Vai al contenuto
Visualizza nell'app

Un modo migliore per navigare. Scopri di più.

Dragons´ Lair

Un'app a schermo intero sulla tua schermata principale con notifiche push, badge e molto altro.

Per installare questa app su iOS e iPadOS
  1. Tocca l'icona di condivisione in Safari.
  2. Scorri il menu e tocca Aggiungi alla schermata Home.
  3. Tocca Aggiungi nell'angolo in alto a destra.
Per installare questa app su Android
  1. Tocca il menu con i 3 puntini (⋮) nell'angolo in alto a destra del browser.
  2. Tocca Aggiungi alla schermata Home oppure Installa app.
  3. Conferma toccando Installa.
Diventa parte dello Staff DL.

Campioni della Community

  1. smite4life

    Concilio dei Wyrm
    7
    Punti
    9.314
    Messaggi
  2. Cronos89

    Circolo degli Antichi
    2
    Punti
    16.861
    Messaggi
  3. Menog

    Circolo degli Antichi
    2
    Punti
    7.484
    Messaggi
  4. Tarkus

    Circolo degli Antichi
    2
    Punti
    12.990
    Messaggi

Contenuto popolare

Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 16/08/2016 in tutte le aree

  1. Ci sono molte cose carine al riguardo, ma prima un suggerimento: hai pensato bene alla cosa? Ne hai parlato con i tuoi compagni? In genere gestire un personaggio folle, oltre che sadico e criminale, potrebbe essere difficile. Ricorda che DnD è un gioco collaborativo: i giocatori dovrebbero essere tutti dalla stessa parte, più o meno. Più diventerai esperto più potrai provare cose bizzarre, ma all'inizio è meglio cercare di non strafare. Tornando ai consigli pratici, come dicevo ci sono molti modi diversi per farlo. Uno molto divertente è l'Alienista: invece di essere un seguace di pezzenti come Nerull o simili, tu veneri addirittura il sommo Chtulhu, che ti ha toccato dandoti la follia e il privilegio di toccare a tua volta le creature che evochi. Una idea che mi ha sempre affascinato (non mi ricordo dove l'avevo letta) è quella di prendere il talento Oggetto Famiglio (senza sfruttare l'opzione per i PE extra) utilizzando un libro come oggetto. Questo, detto Libro delle Facce, è un enorme libro che acquista più potere mano a mano che tu ci incolli sopra le facce scuoiate delle persone che incontri, e ti suggerisce quali incollare poi. [Ogni riferimento a facebook è puramente non-casuale] Per fare l'Alienista, però, più che il necromante è meglio l'evocatore, specializzato in summoning (ossia la serie di incantesimi Evoca Mostri). Puoi guardare le varianti su arcani rivelati (che ti permettono di evocare come azione standard) e la classe del Master Specialist per riempire gli altri livelli.
  2. 1 punto
    Iniziativa Migliorata e, al 5° livello, Incantesimi Naturali sono un must. Per quanto riguarda le tue domande: 1) Sì. È un po' con i pf bonus che ottiene un barbaro quando va in ira. 2) Tutte quelle che il mostro possiede e che sono elencate dall'incantesimo di riferimento per la forma selvatica.
  3. 1 punto
    Ok, a quanto sembra non mi sono spiegato bene. Alcuni tiri sono fatti col d100 (Piegare sbarre/Sollevare grate, System shock, Sopravvivenza alla resurrezione, abilità dei ladri, eccetera); quello che dicevo io era: per queste cose lascio il d100 "sotto" (nel senso che bisogna ottenere col dado un valore minore o uguale), o lo trasformo in un d20 "sopra" (nel senso che d20+valore deve essere maggiore o uguale a 20... come i miei nuovi ts, per intenderci)? Era questo che mi aveva fatto venire il dubbio, in effetti. Si, credo che alla fine manterrò il medoto del d100 "sotto"... al massimo renderò più omogenea la crescita. L'idea iniziale era quella, ma in questo modo il danno massimo arriva solo a 1d10 (spadone, alabarda, e