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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Al ragazzino non importa, o importa troppo poco, per rispondere a tutta questa follia. Tuttavia il sole inizia la sua fase calante su Barusha, e questo significa una sola cosa: "Bisogna preparare la cena." oh, quindi il mini-elfo parla! Anche se continua a spazzare per terra lasciando la matrona lì dove l'avete lasciata. Arrigo tenta di giustificarsi, ma ormai tutto quello che potrebbe dire a parole lo esprime con una varietà di gesti tipici del suo retaggio; sa che basteranno per farti capire tutto ciò che vorrebbe dirti. Quindi alla fine missione compiuta: avete il controllo della cucina e una cena da preparare per stasera.
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Capitolo V: Barusha
@Fortunale
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Sbucci la patata in tipo 6 secondi, record nazionale, medaglia d'oro e bacio accademico (?). Arrigo invece non capisce una parola di quello che la vecchia le sta dicendo, ma nonostante tutto ha ancora l'impressione che la tipa ci voglia provare con lui. "Fa chill che dice...ma si nun capisc niente...! E sta vecchi'emmerda mi continua a toccà! Ebbasta, n'acc a Corellon!" Arrigo bacchetta le mani dell'elfa scostandosi indietro di volta in volta, finché stanco di sentirsi toccato le guance prende la prima cosa che trova - una scodella di rame - e gliela corvica in testa, come direbbe lui. La vecchia crolla all'istante sulla sedia di fronte a lei. Arrigo guarda l'arma del delitto, rimettendola moooolto lentamente a posto e avvicinandosi alla matrona terrorizzato. "L'aggia accis! Randàl, l'aggia accis!" no, no, è solo svenuta. Il bimbo dalle orecchie a punta vi osserva come se per lui fosse tutto normale.
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
"Sì tesoro, ho capito. Lui è il più grande cuoco dell'est e tu sei il suo aiutante. Su, ora però pelami questa patata o ti metto a controllare il sugo!" ...no, c'è ancora qualche cosa che le sfugge.
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Ad Ve Or - Topic di Servizio
Era ora che aggiungessi un paio di cosette al Diario di Bordo. Trovate la mappa dell'Ovest e il funzionamento dell'imparare lingue sconosciute.
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Arrigo annuisce e ti segue fino in cucina, dove ad ascoltare il tuo discorso c'è un elfa parecchio avanti con l'età vestita con un lungo abito azzurro e porpora nascosto da un grembiule a quadretti bianco e blu; insieme a lei c'è uno sguattero che ti arriva alla cintola. Mentre il piccolino non proferisce parola e si limita a pulire e spazzare per terra, la nonnina di corte ti si avvicina e ti osserva da vicino. "Arsak, eh?" poi ti dà una scocca sulle guance e ti dà una sedia su cui sederti. Noti che ha un cuscino a forma di albero ricamato sullo schienale. "Era un sacco di tempo che non mi mandavano un nuovo sguattero. Fare tutto da sola è difficile, alla mia età..." prende una patata a te la piazza davanti. "Fammi vedere un po' come peli le patate. Se non sei bravo a farlo, ti metto a controllare il sugo. All'amico tuo invece? Che gli facciamo fare? Aaaaah...fammi un po' vedere..." si avvicina anche a lui e gli controlla il viso da vicino. "Randàl, dicc alla signora che sto sposato col mio lavoro..." ma no, non è un bacio che la vecchietta va cercando. "Questo qui ha la faccia da cuoco! Riconosco il talento quando lo vedo!" Azzeccatissimo, proprio.
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Capitolo V: Barusha
@Fortunale
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
"Va bene, andate. E tieni d'occhio Arrigo." Una raccomandazione che non guasta mai, indipendentemente da chi te la fa. Il capitano torna a percorrere il corridoio che conduce alle scale, e poi esce silenziosamente dalla porta principale, salutato con reverenza dall'intera servitù. Farsi dare una stanza non sarebbe stato difficile, ma sono molto curioso di sapere cosa farebbero Randal e Arrigo in un villaggio di un'isola completamente nuova, senza avere informazioni dalla Speranza da più di un mese. Immagino qualcosa di basso profilo, certo, certo... La piazza del mercato - la vedete tutta, dalle finestre - è aperta. Molte persone affollano le bancarelle al centro della piazza, divise in grumi secondo la qualità dei loro prodotti; da una parte gli ortofrutticoli, dall'altra i macellai, poi i vasai e gli intrecciatori di vimini da un'altra parte ancora. Gli artigiani più specializzati come falegnami, fabbri e pellettieri sono assenti, probabilmente dislocati nelle loro botteghe per via del tipo di lavoro che fanno. Dall'altra parte della piazza rispetto al palazzo degli Yedilov un'unica insegna con su scritto "Taverna" indica la presenza dell'osteria cittadina; essendo apparentemente l'unica di Ibnat, forse non ha bisogno di un nome tutto suo. Certo, avresti anche un altro modo per comprendere meglio le abitudini culinarie della città: ti sei accorto che a piano terra della palazzo ci sono le cucine, potresti chiedere di iniziare da lì. Per esperienza personale, sai che nessuno rifiuta una mano in più quando ci sono patate da pelare o spesa da fare, e la scalata ai vertici per uno come te non dovrebbe essere difficile. Nella migliore delle ipotesi, potresti riuscire a farti amico lo chef già per stasera.
