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Una luce all'orizzonte Symbaroum TDG


lady Elyza

Messaggio consigliato

Hubert

Il signor Gario, un po' infastidito, fa strada al gruppo, ma Hubert se la prende comoda. Pare più assorto del solito, non si è mai mostrato così prima d'ora. Quindi rimane in coda al gruppo mentre seguono Gario.

In verità non ha nemmeno questo gran appetito... Strizza gli occhi e si stiracchia, curvando la schiena all'indietro con le braccia tese all'indietro. Anche la testa viene diligentemente piegata all'indietro, ma per poco: lo zaino, seppur leggero, stava per sbilanciarlo.

Vede il soffitto - anonimo, proprio come quella faccia...

Si ricompone: ora assume una posa da gentiluomo.

Signor Gario, l'appendiabiti?

Gario risponde in modo decisamente conciso con quella sua voce poco piacevole

Per di qua.

Il pover uomo ci stava per arrivare, sembra.

Però dai, non è neanche la peggiore che mi sia capitato di ascoltare...

Hubert lascia il pesante mantello, la stola e il cappello sull'appendiabiti, e a terra lo zaino, la balestra e la faretra. Canticchia brevemente qualcosa, a labbra chiuse. Dettagli prima nascosti emergono una volta tolto il mantello: innanzitutto dietro di sé sulla cintura si vede un pugnale nel suo fodero. Poi la giacca di cuoio indurito... Il cuoio appare particolarmente scuro, come la più scura delle varietà di terreno... Assomiglia a un gilet nella forma, ed è anche piuttosto stretta, su misura del suo corpo: infatti il maglione di morbida lana che porta risulta leggermente schiacciato da questa giacchetta. Questa presenta otto parti di cuoio indurito sul davanti e tre sulla schiena. Delle otto frontali, le sei sull'addome, disposte secondo uno schema insolito e ben riuscito, sono un po' più sottili e flessibili. I tagli di questi pezzi sono sinuosi, per garantire massima libertà ai movimenti, e i due sulla parte alta della schiena, oltre a essere cuciti sui bordi, presentano due rivetti metallici ciascuno, per un fissaggio più fermo. La base è in cuoio morbido e poco lucido, di un marrone leggermente più caldo rispetto a quello del cuoio indurito. Una decina di bottoncini neri si dispongono lungo la linea dell'apertura fino a poco prima dello scollo. Qui, più distanziato, si trova un piccolo e tondo bottoncino nero, piatto e spiccatamente opaco. È un capo abbastanza ricercato, ma offre una protezione piuttosto limitata.

Anche il maglione, di un colore che ricorda il caramello ma che è un po' più spento, è a modo suo stretto.

Hubert si toglie frettolosamente dal lato della coscia destra un pezzo di pelliccia, che era legato alla cintola con due lacci scuri, e lo appoggia sullo zaino. Il colore è lo stesso della stola, ma lo spessore è maggiore. Si trovava esattamente al disotto della balestra: probabilmente lo portava per attutire gli urti tra balestra e coscia.

Tolto questo pezzo di pelliccia, subito al di sotto della cintura si può notare che la rigida base del gancio della balestra non solo è larga quanto un pugno, ma scende di una decina di centimetri al disotto della cintura.

Alla fine la figura di Hubert è stravolta: prima sembrava un po' goffo, avvolto nel mantello e carico di cose, adesso sembra molto più agile.

 

Tolti anche i bracciali si affretta verso la sala da pranzo e prende posto. È di nuovo sorridente, ma sembra comportarsi in maniera più modesta e parla poco. Poi il sindaco e i suoi due sottoposti entrano in sala: è inizialmente colpito da quelle figure così peculiari, ma ci si abitua nel giro di pochi secondi. Dopodiché si unisce al brindisi proposto da Kallio, ma non ne sembra particolarmente coinvolto.

Guarda con un po' di meraviglia i goblin che si susseguono per servire il pranzo ai commensali. Ringrazia a bassa voce e sorridendo quando viene servito da qualcuno di questi.

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i goblin apparecchiano la tavola con velocità disarmante sotto l'attento sguardo del sindaco mentre l'agente di commercio, seduto a fianco di Kallio sembra quasi un gattino che fa le fusa, pendendo letteralmente dalle labbra del nobile e commentando ogni sua parola con borbottii del tipo "certamente, avete assolutamente ragione" e così via discorrendo, cosa che dimostra il suo essere una zecca per chi ha più di 100 thalleri in borsa.

il sindaco invece ascolta in silenzio il brindisi del nobile mentre si sistema gli eccentrici baffi arricciati, solo ora, dopo aver visto il suo viso potete notare la sua megalomania che risiede anche in questa stanza, nei piccoli dettagli. molti dei quadri sono suoi ritratti o dei paesaggi in cui un uomo molto simile a lui è dipinto in lontananza, una delle sculture di legno lo rappresenta proprio nella sua attuale posa, seduto con il suo bastone mentre si sistema i baffi, evidentemente una cosa che fa spesso.

