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Of Orcs and Men - TdG IV


Pippomaster92

Messaggio consigliato

L'umana si prostra davanti a Wurrzag "Certamente, accettiamo tutte le condizioni. Dobbiamo pulire il corpo e ricomporlo e vestirlo di bianco" 
E in effetti è ciò che fanno gli umani: i quattro "sciamani" minori dei pellechiara non fanno che lavare il cadavere dal fango e dal sangue, rivestirlo con la più pulita delle loro tuniche e poi ricomporlo in una posa simile a quella di un dormiente. Niente di più. Durante questo breve rito pronunciano a mezza voce una specie di cantilena, ma non è nulla di magico e nessuno spirito viene qui per ascoltarli.

Il Colosso si è disinteressato subito della faccenda e invece si è dedicato alla direzione del "suo" rituale. Ben presto estromette Tanya dai preparativi e organizza sia il palo che i falò da accendere. Secondo la sua idea il momento ideale sarà a metà giornata, quando il sole sarà alto. In quel momento gli spiriti del fuoco saranno più forti e guideranno i giovani al passaggio verso l'età adulta. 
Non guasta che in questo modo sia possibile anche terminare di rappezzare i feriti e spartirsi il bottino prima del rito. 

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Wurrzag

Piu' passo il tempo con gli umani piu' mi rendo contro di quanto le loro usanze siano simili alle nostre sebbene in forma piu' sdolcinata.

Osservo in silenzio il rito e giunge il momento da me richiesto di poter vegliare lo sciamano umano caduto,  inizio a battere sul tamburo, un ritmo lento e solenne, le parole escono dalle mie labbra quasi in modo incosapevole

"Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,
anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
quando verra’ il momento e mi allontanero’ da te."

resto qualche secondo in silenzio

"Sei stato un avversario valoroso"

Mi allontano poi per definire con il Colosso i dettagli del rituale ed iniziare la spartizione del bottino 

 

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Yurdu

Assisto alla cerimonia dei Pellechiara con curiosità: il loro senso del sacro non mi è del tutto nuovo, ma mi lascia comunque sorpreso. 

Sento poi la trepidazione crescere, vedendo il Colosso che appronta il rituale in cui diventerò finalmente un adulto, alla faccia di tutti quegli stupidi mocciosi che mi consideravano un debole: ben presto, tutto il Mondo Verde dovrà ricredersi!

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Gurak

Le pire di legna sono pronte, il palo è stato eretto, i corpi dei nostri caduti sono stati ricomposti per l'ultimo viaggio verso il mondo degli spiriti. Cauterizzo le ferite degli orchi che hanno subito tagli più profondi ed i fratelli pelleverde guardano con orgoglio alle cicatrici che ricorderanno questo glorioso giorno. 

Ho finalmente un po' di tempo per entrare in comunione con gli spiriti della natura mentre gli altri si spartiscono il bottino e - seduto in disparte a gambe incrociate - richiamo lo spirito del fuoco che mi circonda con un anello di fiamme crepitanti mentre a bassa voce intono una litania

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Tayyip

Che noia... L'euforia della abttaglia sta passando, la soddisfazione del bottino pure, e delle sciarade con pali della cuccagna e urlate agli spiriti proprio m'importa una sega.
Dall'alto della mia posizione solitaria e dominante, e con un occhio alla ricerca di eventi davvero interessanti, continuo nell'unica attività degna di essere intrapresa al momento: la sbronza.

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Risolta la faccenda dello "sciamano umano" il resto procede senza problemi. 

Per prima cosa viene spartito il bottino, con l'eccezione dei prigionieri. Sono davvero tanti e bisognerà poi decidere cosa farne. Ma non ora. 
Una volta che ogni orco ha avuto ciò che gli spetta si può finalmente procedere con i vostri riti. L'abbondanza di armi, carne, metallo luccicante e acqua di fuoco limita parecchio i litigi tra i guerrieri: tutti hanno ciò che vogliono e l'umore è molto buono. 

