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Capitolo Zero: Fuggitivo


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Il 21/10/2019 alle 17:04, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 23:50

Capo Ventura || Brezza leggera da Est, cielo terso

Appena vi alzate dal tavolo, Barut intercetta le vostre intenzioni e si para davanti a voi come un guardiano all'ingresso delle scale per il piano superiore. "I signori hanno le camere in fondo al corridoio. La Taverna del Cigno vi augura un sonno placido e una buona permanenza a Capo Ventura." il palmo della gigantesca mano pelosa ospita le due chiavi d'ottone usurate praticamente gemelle. Il bugbear si sarebbe allontanato senza proferir parola alcuna dopo avervi consegnato gli oggetti, a meno che ovviamente non abbiate domande per lui.

Il piano superiore è un lungo corridoio che divide simmetricamente le otto porte di legno semi-scassate immerse nella penombra di appena due lanterne. Le stanze, come prevedibile, tutte uguali: un letto di paglia sostenuto da una cassa di legno, un vaso da notte d'ottone, una panca cadente e un'unica candela accesa. Le finestre hanno gli stipiti rotti e danno una sull'entrata principale della locanda, alquanto rumorosa per via degli avventori, e una sul vicolo buio e puzzolente dietro l'edificio.

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Grazie mille per la solerzia. Aggiungo un sorriso a 32 denti per l'oste quando ci si para di fronte ai piedi delle scale: sebbene la qualità del vitto sia scadente a dir poco, il servizio offerto è all'altezza delle più esigenti richieste. Arraffo rapida entrambe le chiavi con la mano libera, l'altra ancora stretta alla zampa pelosa di Deneb. Solo un'ultimo disturbo, se non le spiace. Avevamo chiesto per un bagno caldo. Avete una sala apposita? O troveremo tutto in camera? Mentre chiedo, infilo le chiavi nel borsello alla cintura e sfilo invece una moneta d'argento che poggio sul palmo peloso dell'oste, il sorriso ancora al suo posto. Prego con tutta me stessa che non se ne sia dimenticato o, molto peggio, che abbia ignorato la richiesta non potendo fornire nulla del genere: difficile crederlo, ma gli usi e i costumi stranieri sono diversi da quelli cui si è abituati, e spesso ci appaiono strani e inappropriati anche quando non lo sono poi così tanto. 

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Deciso a lasciarmi condurre dalla ragazza, aggiungo il mio sorriso al suo quando l'oste ci raggiunge per consegnarci le chiavi delle stanze.

L'idea di togliermi finalmente di dosso tutto e potermi immergere in un catino d'acqua calda, con la deliziosa aggiunta di Elle a tutto questo, mi fa sfuggire un leggero gorgoglio di fusa.

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23 ore fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciassettesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 23:55

Capo Ventura || Brezza leggera da Est, cielo terso

"Troppo generosa, milady. Ho giusto qui quello che vi serve..." Barut si allontana da voi e sparisce per cinque secondi uscendo fuori con una quadara di ceramica fumante grande abbastanza da farci entrare due persone dentro. Per un attimo avete i brividi: un mostro con un pentolone fumante è il tipico cliché da favola per bambini e dopo i pericoli che avete affrontato in mare l'ultima cosa che volete è essere mangiati dal brutto orco cattivo.

Ma le intenzioni di Barut si rivelano meno complicate quando vi supera e porta il contenitore al piano di sopra facendo scricchiolare ogni gradino delle scale per poi lasciarla in fondo al corridoio, equidistante da entrambe le stanze. Se ci fate attenzione, noterete che la pentola odora ancora della zuppa che avete mangiato stasera.

 

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58 minuti fa, Bellerofonte ha scritto:

Diciottesimo giorno del IV mese, anno 1492, ore 00:00

Capo Ventura || Brezza leggera da Est, cielo terso

Allo scoccare di mezzanotte l'oste inclina leggermente la testa per indicare l'assenso alla richiesta del felinide e piazza la tinozza nel centro esatto della sala. "Buon proseguimento di serata. Sarò al piano di sotto se necessitate della mia presenza." i passi pesanti si perdono nel corridoio insieme alla goffa figura. Rimanete soli soletti.