Jergai ascolta il brindisi e porta il calice alla bocca soffermandosi un attimo sul profumo del vino per poi posare il bicchiere senza bere, sul suo volto si disegna un sorriso che sa di falsità lieto di avervi qui e per quel che riguarda l'accoglienza mi sembrava il minimo... tuttavia.... non capisco perchè lei, signor Kallio, voglia parlare di affari... a quanto i miei agenti hanno scoperto sul vostro conto lei è qui per fare da garante per vostro padre sugli affari del signor Markov... ma non mi risulta che attualmente sia lei a finanziare la spedizione, sbaglio? gli affari che vi attendono a Forte Cardo e quale sia il vostro ruolo nell'economia di quel luogo non mi interessa. qui siamo a casa mia e mi piacerebbe parlare di affari solo con chi DAVVERO tira fuori i soldi dal borsello, non so se mi spiego... ovviamente, senza offesa...

la lingua affilata e venefica del sindaco lascia tutti attoniti tranne il torreggiante orco che non sembra aver nemmeno seguito il discorso, i barbari di guardia che rimangono impassibili ed il goblin al tavolo che è invece intento a compilare alcune annotazioni su un libro mentre l'agente di commercio sembra quasi scandalizzato, la sua espressione è esageratamente sorpresa e da come si muove sembra quasi abbia avuto un infarto sul posto, cosa che lo rende ancor più ridicolo. persino Danteo, che non è mai sembrato essere molto amichevole nei confronti di Kallio sembra risentire delle parole del sindaco.

tuttavia Markov, lesto nel trasformare il suo viso sorpreso in un sorriso affabile tenta di calmare gli animi. signor sindaco, il padre di Kallio è da sempre un mio strettissimo socio e grande amico, non vorrei dover dire a quest'ultimo che avete mancato di rispetto a suo figlio... tuttavia mi sembra ci sia anche poco da parlare d'affari, se i contratti sono pronti li firmerò oggi stesso, abbiamo intenzione di partire domattina, signor sindaco. 

un gioco quello dei due uomini d'affari fatto di minacce velate e parole velenose in cui però Armand Markov sembrava aver avuto la meglio, riuscendo a calmare i toni del sindaco.

jergai riprende solo dopo aver bevuto il suo vino tutto d'un fiato mentre i goblin portano finalmente in tavola una serie di piatti dove delle fette di carne di cervo tagliate sottili navigano in un mare di zuppa alle verdure, un odore forte di spezie riempie la sala.

si, signor Markov, i contratti sono pronti e Kaahrnaar è appositamente qui per controllare i termini dice Jergai indicando in direzione del goblin seduto a fianco a lui. tuttavia volevo in primis offrirvi quello che sarà l'ultimo pasto decente che vedrete per un pò e parlarvi di una questione piuttosto delicata riguardante il vostro viaggio... sa... quell'asso nella manica di cui le avevo parlato caro Armand... se ne ricorda? il sindaco sembra poi perdersi guardando il suo piatto e con un sospiro di sollievo osserva la tavola imbandita... in un istante il suo sguardo si incupisce e si volta verso l'ultimo dei goblin camerieri che stavano per uscire dalla sala.

ehi tu! all'agente Gario manca la forchetta! non vi avevo detto di eseguire un servizio perfetto stavolta? il goblin non fa tempo a rispondere, forse nemmeno avrebbe dovuto farlo. il sindaco scatta in piedi e fa un passo di lato per togliersi dal profilo del tavolo, un rumore scattante e secco sembra provenire dal suo bastone che si divide in due, da una parte l'asta in legno, dall'altra il pomello dorato che sotto di sè presenta una piccola catenella fatta di sfere metalliche, probabilmente di acciaio. il sindaco, rapido come un fulmine fa saettare la catena sulla schiena del goblin come fosse una frusta rimproverandolo e gridandogli di tornare in cucina mentre quest'ultimo si piega a terra dal dolore rialzandosi poco dopo e zoppicando via oltre la porta mentre il sindaco si rimette a sedere ritrovando di nuovo quel falso sorriso.

nessuno dei servitori del sindaco ha mosso un dito, ne gli altri camerieri ne le guardie, solo Gario si è tappato le orecchie e voltato dall'altra parte per la durata della scena, la cosa più inquietante invece è che il goblin seduto a tavola, l'esattore del sindaco, sghignazzava maligno sull'accaduto.

è questa la corruzione nelle corti ambriane? il prezzo della loro occupazione? del loro "progresso"? tanto forte è il razzismo da portare persino i membri della stessa razza gli uni contro gli altri?