archibugio... e quest'ultimo non sò se lo metterò), e io volevo arrivare ad usare 1d12... quindi credo che dovrò Oltre a Gurps, c'è anche Dungeon World che usa un sistema simile: il danno dipende (quasi) esclusivemente dalla classe a cui appartieni. Per quanto l'idea mi piaccia molto, questo è un punto che non mi sento ancora di cambiare; in cambio, credo di aver trovato una soluzione ad hoc, che spiego proprio quì sotto: Non ho minimamente tolto la Forza eccezionale, anzi, l'ho pure espansa! Sacerdoti ed Incantatori hanno accesso alla magia, i Furfanti hanno le abilità speciali, quindi cosa hanno i Combattenti? La capacità di fare più danno! Ma come rappresentarlo? Ci sono due possibilità: danno extra a parità di Forza. Forza extra, per rappresentare l'addestramento con armi ed armature. La vecchia Forza eccezionale era del secondo tipo, ma aveva un difetto: era raggiungibile solo se il combattente aveva già 18 in Forza... in pratica, i combattenti avevano la forza che andava da 9 a 17, e poi, come minimo, saltavano direttamente a 18/01-50! Io quindi ho fatto che OGNI Combattente abbia 1d6-1 punti di For in più (Combattenti di taglia Media... quelli di taglia piccola solo d 1d3-1 punti) per, come ho detto prima, "rappresentare l'addestramento con armi ed armature" (tra l'altro questo mi fà venire in mente che potrei negare ai Sacerdoti l'accesso alle armature più pesanti); la scelta di usare 1d6-1, invece di 1d6, è perchè la vecchia Forza eccezionale era su 5 "livelli". La specializzazione forniva, oltre a bonus a tpc e danno (rispettivamente +1 e +2), anche attacchi extra per round. A questo riguardo... AD&D forniva anche attacchi "frazionari", tipo 3/2, che significa: 1 attacco il 1°/3°/5°/... round, e 2 attacchi il 2°/4°/6°/... round. Ora, attacchi del tipo 1/3 e 1/2, che indicano un'attacco ogni 3 o 2 round, sono perfetti per rappresentare armi lente da ricaricare, e intendo tenerli; anche attacchi del tipo 2/1 o 3/1, che rappresentano 2 o 3 attacchi per round, vanno bene, e intendo tenere anche quelli... però sono dell'opinione di lasciar perdere gli altri tipi, perchè è troppo facile perdere il conto. Ti avverto subito che non ho mai usato gli psionici, in nessuna edizione di D&D, quindi non me ne intendo minimamente. In ogni caso, la mia opinione è questa: Direi A. No. O usi un potere psionico, o fai un'attacco fisico, non tutte e due insieme! Sarebbe un modo per far sembrare la psionica un'altra forma di magia, quindi per me si.
  4. va bene così...per ora siete in tre...e tutti abbastanza messi bene con l'ambientazione, aspetto un 4 e vedo se c'è un quinto, se ce il 5° facciamo come disse il buon Joker...ha eliminatorie XD
  5. Volendo posso ampliarlo, ho anche in mente una traccia. Dimmi tu cosa preferisci
  6. 1 punto
    Sicuramente la soluzione A2 per me è la migliore e non toglierei il costo di mantenimento, cosa che ha molto senso dal mio punto di vista Per quanto riguarda l'ammontare del PPP io, personalmente, metterei un tetto massimo a X PPP (da decidere il valore di X) oltre il quale non si può andare in nessun modo 1) secondo me meglio tornare al d100 che concede, appunto, più "libertà di movimento" 2) su questo punto non saprei che dirti.. personalmente trovo ben poco sensato che un'arma faccia x danni in generale: non è l'arma in se che fa un tot di danni (anche se alcune armi potrebbe fare più male di altre, ma questo è facilemente rappresentabile con un modificatore ad hoc), è la forza di chi la impugna a permettere un tot di danno. Una spada impugnata da Conan il Barbaro (quello di Swarzy ovviamente) farà molti più danni della stessa arma impugnata da un popolano medio; quello scarto nel modificatore (diciamo Conan +4 e popolano +0) non giustifica minimante l'enorme differenza di forza che c'è tra i due Per questo io ho sempre cercato (invamno purtroppo) di legare i danni alla Forza e non all'arma, dando un modificatore ai danni per le armi più "cattive" Giusto per farti avere un'idea in proposito ti posto la tabella dei danni legati alla forza presente in GURPS http://imgur.com/a/lxXV1
