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Ruolare all' "italiana" o alla "americana"


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Non so esattamente come porre questa domanda... ma vi siete mai accorti, o avete mai avuto la sensazione, che ci siano sostanziali differenze nel modo di giocare di ruolo che hanno in America (prendo come esempi Critical Role vs i ragazzi di Inn Tale) rispetto a quello che abbiamo in Italia?
Premesso che ogni tavolo ha un differente stile di gioco, ma a me sembra proprio che ci sia un modo di giocare diverso nei paesi anglosassoni, spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

Confermate o è solo una mia sensazione?

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6 minuti fa, Burronix ha scritto:

Non so esattamente come porre questa domanda... ma vi siete mai accorti, o avete mai avuto la sensazione, che ci siano sostanziali differenze nel modo di giocare di ruolo che hanno in America (prendo come esempi Critical Role vs i ragazzi di Inn Tale) rispetto a quello che abbiamo in Italia?
Premesso che ogni tavolo ha un differente stile di gioco, ma a me sembra proprio che ci sia un modo di giocare diverso nei paesi anglosassoni, spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

Confermate o è solo una mia sensazione?

Penso che sia solo un "caso" dovuto al grande successo di Critical Role (che è gioco, ma anche spettacolo per il pubblico). Non esiste una "scuola" per ruolare, impariamo con l'esperienza e giocando con amici e conoscenti. Un buon indizio per capire che esistono tanti stili diversi è l'enorme numero di giochi di ruolo diversi...dai più narrativi ai più tecnici, con le gradazioni del caso. Sono così tanti e vari proprio per rispondere a diversi gusti di diversi gruppi di gioco. 

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1 ora fa, Burronix ha scritto:

Non so esattamente come porre questa domanda... ma vi siete mai accorti, o avete mai avuto la sensazione, che ci siano sostanziali differenze nel modo di giocare di ruolo che hanno in America (prendo come esempi Critical Role vs i ragazzi di Inn Tale) rispetto a quello che abbiamo in Italia?
Premesso che ogni tavolo ha un differente stile di gioco, ma a me sembra proprio che ci sia un modo di giocare diverso nei paesi anglosassoni, spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

Confermate o è solo una mia sensazione?

Posso confermarti. Durante i primi ritrovi per l'adventure league, è capitato di parlare con americani che vedono il nostro ruolare continuo, "strano". Loro sono più da gioco a binari, probabilmente come dice @Pippomaster92 è possibile sia stato un caso.

Mi sono permesso di scrivere avendo avuto un' esperienza diretta, avendo notato anch'io il tuo stesso dubbio, ed ho avuto modo di chiederla in alcune occasioni. 

Modificato da nolavocals
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@Pippomaster92 Sì, logico che discutere dei GDR è un argomento talmente vago che non ha quasi senso parlarne, però nello specifico mi riferivo a D&D e all' approccio che ne hanno negli USA. L' esempio di Critical Role trova il tempo che trova in effetti. Ma in linea generale, anche nell' ambito dei loro forum, quello che traspariva era un po' quello.

@nolavocals Diciamo che anche io ho avuto il dubbio quando ho partecipato ad alcuni AL, in cui difficilmente i gruppi che giocavano riuscivano a finire l' avventura nei tempi suggeriti. Me ne parlò anche il DM che ci masterava di questa mentalità un po' da railroad che hanno loro.

 

Modificato da Burronix
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  • 4 mesi dopo...
Il 9/8/2019 alle 17:41, Burronix ha scritto:

(prendo come esempi Critical Role vs i ragazzi di Inn Tale)


Premesso che ogni tavolo ha un differente stile di gioco, ma a me sembra proprio che ci sia un modo di giocare diverso nei paesi anglosassoni, spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

 

Ti dirò, ho pensato la stessa cosa guardandoli entrambi. 

Però, e senza che la cosa sia un difetto, a me sono sembrati piuttosto i ragazzi di Inn Tale ad essere più lunghi, verbosi, a tratti troppo incentrati sulla storia (che non vuol dire roleplay, proprio sullo scoprire passivamente poco alla volta il mondo creato dal master...che ha fatto un lavoro della madonna, per intenderci).

Ho anche pensato che potesse essere una differenza "culturale", in Italia abbiamo una tradizione più umanistica, anche chi ha fatto le scuole dell'obbligo, ha una impostazione di un certo tipo, anche a livello sociale ci piace parlare, approfondire, discutere, mentre gli americani sono più diretti, vanno al sodo,  sonoportati all'avventura ed al puro divertimento.

Questo al netto del fatto che ogni gruppo è diverso, ogni campagna è diversa, ogni stile di gioco personale è diverso, ovviamente.

