Vai al contenuto

Articolo: Tratti, difetti, legami ed altro


Messaggio consigliato

Ho partecipato sia come master che come giocatore a campagne e avventure di diverso stampo: investigative, narrative, tattiche, interpretative, horror, hack-n-slash, dungeon crawling, ottimizzate e antiottimizzate.

Ma, in nessuno di questi casi, ho sentito di giocare a qualcosa che non era D&D: D&D non è un gioco focalizzato pensato per un singolo stile, ma un gioco aperto di cui ogni gruppo adotta le parti che preferisce nelle percentuali che desidera.

Esatto, è proprio quello che dicevo io. :-)

Link al commento
Condividi su altri siti


Perciò spero che gestiscano bene questi spunti interpretativi. Qualche manciatina di PE (mettendo un limite ai massimi PE ottenibili in quel modo) sarebbe forse l'ideale.

Se si vuole trasformare la Next nella sagra dell'interpretazione ridicola e forzata potrebbe essere una buona idea. E questo perchè l'intepretazione di qualcosa di personale, e dare exp per l'interpretazione non ha senso. Il master li darebbe in base a cosa? A quello che lui ritiene essere l'interpretazione corretta. Che potrebbe non coincidere con quella del giocatore. Per fare un esempio stupido con l'allineamento, magari il DM pensa che un CM sia uno psicopatico genocida, mentre l'impronta che vuole dargli il pg è completamente diversa, perchè caotico ok, malvagio ok, ma scemo no.

Quindi si verrebbe a creare la situazione in cui il caotico malvagio intelligente, interpretato coerentemente da un giocatore bravo, non riceve l'exp perchè il DM pensa che "non sia quella l'intepretazione".

E' un'esempio estremo, ma rende l'idea. Non è detto che il master e il giocatore vedano le cose alla stessa maniera, e dare PE per l'intepretazione vuol dire dare PE solo a quello che il master ritiene corretto dal suo personalissimo punto di vista. A questo punto tanto vale che il master li dia completamente a caso.

Senza dimenticare che magari c'è gente che non è interessata a intepretare e quindi non è giusto penalizzarla. Può non piacere che non interpreti, ma si sta parlando di un gioco, se non si divertono a interpretare non si può costringerli.

Link al commento
Condividi su altri siti

Secondo me ci sono quattro modi corretti per gestire le ricompense per l'interpretazione:

1. come dice Drimos, ricompensa in game: il pro è che è logico e completamente trasparente, i contro sono che non è equo e che non è una vera ricompensa. Mi spiego: non si potranno mai far corrispondere perfettamente interpretazione e ricompensa, in questo modo, perché la ricompensa non è quantificabile. L'abilitazione a possedere terre vale più o meno di un contratto favorevole con un mercante? O di una spada magica?

Quando poi dico che non è una vera ricompensa, quello che intendo è che, per dire, se il mio PG interpreta bene i dialoghi e lo sviluppo della relazione con il re, allora in titolo nobiliare che riceve in cambio è niente più e niente meno della conseguenza logica delle sue azioni, e non è una ricompensa vera e propria (che dovrebbe essere un bonus, un "di più"). D'altra parte, questo mette al sicuro dai favoritismi: magari a me master non piace come interpreti, ma se obbedisci al re, fai bene le prove di Diplomazia ed esponi argomentazioni sensate, il titolo ti arriva comunque, perché è coerente con l'ambientazione

2. ricompensa temporanea: se il premio per una buona interpretazione è qualcosa del tipo "ritira 1d20 entro la fine della sessione", allora non corro il rischio di sbilanciare il gioco per questo. Il mio PG preferito avrà qualcosina in più, ma nulla di permanente

3. ricompensa di gruppo: se si premia l'intero gruppo per l'interpretazione del singolo, tutti saranno spronati a interpretare meglio, e quelli meno bravi o più timidi potranno andare al traino senza difficoltà

4. ricompensa dal gruppo: non è il master a decidere quando premiare l'interpretazione, ma il gruppo. A meno di non ottenere la maggioranza/unanimità, nessun premio all'interpretazione viene assegnato. È più obiettivo dell'opinione del singolo, ma i giocatori in cattiva fede potrebbero abusarne (ma tanto nessuno vuole giocare con un compagno in cattiva fede)

Ad ogni modo, le ricompense per l'interpretazione dovrebbero secondo me rimanere qualcosa di opzionale, anche se consigliato.