  7. Nellee armi dei gythianki è specificato che possono tagliare il cordone argenteo mi pare siano fatte di un materiale strano oppure hanno un incantamento sopra ora non ricordo. Prova a darci un occhio
  8. 1 punto
    Altra idea: il PG che sale le scale, sale di tanti piani quanti sono le creature sulla scala. Per esempio se sono al 1° e 5 PG salgono sulla scala, arriveranno al 6°. Se solo 3 PG salgono sulla scala, saliranno dal 1° al 4°. Se la salita porterebbe oltre l'ultimo piano, porta semplice all'ultimo piano (quindi 5 PG dall'11° salgono comunque al 13°). Idem in discesa. Naturalmente se vuoi mettere una difficoltà crescente nei piani, il piano pari al numero dei PG+1 dovrebbe essere tra i più semplici.
  9. @Arglist @MattoMatteo La cosa ideale sarebbe creare un topic apposito dove discutere di questo argomento, che secondo me è molto interessante e potrebbe aiutare molti scrittori emergenti. Pure io, tempo fa, ho iniziato a provare a scrivere il mio romanzo (non Fantasy, perchè ho iniziato ad avere nausea verso il genere molto tempo fa) e, come molti, ben presto mi sono arenato e fermato a causa della mia inesperienza. Questo, però, non mi ha fatto passare la voglia di scrivere e nemmeno mi ha spinto a ritenere che non valga la pena continuare a provare. Ok che bisogna essere umili, capaci di autocritica, in grado di conoscere i propri limiti ed evitare di credere che si possa scrivere un libro schioccando le dita, solo perchè si è passato anni a giocare di ruolo o a leggere libri. Ma questo non significa nemmeno che ci si debba scoraggiare dal cimentarsi con la scrittura e nemmeno che non si possa migliorare nel tempo. Naturalmente non tutti sono destinati a diventare ottimi scrittori, ma questo non significa che essere poco abili agli inizi implichi il doversi rassegnare a una eterna incapacità. A parte rarissimi casi, nessuno nasce con l'abilità di scrivere bene. Come per tutte le cose, si impara a scrivere esercitandosi e, come detto da voi altri, dimostrando spirito di autocritica (si può imparare solo scoprendo i propri errori e i propri limiti, così da poterli superare). Per aumentare le proprie abilità nella scrittura bisogna: Continuamente e costantemente leggere e scrivere. Il consiglio classico che danno tutti, anche se molti fanno l'errore di credere che basti solo suggerire questo per aiutare uno scrittore alle prime armi. Accettare di dedicarsi a scrivere molta spazzatura prima di saper scrivere abbastanza bene da creare qualcosa di minimamente decente. Leggere, vedere e giocare molte storie, in modo da imparare le tecniche della narrazione, la struttura delle storie e la costruzione dei personaggi. Molti fanno l'errore di credere che scrivere un romanzo significhi semplicemente scrivere una parola dopo l'altra, un capitolo dopo l'altro. Al contrario, non si riuscirà a scrivere nulla di decente prima di imparare come strutturare una trama, come progettare i personaggi, quali tecniche usare per colpire il lettore, quali caratteristiche narrative possiedono i vari generi, ecc. Per imparare queste cose, può essere molto utile leggere manuali di scrittura creativa, affiancando ad essi la visione/lettura di storie. Prima di scrivere