Le mie campagne avevano eccome i loro momenti di approfondimento, di ruolo, di psicologia, eppure assomigliavano più a quelle di Critical Role che di Inn Tale. Poi bisognerebbe fare un sondaggio generale, ovviamente.

Credo che l'impostazione sia non casuale, ma voluta. Quelli di Inn Tale avevano un mondo interamente creato dal master, una storia misteriosa, personaggi con segreti da svelare, hanno fatto una scelta precisa. Non tutte le campagne sono così. Loro sono riusciti a far conoscere ed amare il GdR in italia a molti neofiti con una campagna che ha più "lore" e "dialogo" che combattimenti. Tanto di cappello!

Eppure, una piccola critica che faccio ad Inn Tale è proprio che la storia, anche se meravigliosa, va avanti davvero troppo lentamente...alla fine della seconda stagione, ne sappiamo ancora pochissimo. E' come se ci si specchiasse un po' sul fatto di essere bravi, essere profondi e tutto, ma poi deve succedere qualcosa! La storia deve andare avanti!

E questa è una differenza che noterete in tutti i media, e soprattutto nei film, tra gli usa e l'europa

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  • 2 settimane dopo...
Il 9/8/2019 alle 17:41, Burronix ha scritto:

 spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

https://www.youtube.com/watch?v=4Rc3Mj-sAJk

Non penso che esistano culture che opprimono l'intelligenza sociale quanto quella inglese: senza scomodare Napoli, appunto i francesi o praticamente tutte le culture indiane, non essere proattivo nel raccogliere quei fogli sarebbe stato offensivo per chiunque: per un cinese, un giapponese, un saudita, uno dell'America latina... ma non per un inglese. Anche ammesso che abbia fatto finta di niente (io non penso), la reazione di chiunque appartenente a qualsiasi altra cultura sarebbe stata comunque differente, ci sarebbe dovuto essere qualche secondo di elaborazione conscia prima di "inghiottire" l'offesa. "Ahahahahha, merci! Ahahahahah!"... assurdo. 

 

Per me è un "caso" storico derivante dall'assenza di un potere centrale molto forte in Inghilterra (esattamente il contrario di quello che è avvenuto in Francia sin dai Carolingi, o dal lascito ariano castale in India), dal fatto che sin dal basso medioevo gli inglesi già preadolescenti se ne andassero fuori di casa a fare apprendistato (esattamente il contrario della lunghissimo periodo coi genitori che io so esserci almeno adesso nelle famiglie ebraiche), forse altri fattori. 

Questo determina alcune cose, ad esempio in Inghilterra il limite per la definizione delle malattie mentali è molto più basso che altrove, ed evidentemente anche sulle dinamiche dei giochi di ruolo.

 

Io confermo senza senza aver mai visto ruolare un anglosassone (live o in video). 

  • Confuso 2
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Il 9/8/2019 alle 17:41, Burronix ha scritto:

Non so esattamente come porre questa domanda... ma vi siete mai accorti, o avete mai avuto la sensazione, che ci siano sostanziali differenze nel modo di giocare di ruolo che hanno in America (prendo come esempi Critical Role vs i ragazzi di Inn Tale) rispetto a quello che abbiamo in Italia?
Premesso che ogni tavolo ha un differente stile di gioco, ma a me sembra proprio che ci sia un modo di giocare diverso nei paesi anglosassoni, spesso troppo frettoloso e a tratti "superficiale".

Confermate o è solo una mia sensazione?

Non seguo molto lo streaming di partite, mi potresti spiegare queste differenze per favore?

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Il 1/1/2020 alle 14:46, The Dungeon Master ha scritto:

Non penso che esistano culture che opprimono l'intelligenza sociale quanto quella inglese: senza scomodare Napoli, appunto i francesi o praticamente tutte le culture indiane

Come mai per gli altri ragioni come popoli (indiani, francesi, inglesi) mentre specifichi Napoli invece di dire italiani?

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Il 1/1/2020 alle 14:46, The Dungeon Master ha scritto:

https://www.youtube.com/watch?v=4Rc3Mj-sAJk

Non penso che esistano culture che opprimono l'intelligenza sociale quanto quella inglese: senza scomodare Napoli, appunto i francesi o praticamente tutte le culture indiane, non essere proattivo nel raccogliere quei fogli sarebbe stato offensivo per chiunque: per un cinese, un giapponese, un saudita, uno dell'America latina... ma non per un inglese. Anche ammesso che abbia fatto finta di niente (io non penso), la reazione di chiunque appartenente a qualsiasi altra cultura sarebbe stata comunque differente, ci sarebbe dovuto essere qualche secondo di elaborazione conscia prima di "inghiottire" l'offesa. "Ahahahahha, merci! Ahahahahah!"... assurdo. 