È molto meglio far venire voglia di interpretare spontaneamente fornendo spunti e passaggi, come fanno i tratti e tutto il resto, che invitare (o costringere) a farlo dietro ricompensa.

Link al commento
Condividi su altri siti

A me fa un sacco ridere questa tabella. Va bene la presenza di piccoli spunti - perché no? Andranno a compensare una eventuale mancanza di idee.

Ma trattare una cosa del genere come fosse il bene supremo che porterà il ruolo al tavolo, questo mi fa preoccupare. Bisogna avere standard davvero bassi per entusiasmarsi con 'sta roba.

(P.s.)

I premi o le punizioni per l'interpretazione sono il modo giusto per far sentire la gente costretta e poco interessata.

L'unica cosa che è legittimo pretendere è la coerenza. Se una persona ha poca fantasia, fargli venire pure l'ansia da prestazione non solo non migliorerà il gioco ma probabilmente creerà delle tensioni che in modo evidente o nascosto andranno a minare l'armonia al tavolo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Personalmente queste tabelle mi piacciono molto non per quello che portano (spunti carini), ma per come lo portano, e cioè in maniera flessibile, opzionale e chiara, che è come vorrei che l'interpretazione fosse trattata in un manuale di D&D: non sono gli allineamenti della 3.5 (flessibili, ma opzionali solo in parte e per nulla chiari), ma nemmeno le regole per l'interpretazione di Apocalypse World (chiarissime, ma per nulla flessibili, né tantomeno opzionali).

Link al commento
Condividi su altri siti

Come ho scritto, qualche manciatina con un limite: ti servono (numeri a caso) 1000 pe per passare dal 1° al 2° livello? Interpretando ottieni 1 PE, mai più di 5 PE per sessione, massimo 10 PE ottenuti con l'interpretazione. Manciate, appunto, se si vuole dare un riscontro regolistico. Poi alla fin fine cosa sia l'interpretazione "giusta" lo diranno le tabelle (da cui spero si possa anche scegliere).

Ricompense leggere, insomma; le altre cose, a mio parere, vanno interpretate a dovere. Dove "interpretate" non vuol dire: "lasciate alla sorte con dei sistemi che producono psicodrammi e buffonate più che altro".

Link al commento
Condividi su altri siti

Per quanto mi riguarda, ricompenso ampiamente l'interpretazione, senza se e senza ma. Perché devo perdere del tempo a creare delle avventure e un mondo coerente se in quel mondo poi i personaggi si comportano come cumuli di numeri e non come persone reali? Certo, potrei non creare quel mondo e creare montagne di sfide senza preoccuparmi della coerenza della trama, del carattere dei PNG, del loro modo di reagire, dei loro pensieri, ideali, speranze, disavventure; ma allora tanto varrebbe che i giocatori utilizzassero dei videogiochi di ruolo, e non dei giochi di ruolo. Pertanto, l'interpretazione è, al mio tavolo, incoraggiata, richiesta e premiata; altrimenti io non mi diverto per nulla, e se io non mi diverto perdo la motivazione per passare ore a preparare campagne e avventure. Quindi, indirettamente, la presenza di un'interpretazione viva è condizione necessaria per giocare: se non c'è, io non mi diverto a fare il DM, e quindi smetto di fare il DM, e di conseguenza non si gioca.

Fatta questa premessa, io premio certamente in game una buona interpretazione, ma sono ampie anche le ricompense in Punti Esperienza, che ogni giocatore riceve individualmente, a mio insindacabile giudizio, a seconda di come ha interpretato il suo PG durante la sessione. Tali punti esperienza sono una percentuale estremamente rilevante del totale, arrivano tranquillamente al 30-35%.

Link al commento
Condividi su altri siti

I tuoi giocatori non ruolerebbero anche senza premi in PX? Si vede che a loro non piace così tanto farlo. Pagarli (di questo parliamo in fin dei conti) affinché lo facciano in maniera innaturale per la tua soddisfazione è, uhm, prostituzione del ruolo?

A me non piace come idea.

Voglio che sia tutto vero e spontaneo. Se c'è interesse, vero, per l'aspetto narrativo del gioco, allora non c'è bisogno di incentivi in PX. La profondità di gioco, la memorabilità, le emozioni: quelle sono ricompense.

