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Quando i lupi scendono a valle


Latarius

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La donnona fa per rispondere ma il tuo interlocutore si intromette nella discussione mentre finisce di scendere le scale «Sapendo del vostro arrivo mi sono permesso di farvi preparare qualcosa» esclama per poi voltare il capo verso la donna «Allora? Non far ripetere il Cavaliere. E prendi La bottiglia». Noti come a te dia del voi e parli con tono gioviale per poi dare del tu alla donna ed usare un tono freddo. Il Cavaliere viene pronunciato con una vena velata di sarcasmo che sfugge alla donna ma non a te ed ai tuoi «Ed anche cinque bicchieri...» termina alla fine avvicinandosi al bicchiere.

Cinque bicchieri? Inizia a riflettere sul fatto che incluso il conte siete in sei ma, nel voltarti ti rendi conto che Khadgar non è entrato nella locanda con voi e sembra aver colto l'occasione per defilarsi di soppiatto.

La donna intimidita ed infastidita dal conte ti risponde che ha della zuppa calda e del pollo arrosto con le patate. Nel frattempo mette una mano sotto al bancone e tira fuori un fiasco di vino rosso, il tappo è sigillato a cera con il marchio dei Frey. I vigneti dei Frey sono molto famosi e dubiti che la locandiera possa permettersi di servire una bottiglia del genere, sicuramente è opera del tuo interlocutore. Infatti l'uomo caccia un corto coltello da dietro la schiena e lo usa per rimuovere il sigillo di cera. Sembra pratico in questo ma dalle sue mani e da come maneggia il coltello dubito che abbia mai impugnato una lama per tagliare qualcosa di più letale di un foglio di carta o di un tozzo di pane.

«Perché?» esclama con fare sorpreso a sua volta «La corona non dimentica. Siete stato lasciato in pace, non dimenticato...» mentre parla si avvia verso il tavolo da te scelto. Quello vicino al cammino è occupato ma ce ne sono solamente altri due sugli angoli, soltanto uno dei due permette a voi quattro di sedervi tutti dallo stesso lato del tavolo, così scegliete quello. Incidentalmente ha anche una visuale perfetta sulla sala.

«Ah, perdonatemi pare che io abbia dimenticato le buone maniere...» dice con fare teatrale passandosi una mano sul volto «Maximilién de la Frey. È un piacere per me fare finalmente la vostra conoscenza...» esclama poi facendo un mezzo inchino ed occupando il posto a sedere dinanzi al tuo.

Quando ti rivela il suo nome capisci immediatamente chi è. Lo avevi visto nel tuo unico incontro con la regina, tra le persone che componevano la sua cerchia interna ma, non avevi mai potuto collegare un nome a quel viso. Conosci anche il suo nome, o almeno sai qualche voce sul suo conto. Sai che Maximilién de la Frey è il figlio primogenito del defunto fratello della regina. Sai inoltre che per qualche motivo venne allontanato da corte in età adolescenziale per qualche motivo, alcuni dicono che sia stato inviato in qualche monastero ma nessuno lo sa per certo. E tutto questo lo sai per via dei pettegolezzi di alcune damigelle che hai conosciuto.

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Principali partecipanti

Chino leggermente il capo in segno di rispetto, poi sogghigno.

-Perdonate i miei dubbi, ma sono certo che se questa guerra non fosse mai iniziata, a vostra zia non sarebbe spiaciuto apprendere di una mia dolorosa morte...

Del resto a me non spiacerebbe apprendere della dolorosa dipartita di parecchi nobili dignitari del regno, ahimé più da questo lato del confine che non dall'altro, ma voi non siete fra questi, quindi non c'è ragione che io vi tedi con questi discorsi...

Sarò prevenuto, ma suppongo che la nostra regina si sia ricordata di noi in occasione della scomoda situazione in cui si trova il regno...

Quello che mi stupisce è la vostra presenza, insomma, io sono un cavaliere destituito, un disertore a capo di una piccola banda di armati... E mi mandano addirittura un membro della famiglia reale? 

Sono onorato, ma nella mia esperienza l'onore va di pari passo con le fregature...