una storia bisogna progettarla. Progettando una storia e i personaggi è essenziale evitare di usare gli stereotipi e i Clichè. Questo non significa dover essere per forza originali. Il trucco più classico del mondo è prendere gli stereotipi e variarli, modificandone qualche dettaglio. È importante evitare di copiare banalmente il lavoro altrui, anche se si tratta della propria opera preferita. Un romanzo non è una campagna di GDR. Evitate assolutamente di creare una storia che scopiazzi semplicemente le logiche e gli eventi della vostra campagna preferita. Un romanzo deve essere progettato come un romanzo. Per imparare a scrivere bisogna studiare e provare, studiare e provare, costantemente. Nel frattempo, bisogna esporre il proprio lavoro alla gente e imparare a subire anche le critiche più pesanti. Bisogna mettere costantemente il proprio lavoro alla prova, notare i propri difetti e migliorare. E se qualcuno vi butta giù con le sue critiche, leccatevi le ferite, rimettetevi in piedi, affinate le vostre abilità in modo da eliminare i difetti che vi sono stati fatti notare e continuate a scrivere. Pochissimi autori famosi hanno scritto e scrivono i loro romanzi di successo di getto. Praticamente tutti scrivono e riscrivono, tagliano, aggiustano, eliminano, rivedono e aggiungono costantemente il loro testo, prima che questo prenda la forma che noi conosciamo. Ovviamente, allo stesso tempo non bloccatevi in una interminabile fase si correzione: ad un certo punto fermatevi ed esponete il vostro lavoro agli altri; grazie ai commenti della gente imparerete cosa la prossima volta dovrete vedere di fare meglio.
  10. Se vuoi spingere un po' di più sul lato arcano del pg, la classe di prestigio degli Arcanamach di Suel è abbastanza buona per una Lama Iettatrice
  11. 1 punto
    Oppure, restando sul classico, il passaggio tra un piano e l'altro avviene non solo dalle scale ma anche da dei portali invisibili posizionati lungo i corridoi. E a seconda del verso in cui li si attraversa portano in posti diversi.
  12. 1 punto
    Salve, forse è tardi per un'idea, ma potresti andare sul classico: una sfera in ogni piano del castello, con attorno simboli su un disco da ruotare. I personaggi devono trovare in ogni piano il simbolo corrispondente e selezionarlo sul disco. spero d'essere stato utile.
  13. Introduzione L'altra sera la bimba non ne voleva sapere di dormire, e quindi mi sono ritrovato a mezzanotte davanti al televisore. Ed è giunta la notizia che purtroppo attendavamo da settimane: Alex Schwazer è stato squalificato di nuovo, e questa volta la sua carriera è finita. Cosa ci può insegnare questa vicenda? Possiamo tracciare una parallela con il nostro mondo da giocatori di ruolo? Cosa c'entra il doping con il gdr? Ecco, risponderò a queste, e anche ad altre, interessantissime domande in questa inserzione, perché le similitudini ci sono, sono solo nascoste, e sta a noi farle emergere! #drawparallels La vicenda “Schwazer” Ormai è nota a tutti la storia di Alex Schwazer, marciatore altoatesino, venuto alla ribalta alle olimpiadi di Pechino del 2008, vincendo l'oro nella 50 km di marcia, e successivamente trovato positivo all'epo poco prima della olimpiadi di Londra del 2012. Ammesse le proprie colpe, l'atleta scelse di ricominciare daccapo con un allenatore al di sopra di ogni sospetto, Sandro Donati, personaggio emblematico della lotta all'antidoping nostrana. Con lui ricominciò ad allenarsi duramente, senza fare uso di alcuna sostanza, anche quelle lecite (come gli integratori). Ebbene i risultati gli diedero ragione in quel di Roma, durante i mondiali a squadre, nei quali raggiunse la