Infatti c'è un paradosso intrinseco nel premio in PX, che è quello di relegare l'interpretazione a mezzo, da utilizzare per raggiungere il vero scopo del gioco, i PX.

Che è esattamente il contrario di quello che si vorrebbe comunicare.

Concludo. Sarò malizioso io, ma sospetto che lo scopo primario (inconscio) del premio in PX sia quello da parte del DM di prendersi una "rivincita" nei confronti dei giocatori considerati troppo orientati all'aspetto gamista: "così impari a fare il PP!"

E usare termini come insindacabile non aiuta a smorzare questa sensazione (anche se non conosco i casi specifici quindi potrei anche sbagliare)

Link al commento
Condividi su altri siti

Io non do premi in PE per l'interpretazione, ma secondo me è un po' come dire "non combatteresti senza prendere PE? Allora non ti piace farlo".

Cioè, le parte divertente del combattimento è la tattica, e se vogliamo la vittoria, oltre che gli eventuali risvolti di trama, ma prendere i PE alla fine fa comunque piacere.

Io non giocherei a un gioco fatto di prendere PE senza giocare, ma giocherei a un gioco dove combatto senza livellare; lo stesso per l'interpretazione: la faccio anche senza perché mi diverto (che è lo scopo) ma i PE o, meglio, le ricompense (che sono un bonus e, se vogliamo, un riconoscimento) non fanno certo schifo.

Anche se sono d'accordo sul fatto che là fuori ci sia pieno così di profeti del Roleplay che non aspettano altri che di punire i "Rollplayer!!1!".

Link al commento
Condividi su altri siti

prendere PX alla fine fa comunque piacere
E' un'osservazione giusta, ma infatti io rispondevo a un discorso già impostato, non da me, sulla premessa che vuole i premi in PX come contromisura per un gioco gamista. Non è un mio punto di vista. Puoi dirmi che è bello dare più PX per celebrare una buona giocata o una grande vittoria, e va bene, ma nel momento in cui mi dici che i premi in PX servono a portare interesse verso il ruolo, vuol dire che questo interesse originariamente mancava.
Link al commento
Condividi su altri siti

Secondo me ci sono quattro modi corretti per gestire le ricompense per l'interpretazione:

1. come dice Drimos, ricompensa in game: il pro è che è logico e completamente trasparente, i contro sono che non è equo e che non è una vera ricompensa. Mi spiego: non si potranno mai far corrispondere perfettamente interpretazione e ricompensa, in questo modo, perché la ricompensa non è quantificabile. L'abilitazione a possedere terre vale più o meno di un contratto favorevole con un mercante? O di una spada magica?

Quando poi dico che non è una vera ricompensa, quello che intendo è che, per dire, se il mio PG interpreta bene i dialoghi e lo sviluppo della relazione con il re, allora in titolo nobiliare che riceve in cambio è niente più e niente meno della conseguenza logica delle sue azioni, e non è una ricompensa vera e propria (che dovrebbe essere un bonus, un "di più"). D'altra parte, questo mette al sicuro dai favoritismi: magari a me master non piace come interpreti, ma se obbedisci al re, fai bene le prove di Diplomazia ed esponi argomentazioni sensate, il titolo ti arriva comunque, perché è coerente con l'ambientazione

2. ricompensa temporanea: se il premio per una buona interpretazione è qualcosa del tipo "ritira 1d20 entro la fine della sessione", allora non corro il rischio di sbilanciare il gioco per questo. Il mio PG preferito avrà qualcosina in più, ma nulla di permanente

3. ricompensa di gruppo: se si premia l'intero gruppo per l'interpretazione del singolo, tutti saranno spronati a interpretare meglio, e quelli meno bravi o più timidi potranno andare al traino senza difficoltà

4. ricompensa dal gruppo: non è il master a decidere quando premiare l'interpretazione, ma il gruppo. A meno di non ottenere la maggioranza/unanimità, nessun premio all'interpretazione viene assegnato. È più obiettivo dell'opinione del singolo, ma i giocatori in cattiva fede potrebbero abusarne (ma tanto nessuno vuole giocare con un compagno in cattiva fede)

Ad ogni modo, le ricompense per l'interpretazione dovrebbero secondo me rimanere qualcosa di opzionale, anche se consigliato.

È molto meglio far venire voglia di interpretare spontaneamente fornendo spunti e passaggi, come fanno i tratti e tutto il resto, che invitare (o costringere) a farlo dietro ricompensa.

