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Capitolo 3 - Night’s Dark Terror (parte 1)


AndreaP

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Vel

 

Esaminando la barca faccio un cenno del capo. 
Si, è l'ideale per la notte. Sara' piu' facile difenderci e nasconderci... commento freddamente guardandomi attorno e notando i tre cadaveri.

Appena accertata la sicurezza senza pensarci due volte chiudo loro gli occhii, metto un pezzo di stoffa sul volto per rispetto, una piccola preghiera e inizio a trascinare i corpi giu' dalla barca, allineandoli amministrando loro dei veloci riti di benedizione e preghiere per rispetto e dando un occhiata attorno se vedo una casa in cui posso riporli per ora in attesa di poter seppellire tutti i corpi di questo posto. 

Modificato da athelorn
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Soladain 21 Flaurmont 992, Tramonto [poche nubi]

La barca non presentava pericoli evidenti: non vi erano più nemici a bordo.

Pareva chiaro che la battaglia contro i goblin Wolfskull che aveva distrutto Ilyakana aveva coinvolto anche la barca di Kalanos attraccata ai suoi moli.
Kalanos stesso, riconoscendo nei cadaveri dei suoi marinai, aiutò a trasportarne i corpi a riva, e partecipò ai riti funebri officiati da Vel.

"Forse è meglio organizzare dei turni per la notte."disse Georgi. 

"" annuì Gregor che continuava a guardare con gli occhi lucidi quella che era stata la sua comunità fino a pochi giorni prima "domani mattina sarà più facile cercare indizi sulla sorte di Stephan. In ogni caso io penso di rimettermi in cammino verso Sukyskin. E forse è meglio che porti con me Kalanos: quell'uomo ha bisogno ancora di aiuto" aggiunse.

In tanto il sole rosso stava sparendo dietro i folti alberi della foresta

Modificato da AndreaP
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Vel

certamente replico facendo un cenno col capo a Georgi, per poi guardare Gregor.

Se siete sicuri in due di farcela, perche' no. Noi inizieremo a capire cosa fare per trovare Stephan e inizio a raccogliere le salme per dare a tutti quanti una cerimonia come meritano. Faccio veloce a lui quando Arn mi chiama. 

Va bene. Sbuffo stanca guardando gli altri.  Iniziate a preparare la barca per la notte e anche la cena. Occhio ai fuochi che allertano i goblin che siam qua.

detto cio' arraffo la mia lancia ed il mio scudo seguendo Arn

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Arn

Con Vel

Spoiler

Appena assicuratasi un po' di riservatezza, Arn si rivolse alla sua compagna, invitandola nel contempo a sedersi: "Dunque... sai che non sono bravo a parlare, se non si tratta di tattiche militari, ma...

Cos'è successo? Cosa ti è accaduto? 

Voglio rivedere il tuo volto... da quanto tempo non ti levi quel pezzo di metallo dalla testa?".

 

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Vel

In privato 

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Rimasta sola con Arn mi invita a sedermi. Le sue parole trovano inizialmente solo il silenzio di Vel, un po' un freddo silenzio. Un sospiro si sente da sotto l'elmo

E' da giorni che passiamo l'inferno. Ho officiato piu' funerali nella scorsa settimana che in tutta la mia vita, e devo seppellire presto un intero villaggio mentre abbiamo a che fare con gente che una picca nel c**o se la merita solo. 
Dove dovrei cominciare? 
continuo con un tono leggermente piccato. Dai cadaveri dei primi giorni? Dal sentire quella donna urlare tra i goblin e lasciarla al suo destino? Dal averti quasi visto MORIRE per i pipistrelli? chiedo quasi ironica come ad evidenziare che il problema è tutto assieme. ... o forse dal fatto che solo ora sei venuto a chiedermi come sto', mentre ero discretamente traumatizzata giorni fa' da donne ai goblin e vederti quasi morire? evidenzio con un po' di rabbia in voce. 

