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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II


Darakan

Messaggio consigliato

Agostino Romano

8 ore fa, TheUser ha scritto:

Io dico di correre dai due Americani e liberarli, saranno stati ingiustamente accusati come noi. Non li lascio qui a morire con questi pazzi e potrebbero sapere qualcosa su tutta questa storia. Qualcuno prenda le armi di questi squilibrati, le possiamo dare agli americani così magari ci aiuteranno nella fuga.

Non essere così frettoloso e fiducioso. Non possiamo andare in città e liberare due persone senza autorità e senza che l'intero villaggio si chieda cosa stiamo facendo. C'è il rischio che ce li troviamo tutti contro. E poi dare delle armi a degli sconosciuti mi sembra molto avventato.

Forse dovremmo solo avvisare qualcuno e andarcene.

Un lato positivo dell'essere un morto che cammina è prendere pallottole in testa senza sentire niente.

Mi metto una bandana in testa per coprire il foro di proiettile. Appena torniamo da Jonathan mi farò togliere il proiettile e rattoppare un po'.

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Marco pavone "la Colomba"

Avvisare qualcuno porterebbe solo a dei guai. Cazz.o, sapevo che sarebbe andato tutto a puttane. Mi avvicino a Dorotea e Agostino, mettendogli le mani sulle spalle dopo aver rinfoderato le pistole. State bene, vero? Non vorrei mai aveste dei danni permanenti... O che io li abbia successivamente. Do una lunga occhiata ai due, osservando magari cambiamenti evidenti nel loro fisico. Non sono un dottore, ma la ricerca empirica non mi è nuova. Controllare i segni di entrata nei proiettili, osservare le loro capacità motorie e cognitive potrebbe essere un passo giusto. Sincerato delle loro condizioni, mi giro verso Domenico. Liberare due sconosciuti e dargli delle armi è una mossa stupida secondo me, ma liberarli e usarli come diversivo potrebbe invece non essere una cattiva idea. Ricordate poi le parole del prete? Quel darci in pasto a "lei"'? Sono fermamente convinto che questa lei sia all'origine delle stranezze di questo posto, e sono anche sicuro che potremmo ottenere informazioni preziosissime se rimanessimo qui ancora qualche ora. Per cui, direi di causare una "caccia all'americano" nei cittadini, mentre noi troviamo un buco dove infilarci e vediamo come si sviluppano le cose. In un modo o in un altro, comunque per uscire da questa città dovremmo affrontare l'intera popolazione. Magari così, nel non peggiore dei casi, guadagniamo un po' di tempo. Nel peggiore si muore tutti, e pure definitivamente. Che dite quindi?

cm@

Spoiler

Sto attento alle cose che ho detto nelle frasi del pensiero. Vorrei osservare attentamente se ci sono segni di malfunzionamenti, come arti che non rispondo, palpebre che sbattono, capacità di linguaggio. Vorrei concentrarmi soprattutto su Agostino, perché colpito in testa. Chiariamo che non ho conoscenze mediche, ma il mio personaggio è istruito e la ricerca empirica storica nei metodi non è dissimile da quella medica, quindi voglio fare supposizioni anche se non sicure, in modo da dirle poi a Jonhatan. Sono sicuro di non poter fare diagnosi quindi, le mie sono solo analisi preliminari e amatoriali, ma con metodo comunque valido. 

 

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Domenico Facchini

Usarli come esche? Se sono qui in italia erano soldati di certo, non sono nati mica ieri... non credo che ci cascherebbero mai, non ne vedo l'utilità e va contro i miei principi. Di sicuro non mando a morire potenziali alleati. Facevi così quando eri un partigiano? Sacrificavi gli altri per salvare il tuo culo? Ve bene prendere le decisioni con freddezza ma credo sia troppo. Andiamo da loro senza perdere altro tempo e parliamoci, cosa fare ci sarà chiaro quando capiamo chi sono e come sono finiti qui. Sono stati qui abbastanza molto più a lungo di noi, magari sanno qualcosa sugli Esterni che noi non sappiamo.