Delle idee che hai suggerito, la mia preferita è la 3, seguita subito dopo dalla 2.

La 1 ha il problema indicato subito sopra da Shape con l'esempio dell'allineamento.

La 4 è quella che mi piace di meno... secondo me i giocatori non dovrebbero avere il potere di darsi da soli delle ricompense, per quanto piccole.

Soprattutto, come dici tu, dovrebbe essere una scelta del tutto opzionale, e come dice FeAnPi le ricompense dovrebbero essere limitate.

Link al commento
Condividi su altri siti

I tuoi giocatori non ruolerebbero anche senza premi in PX? Si vede che a loro non piace così tanto farlo. Pagarli (di questo parliamo in fin dei conti) affinché lo facciano in maniera innaturale per la tua soddisfazione è, uhm, prostituzione del ruolo?

A me non piace come idea.

Voglio che sia tutto vero e spontaneo. Se c'è interesse, vero, per l'aspetto narrativo del gioco, allora non c'è bisogno di incentivi in PX. La profondità di gioco, la memorabilità, le emozioni: quelle sono ricompense.

Infatti c'è un paradosso intrinseco nel premio in PX, che è quello di relegare l'interpretazione a mezzo, da utilizzare per raggiungere il vero scopo del gioco, i PX.

Che è esattamente il contrario di quello che si vorrebbe comunicare.

Concludo. Sarò malizioso io, ma sospetto che lo scopo primario (inconscio) del premio in PX sia quello da parte del DM di prendersi una "rivincita" nei confronti dei giocatori considerati troppo orientati all'aspetto gamista: "così impari a fare il PP!"

E usare termini come insindacabile non aiuta a smorzare questa sensazione (anche se non conosco i casi specifici quindi potrei anche sbagliare)

Rispondo alla tua domanda. Ruolerebbero anche senza prendere Punti Esperienza per questo? Assolutamente sì. Combatterebbero anche se non dessi Punti Esperienza per il combattimento? Assolutamente sì, di nuovo. Semplicemente, visto che ruolano molto bene, mi sembra giusto premiarli. E, dato che non tutti ruolano bene allo stesso modo, mi sembra giusto premiare chi lo fa meglio, e differenziare i premi a seconda del mio giudizio (insindacabile semplicemente per chiarire che sono io DM a decidere, in quanto super partes, e non il gruppo) serve a premiare i più bravi e incoraggiare i meno bravi. Tutto è vero e spontaneo, assolutamente; ma troverei ingiusto premiarli per aver combattuto bene (il premio in PE per aver sconfitto il mostro o i mostri di turno) e non premiarli per aver interpretato bene, fermo restando che non c'è bisogno di incentivi per nessuna delle due cose.

Certo, nella situazione specifica, il 90% dei miei giocatori non solo è un mio giocatore abituale, di solito gli ho insegnato io a giocare di ruolo... pertanto, è abbastanza normale che abbiano assorbito il mio stile, fondato moltissimo sull'interpretazione, e che lo considerino del tutto naturale.

Per quanto riguarda la seconda parte del tuo discorso, non ho nessun intento di prendermi una rivincita su giocatori Power Player: nei miei gruppi, tendenzialmente, o si adeguano o vengono isolati (dagli altri giocatori, che vedono il PP come un giocatore che vuole rubare la scena agli altri e "fare il gradasso" giocando). I miei problemi con i Power Players sono quelli descritti prima: se i giocatori non interpretano, io non mi diverto, mi passa la voglia di fare il DM, e smetto di farlo per quelle persone, semplicemente perché mi manca lo stimolo, ma non ho mica poi bisogno di prendere rivincite... ciascuno preferisce il suo stile, così come nessuno deve essere costretto a interpretare io DM non devo essere costretto a preparare avventure per gente che non mi fa divertire. Siamo tutti adulti, le ripicche infantili non fanno per noi.

Link al commento
Condividi su altri siti

serve a premiare i più bravi e incoraggiare i meno bravi.

credo sia qui il punto della questione, perché dal mio punto di vista serve a premiare chi sa giocare e frustrare chi non vuole. uso l'esperienza di gruppo da molti anni ormai, solo un membro del gruppo tiene traccia dell'esperienza e quando sale lui salgono tutti. il sistema a ricompense porta a squilibri 1) destabilizzanti per il gioco stesso (mai giocato con un gruppo che va dal decimo al quindicesimo livello? un disastro..) 2) frustra chi di impegno ce ne mette ma non riesce a soddisfare il "giudizio insindacabile" e NON super partes del master, in quanto è un giocatore come tutti gli altri e non un sistema numerico, e soprattutto conosce gli altri giocatori. chiaro esempio il master con il proprio partner come giocatore, capita spesso (non sempre) che questo venga premiato o, ben più spesso, punito "ingiustamente"...