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Capitolo V: Barusha
I compagni preferiti della contessa si avviano sulla terraferma, usando i giacigli all'interno della nuova struttura per dormire; quanto vi era mancato avere un solido terreno sotto i piedi? @Fortunale
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Arsak torna sui suoi passi, avvicinandosi abbastanza a te da poterti sussurrare: "Tutto quello che hai sentito lì dentro non deve uscire da quelle quattro mura. Ogni cosa a tempo debito."
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Capitolo V: Barusha
La proposta di Sandrine viene declinata da Ventura: "Io posso farne a meno, dondolare con la nave mi fa dormire da dio!" ma le ossa stanche di Asvig non reggono bene il mare e la sua risposta è invece opposta. "Grazie, mia signora." Dopo averlo medicato, Asvig preferisce verificare la sua "sistemazione appropriata" all'interno della struttura indicando turni di guardia agli uomini in modo da coprire efficacemente sia il molo che la nave, goblin compreso. Sig si avvicina nuovamente al capitano. "Scafo ammaccato. Riparo domani." dice, e poi aggiunge "Uomini stanchi. Randal forte. Cercare domani." e così come è apparso, se ne va senza aspettare risposta. Tondley tossisce per attirare l'attenzione: "Beh, in effetti non ha tutti i torti. E' stata una giornata lunga per tutti..." Tutto l'equipaggio si ferma, attendendo il verdetto del capitano, che si sente messo con le spalle al muro. Il verdetto è unanime: Ridley e Verdini hanno fatto di testa loro, devono prendersi le loro responsabilità.
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
L'incantesimo di Linguaggi non sparisce allo scoccare dell'ora. Hai ancora tempo - non sai quanto, esattamente - grazie forse ad una delle due pergamene che la lady ha usato su di te poco fa. Arrigo ti guarda un po' basito, dicendoti "Vabbuò" e standosene sulle sue. Il capitano Arsak invece si prende qualche momento per pensare affacciato ad una delle finestre che dà sul villaggio. *"Io...devo spiegare ai miei uomini che hanno solo mezza giornata libera prima di ripartire. Anche se credo di aver capito dove vuole andare a parare lady Kara." si volta verso di te "Ho bisogno di consiglio." fa per andarsene, ma prima di raggiungere il fondo del corridoio vi dice: "Siete ufficialmente ancora miei prigionieri, ma mi fido che non abbandonerete il villaggio. Chiedete alla servitù di farvi dare un alloggio, fate pure il mio nome. Sarò di ritorno in serata."