E' tre giorni che mi passano solo pensieri di rabbia, vendetta e morte verso mezzo mondo. Se non fosse per la dea che mi ha chiesto una prova di coraggio colui che è con noi lo avrei sgozzato su due piedi. Ti pare che sia normale?! Eppure sento solo questo! Continuo iniziando un po' a sfogarmi per la prima volta da giorni. 
Non vedo l'ora di vedere una staccionata di teste di goblin! Se avessimo avuto la donna sottomano la avrei uccisa con le mie mani senza nemmeno pensarci nella maniera piu' atroce possibile! Mi ci vedo senza problemi a torturarla e PIACERMI! Proseguo buttando lo scudo a terra eloquentemente assieme alla lancia. ... mi son sentita da sola ad affrontare questi demoni... ti rendi conto che ho fatto FATICA a non infilare il coltello fra le costole di Georgi?! Ogni fibra del mio corpo voleva, mi IMPONEVA di farlo. Ho dovuto combattere ME. 

Prendo respiro.
Il petto che si alza e abbassa velocemente per il battito accelerato ed il respiro corto. L'immagine di Arn stordito fuori sul tetto ed i pipiastrelli che mi attaccano mentre cerco disperatamente di portarlo dentro... le urla della donna... ogni singolo cadavere deturpato con un espressione di paura che fin ora ho preparato con le mie mani e reso presentabile... tutto mi passa davanti. Do' le spalle ad Arn nel mentre. 

Se vuoi saperlo, da 4 giorni. L'ho tolto solo per catturare la mercante... ho BISOGNO dell'elmo! dico ad arn voltandomi verso di lui. Non voglio che si veda la mia faccia. Non so' che espressione sadica faccio mentre penso a massacrare per vendetta e giustizia. Non so' che espressione distrutta potrei fare mentre preparo le salme di uomini mentre la famiglia si aspetta che io sia forte per dare loro forza... e non so' se voglio sembrare debole, o avere piu' una faccia.  

In questa confessione  mi volto verso Arn. Lo guardo negli occhi attraverso l'elmo: puo' intravvedere una certa rabbia e risentimento, ma al contempo gli occhi sono molto lucidi, forse di un pianto che cerco di nascondere, o forse no. 

Son rimasta insonne il primo giorno, isolata il secondo a piangere e gli altri non ho dormito davvero per gli INCUBI che ho avuto di massacri e distruzione... alcuni che IO provocavo... e mi PIACEVA. Scusa Arn se ti sembro dura o crudele, ma non mi riconosco nemmeno piu' e sentirmi da sola ad affrontarlo non mi ha fatto bene. Per nulla. ammetto con un misto di risentimento verso Arn ma anche di dolore, come una implicita richiesta di aiuto. 

 

 

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Arn

Con Vel

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Arn lentamente le tolse ľelmo, opponendosi ad ogni tentativo di Vel di impedirglielo, poi la avvolse il più stretto possibile e la baciò con tenera sicurezza. 

Non la lasciò andare per un lungo tempo, poi le diede modo di allontanarsi, ma solo per poterle scostare i lunghi capelli impregnati di sporco, sangue e sudore dalla fronte. 

"Quell'elmo non è un rifugio, ma solo una maschera. Smetti di pretendere di essere ciò che non sei... i tuoi sentimenti ti rendono umana e, sì, anche debole, fallace, imperfetta. 

Nessuno ti chiede la perfezione, nemmeno la tua patrona. E certamente non io! Torna tra noi. Torna da me. 

Questa è la nostra vita, ora. Non sarà l'ultima volta in cui mi vedrai in pericolo. 

Ma non temere per me. Soltanto, assistimi con la forza della tua fede, il coraggio del tuo cuore e la generosità della tua carità. 

Perché queste sono le cose di te che ti rendono fulgida come una stella nel buio e limpida come un lago di montagna. Non farti increspare dagli orrori di questo mondo, perché essi non sono altro che mera ombra fugace disegnata dalla tua luce. Cercheranno sempre di morderti alle caviglie, quasi fossero dei ratti. 

Parla sempre con me e, se nella mia stupidità non ti dovessi ascoltare, mostrami la tua furia. Ma non provare ad affogarla dentro di te, altrimenti ti divorerà dal profondo e solo allora io rischieró di perderti.

E solo allora mi vedrai cadere. 