 

Per me è un "caso" storico derivante dall'assenza di un potere centrale molto forte in Inghilterra (esattamente il contrario di quello che è avvenuto in Francia sin dai Carolingi, o dal lascito ariano castale in India), dal fatto che sin dal basso medioevo gli inglesi già preadolescenti se ne andassero fuori di casa a fare apprendistato (esattamente il contrario della lunghissimo periodo coi genitori che io so esserci almeno adesso nelle famiglie ebraiche), forse altri fattori. 

Questo determina alcune cose, ad esempio in Inghilterra il limite per la definizione delle malattie mentali è molto più basso che altrove, ed evidentemente anche sulle dinamiche dei giochi di ruolo.

 

Io confermo senza senza aver mai visto ruolare un anglosassone (live o in video). 

Eh

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1 ora fa, Grimorio ha scritto:

Non seguo molto lo streaming di partite, mi potresti spiegare queste differenze per favore?

Premetto che ho seguito poco di streaming (sia italiani che americani), ma da quel poco che ho visto (e letto sui forum), spesso quando i giocatori americani devono affrontare certe situazioni o affrontare tematiche tendono a bypassarle o risolverle alla buona. Esempi pratici al momento non me ne vengono in mente.

Ci tengo nuovamente a precisare che è stata una mia sensazione, non ho mai avuto l'occasione di partecipare o ad assistere dal vero ad una sessione americana, e proprio per questo chiedevo conferma da chi ne avesse avuto un'esperienza diretta. Gli streaming, come già detto da Pippo, fanno testo fino ad un certo punto dato che hanno esigenza di intrattenere spettatori.

Il 1/1/2020 alle 14:46, The Dungeon Master ha scritto:
Spoiler

 

Non penso che esistano culture che opprimono l'intelligenza sociale quanto quella inglese: senza scomodare Napoli, appunto i francesi o praticamente tutte le culture indiane, non essere proattivo nel raccogliere quei fogli sarebbe stato offensivo per chiunque: per un cinese, un giapponese, un saudita, uno dell'America latina... ma non per un inglese. Anche ammesso che abbia fatto finta di niente (io non penso), la reazione di chiunque appartenente a qualsiasi altra cultura sarebbe stata comunque differente, ci sarebbe dovuto essere qualche secondo di elaborazione conscia prima di "inghiottire" l'offesa. "Ahahahahha, merci! Ahahahahah!"... assurdo. 

 

Per me è un "caso" storico derivante dall'assenza di un potere centrale molto forte in Inghilterra (esattamente il contrario di quello che è avvenuto in Francia sin dai Carolingi, o dal lascito ariano castale in India), dal fatto che sin dal basso medioevo gli inglesi già preadolescenti se ne andassero fuori di casa a fare apprendistato (esattamente il contrario della lunghissimo periodo coi genitori che io so esserci almeno adesso nelle famiglie ebraiche), forse altri fattori. 

Questo determina alcune cose, ad esempio in Inghilterra il limite per la definizione delle malattie mentali è molto più basso che altrove, ed evidentemente anche sulle dinamiche dei giochi di ruolo.

 

 

Sicuramente l'aspetto storico e sociale è determinante, ma non mi volevo spingere così in là 😅.

Modificato da Burronix
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20 minuti fa, Burronix ha scritto:

Premetto che ho seguito poco di streaming (sia italiani che americani), ma da quel poco che ho visto (e letto sui forum), spesso quando i giocatori americani devono affrontare certe situazioni o affrontare tematiche tendono a bypassarle o risolverle alla buona. Esempi pratici al momento non me ne vengono in mente.

Ci tengo nuovamente a precisare che è stata una mia sensazione, non ho mai avuto l'occasione di partecipare o ad assistere dal vero ad una sessione americana, e proprio per questo chiedevo conferma da chi ne avesse avuto un'esperienza diretta. Gli streaming, come già detto da Pippo, fanno testo fino ad un certo punto dato che hanno esigenza di intrattenere spettatori.

Sicuramente l'aspetto storico e sociale è determinante, ma non mi volevo spingere così in là 😅.

Mah, personalmente ritengo che non si possa "ruolare duro" tutto il tempo, alla fine D&D è un gioco, non uno spettacolo teatrale di improvvisazione, l'interpretazione non può prendere il sopravvento sul buon senso e sul gioco di squadra.
Col mio gruppo abbiamo avuto questo problema proprio recentemente  perchè uno dei giocatori ruolando duro un paladino "alla Sturm" si cacciava in brutte situazioni e non riusciva a fare gioco di squadra con gli altri giocatori.

Per me ci deve essere il giusto equilibrio tra il "giocare a Hero Quest" e il "fare improvvisazione teatrale".

In ogni caso non penso sia una cosa anglosassone, Ed Greenwood stesso come Master pretendeva il rimanere nel personaggio fino alla fine

 

Modificato da Grimorio
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  • 1 mese dopo...