Il Colosso approfitta del morale alto per canalizzare l'attenzione su di sé e sui due giovani orchi che lo affiancano.
"CLAN ZAMPA DI SANGUE!! Oggi avete lottato bene e gli spiriti sono lieti. Ma non è solo una giornata di sangue e morte! Sotto queste stelle e questo sole c'è anche l'abbondanza. E noi dobbiamo ringraziare i nostri antenati per ciò che ci hanno accordato: abbondanza di cibo, nel corpo; abbondanza di furia nel cuore. E se oggi salutiamo alcuni dei nostri, noi ne accogliamo di nuovi. Gurak e Yurdu hanno dimostrato di essere pronti a diventare adulti!" con le mani spintona i due assistenti in avanti "Dimostreranno al Clan e agli spiriti che sono grandi nel corpo e nell'anima. Però non sono gli unici a doversi mettere alla prova. Il nostro capo, Wurrzag, è saggio e ha deciso di mostrare agli spiriti il suo valore. E tramite lui, tutti noi dimostreremo quanto siamo forti e giusti!" 

Quando Wurrzag si avvicina al palo molti guerrieri lo osannano e lo acclamano, altri fanno rumore per dimostrare quanto siano contenti di averlo come capo. E in effetti da quando c'è lui non avete perso una sola battaglia... grande o piccola che fosse!

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Wurrzag

Finito di sistemare la questione sollevata dagli sciamani umani, e' tempo di iniziare a preparare il rito con il quale ringraziero' gli spiriti dell abbondanza e della gloria che ci hanno donato.

Riunito con il colosso ed i suoi due discepoli, lascio che preparino il mio corpo disegnadovi sopra i simboli cari agli spiriti degli elementi cosi che essi porgano il loro sguardo benevolo su di me e mi indichino la via.

Arrivo al circolo eretto portando con me lo stendardo del clan sul quale spicca il nuovo simbolo degli umani appena conquistati. Lascio che sia il colosso a parlare ed introdurre cio' che sta per avvenire, il morale e' alto, i miei guerrieri salutano il mio nome con grida e colpi d ascia sugli scudi.

Eravamo un gruppo raffazzonato di giovani orchi asseganti ad una missione suicida, siamo ora un clan riconosciuto e temuto ed il nome di Wurrzag e non quello degli altri vecchi capi nascosti tra le montagne, e' quello che terrorizza il sonno degli umani. Quando il Colosso finisce di parlare avanzo piantando a terra il vessillo

 "Fratelli miei, un pugno e' forte quanto le dita che lo compongono, mi onorate ma io non sono nulla senza la forza che unisce tutti i componenti di questo clan"

esordisco orgoglioso

"Molti nostri fratelli sono morti ma il colpo che ci era stato chiesto di infliggere e' stato inflitto...ed e' entrato in profondita' nelle carni degli umani cosi come solo le lame del clan Zampa di Sangue sanno fare"

attendo che l euforia si plachi 

"Gli spiriti della guerra sono con noi, li abbiamo nutriti e saziati del sangue dei nostri nemici e dei nostri fratelli, ma le sfide che ci attendono dal sorgere del nuovo sole necessiteranno di tutto l aiuto possibile. Ed e' per questo che io Wurrzag Blacktooth donero' il mio corpo per rinnovare il patto tra il clan zampa di sangue ed i nostri antenati...nella speranza che essi mi accolgano nelle loro sale e mi indichino la via da percorrere"

Finito di parlare estraggo la daga rituale ricevuta dal colosso e mi preparo alla prima parte del rito

Mi viene portato il caprone che avevo chiesto, dopo un momento di raccoglimento lo sacrifico lasciando che il sangue fluisca bagnando il suolo scelto per il rituale, una volta finito pongo la testa alla base del palo rituale in modo che guardi levante e con le interiora, disegno 28 raggi attorno allo spazio che delimita il rituale a rappresentare i giorni della lunazione

Finita questa prima parte, traggo un profondo respiro, lo sguardo passa lentamente sulle facce dei guerrieri disposti a cerchio attorno a me prima di camminare verso il colosso.