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La bocca ancora secca per la visione scioccante, sussurro semplicemente un Grazie, grazie infinite all'oste, mentre una parte della mente ragiona affannosamente sui possibili, remoti scenari che potrebbero mai comprendere o richiedere la presenza di un bugbear di due metri: l'unica che mi si affaccia senza farmi rabbrividire è quella di una rissa, tra l'altro in pieno stile con l'infimo livello della locanda. Accantono le idee sul bugbear e squadro con occhio critico la stanza e il catino fumante: tutto sommato, tornare a dormire sulla mia piccola Incubo non mi sembra affatto una cattiva idea, anzi, nonostante l'attrattiva della doccia calda. Sospiro e stringo forte la mano a Deneb Bene, questa è la tua o la mia stanza? domando senza voltarmi, effettivamente poco felice di entrambe le opzioni. Lascio il tempo al gatto di pensarci, mentre rifletto anch'io sulla questione senza accennare un solo movimento Io... credo che sarebbe meglio che io prenda questa stanza... si, direi che è meglio... non mi va di uscire dalla vasca e dover attraversare il corridoio... magari da sola... tiro con più forza la mano a Deneb, portandola a cingermi la vita e costringendolo ad avvicinarsi a me, mentre contemporaneamente faccio un passetto indietro, così da andargli incontro. Quando lo sento premere contro la mia schiena volto solo il capo e lo guardo negli occhi: non spiccico una parola, lo guardo e basta dal basso verso l'alto. D'altronde, quei dodici pollici di altezza in più fanno una grande differenza, e io a malapena gli arrivo al petto. Lascio scorrere i secondi, aspettando la sua replica e sperando che quel contatto riesca a trasmettergli più di quanto abbiano fatto le parole. 

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Una volta che la porta alle nostre spalle si é chiusa e che siamo finalmente rimasti soli nella stanza, lascio che le ultime parole circa la logistica trovino da sole il loro posto, ovvero che vadano a perdersi fra il brusio proveniente dal piano sottostante.

Elle mi attira a se, le cingo la vita con il braccio libero, accogliendo piacevolmente quel contatto tanto desiderato.

Il suo volto torna a cercare il mio, così come i suoi occhi. Con la zampa sul collo salgo, scivolando lungo la mascella fino al mento, seguendo una linea immaginaria e accompagnandone il movimento.

Mi avvicino e le mie labbra vanno a cercare le sue, fermandosi così vicine che soltanto i nostri respiri restano a dividerle. Poi la bacio finalmente, stringendola a me .

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Il bastardo che mi occupa il cervello quando comincia ad avvicinarsi cessa di colpo quando le labbra sfiorano le mie. Un piacevole e leggero niente avvolge e riempie la mia  mente, impedendo a tutte le voci di farsi sentire. Mi godo quelle labbra morbide e calde lentamente, senza fretta, lasciando che le sue mani facciano quello che vogliono. In effetti, sento il corpo bollente e formicolante, e non mi accorgo di dove siano le mani di Deneb. Quando ricomincio a connettermi con la realtà, mi sta stringendo a sé in un abbraccio caldo e soffice; ricomincio anche a sentire le voci nella mia mente, chi arrabbiata chi entusiasta, anche se ancora soffocate dalla patina di felicità. Comunque sia, mi rendo conto che stiamo correndo un po' troppo, bruciando le tappe ad una velocità esagerata. Sposto appena la gamba destra, spingendola tra le sue, quindi gli mordo il labbro inferiore, forte il tanto che basta a costringerlo ad interrompere il bacio. Quando lo fa, scivolo agilmente fuori dall'abbraccio, sfruttando come leva le nostre gambe incrociate e mi porto alle sue spalle, cingendogli il petto con le braccia  e spingendo la faccia nella sua schiena. Da lì, con voce soffocata, gli sussurro Continui a dimenticare le regole, gatto. Sorrido, tenendolo stretto, e continuo a mugolare Stai mettendo a rischio i tuoi grattini come non mai. Sciolgo l'abbraccio e mi avvicino al letto. Lascio andare lo zaino e comincio a frugarci dentro alla ricerca di stracci e della toeletta. Poggio tutto sulla panca e mi sfilò la maglia di dosso: mi sento bollente e il calore che arriva dalla vasca è solo in parte responsabile. Mi volto di nuovo a fronteggiarlo con le mani sui fianchi Ora, voi gatti ci vedete benissimo al buio, tante grazie, ma io no. Vai a prendere la candela in camera tua. Gli lancio la chiave della sua stanza e aspetto che esca. Non appena lo fa, mi spoglio in un lampo e mi infilo nella vasca, immergendomi completamente. L'acqua calda mi rilassa e comincia a sciogliere i muscoli tesi dall'eccitazione e affaticati dai numerosi sforzi. Riemergo e poggio la testa contro il bordo, uno sorriso beato stampato sul volto, lo sguardo acceso dal desiderio Ci stai mettendo troppo, gatto. Chiamo appena più forte verso la porta, ansiosa di cominciare il secondo round. 