Ma non lascerò che nulla mi abbatta, fintanto che ci sarai tu- la vera tu - al mio fianco".

Pur nella difficoltà di aprirle a parole il suo cuore - cosa a cui mai era stato abituato -, Arn si sforzò per tutto il tempo di non distogliere mai i suoi occhi stanchi da quelli macchiati di dolore e rabbia di lei. Quello squarcio di vita pregno di orrore che li aveva avvinghiati negli ultimi giorni aveva momentaneamente concesso loro un istante prezioso ed isolato di tregua; il guerriero, solitamente povero di parole, ne aveva approfittato fino all'ultimo per tendere la più sincera mano all'amore ed all'ancora della sua strana esistenza. Nella speranza- e nella convinzione - che non fosse ancora troppo tardi. 

 

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Vel

Con Arn

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I tentativi di rimuovermi l'elmo vengono ostacolati da me che provo a tenermelo in teste e spintonare via Arn con una certa disperazione. I miei tentativi vengono contrastati ad un certo punto e Arn mi bacia. Qualche frazione di secondo cerco istintivamente di resistere, montata dalla furia, ma alla fine lentamente cedo al suo bacio. Rilasso istintivamente i muscoli tesi a combatterlo, i miei due pugni sul suo petto. 

Un lungo bacio che mi fece sciogliere i nervi. Mi mancava. E' come se vedessi Arn per la prima volta dopo mesi che non lo vedo...

Al termine del bacio spingo comunque i miei pugni sul suo petto per distanziarmi in parte da lui e guardarlo negli occhi. Il volto addolcito, ma ancora misto di quei due forti sentimenti che correvano nella mia anima. 

Quando ha finito serro la mascella. Cerco le parole. Voglio dirgli come anche io avrei bisogno del suo di sostegno. Vorrei rinfacciargli che se questi sono i sentimenti doveva esserci prima per me. Desidererei chiedergli aiuto tanto quanto riprendermi l'elmo ora che è distratto. Le emozioni ed i pensieri si accalcano tutti quanti assieme non riuscendo nessuno a passare sopra al precedente e rimango con la mascella serrata come se fossi pronta a insultarlo per un imbarazzante decina di secondi. 

Infine... di colpo... scoppio a piangere. 

Abbatto la mia testa sul suo petto, scoppiando a piangere. Piango sovrastimolata da tutti gli eventi dei giorni e da quella strana silenziosa sensazione di solitudine che sembra incrinarsi e rompersi, come se Arn fosse tornato da un anno in guerra nonostante non volessi e temessi di non vederlo piu'. Piango lasciandomi andare, le ginocchia mi cedono e cado a terra in ginocchio. 

 

Non ho idea di quanto tempo passa, di quanto tempo piango e di quanto mi lascio andare, ma piango a lungo contro Arn, tutte le lacrime accumulate in questi giorni che non ho potuto condividere con lui. 

Arn... anche io ho bisogno di te... mi escono finalmente delle parole. E' tutto così.. brutale ed ingiusto... Mi son sentita sola, tanto. Non venivi a chiedermi come stavo... mi sentivo che dovevo farcela da sola e basta... poi ero stanca... distrutta... traumatizzata... sentivo che se non venivi da me, voleva dire anche che non ti interessava... cerco di dire tra le lacrime. 

Per un poco non riesco a ritrovare la forza di nuovo di parlare, ma di colpo cerco il suo volto per un bacio fugace tra le lacrime prima di parlare di nuovo. 
Arn... io non so' chiedere aiuto... Ho dovuto arrangiarmi ed essere forte sempre negli anni... io sono la ragazza... ''con le palle'', ricordi?... ho bisogno che anche tu ci sia per me. gli confesso col fiato corto a fatica per il pianto. Mi passo una mano sul volto, a pulirmi senza successo 

Questi... giorni.. han tirato fuori una parte di me che non credevo di avere... sento che ho... BISOGNO... di giustizia col sangue... sento una violenza che non è mia nella testa. Sento che voglio uccidere, che voglio vendicare, smembrare.... il tutto... con una fredda lucidità che sembra quasi esterna ai miei pensieri...  scoppio in un altro breve pianto di nuovo mentre, dicendo questo, mi guardo le mani e sento davvero quel prurito dall'averle disarmate e la sensazione di debolezza senza l'elmo. 
Passo di nuovo le mani, entrambe, sul volto per pulirmi dalle nuove lacrime. Gli occhi gonfi, lo sguardo confuso e spaventato assieme, ma si intravvede una lontana scintila di felicità ogni volta che incrocio lo sguardo di Arn. 

