@Zaorn Come ti avevo scritto nell'altro topic e come ha confermato anche Ermenegildo, difficilmente i designer sceglieranno la strada degli archetipi proprio per il problema al bilanciamento che si portano con loro. In realtà non è così facile bilanciarli, perchè per riuscirci non bisognerebbe solo bilanciare gli Archetipi con le Classi originali o con i Multiclasse, ma anche controllare le eventuali combinazioni con altre meccaniche, come Talenti, Razze, ecc.
E' inevitabile che, all'aumentare delle opzioni a disposizione, il sistema diventa più complesso.
D&D 5e è progettato per essere più modulare di altre edizioni, questo è vero, ma, fintanto che potranno scegliere, i designer daranno sempre preferenza alle alternative che diminuiscono le probabilità di sbilanciamento del sistema.
Insomma, se possono scegliere una strada meno problematica, sceglieranno quella meno problematica.
Credo che qui conti molto anche il nostro differente gusto personale.
Devi tenere conto, però, di alcune differenze che ci sono tra D&D 3.x e D&D 5a.
Le Sottoclassi sono preferite dai giocatori di D&D 5e perchè consentono una specializzazione della Classe anche ai bassi livelli (in D&D 3.x era molto difficile acquisire una CdP prima del 5° livello). Considerato che, provato dai sondaggi, la maggioranza dei giocatori gioca ai livelli 1°-10°, questo spiega perchè per molti essi sono apparsi poco interessanti, se non per costruire strane build combattive.
La 5a Edizione non è progettata attorno alla System Mastery e alla gran parte dei giocatori di D&D 5e va bene decisamente così. Le CdP sono state scartate anche perchè richiamano troppo l'epoca del min-max sregolato.
Le Sottoclassi forniscono capacità solo per una manciata di livelli, ma è importante notare in contemporanea la notevole differenza tra le Classi base di D&D 5e e quelle di D&D 3.x. Nella 3.x le Classi base sono state costruite in maniera insipida e con numerosi livelli morti e le CdP sono state vissute fin da subito come il mezzo per interrompere la monotonia dello sviluppo del PG, ancor prima che una opportunità per costruire build micidiali. Pathfinder ha risolto questo difetto, ma, allo stesso tempo, non mi sembra che le CdP siano diventate un punto focale del gioco della Paizo così come lo erano nella 3.x. Poi, io conosco Pathfinder fino a un certo punto, ma da quello che so l'esistenza di Classi Base più interessanti e cose come i Tratti e gli Archetipi ha ridotto molto l'interesse per le CdP.
Riguardo alle Sottoclassi distribuite dalla WotC prima di questa nuova fase di Playtest, anche qui immagino che molto dipenda dal proprio gusto personale.
Dal mio punto di vista, nonostante in diversi casi ci siano state meccaniche dubbie o non perfette, le ho trovate praticamente tutte in possesso di capacità decisamente più coerenti con il concept da loro incarnato.
Devi tenere conto che quello del limite dell'ambientazione in D&D 5e è un non problema.
L'ambientazione base di D&D 5e è il Multiverso, ovvero ogni possibile universo immaginabile (ufficiale o non). I manuali di D&D 5e, a meno che appositamente progettati attorno a una specifica ambientazione, possono presentare al loro interno Samurai, affianco a Gladiatori Romani, Cavalieri in stile medievale, Elfi e Nani, Regole Fantasy, Horror o Fantascientifiche (vedasi la Guida del DM).
Lo stesso varrebbe per eventuali Archetipi.
D&D 5a non presuppone un setting specifico e può presentare regole appartenenti a setting in conflitto tra loro. Essendo una Edizione basata su un principio modulare, il regolamento si aspetta che il gruppo scelga di volta in volta le regole da usare in base al setting specificatamente scelto per la campagna.