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Mi lascio andare, concedendomi alle sensazioni del momento. Morbide calde voluttuosità carnose. L'idillio viene però spezzato da un leggero dolore, apro gli occhi e trovo Elle che si sta divincolando dal mio abbraccio, scivolando alle mie spalle.

Mi parla nella schiena, mi parla di regole " Già già, colpa mia... " le rispondo ironico  circa le sue regole" Anche se continuo ad essere convinto di meritarli " 
Prendo al volo la chiave, mentre torno nuovamente e studiarne i dettagli del corpo che mi vengono offerti ora che si è tolta la maglia pesante " Strano che non mi stia dando la colpa anche di questo " la schernisco mentre guadagno la porta.

Raggiungo di volata l'oste al piano inferiore facendomi dare qualche candela extra e tornando su in men che non si dica. Giusto in tempo per sentirla lamentarsi del fatto che ci stia mettendo troppo. Entro nella stanza, chiudendo a chiave la porta alle mie spalle. Mi volto e la trovo immersa nella tinozza, l'acqua le ambisce la bocca, lasciando tutto quello che c'è al di sotto, seminascosto dall'acqua lattiginosa e fumante.

Desideroso di non dargliela vinta troppo presto, ci metto qualche attimo di più di quelli necessari per accendere le varie candele e disporle in maniera tale da avere luce sufficiente, ma non rischiare di dare fuoco alla stanza. Comincio a liberarmi delle mie cose, poggiandole da una parte, piegandole e sistemandole, fino a rimanere solo con i pantaloni.

Prendo la panca, posizionandola alle spalle della ragazza, mi siedo su di essa. Immergo uno dei panni nell'acqua calda, premurando che le vada a sfiorare il corpo, quindi prima di tirarlo fuori le sussurro " Dovresti farti un pochino più avanti o altrimenti non posso adempiere alla mia promessa "

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Mmm... complicato... e stancante... blatero a vanvera, giusto per allungare un pò di più l'attesa. In fin dei conti, anche se non lo ammetto neanche con me stessa, è il gioco che mi diverte, non i prevedibili finali: quel tira e molla, a volte lento, a volte rapido, che porta due persone ad avvicinarsi e, come comete, a prender fuoco non appena la distanza si riduce e si entra in contatto con l'atmosfera; il rischio di bruciare fino a consumarsi, quello di rimbalzare e allontanarsi più veloci di quanto ci siamo avvicinati, le scarse possibilità di qualcosa di duraturo. Mi volto a pancia sotto e lo guardo da sotto in su dritto in faccia. Sembra davvero pronto a lavarmi la schiena, una manopola in mano e lo sguardo concentrato, ma l'espressione beffarda è lì, nascosta sotto ai baffi. Se mi metto così invece? Con le mani mi aggrappo al bordo della vasca proprio di fronte a lui, i piedi che appena spuntano dall'acqua all'estremità più lontana, il mento poggiato sulle mani Ci sto più comoda... non sono costretta a stare seduta tutta rigida... voglio rilassarmi... Lo guardo con un espressione angelica, aggiungendo placida ...oppure potresti entrare anche tu qui: spazio ce n'è in abbondanza... mi volto appena a guardare i piedi subito al di fuori dell'acqua,che la sfiorano appena di tanto in tanto ...non vorrei mai che fossi costretto a lavarti con l'acqua ghiacciata. 

