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AP - Legacy of Fire - Howl of the Carrion King


Yumeko

Messaggio consigliato

In the beginning, when Rovagug perfected the

way of destruction, the lands were littered with

the dead. Crows, maggots, beetles, worms,

and the other crawling things of the earth

complained to Rovagug.

“You destroy and maim too quickly!” they

cried. “We cannot devour all the meat you

give us! Please, destroy the people of the earth more slowly.”

“What?” shouted Rovagug, in a voice that toppled pillars. “My

glorious destruction shall never cease nor slow!”

Yet in the dark, delighting in the destruction god’s slaughter,

watched Lamashtu, the Mother of Monsters, and she heard the

base things cry. In those black days when all the land was covered

with death and all the air stank, she watched as a few tribes of men,

her followers and devout worshipers, ate the flesh of corpses as the

crows did, plucking out eyes, savoring the bloodiest cuts. To these

cannibals she led packs of hyenas, and their ways became as one.

Of those louse-ridden beastmen rose the first gnolls, half-hyenas

who love the stench of carrion and praise each corpse as an offering

to their dark mother. And the demon queen delighted in her own

perversion and reveled in these monsters’ terrible howling songs.

Born of devastation, and insanity, and the corrupt of soul, the

man-beasts spread upon the world, and where they prowled they

indulged in their hunger for murdered flesh. Surely, they are to

be despised by any sane god, and so we make ceaseless war on

those who seek to feed on the bodies of heroes and innocents.

And somewhere in the madness between the stars, the Mother

of Perversion and the Mistress of Insanity still laughs her wicked

laugh, as her ravening spawn, the bone gnawers and carrion

eaters, grow fat off our flesh.

Gnolls are among the first abominations, and their death is a

blessing. Remember this when their laughter haunts your steps.

Starday, 2 Sarenith 4709 AR

L'aria è secca. Il sole cocente. Attorno a voi, sabbia, terreno spoglio, qualche macchia di alberi. Ogni tanto riuscite a scorgere qualche animale -gazzelle, leoni, avvoltoi-, la fauna di questo non così ospitale territorio. State viaggiando ormai da una settimana su questo percorso, a dorso di cammelli, guidati da un uomo di nome Garavel. Vi sta conducendo dalla sua padrona, una principessa mercante di nome Almah. L'uomo, dal mento sottile e lungo e dai corti capelli neri, sembra più uno spadaccino che un esperto di affari. Finalmente, siete quasi arrivati a destinazione... Il punto di incontro, un albero ormai morto con cinque grandi rami che puntano verso il cielo, chiamato l'artiglio del sultano, dovrebbe essere poco oltre la prossima collina.

Spoiler:  
Durante il viaggio, dovreste avere avuto il tempo per conoscervi un pò, perciò nel primo messaggio avete l'occasione per descrivervi agli altri e dire ciò che gli altri possono avere imparato di voi in questo periodo.

@Orok

Spoiler:  
Durante il viaggio, ti sei accorto di un particolare interessante riguardo a Garavel: nascosto sotto la sua keffyeh, una sorta di bullone metallico sembra uscire dalla parte sinistra del suo teschio.

Garavel

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Kelmarane Hinterlands

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Orok

Mi guardo attorno, cercando di rimanere all'erta, chiuso nei miei pensieri

Finalmente questa parte del viaggio sembra essere arrivata a conclusione. Un passo in più verso la libertà...

Ogni tanto cerco di dare un'occhiata a quel particolare che ho notato della nostra guida, incuriosito, tentando di capire di cosa si tratti.

I lunghi e duri anni della mia vita, anche se relativamente pochi, mi hanno insegnato a non parlare se non necessario. E infatti i miei compagni di viaggio hanno potuto facilmente notare che tendo a parlare solo se interpellato o se ho qualcosa che valga la pena di esser detto. Niente chiacchiere per passare il tempo.

@Aspetto:

Spoiler:  

Di giovane aspetto, sicuramente meno che ventennne ma già segnato in viso da una vita dura, è alto poco meno di 1,80 m, magro e poco muscoloso. I capelli sono di un curioso biondo dorato, lunghi fino alle spalle, solitamente però raccolti sotto un turbante. Anche gli occhi non si intonano a queste terre, di un azzurro molto chiaro sempre attenti e all'erta, sul chi vive.

Vestito con degli abiti chiari e comodi per viaggiare in queste zone non indossa nessuna armatura e le uniche armi visibili sono una semplice balestra ed un disadorno pugnale portato al fianco.

