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Welcome to the Jungle


Darth Ronin

Messaggio consigliato

@Pega

Spoiler:  
Quando cerchi di mercanteggiare i venditori ti spiegano che in linea di massima non sono autorizzati a fornire sconti: esistono delle regole molto rigide sulla compra/vendita, visto che tutto il denaro che circola per le colonie giunge dai forzieri del Governatore, e quindi viene distribuito in maniera estremamente meticolosa. Si tratta di un sistema complesso e anomalo, ma serve per evitare che qualcuno dei coloni accumuli maggiori proprietà o ricchezze rispetto a chi conduce lo stesso lavoro. dato che la maggior parte dei nuovi coloni sono in realtà fuggitivi o ex galeotti, in questo modo si spera di ridurre le istigazioni ad appropriarsi indebitamente dei beni altrui... e per il momento sembra funzionare.

Tuttavia, visto che sei nuovo, che spendi pochi denari e che gli esploratori sono visti un po' come delle superstar, ti concede un piccolo sconto e in totale paghi solo 4 mo

Quando raggiungete il tavolo del comandante prendete i vostri posti e subito l'attendente e altri due uomini vi servono la cena: sebbene non sia nulla di raffinato, le portate sono abbondanti e gustose. Il primo piatto è un'ottima zuppa di pesce fresco, il che non vi stupisce visto che siete a ridosso di un grande fiume. A seguire vi viene portato uno stufato di cacciagione, accompagnato con dei tuberi gialli cotti al forno: una pianta che non avete mai visto prima nelle vostre terre, ma che vi spiegano qui nelle colonie cresce in abbondanza. Il tutto è accompagnato da acqua fresca e un più che discreto idromele.

Durante la cena il comandante Lazhar vi chiede ogni genere di informazione e notizia riguardo la madrepatria, e da parte sua vi fornisce ogni sorta di facezia e aneddoto sul forte e su Porto Esperanto e i suoi cittadini più importanti: la serata scorre leggera, l'ambiente è disteso e anche se gli altri uomini mangiano a tavoli diversi c'è un fitto scambio di battute.

Solo sul finire della cena la conversazione prende toni più seri: - Bene, immagino che il buon Quarallo vi abbia già istruito a sufficienza sui vostri compiti, ad ogni modo è meglio se facciamo un ripasso. - così dicendo tira fuori dal suo tascapane una pergamena, su cui sono riprodotti in modo abbastanza abbozzato i profili della costa e alcuni punti di riferimento. Riconoscete al volo la posizione di Porto Esperanto, e poco distante di Forte, accanto al quale vi è tracciato un breve percorso del fiume dei Corvi - Domani mattina inizierete la vostra missione con due canoe: il Fiume dei Corvi procede per tre giorni in direzione nord-est, fino a raggiungere una grande ansa, e di lì in poi si addentra in direzione est nella giungla più fitta. Resta comunque un fiume molto ampio, per cui la corrente è generalmente placida e non dovreste avere problemi a mantenere una buona andatura.

Abbiamo costruito tre ripari lungo le rive: intorno al tramonto dei primi tre giorni dovreste riuscirli a vedere, sono dei piccoli rifugi ma abbastanza solidi per passare una notte senza problemi. Questo è il massimo raggio d'azione dei miei uomini, al di là del terzo rifugio non sappiamo praticamente nulla di questo fiume. I vostri ordini sono di procedere per non più di una settimana, e quindi di tornare indietro: se non sarete al forte prima di quattordici giorni, dovremo considerare la vostra spedizione dispersa, come le due precedenti.

Suppongo Quarallo vi abbia parlato dell'arma che abbiamo trovato sull'unica canoa tornata indietro: be', il mio consiglio è di non focalizzarvi troppo su quella. In realtà ci sono già abbastanza pericoli da affrontare e da cui tenersi alla larga: grossi felini neri come la notte che si nascondono nell'ombra, altri animali simili a tronchi di legno che galleggiano a filo d'acqua finchè non spalancano le fauci e vi staccano un braccio... e fidatevi, l'ho visto accadere di persona.

