terrore. "Aiutare la popolazione? Semplice monaco?..." mastica il vecchio furioso. "...che senso ha tutta questa farsa ormai? E' chiaro che siete venuti qui con tutt'altre intenzioni, dopotutto avete detto che venite Kai. Solo che non mi aspettavo che il tanto onorevole Takeda Shingen usasse anche monaci buddhisti come luridi assassini. Ho piegato il capo una volta di fronte al Clan, ma non succederà di nuovo, non quando la popolazione muore per le strade per mano sua. Forza, fatevi avanti!" dice sguainando la spada e alzandosi in piedi. "Dopotutto il karma è il karma, e la vita è soltanto un illusione."
  21. Shigeuji Aoki "Itsugi-san, io vengo da molto lontano, da un luogo chiamato Olanda. Sono arrivato qui con una nave commerciale, e per fortuna mi è stata offerta la pietà del Buddha. Ora ho un debito di gratitudine verso queste terre che mi hanno dato nuova vita, e mi sono dato l'obbiettivo di alleviare le sofferenze della popolazione. Sentendo parlare delle rivolte avvenute in questi luoghi e del dolore che portavano, sono venuto qui, dove ho incontrato i miei squisiti compagni di viaggio. Come le hanno già detto, Giorgio è un ospite della Signora, e per estensione lo siamo anche noi. Avendo espresso la volontà di aiutare a risolvere il problema delle rivolte, la signora ci ha gentilmente concesso il suo benestare per incontrarvi. Posso capire la vostra diffidenza, ma le nostre parole sono sincere."
  22. Giorgio Il veneziano lascia che il suo compagno combattente parli e le parole che gli escono sono ben misurate e sagge. Rafforzo' tali parole su di me con cenni del capo a momenti giusti per confermare quanto egli dice per confermare che parla anche in suo nome. Si sedette quindi piu' comodamente, passandosi la mano sulla barba leggermente incolta che sta' crescendo da quando ha messo piede giu' dalla nave, ricordandosi che dovrebbe badarci possibilmente. ''Come testimonia il mio compagno, son qua per aiutare a prescindere dai miei impegni: è costume delle mie terre assistere in casi quali questi le popolazioni oppresse da mali misteriosi.'' spiego' dapprima con calma e moderazione, prendendo il fiato. ''Saro' piu' che lieto di narrarle il mio viaggio di 3 anni per giungere qua, e di come sia la mia terra e le sue tradizione. Lei chieda, e le sara' narrato*
  23. Kato Yukishige Seppur lo yoriki ha interpellato i due stranieri, è il ronin a rispondere. "Non è ciò che dice la gente" inizia riferendosi all'appellativo -sama "ma se così vi compiace non lo utilizzeremo. Ha ragione, nessuno di noi è di qui e vari sono i motivi che ci hanno spinto a Ueda. Aoki-san viene dall'Echizen, anche se il monastero esatto rimane un mistero anche per noi." accenna a un breve sorriso "Ma come detto pocanzi ha interesse nella ribellione, forse per aiutare il popolo che lo ha aiutato ad aprire gli occhi ed abbracciare non solo un kami, ma centomila. Io invece sono solo un semplice ronin che ha trovato lavoro come guardia del corpo di quest'uomo." dice indicando il nanbanjin. "Voglio essere sincero con voi, Itsugi. Jorujou è un mercante di teppo ed è stato assoldato dal grande clan Takeda per consegnare un carico di fucili al generale Akiyama e al clan Sanada, per poi sovrintendere l'addestramento iniziale delle truppe. Non si faccia ingannare da queste parole, potrebbe anche considerarlo un mercante di morte, ma le sue intenzioni di aiutare la gente di Shinano sono nobili." Yukishige fa una breve pausa, cercando di trovare le parole più consone al prossimo argomento. "Io poi ho anche un interesse più personale qui a Ueda, più precisamente poco più a nord della città. Come potete aver intuito sono un viandante, se vogliamo essere gentili, e ho viaggiato molto, recandomi anche in questa zona. Col tempo mi sono fatto degli amici, persone gentili che mi hanno accolto e sfamato, dato piccole mansioni. Non ho mai potuto ringraziarli abbastanza e adesso temo per le loro vite. Per questo siamo qui a cercare di attingere alla vostra conoscenza, Itsugi."