Visto che stiamo ancora dialogando dopo aver preso il foglio appesso al muro inizio anche ad aprire i cassetti della scrivania del prete in cerca di diari, documenti o annotazioni che potrebbero collegarlo agli esterni. Metto in tasca tutto quello che potrebbe essere interessante il più in fretta possibile.

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Le ferite di Agostino e Dorotea vengono coperte con delle bende ricavate dai brandelli di tende.
Non è stato facile “medicare” la donna poiché quest’ultima è molto agita.
E’ nella testa! E’ nella testa! Ho un fott.uto proiettile dentro il cervello!
Cristina cerca di calmarla.
Dorotea e Agostino sono doloranti e lenti nei movimenti ma non sembrano aver subito danni al sistema nervoso o ai nervi.
Giovanni intanto si è avvicinato a uno dei cadaveri: bastardi! Che piano del caz.zo che avevate! Spararci… così! Di punto in bianco! Bastardi, bastardi… e idioti!
Lo colpisce con un calcio in pieno volto.
Il morto apre gli occhi e gli addenta una gamba.
Giovanni sussulta, perde l’equilibrio e cade. I suoi compagni corrono subito ad aiutarlo, compreso Laerte.
Quest’ultimo, mentre cercava di separare Giovanni dal cadavere, viene morso a una mano.
L’uomo impreca mentre inizia a perdere sangue.
Alla fine Giovanni riesce a liberarsi dal morto che ora è trattenuto da Adriano.

Pidocchio intanto è andato a prendere la pagina esposta sul muro.
Rompe il vetro gettandolo contro lo spigolo della scrivania del prete, afferra la pagina e se la infila nella tasca.
Giovanni guarda il ragazzino e commenta: ben fatto! Poi si avvicina a un armadio e cerca di aprirlo.

Cristina intanto si è allontanata da Dorotea per prestare soccorso a un iroso Laerte.
Mentre fascia del suo compagno, la donna intravede un mazzo di chiavi alla vita del cadavere del prete. Giovanni le prendere e usa una di quelle chiavi per aprire l’armadio.
Spalanca le ante e dopo un paio di secondi inizia a ridere. Dentro il mobile si trova un bazooka e un fucile di precisione. Entrambe le armi hanno il simbolo dei marine.

In questo momento sentite qualcuno in un corridoio che corre verso una delle due porte della sacrestia. Pidocchio chiude a chiave giusto in tempo.
Sentite delle urla rabbiose oltre quella porta. Ci sono diversi uomini che tentano di sfondarla.

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Domenico Facchini

Ricarico il fucile a pompa e mi piazzo avanti la porta a fucile spianato. Se riescono a sfondarla faccio fuoco.

Nel mentre commento sarcastico il ritrovamento delle armi Non so voi ma questi due Americani mi stanno già simpatici... e non credo si lamenteranno se prendiamo in "prestito" la loro roba. Abbiamo vie di fuga? Che si fa Marco?

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Marco Pavone "la Colomba"

Dannazione. Perché le cose non vanno mai come dovrebbero? Argh! Rovesciate tutti i mobili e usateli come copertura. Domenico, prendi l'esplosivo, e passa il fucile a qualcun'altro. Pidocchio, dammi le chiavi. Appena sentirò che stanno per sfondare la porta, io la aprirò e poi apriremo tutti il fuoco insieme. cercate di ripararvi più che potete con quello che trovate. Se esco vivo da qui giuro che vado a farmi prete. Ok magari prete no, ma inizierò a pensare davvero a qualche entità superiore. 

dm@

Spoiler

Non so se da regole quello che penso si può fare, comunque vorrei accostarmi alla porta, e appena sento che uno con uno slancio o qualcosa potrebbe sfondare la porta, vorrei aprirla per sfruttare lo slancio del tipo o dei tipi che la sfondano per coglierli di sorpresa (del tipo che si aspettano di impattare sulla porta, non la sentano e pensino "WTF??"). Sennò, si apre e si fa fuoco tutti. Io uso le pistole, non ho la scheda sotto mano e non so quando posso vederlo, comunque il bonus è lo stesso dell'ultimo post in cui le uso. 