Sento... sento che devo farlo per impedire agli oppressi di esserlo... ma sento pure che mi piace... sento quasi il bisogno, lo sento... cerco di spiegargli quelli che, a conti fatti ignoti pure a me stessa, sono gli effetti immediati dell'esposizione ad un forte trauma elaborato male. ... l'elmo, mi sento vulnerabile senza... e l'armatura... è la mia pelle... Mi sento sporca e sudata, ma sento che è sbagliato che io tolga l'elmo, che lasci la mia arma... e soprattutto che mi tolga l'armatura... Sento che devo dare la caccia ai pelleverde, che devo continuare fino a sterminarli tutti... 

...Che devo fare...? Sono così ora...? Passera'?... chiedo infine sbattendo di nuovo la testa sul suo petto. 

 

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Soladain 21 Flaurmont 992, Tramonto [poche nubi]

La notte scese sugli amici che ancora stanchi per le fatiche dei giorni prima crollarono in un sonno interrotto solo dalle veglie di guardia

Kalanos passò una notte tormentata da incubi, seppur mai si svegliò realmente. 

La barca, staccata qualche metro dalla riva, dava sicurezza e il tempo passò veloce illuminato da una luna che non più piena illuminava tuttavia con molta luce sul fiume. L'aria della notte di primavera era ancora fredda ma il legno della barca offriva sufficiente protezione

Lunadain 22 Flaurmont 992, Alba [poche nubi]

Un'alba fredda aveva accolto i compagni. La notte era trascorsa senza problemi e una giornata serena li stava aspettando. Subito Gregor  e Kalanos si prepararono per allontanarsi verso Sukyskin.

@all

Spoiler

Complimenti a Ghal e Athelorn per il bel dialogo. Concludetelo pure in spoiler: mi pareva importante mandare avanti il gioco, ma non voglio togliervi assolutamente la possibilità di parlare e completare il bel gioco di ruolo.

Ho preferito passare quindi al giorno successivo: sta a voi ora continuare le ricerche.

 

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Arn

Giorno prima

Con Vel

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"Passerà", rispose Arn, con convinzione.

"Tu non hai bisogno di questi sentimenti nel tuo cuore... e di questo ferro, a mascherare la tua pelle.

Così come non ne necessito io", aggiunse, meditabondo per un istante. Era una follia, visto il luogo e la situazione, e lo sapeva. Ma non poteva fare diversamente. Non l'aveva lasciata andare neppure un istante, nonostante le sue ribellioni, nè la lasciò andare in quel momento. Anzi, la trasse per mano e la condusse in un luogo più appartato, lontano dalla vista, dal fetore e dal suono macabro delle rovine. Addentro alla macchia, dove solo il rumore accennato del sottobosco sonnacchioso ed il gorgoglio del fiume potessero accompagnare le loro parole.

Era una follia, vista la  loro situazione, e lui lo sapeva e se lo ripeteva ma non faceva alcuna differenza o importanza.

La condusse in silenzio, poi riprese il discorso. "Nemmeno io ne ho bisogno, Vel...", disse, iniziando ad armeggiare con le correggie della sua piastra pettorale, liberandosene infine.

"Lo vedi? Lo capisci? Questo non siamo noi... quell'ammasso di ferro lavorato scheggiato ammaccato logorato non sei tu. Tu sei... là sotto. Ed io non ti permetterò di affogare la tua anima nello squallido orrore di questo mondo. Tu lo rendi un posto migliore e non gli permetterò di distruggerti!". Parlandò, proseguì a spogliarsi dell'armatura, facendola cadere, pezzo a pezzo, sul terreno umido.

