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Dragons´ Lair

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PietroD

Circolo degli Antichi
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  1. Fantastica arma! Se posso la rinomino leggermente perche' _strale di frecce_ fa a pugni con il mio senso estetico. Quindi sarebbe un arco utilissimo contro l'Ogre Magi che ha sottotipo gigante, un po' meno con le Bullette che sono semplicemente bestie enormi. La parte fondamentale e' invece che, mentre potevo condividere delle frecce, non posso condividere un unico arco. Quindi niente anatema per Braknak, sorry. Visto che siamo in tema, vedo segnato anche una Ascia da guerra dei druidi, che Tariam non sa usare (immagino, infatti come BaB e' indicato solo quello del suo stocco). Se e' incantata e qualche altro PG dei vostri ne puo' trarre vantaggio, Tariam gli passa volentieri questo 'peso', almeno per l'azione in corso.
  2. Tariam Prendo le frecce rubate agli orchi, un'intera faretra. "Qui ci sono 26 frecce, piu' che sufficienti a qualsiasi scopo." Metto la faretra fra me e Braknak. "Useremo queste per dare la colpa al clan degli orchi, del casino che andremo a provocare. Yayi, lascia le tue frecce quando ti trasformerai, e prendine qualcuna di queste da lasciare accanto ai luoghi dove appiccherai il fuoco, come 'involontaria firma'. 6 penso ti dovrebbero bastare. Io e Braknak tenteremo di fare buon uso delle restanti 20. C'e' un Ogre Magi, probabilmente, a capo di tutto questo, e scommetterei che e' in quella tenda. Appena sentira' che c'e' qualcosa che va a fuoco, potete star certi che schizzera' fuori dalla tenda per verificare cosa succede. Noi probabilmente non siamo in grado di affrontarlo, da soli. Neanche con le mie frecce incantate che debilitano i giganti. Dobbiamo creare scompiglio e fuggire, evitando di essere individuati, cosi' che potremo ripetere ancora e ancora e ancora la nostra opera di sabotaggio. E soprattutto non devono vedere che non siamo orchi o il giochetto per metterli gli uni contro gli altri sara' finito." Guardo Braknak. "Concentriamo i colpi su uno solo dei bullette. La sua reazione probabilmente fara' imbizzarrire anche l'altro, ma comunque tentiamo di abbattere il primo. Adesso che li vedo, mi spiego come hanno fatto gli invasori a scavare quel tunnel dentro la citta' per arrivare alle rovine, e cosi' in fretta. Sono stati quegli esseri. Dobbiamo evitare che scavino sotto le mura fino ad indebolirle, o che creino ulteriori passaggi sotterranei da cui giganti ed orchi possano penetrare in citta'."
  3. Chiarimento in extremis. Mentre stavo postando per condividere le mie frecce con Braknak mi e' venuto un dubbio. Sulla scheda di Tariam https://www.myth-weavers.com/sheet.html#id=1356513, che ho ricopiato qui https://www.myth-weavers.com/sheet.html#id=2052169 c'e' scritto in equipaggiamento e nella sezione per il calcolo del BAB: Strale di frecce dell'eclissi (legnoscuro, anatema dei giganti), peso 1.5, spalle Frecce Orchi dell'artiglio nero x26, peso 4.50, faretra Frecce x32, peso 4.8, faretra Il che mi fa pensare che siano tre cose diverse. In questo caso, quante frecce dell'eclissi ha Tariam? Cos'e' uno 'strale di frecce'? Da quanto ne so strale e freccia sono all'incirca sinonimi.
  4. Mulroht Tanner (nano mezzo demone lanciatore d'asce e di palla ovale... e degno figlio del padre adottivo) @ Luke Allontanatosi il rampollo della casa regnante di Firedrakes, il nano mezzo immondo torno' a parlare all'alchimista in erba.
  5. Vassilji L'uomo era quasi ad un pelo dallo strappar via la statuetta da quella processione, ma ci rinuncio'. Se qualcosa di magico l'aveva creata, qualcosa di altrettanto magico poteva difenderla. Decise di tornare ad agire nella propria area di competenza: la parete in fondo alla grotta che era di finta pietra. Si diresse li', assistito da Rhal e Arn, e annuncio' "State pronti, non illudiamoci. Potrebbe comunque non dare sull'esterno, questa parete." Si guardo' indietro, la caverna vuota non era poi cosi' male, senza il pericolo di quella melma. "Consideriamo l'idea di passarci la notte al sicuro, qua dentro. Ora apro." e spada alla mano attivo' il meccanismo che avrebbe dovuto smuovere quella parete.