Link al commento
Condividi su altri siti

credo sia qui il punto della questione, perché dal mio punto di vista serve a premiare chi sa giocare e frustrare chi non vuole. uso l'esperienza di gruppo da molti anni ormai, solo un membro del gruppo tiene traccia dell'esperienza e quando sale lui salgono tutti. il sistema a ricompense porta a squilibri 1) destabilizzanti per il gioco stesso (mai giocato con un gruppo che va dal decimo al quindicesimo livello? un disastro..) 2) frustra chi di impegno ce ne mette ma non riesce a soddisfare il "giudizio insindacabile" e NON super partes del master, in quanto è un giocatore come tutti gli altri e non un sistema numerico, e soprattutto conosce gli altri giocatori. chiaro esempio il master con il proprio partner come giocatore, capita spesso (non sempre) che questo venga premiato o, ben più spesso, punito "ingiustamente"...

Perdona, ma non condivido. Anzitutto, concordo con te nel dire che il sistema può frustrare chi non vuole. Ma, se hai seguito i miei interventi, ti è chiaro anche che nei miei gruppi "chi non vuole" non c'è, siamo tutti d'accordo nel voler interpretare. Poi, c'è chi ci riesce meglio e chi peggio, ma non a un punto tale da portare squilibri sensibili; per di più, il giudizio del DM, che sono io nella fattispecie, è super partes. Perché io non ho alcun interesse a privilegiare qualcuno rispetto a qualcun altro, e con decine di giocatori, in vari gruppi, poi, sarebbe assurdo volerlo fare. Io osservo la sessione dal di fuori, io agisco in modo imparziale come qualunque arbitro, non favorisco né penalizzo nessuno; e non sono meno imparziale dell'arbitro di un qualunque sport... Al mio giudizio, poi, si accompagnano sempre osservazioni e consigli, e non ho mai visto nessuno che "metteva dell'impegno ma non arrivava a soddisfare il giudizio del Master", anche perché il DM non è un padre severo, né un padre del tutto: è un amico e, nell'assegnare i PE, un arbitro, e come tale si comporta.

Link al commento
Condividi su altri siti

Rispondo alla tua domanda. Ruolerebbero anche senza prendere Punti Esperienza per questo? Assolutamente sì. Combatterebbero anche se non dessi Punti Esperienza per il combattimento? Assolutamente sì, di nuovo. Semplicemente, visto che ruolano molto bene, mi sembra giusto premiarli. E, dato che non tutti ruolano bene allo stesso modo, mi sembra giusto premiare chi lo fa meglio, e differenziare i premi a seconda del mio giudizio (insindacabile semplicemente per chiarire che sono io DM a decidere, in quanto super partes, e non il gruppo) serve a premiare i più bravi e incoraggiare i meno bravi. Tutto è vero e spontaneo, assolutamente; ma troverei ingiusto premiarli per aver combattuto bene (il premio in PE per aver sconfitto il mostro o i mostri di turno) e non premiarli per aver interpretato bene, fermo restando che non c'è bisogno di incentivi per nessuna delle due cose.

Certo, nella situazione specifica, il 90% dei miei giocatori non solo è un mio giocatore abituale, di solito gli ho insegnato io a giocare di ruolo... pertanto, è abbastanza normale che abbiano assorbito il mio stile, fondato moltissimo sull'interpretazione, e che lo considerino del tutto naturale.

Questa è una prospettiva molto diversa da quella che avevo inteso dal tuo post precedente. Specifico meglio come ho già fatto con The Stroy, un conto è celebrare le belle giocate con un bonus ai PX, cosa che ha senso e può piacere se si è già tutti propensi e capaci (e sono necessarie entrambe perché funzioni, ma se funziona benissimo) e, anche se da idealista trovo che possa risultare "monetizzante", può essere un modo di vivere le cose che non mi permetto di mettere in discussione.