 

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Seguite le istruzioni di Marco.
Quest’ultimo ascolta attentamente i suoni oltre la porta e, quando sente arrivare delle persone, la spalanca. Nel corridoio oltre la vostra stanza potete vedere un manipolo di uomini con dei fucili tra le mani. Alcuni di loro erano partiti alla carica per sfondare la porta.
Accade tutto molto in fretta.
Nessun uomo che si era slanciato contro la porta perde l’equilibrio ma non fanno in tempo ad afferrare le armi da fuoco. Coloro che si trovano dietro di loro però aprono il fuoco ma mirano troppo in alto (per evitare di colpirsi tra loro) e le loro pallottole aprono solo dei buchi sul soffitto e sulle pareti della vostra stanza.
Voi intanto avete risposto al fuoco.
Non avete idea se avete ucciso o no delle persone ma il dardo scoccato da Agostino entra nella gola di un uomo (lo avete visto bene).
Gli uomini sul corridoio però sono superiori a voi… per questo motivo Dorotea colpisce la porta con una spallata e la richiude violentemente.
Sentite delle urla provenire dal corridoio e capite che gli uomini hanno paura del cavare (o dei cadaveri) che è con loro.

Che facciamo? Ringhia Adriano a denti stretti.
Non possiamo stare qui! Commenta Cristina mentre trema.
Giovanni dice: ditegli che il prete non è morto ma è nostro ostaggio.
Laerte però boccia la sua idea: non è una soluzione.
Pidocchio in questo momento scopre la presenza di una botola sotto il grande tavolo. E’ aperta.
Possiamo scappare da qui! Dice il ragazzo.
E Dorotea risponde: non sappiamo neanche dove porta. Non sappiamo neanche se è l’uscita.
Giovanni continua: si… c’è il rischio di finire dalla padella alla brace.
Un colpo di fucile apre un buco nella porta e le schegge di legno investono alcuni di voi.
Laerte commenta a Giovanni: in questa situazione ti sembra di stare nella padella? Io dico di entrare nella botola.
Io dico di restare qui e sparare, il corridoio e stretto e quei bastardi devono pensare sia a noi che ai loro morti.

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La botola è pesante e avete quindi l’impressione che è bloccata.
Giovanni carica un colpo nella sua pistola e la punta contro il pavimento. Learte e Adriano però urlano e fanno cambiare idea a Rei.
Con una buona dose di forza riuscite ad aprire la botola.
Oltre si trova una scala di pioli di metallo che sprofonda verso l’oscurità.
Pidocchio scende per primo poiché è il più piccolo e magro di tutti.

In fretta scendete tutti quanti, l’ultimo di voi richiude la botola.
E’ buio dentro ma Laerte ha un accendino. Lo usa per far luce.
Scendete completamente le scale. Vi trovate in un corridoio fatto di pietra. E’ umido e fa molto freddo. Alcune piccole nicchie nel muro ospitano delle candele semi consumate che usate per far luce. Per prendere dovete infilare le mani in quelle nicchie, che sono piene di ragni e ragnatele.
Che posto è questo? Chiede Cristina.
Dovremo trovarci in una chiesa antica! Risponde Laerte.
Chiesa antica?! Commenta Adriano.
Bhè… è la prima cosa che mi è saltata in mente.