"Sei ancora troppo tu per poter essertene dimenticata, amore mio... smettila di resistere a ciò che sei veramente”, le disse poi, dolcemente, iniziando a denudarla a sua volta di quell'armatura fredda che era diventata per lei come una seconda, insensibile pelle.

Sapeva che lei si sarebbe opposta, ma non si diede per vinto e pazientemente continuò a staccare le cinghie e sciogliere i legacci, liberando le giunture e facendo scivolare via piastre, lastre e cotta, non fermandosi nemmeno di fronte all'imbottitura in cuoio. Solo quando sentì il tiepido contatto della sua pelle, il cui inconfondibile afrore era soffocato dal lezzo del sudore di quelle giornate trascorse cinta dalla corazza, Arn la strinse a sè e la bacio, mischiando alla sicurezza ed alla timidezza un calore ed una passione che non aveva potuto permettersi troppo a lungo. Sentiva gli scatti e le incerte resistenze di lei, ma pur senza mai farle vera pressione, non le permise di divincolarsi. Glielo avrebbe lasciato fare solo se lei avesse veramente dimostrato di volerlo fare con convinzione e non, piuttosto, per la paura di ritrovarsi a fronteggiare la sua reale identità.

La spinse contro un albero e si abbandonò a lei, desideroso di farla nuovamente sua e di essere completamente avvolto da lei, di perdersi nel suo odore e di essere accecato dai suoi colori.

 

Modificato da Ghal Maraz
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Lunadain 22 Flaurmont 992, Alba [poche nubi]

"Bene, noi andiamo" disse Gregor "comunicherò a Pyotr che qui non abbiamo trovato Stephan e che voi continuate le ricerche. Che Halav vi protegga" i due uomini si allontanarono

Fu di nuovo Georgi a prendere l'iniziativa: "Allora come ci muoviamo?" chiese guardando Vel.

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Vel

Spoiler

Non ne ho bisogno. Son semplicemente lì... ehi! Mi dibatto inizialmente, trascinata verso la foresta senza motivo in mezzo al suo discorso. Prende poi a smontarsi l'armatura e ricordo solo ora che ho lasciato l'arma e lo scudo a terra da dove mi ha trascinato. Estraggo il martello da guerra istintivamente mentre si spoglia. 

Non sto' ''resistendo'' a me stessa! E non è davvero il caso, potremmo essere in.... ehi! ehi! EHI! 

Arn inizia a spogliarmi dalla mia cotta di maglia. Lascio cadere il martello da guerra mentre cerco di mette una leggera resistenza mentre mi sfila per prima cosa la cotta di maglia, poi mi slaccia dalle braccia i parabracci ed infine protesto di piu' quando inizia a slacciare il gambeson metto una lotta piu' intensa. 

Arn! Non fare l'idiota! Rischiamo la vita qua! cerco di spingerlo via a pugni. In parte è la sincera paura che qualcuno possa attaccarci, ma... in parte una parte di me contrasta il non essere pronta alla guerra per istinto. Per puro principio. Mi fa sentire pure piu' a disagio di quanto non dovrei. 

Slacciato il gamberson rimane solo la veste svolazzante che non ho mai tolto dalla sera del combattimento, ora attaccata al mio corpo dalla costrizione del gambeson sovrastato dalla cotta di maglia e dal sudore. 

Sfilata quella veste e sfilati i pantaloni e gli stivali, con molta lotta da parte mia, mi ritrovo senza nulla se non il mio nudo corpo contro l'albero. 

Arn! ARN! perfavore! Stiam...
Le parole vennero interrotte dal bacio dell'uomo che mi spinge contro l'albero. La sua pelle contro la mia. La passione che non sentivo da troppo addosso e sento quanto gli son mancata dal bacio. Le parole e la lotta mi muoiono in itinere mentre una passione familiare mi riporta ad una sensazione di familiare sicurezza contrastante con la vulnerabilità che sento. 

 

Nella maniera piu' naturale possibile Arn dopo quel momento, schiacciandomi all'albero, mi prese ristabilento una forma di contatto che da tanto non avevamo: le gambe e le braccia ad abbracciarsi a lui isitintivamente. 

Chiedo presto di mettermi al suolo visto che la corteccia dell'albero mi raschia la schiena dolorosamente, ma per il resto mi lascio andare al piacere e al sentimento di calore che che mi riempie essere in intimità con l'uomo che amo. 