Ma vi avverto, ci sono pericoli molto più subdoli. In alcuni punti del Fiume dei Corvi ci sono banchi di piccoli pesci, sembrano delle triglie, ma se percepiscono la presenza di sangue nell'acqua sono in grado di spolpare un uomo nel giro di pochi minuti. E a proposito di acqua -il comandante fa un segno all'attendente, che rapidamente va a prendere un orcio di terracotta e ve lo porge - l'acqua del fiume è potabile, ma fate attenzione se a monte ci fosse la carcassa di qualche animale, potreste prendere la dissenteria o chissà che cosa. Se invece decideste di addentrarvi nell'entroterra, fate attenzione a bere dalle pozze: se vedete altri animali abbeverarsi è tutto a posto, altrimenti provate a versare un po' di questo liquido primo di bere, se diventa verde vuol dire che è meglio tenersi la sete.

Lazhar punta un dito sulla mappa, tracciando l'ipotetico corso del fiume sulla pergamena intonsa: - Tra i vostri compiti vi è tracciare tutti i punti di riferimento che ritenete importanti. In teoria la missione è di seguire unicamente il fiume, ma siete liberi di decidere e pensare con la vostra testa: se pensate che sia il caso di abbandonare le canoe e procedere a piedi, fate come meglio credete. Ricordatevi solo che avete la scadenza di quattordici giorni.

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Tutto chiaro comandante, spero che 14 giorni saranno sufficienti per portare a termine l'incarico. poi in silenzio inizio a pensare a tutti questi pericolosi animali che tutti citano temendoli, che vi siano veramente mille pericoli? ormai son qui e non ho scelta se non partire all'avventura.

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ascolto attentamente le parole del capitano

dovrò farmi dare una padella per bollire l'acqua, non si può mai essere così sicuri. e la tecnica di usare il telo potrebbe non generare abbastanza acqua per tutti..... ne accumuleremo il più possibile ogni volta....

Come prima spedizione quattordici giorni saranno più che sufficienti. tre giorni per raggiungere il limite dei tre rifugi, significa che avanzeremo per sette giorni esatti prima di tornare indietro, in modo da tenerci un giorno libero per eventuali imprevisti...... mi sembra un buon piano d'azione....

un ultima cosa, che ci può dire della flora locale? la fauna abbiamo scoperto essere pericolosa ma spesso anche le piante possono esserlo.....

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Resto in silenzio sorprendentemente per la mia natura ma tirando fuori il necessario per scrivere e qualche foglio per prendere appunti di quanto viene detto durante la conversazione. MI abbozzo anche la mappa segnandomi le tempistiche di percorrenza.

Quattordici giorni...capito. Signore, se mi fa' avere quanta piu' carta possibile sara' mia premura prendere nota di ogni dettaglio rilevante riguardanti creature selvagge, fauna e flora, eventuali indigeni o avvenimenti. Se ci dovesse succedere qualcosa sara' nostra premura rimandare almeno uno di noi indietro con il libro.

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Alle parole di Rugal il comandante Lazhal sorride e scuote la testa divertito: -Capisco che siate ansiosi di iniziare il vostro viaggio, probabilmente sarete anche stufi di non fare niente dopo il lungo viaggio per mare. Però partirete domani mattina come programmato, nè prima, nè dopo. - Poi, rivolgendosi anche agli altri, tira fuori dal tascapane dove teneva la mappa anche un libretto con la copertina in cuoio robusto e lo spinge in mezzo al tavolo: il libro è nuovo, appena rilegato e con una sessantina di pagine in bianco, pronte per essere vergate: - Ecco, questo dovrebbe essere sufficiente per prendere tutti gli appunti e le note che vi servono - da una seconda occhiata al tascapane, dopodichè vi consegna anche quello: - E qui ci sono penne, pennini e alcuni calamai di inchiostro sigillati. -