Sopra di voi intanto, nella sacrestia, gli uomini armati hanno fatto irruzione. Li sentite parlare tra loro e camminare frettolosamente nella stanza.
Tutti quei rumori sono un buon incentivo per farvi andare avanti.
Il corridoio è così basso e stretto che dovete proseguire in fila indiana e con la schiena curvata in avante. Mentre camminate, Dorotea è pervasa da un brivido.
Ha sentito qualcosa “camminargli” sul fondoschiena.
Si volta di scatto e quello che vede è Giovanni con un espressione molto imbarazzata sul volto.
Dorotea lo fissa in cagnesco.
E’ buio qui sotto, cerca di giustificarsi Giovanni.
Sei un cogli.one! Sussurra lei.

Il corridoio termina con una porta di legno e sbarre di metallo.
Sembra di esser tornati nel medioevo! E’ il commento di pidocchio.
Laerte già fruga tra le sue tasche i grimaldelli ma scoprire in pochi secondi che quella porta è aperta.

Entrate così in una stanza davvero orrenda.
Al centro c’è un tavolo di legno massiccio la cui superfice è attraversata da profondi tagli. L’intero tavolo è sporco da sangue coagulato. Alle sue quattro estremità ci sono delle manette e pesanti catene. A un lato si trova una piccola manovella per regolare la lunghezza di quelle catene.
Ai lati della stanza ci sono tavoli e mobili pieni di coltelli insanguinati e arrugginiti. Ci sono anche uncini, divaricatori, seghe, martelli e bisturi.
Su un tavolo c’è un grande barattolo con un’etichetta con su scritto “Etere”. E’ vuota.

Dal soffitto pendono catene che terminano con uncini e manette.
Su un angolo della parete ci sono un altro paio di manette e sul pavimento c’è uno scolo simile a quello di un lavandino. Le macchie di sangue sono particolarmente concentrate attorno a quello scolo. Formano una scia bruna e dall’alone rossastro.

Le ante di un armadio sono chiuse con una catena e un lucchetto.
Su una parete si trovano altre due porte di legno.

 

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Domenico Facchini

Come ordinato da Marco prendo il lanciarazzi prima di scendere nella botola. Una volta sotto con calma me lo sistemo bene alla schiena in modo che non mi dia fastidio e avanzo con gli altri.

Una volta nella stanza estraggo la spada Il prete ha detto che sfamava una creatura con i prigionieri. Credo che in questa stanza si compiano i sacrifici in questione. Inizio a temere che ci possa essere un diabolicus o simili da queste parti. Si spiegherebbe perché i morti stanno lontani da questo villaggio. Solo una creatura innaturale può fare una cosa simile. Teniamo gli occhi aperti.

Ti aiuto con l'armadio, qualcuno si occupi di controllare le porte.

Mi avvicino all'armadio e busso un paio di volte, se c'è un morto magari si muove o fa qualcosa. Poi controllo se ha la serratura e che tipo, se è a scatto potrebbe nascondere qualche trappola. Se non ha serratura lo apro direttamente.

 

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Marco Pavone "la Colomba"

2 ore fa, TheUser ha scritto:

Credo che in questa stanza si compiano i sacrifici in questione

No, non si fanno sacrifici qui. Un sacrificio richiederebbe un altare, ritualità, "spettacolo". Questo invece è il classico posto in cui mi aspetterei di trovare gli appunti di un inquisitore. Qui interrogano persone e sezionano cadaveri. Il sacrificio vero sarà fatto o nella chiesa sopra di noi, o magari in un locale fatto a posta più avanti. 

2 ore fa, TheUser ha scritto:

Inizio a temere che ci possa essere un diabolicus o simili da queste parti. Si spiegherebbe perché i morti stanno lontani da questo villaggio. Solo una creatura innaturale può fare una cosa simile. Teniamo gli occhi aperti.

Diabolicus? E cosa sarebbe? Pensi sia collegato a questo Modus Operandi?

Aspetto risposta, poi approvo le azioni di Domenico e Agostino. Va bene, voi occupatevi dell'armadio. Noi altri, apriamo le porte e vediamo che cosa troviamo oltre. Appena avranno finito con l'armadio vedremo quale strada sarebbe meglio percorrere. 