Solitamente coperti dagli abiti ma che possono essere notati quando il ragazzo si muove, 2 tatuaggi di notevoli dimensioni, uno un tribale dal significato apparentemente incomprensibile che copre la parte destra del collo e scende probabilmente almeno fino alla spalla e l'altro una vipera avviluppata attorno all'avambraccio sinistro.

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Arames si alzò poco prima dell'alba quella mattina, come tutte quelle ormai passate. Per coloro che hanno avuto l'occasione di notarlo, il giovane kaleshita aspettava sempre il sorgere del sole per iniziare a pregare la sua dea. Sarenrae era stata particolarmente generosa quel giorno: erano quasi arrivati a destinazione.

Finalmente!

In quella settimana di viaggio i nuovi compagni di Arames avevano imparato poco o niente su di lui. Oltre al suo nome, il giovane kaleshita aveva rivelato solamente di essere un membro della Veglia dell'Alba, gilda di paladini di Sarenrae. Ma ciò si poteva benissimo intuire anche solamente guardando il simbolo impresso sulla sua armatura.

Non mi posso ancora fidare ciecamente di loro, di nessuno di loro.

Descrizione

Il giovane kaleshita si presenta come un tipico esemplare della sua etnia. I capelli mediamente lunghi e la folta barba di qualche settimana fa coprono almeno metà del suo viso olivastro. La sua robustezza e corporatura fanno intendere che l’allenamento fisico fa parte della sua routine quotidiana e il suo giaco di maglia con impresso sopra il simbolo dei paladini di Sarenrae forse dice più di quello che si dovrebbe sapere su di lui. Inoltre, porta appese alla cintura ben due armi, una lunga scimitarra sul fianco destro ed un’ascia su quello sinistro.

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Ogni passo di quello scomodissimo cammello verso il punto di ritrovo era un piccolo peso scaricato dal cuore del giovane campione di ruk.

Ogni passo verso quell'albero morto lo portava più vicino alla possibilità di rivedere la sua amata mentore. C'era una parte di lui che martellava nel retro del cervello, che gli diceva di non sperare troppo in grande perché le possibilità che la sua strampalata teoria fosse esatta erano decisamente scarse. Eppure non l'ascoltava. Haleen gli aveva insegnato ad essere ottimista, a focalizzarsi sui successi ed ad andare sempre avanti. Quel biglietto doveva avere un significato!

La compagnia attorno a lui era perlopiù taciturna. Aveva sperato in compagni di viaggio con cui scambiare storie al chiaro di luna ma non era stato fortunato. Sembrava quindi che toccasse a lui prendersi carico di tutta la conversazione. In quei giorni infatti non era stato zitto che per il tempo necessario per mangiare e dormire, o quando il calore si faceva troppo pressante e le energie per parlare scarseggiavano. I fanatici del ruk, ed anche alcuni dei meno fanatici, avrebbero potuto riconoscere in lui La Locusta, una giovane stella nascente della squadra degli Scorpioni di Giada. Chi invece, vista la sua fama ancora poco più che "di quartiere" non lo avesse riconosciuto, ora sicuramente ne sapeva molto di più visto che la maggior parte delle conversazioni che iniziava (e spesso finiva da solo) riguardavano proprio tale sport ed i successi della sua squadra.

Stranamente non aveva ancora parlato di nessuno degli insuccessi.

Caparbio, chiacchierone e disinibito appariva proprio come i classici truffatori da strada dei racconti. Forse un tantino arrogante, un'arroganza data probabilmente da un ego troppo sviluppato, ma per chi non aveva problemi con il suo parlare quasi costante poteva anche apparire simpatico. Aveva un senso dell'umorismo un po' scadente forse, ma eera in grado di intrattenere conversazioni in maniera brillante e di mantenerle sempre in qualche modo interessanti.

Era un mezzelfo dalla pelle abbronzata, perlomeno quando la potevano vedere sotto gli indumenti specifici per resistere al calore. Gli occhi, di un verde smeraldo, erano mezzi coperti da una zazzera di capelli neri arruffati e non necessariamente appena lavati. Era molto magro, quasi gracile, ma ad un'esame più attento si poteva notare come le braccia sottili fossero fasciate da muscoli allenati e tonici. Tutto sommato appariva in piena forma nonostante l'eccessiva magrezza e l'evidente (perché dimostrata più volte durante quel tragitto) scarsa resistenza.

Un naso leggermente aquilino, un mento affusolato ed una parvenza di barba completavano il quadro di quello che era un ragazzo tutto sommato piacente.