Giunto davanti all antico orco, gli passo la daga il quale la prende e mi porta sotto il palo rituale al quale sono state legate due stringhe di cuoio alla fine delle quali vi sono due lunghi frammenti d osso affilati presi dal corpo del comandante umano.

Il colosso pratica due fori all altezza del mio petto, e vi infila i due frammenti d osso legandomi di fatto all albero rituale, posa le enormi mani sulle mie spalle in un ultimo gesto di saluto e si allontana...il silenzio e lo stupore attorno a me sono surreali.

Le ferite sul mio petto bruciano, il sangue inizia a colare copioso, ma non e' piu il momento di esitare, sollevato il tamburo inizio a suonare e danzare, un ritmo intenso e veloce che ad intervalli regolari mi porta verso ognuno dei raggi disegnati a terra, le funi di cuoio, lunghe quanto basta da impedirmi di raggiungere i raggi se non tirando e starziando le mie carni.

Resisto, la danza prosegue in crescendo, il dolore, unito alla fatica ed alle ferite della recente battaglia,  ormai e' tale che quasi non ho piu' coscienza di quello che accade attorno a me, ad ogni intervallo strattono le funi in modo sempre piu violento sudore misto a sangue ha reso ormai la sabbia sotto i miei piedi una sorta di fanghiglia,. quando giungo all ultimo raggio, lo strattone e tale che le mie carni finalmente cedono liberando i frammenti d osso dal mio corpo, un guizzo di dolore mi colpisce come un maglio, vorrei battere un ultimo  colpo di tamburo ma perdo i sensi e cado a terra.

 

Modificato da Pentolino
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Arkail

Quando il Colosso parla mi rialzo dalla mia postazione e mi avvicino al circolo, con in mano un corno ricolmo d'alcool. Ho scelto volontariamente di non farmi rattoppare per il momento: il mio corpo è un intricato intreccio di ferite ancora pulsanti di sangue, che continua a sgorgare come zampilli d'acqua di una cascata. Voglio godere del dolore, mi ricorda che sono sopravvissuto ad una nuova battaglia, una nuova mattanza nei confronti dell'invasore. Con lo sguardo tronfio e carico d'orgoglio mi appresto ad osservare in silenzio il rituale. Ora è Wurrzag a rubare la scena. Guardo con attenzione i suoi movimenti e sento la sua agonia sulla mia pelle quando inizia a danzare con le ossa infilate nel petto. Le corde si tendono ad ogni suo salto e alle orecchie pare arrivarmi il rumore della sua pelle che si lacera. Non posso che ghignare. E mentre lo faccio snudo le zanne. Quando riesce a liberarsi dai legami che lo costringono, il capo crolla a terra esausto, il corpo immerso in una pozza del suo stesso sangue. I miei muscoli fremono per l'adrenalina, ma io rimango immobile, in silenzio, a sorseggiare il liquore. Ringhio assenso per lo spettacolo, poi mi volto verso i due giovani che dovranno diventare adulti. Li studio rifilando loro uno sguardo truce...quindi attendo che giunga il loro turno.

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Yurdu

Guardo il rituale con una strana sensazione, cercando di capire fin dove possa spingersi il tentativo del capo di affermare la propria autorità tramite una dimostrazione di forza. 

Presumo che ai guerrieri farà la giusta impressione: mi scappa un ringhio sordo, il mio unico pensiero quello che tutto il sangue così versato darà appagamento agli spiriti della terra. 

Adesso vediamo cosa vuole il Colosso. 

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Lo spettacolo organizzato da Wurrzag trova un pubblico molto ricettivo.
Gli orchi sbraitano e inneggiano agli spiriti, seguendo il ritmo del capoclan. Una mezza dozzina si alza e comincia a seguire i passi di Wurrzag, in una sorta di estasi mistica. Il colosso tiene il tempo pestando i piedi per terra, e chi sa suonare uno strumento segue il ritmo. 