  6. "Non e' vero che non parli con nessuno, piccolo arrogante presuntuoso e menzognero." Il bastone preme piu' forte, non tanto da ledere ma solo ad aumentare il dolore. Poggio un piede sulla sua schiena per tenerlo a terra, e sposto la punta nell'incavo del ginocchio. "Lo so che parli con la schiava che ti porta il cibo attraverso la porta, anche se non puoi vederla. Ha delle belle mani, vero? Callose e forti nonostante le cicatrici." Premo sui legamenti del polpaccio, come se volessi romperli. Anche se ne rompessi uno davvero, zoppichera' per un po'. Mi serve solo la sua mente intatta. "Potrei staccare a te uno stinco e a lei le braccia fino all'omero. Potresti ancora parlarle ma non vedresti che un paio di uncini quando ti porta il cibo." lo dico come se assaporassi il dolore che la cosa provocherebbe ad entrambi. Mi appoggio' con entrambe le mani al bastone. "... e i suoi figli. Tre. Poca carne addosso, ma penso che Streekastreea apprezzerebbe comunque." Mi volto verso di lui, lascio andare il ginocchio e metto il piede direttamente sul collo, come volessi spezzarglielo. "La tua fedelta' la devi solo a me, Ecaflip. E questa tua menzogna mi dispiace, non restera' impunita. Ma io ho i miei motivi, e vorrei regalarti Shiluk come compagno di stanza." Gli tolgo il piede dal collo, giro intorno allo gnomo e metto lo stesso piede sotto la sua fronte, sollevandola appena perche' capisca che ora deve guardarmi. "Posso assicurarti che gli salveresti la vita, cosi'."
  7. Mulroht Tanner (nano mezzo demone lanciatore d'asce... e di palla ovale) La prima settimana dal punto di vista della socializzazione era stata un disastro, e dirlo a papà Tanner nel weekend sarebbe stato difficile. Partecipare a quelle selezioni era l'ultima chance di non deludere il padre, e si era rivelata una buona idea. Aveva incontrato, finalmente due volti noti. Molto noti. Shaun, il suo preferito dei figli del miglior amico del padre, e Astrid, la battagliera ed energica figlia del proprio tutore di Armi naturali e Attacco multiplo. @ Shaun e Astrid. Già, ma cosa fare, ora? Le selezioni erano durante veramente poco, sebbene continuassero probabilmente per tutto il pomeriggio. D'altra parte, proprio per le selezioni non aveva in programma lezioni di sorta. Gli venne in mente il racconto di papà Trull: il primo incontro con zio Clint, la scorta al mecenate, i monaci assassini, poi la Torre Blue e Poldolmo, infine la scoperta di quel gioco di simulazione C&C. Improvvisamente, decise di rovesciare il proverbio, di imparare dal passato ripetendo gli errori, anziché evitando di farlo. Battè le ali fino al primo tetto e poi, passeggiando sulle regole e svolazzando dall'uno all'altro, andò verso i dormitori maschili, in cerca di Cicciodoacre.
  8. [rimosso per problemi di formattazione]
  9. Ludwig Ancora una volta la domanda era stata fatta. Poco importava che le volte precedenti la domanda l'avesse posta solo a se stesso per i propri pensieri, mentre questa volta fosse stata pronunciata dall'altra voce con accento tedesco presente nella carrozza. Il risultato era lo stesso, il nobile tedesco non sapeva rispondere. Forse avrebbe potuto informare il loro contatto oltreoceano, forse avrebbe potuto chiedere un supplemento d'indagine a casa di Morgan alla ricerca di strane scatole chiuse a chiave, ma quale probabilita' c'era che essa fosse la', quando invece la chiave era giunta al domicilio attuale di Morgan. Probabilita' talmente scarne da non valere il costo di una comunicazione trans-oceanica. Si accordo' per la cena, ma si trattenne sveglio a lungo dopo di essa, cercando un valido avversario a scacchi o in qualche altro gioco, anche quelli di carte piu' insulsi, pur di portare la mente fuori da quella impasse. La mattina seguente, si sveglio' senza difficolta', ma la notte non aveva portato consiglio, e i benefici della serata di gioco portati via dal sonno. La mente si arrovellava di nuovo. Qualunque passatempo sarebbe stato benvenuto, che occupasse il tempo fino alla cena della sera. Una cena che sembrava poter essere l'ultima formalita' in programma prima di una, eventuale, ripartenza con le pive nel sacco, e con ancora piu' dubbi di prima.
