La grande scacchiera
Con uno splentente sole che fa la sua apparizione dall'azzurro del mare, comincia un giorno come un'altro nella grande metropoli di Ardis. Gli schiavi si svegliano per primi, pronti a preparare la mattinata ai loro padroni, che, in caso di buon lavoro, potrebbero concedergli qualche ora di libertà nei mercati con una manciata di denaro. Dopo di loro si svegliano i contadini, i quali sanno che lavorare la terra è ben più facile col sole basso che verso mattina tardi, quando picchia più forte. Sicuramente i mercanti della casta dell'alta plebe non attendono molto prima di mettersi in strada, così da poter intercettare qualche nobile lungo le vie per spillargli qualche moneta.
Così comincia anche questo giorno lieto nella capitale dell'impero di Austrur. Il popolo di Ardis non ricorda certo i tempi i cui la loro città era un piccolo borgo di perscatori, tuttavia solo poche generazioni addietro, questa era la realtà dei suoi abitanti, nessuno si sarebbe aspettato che la piccola cittadina che costeggiava il delta del fiume Eufus sarebbe diventata il centro di un maestoso impero, guidato da saggi imperatori e appoggiato dal volere degli dei.
Eppure così avvenne, ed ora, a soli tre mesi dall'incoronazione di Untars II al grande tempio della montagna, sembra che il rifiorire prematuro della primavera accoglie il nuovo imperatore come un segno divino, un segno che anch'egli, come i suoi padri, è stato scelto da un potere superiore per guidare gli uomini verso un mondo migliore.
Tuttavia non tutti credono a queste profezie, c'è chi ritiene che l'ordine sociale di Austrur sia inguisto, c'è chi vorrebbe far cadere le istituzioni e costituire un nuovo sistema libero dalle caste sociali e dai privilegi dei pochi. Lamentele, ovviamente, alimentate dal proliferare sempre maggiore di ladri organizzati nella capitale, una gilda molto radicata nella società, guidata da tre capi misteriosi detti "grigi", esegue in continuazione furti e crimini di vario genere, sia a poveri che a ricchi. Questa piaga criminale, secondo alcuni è in relazione stretta con alcuni organi del senato, offrendo assassinii in cambio di protezione, altri, invece, dicono che paga le guardie cittadine, qualunque sia la verità, la certezza è che i suoi membri sono ben equipaggiati e agiscono impuniti.
Nella vecchia locanda del "corvo di ferro", questo è tutto quello che Malia ha di utile per i tuoi piani, ancora c'è molto da lavorare, tuttavia stai acquistando familiarità col suo corpo e questi pochi giorni sono stati un piacevole riposo dopo il lungo viaggio da una parte all'altra del mondo.
Sicuramente Malia è un'ospite molto migliore del precedente, il corpo non puzza costantemente del sudore orchesco e l'esilità di questa donna ti permette di muoverti molto più agilmente.
Il suo passato non è per nulla augurabile, nata nella casta dei servitori, un solo gradino sopra gli schiavi, ha vissuto tutta l'infanzia all'ombra del suo padrone e probabile padre illeggittimo, finché egli non ha deciso di approfittare di lei, finendo ucciso nel tentativo. Da allora è entrata nella gilda dei ladri, seguendo le orme di Hormen, il suo ambizioso capo che spera di arrivare ad essere uno dei capi dell'organizzazione. Malia ha sempre lavorato da assassina per Hormen, dimostrandosi una valida e scaltra combattente.
Ma ora la sua missione è cambiata, adesso il suo compito è frenare la crescita incontrollata dell'impero di Austrur, e, indipendentemente dalla sua volotà, la userai finché non lo porterà a termine o la farai morire nel tentavivo.
Il corvo di ferro è un posto per niente di classe, tutte le caste più basse possono entrare e, di conseguenza, quelle alte lo evitano; la gente può stare in anonimato e stare in pace; l'unica condizione è che paghino la modesta rata e che digeriscano la scarsa qualità del servizio. La proprietaria, Elda, somiglia leggermente alla madre di Malia, gli altri ospiti, fortunatamente, non ti hanno mai disturbato, forse anche intimoriti dal tuo equipaggiamento.
@1701E