Quindi non consideratemi scortese se vado diretto al punto, in cosa possiamo servirvi?-

 

 

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La donna vi porta prima i cinque bicchieri per poi scomparire nella cucina, nel frattempo il vostro interlocutore riempie i bicchieri di vino. Posa la bottiglia e alza il suo bicchiere mostrandotelo brevemente per poi portarselo alle labbra e fare un breve un breve sorso «Un'ottima annata...» commenta posando il bicchiere e leccandosi le labbra ma capisci chiaramente che l'ha assaggiato per primo solamente per mostrarti che non è avvelenato.

«Se questa guerra non fosse mai iniziata pendereste già da una forca...» commenta sogghignando a sua volta «Ma non è con i "se" che si vive e quindi...» lascia la frase a metà allargando le braccia.

«La Corona spesso impone una certa dose di volubilità ed a volte è necessario prendere delle... decisioni scomode...» ti risponde sorridendo in modo tenebroso. Qualcosa nel tuo cervello ti avvisa di non sottovalutare quell'uomo, anche se sei certo che potresti ucciderlo senza difficoltà ti mette a disagio allo stesso modo di Khadgar. 

«Ed io sono colui che prende queste decisioni scomode per conto della cara Zietta... Ma, torniamo a noi! Sei una persona divertente quindi sarò sincero con te. È molto semplice: siete spade ed archi sacrificabili. Io risolvo i problemi per la Corona e voi non dovrete far altro che risolvere problemi di tipo militare per me. Nulla di più e nulla di meno, parola da Signore degli Specchi esclama sghignazzando e portandosi ancora una volta il vino alle labbra.

Quella del Signore degli Specchi è una delle tante leggende comuni al nord ed al sud. Il Signore degli Specchi o Maestro dello Specchio ha tanti nomi diversi a seconda da chi racconta la storia ma, a parte questo tutte le storie concordano. È un demonio tentatore camuffato da mendicante o commerciante di specchi che offre patti all'apparenza fruttuosi ai crocevia agli ignari viandanti. Il Signore non mente mai e non infrange mai il patto ma sfrutta ogni cavillo possibile per rivolgere i desideri dei contraenti contro loro stessi e per farli morire nella sofferenza e poter reclamare così la loro anima. Ora, dubiti che la storia abbia qualcosa a che fare con l'uomo davanti a te, eppure se ci rifletti bene...

«Finite la guerra ed avrete così tanto oro da potervi ritirare fino alla vecchiaia...» dice strizzandoti l'occhio «Se poi vi rivelerete uno spreco di tempo e morirete prima beh, diciamo che nessuno verrà a piangere sulle vostre tombe... sempre a patto che qualcuno vi dia sepoltura. Di solito i traditori vengono lasciati ai corvi...».

Al tuo fianco noti Dohan iniziare a spazientirsi sempre di più.

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-Come dicevo, molto onore è sinonimo di fregatura...

Dubito che ci stiate chiedendo di farvi da scorta personale, per cui prima di parlare del compenso parliamo del lavoro.

Dove vi serviamo e con quali incarichi esattamente?-

 

Poso una mano sul braccio di Dohan e stringo leggermente, come ad intimargli di stare  calmo.

La diplomazia uccide quanto la spada, ma protegge più dello scudo. Un concetto molto impegnativo da digerire per un orco, ma Dohan è il mio secondo ed è bene che impari queste cose.

 

Bevo un sorso di vino ed ammicco per mostrare il mio apprezzamento.

-Dopo che sapremo nel dettaglio di cosa stiamo parlando, allora potremo parlare di oro... Adesso parliamo del sangue che dovremo versare-

 

 

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Nel frattempo la donna torna dalla cucina portando, in equilibrio precario sulle braccia, tutto quello che le avevate ordinato prima. Appena lascia le portate sul tavolo Maximilién la fa segno con le mani di andarsene, come se stesse scacciando una mosca «Sei congedata» dice semplicemente prima di disinteressarsi a lei. La donna grugnisce un qualcosa di volgare sottovoce e si allontana su per le scale.

L'uomo scoppia a ridere, sinceramente. Nell'osservarlo ridere ti rendi conto che è una di quelle bellezze non comuni che fanno sciogliere i cuori delle donne con nulla di più di un piccolo sorriso. Quando finalmente si calma ti risponde «Io risolvo i problemi non li prevedo! O almeno solo entro un certo limite! Ed anche se avessi al mio servizio un oracolo comunque non vi rivelerei assolutamente nulla!».