  10. Tariam Una rapida occhiata agli equipaggiamenti, e "Mi rendo conto che abbiamo gia' consumato tutto l'esplosivo che avevamo. D'altra parte, la difesa e la preparazione di quel passaggio erano prioritari rispetto al riuscire a far danni qua fuori. La mia idea piu' esplosiva e' accantonata, rimangono quella del sabotaggio e della 'gestione animali'. Oltre alla classica infiltrazione fino alla tenda per asportarne qualcosa di utile."
  11. Piuttosto che infilarci un uomo, io pensavo di infilarci un sacco imbottito di esplosivo da far esplodere quando il palco fosse stato occupato da qualcuno di importante. Molto dipende da cosa ci ha lasciato l'hobgoblin di adatto ad una cosa simile, perche' purtroppo non abbiamo i telecomandi a distanza. :-D
  12. Vassilji Ogni sforzo profuso nella grotta fu vano, niente emerse a fare speranza al gruppo. Vass aveva la sensazione di essere in un vicolo cieco. Tornò anche lui nella stanza della maschera, e questa volta si diresse direttamente al bassorilievo con la figura che lo rappresentava. Allungò una mano, con l'intenzione di staccare la propria figura da quella strana processione di pietra.
  13. Ollofin “Chiederle di smetterla con questi giochetti con le navi di passaggio è escluso, vero?” sussurro ad Erenfel. “Chiediamo qualcosa di più tangibile, allora. Qualcosa che ci aiuti nella missione che dobbiamo affrontare...” credo che l'elfo sappia cosa può esserci utile.
  14. Ops, avevo immaginato una sorta di palco sopraelevato. Resta un Obbiettivo sensibile, ma non minabile.
  15. Tariam A parte Squewk, non ho molta empatia gli altri animali. Chissà se gli altri ne hanno a sufficienza per quel che ho in mente. “Vedete quel palco? Se riuscissimo a minarlo, e prepararlo così per il momento in cui sarà occupato, taglieremmo la testa all'esercito. Arrivare là però la vedo dura, quei due lucertoloni corazzati giganti paiono proprio cani da guardia versione orco. Però, immaginate se riuscissimo ad imbizzarrirli in mezzo al campo...” Guardo i compagni, chiedendomi chi di loro avrebbe capacità per una simile azione. “Farebbero dei danni e fornirebbero il diversivo che ci serve.”
  16. Flint Fino ad allora, la tensione aveva immobilizzato tutti, soprattutto il nano, che per non coprire i rumori del bosco aveva rinunciato a mettere l'armatura. Appena vide chi stava arrivando, grazie ai suoi occhi nanici, avvertì gli altri e si appartò qualche istante ad indossare l'armatura, per non farsi trovare 'nudo', senza metallo addosso, dai nuovi venuti. C'erano sicuramente delle storie da raccontare ed ascoltare, il sonno ormai avrebbe atteso ancora un po'.
  17. Vassilji Appurato che, almeno in questo caso, la porta di legno non era in grado di chiudersi da sola bloccandoli in quel nuovo ambiente, l'uomo riprese ad esercitare il suo occhio esperto su quel nuovo locale. “Rhal, mi occorre ancora il tuo aiuto. Ed anche di qualcuno che regga la lampada. Ormai questo pericolo è scampato, cerchiamo di rendere questa scoperta una opportunità!” Proseguì lungo il corridoio, senza trascurare le pareti ma intenzionato a concentrare gli sforzi sull'eventuale parete di fondo di quel passaggio.
