Ciao Azer,
discussione interessante (tra l'altro vedo che sei di Modena).
Non ci vedo nulla di male se non vuoi utilizzare l'Allineamento morale, anche se non è il solo a D&D ad avere problemi a questo punto. In quasi tutti i giochi di ruolo infatti, in una maniera o nell'altra, ti viene chiesto di discriverti. Questo perché l'assunto che si giochi un ruolo è abbastanza fuorviante.
In effetti gran parte dei giocatori non interpretano (del resto non sono attori), ma piuttosto giocano un alter-ego quando sono al tavolo. Kata Kumbas, nella famosa storia del guardiano della porta di Rarte, aveva centrato il problema. Non si tratta di giochi di ruolo, ma di proiezione. Ognuno porta se stesso in un mondo fittizio.
Quindi accetto la tua interpretazione "reverse engineering", o sia ricaviamo l'Allineamento del giocatore (non del personaggio) dai suoi comportamenti al tavolo. Se è un po' nevrotico e stende la guardia sappiamo che non gli piace poi essere troppo NG, è più un CN. Faglielo capire però!
Naturalmente con questo non voglio dire che il giocatore è un potenziale assassino, ma che forse è un tipo capace di qualche tiro mancino. Al tavolo infatti siede l'egoista, il timido, il silenzioso, l'altruista, quello che non ascolta, quello che non ti fa parlare ecc. Non sono i personaggi, sono i giocatori!
Il paradosso è che spesso, invece di metterci la maschera, ce la leviamo. Ecco perché si usava l'Allineamento, per forzare i giocatori a vestire i panni di qualcun altro, cosa che spesso non riesce e allora si va a briglia sciolta.
E ripeto, va benissimo, il bello infatti è che stai guardando in faccia il giocatore e non Elrond di Gran Burrone.
Ciao.