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Capitolo V: Barusha
Ventura risponde a Sandrine: "Non li abbiamo visti in ricognizione." Sigbjorn si avvicina: "Trovato lì" e vi porge uno strano aggeggio mentre indica il retro della struttura del molo. E' un oggetto tondeggiante, d'ottone, che sembra quasi un portacipria ma con delle strane zampine retrattili meccaniche alla base. Al più leggero tocco, si aprirebbe un coperchio che rivelerebbe la cavità interna dell'oggetto. "E' un camminatore meccanico! Ne volevo uno da piccola! Mio padre non me l'ha mai comprato..." avrebbe detto Ventura, guardandolo. Un piccolo foglietto piegato è il solo contenuto dell'oggetto. Recita:
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Lo sguardo di lady Kara ti trapassa da parte a parte. I suoi occhi si fanno più aguzzi, le labbra strette, e il silenzio riempie la sala per una manciata di secondi. Poi il capitano Arsak deglutisce, e l'elfa si ritrae. "Sei un ragazzino." commenta, infine. "Non hai nemmeno cento anni, scommetto. Però dici il vero, e questo potrebbe significare due cose: o sei pazzo, o esiste davvero qualcosa al di là dell'oceano e sei la prova vivente che non siamo soli in questo mondo. Nonché lo strumento perfetto per ribaltare quegli impostori dei nostri regnanti." La figlia di lord Iskander accenna un sorrisino, poi subito ritirato quando un altro elfo, stavolta un ragazzino, bussa alla porta. "Milady, un comunicato urgente dal sergente Ershat!" la donna prende la pergamena che il ragazzino ha in mano, e questi fugge via immediatamente; dopo una rapida occhiata, condivide con voi il contenuto: "Hanno trovato un bottone d'argento con le sue iniziali a tre chilometri a nord-ovest. Capitano." "Sì, milady?" "Sarete ricompensato per i vostri sforzi solo quando mio padre tornerà sano e salvo qui a Ibnat. Domattina ripartirete alla sua ricerca." "Ma...mia signora, siamo fuori da centoventi giorni. I miei uomini sono stanchi e-" "Fatevi bastare questa notte di riposo. Ora prendete congedo, entrambi." La lady di ferro ha parlato. Il capitano ti mette una mano sulla spalla e ti fa cenno di uscire fuori; Arrigo è ancora seduto su quel divanetto. "Comm'è andata?"
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Capitolo V: Barusha
Nero non avrebbe niente in contrario a dare a Sandrine il suo cappello tricorno, ed anche se ce l'avesse, ora come ora esprimere il disaccordo non rientrava nelle sue funzionalità di base. Tra le cose che Tessa aveva trovato nell'ex-cabina di Kiltus e al quale Fortunale non aveva dato molta importanza, c'era un cappello tricorno che la donnona aveva ben pensato di dare a Barbara per renderla più partecipe dell'ambiente. Inutile dire che la nobildonna non avrebbe mai indossato niente di così puerile solo per darla vinta alla ciurma, ma ora magari quell'indumento poteva finire nelle giuste mani. @Sandrine La donna lo aveva tirato fuori dal suo baule, donandotelo a buon rendere. Un'ora ancora sulla nave, e le torce degli uomini guidati da Sigbjorn annunciano il ritorno di coloro che erano andati a fare provvista di legname e selvaggina per Molo Zefiro. Il nordico carpentiere giunge con il resto della ciurma di Fortunale e scopre ben presto che mentre non c'era è accaduto il fattaccio; ma ormai è tutto finito, perfino le macchie di sangue sono quasi sparite in seguito al lavaggio d'urgenza del ponte. I corpi dei goblin che il mare non ha preso sono stati messi sulla spiaggia e bruciati secondo le tradizioni nordiche che Asvig ha insegnato a tutti quanti. Non avendo altro da fare, dopo una mezz'oretta di riposo gli uomini tornano al lavoro per ultimare la preparazione delle brande e dei sanitari all'interno della struttura. Sigbjorn torna esausto dal molo e annuncia al capitano: "Quattro dormono dentro se vogliono." indicando la struttura, segno che quattro brandine sono ora pronte per essere utilizzate. La ciurma vuole dormire a bordo per abitudine, quindi chissà che voi o qualcuno dei mercenari preferisca un letto vero, dopo tre mesi di dondolìo perenne? Pochi minuti più tardi un'altra torcia si fa viva all'orizzonte; Ventura e Asvig sono tornati dal loro lungo giro di perlustrazione. L'uomo porta con sé una carcassa di animale enorme - un cinghiale che basterebbe a sfamare tutta la ciurma per un giorno intero - che trascina proprio di fronte la nuova struttura sandriniana. "Ridley sarà felice come un elfo a Saramar" commenta ironicamente Tondley alla vista dell'animale. Il lord protettore della contessa non è uscito tuttavia illeso da quella battaglia. Porta una ferita abbastanza profonda alla spalla, e dopo aver assicurato Ventura alle cure del capitano garantendogli che non le era stato torto un capello, si dirige verso la sua adorata principessa per farsi dare un tocco magico capace di richiudere quell'orribile squarcio. Ventura trilla: "Ho mappato la zona qui intorno, e dopo qualche calcolo sono sicura che l'isola è più vasta di quanto avevo predetto. Ah, e c'è una nave incagliata, un brigantino, poco distante di qui. Pensavo che potevamo dargli un'occhiata e vedere cosa trasportava e- quello cos'è?!" chiede a Besnik, indicando il goblin.