Non so se c'entra qualcosa... Uno YouTuber americano suggerisce di riutilizzare tutto. Gli stessi dungeon magari specchiati o leggermente modificati per presentarli come nuovi. Magari presentare un dungeon non usato (perché i PG lo hanno ignorato) da un'altra parte, riciclandolo. Stessa cosa coi PNG.

Praticamente, si fatica di meno e si gioca comunque. Un po' è rail roading. Ma non tutti hanno tempo per preparare cose sempre nuove

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3 ore fa, Pau_wolf ha scritto:

Non so se c'entra qualcosa... Uno YouTuber americano suggerisce di riutilizzare tutto. Gli stessi dungeon magari specchiati o leggermente modificati per presentarli come nuovi. Magari presentare un dungeon non usato (perché i PG lo hanno ignorato) da un'altra parte, riciclandolo. Stessa cosa coi PNG.

Praticamente, si fatica di meno e si gioca comunque. Un po' è rail roading. Ma non tutti hanno tempo per preparare cose sempre nuove

Ci avevo pensato anche io, e secondo me non è railroading...se i pg non lo sanno 😉

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In questo momento, Alonewolf87 ha scritto:

Si chiama illusionismo direi...

Semplicemente far decidere i pg cosa vogliono fare, alla fine loro son felici di prendere le loro decisioni, se andare a visitare la piramide del faraone nel deserto a sud del continente o il tumulo vichingo nella montagna a nord, poi sta al master risparmiarsi il lavoro e usare la stessa mappa indipendentemente da quale posto scelgano, ma si possono variare i mostri e le descrizioni, mummie in un caso, wight nell'altro e corridoi e stanze piene di geroglifici in un caso e rune nell'altro.

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4 minuti fa, Grimorio ha scritto:

Semplicemente far decidere i pg cosa vogliono fare, alla fine loro son felici di prendere le loro decisioni

Sì, ma qualunque decisione prendano è di fatto irrilevante perché resta sempre il GM a pilotare la sessione dove vuole lui/lei. Il tutto non è esplicito come avviene invece con il cosiddetto partecipazionismo, né probabilmente frustrante come con il railroading, ma la sostanza resta immutata.

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2 minuti fa, Checco ha scritto:

Sì, ma qualunque decisione prendano è di fatto irrilevante perché resta sempre il GM a pilotare la sessione dove vuole lui/lei. Il tutto non è esplicito come avviene invece con il cosiddetto partecipazionismo, né probabilmente frustrante come con il railroading, ma la sostanza resta immutata.

No dipende, perchè per esempio se quella sessione decidono di non andare nel dungeon che il DM ha preparato ma di rimanere in città a fare avventure urbane o esplorare il territorio, il DM può tenersi da parte il dungeon preparato per un'altra volta e usarlo anche 2-3 livelli dopo. 

Non capisco perchè un DM debba buttare al vento il suo lavoro se vuole avere una campagna partecipazionista.

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10 minuti fa, Checco ha scritto:

Sì, ma qualunque decisione prendano è di fatto irrilevante perché resta sempre il GM a pilotare la sessione dove vuole lui/lei. Il tutto non è esplicito come avviene invece con il cosiddetto partecipazionismo, né probabilmente frustrante come con il railroading, ma la sostanza resta immutata.

Sulla base di questa cosa se il DM prepara una qualsiasi dungeon o mappa o altro è railroading. Non mi pare plausibile. 

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Quello che descrivi è la definizione da manuale di illusionismo, che appunto è railroad occulto.
Il railroad di per sé non è un problema (anche se può diventarlo) ma il fatto che sia occulto sì, perché per definizione non ha il consenso dei giocatori e, oltre a essere un po' paternalista, potrebbe diventare fonte di problemi in caso fosse scoperto - e prima o poi lo sarà.

Se il GM prepara qualcosa nei dettagli ha solo due scelte giuste: o si assicura di usarlo (ad esempio a fine sessione chiede ai giocatori cosa faranno la sessione dopo e prepara quello, oppure si accorda con il gruppo per una campagna railroad) oppure accetta l'idea di buttare del materiale, o perlomeno di ricarrozzarlo in maniera significativa.

Anche perché oltretutto non so gli altri, ma quando io preparo la pianta di un dungeon lo faccio in modo che abbia senso per il contesto, gli abitanti e la storia, di modo che sarebbe molto difficile riproporla al volo per uno scopo diverso.

1 minuto fa, Lord Danarc ha scritto:

Sulla base di questa cosa se il DM prepara una qualsiasi dungeon o mappa o altro è railroading. Non mi pare plausibile. 

Su un livello molto micro, lo è.
Questo non vuol dire che sia un male.

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