  24. "Il cielo non voglia." alza una mano l'ex capitano delle guardie. "Non esiste alcun Itsugi-sama in questa stanza, né altrove. Chiamatemi semplicemente Itsugi." Itsugi sembra accigliarsi parecchio alle tue parole, ma il volto rimane calmo e il tono placido. "Dunque le vie del Buddha sono davvero infinite," commenta pacato, ma tutti voi potete percepire una nota di sottile ironia nelle sue parole. "se un monaco preccupato e il suo amico del sud, senza avere alcuna connessione con poteri locali, possono ottenere il permesso di varcare quella soglia con il proposito di 'aiutare la popolazione di Ueda'. Certo, sono in molti qui che vorrebbero fare qualcosa per migliorare la situazione..." i suoi occhi si spostano da Giorgio al monaco. "Ma voi non siete del posto, dico bene? Ho passato diversi mesi della mia vita a stretto contatto con la comunità religiosa locale, ma non ho mai avuto il piacere di fare la vostra conoscenza, Aoki-dono. Ditemi, da dove venite? E voi, nobile straniero, avete detto che siete qui per questioni ufficiali: perché non allietate queste vostre orecchie con racconti del vostro viaggio e i motivi che vi hanno spinto qui a Ueda, in questa terra lontana dalla vostra patria. Ueda dopotutto è molto distante dal mare..."
  25. Giorgio Rocca Un po' di slinezio e poche parole aiutano a lasciar parlare il compagno locale del nobile veneziano e far muovere meglio gli ingranaggi, e ben presto si ritrovano di fronte alla persona che sembra essere piu' esperto a riguardo della situazione. Decisamente sembra una forma di prigionia dorata come spesso succede per i nobili piuttosto che la prigione o la morte: isolato perchè non possa parlare ma tenuto ''bene'' perchè la gente possa pensare ad una punizione per un ''eroe''? E' chiaro che lui stesso vorrebbe buttarsi nella mischia, ma è proprio vedere un uomo chiaramente d'azione e probabilmente competente visto il rispetto del generale Teramoto. In completa onesta', al veneziano non sovviene esattamente se la nobile Signora sia solo incompetente, o abbia coscientemente messo da parte un ufficiale competente....? Forse quella sensazione inquitante con la ''signora'' era la presenza di qualcosa di soprannaturale? Un satanasso? Scacciato questo pensiero, per ora, pensa alla situazione attuale. ''Itsugi-sama'' rafforza giorgio il discorso si Aoki. ''Non sono qua per ordine della Signora, ne' per ordini di chiunque. Il mio compagno è un monaco preoccupato, ed io ho tempo libero prima di assolvere a dei compiti per cui sono chiamato ufficialmente. La fede delle mie terre impone di portare aiuto quando la situazione, specialmente e assolutamente in casi come questi, dove sembra che un Kami malvagio ci metta lo zampino per manipolare la volontà di persone normali. Parli pure senza alcun riguardo per l'etichetta, e tenga a mente che siamo solo degli stranieri che vogliono aiutare: qualunque informazioni, pure decisamente assurde o inattendibili come... chesso'... voci che ha sentito in giro mentre lavorava... provo' il veneziano a suggerirgli come parlarci di quello che vuole con meno riguardo per gente che ci potrebbe spiare. ... sarei interessato comunque. Anche a capire quali sono le voci assurde a cui non dare ascolto o simili. Essendo straniero devo imparare anche queste cose.
  26. Shigeuji Aoki Finalmente il monaco riacquista il dono della parola, giusto in tempo per conversare con l'anziano Yoriki. "Itsugi-sama, è un onore poter conversare con voi. Ho sentito che siete un uomo buono e amato dalla popolazione, e che avete tentato di risolvere la faccenda spargendo meno sangue possibile. Purtroppo la questione è molto grave, e la povera gente continua a morire. Non dovete lasciare che il "soggiorno" qui vi distolga dalla sofferenza della popolazione; se poteste dirci qualcosa, qualsiasi cosa, sono convinto che aiuterebbe molto. Ovviamente quel che diciamo qui rimarrà tra di noi."
  27.  

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