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Personaggio: Alkobar

Scheda: https://www.myth-weavers.com/sheets/?id=2824662

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l Warlock era uno studioso estremamente curioso e sempre in cerca di nuove conoscenze ma non aveva la capacità finanziaria per sostenere gli studi da mago. Comunque passava tutto il suo tempo libero nella biblioteca della sua città natale. Una volta trovando la porta della sezione proibita aperta e nessuno a controllare ci si è infilato dentro restandoci chiuso tutta la notte. Quella notte gli ha cambiato la vita. Per "puro caso" il primo libro ad essergli capitato per mano parlava di un'antica divinità menzionata solo in vecchie leggende alle quali nessuno presta più attenzione. Questa divinità dimenticata era proprio patrona della conoscenza e della magia. Passa molte ore a leggere il libro ed esegue un rituale come descritto nel libro e si mette in contatto con questa divinità dimenticata. 

La Divinità lo mette a dura prova con molte domande per quasi tutta la notte e alla fine i due fanno un accordo. In cambio di una frazione dei poteri del suo patrono il Warlock si impegna ad accumulare e catalogare quanta più conoscenza possibile per il patrono stesso che vittima di un esilio è rimasto indietro di secoli con quello che accade nel nostro piano.

Il patrono potrebbe essere una divinità concorrente ad Uthunno che quest'ultimo ha sconfitto ed esiliato migliaia di anni prima.

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Personaggio: Krul, umano variante - guerriero (cavaliere runico)

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PRIGIONE DI ITRIS

-Creo Ignem è l'invocazione per la runa del fuoco.- disse al suo interlocutore. -vedi? È l'unione tra una tecnica e una forma: ne deriva una simbologia ben precisa, una runa per l'appunto. E quando tu la invochi, quando tu la chiami...- sorrise. -lei risponde sempre.- annuì soddisfatto. -solo che...risponde a me. A me che la incido, non a tutti. E questo, chi compra le mie armi, non lo sa...- scoppiò in una grassa risata. -e va bene, va bene, lo ammetto. Ho venduto armi contraffatte al mercato nero, spacciandole per strumenti miracolosi con un grande potere infuso. In realtà...era solo paccottiglia.- scrollò le spalle. -non tutti sono in grado di richiamarle, le rune. Io ho scoperto di poterlo fare tramite un diario. Mi è stato lasciato dai miei genitori che non ho mai conosciuto, insieme alla fucina. Beh, a quanto pare, nel mio sangue scorre quello di un antico clan di forgiatori, direttamente imparentato con i giganti stessi. E nel combinare, come dicevo, tecniche e forme, succede sempre qualcosa di... divertente, diciamo.- Krul guardò il suo interlocutore, fissandolo negli occhi. -perchè ho venduto armi al mercato nero dici?- socchiuse gli occhi sbuffando. -perchè solo chi ha già molto potere ne vuole ancora. I ricchi, gli abbienti, i più fortunati, quelli a cui si può sottrarre denaro senza che se ne accorgano. Io devo mandare avanti la mia baracca, pagare la manutenzione della fucina, mantenere mio figlio...- una breve pausa. -sí, ho un figlio. Lui non sa che sono suo padre e non ha mai conosciuto sua madre, una prostituta della locanda morta nel darlo alla luce. Ma hey, gli sto vicino, o cerco di farlo. Vive nella taverna, la locandiera e le altre prostitute si prendono cura di lui. Vivienne lo adora! E lui si arrangia come può. Io, dal canto mio, metto da parte il più possibile per lui e per tutta la locanda stessa. È un ragazzino in gamba.- annuì a se stesso. -come sarebbe a dire "come faccio a sapere che si tratta di mio figlio"?- Krul guardò sorpreso il suo interlocutore. -diamine, ha 7 anni ed è già il più grande tra i suoi coetanei. In più ha i miei stessi capelli, i miei stessi occhi. È una mia mini copia, dà retta a me.- con il palmo della mano colpì vigorosamente il suo ampio petto. -un giorno o l'altro dovrò pagargli da bere.- annuì. -che c'è? Qualcuno dovrà pur insegnargli a stare a questo mondo no? Ma tu che puoi saperne...- il fabbro appoggiò a terra il piccolo topolino con il quale aveva parlato tutto quel tempo. -in fondo, per te, conta solo rosicchiare le mura, no?- l animaletto fuggì, nascondendosi nella sua tana. Krul sorrise, poggiando definitivamente la testa al muro. -scoprirò chi mi ha incastrato, un giorno. Chissà se riuscirò a fargliela pagare. Vivienne me lo dice sempre. Tu, Krul, sei troppo buono. Già. Beh, meglio dormirci su. D'altra parte...- si allungò direttamente sul pavimento, girandosi su un fianco. Chiuse gli occhi, il sorriso stampato sul volto. -Il sonno porta sempre consiglio...- e in breve tempo si addormentò.

