Secondo me il problema non è meccanico ma "filosofico".
Per quanto riguarda la parola specie io sono abbastanza abitudinario, credo continuerò a chiamarle razze, ma in fin dei conti specie è forse persino più azzeccato, tassonimicamente parlando. Ma non è questo il punto.
Il cambio non è dovuto alla ricerca di un termine più corretto o più comprensibile, ma a ragioni che con il gioco non hanno nulla a che fare. Stessa cosa con i bonus razziali, pare siano stati rimossi essenzialmente per evitare di collegare l'idea che una razza potesse essere inferiore ad un'altra in qualcosa.
È questo quello che non mi piace: non si fanno le scelte migliori per il gioco ma si usa il gioco come mezzo per cercare di educare i giocatori. Io ho una certa età e sinceramente non sento il bisogno di essere educato.
In realtà non lo sono solo in media, si suppone che anche gli estremi si spostino. L'orco più forte posso immaginarlo soverchiare l'umano più forte, così come l'elfo più goffo sia meglio del corrispettivo umano.
Questo ovviamente non impedisce di pensare a razze più o meno "variabili", e l'umano credo si presi molto bene al ruolo nel primo caso, ma credo siano complessità eccessive per un'edizione che punta alla semplicità.
Questo invece è un ottimo punto. È verissimo, tanti giocatori scelgono la razza non in base al personaggio che vorrebbero interretare ma in base ai bonus. E non solo quella. La rimozione dei bonus delle caratteristiche dalle razze sicuramente aiuta a limitare questo genere di scelte. Non ad escluderle, certo, le altre peculiarità rimangono, almeno per ora.
Secondo me si poteva gestire come si è sempre fatto: se per una specifica ambietnazione una certa razza presente nel manuale non era adeguata, la si adattava o se ne scriveva una nuova per quell'ambientazione. Francamente mi sembra il sistema più semplice ed efficace.
Anche se di limitato interesse nell'ottica del gioco di ruolo, se non altro è abbastanza interessante perché cerca di ricostruire i passaggi che hanno portato le testate generaliste a scrivere sulla questione.