 

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Rolf Bjornson

Seduto a tavola ammiro l'opulenza della sala e del proprietario. Sia l'agente, per quanto buffamente, che il sindaco, in maniera più ricercata, indossano monili ed abiti dai materiali e fogge pregevoli e costose. Guardandosi meglio attorno nota poi la megalomania che contraddistingue Jergai, tutte le statue ma anche i quadri raffigurano lui. Intuizione confermata poi dalla banda di goblin servitori che in maniera tanto frenetica quanto servizievole e silenziosa iniziando ad imbandire la tavola. Sicuramente quel posto potrebbe superare in maestosità molte delle dimore dei Capi delle tribù barbare, ma ciò che gli manca è la dignità ed il riconoscimento. Jergai mostra solo ricchezza ed il potere che ne deriva, i soldi sono il suo unico scopo ed interesse, tutto gira intorno ad essi ed infatti il suo discorso per pungere Kallio va a vertere proprio su quello. Anche la squadriglia di servitori goblin che freneticamente e silenziosamente imbandiscono servilmente la tavola vuole essere una dimostrazione di ciò che la sua ricchezza gli può permettere. Notai come l'uomo avrebbe potuto benissimo permettersi dei servitori umani, probabilmente l'aver scelto i goblin è un segno della sua forte tirchieria, pensai. Anche il modo in cui ha trattato quel goblin era davvero crudele e denotava il suo sfrenato senso di superiorità ed il potere che aveva su tutti a Jergai.

Avevo girato abbastanza la Korinthia da sapere che non tutte le corti ambriane erano così, ma molti aspetti di tutto questo apparivano in maniera più o meno accentuata ovunque. Il disgusto che provavo in quel momento mi rendeva al contempo fiero di essere barbaro e delle nostre tradizioni e cultura ma al contempo preoccupato della dominazione ambriana e della sua inevitabile avanzata anche nel Davokar.

Cercai di mantenere un atteggiamento impassibile ed indifferente per quanto mio. possibile

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Nei

In effetti, ora che riesce a notare meglio il sindaco, può vedere come il suo volto e la sua immagine sia presente in tanti particolari all'interno della stanza. Gli occhi della changeling spaziano prima sulla statua, poi sui quadri, quasi cerca di notare se c'è qualche differenza tra questi e il sindaco in carne ed ossa. Sono momenti di tranquillità passeggera, data la risposta di Jergai alle parole di Kallio che portano Nei ad osservare quest'ultimo per qualche istante, prima di passare su Markov che sembra prendere parola.

...

Non si pronuncia particolarmente, d'altronde non li reputa affari suoi, essendo il suo unico obiettivo quello di raggiungere Forte Cardo. L'espressione della ragazza sembra iniziare a spegnersi, almeno fino a quando non nota un piatto con carne di cervo e zuppa di verdure speziata che compare proprio davanti a lei. Cercherebbe di assaggiarne un pezzo per farsi deliziare il palato, lasciando la parola agli uomini d'affari.

A parte le fredde parole scambiate tra Jergai e Markov, tutto sembra aver raggiunto un'ottima armonia per Nei. Una bevuta offerta da Kallio, un pranzo offerto dal sindaco, la possibilità di raggiungere Forte Cardo, beh non ha alcun motivo per lamentarsi.. Pensieri che vagano nella sua testa, insieme a tanti altri, alcuni più bizzarri e altri più logici, interrotti dall'urlo del sindaco e dal suono del meccanismo del proprio bastone che ben presto andrebbe a colpire e far cadere a terra il goblin che ha mancato nel proprio servizio.

Il boccone viene ingoiato lentamente e il suono di quella frustata rimbomba nella sua testa, come se l'immagine si ripetesse a loop, la sghignazzata del goblin è il successivo campanello di allarme che la portano ad osservare la piccola creatura con una certa insistenza. Gli occhi aperti, fissi sulla piccola creatura, con un volto inespressivo.

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Rolf Bjornson

Volgendo lo sguardo altrove sia per  dalla scena sia per interessarsi al cibo, poiché la fame non mi era certo passata, nonostante la scena, i miei occhi caddero su Nei. Seduta dall'altro lato del tavolo una fila più in giù della mia, aveva uno sguardo stranamente inespressivo e fissava con insistenza la scena.

Nonostante il buon senso mi dicesse che non erano affari miei, non potevo non preoccuparmi almeno un poco, umanamente parlando. "Ptsss Nei." le sibilai una volta a bassa voce e poi altre sempre più forte fino a quando non fosse rinsavita,ma senza mai alzare la voce eccessivamente e rischiare di essere notato da Jergai e gli altri vicini al capotavola.

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Alorin Thram

Provo a farmi interessare le chiacchiere di Gario, ma non mi riesce effettivamente troppo bene. 

Per l'amor di te stesso, Gario, come fai a renderti così oscenamente ridicolo?!

<<Forse dovrei imparare...>> dico borbottando con il bicchiere davanti alla bocca. 