Quando stringi con forza il braccio del tuo vice lui sposta la sua attenzione su di te, dopo qualche secondo fa un profondo respiro e rilassa la muscolatura contratta. Annuisce anche se tutto dell'uomo gli da ai nervi.

«Mentirei se dicessi di non avere già un problema spinoso da assegnarvi ma, ovviamente sono informazioni riservate. Se ve le rivelassi e voi decideste di fare marcia indietro sarebbe un bel guaio...»

Il vino è ottimo, ha un sapore forte e secco ma non troppo da risultare sgradevole al palato. Ha un sapore iniziale fruttato, noci e frutti di bosco diresti, mentre ti lascia in bocca un retrogusto di rose. Viste tutte queste rose quasi ti viene quasi da pensare che stia per saltare fuori un tizio che si proclami Cavaliere della Rosa pronto a sfidarti per difendere l'onore della regina.

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MI rilasso visibilmente sulla panca di legno.

Gli piacciono i giochetti, ma io non ho fretta.

Voglio farmi un'idea chiara della situazione, in modo da poter poi tirare sul compenso, ma anche per curiosità.

Se vuole andare avanti tutta la notte con questa farsa, per me va bene, non sono le mie terre quelle che l'impero sta mettendo a ferro e fuoco.

-Mio signore, lo sapete che da Kharakar a qui c'è quasi un mese di strada? Non facciamo stupidi giochetti e parliamo come si conviene fra uomini.

Sapete bene quanto me che non ho scarrozzato i miei uomini fino a qui per poi fare marcia indietro.

Vedete, l'oro non è mai troppo, ma con la passata guerra ci siamo fatti un bel gruzzolo... Avremmo potuto restarcene a casa, ma sarebbe stato molto scortese ignorare un invito della corona.

Ma non è solo questo, lo sapete che sono quasi sei mesi che io ed i miei non uccidiamo nessuno? La battaglia è come una droga, non si smette facilmente una volta che ti è entrata nel sangue.

I miei uomini hanno voglia di combattere, potrei farlo per i vostri nemici, certo, dall'altra parte ci stimano, a differenza della maggioranza di questa fazione... Tuttavia mio fratello combatte per voi ed io non incrocerò mai la mia lama con la sua. Senza contare che, voi presente, promisi di non combattere mai contro vostra zia.

Per cui rasserenatevi, i vostri segreti sono al sicuro, mettetecene a parte. Dopo parleremo del compenso.-

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«Potreste, in fondo non posso revocare quel salvacondotto che vi coprirebbe per buona parte del viaggio di ritorno. E visto il vostro passato dubito fortemente vi interessi riservare alcuna cortesia alla corona. Ma prenderò le vostre parole come un si, con tutte le conseguenze del caso...» dice alzandosi dalla sedia di legno «Pensate a rifocillarvi ora, tornerò in un istante» l'uomo parla con una calma ed una noncuranza non adatta a qualcuno che si trovi a dover risolvere situazioni tale da richiedere il vostro ingaggio. Inizi a domandarti se sia così perché ritiene di avere tutto sotto controllo o se affronti ogni situazione in questo modo.

In piedi l'uomo ti guarda dall'alto in basso «Ecco che arriva la tanto attesa minacciata. Avrei anche voluto evitarvela ma immagino capiate la mia posizione. Non posso proprio esimermi» dice con fare divertito «Tradite la mia fiducia e fotterò voi ed i vostri cari!» poi vi sorride e si volta come se nulla fosse andando verso le scale.
Sale le scale mentre vi lascia a rimuginare sulle sue parole.

Dopo qualche secondo di silenzio Dohan richiama la tua attenzione «Cosa facciamo? Vorrei tanto spaccargli quel visino da donnetta...»

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-Non ne dubito... E immagino che le sue minacce ti abbiano terrorizzato almeno quanto me...-

Dico con tono sarcastico.

Non mi è piaciuto essere minacciato, ma capisco le motivazioni di Frey.

Evidentemente non è abituato a trattare con i soldati, gente come noi che vive alla giornata e rischia la vita ogni minuto.