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Laerte si guarda attorno e commenta la frase di Agostino: torture?... di sicuro questo è un luogo di dolore ma non credo che la tortura era lo scopo finale dei disgraziati che mettevano su quel tavolo. L’uomo quindi dà ragione a Marco.
Cristina socchiude gli occhi e rivolge a Laerte: tu ne sai molto sulla tortura eh?
L’uomo non dà peso alle sue parole, del resto i fascisti (e lui ne era membro) uccisero il marito della donna torturandolo con l’olio di ricino.
Laerte continua: insomma… guardate bene il tavolo, gli strumenti, le macchie di sangue… secondo me questo posto serviva per fare esperimenti o per estrarre organi.
Giovanni interviene (forse perché si sente oscurato dalla conoscenza sfoggiata da Laerte): o forse questa è solo la stanza di un sadico che si divertiva a far male alle persone.
Può darsi… risponde Laerte mentre continua a guardarsi attorno ...o forse ha ragione Domenico.
Adriano commenta: bhè… io spero tanto che Domenico si sbagli.

Riuscite ad aprire le ante dell’armadio sfondandole. Fate anche un pò di rumore.
Shhhh… fa Dorotea.
All’interno del mobile ci sono dei fascicoli con delle foto.
Sono le foto di cinque donne e sui fogli ci sono i loro nomi. Quattro nomi sono stati barrati con una penna rossa, il quinto invece è stato cerchiato più e più volte e affianco è stato disegnato un grande punto esclamativo. La donna si chiama Samanta.
Riconoscete i loro nomi, sono le donne morte e seppellite di recente nel colle vicino a questo paesino.

Gli altri fogli invece riportano dei macabri (seppur ben accurati) disegni.
Ritraggono dei corpi morti che vengono cuciti insieme o uniti in altri modi. L’accuratezza anatomica nei dettagli rende tutto molto inquietante.
In un’ultima immagine è stata disegnata Samanta senza gambe ma al loro posto una massa informe di carne ottenuta con i cadaveri di molte persone.
Infine, in un allegato, c’è una foto di una pagina di un vecchio libro scritto in ebraico antico.

Pidocchio intanto risponde alla domanda di Marco: una volta un mio amico lesse un libricino nero e bandito dalla chiesa in cui un dottore era riuscito a catalogare i morti. Il diabolicus è un vero e proprio mostro in terra… un po' come voi (indica chi di voi è morto) ma con i poteri del diavolo.
Dorotea, Andriano e Cristina fissano attoniti il ragazzino.
Quest’ultimo si rende conto che ha appena dato del “mostro” a tutti i suoi compagni morti. Abbassa la testa e chiede scusa.

Nell’armadio che avete forzato ci sono delle tavole (contro il muro) che è possibile rimuovere.
Una porticina di metallo arrugginita si trova dietro quel legno.
Sentite ora le urla degli uomini che vi cercano. Sono nei corridoi attorno alla vostra stanza.
Dorotea si porta l’indice di fronte alla bocca.
Giovanni però ignora il suo comando di tacere e sussurra: non pensate di entrare nella porticina, spegniamo le candele stiamo zitti.
Laerte però interviene: eh dovremmo restare qui per sempre?
Volete chiudere il becco? Sussurra Dorotea.

 

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Marco Pavone "la Colomba" 

11 ore fa, darteo ha scritto:

Pidocchio intanto risponde alla domanda di Marco: una volta un mio amico lesse un libricino nero e bandito dalla chiesa in cui un dottore era riuscito a catalogare i morti. Il diabolicus è un vero e proprio mostro in terra… un po' come voi (indica chi di voi è morto) ma con i poteri del diavolo.
Dorotea, Andriano e Cristina fissano attoniti il ragazzino.
Quest’ultimo si rende conto che ha appena dato del “mostro” a tutti i suoi compagni morti. Abbassa la testa e chiede scusa.