È solo in quel momento che sento Rolfe, distogliendo un attimo l'attenzione e volgendomi verso Nei.

Se persino il barbaro borbotta alla ragazza, il motivo sarà preoccupante...magari finirà quest'atmosfera tediosa. 

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Hubert

Ma porca vacca, se non ti sta bene quel goblin prendine uno più intelligente, signor taccagno schifoso... Tra l'altro sicuro di aver colpito quello che ha sbagliato? E che razza di sadico m*****o è uno che pensa bene di nascondere una catena in un bastone, per non parlare di quadri, sculture, bleh...

A confronto quella stordita di Nei sembra una persona sensata... e non sta dicendo stramberie per una volta... 

Hubert pensa a quanto incredibile sia il misto di personalità raccolte in questa stanza, e normalmente penserebbe che tutti abbiano qualcosa di interessante da dire se gli viene data l'occasione, ma oggi, adesso...

Oggi no.

Oggi tutti dicono cose inutili, chi sta in silenzio fa più bella figura. Hubert rimane attento a ciò che succede (con estremo sforzo) e segue l'etichetta dello stare a tavola come se fosse la sua ancora. 

Gira lo sguardo verso di Nei, colei che stamattina ha rappresentato il fondo del barile dell'intelligenza sociale, ma che adesso potrebbe rivelarsi migliore della media: la ragazza sembra piombata in non si sa quale sogno, o incubo, a giudicare dalla sua faccia. I suoi occhi sono fissi verso Rolf, anzi no...

Sono rimasti immobili verso il punto dove è stato frustato il goblin...

Lo sguardo di Hubert si sposta naturalmente verso Rolf: anche lui stava guardando Nei. Ma tu guarda quante attenzioni! Hubert sorride. I mormorii sommessi della tavola tornano a essere uditi chiaramente da Hubert, non più distratto dalla reazione di Nei.

In effetti la ragazza può essere interessante, ma non confondiamola con una persona degna di fiducia... Ha già visto persone che frustano altre persone, è chiaro, ma finirà mai con il raccontare la sua storia in modo da capirci qualcosa? Ne dubito...

Sente Alorin che borbotta "forse dovrei imparare", e si gira verso di lui in un primo momento. Poi però Rolf chiama Nei. Decide quindi di non iniziare una conversazione con il fiero mesmerista perchè vuole sentire cosa Rolf dirà a Nei.

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Kallio di Casa Tombar

Le parole di Jergai mi colpiscono come un gancio sinistro alla bocca dello stomaco. Di sprovvista. Rimango con il bicchiere a mezz'aria, cercando di focalizzare la mia attenzione sulla faccia del sindaco

Ma brutto bast.rdo impomatato, omuncolo risalito da chissà quale fogna di Yndaros, maledetto sadico senza palle...

Inspiro lentamente, sorridendo in maniera forzata

"Si è spiegato benissimo, signor sindaco, su questo non ci sono dubbi. Per quanto riguardo l'offesa, preferisco soprassedere e non aggiungere altro" poggio il bicchiere sul tavolo, sistemandomi meglio sulla sedia, cercando mi mantenere il busto più eretto possibile. Mentre mi risiedo, poggio una mano sulla spalla del signor Gario, il quale è rimasto scosso dallo sfottò del sindaco, e lo guardo per un istante, sorridendogli e scuotendo leggermente il capo

"Mi permetta però di aggiungere una cosa, signor Jergai: forse ai suoi informatori è sfuggito un particolare. È sì mio padre Aro a finanziare, materialmente, il signor Markov, ma Casa Tombar " siamo" noi, la mia famiglia tutta; ne difendiamo insieme gli interessi e soprattutto gli onori.." faccio una pausa, per farmi ascoltare meglio da tutti "...onori guadagnati con sangue, sudore, coraggio. Tendiamo ad affrontare personalmente i problemi, e risolverli senza nqsconderci dietro qualcun'altro. Ciò che siamo è frutto delle nostre azioni, signor sindaco, e ne andiamo fieri, noi di Casa Tombar" 

Non come te, viscido damerino dei miei stivali....

"Per cui non sarò io il suo referente, ed in parte me ne compiaccio, ma sappia che rivolgendosi a me, come le ha giustamente sottolineato Markov, è come se si rivolgesse a mio padre, e viceversa, sia chiaro. Rimango comunque impaziente nell'ascoltare i vostri affari"

Termino il mio discorso, rivolgendo un gesto di assenso verso Armand; mi aveva difeso, di sicuro per difendere i suoi interessi, ma avrebbe anche potuto tacere e far finta di nulla, per cui ho apprezzato il suo intervento

Cerco di rimanere il meno freddo possibile nei confronti del sindaco, anche perché non voglio dare soddisfazione a Jergai; guardo brevemente anche gli altri, che sono rimasti in silenzio anche durante la scenata della punizione nei confronti del goblin.