Rivolgendosi quindi a Rainer: - Per quanto riguarda la vegetazione, non sono a conoscenza di particolari pericoli, a parte quelli che probabilmente avrete già incontrato in madrepatria. So che ci sono specie di funghi che non abbiamo mai visto, alcuni dicono sia commestibili, altri letali, per cui vi consiglio di evitarli a prescindere. Ci sono bacche, o radici come quelle che abbiamo mangiato questa sera, che sono mangiabili, altre meno. Ma se temete di incappare in piante "ostili", be' non credo ci sia di che preoccuparsi: fino ad ora il massimo che abbiamo trovato sono sabbie mobili... ah già, e c'è una specie di salice che cresce lungo alcune anse del fiume, che ha la caratteristica di avere delle specie di liane coperte di rovi che scendono fino a terra. Abbiamo visto molti piccoli animali intrappolati e morti di fame e ferite, ma basta tenersi alla larga e non si corre rischi di sorta.

@ Tutti

Spoiler:  
Quando avete chiesto tutto quello che vi serve scrivete in spoiler che volete proseguire al giorno successivo, e finalmente inizieremo la parte interessante :)

Scusate se mi sono dilungato un po' nella premessa, ma era doverosa per creare un po' di ambientazione :)

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Ospite Boendal

Ascolto in religioso silenzio le informazioni fornite dal comandante ripetendo tra me e me i vari particolari secondo me essenziali.

Lascio che il libro venga preso in consegna da chi si sente all'altezza del compito.

"Siamo stati informati su alcuni particolari, che inizialmente mi hanno riportato alla mente le storie di paura raccontate dai nonni ai nipotini davanti al fuoco.

Qui, dalla vostra descrizione se ne sono aggiunti di nuovi. Dovremo tenere occhi ed orecchie bene aperti."

Spoiler:  
finisco la cena ascoltando eventuali successivi discorsi. Dopodiché saluto come si conviene e vado a riposare.

Skip.

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- Ovviamente - commenta Lazhar in tono laconico in risposta a Zeno - Non credo che nessuno vi abbia mai prospettato un incarico semplice. D'altronde, se abbiamo già perso due spedizioni, è ovvio che ci sia un margine di rischio maggiore che non restare a guardia di un molo. Immagino che comunque Quarallo vi paghi bene, giusto?

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allora credo sia il caso di andare a concederci un ultima notte al caldo e su qualcosa di comodo visto che per i prossimi quattordici giorni saremo all'aperto...

finita la cena me ne vado a dormire passando per la cucina della villa solo per vedere se riesco a trovare una padella o un contenitore in metallo

@DM

Spoiler:  
cerco un pentolino di metallo(non troppo grande, qualcosa di legabile allo zaino insomma)

per me skip. se non trovo la padella la mattina mi sveglio prima e passo a comprarla al mercato

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Sono pienamente d'accordo faccio al mio compagno; mi allontano anch'io verso il letto, sistemo bene lo zaino e mi corico, desideroso di cominciare l'avventura.

@DM:

Spoiler:  
scusa per il ritardo, ma ti dico ora gli oggetti che desideravo prendere, se posso:

1 faretra 20 frecce: 1,5 Kg, 1 mo

Amo da pesca e lenza: 1 ma + costo lenza

10 chiodi rocciatore: 1 mo, 2,5 Kg

1 corsa canapa: 1 mo, 5 Kg

1 Lampada comune: 1 ma, 0,5 kg

olio: 1 ma, 0,5 kg

rampino 1 mo, 2 kg

Triboli (1 sacco da 1Kg), 1 mo

tot: 5mo, 3 ma

che dici?

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@Mena

Spoiler:  
Puoi comprare tutti gli oggetti che ti servono, ti fanno pagare 4 mo e 5 ma

L'alba del giorno della partenza...

Nonostante la tensione e l'ansia per la missione che state per affrontare, passate la notte decisamente bene, senza essere disturbati e senza nulla di spiacevole a turbarvi.

Al mattino il giovane attendente viene a svegliarvi, e vi conduce fino alla mensa dove potete rifocillarvi con una abbondante colazione; il ragazzo vi spiega che stanno ultimando gli ultimi preparativi giù ai moli, avete quindi abbastanza tempo per fare tutto con calma.