Per chi fa la nostra vita, una minaccia, per quanto reale, vale meno del piscio di cavallo.

Anzi, può essere vista come una sfida e portare a conseguenze disastrose.

Non dubito che in mia assenza Dohan avrebbe tagliato il nobile in due seduta stante, forse un tempo lo avrei fatto anche io, ma ora riesco a comprendere almeno in parte il suo punto di vista.

Non ha mai trattato con gente come noi e non sa come porsi.

Del resto, non ha molta necessità di porsi in modo particolare, l'oro è tutto ciò che serve per metterci in moto, tutto il resto è solo un teatrino di ego che si scontrano.

Sospiro.

-Questo è uno degli uomini più potenti del regno, se c'è qualcuno che può renderci ricchi, quello è lui.

Va bene, è un borioso damerino, ma sono sicuro che nel suo ambiente sia letale quanto noi lo siamo nel nostro... E poi noi dobbiamo per forza combattere questa guerra.

Se Avallach vince, otterremo oro e terre, in modo da poterci ritirare.

Se perde, dovremo esserci fatti un nome abbastanza terrificante, in modo che l'impero faccia lo stesso ragionamento della regina e ci lasci in pace a casa nostra.

Per queste ragioni, sopporteremo in silenzio il comportamento di Frey.

Vuoi sapere cosa facciamo? Te lo dico subito, assaggia il vino e mangia.-

 

Quasi a voler dare l'esempio, sorseggio dal mio bicchiere e mi servo una porzione abbondante di cibo, iniziando a mangiare con l'aria di chi non ha un pensiero al mondo. 

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«Per quello che vale può ficcarsi le sue minacce su per il culo...» commenta grugnendo rumorosamente per poi guardarti con fare serio. Dohan sarà pure facile all'ira per natura ma, non è affatto stupido e tu lo sai bene «Ma... ha scelto bene le parole. Non "Voi ed i vostri uomini" ma "Voi ed i vostri cari"» poi tace lasciando che il significato di quelle parole appesantisca l'aria. Le vostre famiglie sono tutte al sicuro, ma puoi dire lo stesso di Axhaan? Sai benissimo quanto è facile far scivolare una lama nella schiena di un uomo nel caos di una battaglia.

Alla fine Dohan annuisce «Come sempre Capo, tu batti la pista e noi ti seguiamo. Anche in capo al mondo se necessario!» i due uomini che siedono con voi si uniscono alle sue parole «Esatto TreDita commenta quello seduto alla destra di Dohan dandogli una poderosa pacca sulla spalla «Fino in capo al mondo...» ripeto quello seduto invece alla tua sinistra per poi continuare «Si! Ma preferiremmo finire tra le natiche di qualche affascinante dama di cortesia!» poi scoppiano entrambi a sghignazzare. Matt e Tristan, due fratelli, ma per scelta e non di sangue. Sono ottimi tiratori e soprattutto inseparabili quindi di solito non scegli uno senza prendere anche l'altro. 

Decidete di mangiare, il cibo è ottimo ed anche il vino. Nessuno di voi muore in preda alle convulsioni o con la bava alla bocca quindi siete abbastanza sicuri che nulla di quello che avete ingerito sia velenoso. Dohan da solo ha divorato mezzo pollo, un'intera pentola di patate speziate ed un tozzo di pane svuotato ed usato come contenitore per la zuppa. Finite la prima bottiglia così, senza alcun ordine tuo, Tristan va alla ricerca di qualcosa da bere. Scavalca il bancone e ne esce vittorioso dopo una decina di secondi stringendo in pugno la seconda ed ultima bottiglia di vino del de la Frey. Finite anche quella prima che Maximilién si affacci di nuovo dalle scale stringendo una grossa mappa arrotolata sotto il braccio.

Torna da voi guardandovi con fare sornione «Siete sicuro quindi? Da ora non si torna più indietro. Vi chiederei di firmare un contratto con il vostro stesso sangue ma... sarebbe poco pratico!» commenta arcuando un angolo della bocca in un lieve sorriso sbilenco. Il contratto da firmare con il sangue, un altro riferimento alla storia del Demonio del crocevia.

 

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Sogghigno alle parole del nobile.

