Garol
Quando il sole comincia la sua discesa, dopo aver raggiunto lo zenith, gli orchi cominciano a radunarsi tutti al di fuori dell'accampamento, dove un grande masso eroso dal tempo è stato approntato come una sorta di altare per i sacerdoti. Qui Vorrush e altri sei sciamani si sono preparati ad accogliere tutto il popolo, mentre alcuni apprendisti suonano strumenti a percussione e a fiato. Qualcuno ha acceso dei falò usando legna verde in modo che facciano molto fumo...e c'è qualcosa in quel fumo che rivela la presenza di qualche erba aromatica.
Voi, assieme agli altri che hanno superato la Prova di ieri, avete un posto d'onore, in prima fila subito davanti ai guerrieri più coraggiosi: del resto siete la speranza dei vostri Clan, la nuova generazione.
Gli altri cuccioli che quest'anno cercheranno di eguagliarvi sono invece stati radunati in una sorta di quadrato in centro alla marea di orchi. Più tardi saranno sottoposti agli stessi riti, probabilmente.
Ma ora viene invece cantata, a ritmo con i tamburi, la storia della creazione del mondo. Di come gli spiriti più forti, due fratelli, lottarono tra loro finché uno non uccise l'altro. Usò il suo scheletro per creare la roccia, il suo sangue per mare e fiumi, i capelli per fare l'erba e gli alberi e i denti per le montagne. Poi ne prese il cuore, e lo trasformò nel fuoco. Il fuoco, il segno della benevolenza degli spiriti: esso protegge e aiuta gli orchi, permette di cuocere la carne e forgiare i metalli. Infine lo spirito creò gli animali e i primi orchi: li fece forti e coraggiosi affinché fossero come gli animali e potessero sopravvivere, ma diede loro anche la sapienza e la parola.
Una storia che ogni Primavera avete già sentito, eppure Vorrush riesce sempre a renderla viva, vera. Non parla degli umani, perché non c'è posto per loro nella vostra storia.
Dopo di che un grosso uro viene portato ancora vivo ai piedi della roccia, e mentre due sciamani lo tengono fermo, Vorrush lo abbatte con un colpo d'ascia tra gli occhi: è un buon sengo, perché spesso la lama scivola ed è necessario infierire sull'animale finché non muore. Ma quando la morte è rapida e pulita gli spiriti sono sicuramente benevolenti nei vostri confronti.
Fino a questo momento, tutto si è svolto come al solito: emozionante ma prevedibile così come è prevedibile l'ondata di sollievo che si percepisce tra gli orchi quando il sacrificio va a buon fine. Ma poi, quando la cerimonia dovrebbe concludersi, alcuni orchi si fanno avanti. Sono Capiclan, alcuni piuttosto famosi: il Capo Volpe, il Signore del Branco, Occhio Giallo, Una Zanna, Lunga Spada sono quelli che spiccano di più, orchi e orchesse che si sono fatti una nomea combattendo gli umani e riuscendo anche a respingerne piccoli gruppi. Non sono i Capi più forti o con più orchi, e il loro avvicinarsi agli sciamani potrebbe sembrare strano: ma Vorrush non solo non si irrita, ma cede loro il posto e la parola.
Per primo parla il Signore del Branco, il Capo dei Lupi. Porta un mantello fatto con le pelli di tre grossi lupi neri e zoppica vistosamente per via di una fasciatura che gli stringe la coscia: sembra che parte del muscolo sia stato strappato con violenza da un qualche tipo di arma, ma la ferita non è molto recente.