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Serah

In silenzio cavalco coi miei compagni, rivolgendo ogni tanto parole di incoraggiamento al cammello in silvano od in celestiale.

Il mio sguardo vaga per il deserto, sorridendo alla vista dei leoni e preoccupandomi per la mia piccola quando vedo animali cacciabili.

Speriamo non se la svigni per banchettare con quella bella gazzella......

Ogni tanto i miei occhi si posano sui miei compagni.

Consolatorio non essere la sola stranamente fuori posto in questo luogo ....

_________________________________________

La pelle chiara, coperta da una lungo mantello bianco con cappuccio, fa ogni tanto cucù, rivelando dei strani riflessi argentei, lo stesso strano riflesso che brilla negli occhi e tra i capelli.

Di origine chiaramente non umana Serah ha occhi grigio che si illuminano di lilla e capelli argentati.

E' parecchio alta e di corporatura esile, armata con un arco corto e con una scimitarra al fianco ...

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State affrontando ormai l'ultima salita offerta da una bassa collina. Il cielo è limpido, il calore proviene sia dal sole ardente che dal terreno assetato, ma non è insopportabile. Garavel guarda in avanti, conducendo la carovana.

Qualcosa non va. dice tra sè e sè l'uomo, ma facendosi chiaramente sentire. Egli sprona il proprio cammello.

Da qualche secondo del fumo ha cominciato a sollevarsi oltre la collina, nel punto in cui dovrebbe trovarsi la carovana accampata di Almah, sotto l'artiglio del sultano. I suoi rami ormai si stagliano al di là della collina. Una catena montuosa si erge ancora oltre, il profilo di Pale Mountain chiaro all'orizzonte...

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Arames non era mai stato un grande studioso o conoscitore della geografia, ma le "forme della terra" lo avevano affascinato fin dai suoi primissimi anni di vita. La Pale Mountain si ergeva maestosa all'orizzonte e ciò non poteva far altro che compiacere gli scuri occhi del giovane kaleshita.

Mentre si stava godendo la maestosità del paesaggio, però, la sua vista fu colpita dall'elevarsi di una scura nube grigiastra nella direzione verso cui erano diretti.

Iniziamo bene!

Istintivamente, Arames sprona il proprio cammello fino alla cima della collina, volgendo lo sguardo verso l'Artiglio del Sultano per capire cosa stesse succedendo.

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Serah

PASSO! Scilla lanciando un comando al mio ghepardo [sarebbe Heel che non so bene come si traduce!] poco prima di spronare il mio cammello dietro alla guida, facendo attenzione all'equilibrio inizio a sfilare il mio arco dalla spalla ed incocco la prima freccia, pur tenendolo per ora, basso.

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Orok

Ogni tanto lancio un'occhiata al giocatore di Ruk. Non ho mai avuto la possibilità di seguire quel gioco e il mio interesse è quanto meno scarso ma ogni tanto annuisco fingendo di ascoltarlo.

Ma arrivati in cima alla collina un'espressione di chiaro disappunto si dipinge sul mio viso nel vedere il fumo levarsi e i miei compagni di viaggio sul chi vive.

Pessimo cavaliere mi limito a seguire Garavel se si muove, non troppo d'appresso altrimenti rimango dove sono vicino a lui.

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Il mezzelfo interruppe il discorso su come avesse singolarmente portato la propria squadra nella major league, un racconto che in più parti trasudava invenzione ed esagerazione, quando si accorse della colonna di fumo. Tutto preso dalle proprie parole era stato l'ultimo ad accorgersene ed una rapida occhiata ai propri compagni gli fece capire come fossero già tutti pronti al peggio.

Forse stanno preparando una grigliata per noi... disse poco convinto, tentando di infilare una flebile punta di umorismo nelle proprie parole.

Solo allora gli vennero in mente le implicazioni di quella colonna di fumo. Se lì dovevano incontrarsi con i contatti per entrare nella cittadina diroccata e qualcosa era successo a quelli che li stavano aspettando le possibilità di ricevere notizie su Haleen diminuivano drasticamente.

Spronò quindi il cammello, cercando di mettersi, se non in prima fila, subito dietro ai primi. La mano sinistra, che aveva tatuata una rosa sul polso, andò ad infilarsi sotto i vestiti all'altezza del petto e quando ne riuscì impugnava un paio di coltelli da lancio. La destra andò ad appoggiarsi alla scimitarra appesa al fianco, senza però mollare le redini del cammello.