Non mi preoccupo di certo della sorte del pelleverde, ma il sadismo non mi è mai piaciuto ed il sorriso soddisfatto su entrambi i visi del contabile e del sindaco mi disgusta particolarmente. 

E ho pure brindato a te!...che grande stro.zo....se mio padre fosse qui, si alzerebbe da tavola per non condividere il desco con uno della sua risma...

Ma io sono Kallio, e devo attenermi alle convenzioni sociali, per cui faccio buon viso a cattivo gioco.

 

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Nei

Rimane in silenzio ad osservare il contabile che sogghigna, le mani stringono le posate, mentre un brusio indistinto, insieme ad altri, si fanno strada nella sua testa. Uno di questi diviene particolarmente più forte, anche se non così alto da attirare l'attenzione di tutti. Lo sguardo di Nei si sposta verso Rolf e lo osserva con la stessa identica espressione, passando ad osservare il sindaco anche se, ad uno sguardo più attento, si potrebbe notare che sta osservando quella direzione, ma non direttamente l'uomo.

Dobbiamo andare a Forte Cardo..

Mormora infine in quella direzione, ma la voce è bassa, mentre un sorriso si stende su quelle labbra e le mani tornano a rilassarsi.

E devo fare la brava, altrimenti non ci arriviamo.

Continua, tornando a guardare la propria pietanza sul piatto.

Mangiamo, ci prepariamo e partiamo, come se nulla fosse successo.

Prosegue cercando di mantenere quel sorriso palesemente forzato, pure i suoi successivi movimenti nel mangiare paiono abbastanza goffi, quasi si impegnasse nel continuare il proprio fare. Ridacchia un poco dopo il primo boccone che manda giù.

Non è successo niente.

Ripete mormorando e annuendo, lasciando che la discussione tra il Jergai, Kallio e i soci d'affari prosegua. L'unica cosa certa è che evita il contatto visivo con l'esattore di Jergai, come se non fosse presente all'interno della stanza.

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Rolf Bjornson

Nei sembrava non avermi neanche sentito quando si volse verso di me per qualche attimo, lo sguardo uguale a prima, poi il suo volto cambiò espressione e di tanto in tanto esprimeva a bassa voce delle frasi mentre mangiava meccanicamente.

"Questa ha dei problemi grossi, non è solo eccentrica, è proprio svitata." pensai preoccupato e tornando a mangiare cercando di guardarla il meno possibile, vederla e pensare di averci a che fare per tutto il viaggio mi metteva ansia e nervosismo.

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Alorin Thram

Appoggio il mento alla mano sinistra, il gomito dello stesso braccio poco educatamente appoggiato al tavolo. L'espressione nei secondi seguenti si fa sempre più neutra, finché non riacquisto il sorriso voltandomi verso lord Kallio, al quale mi avvicino per sussurrare. 

Per @Karl_Franz

Spoiler

<<Milord, non crucciatevi troppo per il sindaco. Quando non avrà più a che fare solo con mercantucoli, il sindaco sarà più...dimesso.>>

Dopo aver pronunciato tali parole (ed il doppio senso voluto) sorrido bonariamente, anche se qualcuno di molto attento potrebbe notare per un'attimo un sorriso crudele, verso la fine della frase sussurrata. 

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il sindaco torna a sedersi quasi distrattamente e si ricompone riassemblando il suo bastone-frusta. torna poi con sguardo vigile a guardare il nobiluomo al tavolo rispondendo al suo indirizzo ma certo signor Kallio, ne sono consapevole e mai mi avvicinerei dall'offendere voi, tanto meno la vostra casata... ma sapete... qui di terzi, quarti e quintogeniti di buona famiglia ne passano molti e seppur le strade sono di norma abbastanza sicure, non tutti loro dimostrano l'attitudine necessaria per condurre una carovana oltre le intemperie del cielo e di ciò che cammina sulla terra e voi non intraprenderete il viaggio attraverso le strade sicure, ne farete uno più pericoloso... il signor Markov è sicuramente un buon mercante ma non è adatto a comandare una forza mercenaria, con quel tipo di persone non si può trattare con modi gentili... però vedo lei, che entra in casa mia con un armatura e un portamento che fanno trasparire un suo certo passato militare, lei è forse tra tutti il più adatto a guidare queste persone nei momenti più difficili. io stesso ho interessi nel fatto che voi arriviate sani e salvi a Forte Cardo, non c'è quindi da stupirsi se la mia curiosità mi spinge a punzecchiarla per vedere che tipo di uomo è e se ha la stoffa per guidare davvero questa spedizione... stoffa che ho trovato in abbondanza.

una parata di cu*o quella del sindaco degna del più infido truffatore, il suo sorriso falso torna a dipingersi su quel voto affilato e fastidioso, i suoi occhi si spostano sul piatto per tornare da Kallio.