  18. Mulroht Tanner dei FiglidellaRoccia [nano mezzo demone] Era arrivato al collegio ormai da una settimana, ed aveva capito che la vita, là dentro, non sarebbe stata 'tutta piccone e martello' come gli aveva prospettato gioviale, fiduciosa e ottimista nonna Delila. Nonno Tregoer invece era stato pragmatico e filosofico, quando gli aveva ricordato, nel salutarlo, che non aveva niente da dimostrare a nessuno, un eccesso di negativi che aveva confuso per un attimo il nipote in partenza. Il significato era chiaro, però: 'conta solo ciò che pensi di te stesso' aveva infatti esplicitato. Mulroht si considerava un mostro, pur essendo contemporaneamente anche fiero di essere un nano. Quella mattina era stato a lezione di Anatomia comparata, dove avevano illustrato come le differenze sostanziali fra sirenidi e centauri non erano che un retaggio di millenni di evoluzione da un ancestore comune, che non era né equide né ittide, bensì rettiliforme. Il professore aveva concluso che, alla fine, ogni specie superiore ha qualcosa di drago, nel proprio sangue, per quanto irriconoscibile perché diluito nelle ere trascorse. Mulroht aveva lasciato l'aula per ultimo, abbacinato dai suoi stessi voli pindarici mentali, e l'aveva fatto solo perché un inserviente, chiudendo la finestra attraverso la quale aveva ascoltato di straforo la lezione a cui non era iscritto, gli aveva chiesto di andare a svolazzare più in là. Mulroht avrebbe in effetti dovuto trovarsi a lezione di Strategia Militare, ma detestava l'idea di parteciparvi. Era già difficile essere sé, essere anche additato come il figlio 'strano' e raccomandato del professore sarebbe stato insopportabile. Papà aveva sicuramente già capito, d'altra parte quelle erano lezioni che aveva già appreso, e aveva comunque promesso a se stesso che non avrebbe marinato gli altri moduli di quel corso. Si ricordò che era ora di pranzo, doveva controllare la bacheca. Corse in mensa, quanto più gli fosse concesso, e trovò la solita scena, il suo annuncio piazzato il giorno prima assente. Talvolta strappato via, altre semplicemente coperto da altri annunci. Oggi non c'era, ma nemmeno punes o resti di foglio erano al loro posto, quindi, forse, qualcuno l'aveva preso per leggerlo. No, eccolo. Qualcuno l'aveva girato per scriverci il proprio. Mulroht lasciò le cose al loro posto, Trull era stato chiaro sui modi per evitare le risse e le faide in particolare: niente gioco al rialzo, mai! Ne mise un'altra copia, portata all'uopo. CERCASI GIOCATORI DI SHOGI, DI SCACCHI o DI CUNICOLI E COBOLDI, ANCHE PER CORRISPONDENZA. LASCIATE RECAPITO SE INTERESSATI. Firmato da sé medesimo. Il padre gli aveva parlato di Poldolmo, dei fiori e delle api e degli incanti con cui avrebbe volentieri conquistato Vedra se solo fosse stato legale, e gli aveva anche raccontato di quei momenti di socialità conviviale alla Torre Blue seduti attorno ad un tavolo a mangiare schifezze e cercargli moglie e tirare dadi d'osso. Per il momento, la ricerca di una comitiva era stata infruttuosa, causa anche l'ostracismo subito dai propri messaggi. Vide l'annuncio per le selezioni, si ricordò che erano proprio quel pomeriggio. Decise che, in mancanza d'altro, poteva andare a darci una occhiata. Si mosse lesto, si guardò in giro. L'orcbowl. Si era documentario, dalla migliore enciclopedia vivente, aveva chiesto direttamente a zio Clint, usando le pietre nell'ufficio di papà. Ora conosceva tutte le regole di quel gioco, molto 'fisico', tranne che per un ruolo. Se solo avesse saputo cos'era e a cosa serviva, si sarebbe messo in fila. Invece andò direttamente dall'allenatore dei Warrior, e gli chiese se lo volesse come Lanciatore, ”Si possono usare le ali?”