 

Dm

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Vivienne è il contatto criminale di Krul, è una prostituta della locanda che gli dice quali ricconi spennare con le sue armi/armature contraffatte. Il figlioletto si chiama Guus, è un marmocchio di sette anni che in pratica vive nella locanda. Conosce Krul, che è un assiduo frequentatore della locanda, e gli vuole bene, ma non sa che si tratta del padre. Il nome della locanda lo lascio a te .

 

Scheda: https://www.myth-weavers.com/sheets/?id=2825203

 

Immagine

 

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Lillian 

Druida del circolo delle stelle

Scheda:

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Divinità: Irisha e Uthunno

L'eredità di un circolo druidico ricaduto nelle mani di una giovane ragazzina.
Una comunità druidica sosteneva e rispettava le leggi della natura, difendendole ad ogni costo da elementi esterni che potessero intaccarle come creature mostruose, aberrazioni o la stessa civilizzazione dell'uomo che, in alcuni casi, è stata considerata troppo espansiva e priva di rispetto per la terra che ha deciso di accoglierlo.
Questa comunità prevedeva druidi specializzati nella lettura delle stelle e delle sue costellazioni, ricercando da esse la benedizione necessaria per un futuro armonioso e radioso, così come druidi che ricercavano il contatto pacifico con le creature fatate in un'alleanza che potesse sostenere la terra, i suoi frutti e i suoi abitanti.
Non mancavano neanche coloro che ricercavano un particolare legame con gli spiriti animali, un'armonia che potesse accompagnarli nei loro viaggi alla ricerca di se stessi e di far rispettare la madre terra a coloro che non ne comprendono il valore.

Lillian, il giglio che richiama la purezza, è il nome di colei che è stata consegnata in dono dal popolo fatato. Discendente di una delle più antiche etnie elfiche, una Eladrin che portava sul suo corpo il segno delle stagioni. Un simbolo di pace e alleanza con la stirpe fatata, lasciandole la totale libertà di perseguire le sue volontà durante la sua crescita. Che fosse uno dei tre circoli, che fosse ritornare alla propria madre terra per scoprire di più della propria famiglia, scomparsa in circostanze misteriose. Questa era la libertà che le era stata concessa dagli altri Eladrin, sebbene avessero scelto per lei il luogo dove crescere. Lontano dalla terra madre, lontano da un passato che le avrebbe causato solamente dolore.

E così la bambina crebbe all'interno della comunità druidica, assaporando la natura della propria razza che entrava perfettamente in simbiosi con le stagioni che avanzavano e provando dentro di lei quei sentimenti che rappresentavano proprio quest'ultime. Ricca di pensieri, contemplativa, durante le notti d'autunno, ricca di malinconia durante l'inverno, piena di gioia nella primavera e una vera e propria trottola scatenata nelle caldi estati.

La sua nuova famiglia era l'intera comunità, come un branco che si sostiene e senza la presenza di una vera e propria madre o un vero e proprio padre. Ogni adulto era considerato come una figura genitoriale, mentre gli altri coetanei (o circa) erano considerati fratelli e sorelle. Ogni componente della comunità, al compimento dei 15 anni, doveva porsi di fronte al rituale della luna nuova. Si attendeva proprio il momento in cui la luna fosse nuova e, durante quella notte, ogni componente giunto ai 15 anni veniva investito ufficialmente come druido della comunità.

Quella sera erano due i candidati, Lillian ed Shelinor. La seconda era un'umana, considerata proprio come una delle tante sorelle da Lillian, entrambe entusiaste all'idea che potessero finalmente diventare delle vere e proprie druide. La prima prova era riservata alle stelle, ricevendo la benedizione da una delle costellazioni che, in quella notte senza luna, risplendevano più che mai. La costellazione della fenice fu quella che risplendette su Lillian, segno di rinascita e di splendore, qualcosa che molti videro come di buon auspicio per il futuro della giovane druida.
La seconda prova prevedeva l'affinità con il mondo animale, uno spirito guida che si possa legare alla sacerdotessa della natura. A Lillian capitò la libellula: segno di cambiamento, illusione e magia.
Ultima prova era quella dedicata al circolo dei sogni. Un viaggio onirico, compiuto attraverso l'aiuto degli anziani, alla ricerca del proprio io interiore e del proprio collegamento con il mondo naturale.