Quindo infine raggiungete la riva del Fiume Corvo, trovate il comandante Lazhar con una mezza dozzina di guardie intenti a sistemare gli ultimi rifornimenti su due lunghe canoe di legno. Vedendovi arrivare vi saluta con un caloroso sorriso, e in men che non si dica passa ad illustrarvi l'equipaggiamento di cui siete stati forniti. Suddivisi in equa maniera tra le due imbarcazioni avete a disposizione per la missione:

- 200 metri di corda, corredata di 3 rampini e due carrucole di legno

- 20 fiasche di olio da lanterna, e 4 lanterne schermate

- due tende molto grandi, una sola è sufficiente per accogliere tutti voi, l'altra per coprire i rifornimenti

- 6 mantelli in lana infeltrita e trattata per resistere alla pioggia

- due barili da 10 litri di acqua potabile e due barilotti da 5 litri, uno con vino e uno con idromele

- attrezzatura varia da cucina (due padelle, due pentole, 6 gavette, ecc...

- 2 acciarini con relative pietre focaie

- cibo a sufficienza per almeno 14 giorni, composto di carne salata, frutta secca, formaggio, salumi, sfoglie di pane croccante (carta da musica)

- due grosse reti da pesca (le maglie sono troppo deboli per poter essere usate per altro che non sia pescare), e alcune lenze, ami e pesi

- 6 machete e 2 accette da legno (il machete conta come una spada corta)

- 4 vanghe

- 2 picconi

Tra una cosa e l'altra è ormai passata metà della mattinata, molto oltre il tempo in cui era programmata la partenza effettiva, ma Lazhar commenta che con una missione di così lunga durata ritardare di poche ore non è un problema reale, e che dovreste comunque raggiungere il primo approdo intorno al tramonto. Giunge quindi il momento dei saluti, le ultime raccomandazioni di rito, e infine potete prendere i vostri posti nelle canoe e iniziare la vostra avventura.

La corrente del fiume è placida e tranquilla, e in men che non si dica vi allontanate dal fortino, che sparisce del tutto dietro un'ansa del corso d'acqua dopo neanche mezz'ora: anche se sapete che tornare indietro adesso sarebbe semplice e rapido, non potete fare a meno di sentirvi abbandonati a voi stessi in un territorio inesplorato, eppure accantonate i timori e procedete con determinazione.

Come preannunciato, la navigazione prosegue senza alcun intoppo, in un silenzioso quasi totale se non fosse per il monotono brontolio della corrente, lo sciabordio delle canoe e delle pagaie e i rumori degli uccelli fluviali: appena vi siete allontanati abbastanza dal Forte dei Corvi inizia infatti a fare la sua apparizione la fauna locale.

Restate sorpresi dalla grande varietà di pennuti che sorvola il fiume e che nidifica lungo le rive: uccelli che ricordano quelli della vostra madrepatria, ma dai colori del piumaggio fantasiosi e inusuali. Molti sono colorati di verde o di azzurro, ma qua è la vedete anche degli esemplari gialli come il sole, e addirittura su una banchina di sabbia adocchiate quello che sembra un grosso pavone che corteggia una femmina, ma con colori che vanno dal rosso vermiglio all'arancione acceso.

Eppure, nonostante tutti gli esemplari, diversi, finalmente vi rendete conto da cosa prende il nome il Fiume dei Corvi: sono infatti questi neri pennuti a dominare incontrastati, numerosi come i gabbiani che affollano un grosso porto, se non di più. Grossi corvi che gracchiano il loro richiamo incessantemente, in alcuni casi molto più grossi di quelli che siete abituati a vedere.

@Zeno, Rorik

Spoiler:  
Mentre procedete, una cosa attira la vostra attenzione: accanto alla vostra canoa passa a pelo d'acqua una piuma nera, è tutta rovinata e mezza marcita, ma la dimensione è decisamente troppo grossa per appartenere ad uno di questi corvi. Non riuscite ad afferrarla, ma ad occhi potreste stimare che è lunga quasi quanto l'avambraccio di un uomo. Decisamente sarebbe un reperto importante trovarne una in buone condizioni.