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
"Magia, quindi..." sospira lady Kara, che si allontana da te e scava in alcuni cassetti per prendere due pergamene impolverate. Le apre, una dopo l'altra e le usa entrambe su di te. Poi ti guarda con sguardo torvo e ti dice: "Randal Ridley, ti sto per porre sei domande. Rispondi chiaramente e rapidamente. Ogni tua omissione o menzogna verrà giudicata qui e ora dall'attuale reggente di Ibnat." Il capitano Arsak si allontana, un po' in soggezione da quello che accade. "Uno: vieni davvero da un continente diverso da Barusha? Due: tu o i tuoi compagni hanno intenzioni ostili verso la popolazione di Ibnat? Tre: siete invasori, esploratori o naufraghi? Quattro: quanti siete? Cinque: qual è la tua missione qui? Sei: " pausa tattica "hai qualcosa a che fare con la scomparsa di lord Iskander?" Alla faccia della milady, questa qui è più tosta del capitano - ma che dico? E' tosta almeno quanto Kerberos! Il suo bel visino inganna eccome.
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Crociato tank
Qui e soprattutto qui
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
"Nu iuorn, duman matina è pronto" dice Arrigo, facendosi un paio di calcoli a memoria. La porta di fronte a voi si apre ed una damigella vi fa cenno di entrare; il capitano Arsak si alza in piedi dal divanetto cercando di darsi una rapida spolverata ai vestiti e raddrizzandosi con la schiena, mentre Arrigo tentenna ad entrare. "Magari io resto fuori..." fa cenno al capitano per dire che vorrebbe rimanere ad aspettarvi sul divanetto. "Si succede qualche cosa là dentro u'vulissa ca a colpa po' e di nuov a mia. T'aspett qua, tu vai, vai..." che improvvisamente non è poi un'idea così brutta. ...tu ed il capitano entrate nella stanza; hai ancora dieci minuti di incantesimo, dopotutto. La sala in cui vi trovate è uno studiolo anch'esso con pochissimi tratti elfici, molto più simile all'architettura umana - a te ricorda le stanze della villa di campagna della famiglia Kennon, dove da piccolo tuo padre ti portava a fare da sguattero mentre lui cucinava. Una marea di ricordi ti assale, e quando torni alla realtà ti sembra così strano provare nostalgia e familiarità per un posto a migliaia di chilometri da casa tua. Ritratti di elfi tutti uguali tra loro adornano le pareti ad altezza d'uomo, sormontati da elmi, picche e vecchie spade di scarsa utilità pratica. L'odore di camino è più forte in questa stanza, mescolato allo scoppiettare delle braci e al dolce tepore che entra dalle finestre, dato dal sole di primissimo pomeriggio. La stanza è poi piena di roba: sedie d'ogni tipo e misura, fiori, brocche, libri e carte ovunque, mappe di Barusha, calamai, portapenne e via dicendo. Con le braccia conserte e lo sguardo fisso sulla mappa dell'isola, lady Kara Yedilov inizialmente nemmeno si accorge di te. Sposta alcuni modellini di cavalli sulla mappa, segnando con una "X" zone immaginarie sopra disegnate. "Rapporto, capitano." dice, alzando lo sguardo. Ora ti vede, e ti guarda stranita. "L'ipotesi del drago era una vicolo cieco. Nessun segno che sia arrivato fin laggiù, né testimoni che lo abbiano visto a est di Corissa. In compenso...abbiamo trovato due forestieri." commenta il capitano, guardandoti. Lady Kara si avvicina a te. Ora che vedi oltre il suo mezzobusto, noti che addosso porta abiti più simili ai tuoi che a quelli di Sandrine; una casacca rosso porpora con rifiniture in cuoio, un paio di guanti marroni legati alla cintola e due stivali da cavallerizzo. Arsak continua: "Lui è Randal Ridley. Dice di essere un cuoco e...beh, dice di venire dall'Ovest. Al di là dell'oceano." l'elfa guarda Arsak con diffidenza. "Capisci la mia lingua?" ti chiede, sospettosa.
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L'infanzia scarognata dei PG
Il mio primissimo PG era un nano senzacasta che di BG era stato una guardia del corpo di un nobile. A un certo punto si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato, era stato testimone di un imbroglio politico/mafioso e il nobile per cui lavorava l'aveva fatto ammazzare facendolo sembrare un incidente. Solo che lui era sopravvissuto (per un colpo di fortuna, non per abilità combattive superiori) e si era buttato nell'alcol. Da qui l'allineamento CN e la divinità Hanseath. Il mio master ci fece trovare come boss il nobile che lo aveva tradito. Gli ho aperto la testa (letteralmente) a pugni. Il resto dei PG sono varianti più o meno di quello che è scritto qui. Principesse rubate, poteri sconosciuti che avevano portato all'esilio, ucciso il mio maestro per sbaglio e sbattuto in galera...cose così.