I prigionieri umani non possono vedere, chiusi nelle case, ma sentite molti gemiti di paura e disperazione: questo rito crea una sorta di senso di paura, istintivo.
La stessa Tanya sembra tra l'ipnotizzato e il terrorizzato... quando Wurrzag crolla a terra si alza con un mezzo grido, selvaggio, e poi torna ad accosciarsi assieme agli altri guerrieri. 

Il Colosso si avvicina al capoclan e, constatato che è ancora vivo, lo solleva tra le braccia e lo adagia più composto sul terreno impregnato di sangue "Un grande atto di coraggio e amore per la nostra gente. Wurrzag è un orco dal cuore vero e l'anima grande come il cielo. Ora i miei apprendisti dovranno impegnarsi per reggere il confronto davanti allo sguardo degli spiriti..." si volta verso di loro "Dovrete per prima cosa purificarvi. Prendete un umano a testa, uccidetelo e lavatevi con il suo sangue. Io chiamerò a noi le anime della terra che qui sono state rovinate e ferite: le nutrirete con il sangue dei prigionieri, e con la vostra energia. Se sarete saggi e avrete fatto tesoro dei miei insegnamenti, allora sopravvivrete. Altrimenti perirete"

NOTA per gli apprendisti

Spoiler

Sarà comunque una scena narrativa, non vi uccido i personaggi appena fatti XD

 

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Gurak

Il rituale di Wurrzag è di grande ispirazione e sento il sangue pomparmi nelle vene come nella frenesia della battaglia. Le parole del Colosso sono come il mastro birraio che toglie con un colpo netto il tappo alla botte di birra fermentata e che la fa esplodere in un impetuoso fiume alcolico: non me lo faccio ripetere due volte e mi precipito alle case adibite a prigioni dove teniamo rinchiusi alcuni degli umani.

Mi dirigo senza indugio dove abbiamo confinato i soldati sconfitti e entro scrutandoli uno ad uno: non voglio un contadino che non abbia mai impugnato un'arma, nè un veggio, nè un donna o un bambino, nè un soldato che sia troppo ferito per combattere dignitosamente. 

Se devo dimostrare al Clan e agli Spiriti che Gurak è pronto ad entrare ufficialmente tra gli adulti, mi serve un avversario degno il cui sangue possa dissetare la terra. Pianto i piedi davanti ad una manciata di soldati che sembrano in grado di combattere ad armi pari e, in un comune imparato duramte gli ultimi mesi dico ad alta voce: C'è un volontario che voglia affrontarmi? O devo scegliere io? 

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Yurdu

La richiesta del Colosso è semplice e sensata.

Non abbiamo preso parte al bagno di sangue e quindi, ora, dobbiamo lavarci in esso. L'unica cosa poca certa è quale possa essere il sangue più gradito agli spiriti e alla terra madre. 

Mi affianco quindi, pensieroso, a Gurak, mentre rifletto sulle debolezze degli umani che potrebbero risultare sgradite nel rito. 

Alla fine, l'iniziativa di Gurak precede il risultato della mia stessa riflessione e mi trova assolutamente concorde. 

"Due volontari. Due", aggiungo, guardando i soldati. 

Non farà, in fondo, troppa differenza. Sono pur sempre dei Pellerosa.

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Gurak

Nessuno? Prometto sul mio onore che se mi sfidi e mi batti sarai libero di andare e nessun orco ti torcerà un capello - dico guardandomi intorno cercando di incrociare lo sguardo con quelli che facevano parte della guarnigione cittadina. 

Altrimenti verrà lei - dico prendendo per i capelli e facendo alzare una delle giovani ragazze presenti che sono state risparmiate dalla mattanza

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Yurdu

Non ho problemi, in realtà. 

Studio gli umani seduti e cerco di capire quello che mi sembra più grosso e pericoloso. 

Gli spiriti se lo faranno piacere, qualora non dovessimo proprio incontrare la collaborazione dei Pellerosa. 

"Uno vale uno", dico. 

"Potete avere il primo colpo: vediamo se questo vi fa recuperare un po' di coraggio".