Un'altra cosa è usare i PX come motivatore, premio o punizione (in caso di loro assenza) per cercare di trasformare un giocatore scarso o disinteressato in un attore. Questa cosa, detto chiaramente, non funziona, e produce tendenzialmente più problemi di quanti ne risolva. E in particolare col giocatore motivato ma non bravo o troppo timido, il rischio è di farlo sentire in obbligo di portare al tavolo una qualità di performance, che è bruttissimo, ammazza il divertimento e in finale produce l'effetto opposto a quello voluto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Non ho letto tutte le risposte, quindi non so se sia già stato detto, ma fino a dove ho letto mi pare ci si sia un po' perso per strada che si parlava di ottimizzazione che sfrutta regole create a (presunto) sostegno dell'interpretazione. Il ché, come diceva FeAnPi, genera aberrazioni interpretative.

Per il resto, fermo restando che concordo con chi dice "se ti piacciono solo i numeri, vai a giocare a Sudoku", se un gruppo è composto unicamente da persone di quel tipo, che si divertano come credono (non hanno manco bisogno di un master per giocare). Ma per chi vuole giocare a un gioco di ruolo è abbastanza frustrante trovarsi a fianco giocatori di quel genere. È come giocare a calcio con uno che vuole fare l'attaccante e prende la palla con le mani.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma per chi vuole giocare a un gioco di ruolo è abbastanza frustrante trovarsi a fianco giocatori di quel genere. È come giocare a calcio con uno che vuole fare l'attaccante e prende la palla con le mani.

Au contraire. Un ottimizzatore spinto di solito conosce bene le regole per sfruttarle al meglio. Prendere la palla con le mani è proprio un esempio poco calzante.

Link al commento
Condividi su altri siti

Comunque mi fa ridere che certe persone dicono che "se D&D comincia ha dare PX per l'interpretazione è male perché non è veramente da narrativo perché stai pagando quindi l'interpretazione non è spontanea" anche se poi giochi idolatrati per la loro carica narrativa come un Vampiri la masquerade o un Sine Requie che i PX che danno sono al 85% da interpretazione nessuno dice niente,anzi per tali giochi è anche un preggio.....

Drimos:Poi il dilemma che il PP tipico sa bene le regole mentre il Role tipico quando deve usare le regole sono una sofferenza per lui(ed gl'altri) è una delle tare dei gdr molto meccanizati(del tipo che è facile trovare per esempio gente che dice che fa il pirata ma si è scordata di mettere i gradi ha nuotare ed ha utilizzare corde per la lista delle abilita è molto ampia,troppo ampia ed incerti casi ridondante.....) ed malbilanciati ed le soluzioni in questi casi sono molto poche....

Link al commento
Condividi su altri siti

il sistema a ricompense porta a squilibri ... 2) frustra chi di impegno ce ne mette ma non riesce a soddisfare il "giudizio insindacabile" e NON super partes del master, in quanto è un giocatore come tutti gli altri e non un sistema numerico

Un'altra cosa è usare i PX come motivatore, premio o punizione (in caso di loro assenza) per cercare di trasformare un giocatore scarso o disinteressato in un attore. Questa cosa, detto chiaramente, non funziona, e produce tendenzialmente più problemi di quanti ne risolva. E in particolare col giocatore motivato ma non bravo o troppo timido, il rischio è di farlo sentire in obbligo di portare al tavolo una qualità di performance, che è bruttissimo, ammazza il divertimento e in finale produce l'effetto opposto a quello voluto.

Concondo al 200% con entrambi... NON siamo a scuola, dove uno poco bravo prende 6 anche se si impegna, e uno bravo prende 9 anche senza studiare.

Dal punto di vista dell'equità sarebbe correto, ma porterebbe a gelosie e conflitti nel gruppo... e se a un gioco (perchè i gdr SONO giochi) non ci si diverte, poi non ci si partecipa più.

E' per questo che mi piace soprattutto l'idea 3 di Stroy: ognuno interpreta per quel che può (e vuole), ma alla fine i px aggiuntivi (che dovrebbero essere comunque pochi) vengono distribuiti a tutto il gruppo.

Poi, ovviamente, basta che master e giocatori si mettano d'accordo all'inizio sul metodo (o addirittura se usarlo o meno), per evitare recriminazioni... se vogliono usare il metodo X bene, se voglio usare il metodo Y bene, se non vogliono usare i px per l'interpretazione bene anche questo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...