E' stata proprio quest'ultima prova a mettere in contatto Lillian con il suo io interiore, ripercorrendo passi di un passato che non ricorda. Vedendo ombre muoversi, luoghi sconosciuti, facce altrettanto sconosciute, visioni totalmente inquietanti legate a qualcosa che hanno ben poco di naturale. Il viaggio onirico della ragazzina divenne travagliato, ritrovandosi in una foresta completamente priva di vita, spoglia, consumata, mentre creature grottesche la cercavano senza sosta e ne desideravano le carni, la mente, l'anima. La sua corsa non ebbe vita lunga, ritrovandosi infine distesa con queste creature deformi, innaturali, aberranti, che ricercavano la sua carne, il suo sangue, facendola urlare di dolore, sentendosi completamente infettare e causando l'interruzione del rituale per via dell'agitazione della ragazzina.
Il tentativo di risvegliarla non fu facile, causando una vera e propria interdizione magica nel momento in cui uno dei druidi cercò di riportarla al mondo materiale tramite la magia e ritrovandosi scagliato contro un albero. Sul suo addome si formò uno strano simbolo, una sorta di marchio nero e viola. Un marchio che non era assolutamente di buon auspicio.

Al suo risveglio, ciò che vide fu l'intera comunità completamente devastata dall'attacco di chissà cosa... Forse quelle stesse creature viste nel suo viaggio onirico? Chi lo sa... La disperazione della perdita e di non comprendere ciò che è accaduto, mentre la mano di Shelinor abbandona la sua in un ultimo alito di vita. Un bagno di sangue, una visione ricca di orrore, mentre il suo stesso corpo è ricoperto di quel sangue, di quella che sente una colpa propria per una natura che non riesce a comprendere.
Dentro di lei c'è sicuramente qualcosa che non va, qualcosa che non ha niente di naturale e che riguarda sicuramente quel passato che le rimane così offuscato.
Secondo alcune leggende, un artefatto magico pare essere una fonte di cura per tutti i mali del corpo e dell'anima. Questa la ricerca di Lillian. Un viaggio di speranza e di redenzione.

Immagine (i colori di capelli, pelle e occhi possono cambiare in base alla stagione che affronta il suo essere):

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Ho caricato scheda e immagine anche se l’immagine è di prima che Gwynnan venisse maledetta.

 Ora di diverso ha dei corni da ariete ai lati della testa e due cresta ossee su entrambi i lati sulla sommità base davanti e alte dietro.

In più i suoi occhi da castano ora sono completamente neri con l’eccezione

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dell’iride dorata.

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Erillianne (Eril per gli amici)

Descrizione

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Umana, alta 1,80 m, pesante circa 80 kg, muscolosa ma non massiccia.
Carnagione rosata, piena di lentiggini; capelli rossi e ricci, tagliati corti; occhi verdi; ho una coda da volpe, di cui sono molto fiera.
Indosso un'armatura completa, di colore nero con decorazioni in verde (la principale, una testa di cervo verde su sfondo nero, simbolo di Tylena); come armi porto un falcione, una spada lunga, e un pugnale.

 

Edited by MattoMatteo
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Aradan Ombracuta, mezz'elfo Ladro Fantasma

il bg è una nota abbozzata, in attesa di capire gli shadar-kai come vengono inseriti nell'ambientazione e se conservano la lore con cui sono presentati in MToF, la lascio qui sotto se può aiutare

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Un mezzo shadar-kai che porta avanti le usanze del popolo di sua madre di ricerca della conoscenza e delle anime più preziose da essere donate alla Regina Corvo.

 

Edited by D8r_Wolfman
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Erevan Finvin elfo alto, guerriero mistico

scheda (con aspetto annesso)

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Erevan Finvin guerriero 3°lv.pdf

Per ora è su documenti, appena capisco come funziona mith weavers la carico di nuovo

Aspetto

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elfo di circa 35 anni d'età, giovane quindi per la sua razza, ha orecchie molto lunghe a punta che mostrano le sue origine elfiche, tiene i capelli biondo chiari con un ciuffo sul lato destro, perì spettinato, senza tenerli con troppa cura; nei suoi occhi di un verde spento si può vedere uno sguardo sempre serio, spesso un po’ arrogante, ma anche un sottile velo di tristezza, veste con un semplice abito grigio scuro e nero, con interni rossi ricamati, sopra di esso una limpida cotta fatta da una moltitudine di anelli metalluci che a ogni passo tintinnano, da dietro la schiena sporge l'elsa di una lunga spada e al suo fianco è solito portare un mwzzafrusto con 3 catene con altrettante palle chiodate.

 

Scusate per gli errori grammaticali 

 

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