se proprio volete essere messi al corrente dei termini contrattuali per questa volta farò uno strappo alla regola, di solito preferisco tenere gli affari in modi più... discreti... Khaarnaar, prego, leggi il contratto così che tutti possano sentirlo, ovviamente sempre che il signor Markov non abbia nulla da ridire.

il gesto del mercante giunge rapido a segnalare che non ha problemi nella lettura del contratto e Jergai sembra quasi stizzito dalla risposta, forse avrebbe preferito che Armand dicesse di no. accanto al sindaco il golbin si mette in piedi sulla sedia vista la sua bassa statura e inizia a scartabellare con alcuni fogli nel suo borsello per poi tirarne fuori uno in particolare e mettersi a leggerlo.

la voce del goblin si fa profonda, finta, impostata, tuttavia ha una buona dizione e la lettura, seppur non sembri affatto quella di un goblin è quasi piacevole. il contratto inizia con una serie di generalità dei contraenti e una sfilza che sembra infinita termini tecnici solo per garantire al contratto una validità nell'ambito notarile ambriano. infine il complicato contratto si può riassumere in un semplice scambio.

Armand Markov: si impegna nel lasciare un intero carro di argento grezzo nei magazzini di sicurezza dell'avamposto, questo carico è composto da 8 casse di argento grezzo, 3 delle quali verranno subito riscosse dal sindaco,  altre 2 verranno riscosse quando giungerà una missiva da Forte Cardo che conferma la riuscita della spedizione ed infine altre 3 verranno riscosse quando il sindaco in persona giungerà a Forte Cardo appena finita la crisi della migrazione dei Becchineri e si accerterà delle condizioni ottimali del suo investimento.

Luther Jergai: si impegna a offrire alla spedizione del signor Markov il necessario supporto per attraversare l'altopiano in questa stagione.

l'accordo sembra molto vago sopratutto per ciò che riguarda la figura del sindaco, si parla infatti di un suo investimento ma non si evince quale sia la sua natura, i suoi obblighi sembrano di fatto solo un lasciapassare per il signor Markov e spicca ora all'orecchio quella frase precedentemente detta dal sindaco in persona: "sa... quell'asso nella manica di cui le avevo parlato caro Armand... se ne ricorda? "

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Hubert

Bla, bla, bla, io voglio vedervi tirare fuori i soldi, ma come si permette, con tutto rispetto io sono di buona famiglia, lei è senza onore, soprassiedo e non aggiungo altro, sangue-sudore, però mi compiaccio di non essere il suo referente bla blà...

Un branco di buffoni!

E ora Nei si mette a mormorare, Rolf non è riuscito a dire niente, Alorin si è girato ancora di più verso Kallio, e si è messo a sussurrare un po' come se credesse di essere il suo consigliere...

Hubert sospira e guarda il piatto. Immagina una prosopopea che coinvolge il piatto, il dibattito, e le parole disturbate pronunciate da Nei: carne di cervo e verdure si sono riunite in assemblea per decidere se sia meglio essere gustosi oppure poco graditi al palato. Una parte del piatto fa molto chiasso, incitando il pubblico a non arrendersi alla dominazione del divoratore. Se infatti tutti si sarebbero impegnati a essere poco buoni, allora metà della popolazione del piatto si sarebbe salvata dal tragico destino. Poi però una rondella di carota, incoraggiata dai compagni, alza la voce e ribatte: " A che pro il sacrificio di metà di noi? Per la sopravvivenza degli altri? E quanto mai potrebbero sopravvivere? Finireste in pasto ai porci! Io preferisco vivere e morire da buona carota! E contribuire alla buona immagi... " il discorso è interrotto dalle urla di terrore che si sono levate all'ingresso della forchetta. Il popolo del piatto è più che mai scosso alla vista del ratto dei propri fratelli e sorelle. Cala l'anarchia più totale e tutti si mettono a urlare gli uni contro gli altri. Alcuni ricorrono alle mani, ma poi la forchetta torna e sono uniti nuovamente nel terrore, fatta eccezione di qualche impavido che si fa avanti per andare in contro al suo destino. Anselmo, noooooooo! "

Hubert mangia.

...Forse avrei dovuto pensare un altro nome, o magari metterci il nome di qualcuno di questi signori... Ma no, va bene Anselmo, un nome come un altro in cui si possono identificare più persone...

Mentre la fervida immaginazione di Hubert prende il volo, la sua mente rimane attenta a ciò che succede nel mondo reale. Hubert mangia a un ritmo abbastanza sostenuto: la situazione poco piacevole e il profumo invitante della pietanza hanno risvegliato il suo appetito. Anche la fantasia che ha elaborato contribuisce a stimolarlo.

Sembra destarsi dalla piatta noia quando il sindaco risponde a Kallio con toni più rispettosi, ma non di meno infidi, ma comunque rimane positivamente impressionato dalla prima parte del discorso di Jergai. Poi però lo vede cedere in modo così pietoso alle richieste di Armand e Kallio...