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
"Pfff...Randàl ancora l'aggia truvà o' cornut ca mi fott a o' ioco de trè carte" ti dice fierissimo, mostrandoti un sacchetto con una cinquantina di monete d'oro di conio sconosciuto che giureresti non avesse quando siete partiti dalla Speranza. "E' che m'aggia stufàt e' nun capir niente. Vulissa costruì nu mammaluccu per capir chill ca dician, capisci?" se ricordi bene, un "mammalucco" dovrebbe essere un oggetto magico, che Arrigo vorrebbe costruire per tradurre il barushano.
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Capitolo V: Barusha
Le luci della sera iniziano a calare su Molo Zefiro. Il goblin finalmente libero decide di mantenere la sua promessa e raccontare a Sandrine quante più cose possibili sappia sull'isola. @Sandrine
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
*"Non è un problema. Lady Kara è un'incantatrice." la prima notizia buona che ricevi dal capitano Arsak. Uno stuolo di elfi prende in consegna la carovana ed i cavalli; la scorta del capitano sistema tutto senza che lui abbia bisogno di dire una sola parola, e ciò ti dà l'impressione che non sia la prima volta che quella compagnia parte per avventure fuori città. Tu e Arrigo venite condotti all'interno del palazzotto, all'interno del quale la servitù è in subbuglio per l'arrivo dei soldati. L'atrio del palazzo è enorme e copre quasi tutto il piano terra. Senti l'odore inconfondibile di carne cotta al carbone che resta nell'aria per un po', dopo pranzo. Vi fanno salire le scale, accompagnandovi presso dei divanetti in un corridoio alla cui destra ci sono numerose stanze, ed alla sinistra grandi finestre che danno sulla città. Arrigo si prodiga a commentare come questo villaggio gli ricordi tanto una città di Avernus chiama Avellinus, ma non ci fai troppo caso. Il capitano fa cenno di aspettare: potranno entrare nella porta in fondo al corridoio appena la lady sarà presentabile. "Randàl" ti dice Arrigo "Nunn'è che tiniss na 700 moneta d'oro a piacèr?"
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Ad Ve Or - Topic di Servizio
@Fezza
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Capitolo V: Barusha
@Sandrine
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Capitolo V: Tutta colpa di Arrigo
Quando inizi a parlare elfico, il capitano storce il naso facendoti di "no" con la testa. Evidentemente nemmeno lui conosce quella lingua, forse perché non appartenente ad un ceto abbastanza elevato della nobiltà, forse perché ha passato più tempo in mezzo ai soldati che ai libri. "Lady Kara deciderà della tua sorte e di quella del tuo strano amico." - si volta un attimo a vedere cosa stia combinando Arrigo: pare che stia facendo il gioco delle tre carte ad uno dei cavalieri. Un quarto d'ora più tardi, la cittadina di Ibnat si presenta di fronte a voi in tutto il suo (scarso) splendore. Non ha niente a che fare con la famosa architettura elfica d'occidente, ma sembra invece uno di quei paesotti trasandati dell'entroterra che ti fa riconsiderare Capo Ventura come la più bella città che tu abbia mai visto. Le case di legno si alternano a botteghe comuni, appena aperte dopo l'ora di pranzo; nella piazza principale ("Piazza dei Mercanti" la chiama il capitano) indovina cosa ci sono? Mercanti, esatto. Dieci punti a grifondoro (?). A metà tra un villaggio e una cittadina, possiede una planimetria semplice e funzionale costituita da un'unica grande strada con una piazza in centro, attorno al quale sono costruiti i vari microquartieri. Arrivate da sud, e la scarsa popolazione (circa duecento abitanti) accoglie la carovana con stupore e curiosità. Il tuo incantesimo durerà ancora per mezz'oretta, e ascolti perciò i commenti dei popolani (tutte in Comune di Barusha, ovviamente) che si chiedono chi siano le "orecchie-tonde" che Arsak ha portato in città. "Quello è il palazzo della famiglia Yedilov" ti dice infine, indicandoti il più grande edificio a nord della piazza dei mercanti, che dà due lati sulla strada ed uno sulla piazza. E' lì che vi state dirigendo.