-Per me i pezzi di carta con due firme non hanno valore, se vi dico che farò qualcosa e  voi mi pagherete il giusto per farlo, allora lo farò.

Promisi a vostra zia che avrei combattuto per lei e l'ho fatto, lo avrei fatto fino alla fine se lei non mi avesse messo agli ordini di minorati mentali che rischiavano di far macellare i miei uomini.

Ora ditemi cosa volete che faccia per voi, ammetto che sono curioso riguardo ad una faccenda così delicata da richiedere nientemeno che l'attenzione del "Ragno tessitore" della casa reale.-

Mi chino in avanti senza dissimulare il mio interesse per la cartina, ho sempre amato le carte topografiche e ne ho studiate molte al tempio, quando ero ragazzo.

Soprattutto mi piaceva osservare le carte riguardanti le cronache e leggende che tanto mi appassionavano.

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L'uomo non risponde alle tue parole ma srotola la mappa e la stende sul tavolo scostando con noncuranza ciotole e pentole, noti soltanto ora che l'uomo porta con se anche calamaio e pennino. Poggia entrambi sulla mappa ed apre il primo.

Spoiler

Quella che vedi è la mappa del casato di Ordeiz e delle immediatamente circostanti a Nord e ad Ovest (si in pratica è a testa sotto, con il nord in basso). A sud (sopra) c'è il confine ed ad est (sinistra) la dorsale. Le due fortezze (Crise sulle montagne e Metilene sul fiume) e la città tra il confine e la foresta sono quelle che hai visto prima sulla tua carina. I confini del feudo a nord e ad ovest seguono le linee della foresta e quindi le altre due città sono fuori dal feudo. 

Perdonami lo schifo ma non ho potuto fare nulla di decente nel modo in cui ho dovuto lavorare.

set3e9.png 

«Undici giorni fa la fortezza di Crise e quella di Metilene sono state prese quasi contemporaneamente. Al contrario degli altri feudi quello di Ordeiz aveva resistito all'assalto imperiale vista l'apparente impenetrabilità di quelle fortezze. Abbiamo ripreso Metilene ma abbiamo continuato a contenderci quella di Crise per tutto questo periodo, la fortezza disponeva di un'intricato sistema di gallerie per la sua difesa che è stato scoperto ed utilizzato a nostro svantaggio dai Gialli. Abbiamo ripreso definitivamente la fortezza ma un contingente nemico ha superato le nostre linee e si è addentrato nella foresta di Cetre. La marca di Ordeiz è isolata essendo l'unico territorio di confine ancora interamente nelle nostre mani, quindi l'avanzata nemica e la foresta sono grossi ostacoli per la nostra cavalleria. Così devo affidarmi a metodi alternativi...» accenna con il capo a te per poi riprende a parlare senza darti il tempo di rispondere. 

Intinge il pennino nell'inchiostro ed inizia a disegnare sulla mappa come se fosse una semplice pergamena priva di importanza. Traccia una lunga linea che parte da Crise e si addentra nella foresta per poi dividersi verso due obiettivi diversi. Indica le linee «Questa è approssimativamente la posizione di una vecchia ed ormai in disuso via che attraversava la foresta, il contingente si sposterà sicuramente su di essa altrimenti la vegetazione rallenterebbe troppo la loro avanzata» indica la cittadina in basso sulla cartina «Peech. La usiamo come uno dei tanti punti di partenza dei carri per il fronte con i rifornimenti. Qualsiasi cosa. Dalle punta di freccia alla cera o all'olio. Praticamente indifesa se non per una piccola guarnigione» poi indica la città a destra della foresta «Levaine. Una delle nostre basi avanzate. La usiamo per spacciare gli ordini ed è un punto di vitale importanza nel caso di un'avanzata nemica attraverso l'ormai perso feudo di Cynrad».

Fa una piccola pausa incrociando le braccia «Se fossi io a capo di quel contingente separerei le mie forze. Manderei un terzo dei miei uomini verso Peech, la perdita della città rallenterebbe i rifornimenti ma non è un luogo così importante da richiedere un numero eccessivo di uomini. Ma non ne manderei neanche pochi, visto che in caso di successo quegli uomini si troverebbero nel cuore del regno potendo diventare così una letterale spina nel fianco per Avallach. Manderei poi i restanti due terzi verso Levaine ma, farei in modo da coordinare la distruzione del punto di scambio con un'avanzata Gialla dal feudo di Cynrad. Così facendo chiuderei i difensori tra due fuochi impedendo allo stesso tempo che possano ricevere ordini dall'alto» l'uomo ti sorride «E da poco ho saputo che i Gialli stanno ammassando forze proprio a Cynrad».