Gnoll? azzardò rivolgendosi a nessuno in particolare.

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Arrivati in cima alla salita, una carovana di una mezza dozzina di vagoni e una larga tenda, disposti attorno all'albero, entrano in vista. Dei cammelli, chiusi in un vicino recinto, corrono agitati, e una serie di capre e altro bestiame vagano confusi sul terreno vicino e attorno la carovana. Circa una dozzina di uomini e donne corrono nell'accampamento, cercando di catturare un animale o accelerando verso il centro, vicino all'artiglio del sultano, con secchi d'acqua in mano. Uno dei vagoni è in fiamme!

Garavel sprona il proprio cammello giù per la breve discesa, puntando dritto all'artiglio. L'accampamento non è molto lontano da voi, circa ad una cinquantina di metri.

@tutti

Spoiler:  
una quinta persona mi ha chiesto di poter partecipare come giocatore. Per me non ci sarebbero troppi problemi, ma voglio sapere anche la vostra.. se almeno tre di voi sono d'accordo, cerco di inserire il quinto giocatore, magari faccio che si trova già nell'accampamento all'artiglio del sultano. Fatemi sapere.
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Per tutto il viaggio aveva parlato poco. Non gli piaceva ricordare la sua triste storia... Ai suoi compagni di viaggio raccontò in modo vago del suo attuale stato di schiavo! Si concentrò invece sulla sua voglia di riconquistare la libertà e sulla opportunità che ora aveva!

Ursus Arctos Gobi... l'Orso del Gobi... un nome di animale... agli schiavi non era concesso mantenere il proprio nome. A lui avevano dato quel nome e tutto sommato gli piaceva! L'orso del deserto!

Ursus dimostrava più dei suoi 26 anni: un fisico asciutto e braccia possenti caratterizzavano la sua natura di guerriero, ma le troppe cicatrici sparse sul corpo facevano rabbrividire coloro che si soffermavano a pensare a quanto dolore avesse sofferto. Aveva corti capelli neri e due profondi occhi verdi sempre velati da un misto di tristezza, rabbia e, a volte, speranza!

Il marchio a fuoco sull'avambraccio destro lo identificava come schiavo: uno scorpione con due code, il simbolo del suo padrone.

Vestito con un'armatura di pelle, Ursus portava alla cintura uno spadone ben visibile.

Notò il fuoco appena giunto in cima alla salita...

"Dobbiamo aiutarli!"

Spronò il cammello e si precipitò giù al fianco di Garavel... non c'era tempo da perdere!

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Fuoco!

Appena resosi conto della situazione, Arames non potè fare altro che prendere esempio dai suoi compagni. Urlò un comando al proprio cammello, sperando che lo capisse, e si precipitò immediatamente al galoppo verso l'Artiglio.

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Alla reazione pronta dei suoi compagni, il giovane Al rimase interdetto per alcuni secondi.

Sono veloci a richiare la vita... pensò tra sé e sé.

Quando si accorse però che stava per restare indietro sul suo volto si dipinse un sorriso. Non era uno sciocco, non del tutto almeno, non amava sprecare la sua vita ma era da troppo che non si sfogava. Sentiva quei giorni di apatia e di calma pesare su quella parte di lui che tanto danno aveva creato in passato. Senza gli allenamenti quotidiani di Ruk l'ossessione stava tornando a premere nel retro del suo cervello e già sentiva in fondo al cuore il bisogno crescente della sua "medicina".

Ma ora stava finalmente arrivando l'adrenalina in suo soccorso, a riempire quel vuoto, a scacciare quella presenza nera con il suo ribollente fiume scarlatto. Certo, non si trattava di una partita o di una bella scazzottata, ma comunque avrebbe saputo accontentarsi.

Si chinò sul cammello e gli sussurrò nell'orecchio:

Corri come il vento vecchia ciabatta!

Non che credesse che realmente servisse a qualcosa. Subito infatti lo spronò a suon di talloni e si lanciò dietro ai propri compagni.

Il cuore stava ricominciando a battere...

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Fiamme color arancio e rosso avviluppano un elaborato vagone, decorato con lune e stelle. Fumo denso esce da una porta aperta del vagone, e mentre vi avvicinate in fretta il vento soffia verso di voi delle carte di un mazzo Harrow, di quelle usate solitamente per predire il futuro. Una singola carta colpisce direttamente Arames al petto, mostrandosi per un attimo come la carta del Ciclone, che rappresenta una forza che distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino, su ordine di qualche essere intelligente. E' una carta presagio di guerra, incendi, e distruzione. La carta scompare in una fiammata immediatamente dopo.