Non ti preoccupare, Pidocchio. Non mi sono offeso. Però potevi anche evitare di chiamarmi mostro davanti a tutti gli altri. Questo minerà la mia autorità davanti a loro, magari perderanno pure fiducia. Razza di idiota. 

2 ore fa, TheUser ha scritto:

Domenico Facchini

Cercando di non fare troppo rumore Forzo la porta nascosta nell'armadio e spada alla mano faccio strada non appena qualcuno mi illumina la via.

Ottima idea. Meglio filarcela. Faccio cenno a Domenico di andare avanti, tirando fuori le pistole e mirando verso l'entrata, pronto a vendere cara la pelle nel peggiore dei casi. 

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Aprite la porta e la superate.
Vi ritrovate in un altro corridoio buio, umido e stretto. C’è un tanfo terribile e l’aria è consumata.
Cristina sobbalza di colpo, dicendo che ha sento qualcosa camminargli su un piede.
Abbassate verso il pavimento le candele e vedete che l’intera area pullula di topi. Sono grassi e marroni, alzano la testa e fiutano l’aria, incuriositi e per nulla spaventati dalla vostra presenza.
Dorotea impallidisce (nonostante sia morta) di fronte a quella scena, si irrigidisce e stringe forte i denti… specialmente quando vede un gruppo di topi mangiare una mano mozzata che ancora si muove.
Ma è Laerte ad avere una reazione peggiore… smette di ragionare.
La sua mente lucida e cinica lo abbandona. Si volta per cercare di tornare indietro e poi sviene.
Viene raccolto da Giovanni.
Pidocchio intanto si era sposto per aiutarlo ma scivola su qualcosa di viscido e cade a terra.
Non si è fatto (tanto) male ma quando si controlla le mani scopre che sono sporche di sangue. L’intero corridoio è sporco di sangue che l’umidità ha conservato in uno stato di “semi coagulazione”.
Larve di mosca ondeggiano in ogni punto.

Uscite in fretta da questo corridoio.
Ci sono delle scale che portano in basso, le percorrete per poi aprire una porta ed entrare in un’altra stanza.
Non vi sono finestre o altre porte… ed è così buio che non riuscite a controllare l’intera area.
Dovete infatti pesare a Dorotea e a Laerte.
La donna viene rassicurata da Cristina mentre appoggiate l’uomo svenuto su una panca.
Adriano gli percuote leggermente le spalle ma senza risultato.
Giovanni scansa il suo compagno per poi colpire Laerte con un possente schiaffo. Quest’ultimo si riprende subito. Rei non riesce a trattenere un’espressione compiaciuta per aver schiaffeggiato un ex fascista.
Laerte fissa Giovanni e, respirando affannosamente, dice: odio i topi.

Dorotea intanto si riprende… per poi sussultare di nuovo e indicare qualcosa alle vostre spalle.
Alzate le candele in quella direzione e scoprite di trovarvi di fronte a una cella grande almeno la metà della stanza. Oltre le sbarre Samanta vi sta fissando.
E’ nascosta quasi del tutto dall’oscurità. Veste abiti logori, è sporca e ha i capelli rovinati e scompigliati. Non riuscite a comprendere cosa le passa per la mente… il suo sguardo è enigmatico e indecifrabile.
Dietro di lei, occultata dalle tenebre, c’è una massa informe di materia che non riuscite a distinguere.

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Domenico Facchini 

Parlo con Samanta cercando di mantenere la calma Sappiamo cosa ti hanno fatto ed è una vera tragedia, abbiamo visto alcuni documenti. Vogliono ucciderci e siamo finiti qui cercando di sfuggire a morte certa. Non ti siamo ostili, anzi possiamo aiutarci a vicenda. Riesci a capirmi? 

Uso mercanteggiare e persuasione entrambe a 7

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