  19. PietroD ha risposto a Bomba a un discussione Discussioni in Game of Sons
    Spostata semplicemente l'età di ingresso in Accademia. Considero Trull come professore del modulo di Strategia Militare delle Battaglie Campali all'interno del corso di Cooperazione Gerarchica [che potrebbe tenere quindi insieme a uno fra Beregar e Flurio, o entrambi] @Pyros88 😉
  20. PietroD ha risposto a Bomba a un discussione Discussioni in Game of Sons
    Mulroht Tanner Dei FiglidellaRoccia Background: Quando fu consegnato ai Tanner, Mulroht non era molto più brutto di qualsiasi neonato, anzi, come nano era persino carino. Delila lo prese in braccio, lui si afferrò al cuoio del grembiule da fabbro con i piccoli artigli, cercando di mordere, senza piangere. La nonna si intenerì, il cucciolo aveva fame. Lavò una fiasca d'olio da ingrassaggio per riempirla di latte, poi la diede al piccolo, che beve avidamente, ruttò e cadde addormentato. Il nonno, invece, leggeva e rileggere la lettera di Trull, giunta col nanetto. Scoprì la schiena del piccolo e le vide, due piccole ali. Richiuse e guardò Delila, lei aveva gli occhi trasognati. Lui sospirò, le sorrise e cinse la spalla di lei, osservando il nanerottolo che alla luce e al calore della fucina riposava, calmo e sereno come si favoleggia siano in grado solo gli angeli. Mulroht però non lo era. Lo dimostrò a Trull, quando lo vide per la prima volta. Giocava nel carrello del carbone che Delila usava come recinto per il nipote, in mano un paio di pinze smussate con cui tentava di afferrare un cubetto di legno. Il padre adottivo lo sovrastò, affacciandosi sopra il carrello, e tutto fu nero. Né il fuoco della forgia, né la scurovisione degli occhi dei parenti adottivi riuscirono a penetrare quel buio. Preoccupato, Trull allungò la mano, toccò dei capelli cisposi, e qualcosa gli morse il dito, praticamente a sangue. Tirò fuori la mano, arrancando cieco fino alla luce, e ci trovò Mulroht ancora attaccato. Gli lasciò il dito in bocca, lo prese in braccio con l'altra mano, lo cullò. Il piccolo lentamente disserrò i denti, e prese a ciucciare la falange insanguinata, addormentandosi docilmente come nel primo giorno a casa dei coniugi Tanner. Trull lo considerò il primo bacio del suo primo figlio. Mulroht scoprì d'essere l'unico ad avere le ali, ad Huruk-Rast, all'età di tre anni. Anche il fratello non le aveva, ma lui era addirittura umano, non contava. Era insieme ad altri coetanei, stessa stanza ma recinto diverso. Uno dei boccali da latte cadde ed andò in frantumi, tutti gli infanti spaventati presero a piangere. Chi cercò il mezzodemone nel box pieno di sfere non lo trovò, finché una sostanza collosa non gli calò sulla testa. Fortuna che Mulroht fosse ancora un moccioso, o non l'avrebbero trovato ancora per un'ora, attaccato al soffitto con gli artigli. Quello fu l'episodio che decretò la fine della frequentazione dell'asilo pubblico per Mulroht. Le ali da pipistrello e i buchi degli artigli nel soffitto avevano spaventato le pur nerborute e indefesse badanti naniche. I nonni sacrificarono un po' del loro tempo libero, in particolare Tregoer si assunse l'onere per la maggior parte del tempo, ma scoprì presto che era un onore ed un piacere. Il piccolo mezzodemone era di una intelligenza vivace, che non avrebbe sfigurato fra i coetanei, ma la nascondeva dietro un fisico da minatore di profondità, uno di quelli che era capace di portarsi in spalle il carrello del minerale mentre si arrampicava per risalire perchè il montacarichi si era rotto. Forza, corporatura, e straordinaria agilità, senza contare quelle ali. Mulroht appariva al nonno ogni giorno più straordinario, e Tregoer non faceva mistero del suo orgoglio per quel nipote. Come pure, diversamente, per il nipote "umano", d'altra parte. Insegnò gli scacchi al nanetto, e a lui si aggiunse Trull, il quale personalmente, notando la predisposizione scoperta dal nonno, lo introdusse allo Shogi e all'arte militare. A sei anni, tentarono nuovamente la via della socializzazione nelle strutture pubbliche, ma l'esperimento fallì entro la prima settimana. Il carattere goliardico dei nani senza sangue demoniaco li portava ad avvicinarsi istintivamente al quasi sconosciuto compagno, figlio di uno degli eroi della città, ma le cose non andavano mai lisce. Quando i denti di Mulroht fecero un buco nel polpaccio di un compagno Trull decise di tentare la via del tutore privato. Trattandosi di imparare a gestire morsi e artigli, il padre aveva una sola scelta, tuttavia la migliore. Chiamò Winn'ler ad Huruk-Rast. Mulroht riuscì ad acquisire un minimo di autocontrollo, e soprattutto la capacità di anticipare le mosse 'invadenti' degli altri, allontanandosene in modo preventivo. Un aiutino ulteriore giunse dalla dotazione di cui Trull lo dotò, volto ad aiutarlo nell'autocontrollo. A 17 anni, il padre lo ritenne pronto ad affrontare l'Accademia e, di nuovo, la bolgia dell'istruzione pubblica. Portò il figlio mezzonano mezzodemone da Beregar, e questi dette la sua approvazione, in maniera anche più tangibile di una semplice stretta di mano: l'Ascia di Fongrim Runastella passò nelle mani artigliate di Mulroht, che comprese e apprezzò. Si sentiva pronto ad affrontare una nuova sfida.