Poco dopo metà giornata vi fermate in una piccola insenatura: remare per tutto il giorno, per quanto non sia troppo difficile, indubbiamente stimola l'appetito, per cui tirate le canoe in secca e vi sistemate su una banchina di sabbia, riparata dalla vegetazione. Qui vedete con i vostri occhi una delle cose a cui faceva riferimento Lazhar: notate una sorta di salice che si piega proprio sul fiume, dai rami pende un intrico di liane irte di spine che scendono fino a immergersi nell'acqua... e tra le liane vedete una piccola bestiola, una specie di scoiattolo, ormai in stato di decomposizione. Sembra quasi che le liane si siano aperte la strada dentro l'animale, succhiandone tutta l'essenza vitale. Un'idea raccapricciante, ciononostante le liane sono così sottili che è impossibile che possano rappresentare una minaccia per una creatura più grossa, men che mai per un uomo.

Consumate il vostro pasto tranquilli, per poi affrontare la lunga tratta finale di questa prima giornata. Come pronosticato, il sole sta calando quando vedete spuntare il primo rifugio: anche da lontano vi rendete conto che non si tratta altro di un tugurio di legno con il tetto di paglia, senza finestre a parte piccole aperture laterali poco per lasciar passare l'aria ma impedire agli animali di entrare. Il rifugio è costruito in corrispondenza di una ampia ansa sabbiosa, anche questa circondata dalla vegetazione ma abbastanza estesa da lasciare almeno una ventina di metri di spazio libero attorno alla baracca. Vicino alla riva è stato sistemato un grosso tronco picchettato a terra, in modo da fornire un valido ormeggio a cui assicurare le canoe.

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Mentre viaggiamo sulla canoa ammiro compiaciuto la bellezza dei luoghi che stiamo attraversando, così profondamente diversi da quelli dove sono cresciuto ma profondamente accomunati ad essi dalla semplice e pura predominanza della natura sull'uomo, qua ancora più marcata ed evidente.

Nonostante percepisca che qualcosa di grande e di bello è iniziato, e nonostante l'emozione sia tanta, la mia espressione è seria e il mio sguardo attento non solo ad osservare l'ambiente e gli animali; non riesco infatti a togliermi dalla testa che, in mezzo alla vegetazione, altri tipi di occhi probabilmente ci stanno spiando, o almeno lo faranno.

La cosa non mi incute paura, ma mi lascia un sottile velo di inquietudine che mi rende guardingo e un po' sospettoso; la presenza di questa minaccia "umana", inoltre, stona con la selvaggità della zona circostante, e mi impedisce di goderne appieno la bellezza.

Sebbene in certi momenti, come ad esempio il pranzo, mi distragga, mentre mi avviciniamo al primo rifugio incontrato metto mano all'arco e ad una freccia, e mi metto in posizione genuflessa appoggiando il ginocchio destro sul fondo della barca;

Chiamatemi pure paranoico, faccio agli altri, mantenendo un tono di voce serio e abbastanza basso, ma in modo da farmi comunque udire da tutti ma come arriviamo a portata salto sulla riva e tengo d'occhio la vegetazione dietro al rifugio, intanto che voi legate le canoe. Sia mai che ci sia un comitato di benvenuto ad accoglierci....

Benvenuti! Anzi, andatevene!

Mentre parlo fisso, aggrottando come al solito le sopracciglia, la zona nelle vicinanze del capanno e il bordo della foresta.

Controllate anche voi che non ci siano problemi a riva: tanti hanno parlato di animali che si mimetizzano in acqua aggiungo infine, mentre anch'io osservo con attenzione.

Forse penseranno che sono troppo puntiglioso, ma dubito che abbiano un'idea della vita nelle terre selvagge, soprattutto il caro chierico... Bisogna avere gli occhi anche dietro la testa, qua probabilmente ancora più che nei boschi delle nostre parti.

Oh! Una cosa interessante da fare sarebbe cercare impronte al di fuori del rifugio: il terreno sabbioso è l'ideale per rilevarle

penso fra me e me.