Si sporge in avanti poggiandosi con la mano destra sul tavolo «Ho già chi si occuperà del contingente diretto a Levaine, voi mi servite per impedire che arrivino anche a Peech. Fermateli, rallentateli o distraeteli attirando la loro attenzione altrove. Se necessario posso convenire un punto di incontro con gli spazzini di Levaine per fornirvi supporto se necessario, a patto che loro finiscano in tempo. A parte questo sarà tutto nelle vostre mani».

Modificato da Latarius
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Non riesco a nascondere il mio stupore.

Mi aspettavo di essere impiegato per qualche operazione "sporca", forse per la conquista di una fortezza o come fastidio dietro le linee nemiche.

Invece, mi ritrovo in una questione centrale per il futuro andamento della guerra.

Ora capisco le minacce del Duca, la verità è che se la sta facendo sotto ed io non lo posso biasimare.

Mi concedo un lungo istante per osservare la carta.

 

-Bene, come potete immaginare ho diverse richieste e mi auguro possiate esaudirle tutte, o almeno la maggior parte.

In primis ho bisogno di sapere con chi lavoro, non voglio andare a "pestare i piedi" al mio vicino, non so se rendo l'idea.

A chi avete affidato la difesa di Levaine? E quanti uomini ha?

Ci sono altre unità amiche in zona o devo considerare tutti gli armati come ostili?

Passando a questioni più pratiche, avrò bisogno di almeno due guide locali, guardacaccia, boscaioli, sarebbe ancora meglio bracconieri o fuorilegge, gente che conosca bene la foresta insomma.

Mi servirà anche una cartina dettagliata, la migliore che avete. Non possiamo rischiare di portare questa perché, ora che ci avete disegnato sopra, se dovesse cadere in mani nemiche finirebbe per compromettere anche l'altro contingente da voi inviato, vanificando l'intera missione.

Più di una carta, se l'avete.

Avrò anche bisogno, e questa mi rendo conto si tratti della richiesta più esosa, di una "casa sicura" dalla quale far partire i miei uomini e nella quale stivare rifornimenti, armi e cavalli.

Una fortezza sarebbe l'ideale, ma le due fortezze del feudo sono troppo lontane.

Se avete alba di qualche vecchia fortificazione, anche un semplice villaggio fortificato od un torrione abbandonato, fornitemi dei manovali ed io la renderò nuovamente utilizzabile.

Dovrò inoltre stabilire un efficace sistema di comunicazione con il comando locale e con l'altra unità, in modo da poterci coordinare e soccorrere vicendevolmente in caso di necessità.

Avrò bisogno di un contatto in grado di farmi arrivare i rifornimenti che chiedo, quando li chiedo e dove li chiedo, aggirando la burocrazia militare.

Ovviamente dovrete allungare il mio salvacondotto, non ci tengo a finire impalato sulla lancia di qualche asino in sella ad un cavallo...

Ora passiamo alle condizioni, che sono poche e semplici da parte mia.

Sulla prima, quella di ricevere un pagamento adeguato, vi siete già espresso in modo cristallino.

La seconda è questa, vi richiedo un passaggio sicuro attraverso il regno per tutti i miei feriti troppo gravi per essere curati in loco, dovranno avere modo di fare ritorno a Kharakar, dove troveranno chi si prenderà cura di loro. Inoltre, la parte di oro spettante ad ogni uno dei miei uomini che dovesse cadere, dovrà essere comunque versata, alla sua famiglia.

Ultima condizione, ma immagino l'aveste già messa in conto conoscendomi, i miei uomini.

Nessuno, indipendentemente dal suo rango o posizione, potrà mai permettersi di definire qualcuno dei miei sub umano o di discriminarlo.

Chi lo fa sarà decapitato ad opera mia, lo sto dicendo ora, per cui non venitemi poi ad accusare di omicidi o crimini vari, poiché sapete chi sono e come mi comporto.