  21. Tariam "Anche io ho con me una sola pozione di invisibilità." Lo rivelo al gruppo. Sono le prime parole che pronuncio da quando siamo usciti dal tunnel che abbiamo minato. Forse i miei compagni stenteranno a riconoscermi... ma d'altra parte, li ho avvisati del fatto che parlo per timidezza, nelle occasioni di socializzazione. Ora invece, sebbene non siamo nella mia adorata palude, siamo nel mio elemento: dare la caccia ai nemici. Nel bosco, erano bracconieri da ricacciare indietro, qui le mie prede sono ben altre. Ma il principio è lo stesso. Valutare il da farsi, e far scattare la trappola. "Io credo che l'aiuto migliore che possiamo dare a Trunau è impedire del tutto che entrino in città, ma dovremo accontentarci di rallentarli. Distruggere le loro armi è uno dei modi, un altro è impedire ai loro lanciatori di usarle. Troviamo una posizione ben difendibile, ed usiamola per colpire i manovratori delle catapulte e delle baliste, quando si piazzeranno a fianco delle armi per usarle. Loro si terranno alla larga dalle mura che vogliono abbattere, ma non possono prevedere di essere attaccati alle spalle." Rifletto, chi non risica non rosica. A costo di apparire spaccone, devo comunque proporre "Potrei provare ad andare a sabotare le macchine d'assedio stesse, invisibile. Ho gli attrezzi e, credo, le capacità adatte. Voi dovreste farmi da copertura se qualcosa andasse storto e dovessi tornare indietro precipitosamente."
  22. Ludwig "E' stato un piacere conoscerla, Professore. Anche la visita che ci ha concesso è stata... stimolante. La ricorderò con dovizia di dettagli ancora per diverso tempo." in effetti, il nosocomio gli aveva mostrato una fetta di umanità che ancora non conosceva: i dottori convinti di essere Dio. Una conoscenza che reputava formativa, un aspetto positivo di quella visita oltre il puro scopo investigativo. Ora si doveva rientrare a Londra, attendere gli eventi. Chissà se ci sarebbe stata la replica del concerto che si erano persi a Capodanno. Un po' di buona musica continentale avrebbe attenuato la probabile noia che sarebbe tornata a bussare alla porta, condottavi dal tempo che avrebbe viaggiato con lenta prudenza.
  23. Ceredic La situazione sta precipitando. Indico Kyrian, rimasto attardato con due ragazzi sulle spalle "Chan e madadh-allaidh a th ’ann, tha e na sheirbheiseach. Kyrian, my!" mi batto una manata sul petto, con veemenza. All'esortazione di quello che inizia a sbraitare, alzo la voce anch'io. Peccato che probabilmente loro la sentiranno comunque poco più forte di uno squittio. Non ho la loro prestanza fisica. "Cuir stad air caitheamh ùine, lughdaich an doras sin! An sin gheibh thu na madaidhean-allaidh nach do mharbh mi fhathast." Vogliono tenersi la donna. Non posso consentirlo. Ci serve per mantenere un legame con il luogo dove lei ha spedito il suo capo ed il ragazzino. "Chan urrainn dhut lagh Grummt a bhriseadh. Tha e agam oir bhuannaich mi agus leis gu bheil an Spiorad gam chuideachadh. Tha a ’chòir agam. Dèan sgrios air barrachd madaidhean-allaidh na mise agus bidh sinn uile a ’toirt seachad. Bidh sinn a ’dùnadh suas an sin, a’ feitheamh ri cinn nam madaidhean-allaidh a ghearradh leis an lann agad." Indico la porta dietro la quale stanno entrando già alcuni dei miei compagni e dei ragazzi che reggono sulle spalle. Tento il tutto per tutto. Spero che questo li convinca, altrimenti dovremo passare ad un altro modo per cavarcela. "Dùin an doras air ar cùlaibh. Lorgaidh tu sinn a-staigh. Bidh Grummt gar peanasachadh mura bi sinn a ’feitheamh riut."

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