Modificato da aykman
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Continuo a guardarla, mentre sono seduto " Certo, certo... come sei più comoda " le rispondo, mentre la mia attenzione viene catturata da due splendide collinette che sporgono dall'acqua " Si certo è importante rilassarsi... "

Torno a quindi a guardarla in viso, un'espressione che avrebbe potuto trovare benissimo posto su una bimbetta " Devo dire che non mi aspettavo una simile premura. Mi vedo costretto ad accettare, non vorrei passare per maleducato... "

Mi alzo dalla panca, cominciando ad abbassarmi i pantaloni, quando faccio finta di accorgermi della sua presenza solo in quel momento " Sai com'è con tutte queste malintenzionate in giro... " le poggio quindi il panno sulla fronte, a coprirle gli occhi.
Faccio qualche passo sul lato della tinozza completando l'operazione ed immergendomi a mia volta.

Modificato da Redik
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Rido di gusto per l'inaspettata mossa, al tempo stesso carina e crudele. Rimango così, col naso per aria e gli occhi bendati, allungata nella vasca, mentre aspetto che finisca di spogliarsi ed entri in acqua. Una scarica elettrica mi percorre il corpo quando, immergendosi, mi sfiora la pelle, una sensazione di calore che mi riempie dentro oltre che avvolgermi fuori. Mi volto verso Deneb, ancora con la pezza sul viso Hai fatto? L'acqua è abbastanza calda per te? Rido ancora, incapace di contenere la felicità che mi sta dando alla testa Posso levarmi la benda? chiedo ancora, ruotando il corpo e poggiando nuovamente la testa sul bordo, le gambe allungate mollemente sott'acqua. Ignoro il commento sulle malintenzionate, per ora: suona troppo, troppo calzante per me al momento.  Ti concedo due minuti per rilassarti. Hai fatto quasi da bravo, te li sei meritati. Sorrido rivolta al soffitto, in trepidante attesa di sentirlo avvicinarsi. Senza nemmeno accorgermene, mi mordicchio il labbro.

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Il contatto con l'acqua calda é qualcosa di fantastico, lo é ancora di più se unito a quello con le gambe di Elle.

La guardo ridere intanto che si gira " Be si, direi che per una volta non mi posso lamentare... Anche se qualche grado in più non sarebbe stato male " ridacchio a mia volta, guardandola sistemarsi, allungando le gambe, in parte incurante di dove potrebbe arrivare a toccare.

" Mmm non so... " le rispondo alla storia della benda, mentre con la coda comincio a salire lentamente verso la sua gamba " Potrebbe essere divertente non farti vedere da che parte potrebbe arrivare il pericolo... "

Continuo a sorridere, con quel sorriso sghembo che mi si stampa sul volto quando sono particolarmente felice e malizioso " Be allora magari un paio di minuti di relax me li prendo " 

Sparisco sotto la superficie, riemergendo qualche attimo dopo, godendomi il caldo abbraccio dell'acqua.

Una volta riemerso, poggio le mie zampe sui suoi piedi, solleticandoli ed massaggiandoli al tempo stesso, mentre con la coda salgo un po' di più andandole ad avvolgere il polpaccio, fissandola e cercando di cogliere le sue reazioni.

Modificato da Redik
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Quando mi tocca i piedi, di nuovo una scossa mi attraversa, un brivido caldo che mi travolge e annulla ogni pensiero cosciente dalla mia mente, lasciando spazio solo ai sensi: la vista impedita rende gli altri sensi più acuti, così mi rendo conto delle mani che piano avvolgono i piedi e li massaggiano, qualcosa di più soffice che risale lungo una delle gambe, l'odore pungente della mia eccitazione che si affaccia agli altri più intensi di sudore e sapone, e i minuscoli gorgoglii che produco involontariamente mentre il piacere mi avvolge. Mordo più forte le labbra, mentre la tensione mi irrigidisce i muscoli. Mmm... che carino... mugolo appena, aggrappandomi con forza ai bordi della vasca ...non fermarti... continua... proseguo affannosamente, godendomi il massaggio alla cieca, sforzando di rilassare i muscoli dello stomaco contratti, le mani che si contraggono sul bordo della vasca, sbiancando. Potresti essere... ahh... un bravo... mmm... il mio preferito...   Comincio a divincolarmi appena, a scatti a stento trattenuti, il calore dentro di me superiore a quello esterno, il desiderio che soffoca la ragione ...ancora... ancora...