Ciò detto, farò ogni cosa umanamente possibile per impedire che Peech cada, avete la mia parola.-

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«La difesa di Levaine è affidata alla sua guarnigione. Non sono ne il re ne un generale, non è mio compito muovere le truppe. Al limite quello di consigliare...» a quelle parole scocca la lingua contro il palato e ti pare di notare un filo di frustrazione ma l'uomo si riprendere subito e continua «Ma non voglio ammorbarvi con le nostre diatribe interne».

«Ho assoldato i Corvi per intercettare il contingente, ipoteticamente, diretto a Levaine. Dovrebbero essere centocinquanta, uomo più uomo meno. Ma non spetta a me fare le presentazioni».

Conosci i Corvi, almeno di fama. Se voi siete una banda di mercenari loro sono un vero e proprio esercito mercenario. Hai sentito numerosi voci su di loro ma facendo una media tra tutte ipotizzi che dispongano di un numero di uomini che va dai trecento ai quattrocento. Ma ovviamente sono solamente speculazioni. Sai che prendono il loro nome dai curiosi mantelli di piume di corvo che solamente i migliori tra di loro indossano. Oltre ciò non sai altro.

Annuisce alla tua successiva domanda «Scriverò per voi una missiva per la guarnigione di Peech».

Successivamente indica la mappa «Questa è una delle migliori che ho, le altre non sono con me. In ogni caso la Corona non dispone di una mappa dettagliata della foresta e dubito che qualcuno possa fornirvela. I Corvi sono già a lavoro, quindi è inutile preoccuparsi di questo. Anche se voi moriste ed i Gialli optassero per tornare indietro e riunire nuovamente i contingenti avremmo vinto in ogni caso. Peech sarebbe salva, il contingente di Levaine distrutto e quello che doveva giungere a Peech arriverebbe giusto in tempo per essere disperso. Prendetela se vi interessa...» dice facendo spallucce come se non gli interessasse realmente.

Alla tua successiva domanda indica la croce vicino a dove la freccia si biforca «Questa era una vecchia torre di guardia ma non so nulla sulle sue condizioni. Potrebbe essere ancora in piedi o nulla più di un cumulo di macerie...» poi indica l'altra croce «Questo era un piccolo avamposto militare distrutto nella conquista di queste terre più di mezzo secolo fa, è rimasto abbandonato da allora. Completamente in pietra dovrebbe essere ancora in piedi, per buona parte. Ma i registri dell'epoca erano... scarni, per usare un eufemismo».

Scuote il capo alle tue successive richieste «Non posso fornirvi alcuna autorità sulle guarnigioni locali, ed anche se potessi non lo farei. I Corvi sono ormai irrintracciabili, per me come per voi. Neanche io posso seguirli nella foresta. Posso mandare un uomo ad incontrarli a Levaine, ma dovreste fornirvi entro domani un luogo di incontro».

«Aggiungerò anche questo alla missiva...» commenta con fare annoiato per quanto riguarda i rifornimenti. Ma la tua successiva richiesta pare divertirlo moltissimo «Sono il vostro contraente, non vostro padre! Non è mio interesse che fine facciano i vostri feriti. Ponete fine alle loro sofferenze, pagate dei contadini per occuparsi di loro, comprate dei carri e qualcuno che li riporti a casa ma... NON mi interessa. Allo stesso modo, io pago per tutta la banda non per i singoli membri. Non è affar mio come vi dividiate il denaro...»

«Cosa?!» scoppia letteralmente a ridere alla tua ultima richiesta, una decisione di secondi dopo quando infine si calma infila la mano sotto la giubba e prende un'altra missiva chiusa dal sigillo reale «Questa è l'unica forma di garanzia che otterrete. Nulla di più, nulla di meno. Posso trattare su molte cose ma non su questo».

Il contenuto della missiva è chiaro, è un salvacondotto che grazia temporaneamente te e la banda da tutti i crimini commessi ante-guerra, ha valenza fino alla fine delle ostilità con l'Impero. La firma stessa della regina aggiunge che la grazia sarà successivamente resa permanente a patto che voi rispettiate tutti i vostri obblighi di guerra.

Modificato da Latarius
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Annuisco.