______

 

Passa del tempo: mi son concessa alla passione senza darmi troppi scrupoli anche se ho sentito quella sensazione di disagio dal rischiare la vita. Detto comunque cio', non ho mancato di sfruttare il momento, mordendo il collo di arn e la sua spalla oltre a baciarlo per timore di fare un qualunque rumore pericoloso per la nostra salute. 

Dopo una prima ondata di sincera passione tra amanti mi son davvero lasciata andare, salendo su un Arn stanco e sdraiato per riprendere una seconda volta. Questa volta prendendo io il comando. 

 

Dopo tutto cio' son stanca, ancor piu' sudata e sdraiata a fianco ad Arn per riprenderci un attimo. Ne stringo la mano. Quella sensazione violenta è ancora la' da qualche parte, quell'istinto guerriero sopito dalla passione. Lo guardo negli occhi, prima che possiamo rivestirci. 

Lo guardo negli occhi, pensierosa. 
Arn... gli chiedo, titubante. 
Dopo tutto questo... quando sara' finito... proseguo chiaramente titubante. Ti va' se prendiamo i nostri nuovi amici... i compagni di sventura... continuo col cuore in gola che batte.

Balbetto improvvisamente. Mi fermo. RIcomincio: deglutisco pesantemente. 

Arn... appena è finita questa storia.. 

Ti andrebbe... di sposarci? 

Le parole che lancio son piene di timore, paura e desiderio di lui. Non mi ha ancora salvata dai miei demoni, ma col suo faro ho ritrovato la via. 

La mattina mi presento mettendo l'elmo in testa, dopo aver dormito la mia prima sera senza dopo tanto. 

Buongiorno a tutti. dico controllando le armi. Appena il tempo di sistemarci che due nostri compagni partono per tornare. Faccio cenno di assenso a loro. Alla sua benedizione ricambio estranedo il mio simbolo sacro e facendo un saluto ed una formale benedizione. 
 Diulanna sorveglia e protegge i liberi ed i coraggiosi. Il vostro coraggio sia un faro nella nebbia della paura e la tristezza che ottenebri questi tempi 
Mi raccomando: state attenti e tornate sani e salvi. li saluto con un cenno del capo ed un saluto sacro. 

 

Rimasti soli guardo i miei compagni 

Dobbiamo trovare tracce, o se è morto. ammetto facendo un sorriso di approvazione a Georgi per la sua intraprendenza. 
Propongo io e Georgi iniziamo a radunare assieme i corpi, così sapremmo se è morto e potro' dare una giusta sepoltura prima che i lupi siano attirati da tanti corpi, o almeno richiderli ordinatamente in una sola casa e benedirli in attesa di un funerale. inizio guardando i compagni. 

Arn, tu tieni gli occhi aperti in caso di minacce. 

Gli altri cerchino tracce di qualcuno fuggito o portato via.

Vi va bene? 

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Arn

Flashback, con Vel

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Arn guardò Vel, mascherando a fatica un sorriso: "Non avresti dovuto ribaltare le cose così, amore mio. Sarebbe toccato a me chiedertelo!". Al che sorrise apertamente. "Dato che, per quanto riguarda me ed il mio cuore, noi due siamo già sposati in tutto tranne che di fronte agli dei... Certo che lo voglio!".

 Con tutti

Arn raccolse le sue cose e mangiò con particolare appetito. Lasciò poi a Vel e Georgi la decisone sulle azioni della mattinata, limitandosi ad annuire alla domanda della sacerdotessa. 

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Vel

Flashback

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Estasiata dalla risposta lo bacio sul colpo, saltandogli energica sopra e bloccandone giocosa le mani a terra dietro la testa. 

Alla fine del passionale bacio mi tiro a sedere, a cavalcioni sul suo bacino, guardandolo negli occhi. Se vuoi chiedermelo ufficialmente... a me non dispiace. Ammetto felice guardandolo. ... ma fallo usando il mio vero nome. Agli dei non si mente. Gli chiedo scherzosa alla fine attendendo la sua replica. 

 

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