Modificato da Ghal Maraz
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Scania

Il rituale fatto da Wurrzag mi fa ardere il fuoco nelle vene e venire voglia di uccidere altri umani. Ma non è questo il momento. Adesso tocca ai due giovani orchi che stanno per diventare adulti. Li vedo avvicinarsi ai prigionieri umani e chiedere due volontari che li affrontino. Gli umani non si muovono. Non so perché non capiscono o perché hanno troppa paura ma bisogna che il rituale vada avanti. Afferro un braccio di Tanya che nel frattempo sembra essersi un po' ripresa dal rituale del capo "Va da loro, convinci due soldati ad affrontare i cuccioli orchi. Digli che i due orchi affronteranno due uomini oppure uccideranno 10 cucciole di umano" 

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Tayyip

Lancio un lungo sbadiglio, prima di dare un altro colpo di acqua di fuoco. Tutta questa messinscena mi annoia, la trovo stupida, non avrei nessuna voglia di lacerarmi o ferirmi solo per compiacere il Colosso e i suoi amici, reali o immaginari.
A quanto pare tutto ha grande presa sui pellerosa come sugli orchi, impauriti o galvanizzati dallo spettacolo. E' naturale perciò che Wurrzag debba rovinarsi in queste faccende, anche se avrebbe potuto scegliere qualcosa di meno doloroso.
Ancora una volta sono ben contento di non fare il capo, e ancor più di essermi guadagnato il passaggio all'età adulta senza perdite di tempo e sangue in inutili manfrine.
Soddisfatto, prendo un altro sorso di bevanda, mentre sento la testa farsi pesante e il sonno chiamarmi.

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Tanya interviene, su richiesta di Scania, e aiuta i due apprendisti a farsi comprendere dagli umani. Ma anche la gestualità di Guark aiuta non poco. 

Dopo qualche istante di silenzio, e qualche istante di bassi mormorii, due giovani si alzano in piedi. La ragazza afferrata da Gurak sembra ora più disperata che spaventata, e prima di raggiungere gli orchi uno dei due umani le si avvicina e la rassicura un po'. 

"Dateci una spada" chiede uno dei volontari a Tanya. In assenza di Wurrzag l'umana si rivolge ai guerrieri presenti, Arkail, Argor e Scania. Sarà il caso di armarli?

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Arkail

Non mi sorprende molto il fatto che gli umani siano così restii nell'affrontarci. Alla fine, tra una minaccia e l'altra, in due si fanno avanti. Dopo le dovute traduzioni di Tanya, capisco cosa vogliono i sacchi di letame. Un'arma, una spada, un qualcosache possa farli passare a miglior vita con un minimo d'orgoglio. Scrollo le spalle: la loro fine è ormai segnata, tanto vale assecondarli. Grugnisco assenso alla donna che finge di essere un orco. Mi avvicino alla pila delle armi ed afferro due spade, nelle mie mani sembrano bastoncini da infilare nei pesci per cuocerli sul fuoco. Mi muovo con una calma innaturale e cammino scandendo ogni passo stringendo le armi sull'elsa, una per mano. Alla fine mi presento davanti ai pellerosa, troneggiando su di loro come una montagna che disegna la sua ombra sulla foresta. Li osservo con sguardo truce, austero, rimanendo in completo silenzio. Tanto non capirebbero una singola parola. Rimango per istanti infiniti lì davanti a loro, poi allungo le braccia in avanti, sbattendo letteralmente le else delle spade sui loro petti. Infine li spingo ad entrare nell'arena, senza badare troppo alle maniere...quindi, con un cenno del capo, faccio segno ai due giovani orchi di raggiungerli per dare inizio al rituale.

Alla fine mi avvicino a Scania. Quanto mi piace intimidire le persone. commento scherzando, pur tuttavia mantenendo un'aria severa in volto.

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Yurdu

"Armati. Disarmati. Poco importa. Non fa nessuna differenza: chiudiamo questa faccenda e offriamo agli Spiriti ciò che vogliono. A loro interessa poco di quale colore sia il sangue che scorre: importa solo che sia versato degnamente", annuisco preparandomi allo scontro tanto atteso. 

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