vetta della 50 km di marcia. Sembrava una bella storia di redenzione, duro lavoro, e di riscatto. Invece qualcosa è andato storto. Io odio il complottismo, lo detesto con tutto il cuore, però non sono così sprovveduto da ignorare l'esistenza di complotti veri. E tutta la storia che segue puzza di complotto lontano un miglio. Non solo perché chi accusa Schwazer di doping è stato accusato (a quanto pare giustamente) di corruzione, non solo perché, come evidenziato dal rapporto della difesa di Schwazer (lo trovate qui), le prove antidoping sono state condotte in modo del tutto anomalo, non solo perché Donati è antipatico a molti che col doping guadagnano cifre enormi, non solo perché lo stesso Donati fu “incoraggiato” da telefonate anonime a far perdere Schwazer. C'è anche un'altra questione che, forse sarà dovuto al mio intelletto limitato, proprio non riesco a capire: per quale oscuro motivo un atleta sceglierebbe l'icona nazionale dell'antidoping come allenatore, sottomettendosi a una mole spropositata di controlli antidoping, ben superiori a quelli a cui vengono sottoposti tutti i suoi colleghi, per poi usare un banale steroide iper-rintracciabile (peraltro dagli utilizzi più che dubbi per un fondista) e nemmeno nel periodo di massimo lavoro? Delle due l'una: o Schwazer è un'idiota senza precedenti nella storia dell'umanità, o c'è qualcosa dietro che ci sfugge. A me sembra più ragionevole la seconda. Il doping... Ogni volta che questo argomento entra nelle discussioni da bar, una posizione emerge fulgida dalle schiere degli sportivi da divano: “l'antidoping è una farsa, tanto sono tutti dopati, sarebbe meglio legalizzare tutto”. Orbene, se volete una disamina intelligente e ragionata, vi invito alla lettura di questo ottimo articolo a riguardo. Io qui vi dirò la mia in modo molto più sintetico, rispondendo alle motivazioni che ritengo maggiori per la legalizzazione del doping. Prima però metto una cosa in chiaro: non è una questione di purezza. Tutta l'atletica, e lo sport in generale, è una ricerca del superamento dei propri limiti, non c'è niente di “natural” nell'allenarsi agonisticamente: basta mettere a confronto il fisico di un atleta e quello di un minatore/muratore classico, per rendersi conto che il lavoro pesante “natural” non porta a fisici atletici e definiti da ginnasti. Vedremo qual è la cosa che più mi preoccupa successivamente, non temete, intanto incominciamo con le risposte alle motivazioni pro-doping: “Tanto sono tutti dopati”. La saggezza popolare ci insegnava che “due torti non fanno una ragione”. Il problema di questa affermazione è che si basa su una pregiudiziale indimostrabile, e che non tiene conto del fattore più importante che ha il doping, e cioè la diseducazione non tanto degli atleti professionisti (i quali formano una percentuale irrisoria dei praticanti di sport), quanto dei dilettanti, i quali non hanno di sicuro dei team di medici a fare il lavoro sporco per loro, e chissà dove recuperano le sostanze dopanti, con tutti i rischi per la salute che ne conseguono. “Legalizziamo per tutti così le gare sono fatte alla luce del sole, e sono più eque”. Siamo proprio sicuri di questo? Siamo sicuri che, ad esempio, il Botswana e gli Stati Uniti abbiano le stesse capacità economiche da mettere in campo, qualora volessero, per dopare i propri atleti, e farli seguire da staff medici che ne controllino lo stato di salute? Siamo proprio sicuri che sarebbe più equo, considerando che per forza di cose un atleta dovrebbe doparsi, anche se inizialmente non avrebbe voluto farlo, anche solo per poter competere? Certamente tutto sarebbe alla luce del sole, ma questo non implica