Rinnovo questa discussione con tre piantine simpatiche e carine.. spero non venga considerato necroposting, in quanto l'obiettivo del topic sta proprio nel raccogliere una serie di idee e non tanto una discussione continua.
Nome: Flor d'amor Rarità: 3 Fonte: Naturale Ambiente: questa pianta cresce solitamente vicino ai bordelli o in altri luoghi dove viene praticato spesso l'aborto (volontario o meno). La pianta sembra trarre nutrimento dal sangue versato per tale pratica. Descrizione: Pianta erbacea di piccole dimensioni, con piccole foglie lobate verde chiaro con venature rossicce e radici poco profonde. I fiori, portati in infiorescenze erette composti da tre a sette unità, si presentano piccoli e di tutte le tonalità di rosso, con petali tondi dalle venature più scure. Effetti: Data la sua origine, gli effetti che provoca possono essere quasi considerati un contrappasso. Assumere una dose di quest'erba provoca infatti un aumento incredibile della fertilità. La pianta agisce solo su esemplari di sesso femminile, mentre provoca nausea e voltastomaco nel caso venga assunta da un maschio. Trattamento: Le parti importanti di questa pianta sono principalmente i petali, accuratamente separati dal resto del fiore. Questi vengono macerati nel vino per cinque giorni, dopodiché l'estratto viene filtrato ed imbottigliato. Si mantiene attivo per lungo tempo, anche anni se sigillato correttamente, come un vino normale. Nonostante la facilità con cui è possibile procurarsi la materia prima, le bottiglie di "vino d'amor" sono comunque piuttosto rare e costose, in quanto il processo di macerazione fallisce molto spesso; in questo caso, il risultato fallito risulta evidente immediatamente dopo i cinque giorni, in quanto si forma una schiuma nerastra e con un forte odore nauseante. Secondo la superstizione ingerire questa schiuma porterebbe alla sterilità definitiva, tuttavia questa proprietà non è mai stata confermata. Dosi: da una singola pianta è possibile ricavare dalle 3 alle 12 dosi, a seconda della dimensione di questa.
Nome: Barba di nano Rarità: 4 Fonte: Naturale Ambiente: Caverne; la Barba di nano tende a crescere vicino a filoni di materiali ferrosi. Descrizione: Questa pianta si presenta come una serie di barbe lanugginose, spesse e di colore rossiccio con punte più pallide. Non presenta infiorescenze o apparato fogliare, trae nutrimento esclusivamente dal terreno e dai metalli vicini. Le barbe bruciano molto rapidamente e con un forte bagliore, sprigionando un lieve odore di zolfo. Nonostante siano stati effettuati molti tentativi di coltivazione, la barba di nano sembra non attecchire in nessuna condizione artificiale. Effetti: Se ingerita, la pianta provoca bruciore di stomaco per tutta la giornata (alcuni liquori nanici, in realtà, vengono realizzati con piccole dosi di questa pianta, proprio per questa sua caratteristica: la famosa "fiamma di miniera" viene spesso usato per le classiche sfide da taverna, chi riesce a berne di più senza svenire. Inutile sottolineare che spesso i partecipanti finiscono direttamente tra le mani di un cerusico). Le sue caratteristiche tuttavia la rendono ottima per una miriade di altri utilizzi. Innanzi tutto, la pianta è di per se un indicatore della presenza di filoni di metalli. Sminuzzandola, i nani ne ricavano ciò che chiamano "polvere del minatore", che compattata ed esposta ad una fiamma crea un'esplosione, utilizzata come metodo alternativo di scavo (piuttosto pericoloso, ma necessario in presenza di rocce troppo dure). Ricoperta con miele ed altre sostanze cerose, la barba di nano avvolta attorno ad un bastone viene utilizzata per creare torce "fredde", prive di fiamme e con bassa temperatura, essenziali per ambienti chiusi o prossimi a sacche di gas infiammabile. Trattamento: i trattamenti variano molto in base alla sua destinazione finale, ma in generale è bene prestare molta attenzione nel suo trattamento: durante la sminuzzatura, una singola scintilla prodotta tra il mortaio ed il pestello può mandare letteralmente in fumo tutta la dose lavorata. Si consiglia di non lavorarla vicino a fiamme vive, ne di esporla a temperature troppo basse in fase di lavorazione in quanto tende a perdere le sue caratteristiche. Evitare assolutamente l'esposizione ai raggi solari, che provoca una combustione spontanea delle barbe. Dosi: variano moltissimo, solitamente non più di cinque-dieci dosi per pianta (a seconda della dimensione e dell'utilizzo che se ne vuole ottenere), ma sono state ritrovate intere caverne ricoperte di barba di nano (ed alcune chiacchiere da taverna parlano di nani sommersi da lava e metallo liquefatto per una semplice disattenzione).
Nome: Figliol prodigo Rarità: 7 Fonte: Arcana Ambiente: foreste tropicali e sub-tropicali, ambienti umidi, spesso vicino a corsi d'acqua o acqua stagnante. Descrizione: questa pianta erbacea, perenne, con portamento cespuglioso, è formata principalmente da larghe foglie reniformi di dimensioni anche superiori a 20 cm, di colore verde scuro. Le radici si estendono per diversi metri oltre la proiezione delle foglie, sino a raggiungere corsi d'acqua nelle vicinanze. La pianta fiorisce una singola volta nell'arco della sua vita, ed è proprio questa sua parte che viene utilizzata nei composti alchemici. Il fiore, di enormi dimensioni, alto anche più di mezzo metro, impiega cinque anni prima di sbocciare in petali rossi con striature giallo canarino e macchie violacee nella parte basale. Effetti: La droga ricavata da questa pianta viene sfruttata dagli schiavisti per costringere i propri schiavi alla lealtà assoluta. Una volta ingerita una dose di questa pianta, si ottengono diversi effetti: prima di tutto, il soggetto prova dei dolori lancinanti se tenta aggressioni violente contro il "padrone" (vedere trattamento in seguito). Inoltre, il soggetto comincia a provare lievi disturbi, che rapidamente aumentano sino agli stessi dolori, se non ingerisce una goccia di sangue del padrone ogni due giorni. Questi effetti permangono per un anno intero, o si esauriscono con la morte della persona legata. Trattamento: Il trattamento per creare una dose di Figliol Prodigo è lungo, e richiede la presenza della persona interessata ad utilizzarlo. La parte importante della pianta sono i pistilli, sempre 15 in ogni pianta, e da ciascun pistillo è possibile ricavare una dose della pozione. Durante il rituale arcano molto complesso, della durata di due ore, il pistillo viene mescolato con una fiala del sangue di una creatura, chiamata il "padrone". Una volta terminato il rituale, tutte le pozioni create saranno legate al padrone, e tutti gli effetti faranno riferimento ad esso. Un'interessante interazione è stata notata nel caso il padrone sia legato contemporaneamente a pistilli ptovenienti da diverse piante: invece di provare dolore, i soggetti che hanno ingerito la dose provano un perverso piacere nel far soffrire il padrone, sino alla sua morte, che provoca anche la morte di tutti i soggetti ad esso legati. Dosi: Solitamente, i fiori possiedono 15 pistilli, ed è quindi possibile creare 15 dosi di questo estratto (da somministrare a 15 soggetti). In rarissimi casi tuttavia sono state trovate piante che, per qualche caso del destino, hanno prodotto due fiori gemelli, ciascuno con il proprio set di 15 pistilli. In questo caso, è possibile legare un massimo di 30 soggetti al padrone, ma questo evento è talmente raro da aumentare di centinaia di volte il prezzo di tali dosi.