Come i vostri occhi si spostano dalle carte Harrow che vi sfrecciano contro alla carovana, l'intero Artiglio del Sultano prende fuoco!

Ormai ad una decina di metri dal disastro, dalla tenda esce una donna regale che altri non può essere che Almah.

Domate le fiamme! urla agli uomini attorno, prima di accorgersi della vostra presenza.

Ah, Garavel! Sempre al momento giusto, come sempre. Garavel fa un veloce inchino, subito dopo essere sceso da cammello. Poi, la donna guarda oltre al proprio servitore, direttamente a voi, e vi urla un ordina prima di correre lei stessa verso il fuoco ad aiutare.

Trovate il modo di aiutarci!

Attorno a voi, varie attività richiedono di supporto.

Almah, Garavel, e quattro guardie fanno spola tra il vagone incendiato e un carro scoperto, con dei secchi d'acqua.

Altri quattro mercenari stanno cercando di spostare in fretta un vagone troppo vicino a quello in fiamme.

Un vecchio uomo con la barba è chinato vicino a due mercenari che hanno ricevuto brutte scottature, e sta tentando di aiutarli con delle cure.

Un uomo e una donna, non soldati, di mezza età, stanno cercando di ricatturare il bestiame fuggito.

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Vado a chiamare le bestie che scappano e dico alla mia cucciolotta di provare ad aiutarmi e farli avvicinare alle due persone che cercano di recuperarli.

Spoiler:  
Parlare con animali.

Non vi alontanate, c'è il deserto intorno a noi è molto più pericoloso, non appena il fuoco sarà domato queste brave persone penseranno a voi, avvicinatevi, per favore, venite. Scilla, aiutami a recuperare quelli più lontani invitali a riavvicinarsi all'accampamento...

Mano a mano controllo la salute delle bestie.

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Il ladruncolo di Katapesh, quando finalmente il cammello si fermò, si guardò velocemente attorno. Diede relativamente poca importanza alla storia dei tarocchi... diamine, a malapena sapeva cosa fossero. Lui era interessato alle cose concrete come spegnere quel maledetto incendio prima che divorasse ogni prova della presenza di Haleen nella cittadella diroccata che avrebbero raggiunto più avanti.

E possibilmente non lasciarci le penne.

Quando la donna ordinò al gruppo di darsi da fare si guardò velocemente attorno, sentendo ancora l'adrenalina che rimbombava nel profondo dei suoi timpani.

La ragazza era scattata per aiutare a radunare le bestie impaurite e delle altre possibilità che riusciva a riconoscere solo due sembravano adatte a lui. Spingere il carrozzone lontano dalle fiamme o aiutare a spegnerle con i secchi. Ursus e Arames, se ricordava bene i loro nomi, sembravano più adatti al carrozzone rispetto a lui mentre Orok non aveva idea di cosa sapesse fare.

Comunque fosse la soluzione migliore era correre a prendere i secchi d'acqua per domare le fiamme.

Meglio prevenire che curare eh?

Balzò giù dal cammello ed iniziò a correre verso il gruppetto, alla ricerca dei secchi e dell'acqua.

Un caloroso saluto gente! gridò quando fu a portata d'orecchio delle guardie. Nonostante tutto riteneva fosse il momento per fare del pessimo umorismo.

Serve una mano?

Domanda retorica... stava già inziando a mettersi al lavoro.

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Quando il Ciclone lo colpì in pieno petto, il giovane kaleshita non ci fece nemmeno molto caso. Non era mai stato un tipo superstizioso, anche se aveva sentito varie volte parlare di individui in grado di leggere il destino delle persone attraverso questi fantomatici oggetti.

Ma qual'è realmente il mio destino?

Arames aveva solo uno obbiettivo da raggiungere, ma per quando riguardava il suo futuro era sempre stato indeciso. Non avrebbe di certo voluto restare a Solku per tutta la sua vita. Avrebbe voluto che il suo nome fosse stato un giorno conosciuto in tutto il mondo, avrebbe voluto compiere grandi imprese, visitare altre nazioni, solcare le acque dell'Oceano Obari alla ricerca di terre inesplorate.

Aveva un fuoco dentro, e non era semplice da domare.

Ma ora l'unico fuoco che poteva domare era quello dell'Artiglio del Sultano.

Arames si avvicinò velocemente ai quattro mercenari e li cercò di aiutare a spingere il vagone lontano dall'incendio.

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