affatto equità: sarebbe solo una questione di che federazione ha più soldi da investire nel doping. “Ma poi tanto sarebbero seguiti dai medici”. Certamente le federazioni più all'avanguardia doterebbero i propri team di tutto il supporto medico necessario, ma quello che non possono fare questi medici è un'altra cosa: prevedere il futuro. Il corpo umano è un meraviglioso sistema di feedback, e andarlo a modificare implica una cosa: imprevedibilità. E questo nei casi migliori. Nei casi peggiori già sappiamo che le cose andrebbero per il peggio. Chi può affermare, in buona fede, di credere davvero che aumentare in modo esagerato i globuli rossi nel sangue, oppure imbottirsi di ormoni sballando tutta la produzione naturale degli stessi, sia un'attività che, seppur seguita da personale specializzato, non avrà ricadute pesanti sul corpo (o sulla psiche) dell'atleta? Interessante, e inquietante, questa galleria a proposito. ...e i giochi di ruolo? Cosa mai potranno c'entrare i giochi di ruolo con la vicenda complessa e multisfaccetata di Schwazer e del doping? A parer mio anche nel gioco di ruolo abbiamo un tipo di “doping”. E scommetto quello che volete che ne abbiamo sentito parlare già, o lo abbiamo visto in opera ai nostri tavoli da gioco. Sto parlando del powerplaying. Il nostro utente Papaz ha pubblicato un video molto interessante, in cui parla anche di questo, per chi volesse avere un'infarinatura consiglio di vederlo. Teniamo per buone le sue definizioni dei termini: a parer mio è importantissimo essere d'accordo sui termini, e parlare chiaro quando si intende con lo stesso termine qualcosa di diverso. Se l'ottimizzazione è quindi il sapere quali sono le opzioni migliori, e utilizzarle per avere un personaggio efficace, allora nello sport il suo parallelo sarà un allenamento mirato, personalizzato, accuratamente studiato, con una dieta specifica, e le attrezzature adeguate per allenarsi. Se il powerplaying è il giocare “potente” a tutti i costi, anche quello di rovinare il divertimento degli altri, e forse anche la campagna intera, allora mi sembra che il parallelo con il doping sia più che lecito. Certo, lo so, non sono proprio la stessa cosa... il mio background mi ha sempre fatto entusiasmare per le analogie, ma mi ha messo anche in guardia dalle stesse, d'altronde “in tanta similitudo, maior dissimilitudo” diceva il IV Concilio Lateranense. Il powerplaying non è un'attività dannosa per la salute, e non ci sono interessi nazionali, internazionali, ed economici alle sue spalle. Eppure entrambi distruggono l'equità: anche i giocatori avvezzi all'ottimizzazione potrebbero trovarsi in difficoltà con un powerplayer nel gruppo, nonostante all'apparenza le due attività sembrino simili. Più che altro perché il powerplayer di solito gode della disparità che si è venuta a creare tra il suo personaggio e quelli altrui, mentre l'ottimizzatore può sempre mettere (e spesso lo fa volentieri) a disposizione degli altri la sua padronanza del gioco. Entrambi sono difficili da gestire, ed entrambi richiedono una regolamentazione esterna: il powerplayer può anche farlo in buona fede, ma sta comunque rovinando la campagna, e ha quindi bisogno di essere ricondotto alla ragione al di fuori dal gioco, altrimenti le soluzioni prese “in game” suoneranno semplicemente arbitrarie e ingiuste. Allo stesso modo, anche la lotta al doping è una continua rincorsa, e una continua ricerca di metodi per scoprire le sostanze dopanti nei campioni, e di sicuro non possiamo lasciare la regolamentazione di questo in mano a chi ha tutti gli interessi per continuare a doparsi e far dopare. Entrambi sono modi di barare: mentre chi usa sostanze dopanti al 99% usa sostanze che hanno utilizzi in campo sanitario (terapie ormonali per la crescita, stimolazione di eritropoiesi per chi ha perso molto sangue, pseudo-efedrine per le reazioni allergiche...), anche il power player spesso utilizza degli strumenti senza tenere conto del contesto in cui sono stati proposti; ad esempio, il divine minion, l'archetipo di Serpent Kingdoms utilizzato per la build di Pun-Pun, di per sé è fortissimo ma non porta a loop infiniti, e di sicuro non era stato pensato per essere accoppiato ad un coboldo dragonwraught ecc.ecc.. Solo la volontà di stiracchiare le regole oltre ogni modo, può portare qualcuno anche solo a pensare a Pun-Pun. Un'altra cosa che vorrei far notare è per quelli del “ Ma poi tanto sarebbero seguiti dai medici”. Come abbiamo detto questa affermazione non tiene conto del prezzo da pagare per l'atleta stesso, ed è in fondo esattamente la stessa cosa dell'usare la regola zero per castrare il powerplayer. Il powerplayer è un giocatore come tutti gli altri, e ha il diritto di divertirsi. Per questo la soluzione va cercata parlandone fuori dal gioco, in modo da permettere non solo a lui, o non solo al resto del gruppo, ma a tutti, di divertirsi. Conclusione Anche noi gdrristi abbiamo il nostro speciale tipo di doping quindi, anche se non è dannoso per la salute (a parte qualche fegato devastato dal rosik), e non ci sono interessi mafiosi alle sue spalle (a parte quelli dei dm che hanno i giocatori preferiti). Questo non significa certo che non faccia male, come possono testimoniare tantissimi dm e giocatori, dopo l'oscuro passaggio di un powerplayer incontrastato: campagne devastate, rancori personali, distruzione e morte (non necessariamente in questo ordine). Entrambi nascono da una profonda immaturità, il bisogno di primeggiare a tutti i costi, anche della propria salute o del divertimento altrui. Entrambi vanno contrastati per lo stesso motivo e alla stessa maniera. Per educare e educando. Questo è il punto del doping più dannoso, a parer mio: tutta la scia di diseducazione che colpisce le decine di migliaia di atleti dilettanti, o, ancor peggio, dei giovani sportivi, e che mette a repentaglio la loro integrità fisica. Ed è dall'educazione che bisogna ripartire: basta genitori sbraitanti ai lati del campo a gridare ingiurie agli arbitri, basta allenatori che pretendano “cattiveria” da bambini di 7 anni, basta punizioni in caso di sconfitta (tutte cose che ho visto o vissuto sulla mia pelle). Sarebbe ora che lo sport diventasse un'occasione di condivisione, di socializzazione, e anche (perché no) di sana competizione, dove però la priorità è da dare al superare i propri limiti per migliorarsi, non per sovrastare gli altri ad ogni costo. Lo sport può essere un'agenzia educativa se promuove uno stile di vita sano, equilibrato, di sicuro non può esserlo se l'unica cosa che conta è la prestazione. Allo stesso modo, il gioco di ruolo può essere un'attività divertentissima, e anche terapeutica, se condotta con intelligenza, buon senso, e attenzione per l'altro. Se l'unica cosa che interessa è la prestazione, anche qui incominciano a nascere dei problemi, ma il powerplaying, a questo punto, è solo la punta dell'iceberg.
This leaderboard is set to Rome/GMT+01:00

Configura le notifiche push del browser

Chrome (Android)
  1. Tocca l'icona del lucchetto accanto alla barra degli indirizzi.
  2. Tocca Autorizzazioni → Notifiche.
  3. Regola le tue preferenze.
Chrome (Desktop)
  1. Fai clic sull'icona del lucchetto nella barra degli indirizzi.
  2. Seleziona Impostazioni sito.
  3. Trova Notifiche e regola le tue preferenze.