Meglio così, forse iniziamo a dire qualcosa di concreto.

Alla fine della sbrodolata in burocratese saltano fuori impegni finanziari per Markov e un ruolo assai fumoso del sindaco...

Hubert è stremato, tanto che rinuncia a una posa dignitosa e china visibilmente il capo. Poi si rimette in sesto, finisce il contenuto del piatto e beve un bel bicchiere di vino mentre aspetta la prossima portata.

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Nei

Continua il suo fare "meccanico", ponendo lo sguardo solamente sulla sua pietanza e continuando a mangiare la propria porzione, senza badare troppo alla discussione altrui che le risulta completamente priva di interesse, d'altronde lei è riuscita nel suo intento e tanto le basta.. I problemi e le sfaccettature altrui non la riguardano, almeno che questo non vada ad intaccare i propri interessi.

Il poter riempire il proprio stomaco sembra far tornare lentamente Nei in quella che si presenta di solito, distraendosi da ciò che è accaduto poco prima, sebbene ogni tanto pare scuotere un poco la testa e socchiudere gli occhi, come se qualcosa le stesse creando fastidio di tanto in tanto. Finisce la propria porzione e rilassa ulteriormente il proprio corpo sulla sedia, tanto da allungare le gambe sotto il tavolo e le braccia su quest'ultimo.

Gli occhi si voltano su Jergai che continua a parlare dell'asso della manica, portando Nei a far roteare gli occhi, alquanto annoiata da questo giro di parole che ancora non si conclude con niente di concreto e che non sta accelerando il pranzo, ma rallentando tutto il processo che ne viene.

C'è qualcos'altro da mangiare?

Chiede adesso, forse l'unica cosa che potrebbe tediare l'attesa e lo stare lì ferma senza far nulla. Una domanda che non è indirizzata a nessuno, semplicemente viene lanciata in attesa che qualcuno risponda.

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Kallio di Casa Tombar

Alorin

Spoiler

Sorrido alle parole del mago ambriano

"Covengo con lei, Alorin. Jergai non mi piace proprio per niente..." mantenendo comunque un falso sorriso, come se stessi raccontando qualcosa di divertente al giovane ambriano

Annuisco alle mielose parole del sindaco, e continuo a sorridergli in modo forzato, senza però far trasparire la mia voglia di prenderlo a schiaffi.

Quando però il goblin, dopo l'assenso da parte di Jergai,comincia a nominare carri d'argento, pagamenti, clausole e riscossioni aggrotto un pò fronte, voltandomi verso Markov, e cercando di incrociare il suo sguardo.

Non ero uno stupido; sapevo benissimo che, in un posto come questo, serviva oliare a dovere i giusti ingranaggi, ma stando alle parole dell'infimo goblin il sindaco si sarebbe appropriato di un terzo dell'intero carico di Markov. Mi sembrava un tantino eccissivo....

E poi il sindaco "si appresteva a garantire l'adeguato supporto"...in che senso? assoldando lui la scorta?

La cosa si fa troppo contorta....l'unica cosa chiara è che Jergai sta fregando Markov, e quindi me, alla grande....

FInisco di mangiare la mia porzione, e una volta erminato il discorso del goblin, mi pulisco le labbra

"Grazie per le sue parole, signor sindaco. Il contratto sembra oltremodo chiaro, mi pare..." guardo anche Markov e Danteo "...l'unica cosa che non sono riuscito a capire è la parte inerente il supporto da lei offerto. L'unica spiegazione è che il suo contabile ha di sicuro saltato qualche riga nella quale c'era la specifica inerente ad esso, vista la scarsa attitudine nei compiti che lei stesso, pocanzi, non ha esistato a farci notare" mi riferisco chiaramente alla frustata di prima data al goblin

 

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Alorin Thram

Ridacchio un poco, prima di girarmi verso il resto della tavolota, ad osservare un poco tutti gli altri presenti. Si davano tutti al cibo.

Oh beh, non si può certo dire che la conversazione proceda a gonfie vele, anzi. Pensai facendo un leggero movimento di spalle.
Mi voltai verso Hubert, dopo aver ascoltato le parole del goblin ed essere rimasto impassibile.
Un atto di strozzinaggio ai danni di un nobile. Il sindaco Jergai deve essere una persona proprio raccomandabile, per quanti privilegi si permette...ma evidentemente se lo fa avrà la forza necessaria a sostenere lo sforzo. Quel goblin pare una oscena caricatura di un uomo...che orrore.

«Visto che la conversazione langue e personalmente i contratti di libero passaggio non mi entusiasmano granché...» dico voltando un poco le spalle ai nobiluomini e ai mercanti «...Hubert, perché non mi parli della Radice di Pargri? Sembra una storia interessante, no?»