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Ricevuta una conferma, nemmeno troppo velata, che sto toccando i tasti giusti, continuo a massaggiarle i piedi ancora un po', mentre con la coda continuo a risalire lungo la gamba, fermandomi alla base del gluteo e saggiandone la rotondità.

Continuo a non dire nulla, non ce ne sarebbe nessun motivo oltretutto, sorridendo però alle allusioni circa essere il suo preferito. Le lascio ancora qualche momento, continuando il massaggio, quindi approfittando della leggerezza conferitami dall'acqua, avanzo leggermente verso di lei, salendo dai piedi alle gambe, facendomi lentamente strada fra di esse.

Piccole gocce d'acqua cadono dal pelo bagnato, intervallando il brusio proveniente da sotto ai piccoli gemiti e le parole sconnesse della ragazza.
Faccio tutto con estrema calma, in fondo bramavo questo momento da giorni, non vedo perché non debba gustarmene ogni attimo ora che l'ho ottenuto.

Modificato da Redik
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Lo sento risalire, piano piano, dai piedi verso le gambe, portando la temperatura del mio corpo alla soglia dell'ebollizione. Mi fanno male le mani da quanto stringono il bordo della vasca, disperato appiglio al mondo reale dal quale le carezze del gatto mi stanno rapendo: mi trattengono dal muovermi incontro a lui e lasciare che mi prenda e mi consumi, falena accecata dal bagliore di una fiamma, innamorata vittima del proprio carnefice. Sento sempre più forte la voglia di levarmi la pezza bagnata dagli occhi, ma l'eccitazione che mi trasmette il dover sottostare a quell'unica regola è enorme, incalcolabile; l'impedimento a un senso, che pertanto non può godere del piacere, rende più forte quello percepito dagli altri. Quel poco di conversazione che le voci nel mio cervello riescono a far arrivare alla mia coscienza attraverso il velo del piacere suonano unanimemente come fusa. Un sorriso più ampio si allarga sul mio volto all'idea sfocata della concordanza tra fusa e gatti, subito soffocata da una sferzata ai nervi quando sento la coda arrivare alla parte alta della coscia. Trattengo sonoramente il respiro, irrigidendo nuovamente le gambe e il bacino sotto la spinta della nuova scossa, solo un momento e poi di nuovo liquida e bollente come l'elemento da cui sono avvolta Gatto... respiro pesantemente, appena mi ricordo di respirare nuovamente ...dove vuoi arrivare?... mi mordo di nuovo le labbra, mentre lo sento farsi spazio tra le mie gambe, risalendo lento e inesorabile, ogni centimetro conquistato una nuova scossa, ad ogni scossa il cervello che si spegne e il fiato che mi manca. Da qualche parte sul fondo del cranio un pensiero fluttua, portando con sé un'ironia velata di piacere e sarcasmo, mescolandosi ad altre voci più sconnesse un piacere ed eccitazione tali le abbiamo provate poche, pochissime volte... e ancora siamo solo ai preliminari... chissà quanto durano i gatti... oddio muoio...

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Al contrario suo, io posso vedere e godere appieno della scena che ho davanti. Onde di passione e desiderio, scaturiscono dal corpo di Elle, increspando l'acqua ed allargandosi fino a me.

Il sorriso ebete e compiaciuto stampato sul volto, i respiri che a loro volta si fanno profondi e lenti, il contrasto fra la rilassatezza imposta ai muscoli dall'acqua calda e la rigidità che invece oramai pervade altre parti del corpo.

Le perdono ancora una volta il fatto di continuarmi a chiamare gatto, in fondo ora come ora non potrebbe importarmene di meno, avendo però cura di rispondere a tono alla sua domanda " Mia cara, dovresti sapere bene cosa fanno i pionieri no... " continuo lento, ma imperterrito ed inesorabile ad avanzare, la coda che scivola lasciva, risalendo fino alla base della schiena.