"Guerrieri, porto la testimonianza del mio Clan, perché il tempo dell'attesa è giunto al termine. Io non parlo molto, e non parlo bene: lascio ad altri questo compito. Io sono qui solo per dirvi una cosa, perciò ascoltatemi bene. Gli uomini ci uccideranno tutti. Tutti quanti. Nessuno di noi sopravviverà, nemmeno i mezzosangue...così andrà a finire, se non ci decidiamo a reagire. Non dobbiamo più essere come il lupo che fugge quando fiuta un cacciatore. Dobbiamo essere come il branco che piomba con forza su di esso, dilaniandolo e divorandolo. Il mio Clan ha subito perdite...mio figlio è caduto, seppellito dai cadaveri del nemico...mia moglie è stata uccisa al suo fianco e io sono ferito. Lascerò il mio Clan ad un guerriero più forte di me, e partirò verso sud, con altri orchi che la pensano come me. A combattere, uccidere e morire per tutti voi!" la voce dell'orco è carica di rabbia e dolore, amarezza. Aspetta che i guerrieri tra la folla lo salutino gridando e alzando le armi al cielo, poi indietreggia e lascia la parola ad un'orchessa di nome Un Dente, la Capoclan dei Capelli di Sale.
Piuttosto giovane, con poche primavere più di voi, ha una cicatrice sul lato destro del mento e le manca la zanna da quel lato della bocca, probabilmente strappata in combattimento. Ha un mantello di pelle di foca, che lascia cadere per mostrare un'armatura che porta sotto di essa, fatta con pezzi di protezioni umane. Molti dei loro strani vessilli di stoffa, o almeno parti di essi, formano una specie di camiciotto sotto i vari pezzi di cotta di maglia.
"Anche io scenderò a sud. Non lo faccio per andare a morire con onore, ma per dare speranza alla mia gente. Se anche cadremo, porteremo con noi molti umani e affogheremo gli altri sulle onde della spiaggia. Ho combattuto a lungo, ormai da sei estati, sia per terra che per mare: ho imparato come combattono e come rivolgere i loro trucchi contro di loro. Non saremo un gruppo di giovani inesperti, ma un unico Clan che agirà coordinato. La mia gente e le mie barche sono pronte per la nostra guerra santa: gli spiriti delle onde hanno già benedetto la mia spada, in cambio del più giovane dei miei figli! Ma non sarò sola, non lo saremo io e il Signore del Branco. Questi Capi" indica gli altri raduanti dietro di lei "Loro e i guerrieri che li servono saranno con me. Ci sono altri che hanno il coraggio di unirsi a noi?"
Le sue parole cariche di speranza e forza convincono molti dei guerrieri, che fanno un passo avanti spintonandovi se non siete abbastanza svelti da seguirli o scostarvi. Solo i combattenti più esperti e anziani sembrano in dubbio: l'ardore giovanile è facile da convincere ma l'età insegna la calma e la saggezza. Così si fa avanti un terzo individuo, Capo Volpe.
Egli è un orco meno massiccio degli altri, giovane. Quando parla però lo fa usando parole quasi da sciamano, per quanto risulta piacevole da ascoltare "Miei fratelli, io ho un Clan piccolo, e protetto da grandi foreste. Non ho mai visto un umano calpestare la mia casa, ma li ho incontrati nei miei viaggi a sud. Li ho spiati e li ho osservati...ho anche parlato con alcuni di loro. Essi portano la menzogna così come un cervo porta le sue corna: se ne vantano, le mostrano a tutti e le usano per combattere. Dicono di avere la civiltà* per noi, ma portano malattie e morte e non si interessano di ciò che fanno quando costruiscono le loro case e coltivano i loro campi. Gli spiriti non li possono amare, e se non possono farlo loro, perché dovremmo farlo noi? Ma non voglio raccontarvi bugie: gli umani non sono stupidi. La loro astuzia è ben più pericolosa della loro magia e delle spade che usano; ma è anche il loro punto debole, come lo è il ventre per un orso. Noi forse non possiamo sconfiggerli in una vera battaglia, nemmeno se combattessimo tutti assieme, spalla a spalla. Ma possiamo far capire loro che vivere nelle nostre terre non sarà mai vantaggioso...possiamo bruciare il loro cibo e affamarli. Possiamo rivoltare le loro strade e gettare le pietre nei fiumi. Possiamo far crollare la loro tenda mentre ci dormono dentro, se capite cosa intendo. Sono un popolo, non sono solo guerrieri, e alla fine capiranno che siamo troppo forti e troppo coraggiosi per lasciarli fare. Dunque, siete con noi? Volete unirvi a questa grande guerra che verrà cantata per cento e cento Primavere?"
Molti altri orchi sembrano interessarsi alla cosa...e voi?