-Accetto le vostre garanzie e mi occuperò personalmente dei feriti, ma voi v'interesserete a che venga concessa loro la grazia illimitata nel caso dovessero subire menomazioni irreparabili, accettate ed avremo un accordo.

Non mi avete risposto riguardo le guide che vi ho chiesto, prenderò la cartina, ma avrò assoluto bisogno di guide locali. Per quanto mi riguarda potete anche fornirmi vostri uomini di fiducia, se la cosa vi fa stare più tranquillo.

Immagino abbiate modo di procurare dei piccioni viaggiatori, fornitene a noi ed ai Corvi, così che possiamo rimanere in contatto. 

Per quanto concerne l'incontro, dite al vostro uomo che il comandante dei corvi potrà incontrarmi dopodomani al calar del sole presso il presidio abbandonato.-

 

Con la coda dell'occhio cerco Dohan, per vedere se ha dei suggerimenti da dare, forse qualcosa che ho scordato.

 

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L'uomo ti scruta per una decina di secondi per poi finalmente annuire «E sia, in fondo le colpe del padrone non dovrebbero ricadere sempre sui servi...» riprende la discussione quando accenni nuovamente alle guide «Come vi ho detto, consegnate alla guarnigione la missiva che vi fornirò ed avrete quello che vi servirà, sempre che le vostre richieste siano ragionevoli».

Scuote il capo per quando accenni ai piccioni «I piccioni tornano solamente alla loro colombaia, certo ne ho un paio con me ma questi vanno solamente ad Arduard. Nella foresta non ci sono colombaie e nessun piccione potrebbe raggiungere i Corvi nella foresta. Potete contattare la manciata di Corvi rimasta a Levaine ma il loro comandante? Ne dubito fortemente. Se conosco bene Jack, è probabile che abbia già versato il primo sangue. Sono nella foresta da quasi due giorni».

Quando ti volti verso di lui lui risponde quasi subito, non immediatamente ma quasi, lasciandoti capire involontariamente che aveva questa domanda sulla punta della lingua da un po' «Il loro numero, quello dei gialli intendo, non lo sappiamo...» appena pronuncia queste parole Maximilién sorride divertito «Finalmente qualcuno l'ha domandato!» dice con il tono di chi ritiene tutto ciò un gioco «Secondo le mie stime, non dovreste vederne più di cinquecento!».

Modificato da Latarius
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Ringrazio con un cenno del capo il mio secondo. 

Intendevo domandarlo ai Corvi, ma visto che siamo in argomento ne approfitto.

-Avete informazioni riguardo la loro composizione? Si tratta di fanteria leggera, cavalleria, balestrieri? A cosa dobbiamo prepararci?

Non potendo contare sui piccioni, mi auguro di poter fare affidamento su un corpo di staffette a Peech.-

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Si gratta brevemente il mento perfettamente sbarbato prima di risponderti «Va bene, me ne occuperò io. L'unica cosa che mi manca e lasciarvi perdere tempo a questa maniera...» mentre parla chiude di nuovo il calamaio e lo raccoglie insieme al pennino.

«Avrete quella missiva entro un'ora...» dice avviandosi verso le scale e successivamente verso il piano superiore. Ti lascia così senza dirti altro mentre Dohan e gli altri due ti guardano in attesa di sapere cosa fare nel frattempo. Il cantastorie continua a dormire al tavolo di fianco a voi, con la schiena bellamente vicina al camino.

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Mi rilasso sulla panca.

-A quanto pare non hanno così tanta fretta di iniziarla questa guerra...- Dico quasi fra me e me.

-Mat, vai a dare un'occhiata al retrobottega, se trovi un paio di barilotti di vino decente e la padrona di casa chiede un prezzo onesto, comprali che li portiamo ai ragazzi...

Quanto a noi... Noi aspettiamo.

Tu che ne pensi di tutta la faccenda Dohan?-

Chiedo mentre faccio segno a Tristan di avvicinarsi.

Appena si avvicina gli bisbiglio nell'orecchio di controllare se il cantastorie dorme sul serio o se fa il finto morto.

Quello che si è detto sta sera potrebbe essere venduto bene alle persone giuste. E non mi va che qualcuno si arricchisca sulla mia pelle.

 

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