Le zampe avanzano sulle cosce. Sfrutto gli artigli per esercitare una leggerissima pressione e darle come dei minuscoli pizzicotti, grattando lievemente quando ridiscendo per qualche centimetro, come se il movimento stesso fosse comandato dalle onde che lei stessa provoca. 
" Esplorano! " le gambe finiscono, mi soffermo per un'istante fra di esse e il bacino, per vedere le sue reazioni, per darle l'illusione che sia il momento, quindi salgo lungo la pancia disegnando dei piccoli cerchi su di essa, sui fianchi e sotto il seno.

Con il corpo sono sempre più vicino al suo, al momento gli unici punti di contatto tra noi sono le mie zampe e la coda. Ne percepisco comunque il calore, chiaro ed evidente, nonostante la temperatura dell'acqua stessa.

Modificato da Redik
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Bastardo Mi mordo con forza le labbra, e la voce deformata esce fuori in un sibilo tagliuzzato dai denti stretti quando, convinta che finalmente questa deliziosa tortura sia arrivata alla fine, mi rendo conto che volutamente mi ha guidato su questa falsa pista. Una parte del cervello registra l'evento con un ricchezza di dettagli: le rappresaglie per i comportamenti impropri arriveranno, a tempo debito: magari quando smetto di goderne appieno ogni singolo istante. Sono tesa come una corda di violino, l'attesa mi snerva, anche se non si tratta di attesa: ogni momento porta con se qualcosa d nuovo, di magico. 

L'ennesima carezza, il corpo leggero, privo di peso e la mente vuota, poi l'esplosione, una scossa più forte delle altre, inarco la schiena sotto una spinta che neanche io so da dove arriva: i piedi piantati sul fondo della vasca spingono, spingono portando il bacino in alto, il petto buca la superficie dell'acqua, sollevandosi alto, la testa reclinata all'indietro oltre il bordo della vasca, una cascata d'acqua che va ad allagare il pavimento di legno. Ahhh Un grido soffocato e gorgogliante, liberatorio, poi le scosse, via via meno intense, che si propagano dalla pancia dove ora le zampe di Deneb poggiano, le forze che via via mi abbandonano, quindi un lento inabissarsi, il respiro pesante e un leggero tremito delle spalle, presto nascoste sotto le piccole onde sconvolte. Mi lascio scivolare sul fondo; persino le mani, private di forza, abbandonano i bordi a cui erano ancorate. Solo la testa, reclinata sul bordo, mi impedisce di affondare completamente. Mi ritrovo seduta, il mento lambito dall'acqua, una sensazione di abbandono e piacere in ogni angolo del corpo, la mente silenziosa e compiaciuta: arrivata, eppure ancora in attesa, sfinita ma pronta a ricominciare, il sorriso scomparso per far posto ad un'espressione di estremo appagamento. Non mi rendo conto del tempo che passa, solo dell'attesa della prossima mossa, che fa montare di nuovo l'eccitazione, energia allo stato puro che mi pervade anche se mi sento svuotata. E sento in questa energia la richiesta di nuovi stimoli. Cerco di parlare, ma ho la bocca  impastata, e dopo qualche tentativo rinuncio.   

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La tensione nei muscoli della ragazza è palpabile, l'offesa, sputata fuori dal groviglio di denti e labbra, mi conferma la mia mossa è stata gradita e maledetta allo stesso tempo.
E infatti qualche carezza dopo, la tensione rompe gli argini, la schiena di Elle si inarca, portando le mie zampe dalla pancia al seno che ora svetta fiero fuori dall'acqua.

Il bacino lambisce sprezzante il pelo dell'acqua, avvicinandosi al mio petto e al mio volto. Quando torna nuovamente ad abbandonarsi al caldo abbraccio dell'acqua, le lascio ancora qualche attimo per godersi lo strascico di questo momento di piacere.

Le tolgo la benda, ruoto all'interno della vasca, andando quindi a poggiarmi con la schiena e tutto il corpo su di lei, pesandole dolcemente addosso " Ciao occhi belli... " le dico lascivo, mentre una salva di fusa, mi fa vibrare il corpo.

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