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Hubert

Ah, la radice... Hubert sorride e annuisce, non si aspettava una domanda così di punto in bianco. Certo è che non gli costava nulla parlarne, anzi gli avrebbe anche fatto bene iniziare una conversazione.

Sai che cos'è?

Questo Alorin potrebbe essere semplicemente un ragazzo più socievole di quanto non mostri...

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Alorin Thram

Rimango un attimo in silenzio, portando la destra al mento e la sinistra a toccare il gomito dell'altro braccio, pensieroso. 
<<Uhm...mi pare di ricordare di aver letto qualcosa...mi pare di ricordare che sia una pianta carnivora, ma non ricordo granché altro.>> dico rimettendo le mani alle posate, un poco distrattamente. 
<<Sono un tipo un poco smemorato, per certi argomenti.>> faccio una lieve risata. 
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Bastione

Per tutto il tempo resto concentrato sul cibo che rapidamente passa dal mio piatto al mio stomaco. Neanche la scena del goblin mi distrae più di tanto, e con noncuranza continuo a mangiare quanto più possibile. 

Anzi, l'unica cosa che mi irrita è quante parole devono sprecare ogni volta questi umani: più sono piccoli, più sembra che abbiano aria da far uscire.

E mentre quelli danno aria a paroloni su carri e consegne, questi attaccano a parlare di radici. 

Alla fine, un po' per la pancia piena e un po' per la noia, senza neanche accorgermene inizio ad appisolarmi. 

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mentre gli ospiti si mettono a chiaccherare tra loro finchè mangiano il goblin torna a sedere ed il sindaco si volta di nuovo verso Kallio con uno sguardo ad occhi stretti per poi rassegnarsi assumendo una espressione stanca e tornando a parlare, stavolta di cose ben più interessanti che il mero commercio.

Vede, signor Kallio, non tutte le clausole contrattuali sono facili da spiegare in un contratto ed è proprio per questo che vi volevo tutti qui... per spiegarmi meglio... quella clasusola potrebbe sembrare una penale, un super dazio sulla via dell'altopiano ma in realtà è l'unico modo per voi di imboccare quella strada in questa stagione...prego, prendete altro vino, ora mi spiegherò meglio.

il sindaco si versa un altro bicchie di vino e lo contempla con lo sguardo prima di tornare a guardare i suoi interlocutori, Markov e Danteo sembrano particolarmente attenti a ciò che il sindaco ha da dire.

il prezzo che io vi ho chiesto nel contratto è certamente per un mio profitto personale, ovvio... tuttavia più della metà della somma andrà invece alla tribù dei Tovrak. vedete, potrete prendere le storie che sentite in questo avamposto come delle leggende e nulla più ma posso assicurarvi che ciò che narrano è verità, senza una adeguata guida del clan morirete tutti. 

le parole del sindaco sono lapidarie e la sua espressione rassegnata sembra quella di una persona che già altre mille volte è stata presa sottogamba.

non so di preciso cosa ci sia tra quei monti di così terribile ma fidatevi, in autunno ed inverno nessuno torna da quella strada vivo senza una guida del clan, motivo per cui Malagor, il capoclan dei Tovrak mi ha chiesto di chiudere permanentemente la via. io ho parlato al capoclan della vostra situazione e, sebben inizialmente ha rifiutato di acconsentire il vostro viaggio sull'altipiano, in un secondo momento mi ha detto che sarebbe stato possibile. Malagor mi ha fatto tre richieste, la prima è che vi rechiate, nel pomeriggio alla tenda del clan a incontrare lui e l'alta strega del clan, sembra che quest'ultima abbia un qualche tipo di rito di buon auspicio da fare su di voi... un pò di fortuna non guasta mai... in secondo luogo mi ha chiesto un lauto pagamento ed infine mi ha detto che sarebbe stato necessario portare con voi un individuo del clan Tovrak scelto dalla strega in persona. inoltre mi ha raccomandato di dirvi che l'elemento del clan che verrà con voi dovrà arrivare a Forte Cardo vivo e possibilmente incolume... ha posto questa condizione con una certa.... veemenza diciamo...

cosa centra ora il clan Tovrak? di cosa parlano le leggende del clan? 

il sindaco si adagia sulla sua sedia bevendo il vino tutto di un fiato mentre aspetta le reazioni degli ospiti mentre Markov e Danteo si scambiano uno sguardo un pò perplesso per poi scrollare le spalle e tornare in discussione.

è il mercante a prendere parola stavolta. i miei affari sono di primaria importanza e legati da massimo riserbo ma sono legati a questioni molto importanti, non avrei chiesto aiuto a lei, signor sindaco, se non fossi stato pronto ad eventuali condizioni... incontreremo i barbari se è questo che vogliono e porteremo con noi chi la strega designerà come adeguato. per quel che riguarda il pagamento eravamo già d'accordo al nostro primo incontro e sapevo che i costi per una tale spedizione sarebbero stati alti... 

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