@DM:

Spoiler:  
Prove di Osservare (+4) e Ascoltare (+4) a go-go, anche ripetute man mano che arriviamo se c'è tempo. Mi concentro su riva e limite della boscaglia, ma una volta sceso butto un occhio anche alle prossimità e alle aperture del rifugio, mettendo una freccia vicino alla corda dell'arco, seppure senza incoccarla. Prima che i miei compagni calpestino la zona direttamente di fronte all'apertura del rifugio, li blocco per cercare tracce (ti dico così nel caso vuoi avanzare lo sai ;) )
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RORIK

Prendo pedissequamente appunti di ogni singolo aspetto peculiare di questa natura familiare e strana insieme, soprattutto disegnando ogni volta che avvisto qualcosa di rilevante l'oggetto in questione. In particolare i pennuti, l'albero bizzarro e la natura in generale.

Indosso le mie usuali vesti blu coi gigli bianchi sopra la lucente armatura di maglia. Sopra a tutto una delle vesti antipioggia per proteggere i vestiti e soprattutto aiutare a camuffare meglio il colore del blu acceso. Arrivati a riva prendo il libro con gli appunti e il necessario per scrivere mettendoli in una borsa a tracolla che già contiene la cartina. Io metto in salvo il materiale per scrivere e la cartina ragazzi. informo togliendomi la borsa e mettendomela sopra la testa prima di scendere dalla canoa e raggiungere la riva velocemente per appoggiare la borsa in un luogo sicuro e asciutto. A quel punto per cautela extra estraggo l'arma per guardare le spalle ai miei compagni da eventuali animali pericolosi mentre tirano le canoe.

Ragazzi miei: nel fiume ho visto una cosa affascinante ammetto, seppure non a nostro favore. Una piuma di spropositate dimensioni che suggerisce la presenza di volatili di dimensioni....inquietanti. Non sembrava di buona conservazione, quindi deve averla portata il fiume da lontano... anche se viste le spropositate dimensioni temo nno avrebbe problemi ad effettuare lunghi viaggi.

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Ospite Boendal

Osservo stupefatto la moltitudine di uccelli da vari ed inusuali colori.

Fiume dei Corvi: ora capisco da dove prende il suo nome

Quando passa affianco alla canoa la piuma nera, trasportata dal fiume, cerco di raggiungerla senza sporgermi troppo dalla caona.

è enorme!!! sarà lunga quasi quanto il mio avambraccio. Non sarebbe male trovarne una in buone condizioni...e chissà quanto sarà grande il suo "proprietario"...meglio tenere gli occhi aperti!

Quando arriviamo al rifugio tiro un sospiro di sollievo

"Non ce la facevo più a stare sulla canoa."

Poi udite le parole di Ilmena mi arresto "paranoico? Con quello che ci aspetta, la prudenza non è mai troppa. Vai avanti, ti segui qualche passo indietro" dico mentre imbraccio la mia spada.

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finalmente l'avventura inizia, senza proferire parola osservo i miei compagni dirigersi attorno al rifugio

Sono già in tanti, sicuramente non hanno bisogno di me

cercando di stringere i nodi al meglio delle mie capacità e mettendoci tutto il tempo necessario cerco di legare bene le canoe al paletto per poi aspettare il responso dei compagni per cominciare a scaricare le cose dalle canoe e montare la tenda per l'attrezzatura

speriamo vada tutto bene almeno la prima notte fuori

mentre aspetto carico la balestra, giusto per precauzione

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Appena sbarcati appaiono evidenti a tutti il gran numero di impronte impresse sulla battigia in prossimità del corso d'acqua; benché confuse e mal conservate è chiaro che la maggior parte siano impronte di zoccoli non molto dissimili da quelli delle comuni capre, anche se qua e là riconoscete impronte artigliate.

Tuttavia, i sensi allenati di Mena lo mettono all'erta: dal limitare del bosco giunge alle sue orecchie un rumore soffuso ma inequivocabile: qualcosa di grosso si sta lentamente aprendo la strada nell'intrico del sottobosco verso la vostra direzione.

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